mercoledì 20 aprile 2016

E se ti chiamo amore...

...tu non ridere... Ci avete mai fatto caso, sopratutto tra i giovani, è tutto un chiamarsi amore? Amore, amore, amore di qui amore di la... Al supermercato poi è l'apoteosi: "amore che si mangia stasera?, amore lo vuoi il formaggino? amore l'hai preso quello?". Il top è quando l'amore (lui) decide di comprare una "schifezza". La reazione di lei non è più tanto "d'amore" ma piuttosto di una dominante con la frusta! Ma che serve chiamarsi di continuo amore? Sembra quasi che "marcando" il territorio con quella parola la coppia si preservi da attacchi esterni, ostentando oltre ogni limite la loro unione. Sinceramente lo vedo strano vista poi la durata dei rapporti che non va oltre il semestre, lasciandosi a volte nella maniera più brutale e irrispettosa. Certo è anche tra gli "adulti" non è tanto diverso, ma noi siamo più vissuti, più navigati, avendo già alle spalle qualche esperienza. Perchè allora chiamarsi di continuo amore? Credo che la parola amore debba essere soppesata un pò di più invece di inflazionarla in questo modo, anche perchè l'amore è come un diamante, dovrebbe essere per sempre e non per la scelta di una cibaria. Per sempre non vuol dire nei secoli fedele ma continuare comunque ad avere quel "rispetto" sancito davanti a Dio o ad un funzionario pubblico, ma sopratutto davanti ad una separazione, oggi diventata un vero campo di battaglia. Ecco perchè storgo il naso quando si abusa della parola amore. L'amore si crea, l'amore non si distrugge...ma si trasforma... Chiamatevi meno amore ma chiamatevi più per nome, perchè è nel nome e nella persona che porta quel nome che è racchiuso il vostro amore... Amore è generico... a volte si usa anche per non sbagliare ;-)

lunedì 11 aprile 2016

Houston non abbiamo un problema, #cotamotogp2016

Sembra la frase che si è ripetuto Marquez nella testa perchè al piccolo diavolo il COTA piace tanto da vincerci 4 volte di seguito. Il problema è che sembra abbia capito pure le Michelin e, con una condotta di gara come quella del Qatar, abbia imparato ad accontentarsi. Brutto cliente quest'anno dunque. Certo è anche vero che la pista americana ha fatto selezione ad iniziare dalla caduta di Rossi e lo sfortunato episodio che ha visto protagonisti Pedrosa e Dovizioso (che nel frattempo è andato a Lourdes ma ha trovato chiuso), però oggi Marquez su Honda è quello che fa la differenza, basti pensare che Crutchlow ha il solito mezzo (caduto anche ieri). Secondo a parecchi secondi (6 circa) Lorenzo che ha limitato i danni in attesa di tempi migliori. Terzo Iannone dopo lo strike di Pedrosa su Dovizioso. L'abruzzese poi al parco chiuso dirà di essersi meritato il podio quando in realtà farebbe meglio a seguire l'esempio di Pedrosa in Argentina quando ammise di aver avuto solo fortuna. Sempre da Pedrosa, Iannone dovrebbe prendere esempio del fair play che lo spagnolo ha avuto nei confronti del Dovi (vedi la foto) che è andato subito a sincerarsi delle condizioni dell'avversario prima in pista e poi ai box. Gesto che vale molto di più di un posto sul podio, visto anche che non sono compagni di squadra. Il resto della compagnia sempre esimi, tranne la buona prova di Pirro (ottavo) una garanzia come pilota-supplente.
In Moto2 Rins ha fatto il Marquez conquistando pole e vittoria stroncando la concorrenza di un ottimo Lowes ora primo in campionato ad un punto da Rins e 2 su Zarko ieri terzo. L'unico italiano a salvarsi è Corsi (sesto) dopo una bella battaglia con Luthi, Aegerter e Nakagami "falciato" proprio da Corsi.
In Moto3 autoritaria vittoria di Fenati che regola un ottimo Navarro autore della pole. Terzo Binder che mantiene il comando della classifica generale. Bene anche Locatelli quinto e Bastianini sesto ancora alla ricerca di una forma migliore. Chiude la top ten Bulega.
Prossimo round Jerez primo appuntamento europeo per misurare un pò la pressione e lo stato di forma di questo mondiale ancora in cerca d'autore.

