sabato 4 giugno 2016

Il senso di chiudere la stalla... #motogpcatalogna2016

...dopo che sono scappati i buoi. Che il nostro sport sia pericoloso non v'è dubbio. Però anche andare sulle strade è pericoloso. Kato a Suzuka, Tomizawa a Misano, Simoncelli a Sepang e via discorrendo. Morti che si potevano evitare? Non si corre più a Suzuka per la MotoGp ma si corre la 8 ore. Quindi Suzuka è pericoloso o no? Ieri a Barcellona si è consumato l'ennesimo lutto del nostro meraviglioso sport. Un ragazzo di 24 anni, Luis Salom, è deceduto per le ferite riportate a seguito dell'impatto contro gli air fance e la sua moto. Poche ore dopo la Safety Commission decideva di utilizzare il tracciato della F1 utilizzando due modifiche che rallenterebbero la velocità. Ma allora perchè si è corso con l'altro "disegno"? Era realmente pericoloso? Se non ci scappava il morto nessuno avrebbe detto nulla. Allora perchè questa modifica? E se non ci fossero state alternative? Come sempre l'uomo è alla ricerca di un paracadute ma trattandosi di sport estremi l'imponderabile è sempre dietro l'angolo. Il povero Simoncelli se non fosse stato (incolpevolmente) travolto da Rossi e da Edwars avrebbe tirato due Madonne e non si sarebbe neanche fatto un graffio, come fu anche per Tomizawa: Doriano Romboni è morto in una pista di supermotard in una gara spettacolo, quindi di cosa stiamo parlando? Modificare il layout di un tracciato all'ultimo minuto significa non accettare il fato del nostro sport e questo nessuno lo potrà mai controllare. Andando indietro nel tempo Angelo Bergamonti è morto in una giornata super piovosa in un circuito cittadino per una capocciata sullo spigolo di un marciapiede. 10 centimetri più a lato e avrebbe mangiato una balla di fieno e sarebbe qui a raccontarci storie di moto. I guardrail di Monza che ci hanno portato via Saarinen e Pasolini non ci sono più, così come sono state aggiunte delle chicane ma ciò non vuol dire che a Monza non si muoia più. Modificare la pista a seguito di una morte improvvisa significa non aver capito la filosofia e lo spirito di questo sport. Capirossi una volta disse: "ad ogni curva sappiamo che rischiamo la vita, ma ad ogni giro quella stessa curva cerchiamo di farla sempre più forte", oppure Simoncelli che il giorno prima del fatale incidente dichiarò "che nella vita avrei fatto solo questo lavoro, il lavoro più bello del mondo". E' giusto rendere le piste più sicure come è stato fatto ma è ingiusto e infantile non calcolare che queste sono le corse fatte di bellezza e a volte, oggi raramente, di qualche tragedia. Ciao ragazzi, vegliate sempre su di noi.

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