lunedì 22 ottobre 2018

Marc Spaccatutto e il settimo sigillo, #JapaneseGP

Ha spaccato tutto quello che c'era da spaccare laureandosi per la settima volta campione del mondo, cosa possiamo aggiungere di più? Possiamo aggiungere che senza grandi avversari i campioni non brillerebbero così e da due anni a questa parte un grande avversario è stato Andrea Dovizioso e la sua Ducati. Evitando congetture da bar su chi sia più forte se la moto o il pilota, Andrea è stato l'unico ad insidiare il fenomeno spagnolo che altrimenti avrebbe chiuso il mondiale quasi a metà campionato. Solo nel 2015 Lorenzo è stato in grado di batterlo, nel mondiale che gli stolti chiamano rubato, ma che in realtà ha opposto due grandi campioni diversi sotto tanti aspetti ma concreti nel perseguire l'obiettivo. La gara di ieri ha messo in risalto le doti di un fenomeno, Marquez, contro le doti di un ottimo pilota e gran lavoratore del manubrio, Dovizioso, che al penultimo giro ha peccato di troppa fretta, tipico di chi cade di anteriore. Marquez dirà che aveva qualcosa ancora nel taschino fatto sta che ha fatto commettere un errore al rivale. 7 volte sul trono più alto, nessuno come lui alla sua età contro avversari che portano i nomi di Rossi, Lorenzo, Pedrosa e in ultimo Dovizioso. L'unico rammarico è il mancato confronto con Stoner del quale ha ereditato la sella e lo stile ma nessuno scontro diretto. Peccato, sarebbe bastata una gestione migliore del paddok da parte di Don Carmelo ma questa è un'altra storia. Onore dunque a Marquez, onore a Dovizioso e onore allo staff del team Honda Repsol che non ha esultato per la caduta dell'italiano, perchè c'è molto più gusto a combattere contro l'avversario che vederlo cadere, così come al parco chiuso Marc avrebbe voluto accanto a se Andrea per l'onore delle armi. Si fa così tra appassionati di moto e tra gentiluomini, aggettivo sconosciuto ai commentatori prezzolati e faziosi figli di uno show business già sul viale del tramonto. 
Di contorno a "quei due" c'è da segnalare il secondo posto di un maturo (speriamo per Lucio) Crutchlow, l'ottimo terzo posto di Rins su una Suzuki energica e veloce e il quarto del veterano Rossi che conserva la sua terza posizione in campionato (un tempo avrebbero detto secondo degli ultimi). Rimane il grosso rammarico del forfait di Lorenzo, come dargli torto, e questa "nuova" gestione della gara con un andatura di 5, 7 decimi più lenta fin'oltre metà gara per poi aprire realmente il gas. Prossimo round Phillip Island dove la pista si tuffa nell'oceano con la romantica idea di poter vedere Bayliss o Stoner al posto di Lorenzo per assaporare ancora un motociclismo fatto di eroi e di icone che forse vediamo solo Paolo Gozzi ed io! Stay Tuned!

lunedì 8 ottobre 2018

Viaggio nella terra del sisma, dimenticata dallo stato (e dagli italiani)

"Amatrice città degli italiani" recitano i cartelli presenti nella cittadina colpita dal sisma del 2016. Non ero mai stato in quei luoghi prima del disastro ma con un gruppo di amici abbiamo deciso di recarci la per una gita sul Gran Sasso e Monti Sibillini. Visto che la zona è "farcita" di belle strade panoramiche abbiamo pensato di fermarci proprio li, per unire lo scopo ludico della girata ad un momento di riflessione "non filtrato" dalle tv e giornali. Il primo a riceverci è il sindaco di Cittareale che ci illustra e descrive la vita di questo ex ridente borgo di 500 anime circa, oggi situato nel pianoro ai piedi del paese stesso. Con immenso stupore, visto lo stato in cui versa Firenze, scopriamo che il Comune di Firenze, ma anche altri comuni toscani nonchè la Regione e qualche grossa ditta, sono stati fautori di una catena di solidarietà che per una volta tanto mi ha reso un pò fiero di avere il giglio sulla mia giacchetta. Ma il sindaco, come altre persone, ci dice anche un'altra cosa molto più forte e vergognosa: lo stato è presente soltanto nei ragazzi dell'esercito e delle forse dell'ordine, tralasciando l'aspetto degli aiuti concreti per la ricostruzione o magari per eliminare tutti quegli edifici inclusi nelle Zone Rosse off limits per ovvi motivi di crollo imminente. Stesso discorso per Amatrice dove accanto ai cumuli di macerie che un tempo erano case si alternano costruzioni nuove o che hanno "retto" la furia del terremoto. Palazzi anche grandi in attesa di essere demoliti fanno sfondo alle casette che hanno dato "rifugio" agli abitanti che si riuniscono la sera in una sorta di centro commerciale che comprende un pò tutte le attività un tempo dislocate per tutta la cittadina. Tanti progetti di ricostruzione ma nessuna attività di rimozione, vista anche la favorevole stagione perchè qui l'inverno è parecchio rigido e i -20 gradi non sono una cosa tanto rara. Fabrizio Berardi, titolare (insieme ai fratelli) del Centro Vacanze Lo scoiattolo ci racconta che da 2 anni a questa parte solo la voglia di andare avanti li ha portati fino a qui perchè alla fine anche le richieste più banali non vengono mai evase. Eppure il centro si trova in un posto strategico per poter effettuare una serie di iniziative immerse nella natura selvaggia, di fatto un ricettacolo per il turismo alla ricerca di un qualcosa di "intimo" che non siano i bellissimi parchi (ma inflazionati) dolomitici. In ogni paese vedi la totale devastazione e la poca voglia di rinascere senza aiuti concreti, come a Castelluccio sulla vallata che ospita la famosa fioritura. Un feudo arroccato sulla collina con i container che si sono sostituiti alle case in pietra crollate. Il proprietario di un bar ci ha detto che lui, per lo Stato, non sarebbe ancora dovuto entrare dentro e in questi due anni di cosa sarebbe dovuto campare allora? Inoltrandoci verso il Parco dei Monti Sibillini incrociamo paesi con le loro ferite fino ad arrivare a Visso una ridente cittadina avvolta in un silenzio spettrale con gli abitanti costretti ad abitare nelle villette di emergenza mentre le loro case sono in attesa di un destino ineluttabile. Ma anche verso sud a Poggio Cancelli, Campotosto la situazione non varia. Poi per fortuna il Gran Sasso e i suoi pianori all'interno rimettono un pò in pace in noi stessi offrendoci paesaggi mozzafiato, già visti nei grandi film americani, ma che abbiano qui a casa nostra, a due passi dalle nostre comode realtà. E mentre la sera ti addormenti avvolto dal rumore del silenzio non puoi non pensare al perchè uno stato si permette di lasciare da soli una fetta di connazionali che ogni giorno cercano di ritrovare quell'equilibrio che la natura gli ha strappato via in una calda giornata d'Agosto. Abbiamo una parte di Italia ferita ma non vedo più nessuno rammentarla. Vedo solo qualunquisti che si nascondo dietro delle magliette rosse per la difesa di persone che vengono da lontano così come vedo sindaci piangere per la mancata accoglienza dei cosi detti migranti, ma non vedo più nessuno piangere per gli italiani che sono stati lasciati soli. Andate laggiù come abbiamo fatto noi, rendetevi conto che c'è una popolazione ferita ma che non molla, che sfida due calamità: la natura e lo stato latitante. Non so cosa possano offrire quei posti in inverno ma la prossima primavera fateci un salto, prendete la moto, la macchina e portate la vostra solidarietà senza fare elemosina ma visitando dei luoghi bellissimi imparando che l'erba del vicino non sempre è la più verde. Paradossalmente visitando quei luoghi il terremoto si genera anche dentro di te, ma non è una scossa sismica ma più semplicemente una scossa di consapevolezza e di quanto possiamo essere fragili ma anche pieni di risorse. Vorrei poter continuare a scrivere sulle sensazioni che mi hanno pervaso durante tutto il viaggio ma spero che queste semplice righe vi abbiano un pò incuriosito per poter essere in futuro testimoni voi stessi.
Un grande abbraccio dal turista per caso e sicuramente...arrivederci!
Massimiliano Miniati