lunedì 4 aprile 2016

Vida Loca, MotoGp Argentina 2016

Difficile giudicare il fine settimana argentino per il mondiale prototipi tanti sarebbero gli argomenti da trattare ad iniziare dai problemi con le gomme. Era già successo in Australia due anni fa ma evidentemente la Dorna pensa più alle cazzate che alla gestione di un campionato che dovrebbe essere la massima espressione del professionismo. Non si può dividere una gara in 2 perchè le gomme non arrivano a fine gara. Prima Baz, poi Redding sono stati vittime di due "esplosioni" anomale sinonimo che l'elettronica e gomme non vanno di pari passo. E in questo caos l'unico a leggere la gara nella giusta maniera è stato Marc Maruqez sempre molto spettacolare nella giuda ma molto più attento nella gestione gara e questo è un bel campanello d'allarme per tutti gli altri. Bravo anche Rossi furbo e attento (e anche fortunato) a non cadere letteralmente nelle trappole umide della pista, "accontentadosi" del suo quarto posto prima del suicidio Ducati-Iannone. Il pilota di Vasto ha pensato bene di fare il fenomeno nell'ultimo giro, dapprima sorpassando di forza Rossi, poi non contento ha messo nel mirino e centrato il suo compagno di squadra Dovizioso quando era saldamente in seconda posizione. Brutta, bruttissima pagina di poca lungimiranza sportiva da parte di uno che vuole emulare Valentino ma sopratutto poco rispettoso per il lavoro fatto da Dall'Igna in questi ultimi due anni. Gara da dimenticare per Lorenzo che al contrario di Rossi cade sull'umido in un fine settimana mai al top come anche da lui ammesso. Sul podio quindi Rossi e Pedrosa che a seguito di una gara incolore ha comunque portato a casa un risultato importante. Tutti gli altri da dimenticare tranne il povero Redding dapprima "frustato" dalla sua stessa gomma e poi abbandonato dalla sua Ducati. 
Prossimo round Austin, America in attesa di una gara senza troppi compromessi e senza troppe polemiche. Già perchè in Argentina ci sono state anche polemiche ma questa oramai è diventata prassi e non merita neanche di essere commentata....quasi....   

Il Re di Aragon, SBK Aragon 2016

Che a Chaz Davies piacesse Aragon un piccolo sospetto ci era venuto, ma che piacesse a Ducati non era scontato. Invece il binomio anglo-italico non ha fatto prigionieri infliggendo al duo Kawasaki un distacco imbarazzante. Chaz è un pilota solido, bravo, grintoso, poche parole ma tanto gas. Senza casco il classico ragazzo della porta accanto, ma con la visiera tirata giù un signor pilota. Ha detto bene Biaggi al telefono, due gare un pò noiose sotto il profilo della battaglia ma belle per intensità. La Kawasaki nella sua pista test non ha raccolto quanto sperato ma ha sempre fatto secondo e terzo lasciando le briciole agli altri. Altri che portano il nome di Fores due volte quarto con la "vecchia" Ducati segno che la pista spagnola va a genio alla casa bolognese che per l'occasione ha portato delle novità interessanti. Honda ha invece vissuto fasi alterne con una caduta (Van DeMark gara uno) e ritiro per Hayden gara 2. Gare un pò incolore per Giugliano (rispetto al suo compagno di squadra) mai troppo della partita e afflitto da problemi tecnici. La cosa positiva è che ha finito entrambe le manches senza strafare. Bene Savadori nella top ten. Prossimo round Assen dove sicuramente si rinnoverà la sfida tra piloti inglesi e speriamo anche qualcun altro.

lunedì 21 marzo 2016

Zitti tutti!!!, MotoGp Qatar 2016

E' iniziato il mondiale prototipi ripartendo da dove eravamo rimasti, ovvero Jorge Lorenzo n°1. Colazioni, brioche, biscotti, complotti, riunioni carbonare non sono servite a placare la sete di vittoria del campione del mondo che nella notte qatariana (si dice così?) ha messo il suo sigillo con una prestazione maiuscola, esaltata da grandi avversari, che hanno i nomi di Dovizioso, Marquez e Rossi. In realtà gli unici due avversari del corpo a corpo sono stati i due ducatisti che avevano a disposizione un missile terra aria, ma anche un bel mezzo tra le curve sabbiose di Losail. Lorenzo però è semplicemente stato il più forte sigillando il giro veloce a due giri dal termine. Della partita poteva essere anche Iannone ma non sempre la velocità va al pari passo con la gestione e visione della gara, un pò come la sindrome di Giugliano, cosa che invece non affligge un sempre attento Dovizioso, forse meno "maniaco" ma molto più concreto. Anche Marquez ieri ha giocato una gara di studio, segno che i colpi del 2015 sono serviti a farlo ragionare, "accontentandosi" di un buon terzo posto gestendo un ottimo Rossi che più di così non poteva fare. Anche Valentino ha iniziato da dove era rimasto, cercando di piegare Lorenzo psicologicamente prima della gara, ma dopo Sepang il pilota di Tavullia non fa più così paura. Rossi resta comunque un pilota longevo, costante e anche veloce se pensiamo anche alla concorrenza. Pedrosa quinto infatti non ha mai impensierito i leader della gara portandosi dietro un Vinales in fase di studio e di apprendimento per stare ai vertici di una gara. Tutto il resto purtroppo e sempre noia e nonostante i nuovi regolamenti, gomme e software i più bravi fanno ancora la differenza. Durante il podio si sono sentiti degli ululati ma non mi sembra che il deserto sia zona di lupi. Forse erano più degli asini che sicuramente si ripresenteranno anche altrove. 
In Moto2 ennesimo pasticcio della direzione gara che non ha saputo vedere le partenze anticipate di tutti i piloti sanzionandone dapprima 4 e poi 2 a gara conclusa. Peccato perchè la gara ci ha offerto spunti interessanti ad iniziare dal nostro Morbidelli (poi sanzionato) che si è dato battaglia con un sempre veloce Luthi vincitore poi della gara. Bene anche Corsi (terzo) uccellato proprio sul finale da Salom dopo aver battagliato per tutta la gara con Cortese (poi sanzionato). Gara sempre comunque interessante grazie ai piloti e non certo grazie al reparto tecnico visto che praticamente è diventato un trofeo Honda-Kalex.
In Moto3 la battaglia è sempre una realtà ed anche ieri nessuno si è tirato indietro. Ha vinto Antonelli al fotofinish (grazie al suo nasone) su un ottimo Binder e su di un più maturo Bagnaia. Fuori dal podio ma in volata Fenati, Bulega all'esordio e Bastianini autori comunque di una bella gara. Quello che è successo poi lo scriverò in un post successivo, anche perchè merita qualche riflessione in più.
Il prossimo round sarà in Argentina dove avremo ulteriori conferme e forse qualche novità.

lunedì 14 marzo 2016

Ai confini del mondo un solo..Rea!

