giovedì 28 marzo 2019

Si chiama destino

Recentemente è venuto a mancare un giovane ragazzo di 14 anni deceduto per un incidente in pista con la sua moto da corsa. Come ogni volta l'orda barbarica dell'opinione pubblica si scaglia sul senso delle corse, delle gare, e di tutto ciò che ruota intorno al motorsport. L'equazione motori e rischio sembra sia un demone che aleggia ogni qualvolta succede qualcosa eppure i decessi in ambito sportivo sono molteplici anche senza un motore "tra le gambe". Uno dei più grandi piloti di tutti i tempi giace su di un letto da svariati anni per un banalissimo incidente a sciare, altra disciplina "pericolosa" in fatto di incidenti. Volendo possiamo puntare il dito sulle Road Racers come ad esempio il TT o la North West fino ad arrivare alla "macelleria" di Macao, tutte pratiche a rischio elevato ma che la gente, i piloti, ogni anno non esitano a frequentare pur sapendo di andare incontro all'ignoto. "Ma loro sono grandi, un ragazzo di 14 anni no". Un ragazzo da 14 anni può andare in moto alla stessa stregua di uno che può sciare, giocare a calcio, fare equitazione ne più e ne meno. Ogni sport comporta un rischio come un rischio lo corrono tutti i giorni i ragazzi che vanno in motorino a scuola nelle nostre caotiche città. Eppure fanno più morti le strade che le piste ma ogni qual volta che succede subito siamo pronti a puntare il dito dimenticandosi dell'unica variabile che non possiamo controllare: il destino. Negli anni 80 conoscevo un ragazzo di nome Massimo che sfrecciava in lungo e in largo per le vie di Firenze a velocità "smodate". E' morto in un circuito a Varano de Melegari per un banale incidente come quello che ha coinvolto il piccolo Marcos Garrido. Oggi correre in moto è molto più sicuro di tanti anni fa ma non esiste nessuna protezione contro il fato e contro il destino. Marco Simoncelli in una delle sue ultime interviste ha detto che la sua vita non poteva essere diversa dal guidare una moto da corsa, 1000 volte meglio che di stare dietro una scrivania come un impiegato qualunque. Marco è volato via inseguendo i suoi sogni e non a causa di un ago in vena, perchè anche quelle sono le realtà. Quando da lassù parte la "cartolina" è difficile non riceverla. Evitiamo quindi condanne e diti puntati e prendiamo esempio da quei genitori che "vanno avanti" e impariamo da loro ad apprezzare quello che "abbiamo", imparando da quel dolore che mai sarà cancellato ma che più saggi, forse, ci farà diventare... 

lunedì 18 marzo 2019

Quale futuro per la Superbike?

Vi è piaciuta la "nuova" SBK 18 moto in griglia, e una mini gara tra Gara 1 e Gara 2? Intanto chi pensava di aver "azzoppato" il Cannibale Rea se ne ritrova un altro, forse anche peggio visto che nemmeno il nord irlandese è riuscito a contenerlo. 6 gare 6 vittorie e per un certo verso abbastanza noiose se escludiamo Gara 1 in Thailandia. Chi sta uccidendo il mondiale quest'anno? Ducati ha senza dubbio partorito un missile terra aria ma Bautista ci ha messo del suo confrontando il risultati delle altre V4, ma Rea che arriva così lontano non è solo frutto della differenza tra piloti. Ma queste sono le corse direte voi. Intanto mentre una griglia strabuzza di piloti, il BSB inglese, un'altra si svuota tanto da arrivare a 18 partenti, un pò troppo poco per un mondiale con una gran voglia di rilancio. Il pubblico SBK non è quello della MotoGp e lo è sempre stato e poco digerisce i grandi stravolgimenti che si sono succeduti. Sicuramente i giornali contribuiscono in maniera negativa, visto che dovrebbero essere i deputati a veicolare una giusta informazione verso che di moto ne capisce meno, come un pò si assiste oggi in MotoGp. Autodromi pieni di tifosi e pochi appassionati, ma che però fanno tanto merchandising e spalti gremiti. Infatti è solo la MotoGp a "tirare" perchè delle classi minori importa poco basti vedere gli ascolti durante una domenica di gara dove solo la MotoGp registra dati importanti. Certo una collocazione interessante potrebbe essere l'SBK al posto della Moto2 ma così avremmo troppi galli in un pollaio e forse spazi risicati nei paddok. Ingaggiare grossi nomi? Meglio di Rea che ha vinto più di tutti non ne potevamo avere ma è stato detto che è "poco personaggio" quindi? Una risposta proviene dalle tribune affollate della Thailandia quindi la logica conseguenza all'apertura dei circuiti asiatici spostando l'indotto in oriente. Vedremo la prossima tappa ad Aragon con (speriamo) la limitazione di qualche cavallo in meno per Ducati sperando in un duello più ravvicinato nelle curve e nelle staccate rispetto ad accelerazioni varie o velocità supersoniche che fanno poco SBK. Chissà, nel frattempo tanto di cappello a Ducati e Bautista e a Johnny Rea che ancora una volta ha dimostrato di essere un vero combattente! 