Quando il gioco si fa duro... #ThaiGP 2018

...i  duri giocano. Cosa altro dire di Marquez? Se mai ce ne fosse bisogno ha dimostrato di essere il numero uno in tute le situazioni e per essere un grandissimo numero uno ci vogliono avversari degni. Negli ultimi due anni quest'avversario porta il nome di Andrea Dovizioso, non un pluricampione ma un tipo tosto che ha fatto brillare ancora di più la stella Marquez per poi brillare di luce propria e non riflessa. Purtroppo nella rinuncia di Lorenzo la gara ha perso uno dei suoi protagonisti ritrovando però un pò di smalto nel duo Yamaha rivitalizzato (forse) dai massaggi thailandesi. Terzo Vinales, quarto Rossi e addirittura quinto Zarko...non male per una moto con tanti problemi.Come sempre la gara è stata viziata da il solito andamento lento dei primi giri (e non solo) e questo ha permesso al gruppo di rimanere compatto tant'è che ci sono stati 10 piloti all'arrivo in 11 secondi. Certo niente a che vedere con il duello Marquez-Dovizioso ma se vogliamo trovare del buono in questa MotoGp soporifera... Il duo di testa ha veramente il monopolio delle gare sia per atteggiamento sia per la grinta di entrambi i piloti anche se lo spagnolo è veramente di un altro pianeta. Complice una serie di sfortunati eventi per Ducati poteva essere l'anno giusto ma hanno buttato tutto al vento con una serie di scelte e dichiarazioni che potevano benissimo essere evitate con una gestione più intelligente. 
Escludendo le gesta dei vincitori e vinti al mondiale non resta che buttarsi sul gossip, sulle presunte crisi di una marca che, per voce del suo direttore sportivo, vorrebbe far spostare l'oraro delle gare alla "mattina" perchè la loro moto rende meglio dopo la colazione. Episodi e frasi brutte che sviliscono il nostro sport fatto di piloti dove non hanno bisogno della giustificazione dei genitori per non fare un esercizio o non andare a scuola. A Motegi in casa Honda Marc avrà la possibilità di mettere il suo quinto sigillo in MotoGp, il settimo della sua (ancora) corta carriera, avendo vinto contro avversari tosti che portano i nomi di Lorenzo, Rossi, Pedrosa, Vinales e in ultimo Dovizioso, un dato molto importante che in molti evidentemente ancora trascurano. 
Il commento sulla Moto2 e Moto3 non è pervenuto in quanto impossibilitato a vedere le gare. Bene per Bagnaia che allunga su Olivera in Moto2 mentre la sfortuna colpisce il povero Bezzecchi falciato da una caduta del connazionale Bastianini. Martin, ancora una volta sfortunato (un'iniezione ha toccato il nervo del braccio), riesce a metterci una pezza arrivando quarto e allungando nel mondiale. Arigartò (non so come si scrive) a tutti voi in preparazione di un bel sake giapponese!

