sabato 2 gennaio 2010

Moschea a Genova

Ha innescato durissime polemiche la decisione presa dalla Giunta comunale di Genova in favore della costruzione della moschea cittadina. Per molti, sebbene non sia una delibera, è il passo ufficiale verso la posa della prima pietra di un edificio che divide l’opinione pubblica. Sul piede di guerra il centro-destra, all’opposizione, che sostiene che la città ha ben altri problemi da risolvere e critica la data scelta per prendere la decisione: la riunione pre-natalizia del 23 dicembre, senza annunci. I consiglieri regionali del Pdl Gianni Plinio e Matteo Rosso hanno annunciato di avere chiesto al Comune copia del documento, per formulare il quesito referendario per vietarne la costruzione.

La moschea sorgerà su un terreno di 5.000 metri quadri nel quartiere Lagaccio, nella zona collinare sopra la stazione ferrovia Principe. Il complesso non è stato venduto ma dato in concessione per un periodo di 60 anni, estendibile fino a 99. Dopo 15 anni, però, sarà possibile acquistarlo, purché non vi siano stati commessi in quel lasso di tempo dei reati. In “cambio” il Comune ha ottenuto dalla comunità musulmana 91 metri quadri in via Coronata, necessari per finire un’opera di viabilità.

Le polemiche politiche non sono mancate. Per il candidato del centro-destra alle regionali 2010, Sandro Biasotti (Pdl), “sulla moschea il Comune di Genova ha fatto come il politburo dell’Unione Sovietica. Ognuno deve poter professare la propria religione in piena libertà, ma la politica deve saper capire quando è meglio rinviare una decisione che viene vissuta in maniera conflittuale”.

Getta acqua sul fuoco Andrea Ranieri (Pd), assessore alla Cultura e all’innovazione, che a Libero spiega: “Abbiamo voluto mettere nero su bianco le condizioni per la stipula della convenzione che sarà firmata tra la comunità musulmana genovese e il Comune”. Della moschea, con probabile minareto, si occuperà una fondazione che ancora deve costituirsi: sarà composta da musulmani (cittadini) genovesi, dovrà mantenere economicamente il luogo di culto e avere prima sottoscritto la Carta europea dei musulmani. “Tra le condizioni poste dalla Giunta – dice Ranieri – c’è che la predicazione avvenga in italiano e che la moschea sia aperta al pubblico”. L’obiettivo del Comune è creare un centro religioso-culturale simile alla Grande moschea di Parigi.

Ora il prossimo passo, dopo la creazione della fondazione musulmana genovese, sarà la stipula della convenzione, che poi passerà al vaglio del Consiglio comunale. Ma prima il centro-destra intende indire il referendum e far decidere ai cittadini.

1 commento:

  1. Ottimo post, avevo già trattato questa boutade della giunta genovese fatta all'antivigilia di Natale gatton gattoni.....
    Francesco

    RispondiElimina