Se mai non fosse stato chiaro Johnny Rea non vuole fare prigionieri. In Thailandia ha ampiamente dimostrato, come lo aveva già fatto in Australia, che se uno deve batterlo deve giocarsi tutte le carte e sfruttare tutta la pista. In Gara1 Sykes aveva provato a stargli davanti ma alla fine Rea lo ha passato e lasciato li. Evidentemente la notte porta consiglio e il buon Tom ha pensato bene di cambiare strategia per Gara2 chiudendo ogni porta al suo compagno di squadra. Abituati alle "signorine" della MotoGp sicuramente questa condotta avrebbe dato fastidio a qualcuno, cosa che invece non ha scalfito il campione del mondo che ha dichiarato: "La vittoria di Sykes non fa altro che darmi ancora più carica. Lavorerò duramente prima di Aragon e cercherò di vincere”. Analizzandola da fuori in effetti i cambi di direzione di Sykes sono stati un pò al limite ma se vanno bene a Rea... Nel parco chiuso di Gara2, Johnny ha aspettato con sguardo cattivo il suo compagno di squadra, quasi volesse "picchiarlo"... In realtà gli ha dato la mano come si usa tra gentiluomini e sportivi...e chi ha orecchie d'intendere...intenda...
Bene le Honda con il suo giovane talento Van derMark terzo e quarto, con Hayden ritirato in gara1 e quinto in gara2 segno di una crescita della vetusta CBR. Ancora una volta la Ducati si è dovuta affidare a Davies (quarto e terzo) l'unico in grado di avere una strategia di gara che possa portarlo a finire una gara dato che il nostro Giugliano, unico italiano in grado di stare la davanti, ha pensato bene di gettare alle ortiche Gara1 e di rimanere nell'ombra in Gara2. E' sicuramente bello essere considerato un talento, meno bello è essere considerato poco costante perchè i mondiali si vincono anche accontentandosi, Guintoli docet. Le Yamaha ancora soffrono un pò di inesperienza ma il buon Guinters sa quando dare gas e quando accontentarsi del risultato. Mi piacerebbe parlare di Aprilia ma faccio fatica a giustificare una squadra che lascia un mondiale da vincente per essere ultima nella MotoGp. Bene Salvadori nel suo apprendistato, meno bene l'altro pilota (sammarinese e non italiano) che nonostante la sua lunga esperienza, arranchi sempre nelle retrovie. In buona luce anche il Team Althea con entrambi i piloti. 
Sicuramente il mondiale SBK non avrà ne il fascino, ne i nomi della MotoGp ma gli ultimi giri di Gara2 andrebbero fatti vedere anche ai "tifosi" di motociclismo giusto per fargli capire la bellezza di una gara in moto senza guardare bandiere e piloti. Prossimo round Aragon, pista molto tecnica e selettiva, terreno di caccia in passato per Davies. Vedremo... 

lunedì 7 marzo 2016

Anima in affitto

Oramai ne hanno parlato talmente tanto che non potevo esimermi dal non facile commento sulla questione "utero in affitto" sollevata alle cronache da Vendola & Co, Vorrei fare una premessa parafrasando Quasimodo: "Ognuno sta solo sul cuor della terra..." aggiungendo "ognuno sta solo davanti alla sua coscienza". Detto questo per sottolineare che, anche se la scienza ci apre nuovi confini, a mio avviso esiste sempre un limite dove bisogna necessariamente fermarsi e riflettere. Donare il sangue è un atto generoso, donare il midollo salva tante vite, effettuare studi sulle cellule staminali porta a nuovi orizzonti in campo medico. Donare un organo (di solito un rene) al fratello o al figlio salva qualche vita. Donare gli organi post mortem (ahimè per il donatore) è un passo della scienza che ha portato a migliorare la vita di tanti esseri umani. Affittare un utero però significa andare un pò oltre a mio modesto avviso. Prendiamo una coppia (rigorosamente etero) dove la donna ha difficoltà a generare un ovulo. Logica vuole, se ve ne sono i presupposti, di poter ricevere un ovulo sano e gestirlo (gestarlo) nel proprio utero con un normalissima gestazione di 9 mesi per poi dare alla luce un figlio "fatto" all'interno della donna, anche se il patrimonio genetico non è della madre. Ogni altro caso che superi tale condizione io la considero un'aberrazione genetica. E' perfettamente inutile urlare ai quattro venti che l'utero in affitto è un atto d'amore, perchè non lo è. Non a caso alla "gestante" viene riconosciuto un lauto quid economico, come lo è stato per il caso di Vendola dove sono stati spesi 140 mila euro (circa) per tutta l'operazione. Quale atto d'amore è mettere al mondo un ibrido? Per soldi poi. Quale sarebbe la differenza di una regolare adozione? Ci sono bambini già nati, bisognosi di una famiglia perchè crearli ex novo con una procedura di dubbia moralità? Come vedete non ho neanche preso in considerazione l'omosessualità perchè non mi riguarda e se mai mi riguardasse non prenderei mai un figlio in adozione. Ma questo è un mio pensiero. Volendo concludere, sempre parafrasando Quasimodo: "...trafitto da un raggio di sole. Ed è subito sera." 

martedì 15 dicembre 2015

La gelosia, problematica o risorsa?