lunedì 1 ottobre 2018

Johnny "o'Ray" Rea, nessuno come lui! #WorldSBK Magny Course 2019

Nessun dubbio, nessuna incertezza, forse anche nessun avversario. Quattro titoli mondiali di fila, record battuti (tranne le pole) vittorie a nastro è l'impressionante ruolino di marcia di Johnny Rea, il pilota che Biaggi definì "questo con una moto buona le vince tutte". La stima di un campione qual'è Max la dice lunga sul talento del nord irlandese mai sazio di vittorie come ha dimostrato ieri in Francia. Un anonimo Lavilla dice che Rea non è carismatico, come se Gregorio sapesse cosa vuol dire tale appellativo visti i suoi risultati in carriera. Rea e la Kawasaki dovrebbero essere catapultati anche per una volta in una gara della MotoGp, con il motore del Kawa libero e con le stesse gomme e vi garantisco che in tanti piangerebbero. In un attimo diventerebbe subito carismatico. Come definiresti un pilota ed una marca che avete deliberatamente "azzoppato", li avete fatti partire dietro ma nonostante ciò vincono tutto? Alla SBK non manca niente o forse mancano gli appassionati che la organizzano e dirigenti che dovrebbero stare più zitti. I Fratelli Flamini erano avanti luce rispetto ai dilettanti della Dorna! Ciliegina sulla torta forse il mondiale SBK passerà a SKY (a pagamento?) e gli darà la mazzata finale. Vedere sfrecciare la moto che abbiamo (magari) nei nostri garage è sempre una bella emozione per chi è appassionato e le diatribe se è meglio la Kawasaki o la Ducati hanno sempre appassionato i motociclisti. Ma oggi siamo nel mondo dei social e anche se vinci 4 titoli mondiali di seguito non sei considerato "carismatico". Certo se pensiamo che il carisma ce l'ha ancora chi non vince più niente dal 2009 non è che siamo messi bene. Rea lo possiamo considerare il Marquez dei nostri tempi eppure sembra che nessuno se ne sia accorto. Ha carisma un team manager che chiede di cambiare gli orari delle gare perchè le sue moto sono "cronopatiche"? 
Lode a Rea e alla Kawasaki sovrani di una terra di nessuno o almeno una terra di pochi ma buoni a differenza di altri regnanti, sovrani di un'arida pianura di scimmie urlanti (e ululanti)! 

lunedì 24 settembre 2018

Capitolo chiuso, #AragonGP 2018

Un fenomeno è quel pilota che ogni anno rinnova il suo modo di correre, adattandosi, combattendo, ragionando, evitando rischi inutili ed osando alla bisogna. Tutto questo è Marc Marquez dal 2013 ad oggi, fatta eccezione del 2015. Con un vantaggio abissale ieri Marc poteva di nuovo accontentarsi ma non lo ha fatto. Il suo più diretto avversario era li davanti e doveva mandargli un segnale e lo ha fatto su di una pista dove il rettilineo è lungo quasi un chilometro e conosciamo tutti le prestazioni della Ducati. Per questo la prestazione di Dovizioso è risultata ancora più grande anche se il binomio super moto - ottimo pilota niente ha potuto contro un fenomeno. Anche il terzo e quarto posto delle Suzuki (Iannone e Rins) assume il valore dell'impresa, visti i risultati degli altri. Menzione d'onore all'Aprilia sesta, ma un pò poco per la stagione. Petrucci con la stessa moto è finito dietro, Lorenzo è caduto alla prima curva. Imperioso Marquez e bravo Dovizioso che altro non potrà fare se non posticipare la vittoria di un mondiale saldamente nelle mani dello spagnolo. Mi piacerebbe parlare anche della crisi Yamaha ma mi limiterò a dire chi è causa del suo mal pianga se stesso. I super collaudatori che guidano sopra i problemi con mezzo secondo in più nel polso erano e sono oramai leggende perchè alla fine il tempo e la storia rivelano i fatti per quelli che sono stati. Dal 2007 ad oggi ogni anno i piloti hanno alzato l'asticella ad iniziare da Stoner, Rossi, Lorenzo, Marquez con Rossi fermo però al 2009 e solo due tra questi hanno cambiato casacca e vinto.
In Moto2 Binder ha portato in alto i colori della KTM (con motore Honda) colorando la giornata non felice di Oliveira che adesso accusa un ritardo di 19 punti da Bagnaia autore ieri di una bella gara. Bene anche Baldassarri terzo a completare un podio quasi tricolore.
Podio simile anche in Moto3 dove uno stratosferico Martin è partito salutando la scomoda compagnia di un gruppo che ha visto una griglia viziata da illustre penalizzazioni. Nonostante ciò alla fine sia Bezzecchi (secondo) che Bastianini (terzo) hanno portato a casa un ottimo risultato visto appunto la griglia non favorevole. 
Prossimo round in Thailandia, una pista già nota alla SBK e a qualche pilota MotoGp. Chissà se il reset del circuito possa servire a sparigliare un pò le carte in tavola, ma da quello che abbiamo visto oggi sembra un pò improbabile. 

