Vi spiego chi è Mauro Pelella. Prima di oggi nessuno conosceva questo nome, se non gli amici e i familiari di questo ragazzo che si guadagna da vivere onestamente facendo un non bel lavoro, ovvero la guardia giurata su di un furgone portavalori. Ma Mauro Pelella è molto di più oggi. Pelella è quella persona che ha sparato contro tre rapinatori che un bel giorno si sono presi la briga di entrare in una banca e svaligiarla. Oggi Pelella è stato arrestato (neanche fermato) e accusato di omicidio volontario. Siamo al paradosso. Pelella cari i miei signori ben pensanti sono tutte quelle persone che al rientro in casa hanno trovato la porta aperta scassata o la finestra rotta, cassetti aperti, disordine sparso e nella più comune delle ipotesi atti vandalici di ogni tipo. Pelella siamo tutti noi quando indignati dell’omicidio di Avetrana o di Bergamo abbiamo detto in coro all’unanimità “se l’avessi per le mani l’ammazzerei!!”. Pelella è quella donnina strascicata per un bel po’ di metri sul selciato nel tentativo di salvare la borsa con la pensione dentro. Pelella sono i genitori di quella ragazza recentemente uccisa dal “marocchino” nel posteggio di un supermercato. Pelella sono i genitori di quelle ragazze brutalmente stuprate, picchiate da individui che poi dopo poco ricircolano impuniti per le nostre strade. Pelella siamo tutti noi quando cerchiamo e invochiamo giustizia e non ci viene riconosciuta per una totale negligenza da parte degli organi preposti. E non stò parlando degli agenti. Sapete cosa succede dopo un arresto per furto? Una montagna di scartoffie, 6 ore in una cella di transizione e dopo di nuovo in strada per delinquere. Fatevi raccontare quante paginate di nomi falsi hanno i delinquenti abituali soprattutto quelli stranieri.
Chi si riconosce in queste figure? Spero in pochi perché se vi dovesse capitare un fatto appena narrato diventereste tutti Pelella. Interi paesi devastati dai furti, ville, appartamenti nessuno escluso. Cassetti rimossi, ricordi rubati come la catenina di tuo figlio il giorno che è nato. Vi dicono niente queste cose? Spero vivamente di no! Ma esistono e stanno aumentando in maniera esponenziale. E allora di fronte ad una totale latitanza dello stato monti la rabbia e gridi vendetta. E alla prima occasione, tu che lavori su un furgone portavalori, e che leggi notizie di assalti e quant’altro, ti trovi davanti al fatto che non ti aspetti… E te li ritrovi li davanti, sulla macchina nel tentativo di scappare, tu contro di loro. Anni di denunce, di storie tristi raccontate, di furti subiti, ti passano davanti in un secondo e decidi che è il momento di erigerti a paladino della giustizia, quella giustizia che tu sai latitante. In quei colpi sparati uccidi tutti i tuoi peggiori incubi, tutti le tue paure, e speri che quel giubbotto che porti tutti i giorni non debba più servire.
Ecco chi è Pelella signori miei. Siamo tutti noi, gli stessi che giurano vendetta nelle auto per una banale lite al codice. Tutti siamo Pelella quando ci toccano in prima persona. Tutti. Nessuno escluso. Gli esclusi sono quelli che vivono sotto due metri di terra o passano le loro giornate dagli psicologi per colpa delle persone che non sono state consegnate alla giustizia. Questo è Mauro Pelella da Bergamo