Non fateci la morale, grazie! Il popolo motociclista, e nello specifico chi frequenta gli autodromi di tutto il mondo, non vuole morale ne moralisti. Noi siamo fatti così, siamo motociclisti e ci piace vivere questa dimensione che ha a che fare con il rischio ma anche con una nostra filosofia di vita. Quando muore un ragazzo di 25 anni, nell'intento di fare la cosa che più ama, non è ne un coglione ne un eroe ma più semplicemente è un motociclista della miglior specie. Aprire la sera i tg con immagini catastrofiche dei vari incidenti che hanno coinvolto piloti professionisti, da un immagine sbagliata di quello che non è il motociclismo. Gli sport motoristici vengono vissuti dentro un universo parallelo che si apre agli occhi del pilota quando questo chiude la visiera e sfreccia via veloce come il vento. Ognuno di noi sa il rischio che corre quando usciamo dai box per danzare tra le curve di un autodromo. Tutti, amatori e professionisti anzi, i professionisti hanno benissimo chiaro quello che vogliono, la manopola del gas e andare più forte degli altri. Perdonatemi ma tutto il resto sono solo cazzate e demagogia. La morale fatela a chi fa le risse durante una partita, fatela ai manifestanti che sfasciano tutti e tutto, fatela ai calciatori che cadono come pere cotte se soltanto sfiorati. Noi siamo diversi e lasciateci onorare i nostri ragazzi che sono volati verso il mondo dei più. Lasciateci onorarli e ricordarli così, non veniteci a raccontare o dire altro. Se i giornalisti che si riempiono la bocca di titoli e paroloni si avvicinassero in punta di piedi nel nostro mondo, forse capirebbero che i ragazzi che corrono, sono già uomini formati nonostante la loro giovane età. Solo allora potrebbero scrivere delle gesta straordinarie oppure ricordare nella parola di un semplice "ciao" uno che la prossima gara non ci sarà più. Continuate a scrivere delle vostre signorine con le scarpe da calcio ma lasciate in pace i nostri piloti!!!
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