martedì 11 settembre 2018

Sport, offese, fischi, regolamenti, marchette più varie ed eventuali, #misanogp

La bella giornata tricolore di Misano ci ha resi fieri dei nostri ragazzi anche se chi vi scrive non ha mai posto la bandiera davanti alla sportività e alla bellezza di un gesto sportivo, chiunque lo faccia.
Ieri però il motociclismo ha vissuto una brutta pagina di "antisportività" (termine che non reputo neanche troppo appropriato) sfociata nella follia da parte di un ragazzo, Fenati, che ha letteralmente "sbroccato" arrivando a fare quello che oramai tutti sanno (e visto). Indiscutibilmente il gesto di Fenati è da punire, come è avvenuto poco dopo, quando la direzione gara ha esposto, COME DA REGOLAMENTO, la bandiera nera per guida irresponsabile, bandiera esposta anche per l'altro pilota, Manzi, che aveva "bisticciato" per diversi passaggi con Fenati. Il gesto poi folle dell'ascolano che tocca deliberatamente il freno dell'avversario in pieno rettilineo non ha scusanti di sorta. Risultato finale 2 gare di squalifica straccio del contratto in essere con Foward e recissione del futuro contratto con MV sempre in Moto2, di fatto carriera finita. Personalmente mi fermerei qui visto che la vita, quella vissuta, si è già rivolta contro un ragazzo che pagherà il suo gesto per il resto della sua vita sportiva e privata. Lo straccio della licenza, caro Crutchlow, potevi evitarlo di dire, come tutti gli insulti e le minacce di morte che sono girate in queste ore, perfino Wikipedia ha visto modificare la voce Fenati da pilota a pilota - omicida (prontamente rimossa). 
Ma allora, visto che fate i giudici fermi, impettiti di fronte alla legge ed alla moralità, dove eravate nel 2015 quando un personaggio molto più famoso di Fenati dette un calcio ad un altro pilota facendolo addirittura cadere? Anche li la soluzione sarebbe stata facile COME DA REGOLAMENTO. E visto che il gesto era stato fatto da una bandiera del motociclismo come mai non ci sono state le stesse indignazioni di ieri? Calcio o toccata del freno hanno due pesi diversi? Ma le persone che ieri si sono indignate sono per caso le stesse che hanno impiccato i fantocci di Marquez e Lorenzo o quelle che fischiano? Di tutta la pletora urlante e giudicante di ieri l'unico che avrebbe dovuto mantenere un profilo più basso doveva essere proprio Rossi protagonista di quel calcio di tre anni fa che alla fine restò impunito in relazione ad un gesto anti sportivo. Invece ieri non solo ha puntato il dito contro Fenati ma ha preso la palla al balzo per giustificare il licenziamento di due anni fa dello stesso Fenati dal Team VR46. Nessuno, dei "giudici" di ieri, si scandalizzò per la pedata di Rossi a Marquez anzi, tentarono pure di giustificarlo. Rossi nel 2015 e ieri Fenati non hanno nessuna giustificazione se non l'applicazione del REGOLAMENTO e i relativi strascichi che per Rossi si sono limitati alla retrocessione all'ultimo posto nella gara successiva, per Fenati la radiazione (non scritta) dalle corse.
Quindi cortesemente chiudete pure le vostre bocche giudicanti e riempite i giornali e le tv di un sano motociclismo come la vittoria di ieri della pattuglia tricolore e imparate ad essere meno giudici ma più uomini visto che diversi di voi hanno corso in moto e non sono stati troppo degli stinchi di santo (con meno telecamere). L'episodio di Canepa durante le prove libere (analogo a quello di Fenati) ve lo siete già scordato? Caro Romano Fenati personalmente ti dico che sei stato una fava (alla fiorentina) e mi auguro che nel prosieguo della tua vita tu possa riflettere su quanto accaduto augurandoti che tu possa trovare la serenità per ritornare a correre, se vorrai....

Verde (Dalla Porta), Bianco (Bagnaia) Rosso (Dovizioso), #misanogp 2018

Tre colori, tre vittorie italiane sul circuito di Misano in una bella domenica di motociclismo con i soliti alti e bassi del pubblico fischiante e altri episodi che però non devono oscurare la prestazione di chi ha vinto. D'obbligo partire con la MotoGp e l'imperiosa vittoria di Andrea Dovizioso alla sua "prima" Misano da vincitore e lo ha fatto senza gomitate ma con caparbietà e abnegazione scommettendo su se stesso e sul rendimento della sua Ducati. Niente hanno potuto i 2 pluri campioni del mondo (11 titoli in due) Marquez e Lorenzo che nella loro faida interna hanno permesso al Dovi di creare un margine che poteva essere di sicurezza. E' anche vero che a 4 giri dalla fine i due campioni hanno messo il turbo ma la caduta di Lorenzo al penultimo giro ci ha privato di un (forse) finale in volata. Bravi comunque tutti e tre inarrivabili per tutti gli altri tranne che per un maturo Crutchlow arrivato non tanto distante dal trio meraviglia. Il resto della compagine dietro senza grossi sprazzi di luce se non una buona gara di Rins partito con gomme soft ma in grado di gestirle fino in fondo. 
In Moto2 Bagnaia fa gli onori di casa con una pole e una vittoria che lo vede allungare in classifica si un ottimo Olivera, ieri secondo, senza lasciarsi troppo intimidire dalla lucidità dell'italiano. Speriamo che possa essere così fino alla fine perchè entrambi si meritano tutte le attenzioni del caso.
Dalla Moto3 invece esce dal cilindro (per la prima volta) il nome di Dalla Porta alla sua prima mondiale per lo più davanti al suo pubblico. Vittoria di pochi millesimi, ma comunque iniezione di fiducia per il resto del campionato. Passo falso invece di Bezzecchi, non tanto per la caduta, ma per la poca lucidità di "non accontentarsi" come ha fatto Martin che poi è riuscito ad arrivare secondo attendendo ed evitando i guai che puntualmente si sono presentati al quinto giro con la carambola innescata da Masiah che ha visto coinvolti il povero Bastianini e Bulega (stranamente nelle prime posizioni).
Comunque a tutti e tre un grazie di cuore per questa bella pagina di motociclismo e questo breve post è per il mio personale ringraziamento evitando di oscurarvi con altre faccende che mi accingo ad analizzare in un altro post.

