Gli aborigeni australiani dicono che la terra non è dell'uomo ma l'uomo è della terra. Detta così può sembrare una banalità ma il significato nasconde una saggezza che oggi sembra (anche senza sembra) abbiamo perso. Microscopiche vite "come pulci dello stesso cane", vissute nell'affannarsi in cerca di affermazioni per poi essere cancellate e perfino dimenticate in un attimo. Pochi sono gli uomini che hanno fatto la storia del mondo, miliardi che lo hanno occupato abusivamente. Panta rei dicevano i latini, come l'acqua del fiume, come la risacca del mare sul bagnasciuga. Le impronte degli uomini cancellate in una, due tre passate, per poi essere impresse ancora da altri uomini e così via. Ma il mare è sempre li gli uomini no. Lo spettacolo del tramonto avviene da millenni eppure noi lo guardiamo come se fosse "nostro". Invece è il tramonto che guarda noi, che ci guarda quando camminiamo a 4 zampe sulla sabbia, che ci guarda quando ci diamo il primo bacio, che ci guarda quando ad andatura lenta percorriamo quei pochi metri di terreno sabbioso. Di quelle impronte resta un breve ricordo come la nostra breve vita su questo pianeta. Eppure uomini "potenti" ogni giorno tentanto di sopraffare i più deboli, fanno scatenare guerre, anche mondiali, ma della loro storia non ne rimarrà che un cattivo o un brutto ricordo. Le opere degli uomini giusti rimangono nei secoli, penso al Davide di Michelangelo, alle Piramidi di Giza e solo gli uomini piccoli e invidiosi possono distruggere ciò che l'ingegno di uomini straordinari ha creato. Cammino e mi volto indietro e le mie impronte non ci sono più. Non mi resta che godermi questa lunga passeggiata in riva al mare...
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