domenica 10 marzo 2019

Tutto cambia, niente cambia #MotoGp #gpqatar2019

Marquez e Dovizioso oppure Dovizioso e Marquez, a voi la scelta. Alla fine, anche se era la prima gara farcita di diverse incognite, sono stati i protagonisti degli ultimi 2 anni a darsi ancora una volta battaglia. Una bella battaglia sempre con il solito copione: Marquez il gatto, Dovizioso calcolatore. Che sia questa ancora una volta la trama del 2019 non lo sapremo ma intanto Dovi 1 - Marquez 0. E' vero che per avere un quadro completo bisognerà aspettare il Gp del Mugello o forse la prossima gara, perchè di variabili ne abbiamo viste parecchie ad iniziare da Suzuki, penalizzata dal lungo rettilineo ma un fulmine nelle curve. Bravi entrambi i piloti con un Rins battagliero e un Mir studioso cosi come sono felice per Cecchinello che ha visto Crutchlow arrivare al podio. Ancora da decifrare le Yamaha quinta con Rossi e settima con Vinales, dietro ad un troppo "chiaccherone" Petrucci. All'appello è mancato Lorenzo mai così tanto a terra nel senso letterale del termine. Tre cadute per lui nel fine settimana lo hanno sfiancato fino a relegarlo al 17esimo posto.
Una considerazione però va fatta: la gara è stata bella solo per 2, 3 giri visto che per tutto il tempo si è girato un secondo più piano per paura dell'usura delle gomme. Tutto questo fa parte del nuovo show business? Molti più sorpassi è vero, ma si vedeva lontano un chilometro che il ritmo non era quello, ed i tanti sorpassi stile Moto2 ne sono la prova. I reali valori in campo si vedranno alla prima gara "normale"senza l'incubo di una pista scivolosa o della troppa usura DEI (no degli!) pneumatici.
In Moto2 il debutto del nuovo propulsore Triumph ha sancito un notevole abbassamento dei tempi mantenendo sempre il medesimo appeal. Bene Baldassarri che vince e convince in una gara d'attacco difendendosi sul finale da un certo Luthi sempre molto incisivo nella sua azione. Terzo sul podio Shrotter. Bene i nostri rookies con Bastianini nono e il Diggia subito dietro.
Moto3 spettacolare come sempre che ci ha regalato una bella carrellata di sorpassi dei soliti noti ma con un nuovo vincitore, il giapponese Toba che sinceramente mi è sembrato molto concreto che ha battuto in volta un ottimo Dalla Porta davanti a Canet. Ottimo il ritorno di Fenati che ha fatto un pò il bello e il cattivo tempo ma ci fa piacere vederlo di nuovo in pista combattente come sempre.
Vorrei fare un plauso a Mattia Pasini e perchè no al suo compagno di viaggio Triolo al momento abbastanza neutri nel commento a tratti anche divertente. Prossimo round Argentina, magari davanti ad un bel manzo della pampa.     

lunedì 4 febbraio 2019

Faccia a faccia

Vi è mai capitato di pensare di incontrare il voi bambino? Una sorta di faccia a faccia con il voi delle elementari, quel periodo di prima formazione dove fatti più o meno traumatici si mescolano ad esperienze di vita tipiche dei bambini. Ho utilizzato la parola fatti "traumatici" perchè spesso non abbiamo idea di cosa accade nelle scuole o nelle interazioni esterne, magari fatti banali agli occhi degli adulti, ma importanti per i bambini che li subiscono. Ma senza dover scavare nei traumi cosa direste o suggerireste al voi bambino per essere un domani un uomo o donna migliore, o vi piacete così come siete?
Eppure noi adulti siamo frutto di quelle esperienze primordiali che all'epoca sembravano solo situazioni ludiche ma che in realtà erano i primi mattoni della nostra personalità che poi ci avrebbe segnato la strada di quello che siamo oggi. Leggendo la biografia di grandi personaggi della storia troviamo sempre delle strade segnate dal destino che, a mio avviso, recita sempre la parte fondamentale, eppure per tanti non sembra che sia stato il destino ma semplicemente una scelta "umana". Ma allora è destino anche quello? Noi siamo veramente il frutto di quello che abbiamo seminato? Io non ho grossi ricordi delle elementari, ricordo vagamente qualche episodio, qualche volto, qualche scena di famiglia. Ricordo sicuramente un grande benessere e una grande gioia perchè ho avuto la fortuna di avere una famiglia "completa". Forse uno dei traumi più grossi è stata la nascita di mio fratello più che altro dovuta al fatto che mia mamma soffriva... Ma cosa potrei suggerire al me stesso bambino? Col senno di poi forse avrei cambiato il mio presente, forse avrei fatto scelte diverse, ma alla fine la mia odierna vita non è poi così male, certo se poi ci ripenso... Ma non posso saperlo e non voglio neanche suggerirlo ai miei figli perchè alla fine siamo frutto delle nostre scelte. E voi cosa suggerireste al vostro voi bambino?

lunedì 10 dicembre 2018

Un paese confuso a suon di trap (parte prima)

Ho aspettato a scrivere un post sull'immane tragedia di Ancona dove ho letto e sentito di tutto tranne il focalizzarsi su una cosa sola: la morte di 5 ragazzi e di un adulto (con la speranza che la lista si chiuda qui). Ma la domanda ancora più grave è: PERCHE'? Perchè sono arrivati a stivare 1500 persone in un luogo che ne può contenere 800? Questa dovrà essere la linea per le VERE indagini affinchè non si ripeta in futuro. Uno spry urticante spruzzato per uno scopo futile non può essere motivo di una tale tragedia. Un incendio forse si ma non questo. Questo dovrebbero chiedere a gran voce gli italiani, un controllo su questo tipo di manifestazioni legate ai locali dove esse avvengono. Punto. Cosa centra tirare in ballo l'artista (parola molto grossa), la sua produzione musicale (altra grossa parola) o l'età o i gusti dei figli. Sono morti 5 ragazzi (e un adulto) per responsabilità che vanno oltre tutto ciò. I morti di Torino avrebbero dovuto già insegnarci qualcosa eppure in quell'occasione non c'era un artista "posseduto da demonio". Quindi limitiamoci all'analisi dei fatti su quanto è accaduto evitando una caccia alle streghe di medioevale memoria.
Su tutto il resto potrei anche esprimermi ma non è questo il post perchè sui fatti di Ancona dobbiamo solo chiedere a gran voce giustizia perchè non si può morire così in un luogo pubblico dove tutti prima o poi possiamo andare (e non per vedere un artista ma anche solo per ballare).