giovedì 30 agosto 2018

Ho cavalcato una Pantera @GTBicycles

....e se facessi una recensione su una bicicletta? Anni e anni passati sulle moto, su tutto ciò che avesse un motore a scoppio dove il minimo "cavallaggio" non è stato mai sotto i 100 cv, e oggi scrivo di una bici. Non è l'eta che avanza (oddio forse un pò anche quella) ma nuove tecnologie ci hanno messo a disposizione un nuovo mezzo di trasporto, divertente, pratico ed anche estremo: l'e-bike. Quanti di noi, alla chiamata dell'amico per una gita in fuori strada, hanno pensato: "oddio oggi mi tocca spolmonarmi per salire fino in cima?". In effetti la mountain bike è tanto bella quanto vuole vedere l'uomo (e il suo allenamento) in faccia. I nostri fisici, i nostri muscoli, non sono preparati per sforzi estremi come quello. E' inutile che, mentre state leggendo, esordiate con frasi del tipo "pensa per te!". Nessuno a nessuna età è preparato per salire pietraie o sentieri di montagna senza un ottima preparazione atletica! Ed è qui che "qualcuno" ha avuto la genialata di elettrificare le nostre mtb per facilitare la pedalata laddove si incominciano a vedere le porte del paradiso. Si perchè anche se c'è l'assist su un e-bike bisogna pedalare, non è che sia una passeggiata!! Bene, dopo questo preambolo dove verro messo alla gogna dai puristi ma amato da quelli come me, passo a descrivere la bicicletta (se me lo avessero detto 20 anni fa li avrei uccisi). GT Pantera Dash (come il fustino) è stata l'oggetto di questa prova che ho condotto per i sentieri fiorentini di Settignano e Fiesole. Al primo colpo d'occhio in sella balzano subito le possenti gomme denominate "plus" nate apposta per questo tipo di bici in quanto (a mio avviso) la pedalata sulle sconnessioni quali pietraie o scalini di radici è sicuramente più incisiva vista appunto l'assistenza del motore, ergo la necessità di una gomma più motociclistica. Sicuramente influisce anche il peso complessivo visto che la bici supera i 22 kg in aggiunta a "atleti" non tanto slim (io peso 100 kg) si arriva masse importanti che devono essere digerite in sicurezza. La Pantera è una front con una forcella "a molla" con un escursione da 120mm che la rende confortevole su percorsi poco accidentati e salite perdendo ovviamente nel down hill dove la mancanza di idraulica si fa sentire con l'aumento della velocità. Ma veniamo al cuore della Pantera uno Shimano Steps E6000 38T che mi riferiscono essere un pò datato e applicato spesso per city bike. Sicuramente, leggendo qua e la, troviamo unità molto più performanti e moderne ma va considerato che la Dash è una bike entry level per far avvicinare l'appassionato a questo nuovo mondo senza spendere cifre esose. Non avendo mai provato altri motori devo dire che mi è piaciuto molto perchè ho aggredito le salite più impervie senza grossi problemi, senza la necessità di scendere, tranne quando mi sono trovato in presenza di ostacoli importanti. Tre i livelli di assistenza che non so quantificare in watt ma posso dire che il massimo (high), con una buona gamba, viene utilizzato poco o nulla anche perchè in presenza di forti pendenze rischia di essere più di ostacolo che altro. Simpatica anche la funzione WALK da usare in caso di "spinta a mano" per uscire dal Golgota della salita. Pratico anche il display del controllo dell'unità con una serie di informazioni utili quale il residuo della batteria in tempo reale, la velocità, il tempo di utilizzo, rimanente etc. Freni rigorosamente a disco che fanno il oro sporco lavoro sopratutto in discesa, peraltro anche abbastanza modulabili (basta prendere confidenza con le leve). Tutta la guarnitura (termine che ho imparato in questi giorni) è Shimano sinonimo di garanzia, qualità e affidabilità. Per la mia prova, visti i percorsi e la velocità con la quale li ho affrontati, non ho sentito un gran bisogno di una sospensione posteriore anche perchè ho tenuto la pressione della gomma posteriore ad 1 bar che mi ha permesso di avere quella sensazione di "ammortizzamento" necessaria e gradevole. Sicuramente in questo nuovo mondo ciclistico la differenza tra modelli molto più costosi e la Pantera è marcata nell'utilizzo dei materiali, motore, sospensioni e altro, ma da motociclista ho avuto delle ottime impressioni e l'unico limite è stato quello umano e non tecnico. Una bici insomma a 360° che ti porta ovunque tu voglia ricordando che comunque bisogna pedalare sempre perchè il motore aiuta ma non "salva". Non ho capito molto bene il limite dei 25 km/h per il motore, visto che tanti ciclisti su strada viaggiano abbondantemente sopra i 30 km/h. La ritengo una norma medioevale atta solo a limitare un mondo che sempre più si sta espandendo, rendendo un nuovo modo di fare sport in luoghi fino ad oggi "inesplorati".
Unico neo il forcellino che regge il deragliatore posteriore di fattura un pò povera sia nel materiale che nello spessore, non in grado di sopportare le sollecitazioni di un impulso muscolare in aggiunta a quello elettrico. Sicuramente argomento di richiamo per i possessori della bici.
Upgrade: Sabato mi sono recato da ProBike Firenze (dove ho acquistato la bike) e mi hanno sostituito il forcellino prelevandolo da una bici imballata. Con mia sorpresa il supporto era diverso da quello in mio possesso, meglio strutturato, composto da una bielletta e un forcellino più corto. Ringrazio per l'operato lo staff di Probike che mi ha permesso di riavere la mia bici! Rimane il consiglio a GT di richiamare le bici con il forcellino "lungo".

lunedì 13 agosto 2018

Reb Bull ti mette le ali! #AustrianGP 2018

Peccato che il suo main sponsor sia una bibita concorrente (Monster) ma ieri Lorenzo deve aver bevuto molta Red Bull visto che il circuito è anche di proprietà della bevanda austriaca. Ieri Lorenzo si è nuovamente trasformato cambiando il suo personaggio (e la sua strategia di gara) passando da martillo a "predatore" in attesa, cuocendo la sua preda, un suo simile, quel gatto che corrisponde al nome di Marquez. Tutto bello in una gara (purtroppo) a tre fatta di ritmi veloci sin da subito con Marquez a imporre il ritmo e i due ducatisti ad inseguire. Poi a metà gara Lorenzo ha acceso la miccia e da li è iniziato il duello tra i due con Dovizioso leggermente attardato a guardare. Lorenzo-Ducati un binomio micidiale non tanto per la vittoria ma per la consapevolezza di essere tutt'uno con l'aggiunta del palmares del maiorchino che già viene rimpianto dalla tifoseria e che adesso lo vede terzo in classifica generale.
Quarto un ottimo Crutchlow seguito da un "opaco" Petrucci e da Rossi che ci ha messo una pezza sullo strano momento della Yamaha. Si perchè le scuse del Sabato, da parte del responsabile Yamaha, hanno stupito un pò tutti, inusuali per un azienda giapponese, pensando proprio ad Honda quando divorziò da Rossi. Evidentemente in questa MotoGp succede anche questo ma ciò non toglie che gli appassionati possano nutrire qualche dubbio. 
La Moto2 ci ha restituito Bagnaia alla vittoria dopo aver cucinato un ottimo Oliveira che ha condotto la gara dall'inizio fino alle ultime due curve, strategia perfetta che riporta l'italiano in vetta alla classifica. Terzo un ancor ottimo Marini confermando lo stato di crescita del pilota dello Sky Racing Team.
In Moto3 la vittoria è andata (finalmente) ad un ottimo Bezzecchi in testa dall'inizio fino alla fine ma un menzione d'onore la meritano anche Bastianini (secondo) autore di una rimonta dopo essere partito dalle retrovie, ma sopratutto Jorge Martin recentemente operato al polso e ieri autore di una gara da vero campione.
Prossimo round Silverstone con la speranza di un'altra gara asciutta per assistere ad una pagina di vero motociclismo fatto di parecchio gas e pochi discorsi e teatrini. Stay Tuned!

