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venerdì 28 ottobre 2011

Giudicate voi!!!

Giudicate voi questo articolo apparso su La Repubblica qui. Giudicate il Sig G.Valentini per quello che ha scritto, perchè io francamente non ci riesco. Ci riesce molto bene Misterhelmet in questo video, ma a me riesce difficile. Difficile credere come un giornalista o presunto tale si possa abbassare ad una bieca e cieca ricostruzione dei fatti, inserendoci del peggior populismo, di una disciplina che esiste dall'alba dei tempi, non come motociclismo, ma come tutte quelle discipline atte a rischiare per poter dare un "sapore" diverso alla nostra vita terrena, quel sapore che poi sfocia nella competizione. Senza voler addentrarsi in percorsi filosofici posso dire che tutto ciò che ci circonda è rischio, ed anche forse l'eremita del Nepal ne è sottoposto se la valanga travolge la sua casa. E' la vita che scorre caro Valentini, quella stessa vita che tu neghi con la tua prosopopea, la tua saccenza di citazioni che riempiono la bocca dei tuoi lettori in giacca e cravatta, magari coi jeans e l'auto con 200 cv posteggiata fuori. La stessa vita che scorre anche negli indigeni che si gettano dalla torre legati ad un canapo per poter passare la pubertà e diventare uomini. Dimmi che fai nella vita caro Valentini e ti dimostrerò che anche quello che fai è pericoloso, o almeno comporta dei rischi. Voi la realtà virtuale? Sei un fan di Second Life o del cyber sesso? Occhio al tunnel carpale però, perchè il mouse fa anche questo effetto, ma non è detto che un computer sia nocivo. Rientra nella vita Valentini, respira, smetti di scrivere su Repubblica e ti accorgerai che fuori c'è un mondo bellissimo fatto del sorriso della mamma di Simoncelli "che celebrava la vittoria sulla morte di suo figlio" (c.costa). Si caro Valentini, Marco non ha tirato un estintore ad un carabiniere e poi è morto, Marco ha vissuto la sua vita, quella vita che lui aveva scelto insieme alla sua famiglia, ed il messaggio da lui trasmesso è che la vita va vissuta secondo le proprie aspirazioni, senza recare danno agli altri, anzi essendo di esempio per sacrificio e abnegazione per risultare il migliore. Quegli stessi sacrifici che oggi non vedi nelle scuole "okkupate" nelle manifestazioni violente e vandaliche, nei rave party dove si celebra la morte per assunzione di sostanze stupefacenti. E' quello l'esempio da seguire Valentini? Sono quelli i morti che possiamo permetterci? I 24 anni di Simoncelli hanno lo stesso valore di chi muore a 80 se quella vita è stata vissuta intensamente, volutamente, e niente avrebbe impedito quel corso. Ma Marco Simoncelli, Shoya Tomizawa, Daijiro Kato, Pierpaolo Pasolini, Jarno Saarinen, Ayrton Senna, Patrick de Gayardon, Fabio Casartelli e tantissimi altri rimangono nella storia e nel cuore di tutti noi che gli abbiamo amati e ci hanno trasmesso passione, forse quella stessa che avremmo voluto avere ma che non abbiamo mai fatto uscire, mentre tu rimarrai confinato negli articoli di un giornale, ricordato solo dagli zombie che la pensano come te.

domenica 23 ottobre 2011

Ciao Marco..


Ciao Marco! Solo questo posso dirti. Non ci sono parole, parole, parole, per commentare la morte di un pilota. Ogni persona di questo mondo quando si alza la mattina sa che la fuori c'è un rischio, e i piloti non ne sono immuni anzi, per la mia piccola esperienza di pilota, posso dire che in pista i rischi sono moooooooolto minori. Però anche li c'è il fato, il destino, quel grande disegno che l'onnipotente ha preservato per ognuno di noi e al quale non possiamo sottrarci. Sei andato via nella stessa maniera del povero Tomizawua, uguale all'incidente di Uncini ma con esiti diversi. Noi appassionati piangiamo la scomparsa di un ragazzo, figlio di genitori che oggi hanno avuto il triste destino di assistere a tutto ciò in diretta. E' la dura legge della vita, quella vita che tu stesso mettevi in gioco ogni domenica e alla quale avresti mai rinunciato. Ciao Marco, io ti saluto come un padre continuando a portare mio figlio alla pista delle minimoto anche se ha 8 anni. Non è per passione, ma per cercare di preservarlo quando avrà 14 anni e frequenterà la strada, motlo più pericolosa della pista. Andate letteralmente a fanculo tutti, anche gli addetti ai lavori, che tentano di trovare cause e giustificazioni per la morte di un pilota. Come lo fu per Senna, Marco è morto facendo quello che avrebbe voluto sempre fare anche al costo della vita. Paolo Liguori ha riassunto nel Pomeriggio Cinque quello che gli addetti ai lavori dovrebbero dire, ma che non dicono. Caro Cereghini il Sic è stato preso da Edwards nella schiena e da Rossi nel collo. Possiamo dirlo, non c'è niente di male. La disperazione di Valentino la dice tutta su quanto abbia cercato di evitare, ma il fato glielo ha impedito. Come lo fu per Redding e De Angelis l'anno scorso.
Zittitevi tutti bottegai e filistei e lasciamo al ricordo di questo nostro pilota che oggi non c'è più, deceduto nel tentativo di essere più veloce di altri ragazzi e questo ci deve e ci dovrà far riflettere, anche nell'educazione dei nostri figli.
Ciao Marco, Valencia è alle porte è già ci mancherai. Ci mancheranno le tue dichiarazioni e i tuoi errori, i tuoi capelli e le tue "minchiate". Il mio pensiero va a tuo padre Paolo, ma anche a Valentino, incolpevole protagonista delle tua fine. Se può servire caro Vale, hai tutta la mia solidarietà e questo dovrà essere di ulteriore stimolo per continuare a correre. E poi Fausto Gresini... Caro Fausto la sorte ti ha strappato un campione nel 2003 e un campione nel 2011 e credo che questo mini la resistenza anche del più forte degli uomini. Un abbraccio a tutti i ragazzi che ogni domenica di gara ci fanno divertire e che oggi piangono un loro amico.