venerdì 3 aprile 2015

Il rispetto

"Non c'è più rispetto neanche tra di noi" cantava Zucchero qualche tempo fa, ma anche senza scomodare il cantante emiliano basta guardarsi intorno per capire che il rispetto è diventato oramai una forma arcaica di comportamento. Se ci pensiamo bene il rispetto è tutto ciò che lega la nostra società, le nostre azioni quotidiane, i nostri rapporti con gli altri. Se per esempio non avessimo rispetto per la natura (e molti non lo hanno) il nostro mondo (e in parte già lo è) sarebbe una pattumiera. Se non porti rispetto alle cose esse si rompono prima, se non rispetti delle regole vivremmo nell'anarchia e via dicendo. Al pari di tutto questo esiste anche il rispetto per le persone, vero motore della nostra società formata da individui pensanti (quasi). Ma nell'era di internet il rispetto è andato a farsi benedire perchè oggi noi siamo degli individui tuttologi, abbiamo la cognizione totale del mondo che ci circonda. Per farvi un esempio oggi siamo tutti avvocati, tutti dottori e tutti meccanici. Oggi le famiglie non sono più quelle canoniche ma la maggior parte sono "allargate", i tribunali sono pieni di avvocati per discutere i divorzi. E poi ci stupiamo se uno stato come il nostro decide di sostituire i nomi babbo e mamma con genitore 1 e genitore 2. Mancando il rispetto per le persone si creano degli ibridi, si crea il vuoto morale, il vuoto degli ideali. E allora possiamo parlare di evoluzione o involuzione? Fino a poco tempo fa usavamo il VOI verso i nostri padri e i nonni, adesso esiste il "fanculo" che non è propriamente uguale. Nel caotico traffico cittadino alla prima disputa per una manovra errata gli automobilisti diventano come cani nelle gabbie, urlando contro un finestrino chiuso verso un altro finestrino chiuso, quasi si riesce a percepire la bava che scende dalle loro bocche. Il buongiorno, il grazie, l'accortezza di alzarsi per offrire il posto ad un anziano oramai fanno parte dei ricordi. Oggi viaggiamo per strada con la testa sul telefono. Abbiamo 630 "amici" su facebook ma quando ci incontriamo non abbiamo nulla da dirsi. Non abbiamo talmente più rispetto per noi stessi che ci scambiamo con la nostra identità virtuale, il nostro avatar che spesso è rappresentato con fotografie di persone sorridenti quando in realtà siamo tristi e soli. Per carità, do ancora delle chances all'essere umano, perchè credo che ci sia ancora tanta potenzialità per questo parassita che vive su questo pianeta, però vorrei suggerigli di fare un passo indietro e di ripartire da leggere un libro ogni tanto invece che contare i "mi piace" delle foto, di aprire conflittualità per sms, di scrivere un diario sulle proprie sensazioni, di cercare di avere un pò più di rispetto per l'interno di noi stessi e non per l'involucro che ci contiene. Lo stesso rispetto poi da infondere nei nostri figli affinchè siano proprio loro ad alzarsi un domani da una sedia per lasciare il posto ad un vecchio anziano come il loro padre. Ma voi, folli lettori di questo blog, quanto rispetto avete per voi stessi e per gli altri?

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