lunedì 6 agosto 2018

Una poltrona per tre, #CzechGP 2018

Nella terra delle belle figliole si è consumata una bella pagina di motociclismo vero, di passione, di conferme e di grossi dubbi. Si conferma un bel pilota Andrea Dovizioso a digiuno di vittorie (e di qualche gara sfortunata) riuscendo nel fine settimana perfetto, prima la pole e poi la vittoria in volata su signori piloti quale Lorenzo e Marquez, dopo una gara molto tattica visto le preoccupazioni sull'usura delle gomme. Un trenino stile moto 3 per 3/4 di gara senza un passo irresistibile per tutti fino a che Lorenzo non ha deciso di rompere gli indugi. A quel punto la gara si è ridotta a 3 con Lorenzo in grande spolvero, Dovizioso super attento, e un Marquez con l'occhio al campionato. Alla fine proprio il duello tra i futuri compagni di squadra, Lorenzo e Marquez, ha permesso a Dovizioso di prendere qualche metro che lo ha portato alla vittoria finale, bella, maschia, corretta. Marquez si sarà accontentato? Intanto ha allungato in classifica su Rossi che anche ieri porta a casa un ottimo 4 posto ancora alle prese con una moto che a lui non piace ma che gli permette di essere ancora secondo in campionato. Grossi dubbi invece sulla gestione sportiva del Team Ducati che vede nascere oggi i frutti di un investimento che a fine stagione purtroppo si esaurirà. Ducati pensava di vincere subito col maiorchino senza però ricordarsi che nessuno, dopo Stoner, ci è mai riuscito. Lorenzo ha dimostrato che il mezzo c'è e con un buon metodo di lavoro un pilota può arrivare a vincere anche dopo un anno. Ma questa oramai è accademia e la frittata è fatta.
In Moto 2 un ottimo Olivera si prende la vittoria e la testa della classifica ma la sorpresa del giorno è Luca Marini che sembra essersi sbloccato, dopo la pole, anche nella gestione della gara condotta in maniera matura e senza strafare. Bagnaia arriva terzo ma un pò poco combattente. Vedremo.
La Moto3 ci ha come sempre riservato un bel trenino fino alla fine dove l'ha spuntata il nostro bravo Diggia dopo una gara che ha visto cambiare la testa della corsa curva dopo curva. Delude un pò Bezzecchi che non ha approfittato dello stop di Martin, ma alla fine punti importanti che lo lanciano in testa alla classifica generale.
Prossima settimana Zeltweg pista Ducati e pista Dovizioso con l'incognita Lorenzo e il dubbio di cosa passerà nella testa al capoclassifica Marquez. Si limiterà a marcare Rossi o a combattere?

lunedì 16 luglio 2018

La nona sinfonia di Marquez Beethoven, #GermanGP 2018

Era scritto nel destino o forse no, difficile però non pronosticare la nona sinfonia di Marquez Beethoven in un circuito a lui più che congeniale. Eppure le premesse parevano dargli meno chances dopo una pole risicata ma invece non ha resistito neanche questa volta. Troppo ghiotto il piatto da non poterlo consumare. Gara presso che perfetta sotto tutti i punti di vista: gioco, partita, incontro. Che dire di più? Ah, che Marquez ha poi festeggiato in una tribuna ricca di cappellini gialli e che non è successo nulla? E nel giorno dei wurstel alla spagnola al tavolo di Re Marc si siede il vecchio Re Rossi il quale, a dispetto di tutte le voci e crisi (Yamaha) si porta a casa un secondo posto che vale oro davanti al suo compagno di squadra che dapprima si incarta riuscendo a sbrogliarsi sul finale della gara. Di Rossi posso dire che mi piace molto più adesso come pilota che quello di qualche anno fa. Oggi è secondo nel mondiale lottando con una compagine di piloti tosta e pluri titolata condizione meno facile rispetto agli avversari di un tempo. E Ducati? Da applausi il buon Bautista (quinto) che ha annusato gli scarichi di Petrucci (quarto) ma che ha avuto il piacere di mettersi dietro sia Lorenzo (sesto) che Dovizioso, in completa "confusione" dopo aver firmato il rinnovo con la stessa Ducati. Fatto è che ora Rossi insegue a 46 lunghezze Marquez mentre il Dovi è a -77 un pò troppo per poter sperare di ripetere l'anno magico 2017. MotoGp che ci ha offerto un week end che ha visto Dany Pedrosa salutare la curva, senza neanche uno stralcio di proposta decente per un pilota del suo calibro. Contenti loro... 
La Moto2 vede Binder salire per la prima volta sul gradino più alto del podio (dopo aver firmato il rinnovo con KTM) seguito da un sempre più convincente Mir e dal primo podio di Marini giunto ad assaggiare le bollicine dello spumante un pò in ritardo rispetto alle premesse. Bagniaia sfortunato e fortunato a non rimanere coinvolto nella caduta di Pasini sempre molto veloce ma anche molto discontinuo. Peccato.
In Moto3 Martin continua a farla da padrone segnando pole position e gare intelligenti alle quali solo Bezzecchi riesce a rispondere e a seguirlo in campionato. Il resto del gruppo, ad iniziare da Bastianini, troppo discontinuo per poter cercare di attaccare il forte pilota spagnolo.
Prossimo round BRNO crocevia fondamentale (se non piove) per capire se c'è ancora margine di ripresa (pista molto simile al Mugello e Barcellona), oppure se il primo degli ultimi (cit), Rossi, sarà ancora a comandare questa nutrita pattuglia di poco convinti inseguitori.