Una delle tante problematiche che affligge storicamente le coppie è la gelosia, vero carburante per dispute che nei secoli ha mietuto non poche vittime, arrivando addirittura a scatenare guerre come quella di Troia. Ma senza voler scomodare gli antichi tomi vorrei porre in voi un quesito: ma la gelosia realmente cosa è? Wikipedia la descrive così: La gelosia è un sentimento umano. Assume nel tempo il significato del timore di perdere o non ottenere un bene o un affetto o qualcosa che entri in possesso di qualcun altro.
Nasce allora da un possesso? Si insinua nell'insicurezza di perdere una persona? Partiamo dalla scelta del partner che sia marito, moglie o amante. Nella maggior parte dei casi l'inizio di un rapporto nasce con una scelta spesso frutto di un mix di gradevolezza della persona sia dal lato estetico sia da un lato interiore. La scelta però non prevede di apporre una bandierina tipo Risiko dichiarando il possesso del territorio. La persona sarà sempre comunque un patrimonio dell'umanità e starà solo a lui o a lei dichiararsi inviolabile. Però la gelosia va oltre perchè è da quel punto che inizia il balletto tra il possesso (bandierina) ed essere realmente gelosi per la scelta fatta. Un bell'uomo come una bella donna saranno sempre oggetto di attenzioni perchè è nella natura umana avere delle preferenze verso il "bello", che può essere sia estetico ma anche nel suo complessivo. Allora cos'è che fa scattare la molla della gelosia morbosa? Una scarsa autostima nel non saper gestire un rapporto fino in fondo? La paura di perdere? L'esempio più fulgido, e forse il più vero, è la gelosia che proviamo verso i propri figli che sappiamo, sin dall'inizio, che prima o poi ci verranno "tolti" da una terza persona senza che noi possiamo fare niente. Secondo il mio modesto parere la gelosia dovrebbe essere quell'ingrediente in più che da sapore ad un rapporto che comunque alla fine si deve basare sulla fiducia, anche se poi spesso viene disattesa. L'illudersi di "possedere" rischia di diventare un ossessione che poi travalica in una morbosità che minerà il rapporto definitivamente. Ma allora chi non è geloso non ama? L'amore non lo puoi quantificare come 3 etti di prosciutto dal macellaio ne tanto meno paragonarlo al punto di cottura della pasta. E' sicuramente una questione caratteriale e paradossalmente è riferita più alla sfera personale che a quella della coppia. Ci sono poi diversi gradi di gelosia legati sopratutto all'età. Da giovani la gelosia è più marcata perchè sono le prime volte che interagiamo con una persona e ancora non sappiamo cosa ci aspetterà. Col passare degli anni la gelosia "dovrebbe" trasformarsi in quel pizzicore che da al rapporto quella marcia in più. Un bell'uomo, una bella donna ancora piacenti dovrebbero fare la felicità dei propri partner e non crearne un affare di stato. Ma allora secondo voi la gelosia è più una problematica o una risorsa? 

venerdì 11 dicembre 2015

50....

....e poi ti fermi ad ammirare il panorama. Ti siedi, ti volti verso il basso e vedi la lunga scalinata che ti ha portato fin qui. Vedi la vallata sempre verde, il via vai delle persone e il paesaggio sempre bello e colorato. Ti siedi, apri la borraccia e bevi. Non ingurgiti l'acqua come i primi scalini ma ne assapori il gusto e lo fondi con l'aria che lentamente inspiri. Osservi il fiore davanti a te, lo vedi muoversi lambito da una lieve fresca brezza tipica di queste altitudini e ascolti il suono del tuo respiro. Il tuo corpo ti manda i messaggi tipici di una scalata, dolore alle ginocchia, fiato un pò grosso, lieve dolore ai lombi ma è ancora, per fortuna, tutto sotto controllo. Altri amici si sono fermati prima, ma non è una gara perchè porti con te il loro ricordo, la loro bandiera, da apporre alla vetta o semplicemente passandola ad altri. Durante la salita hai trovato un bastone che non pensavi di utilizzare all'inizio ma che in fondo ti rende l'arrampicata più facile e gradevole anche perchè il sentiero è un pò più irto rispetto ai dolci pendii iniziali, ma questo non ti impedisce di guardare sempre verso la vetta anzi, sicuramente ti aiuterà ancora nei passaggi più difficili. Con te nel sentiero ci sono altri scalatori alcuni più giovani che fanno avanti e indietro, altri che stanno salendo insieme a te. Con alcuni hai intrapreso il viaggio insieme, altri li hai trovati cammin facendo e sicuramente altri gli incontrerai più in su. In fondo a volte anche una mano tesa su una roccia difficile può aiutarti a salire senza scivolare. Adesso un ragazzino qualche metro più in in alto mi stà dicendo che da quella terrazza naturale il paesaggio è ancora più bello ed è giunta l'ora di ripartire. Chiudi la borraccia, ti stiri i muscoli, dai un occhiata giù in basso e ricominci il cammino verso la vetta, anche perchè dall'entusiasmo del ragazzo il panorama deve essere veramente bello... 