mercoledì 14 novembre 2018

The Amazing Stan Lee

Sembra ieri che mi arrampicavo sui muri del bagno con 4 ventose per poi cadere miseramente a terra sotto gli occhi disperati di mia zia, oppure sperare che un ragno radioattivo mi mordesse per darmi dei super poteri. Sono cresciuto con i super eroi e forse da loro ho imparato "che da grandi poteri derivano grandi responsabilità". Nonostante tutto oggi, ad oltre 50 anni, posseggo sempre le magliette di SpiderMan, Capitan America, The Punisher e così via... E' anche vero che me lo posso permettere visto il fisico ;-) però il meraviglioso mondo creato da Stan Lee & Co è sempre con me e non mi abbandonerà mai. Oggi siamo a studiare i grandi artisti del passato ma in futuro dovremmo studiare la vita e le opere di chi per oltre 50 anni ha creato un universo di fantasia ricco comunque di contenuti sociali. In fondo anche l'Uomo Ragno era li l'11 Settembre nel 2001 a piangere sul crollo delle Twin Towers perchè i mali del mondo non colpiscono solo la realtà ma anche la fantasia. Infatti i primi super eroi nacquero negli anni 30 (Flash Gordon e Superman) in un momento dove l'imperialismo germanico stava diventando egemone sul senso di democrazia e libertà che proveniva dall'altra parte dell'oceano. Addirittura nel 1941 nacque Captain America come simbolo di propaganda tra i giovani all'indomani dell'inizio del Secondo Conflitto Mondiale. Stan Lee insieme ai disegnatori Jack Kirby e Steve Ditko ripresero negli ani 60 la fucina dei personaggi creandone sempre di nuovi iniziando dai Fantastici 4, Spiderman, Devil, Iron Man e così via. In Italia la casa editrice Editoriale Corno ci vide lungo e affiancò ai prodotti nostrali un pò in "scadenza" Criminal e Satanik eroi più nuovi e positivi provenienti da culture diverse ma che subito fecero breccia negli adolescenti di allora, devastandoli per il resto della loro vita. Quindi grazie ragazzi per le belle fantasie che ci avete solleticato con i vostri personaggi, le vostre storie e i vostri disegni che da 18 anni a questa parte sono diventati dei bellissimi film che niente hanno a che vedere con il classico albo a fumetti ma che apprezzo comunque grazie anche all'ausilio di CGI e attori straordinari uno su tutti Robert Dawney Jr. 

lunedì 5 novembre 2018

Le tigri della Malesia, Sepang #MotoGp 2018

L'appuntamento di Valencia servirà solo da passerella per festeggiare i campioni del mondo (ne rimanevano 2 da assegnare) in quanto il risultato Malese ci ha detto che Jorge Martin (Moto3) e Francesco Bagnaia (Moto2) sono i campioni del mondo delle rispettive classi. Impresa abbastanza facile dell'italiano forte di un cospicuo vantaggio sull'ottimo portoghese Oliveira ma che nulla ha potuto contro la costanza e la classe di Bagnaia. E così mentre un pilota festeggia il suo primo mondiale un altro pilota sempre del solito team festeggia la sua prima vittoria di classe, quel Luca Marini finalmente arrivato lassù dopo un inizio carriera (nel mondiale) un pò al di sotto delle aspettative. Indipendentemente dal più famoso fratello fino a qui Luca ci è piaciuto per il suo atteggiamento con la speranza che non venga "compromesso" in futuro. Bene comunque in quanto l'anno prossimo, vista la migrazione di Pecco in MotoGp, avremo ancora piloti italiani su cui scommettere in Moto2.
Chi invece ha fatto un capolavoro è Jorge Martin che ha piegato la resistenza di un outsider (nessuno se lo aspettava) Bezzecchi che complice la sfortuna, inesperienza e il confronto con un avversario forte, è riuscito a coronare il sogno iridato con un campionato costellato anche da infortuni importanti. La pattuglia tricolore poteva essere più nutrita ma situazioni altalenanti non hanno permesso a Bastianini, DiGiannantonio & C. di essere incisivi fino alla fine. 
In MotoGp chi invece ancora brilla, nonostante il titolo già assegnato, è Marc Marquez che trova da divertirsi anche partendo dalla terza fila (dopo la penalizzazione) stile SBK. I campioni si vedono anche da questo, dalla continua voglia di vincere e di lottare fino in fondo, la stessa voglia dimostrata da Rossi avendo condotto la gara sin dall'inizio per poi cadere sul finale. Purtroppo Rossi ha pagato la voglia di vittoria con un usura eccessiva dei pneumatici, tanto è che è caduto ad una bassa velocità (una curva da prima marcia) perdendo il posteriore oramai giunto alla fine. D'altronde il titolo del suo libro "Pensa se non ci avessi provato" parla chiaro e ieri non poteva che essere così. Onore delle armi comunque al vecchio anche dal rivale Lorenzo che su twitter ha dedicato un bel pensiero al campione italiano. E visto che parliamo di onori non possiamo dimenticare un ottimo Rins secondo e sempre più costante con una Suzuki in netta crescita e uno Zarko ritrovato, segno che comunque Yamaha ieri ha funzionato alla perfezione avendo avuto anche Vinales quarto. "Disonore" invece per Dovizioso che ha perso un pò troppo tempo nelle chiacchere da bar nei confronti del suo compagno di squadra invece che concentrarsi sul risultato in una pista favorevole a Ducati, arrivando sesto davanti ad un ottimo Bautista e a un deludente Petrucci (nono) in odore di passaggio nel Team Ducati.
Sempre più penosa ai limiti del patetico la telecronaca di giornalisti ed ex piloti che altro non sanno più che inventarsi per portare alle stelle o alle stalle piloti e situazioni farcendo di un gossip inutile un mondo dove comunque il risultato è quello scritto sulle classifiche finali.
Prossima tappa lo "stadio" di Valencia con pagelle finali di vincitori e vinti e qualche considerazione personale. Stay Tuned!!!

