
Non so se in Portogallo ci sono le tigri, ma ieri a Portimao, se ne è vista una blu col numero 19 sulla carena, che in silenzio ha vinto il campionato del mondo Superbike al suo esordio. Il suo nome è Ben Spies nato di fronte alla pista portoghese, 6000 km circa più a ovest, ed ha stroncato tutti i pronostici battendo il favorito, il vecchio Haga sulla regina delle due ruote, la Ducati. Prima manches entusiasmante con il texano che ha voluto vincere a dispetto di avversari come Rea e il mai domo Biaggi, che lo hanno seguito ma mai raggiunto. Nella seconda manche il buon Ben si è accontentato di una calcolatrice per non buttare il mondiale alle ortiche, e si è limitiato a controllare la posizione di Haga per avere la vittoria in tasca. Ci dispiace molto per il giapponese, ma per essere campioni occorre ben (scusate il gioco di parole) altro che gettare il cuore oltre l'ostacolo, e si sa che il generoso Haga l'ha sempre fatto. Adesso attendiamo Valencia per il ri-debutto di Spies sulla Yamaha, ricordando che se il talento c'è, qualche anno fa un signore di professione carrozziere, certo Troy Bayliss, prese il Desmosedici e strapazzò tutta la combriccola dei fenomeni, essendo fenomeno anche lui...
Dall'altra parte del mondo, per chi non se ne fosse accorto, le tigri (sempre poche) hanno ruggito veramente, ed hanno i nomi di Stonerkan e Rossikan, che hanno sancito, se mai ce ne fosse stato bisogno, che in motogp per vincere bisogna fare meglio di loro, Lorenzo e Pedrosa compresi. L'australiano molto sportivamente ha riconosciuto la sconfitta nel campionato senza troppi se e ma, un vero campione anche di sportività, oltre che di talento, pensando al fatto che ha rifilato 15 secondi al secondo. 70 punti in tre gare fanno di lui il vero avversario di sempre di Valentino, che senza quello stop forzato forse dovevamo attendere l'ultima gara... Ma va bene così, perchè ieri la Malesia ci ha regalato il nono titolo del Dott.Rossi, 31 enne e sempre assetato di vittorie, relegandolo, forse, nell'olimpo dei più grandi se non il più grande. Personalmente evito queste disquisizioni, perchè ogni epoca ha i suoi campioni e tutti sono degni di nota, però, tra i grandi, forse lui è davvero il più grande...
Una piccola finestra sulla 250 la merita Aoyama, erede del grande Kato, che sulla stessa moto, un pò più aggiornata, ha fatto un garone e ha ipoteticamente messo il sigillo su un campionato molto combattuto, dove chi ha vinto, o vincerà, ha fatto pochissimi errori. Al suo numero manca il 7 per essere come il compianto Daijiro, ma sono contento lo stesso perchè sulla sua spalla sx e nel suo cuore c'è sempre il pensiero al compianto campione giapponese.
Arrivederci a Valencia!