lunedì 9 novembre 2015

Biscotti italo-spagnoli

Chi crede che il risultato di ieri possa essere una questione di "mafia" spagnola si sbaglia di grosso. Già nel 1990 Capirossi vinse contro Spaan aiutato dai suoi stessi connazionali ma sembra che i nuovi tifosi abbiano la memoria corta (come lo stesso Capirossi in telecronaca ieri).
Tre anni fa quando Casey Stoner annunciò il suo ritiro disse delle cose molto interessanti e vere che solo in pochi (i veri appassionati e i veri giornalisti) capirono. Denunciò pubblicamente Don Carmelo Ezpeleta di un comportamento clientelare sempre verso la solita parte ovvero quella che gli portava più danari di tutti (affermazioni dette anche quest'anno). Con l'addio dell'australiano però nessuno ha mai pensato che sarebbe andato via l'unico pilota non spagnolo che potesse arginare lo strapotere della scuola iberica (se ieri c'era Casey la musica sarebbe stata diversa). Scuola avallata dallo stesso Valentino Rossi dove ha pensato bene di inserire il suo Team VR46 a correre il campionato spagnolo (con suo fratello e altri italiani) che è poi diventato il nuovo campionato europeo. Quindi di cosa stiamo parlando? Certo per un tifoso questi particolari non contano, ma per chi segue il motociclismo con più attenzione sa benissimo che le cose stanno così. Se Marquez ieri ha fatto il gioco sporco, lo ha fatto imparando dal suo stesso maestro che in 20 anni di carriera ha creato questo tipo di motociclismo, fatto di gag, battute, volemosi bene, tagliando-le-chicane-tanto-non-mi-puniscono, perchè questa è la realtà. Rossi il suo mondiale lo ha perso il Giovedì prima della gara di Sepang quando ha fatto quello che ha sempre fatto in carriera, ovvero demolire l'avversario sul piano psicologico. Peccato che il suo avversario avesse il suo poster in camera e avesse visto tutte le gare di Rossi (Laguna Seca docet). Il passaggio di Rossi alla Yamaha dopo i due anni bui in Ducati è stato avallato dalla stessa Dorna che ha visto calare l'interesse (soldi) per la MotoGp viste le prestazioni della sua gallina dalle uova d'oro. Due anni di ingaggio pagato "a mezzo" fanno comunque riflettere e alla lunga possono anche dare fastidio. Quando Rossi nel fuori onda di ieri dice a Ezpeleta "te l'avevo detto" tale affermazione racchiude tutto il significato di quanti hanno tentato di far emergere in questi ultimi anni in primis Stoner. Quindi chi ha fatto il primo biscotto e quando?

domenica 8 novembre 2015

Ha vinto Lorenzo, ha perso il motociclismo.#motogpvalencia2015

Chi semina vento raccoglie tempesta. Questo è quello che si merita la DORNA per aver seminato vento, e per aver dato la possibilità a tutti di poter essere giudici. Dopo Sepang tutti sono diventati intenditori di motociclismo, assetti e tempi sul giro, quando bastava applicare il regolamento, come lo fu per Simoncelli nel 2011. A quel punto Rossi e Lorenzo si sarebbero trovati a battagliare uno contro l'altro com'è regolare nello spirito di questo sport. Non solo. Dorna, con la squalifica o drive through di Rossi, avrebbe messo a tacere anche Marquez invece di bollarlo per condotta scorretta anche da parte di Mike Webb, uno dei direttori di gara. L'epilogo? Semplice. Marc si è trovato davanti Lorenzo per tutta la gara ma ha pensato bene di essere duro con lui come lo ha fatto con Rossi a Sepang. Lo ha controllato e non ha gettato il cuore oltre l'ostacolo, in fondo a cosa gli sarebbe valso? Se tutti fossero stati zitti e avessero applicato il regolamento oggi se le sarebbero date di santa ragione come sempre lo è stato. Alla fine Lorenzo ha fatto quello che doveva fare e ha vinto il suo quinto titolo mondiale. Sector e Gas lasceranno il circus non per i piloti che rappresentano ma per la gestione approssimativa delle corse, improntata oggi più che mai sul puro marketing che al momento ha la faccia di Valentino Rossi. Sicuramente questo mondiale rappresenta un pò la netta frattura verso il passato, frattura che già 3 anni fa Casey Stoner aveva denunciato preferendo ritirarsi che proseguire con questa banda di dilettanti. Le corse e i piloti sono altro, sopratutto i motociclisti, e i suoi appassionati. Adesso i tifosi si ritireranno pensando di essere stati sconfitti, ma qui l'unico sconfitto è lo sport. Forse con questa lezione si apriranno nuovi scenari futuri e una gestione più corretta delle corse tipo SBK, altrimenti possiamo cantare un requiem anche al motociclismo come lo è stato già per altri sport.
Di motociclismo possiamo parlare se guardiamo la Moto3 con un fresco e bravo campione del mondo, Danny Kent che ha riportato il Inghilterra il titolo dopo Barry Sheen e scusate se è poco. Kent ha battuto tutti anche un bravissimo Miguel Oliveira che nelle ultime gare ha fatto incetta di vittorie. Un bel finale Honda contro KTM giocato ad armi pari.
Brutto come sempre il monomarca HondaMoto2 non per la bravura dei piloti ma per la stupidità di voler utilizzare un unico propulsore, anche qui frutto di una scelta precisa di marketing e non di sport.
Finito il campionato adesso si vedranno gli strascichi di tutto ciò anche in previsione di cosa farà Yamaha, perchè non è detto che Lorenzo possa rimanere anche se sotto contratto. 
Un grazie a tutti voi che mi avete sempre seguito con i vostri LIKE e i vostri commenti, alcuni anche molto competenti altri sempre molto tifosi ma comunque nelle righe. In fondo stiamo parlando di moto e non di palloni.  