lunedì 22 ottobre 2018

Marc Spaccatutto e il settimo sigillo, #JapaneseGP

Ha spaccato tutto quello che c'era da spaccare laureandosi per la settima volta campione del mondo, cosa possiamo aggiungere di più? Possiamo aggiungere che senza grandi avversari i campioni non brillerebbero così e da due anni a questa parte un grande avversario è stato Andrea Dovizioso e la sua Ducati. Evitando congetture da bar su chi sia più forte se la moto o il pilota, Andrea è stato l'unico ad insidiare il fenomeno spagnolo che altrimenti avrebbe chiuso il mondiale quasi a metà campionato. Solo nel 2015 Lorenzo è stato in grado di batterlo, nel mondiale che gli stolti chiamano rubato, ma che in realtà ha opposto due grandi campioni diversi sotto tanti aspetti ma concreti nel perseguire l'obiettivo. La gara di ieri ha messo in risalto le doti di un fenomeno, Marquez, contro le doti di un ottimo pilota e gran lavoratore del manubrio, Dovizioso, che al penultimo giro ha peccato di troppa fretta, tipico di chi cade di anteriore. Marquez dirà che aveva qualcosa ancora nel taschino fatto sta che ha fatto commettere un errore al rivale. 7 volte sul trono più alto, nessuno come lui alla sua età contro avversari che portano i nomi di Rossi, Lorenzo, Pedrosa e in ultimo Dovizioso. L'unico rammarico è il mancato confronto con Stoner del quale ha ereditato la sella e lo stile ma nessuno scontro diretto. Peccato, sarebbe bastata una gestione migliore del paddok da parte di Don Carmelo ma questa è un'altra storia. Onore dunque a Marquez, onore a Dovizioso e onore allo staff del team Honda Repsol che non ha esultato per la caduta dell'italiano, perchè c'è molto più gusto a combattere contro l'avversario che vederlo cadere, così come al parco chiuso Marc avrebbe voluto accanto a se Andrea per l'onore delle armi. Si fa così tra appassionati di moto e tra gentiluomini, aggettivo sconosciuto ai commentatori prezzolati e faziosi figli di uno show business già sul viale del tramonto. 
Di contorno a "quei due" c'è da segnalare il secondo posto di un maturo (speriamo per Lucio) Crutchlow, l'ottimo terzo posto di Rins su una Suzuki energica e veloce e il quarto del veterano Rossi che conserva la sua terza posizione in campionato (un tempo avrebbero detto secondo degli ultimi). Rimane il grosso rammarico del forfait di Lorenzo, come dargli torto, e questa "nuova" gestione della gara con un andatura di 5, 7 decimi più lenta fin'oltre metà gara per poi aprire realmente il gas. Prossimo round Phillip Island dove la pista si tuffa nell'oceano con la romantica idea di poter vedere Bayliss o Stoner al posto di Lorenzo per assaporare ancora un motociclismo fatto di eroi e di icone che forse vediamo solo Paolo Gozzi ed io! Stay Tuned!

lunedì 8 ottobre 2018

Viaggio nella terra del sisma, dimenticata dallo stato (e dagli italiani)