lunedì 18 giugno 2018

Datemi un martello e... #CatalanGp 2018

Il fabbro Lorenzo si è ripetuto. Dopo il Mugello si è preso anche Barcellona, pista molto simile ma dal risultato non tanto scontato. Questo giro lo ha fatto prendendosi anche la pole position in maniera quasi imbarazzante, alla Lorenzo appunto. Paradossalmente per un pilota che risorge un altro si impantana cadendo rovinosamente a terra e gettando alle ortiche l'ottimo lavoro fatto fin qui. Dovizioso infatti, dopo la firma e dopo essersi lasciato andare a dichiarazioni discutibili (a mio modesto avviso) ha perso quella lucidità che lo aveva portato al titolo di vice campione del mondo ma sopratutto ha perso quella saggezza che aveva sempre dimostrato. Sarebbe stato bello vederti sotto il podio ad applaudire il tuo compagno di squadra, come lui ha fatto con te l'anno scorso, ma oramai sei infilato in quel meccanismo di belligeranza innescato da Ciabatti. Cosa succederà nel prosieguo del campionato non ci è dato saperlo ma fossi in Audi un bel cambio al vertice lo farei. Nel giorno di Lorenzo, Marquez fa il ragioniere e il dubbio che lo abbia fatto per la caduta di Dovizioso non ci verrà mai tolto, fatto sta che il funambolo spagnolo il Sabato ci ha dato un'altra grande prova di equilibrismo e incoscienza che rimarrà negli annali. Terzo ieri come al Mugello l'inossidabile Rossi autore di una gara furba, concreta, degna di un campione del suo calibro, relegando i compagni di marca nelle retrovie. Lui si dice non soddisfatto ma intanto è a -27 dalla vetta e sopratutto più avanti rispetto a Vinales. Dietro si è rivisto Cructhlow quarto che ha regolato un partente (da Honda) Pedrosa, davanti a Vinales e Zarko e il futuro ducatista in rosso Petrucci. 
Considerazioni ne potrei fare tante specialmente sulle strategie Ducati ma preferisco far parlare i fatti che fare come tanti pseudo giornalisti che danno solo fiato alla bocca.
In Moto2 abbiamo assistito alla prima vittoria di Quartararo che ha fatto il Lorenzo della situazione stroncando le velleità degli avversari a suon di giri veloci e una bella guida che nulla hanno potuto il buon Oliveira e Marquez. Sembrava incolore la gara di Bagnaia quando al parco chiuso i tecnici hanno svelato il mistero di una gomma difettosa.
Bastianini si sblocca finalmente in Moto3 alla sua prima vittoria con il team Leopard dopo una gara tattica che lo ha visto studiare gli avversari fino all'ultimo giro per poi scappare. Sul podio con lui Bezzecchi sempre più leader nel mondiale, visto anche lo zero di Martin caduto.
Una curiosità del GP di ieri: i piloti partiti dalla pole position hanno poi vinto la gara.
Prossimo round Assen (si correrà di domenica) con la speranza di tempo buono per continuare a vedere i reali valori in campo e per sentire lo scricchiolio tipico di chi si mangia le unghie (il sarcasmo ci sta tutto).

mercoledì 6 giugno 2018

Le discutibili strategie di Ducati

Una cosa brutta del motociclismo è l'abitudine, oramai conclamata da tempo, di chiudere i contratti a inizio stagione o addirittura dopo 2 o 3 gare. E' vero che l'esigenze son cambiate, le programmazioni, gli sponsor, ma almeno una regola andrebbe data. E' ormai di dominio pubblico l'imminente passaggio di Jorge Lorenzo da Ducati a Honda Repsol di fatto andando a costituire uno dei più forti Team degli ultimi 30 anni di motociclismo. Non sappiamo le motivazioni di quelle esternazione di Lorenzo all'indomani della vittoria al Mugello, ma sicuramente qualcosa non ha funzionato. Pur essendo un'ammiratore di Andrea Dovizioso, per tutte le sue caratteristiche di uomo e di pilota, va sottolineato che Dovizioso non è Lorenzo anche se in quest'ultimo anno e mezzo è esploso con delle belle vittorie proprio sul numero uno Marc Marquez. Un'errore simile Ducati lo ha già commesso con Stoner nel 2010, quando decisero di ingaggiare Rossi al posto dell'unico pilota che aveva fatto volare la Ducati. Lorenzo non è Casey ma rimane un signor pilota e se Ducati pensa di poter vincere un mondiale con la coppia Dovizioso-Petrucci secondo me sbaglia di grosso. Lorenzo in un anno e mezzo ha portato qualche podio e una sola vittoria a fronte di un ingaggio di 24 milioni di euro, ma casualmente con il suo arrivo Dovizioso ha iniziato a vincere. Coincidenze? Intanto bisognerà vedere cosa farà Jorge nel prosieguo del campionato, sicuramente farà di tutto per marcare il territorio levandosi dei macigni sopratutto nei confronti dell'AD Domenicali, il quale non ha avuto belle parole verso un 5 volte campione del mondo. Crede davvero l'AD che Petrucci possa essere la svolta? Io lo auguro al simpatico pilota ternano ma vincere un mondiale non è come vincere una gara. Con Lorenzo in Honda le cose si complicano un pò per tutti sulla carta perchè Honda non è Ducati avendo una reattività diversa alle esigenze dei piloti. Lorenzo non è Marquez ma nemmeno Pedrosa e sarà interessante vederlo in azione sulla RCV. L'unica salvezza certa di Ducati potrebbe essere il ritorno di Stoner ma Casey ha già più volte ribadito il suo niet anche se, leggendo il suo libro, qualcosa non mi torna... Tutto questo lo scopriremo solo vivendo, con la speranza che questi scossoni di mercato possano già influire sull'andamento di questo campionato.