domenica 25 ottobre 2015

Calcio di rigore, #motogpmalesia2015

Ho iniziato questo post una decina di volte ma non sono mai riuscito ad avere un buono spunto per partire. Valentino Rossi è stato un grande campione...punto. Altri lo sono stati meno. Punto. Quindi? Io che seguo il motociclismo da 30 anni ho visto diversi campioni, anche se poco pubblicizzati, ma nessuno ha avuto la furbizia di Rossi che alla fine ha fatto come Vodafone dove tutto è girato intorno a lui. Oggi però Rossi ha dato un calcio ad un avversario ed anche a se stesso, com'è stato per il periodo Ducati dove in molti hanno capito che il mezzo secondo nel polso e "guido sopra i problemi" era solo un'ottima manovra di marketing. Oggi Marquez ha messo in pratica esattamente la tattica che il suo idolo ha fatto tante, tantissime volte, stuzzicando gli avversari fino a sfinirli, ma nessuno si è mai ribellato con un tale gesto di stizza così plateale. La rissa è iniziata Giovedi con una dichiarazione fatta da lui stesso contro la condotta di Marquez in Australia, tacciandolo di favoritismi a favore di Lorenzo. Il resto è stata storia recente culminata con il brutto gesto che ha poi eliminato Marquez dalla gara. In Argentina Rossi era stato bravo e Marquez un pollo. Ad Assen la direzione gara ha lasciato correre un taglio che per regolamento andava sanzionato. Eppure, dopo un gesto che ad un altro sarebbe costato la bandiera nera, a Rossi gli è stata inflitta una penalità sulla sua patente sportiva, che solo grazie ad il punto già preso a Misano, la gara prossima partirà in ultima fila, relegando il gesto ad un semplice incidente di gara. Di sorpassi maschi ci ne sono stati come anche di duelli epici, Raney con Shwantz, Bayliss con Edwars, Fogarty con Haga, Biaggi con Doohan, ma nessuno si è mai permesso di tirare un calcio all'avversario. Lo ha fatto Stoner ai danni di De Punet in prova a Le Mans (e il francese si addosso anche sportivamente la colpa) e tutti i soloni dell'epoca si scagliarono contro il Canguro Mannaro. Sempre lo stesso Stoner ha dato l'addio alle corse denunciando una gestione troppo faziosa del burattinaio Ezpeleta e questi di oggi ne sono i risultasti. Avevo scommesso che questo anno avrebbe portato a Rossi il suo ottavo titolo mondiale della classe regina, e se lo sarebbe perfino meritato per gli ultimi due anni fatti con intelligenza e classe. Ma l'applauso del suo amico intimo Uccio ai box, dopo la caduta di Marquez, mi ha fatto capire che signori si nasce e non si diventa e che la sportività è oramai un miraggio riservato solo agli appassionati di uno sport che è destinato a scomparire. Già le prime avvisaglie di minacce (anche di morte) a Simoncelli (quando atterrò Pedrosa) e quelle su Iannone e Marquez recentemente dovevano farci capire che il circo è cambiato, e oggi ne abbiamo finalmente le prove. Anni fa gli appassionati avrebbero fischiato i piloti per gesto così (gli australiani fischiarono Doohan dopo la bandiera nera a Biaggi). Oggi i social network ci insegnano che il motociclismo è diventato un terreno per i faziosi che però portano i soldi nelle tasche degli organizzatori. 
La gara? Ha vinto un grande Pedrosa che ha regolato un Lorenzo attento e guardingo. Il resto come sempre dietro e un bravo a Petrucci sesto. A Valencia Rossi partirà ultimo ma arriverà al peggio quarto vista la concorrenza. Lorenzo dovrà invece vincere altrimenti dovrà dare un calcio a questo mondiale. Calcio che qualcuno ha già dato, ma non solo al mondiale.

