La
sopportazione dell’uomo medio, ovvero “se tutti facessero come me”
L’uomo medio
sopporta molte cose, ma se c’è una cosa che proprio non sopporta, è
sapere che qualcuno ha smesso di sopportarle.
Negli ultimi
anni ho maturato una posizione sempre più aspra contro l’attuale
sistema del lavoro. La mia reazione è stata “mollare tutto e partire”,
nel contesto più ampio di una personale ricerca della Felicità.
Quando racconto
la mia storia però, c’è sempre qualcuno che mi risponde: “eh, bravo, però
se tutti facessero come te, chi fa il pane, dopo? La società crollerebbe”.
Oggi rispondo a
questo:
Io non sono
semplicemente uno che “ha mollato tutto ed è partito”, questo è
l’aspetto più superficiale. Nella sostanza, io sono uno che negli ultimi cinque
anni si è dedicato più alla ricerca della propria serenità che alla carriera o
al denaro.
Se tutti facessero come me la società crollerebbe?
No,
cambierebbe, ed è un’ottima ragione per insistere.
La società non è
un ente astratto e immutabile, una scatola che ci contiene e determina i nostri
confini. Siamo noi la società, ognuno di noi lo è, e se ci muovessimo tutti
nella stessa direzione, essa seguirebbe di conseguenza.
Se tutti
facessero come me, o qualcosa di simile, la società farebbe altrettanto,
anteponendo il benessere delle persone al puro materialismo. I sistemi
economici, produttivi e di governo evolverebbero per interpretare i nuovi
valori. Non servirebbe più “mollare tutto e partire” per cercare la felicità.
Utopia? Certo che
lo è! Ma una persona molto migliore di me disse, tanti anni fa: “sii il
cambiamento che vuoi vedere nel mondo”. Nel mio piccolo e con tutti i
miei limiti ho fatto un passo in questa direzione.
Non predico
l’anarchia o lo sfascio delle istituzioni.
Io credo nelle società degli uomini, nella legge, nella cooperazione e
nell’amicizia tra i popoli, ma ciò che abbiamo creato con la civiltà
occidentale è sbagliato. Si basa su valori fasulli che vanno contro la serenità
dell’individuo. Il profitto è premiato più che il progresso reale; il
consumismo vince sulla sostenibilità; la ricchezza di pochi è più importante
del benessere di tutti.
Come può restare in piedi un sistema così sbagliato?
Esso si basa su
fondamenta stabili:
la capacità di sopportazione dell’uomo medio.
Perché l’uomo medio sopporta l’idea di scambiare la maggior parte
dei suoi anni migliori in cambio di denaro, che nella migliore delle ipotesi
non gli serve, e nella peggiore non gli basta.
L’uomo medio sopporta
lo stress per undici mesi l’anno, poi spende i soldi guadagnati per riprendersi
la salute che ha perso per guadagnarli.
L’uomo medio sopporta
i lunedì mattina, anche se li odia. Poi aspetta tutta la settimana l’arrivo del
weekend, e lo passa annoiandosi.
L’uomo medio sopporta
di dare le chiavi della propria vita a una banca, e di lavorare trent’anni per
comprare una casa in cui passa meno tempo che in ufficio.
L’uomo medio sopporta
gli aumenti del costo dell’energia, le nuove tasse, i tagli all’istruzione e
alla sanità, le sistematiche prese per il culo dei politici, i reality in
televisione, l’informazione deviata, le notizie sui vip in vacanza e gli
allarmi sulla pandemia annuale.
L’uomo
medio sopporta anche l’inquinamento, le guerre pilotate, la deforestazione,
i massacri, i fondamentalismi religiosi e l’odio razziale.
Ma se c’è una
cosa che l’uomo medio proprio non sopporta, però, è sapere che qualcun altro ha
smesso di sopportare tutta questa merda.
Perché ogni
persona che dice “basta” è uno schiaffo alla normalità e alla routine. È
una sveglia, che ci strappa all’improvviso dal sonno profondo e ci costringe ad
osservare la realtà. E la realtà è che tutti gli anni passati a sopportare
questa o quell’altra cosa non torneranno mai più indietro. Troppo occupati a
fare i bovini da soma per qualcun altro, il tempo è scivolato via dalle nostre
dita addormentate, i nostri figli sono cresciuti e se ne sono andati via di
casa, e i nostri sogni sono sbiaditi, dimenticati in qualche cassetto.
La realtà fa paura, e la paura è insopportabile.
Meglio rimediare
subito allo strappo, mettere una pezza all’abitudine, e trovare una scusa
qualsiasi per tornare a dormire, come se nulla fosse.
Una scusa come: “eh,
se tutti facessero come te…”
Sarebbe davvero
così brutto?
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