lunedì 4 giugno 2018

La prima di Lorenzo (la sesta al #MugelloGP )

Lorenzo finalmente! Dopo un anno e mezzo di tribolazioni è arrivata la vittoria numero uno del campione spagnolo su Ducati. Una vittoria del maiorchino mancava agli appassionati (non ai tifosi) perchè Lorenzo, che piaccia o no, è sempre un signor pilota con 5 titoli di Campione del mondo alle spalle. Ha vinto alla sua maniera stroncando gli avversari uno ad uno con la sua guida "alla Biaggi". Aveva chiesto una moto ergonomicamente migliore per vincere e così è stato. A fine gara però Jorge si è tolto diversi sassolini dalle scarpe e quello più grosso è rappresentato da un non tanto velato addio alla Ducati. Cosa non ha funzionato forse lo sapremo in futuro ma a mio modesto avviso a Borgo Panigale dovranno rivedere molto le strategie di gestione della squadra corse. I numeri parlano chiaro: Lorenzo è stato il primo pilota dopo Stoner a vincere nel minor tempo possibile con Ducati com'è anche vero che da quando è andato via in Yamaha la casa giapponese non ha più vinto nulla. Freddi numeri ma realtà dei fatti. Lasciarlo andare via significa mettersi contro un signor pilota su di una moto dove ha già vinto, l'unico nell'era Marquez. Paradossalmente in Ducati dovrebbero augurarsi che la gara di ieri sia solo una vittoria isolata perchè altrimenti qualcuno dovrà riflettere. 
Alla splendida vittoria di Lorenzo fa da cornice la pole e record della pista di Valentino Rossi a digiuno da tanto tempo che ha poi saputo conclamare con un ottimo terzo posto in gara. Pole di Rossi e impennata di presenze in autodromo un equazione cara a Don Ezpeleta . Sorride amaro invece Dovizioso, ieri secondo con un brivido nel finale, che completa l'uno-due Ducati. Il forlivese forse sperava in qualcosa di più ma ieri ha dovuto fare i conti con il suo scomodo compagno di squadra. Nella rossa giornata di Ducati stona la caduta del funambolico Marquez scivolato di anteriore alla Scarperia, nonostante il suo tentativo di raddrizzare la moto con ginocchio, gomito e qualche santo. Uno zero che incide sulla classifica generale che vede salire Rossi al secondo posto a 23 lunghezze di ritardo ma a mio avviso non sufficienti per impensierire il fenomeno di Cervera. 
Ad un Rossi che brilla si annovera la debacle Yamaha con Vinales e Zarko mai in partita per il fine settimana, con lo spagnolo che si lamenta di continuo per il mancato supporto da parte Yamaha. Che sia un preludio all'arrivo di Lorenzo? Trovano scampoli di gloria anche le Suzuki quarta e quinta e abbastanza toniche sul lungo rettilineo del Mugello. Nella gara di casa non brilla neanche Petrucci il quale, dopo un contatto con Marquez alla Luco si ritrova a dover remare dalle retrovie segnando anche il giro veloce in gara. 
Prossimo round Barcellona, pista molto simile al Mugello dove avremo sicuramente delle conferme sull'andamento di questo "strano" mondiale segnato da questa mania di voler chiudere i contratti sin dall'inizio che minano un pò gli equilibri all'interno dei team. Nota stonata come sempre il pubblico becero e fischiante che con il motociclismo poco ha a che fare. Stay tuned!

giovedì 31 maggio 2018

Radio Mitology, tanta voglia di passato #RadioMitology

Chi ha detto che andare avanti nel tempo sia un progresso? Il tempo in cui viviamo non sembra neanche essere più un tempo reale, ma non perchè non è il nostro, ma perchè sembra che non sia più di nessuno. Tempo fa durante le prove della band un ragazzo del 1998 mi confessò che gli sarebbe piaciuto vivere negli anni 80, come abbiamo fatto un pò tutti noi nati negli anni 60. Mi ha detto che ascolta le musiche di suo padre che paragonate a quelle dei giorni nostri (e sua) sono avanti anni luce, sia nella fattura che nell'anima. Oggi il panorama musicale non è tutto da buttare ma bisogna porgere l'orecchio ai grandi nomi per ascoltare qualcosa di decente. E nella zona di Firenze e limitrofi ci viene in aiuto Radio Mitology, una radio che ha nel suo nome lo spirito che la incarna, ovvero catapultare l'ascoltatore indietro nel tempo con le musiche degli anni 70-80-90. Non essendo un grosso ascoltatore di radio (dopo un pò mi viene a noia) devo dire che la programmazione musicale mi allieta le giornate e mi riporta indietro nel tempo. Paradossalmente è come se il tempo stesso non fosse mai passato. La cosa buffa è che in diversi posti e uffici tutti ascoltano quella radio e tutti mi dicono la stessa cosa. Questo però ci da la misura che oggi qualcosa non quadri in questo tempo moderno dove sembra (e dico sembra) che tutto funzioni, tutto sia sotto controllo, tutto sia perfetto. A mio avviso le sonorità di Radio Mitology ci riportano a un tempo dove tutto realmente funzionava e dove tutto era più semplice, dove i social erano i bar o le compagnie alla panchina dei giardini. Se si fissava alle 20.00 le 20.00 erano senza una miriade di telefonate e messaggi vari. Eravamo intenditori solo del campo che ci interessava, ma non eravamo medici, avvocati, meccanici o costituzionalisti. Eravamo allenatori, quello si, ma quello lo siamo anche oggi. Alzi la mano chi sulle note di YMCA non muove il dito e il braccio da una parte all'altra del corpo. Alzi una mano chi non sa dov'è il castello se il lupo è ululì. Quali sono i tormentoni di oggi? E le musiche? Cosa ci rimarrà di questi anni? A noi ci sono restati gli anni 80, e abbiamo scattato forse meno fotografie ma sicuramente più indelebili.