lunedì 19 ottobre 2015

Down Under, #motogpaustralia #sbkqatar 2015

Bella giornata di motociclismo ieri, degna di essere rimasti a casa in piedi, sdraiati o supini sul divano. Visto il mondiale SBK già assegnato partiamo con la gara della MotoGp una delle più belle degli ultimi anni per intensità e grinta. Menzione d'onore a Andrea Iannone che ha occupato il terzo gradino del podio ma virtualmente vincitore di una gara combattuta accanto a Marquez, Lorenzo e Rossi. Suo il sorpasso più bello della gara e forse del mondiale ai danni di Marquez e di Rossi, sorpasso degno di essere citato anche negli anni a venire, pensando anche che ad inizio gara il buon Andrea si sera preso anche una "gabbianata" nello stesso punto del sorpasso. A Marquez invece, oltre al primo posto, va anche la Palma d'Oro per non essersi ricordato che l'ultimo giro non era delle qualifiche ma della gara, stampando il record proprio sotto la bandiera a scacchi dopo aver recuperato a Lorenzo 7 decimi in un giro. Dal canto suo Lorenzo ha fatto una gara intelligente e solo il piccolo diavolo gli ha rovinato la festa e 5 punti che fino a due curve dalla fine erano già in tasca. Rossi invece ha fatto una gara alla Rossi con la consapevolezza che i mondiali si vincono anche accontentandosi, guardando gli altri davanti nell'intento di prendersi a carenate e sfruttando ogni loro singolo errore. All'appello è mancato Pedrosa quinto ma a distanza altrimenti poteva davvero essere una gara stile Moto3. Adesso i punti di divario tra Rossi e Lorenzo sono 11 e la Malesia sarà un bel crocevia per capire se il mondiale si giocherà all'ultima curva di Valencia. 
In Moto3 è ancora una volta successo di tutto dove l'unico vincitore possibile doveva essere Olivera (e cosi è stato) mentre a Kent sarebbe bastato controllare la situazione a distanza. Distanza che si è ridotta ai minimi termini quando Antonelli ha preso la ruota posteriore dell'inglese facendolo decollare e con lui altri 2 piloti tra cui il nostro Bastianini che matematicamente saluta i sogni mondiali. 
Nella notte Qatariana invece, in presenza dei nipoti di Bin Laden, si sono svolte 2 bellissime manches della Superbike con due vincitori a sorpresa dopo dei bellissimi corpo a corpo. In Gara1 trionfa Torres alla sua prima vittoria iridata dopo una gara intelligente avendo regolato niente meno che il fresco campione del mondo Rea alla ricerca del record di punti. Terzo un Sykes veloce ma calante sul finale. Nella seconda manche Haslam regola uno spettacolare Davies all'ultima curva dopo che il pilota Ducati ci ha emozionato per tutta la gara con delle staccate da cardiopalma sopperendo alla scarsa velocità nel rettilineo della sua moto. Terzo ancora una volta Sykes, mentre Rea si è dovuto ritirare per un guasto alla sua velocissima verdona. All'appello è mancato Biaggi per infortunio ma vedendo la prestazione dell'Aprilia forse lo spirito aleggiava...
Brevi considerazioni sulla telecronaca, sempre più pietosa quella di Sky, mentre quella di Italia 1 ai limiti del patetico con le solite domande sulla pseudo scorrettezza del sorpasso in Gara1 di Rea ai danni di Sykes. I piloti sono piloti "peggio" se sono inglesi più abituati ai fatti che non alle parole...

venerdì 16 ottobre 2015

BMW R1200 RT Usata, prova su strada.