"Amatrice città degli italiani" recitano i cartelli presenti nella cittadina colpita dal sisma del 2016. Non ero mai stato in quei luoghi prima del disastro ma con un gruppo di amici abbiamo deciso di recarci la per una gita sul Gran Sasso e Monti Sibillini. Visto che la zona è "farcita" di belle strade panoramiche abbiamo pensato di fermarci proprio li, per unire lo scopo ludico della girata ad un momento di riflessione "non filtrato" dalle tv e giornali. Il primo a riceverci è il sindaco di Cittareale che ci illustra e descrive la vita di questo ex ridente borgo di 500 anime circa, oggi situato nel pianoro ai piedi del paese stesso. Con immenso stupore, visto lo stato in cui versa Firenze, scopriamo che il Comune di Firenze, ma anche altri comuni toscani nonchè la Regione e qualche grossa ditta, sono stati fautori di una catena di solidarietà che per una volta tanto mi ha reso un pò fiero di avere il giglio sulla mia giacchetta. Ma il sindaco, come altre persone, ci dice anche un'altra cosa molto più forte e vergognosa: lo stato è presente soltanto nei ragazzi dell'esercito e delle forse dell'ordine, tralasciando l'aspetto degli aiuti concreti per la ricostruzione o magari per eliminare tutti quegli edifici inclusi nelle Zone Rosse off limits per ovvi motivi di crollo imminente. Stesso discorso per Amatrice dove accanto ai cumuli di macerie che un tempo erano case si alternano costruzioni nuove o che hanno "retto" la furia del terremoto. Palazzi anche grandi in attesa di essere demoliti fanno sfondo alle casette che hanno dato "rifugio" agli abitanti che si riuniscono la sera in una sorta di centro commerciale che comprende un pò tutte le attività un tempo dislocate per tutta la cittadina. Tanti progetti di ricostruzione ma nessuna attività di rimozione, vista anche la favorevole stagione perchè qui l'inverno è parecchio rigido e i -20 gradi non sono una cosa tanto rara. Fabrizio Berardi, titolare (insieme ai fratelli) del Centro Vacanze Lo scoiattolo ci racconta che da 2 anni a questa parte solo la voglia di andare avanti li ha portati fino a qui perchè alla fine anche le richieste più banali non vengono mai evase. Eppure il centro si trova in un posto strategico per poter effettuare una serie di iniziative immerse nella natura selvaggia, di fatto un ricettacolo per il turismo alla ricerca di un qualcosa di "intimo" che non siano i bellissimi parchi (ma inflazionati) dolomitici. In ogni paese vedi la totale devastazione e la poca voglia di rinascere senza aiuti concreti, come a Castelluccio sulla vallata che ospita la famosa fioritura. Un feudo arroccato sulla collina con i container che si sono sostituiti alle case in pietra crollate. Il proprietario di un bar ci ha detto che lui, per lo Stato, non sarebbe ancora dovuto entrare dentro e in questi due anni di cosa sarebbe dovuto campare allora? Inoltrandoci verso il Parco dei Monti Sibillini incrociamo paesi con le loro ferite fino ad arrivare a Visso una ridente cittadina avvolta in un silenzio spettrale con gli abitanti costretti ad abitare nelle villette di emergenza mentre le loro case sono in attesa di un destino ineluttabile. Ma anche verso sud a Poggio Cancelli, Campotosto la situazione non varia. Poi per fortuna il Gran Sasso e i suoi pianori all'interno rimettono un pò in pace in noi stessi offrendoci paesaggi mozzafiato, già visti nei grandi film americani, ma che abbiano qui a casa nostra, a due passi dalle nostre comode realtà. E mentre la sera ti addormenti avvolto dal rumore del silenzio non puoi non pensare al perchè uno stato si permette di lasciare da soli una fetta di connazionali che ogni giorno cercano di ritrovare quell'equilibrio che la natura gli ha strappato via in una calda giornata d'Agosto. Abbiamo una parte di Italia ferita ma non vedo più nessuno rammentarla. Vedo solo qualunquisti che si nascondo dietro delle magliette rosse per la difesa di persone che vengono da lontano così come vedo sindaci piangere per la mancata accoglienza dei cosi detti migranti, ma non vedo più nessuno piangere per gli italiani che sono stati lasciati soli. Andate laggiù come abbiamo fatto noi, rendetevi conto che c'è una popolazione ferita ma che non molla, che sfida due calamità: la natura e lo stato latitante. Non so cosa possano offrire quei posti in inverno ma la prossima primavera fateci un salto, prendete la moto, la macchina e portate la vostra solidarietà senza fare elemosina ma visitando dei luoghi bellissimi imparando che l'erba del vicino non sempre è la più verde. Paradossalmente visitando quei luoghi il terremoto si genera anche dentro di te, ma non è una scossa sismica ma più semplicemente una scossa di consapevolezza e di quanto possiamo essere fragili ma anche pieni di risorse. Vorrei poter continuare a scrivere sulle sensazioni che mi hanno pervaso durante tutto il viaggio ma spero che queste semplice righe vi abbiano un pò incuriosito per poter essere in futuro testimoni voi stessi.
Un grande abbraccio dal turista per caso e sicuramente...arrivederci!
Massimiliano Miniati

Quando il gioco si fa duro... #ThaiGP 2018

...i  duri giocano. Cosa altro dire di Marquez? Se mai ce ne fosse bisogno ha dimostrato di essere il numero uno in tute le situazioni e per essere un grandissimo numero uno ci vogliono avversari degni. Negli ultimi due anni quest'avversario porta il nome di Andrea Dovizioso, non un pluricampione ma un tipo tosto che ha fatto brillare ancora di più la stella Marquez per poi brillare di luce propria e non riflessa. Purtroppo nella rinuncia di Lorenzo la gara ha perso uno dei suoi protagonisti ritrovando però un pò di smalto nel duo Yamaha rivitalizzato (forse) dai massaggi thailandesi. Terzo Vinales, quarto Rossi e addirittura quinto Zarko...non male per una moto con tanti problemi.Come sempre la gara è stata viziata da il solito andamento lento dei primi giri (e non solo) e questo ha permesso al gruppo di rimanere compatto tant'è che ci sono stati 10 piloti all'arrivo in 11 secondi. Certo niente a che vedere con il duello Marquez-Dovizioso ma se vogliamo trovare del buono in questa MotoGp soporifera... Il duo di testa ha veramente il monopolio delle gare sia per atteggiamento sia per la grinta di entrambi i piloti anche se lo spagnolo è veramente di un altro pianeta. Complice una serie di sfortunati eventi per Ducati poteva essere l'anno giusto ma hanno buttato tutto al vento con una serie di scelte e dichiarazioni che potevano benissimo essere evitate con una gestione più intelligente. 
Escludendo le gesta dei vincitori e vinti al mondiale non resta che buttarsi sul gossip, sulle presunte crisi di una marca che, per voce del suo direttore sportivo, vorrebbe far spostare l'oraro delle gare alla "mattina" perchè la loro moto rende meglio dopo la colazione. Episodi e frasi brutte che sviliscono il nostro sport fatto di piloti dove non hanno bisogno della giustificazione dei genitori per non fare un esercizio o non andare a scuola. A Motegi in casa Honda Marc avrà la possibilità di mettere il suo quinto sigillo in MotoGp, il settimo della sua (ancora) corta carriera, avendo vinto contro avversari tosti che portano i nomi di Lorenzo, Rossi, Pedrosa, Vinales e in ultimo Dovizioso, un dato molto importante che in molti evidentemente ancora trascurano. 
Il commento sulla Moto2 e Moto3 non è pervenuto in quanto impossibilitato a vedere le gare. Bene per Bagnaia che allunga su Olivera in Moto2 mentre la sfortuna colpisce il povero Bezzecchi falciato da una caduta del connazionale Bastianini. Martin, ancora una volta sfortunato (un'iniezione ha toccato il nervo del braccio), riesce a metterci una pezza arrivando quarto e allungando nel mondiale. Arigartò (non so come si scrive) a tutti voi in preparazione di un bel sake giapponese!

