
Un romano in America sarebbe stato un titolo più adatto, ma per le due vittorie di Max Biaggi sul circuito americano di Salt Lake City, un tantino va riconosciuto il merito della sfortuna di un altro grande protagonista Carlos Checa. Infatti lo spagnolo in entrambe le manches è stato tradito dalla sua Ducati del Team Althea per guasti elettrici, triste epilogo di un fine settimana sempre in testa. Questo ha permesso al corsaro di trovarsi li, in seconda posizione e di approfittarne rendendo l'onore delle armi allo sfortunato pilota iberico. Come dice giustamente Max se non ero secondo primo non arrivavo, e questo la dice lunga sull'ottimo stato di forma sia del pilota che dell'Aprilia, sempre più competitiva anche se guidata dalla sua seconda guida Camier. Una caduta nella seconda manches ha compromesso la posizione in vetta alla classifica di Haslam, sempre più maturo, sempre più veloce, capace di uccellare in una sola staccata due piloti nella prima manche arrivando secondo, per poi cadere con un highside nella seconda nel tentativo di recuperare una cattiva partenza. Non ha colpe il pilota britannico, se non quella di non aver saputo aspettare, Ma si sa, la foga dei campioni è anche questa, e a noi piacciono i piloti che non si risparmiano. Un pò di risparmio invece lo dovrebbe fare Johnny Rea caduto nella prima manches e un pò perso nella seconda. Un Haga terzo ha un pò risollevato le sorti della Ducati che ha definitivamente perduto Fabrizio e spera nel ritorno del carrozziere Bayliss per tentare di rimettere le ruote sul gradino più alto del podio. Mi farebbe molto piacere ritrovare l'immenso Troy sulla rossa (e bianca) ma in Ducati hanno un ottimo pilota nel team satellite, Checa, e non vedo per quale ragione non lo debbano supportare in toto affidandogli del materiale ufficiale... Mah!!! Certo quest'anno in Ducati hanno proprio manie suicide, basti vedere la fine che hanno fatto fare al povero Stoner, che al Mugello cercherà di staccare l'ultimo biglietto utile prima di perdere il treno definitivo.
Una dolente nota arriva dal cosiddetto vivaio motociclistico italiano. Domenica si è corsa anche la seconda prova del trofeo Honda Hornet a Misano, che vede il Lorenzo Segoni leader, avendo vinto il primo round a Franciacorta. Segoni si è imposto magistralmente anche nel secondo round ai danni del pilota e portacolori della casa nipponica Zerbo, il quale dopo una bella battaglia fino all'ultimo giro, Segoni l'ha infilato al Carro e poco ha potuto fare se non seguirlo fino al traguardo. Fin qui tutto regolare, se non che al rientro Zerbo firma subito un reclamo ai commissari per una presunta velocità di punta della Honda di Segoni troppo "elevata". Regolamento vuole che in fase di reclamo venga esaminata la moto fin'anche allo smontaggio della stessa per una verifica completa delle parti meccaniche. Nel mentre vengono fuori i dati della telemetria dove la Honda "ufficiale" di Zerbo ha fatto segnare i 219 km/h ai danni della moto di Segoni che veniva rilevata soltanto a 206 km/h. A quel punto gli stessi commissari, pressati anche dai meccanici del vincitore, hanno chiesto la verifica della moto di Zerbo che, guardacaso, risultava essere "maneggiata" nella testa, sedi valvole, colore marrone del carburante usato (benzina speciale) a differenza della moto del Segoni perfettamente in linea con le direttive del trofeo. Ad assistere il tutto Carlo Florenzano, responsabile Racing Honda Italia, il quale di solito, intervistato dopo i Gran Premi, è il primo fautore nel dire che in Italia mancano un pò gli incentivi per i giovani a formare un vivaio per contrastare l'arrembante armata spagnola. Esito della vicenda, chiara sotto gli occhi di tutti quindi anche dei commissari FMI, che altro non hanno fatto che accertare le irregolarità, è stato che Florenzano ha deciso di spedire il materiale alla Honda Italia per la verifica, quando in realtà tecnici e meccanici Honda erano, e sono presenti nel paddok a supporto proprio del trofeo. Fino ad oggi non sappiamo se a Zerbo verrà inflitta una squalifica o meno, certo è che se la cosa capitava ad un altro team, le cose sarebbero andate diversamente e i provvedimenti presi nell'immediatezza del fatto. Lorenzo Segoni non ha niente da chiedere è stato uno dei giovani promettenti 10 anni fa, ed oggi si diletta nelle gare e trofei, impersonando la lepre per chi si vuole affacciare alle corse. Ma sono proprio atteggiamenti poco chiari come quelli citati sopra che non hanno dato possibilità ai piloti più giovani di emergere, ai piloti più meritevoli, a quelli veramente più veloci. Oggi conta solo la dote in denaro che ti porti dietro, e i risultati si vedono, Canepa docet. I veri campioni non vincono perchè hanno i soldi, ma vincono perchè sono i più forti, e se in Italia non sappiamo valorizzare questo, allora bisognerà sperare nella longevità di Biaggi o di Rossi, perchè all'orizzonte non si vede più nessuno, o se si vede qualcuno non batte certo bandiera italiana...