E' consuetudine da parte delle riviste specializzate provare una nuova moto e recensirla svelandone i pregi e i difetti da dare poi in pasto al consumatore. Ma c'è anche un altro mercato, forse più vasto che del nuovo, che è quello dell'usato e l'unico riferimento per l'acquisto di una "vecchia" moto sono le prove di qualche anno fa. Ma allora perchè non recensirne una usata adesso? Recentemente un amico mi ha affidato un BMW R 1200 RT del 2006 chiedendomi pareri sul mezzo da lui comprato e capirne se il tempo potesse averne alterato in maniera sostanziale le caratteristiche tecniche. Il mezzo in questione ha avuto solo un proprietario e la distanza percorsa sono 26.000 km che abbiamo cercato di certificare informandosi presso la rete dei concessionari BMW. Come ogni moto con qualche anno i vari graffi e graffietti sono all'ordine del giorno considerato anche che il mezzo è stato usato molto in città e tangenziali varie. Contrariamente al suo aspetto "fisico" l'RT risulta una moto-scooter in quanto sin dal primo momento che ti siedi sopra risulta confortevole e poco grande a dispetto di un avantreno ricco di carenatura. La moto della prova aveva al posteriore un Metzler Roadtech del 2010 leggermente appiattito sul centrale, mentre all'anteriore un Pirelli Diablo del 2015 sostituito da poco. All'avvio il boxer parte subito bene senza troppi "scampanellii" e rumoretti vari sinonimo di una buona manutenzione (anche se il gioco delle valvole sarà da verificare) e sin dai primi metri abbiamo veramente la sensazione che l'RT è la moto che non ti aspetti, molto maneggevole anche tra il traffico cittadino. Spingendosi sul misto verso Fiesole, pur non avendo portato in temperatura le gomme, la moto risponde subito bene ai cambi di direzione con qualche inerzia all'avantreno dovuta forse a una sospensione anteriore da regolare. Anche il posteriore in fase di compressione e rilascio ha fatto venire un pò fuori gli anni sopratutto se utilizzato per ammortizzare le buche della città. Comunque una moto molto coerente e precisa nell'inserimento anche se il lieve appiattimento della gomma posteriore si fa sentire quando si scende in piega. Abituato ai suoni marcati delle moto da corsa la rumosità dello scarico del BMW risulta quasi assente tanto da sembrare una moto elettrica e solo dai 4000 giri in su si ode il tipico rombo del bicilindrico. In frenata prima della curva la sospensione anteriore non ci da troppa confidenza laddove ci piacerebbe essere più frenati di idraulica in compressione. Dei buchi in apertura gas mi fanno capire che forse la moto non ha fatto i richiami previsti dalla casa madre per l'aggiornamento del software. Mi fermo dopo 5 km di curve e controllo la temperatura delle gomme e vedo che l'anteriore ha lavorato bene mentre il posteriore (nonostante la trazione) ha fatto più fatica ad entrare in temperatura. Stranamente non sono riuscito a ripulire fino alla spalla la gomma e questo mi ha fatto nutrire qualche dubbio sulla scelta del 180/55 al posto di un 170/60 a mio avviso più confortevole e meglio calzante sul cerchio da 5.5 pollici, peraltro non previsto sul libretto. Comunque nonostante i 10 anni la moto è molto gioviale e pensando anche al prezzo, prima di comprare uno scooterone, un pensierino ce lo farei volentieri sopratutto se al diporto cittadino ci unisco le gite fuoriporta e qualche viaggio. Come sempre belle e sontuose le borse dedicate che ricalcano il profilo della moto anche se a mio avviso potevano farle come quelle del GS 1200R che si allargano e si stringono, perchè comunque nel traffico si rischia di rimanere agganciati a qualche paraurti. Bello anche il bauletto tipico BMW style un pò troppo grande rispetto alla capacità, con il risultato di "ingoffire" un pò la moto. Un ultima considerazione sul cruscotto che prevede l'alloggiamento di due casse per la radio (opzionale). Magari nel vano degli altoparlanti sarebbe stato possibile ricavare due tasche per riporre un cellulare o i documenti. Non mi hanno fatto impazzire gli specchi retrovisori ben incastonati nella carena ma un pò di difficile lettura. Comunque con un buon tagliando, cambiando anche i liquidi dei freni, la moto non ha niente a che invidiare alle moto "moderne" e pensando anche al prezzo del nuovo sicuramente un buon affare e duraturo nel tempo. 

lunedì 12 ottobre 2015

Dalle stelle alle stalle, #motogpmotegi2015

Nove giri dal termine. Lorenzo con tre secondi di vantaggio controllava Rossi a 3 secondi inseguito da un arrembante Pedrosa in forte rimonta. Sorpassato l'italiano, se la gara finiva così, Lorenzo nel campionato si sarebbe portato a -5 da Rossi. Otto giri dal termine. La rimonta di Pedrosa non era un fuoco di paglia ma bensì una cavalcata verso la testa della corsa, complice un calo di gomme di Lorenzo. Sette giri dal termine. Pedrosa agguanta Jorge e lo lascia in balia di Rossi che si era accodato alla Honda dello spagnolo trovando fiducia nelle sue traiettorie. Il resto è storia con il bravo pilota Honda che lascia la compagnia e va a tagliare il traguardo con 8 secondi di vantaggio (dopo averne presi lui stesso 8 a inizio gara!) su Rossi e su Lorenzo capitolato in pochi giri a -18 in classifica dall'italiano. Le gare sono anche queste, evitando di parlare di fenomeni o di piloti ultrasensibili sull'acqua. Nelle 3 gare in condizioni "miste" abbiamo avuto 3 vincitori diversi, segno che la pista bagnata o umida rendono il risultato incerto fino alla fine. Le congiunzioni astrali parlano da sole: questo sarà l'anno del decimo titolo di Rossi perchè sembra che sia scritto nelle stelle (e anche in regolamenti male interpretati, vedi Assen). Comunque questo Valentino è il migliore di sempre (come lo è stato anche l'anno scorso) visto anche il livello degli avversari, cosa che in passato si limitavano a un nome o forse due. 75 sono ancora i punti in palio, forse pochi o forse tanti. Lorenzo dovrà vincere, e in condizioni d'asciutto non ce n'è per nessuno, ma gli altri due piloti Honda dovranno mettersi nel mezzo, peggio se invece gli finiranno davanti. Jorge potrebbe sperare anche in Ducati ma ancora si fanno molti discorsi e pochi fatti. 
Chi invece ha chiuso la stagione con la Marsigliese in cuffia è stato Zarko che con il ritiro di Rabat per infortunio ha vinto "a tavolino" il suo primo titolo mondiale. Ma essendo in una stagione stratosferica si è preso anche la gara con una condotta magistrale da vero campione. Bravo!!!
In Moto3 l'unica stella che ha brillato nella pioggia giapponese è stato il nostro bravo Antonelli che a testa bassa si è portato a casa una vittoria difficile e matura che da segni di speranza per il futuro. I due contendenti al titolo, dopo gli svarioni di Aragon si sono controllati a vicenda senza fare troppi danni anzi, Kent ieri ha rosicchiato un altro punto sul nostro Bastianini portando il gap a +56. 
Prossimo round a casa di Stoner con la speranza di una gara full dry o full wet perchè comunque alla fine, a noi motociclisti, ci piace la prestazione assoluta sia del mezzo meccanico sia del pilota.