lunedì 1 ottobre 2018

Johnny "o'Ray" Rea, nessuno come lui! #WorldSBK Magny Course 2019

Nessun dubbio, nessuna incertezza, forse anche nessun avversario. Quattro titoli mondiali di fila, record battuti (tranne le pole) vittorie a nastro è l'impressionante ruolino di marcia di Johnny Rea, il pilota che Biaggi definì "questo con una moto buona le vince tutte". La stima di un campione qual'è Max la dice lunga sul talento del nord irlandese mai sazio di vittorie come ha dimostrato ieri in Francia. Un anonimo Lavilla dice che Rea non è carismatico, come se Gregorio sapesse cosa vuol dire tale appellativo visti i suoi risultati in carriera. Rea e la Kawasaki dovrebbero essere catapultati anche per una volta in una gara della MotoGp, con il motore del Kawa libero e con le stesse gomme e vi garantisco che in tanti piangerebbero. In un attimo diventerebbe subito carismatico. Come definiresti un pilota ed una marca che avete deliberatamente "azzoppato", li avete fatti partire dietro ma nonostante ciò vincono tutto? Alla SBK non manca niente o forse mancano gli appassionati che la organizzano e dirigenti che dovrebbero stare più zitti. I Fratelli Flamini erano avanti luce rispetto ai dilettanti della Dorna! Ciliegina sulla torta forse il mondiale SBK passerà a SKY (a pagamento?) e gli darà la mazzata finale. Vedere sfrecciare la moto che abbiamo (magari) nei nostri garage è sempre una bella emozione per chi è appassionato e le diatribe se è meglio la Kawasaki o la Ducati hanno sempre appassionato i motociclisti. Ma oggi siamo nel mondo dei social e anche se vinci 4 titoli mondiali di seguito non sei considerato "carismatico". Certo se pensiamo che il carisma ce l'ha ancora chi non vince più niente dal 2009 non è che siamo messi bene. Rea lo possiamo considerare il Marquez dei nostri tempi eppure sembra che nessuno se ne sia accorto. Ha carisma un team manager che chiede di cambiare gli orari delle gare perchè le sue moto sono "cronopatiche"? 
Lode a Rea e alla Kawasaki sovrani di una terra di nessuno o almeno una terra di pochi ma buoni a differenza di altri regnanti, sovrani di un'arida pianura di scimmie urlanti (e ululanti)! 

lunedì 24 settembre 2018

Capitolo chiuso, #AragonGP 2018

Un fenomeno è quel pilota che ogni anno rinnova il suo modo di correre, adattandosi, combattendo, ragionando, evitando rischi inutili ed osando alla bisogna. Tutto questo è Marc Marquez dal 2013 ad oggi, fatta eccezione del 2015. Con un vantaggio abissale ieri Marc poteva di nuovo accontentarsi ma non lo ha fatto. Il suo più diretto avversario era li davanti e doveva mandargli un segnale e lo ha fatto su di una pista dove il rettilineo è lungo quasi un chilometro e conosciamo tutti le prestazioni della Ducati. Per questo la prestazione di Dovizioso è risultata ancora più grande anche se il binomio super moto - ottimo pilota niente ha potuto contro un fenomeno. Anche il terzo e quarto posto delle Suzuki (Iannone e Rins) assume il valore dell'impresa, visti i risultati degli altri. Menzione d'onore all'Aprilia sesta, ma un pò poco per la stagione. Petrucci con la stessa moto è finito dietro, Lorenzo è caduto alla prima curva. Imperioso Marquez e bravo Dovizioso che altro non potrà fare se non posticipare la vittoria di un mondiale saldamente nelle mani dello spagnolo. Mi piacerebbe parlare anche della crisi Yamaha ma mi limiterò a dire chi è causa del suo mal pianga se stesso. I super collaudatori che guidano sopra i problemi con mezzo secondo in più nel polso erano e sono oramai leggende perchè alla fine il tempo e la storia rivelano i fatti per quelli che sono stati. Dal 2007 ad oggi ogni anno i piloti hanno alzato l'asticella ad iniziare da Stoner, Rossi, Lorenzo, Marquez con Rossi fermo però al 2009 e solo due tra questi hanno cambiato casacca e vinto.
In Moto2 Binder ha portato in alto i colori della KTM (con motore Honda) colorando la giornata non felice di Oliveira che adesso accusa un ritardo di 19 punti da Bagnaia autore ieri di una bella gara. Bene anche Baldassarri terzo a completare un podio quasi tricolore.
Podio simile anche in Moto3 dove uno stratosferico Martin è partito salutando la scomoda compagnia di un gruppo che ha visto una griglia viziata da illustre penalizzazioni. Nonostante ciò alla fine sia Bezzecchi (secondo) che Bastianini (terzo) hanno portato a casa un ottimo risultato visto appunto la griglia non favorevole. 
Prossimo round in Thailandia, una pista già nota alla SBK e a qualche pilota MotoGp. Chissà se il reset del circuito possa servire a sparigliare un pò le carte in tavola, ma da quello che abbiamo visto oggi sembra un pò improbabile. 

martedì 11 settembre 2018

Sport, offese, fischi, regolamenti, marchette più varie ed eventuali, #misanogp

La bella giornata tricolore di Misano ci ha resi fieri dei nostri ragazzi anche se chi vi scrive non ha mai posto la bandiera davanti alla sportività e alla bellezza di un gesto sportivo, chiunque lo faccia.
Ieri però il motociclismo ha vissuto una brutta pagina di "antisportività" (termine che non reputo neanche troppo appropriato) sfociata nella follia da parte di un ragazzo, Fenati, che ha letteralmente "sbroccato" arrivando a fare quello che oramai tutti sanno (e visto). Indiscutibilmente il gesto di Fenati è da punire, come è avvenuto poco dopo, quando la direzione gara ha esposto, COME DA REGOLAMENTO, la bandiera nera per guida irresponsabile, bandiera esposta anche per l'altro pilota, Manzi, che aveva "bisticciato" per diversi passaggi con Fenati. Il gesto poi folle dell'ascolano che tocca deliberatamente il freno dell'avversario in pieno rettilineo non ha scusanti di sorta. Risultato finale 2 gare di squalifica straccio del contratto in essere con Foward e recissione del futuro contratto con MV sempre in Moto2, di fatto carriera finita. Personalmente mi fermerei qui visto che la vita, quella vissuta, si è già rivolta contro un ragazzo che pagherà il suo gesto per il resto della sua vita sportiva e privata. Lo straccio della licenza, caro Crutchlow, potevi evitarlo di dire, come tutti gli insulti e le minacce di morte che sono girate in queste ore, perfino Wikipedia ha visto modificare la voce Fenati da pilota a pilota - omicida (prontamente rimossa). 
Ma allora, visto che fate i giudici fermi, impettiti di fronte alla legge ed alla moralità, dove eravate nel 2015 quando un personaggio molto più famoso di Fenati dette un calcio ad un altro pilota facendolo addirittura cadere? Anche li la soluzione sarebbe stata facile COME DA REGOLAMENTO. E visto che il gesto era stato fatto da una bandiera del motociclismo come mai non ci sono state le stesse indignazioni di ieri? Calcio o toccata del freno hanno due pesi diversi? Ma le persone che ieri si sono indignate sono per caso le stesse che hanno impiccato i fantocci di Marquez e Lorenzo o quelle che fischiano? Di tutta la pletora urlante e giudicante di ieri l'unico che avrebbe dovuto mantenere un profilo più basso doveva essere proprio Rossi protagonista di quel calcio di tre anni fa che alla fine restò impunito in relazione ad un gesto anti sportivo. Invece ieri non solo ha puntato il dito contro Fenati ma ha preso la palla al balzo per giustificare il licenziamento di due anni fa dello stesso Fenati dal Team VR46. Nessuno, dei "giudici" di ieri, si scandalizzò per la pedata di Rossi a Marquez anzi, tentarono pure di giustificarlo. Rossi nel 2015 e ieri Fenati non hanno nessuna giustificazione se non l'applicazione del REGOLAMENTO e i relativi strascichi che per Rossi si sono limitati alla retrocessione all'ultimo posto nella gara successiva, per Fenati la radiazione (non scritta) dalle corse.
Quindi cortesemente chiudete pure le vostre bocche giudicanti e riempite i giornali e le tv di un sano motociclismo come la vittoria di ieri della pattuglia tricolore e imparate ad essere meno giudici ma più uomini visto che diversi di voi hanno corso in moto e non sono stati troppo degli stinchi di santo (con meno telecamere). L'episodio di Canepa durante le prove libere (analogo a quello di Fenati) ve lo siete già scordato? Caro Romano Fenati personalmente ti dico che sei stato una fava (alla fiorentina) e mi auguro che nel prosieguo della tua vita tu possa riflettere su quanto accaduto augurandoti che tu possa trovare la serenità per ritornare a correre, se vorrai....

Verde (Dalla Porta), Bianco (Bagnaia) Rosso (Dovizioso), #misanogp 2018

Tre colori, tre vittorie italiane sul circuito di Misano in una bella domenica di motociclismo con i soliti alti e bassi del pubblico fischiante e altri episodi che però non devono oscurare la prestazione di chi ha vinto. D'obbligo partire con la MotoGp e l'imperiosa vittoria di Andrea Dovizioso alla sua "prima" Misano da vincitore e lo ha fatto senza gomitate ma con caparbietà e abnegazione scommettendo su se stesso e sul rendimento della sua Ducati. Niente hanno potuto i 2 pluri campioni del mondo (11 titoli in due) Marquez e Lorenzo che nella loro faida interna hanno permesso al Dovi di creare un margine che poteva essere di sicurezza. E' anche vero che a 4 giri dalla fine i due campioni hanno messo il turbo ma la caduta di Lorenzo al penultimo giro ci ha privato di un (forse) finale in volata. Bravi comunque tutti e tre inarrivabili per tutti gli altri tranne che per un maturo Crutchlow arrivato non tanto distante dal trio meraviglia. Il resto della compagine dietro senza grossi sprazzi di luce se non una buona gara di Rins partito con gomme soft ma in grado di gestirle fino in fondo. 
In Moto2 Bagnaia fa gli onori di casa con una pole e una vittoria che lo vede allungare in classifica si un ottimo Olivera, ieri secondo, senza lasciarsi troppo intimidire dalla lucidità dell'italiano. Speriamo che possa essere così fino alla fine perchè entrambi si meritano tutte le attenzioni del caso.
Dalla Moto3 invece esce dal cilindro (per la prima volta) il nome di Dalla Porta alla sua prima mondiale per lo più davanti al suo pubblico. Vittoria di pochi millesimi, ma comunque iniezione di fiducia per il resto del campionato. Passo falso invece di Bezzecchi, non tanto per la caduta, ma per la poca lucidità di "non accontentarsi" come ha fatto Martin che poi è riuscito ad arrivare secondo attendendo ed evitando i guai che puntualmente si sono presentati al quinto giro con la carambola innescata da Masiah che ha visto coinvolti il povero Bastianini e Bulega (stranamente nelle prime posizioni).
Comunque a tutti e tre un grazie di cuore per questa bella pagina di motociclismo e questo breve post è per il mio personale ringraziamento evitando di oscurarvi con altre faccende che mi accingo ad analizzare in un altro post.

giovedì 30 agosto 2018

Ho cavalcato una Pantera @GTBicycles

....e se facessi una recensione su una bicicletta? Anni e anni passati sulle moto, su tutto ciò che avesse un motore a scoppio dove il minimo "cavallaggio" non è stato mai sotto i 100 cv, e oggi scrivo di una bici. Non è l'eta che avanza (oddio forse un pò anche quella) ma nuove tecnologie ci hanno messo a disposizione un nuovo mezzo di trasporto, divertente, pratico ed anche estremo: l'e-bike. Quanti di noi, alla chiamata dell'amico per una gita in fuori strada, hanno pensato: "oddio oggi mi tocca spolmonarmi per salire fino in cima?". In effetti la mountain bike è tanto bella quanto vuole vedere l'uomo (e il suo allenamento) in faccia. I nostri fisici, i nostri muscoli, non sono preparati per sforzi estremi come quello. E' inutile che, mentre state leggendo, esordiate con frasi del tipo "pensa per te!". Nessuno a nessuna età è preparato per salire pietraie o sentieri di montagna senza un ottima preparazione atletica! Ed è qui che "qualcuno" ha avuto la genialata di elettrificare le nostre mtb per facilitare la pedalata laddove si incominciano a vedere le porte del paradiso. Si perchè anche se c'è l'assist su un e-bike bisogna pedalare, non è che sia una passeggiata!! Bene, dopo questo preambolo dove verro messo alla gogna dai puristi ma amato da quelli come me, passo a descrivere la bicicletta (se me lo avessero detto 20 anni fa li avrei uccisi). GT Pantera Dash (come il fustino) è stata l'oggetto di questa prova che ho condotto per i sentieri fiorentini di Settignano e Fiesole. Al primo colpo d'occhio in sella balzano subito le possenti gomme denominate "plus" nate apposta per questo tipo di bici in quanto (a mio avviso) la pedalata sulle sconnessioni quali pietraie o scalini di radici è sicuramente più incisiva vista appunto l'assistenza del motore, ergo la necessità di una gomma più motociclistica. Sicuramente influisce anche il peso complessivo visto che la bici supera i 22 kg in aggiunta a "atleti" non tanto slim (io peso 100 kg) si arriva masse importanti che devono essere digerite in sicurezza. La Pantera è una front con una forcella "a molla" con un escursione da 120mm che la rende confortevole su percorsi poco accidentati e salite perdendo ovviamente nel down hill dove la mancanza di idraulica si fa sentire con l'aumento della velocità. Ma veniamo al cuore della Pantera uno Shimano Steps E6000 38T che mi riferiscono essere un pò datato e applicato spesso per city bike. Sicuramente, leggendo qua e la, troviamo unità molto più performanti e moderne ma va considerato che la Dash è una bike entry level per far avvicinare l'appassionato a questo nuovo mondo senza spendere cifre esose. Non avendo mai provato altri motori devo dire che mi è piaciuto molto perchè ho aggredito le salite più impervie senza grossi problemi, senza la necessità di scendere, tranne quando mi sono trovato in presenza di ostacoli importanti. Tre i livelli di assistenza che non so quantificare in watt ma posso dire che il massimo (high), con una buona gamba, viene utilizzato poco o nulla anche perchè in presenza di forti pendenze rischia di essere più di ostacolo che altro. Simpatica anche la funzione WALK da usare in caso di "spinta a mano" per uscire dal Golgota della salita. Pratico anche il display del controllo dell'unità con una serie di informazioni utili quale il residuo della batteria in tempo reale, la velocità, il tempo di utilizzo, rimanente etc. Freni rigorosamente a disco che fanno il oro sporco lavoro sopratutto in discesa, peraltro anche abbastanza modulabili (basta prendere confidenza con le leve). Tutta la guarnitura (termine che ho imparato in questi giorni) è Shimano sinonimo di garanzia, qualità e affidabilità. Per la mia prova, visti i percorsi e la velocità con la quale li ho affrontati, non ho sentito un gran bisogno di una sospensione posteriore anche perchè ho tenuto la pressione della gomma posteriore ad 1 bar che mi ha permesso di avere quella sensazione di "ammortizzamento" necessaria e gradevole. Sicuramente in questo nuovo mondo ciclistico la differenza tra modelli molto più costosi e la Pantera è marcata nell'utilizzo dei materiali, motore, sospensioni e altro, ma da motociclista ho avuto delle ottime impressioni e l'unico limite è stato quello umano e non tecnico. Una bici insomma a 360° che ti porta ovunque tu voglia ricordando che comunque bisogna pedalare sempre perchè il motore aiuta ma non "salva". Non ho capito molto bene il limite dei 25 km/h per il motore, visto che tanti ciclisti su strada viaggiano abbondantemente sopra i 30 km/h. La ritengo una norma medioevale atta solo a limitare un mondo che sempre più si sta espandendo, rendendo un nuovo modo di fare sport in luoghi fino ad oggi "inesplorati".
Unico neo il forcellino che regge il deragliatore posteriore di fattura un pò povera sia nel materiale che nello spessore, non in grado di sopportare le sollecitazioni di un impulso muscolare in aggiunta a quello elettrico. Sicuramente argomento di richiamo per i possessori della bici.
Upgrade: Sabato mi sono recato da ProBike Firenze (dove ho acquistato la bike) e mi hanno sostituito il forcellino prelevandolo da una bici imballata. Con mia sorpresa il supporto era diverso da quello in mio possesso, meglio strutturato, composto da una bielletta e un forcellino più corto. Ringrazio per l'operato lo staff di Probike che mi ha permesso di riavere la mia bici! Rimane il consiglio a GT di richiamare le bici con il forcellino "lungo".