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sabato 24 luglio 2010

Max and the City (puntata n°...boh)


Per la rubrica Dillo a Max, siamo di nuovo a parlare di rapporti personali interni, esterni ed oltre. Si perchè l'evoluzione sociale della specie, quella descritta magistralmente da Billy Wilder in "Quando la moglie è in vacanza", sopratutto con l'avvento dell'estate, porta sempre l'uomo e la donna, ad inevitabili incontri serali pre o post cena, nel vano tentativo di fare nuove conoscenze fino alla più remota ipotesi di "farci qualcosa". L'atavica reticenza a socializzare della donna fiorentina in città non coincide con l'immagine tanto descritta da amici di fuori città per non parlare dell'estero, come un animale da sesso puro, dove per un strano ma plausibile motivo, si trasforma da schiva a bongustaia della fauna maschile locale. Questo ha portato al fenomeno delle donne dell'est o cubane, le quali, spinte più da una fame economica che sessuale, si sono sorbite tutti i ragionieri e commercialisti ed anche qualche avvocato, rifiutati in maniera brutale dalla donna locale, troppo presa alla conservazione della propria immagine di donna ferma con i propri principi. E così mi tornano in mente le parole della canzone "tutti quanti col bicchiere in mano" la sera, nei locali all'aperto, dove alle tempeste tropicali si contrappongono le tempeste ormonali di tutti, seduti o in piedi, alla ricerca di una remota chance per portare a casa il risultato. L'altro giorno chiesi ad un amico, la cui moglie è al mare con i figli, com'era andata la notte brava in un noto locale fiorentino molto in voga ultimamente. La risposta è stata deprimente ma molto descrittiva su quanto detto fin'ora: "mah... ti dirò... fauna ce n'era, ma non c'è stato verso neanche di scambiare una battuta... Così ho annusato due ascelle, toccato una schiena, dato una strusciatina e sono venuto via...". Mah...
Incuriosito ho spostato le mie indagini sull'altro fronte, e sono direttamente andato nella tana del lupo, sono entrato sotto la sottana della donna fiorentina ed ho scoperto che... sotto il vestito gente!!! Si perchè fondamentalmente non siamo troppo diversi, diciamo che il maschio tira più alla conclusione, non è che si perda più di tanto nello studiare un approccio che non vada oltre il "t'ho già visto da queste parti..." La donna con la minigonna e il tacco fetish ha bisogno di qualcosa di più che gli smuova la serratura. La donna con le amiche sullo sgabello di un pianobar in estate, non ha bisogno dell'approccio adolescenziale o scontato. Consiglierei al maschio col muschio da astinenza un qualcosa che vada più direttamente al sodo, a minare quel tabu che aleggia intorno alla preda... Se la donna si è agghingata un messaggio lo vorrà dare (e non solo quello) o è solo chiacchere e distintivo? E allora esaltiamo un pò di quelle forme che per una sera hanno visto la luce e che non aspettano altro che un vivido complimento! Non avviciniamoci con la scritta in fronte www.vorreitrombare.org... Non è carino... Lo so che cinci ritto non vuole consigli, ma per una volta, facciamo emergere un pò di orgoglio maschio, teniamoci il merlo nelle mutande e facciamoci desiderare un pò... Cavolo! Voi pensate che la donna non abbia le nostre stesse pulsioni? Sbagliate! E' che solo gli piacerebbe cacciare un pò, non averlo scodellato li sul momento. E' anche vero che il tempo è tiranno, e che le ferie non durano in eterno, però tutto deve avere una giusta collocazione, evitando di girare come rabdomanti col bastone che vibra quando si trova l'acqua. Se provaste ad osservare, almeno per una volta, il rituale di accoppiamento (nel senso di conoscenza) di un uomo e una donna, vi accorgereste degli enormi sbagli effettuati da ambo le parti, la pochezza della conversazione, per non parlare degli atteggiamenti. Di solito il maschio sorvola le prede che stanno in gruppo e cerca un approccio con frasi da vocabolario adolescenziale. La preda allora guarda le sue amiche col classico sguardo: "eccone un altro..." e cala il gelo. A quel punto il maschio, lasciato a casa l'orgoglio, favorito dallo stordimento provocato da 3 Mohiti, seguita in monologhi che sortiscono l'effetto di una zanzara ronzante agli orecchi delle povere astanti, le quali, magari, si sarebbero fatte anche più curiose con argomenti più interessanti. E così mentre i giorni si ripetono la nostra reputazione va a farsi fottere minando anche quella di chi, come lo scrivente, tenta delle timide uscite serali giusto per fare nuove conoscenze e per essere cronista "distaccheto" delle notti estive. Uomini di tutta italia e della città di Fiorenza, vogliamo riprenderci lo scettro della sovranità assoluta o essere ancora schiavi del "tira più in pelo di..."?

sabato 12 gennaio 2008

Il destino di ogni uomo

Pubblico un bellissimo articolo apparso su "il Giornale" di oggi. Diciamo che lo condivido a metà, forse perchè sono un uomo, forse perchè è vero... Aspetto i vostri commenti blogger, sopratutto quelli di Aquila e D, ma aspetto anche il tuo, eternauta maschio, che, celandosi sotto un nick name, potrai dire la verità se le donne possono zittire veramente un uomo.
di Vittorio Macioce
È il destino di un uomo, di ogni uomo. Non importa il nome, la carica, i soldi, il blasone. Non importa nulla. Accade. Tu fai lo scemo, parli, straparli, ammicchi, cerchi l’applauso, sbrodoli. Lei ti guarda, vedi il taglio della bocca che quasi scompare dal viso. È una linea sottile di rabbia e fastidio. Occhi duri. Tu, chiaramente, non ti accorgi di nulla. Continui a ridere e a parlare. Lei si muove con uno scatto improvviso. E ti smorza, magari con un calcio sotto il tavolo, con un ringhio, con una parola, o con un foglio, una penna e una scritta che dice: chiudi il becco. E il tuo cabaret sprofonda nel gelo.È questa la lezione che arriva da Gerusalemme. Capita, capita a tutti. Anche a uno che si chiama George W. Bush e di mestiere, ancora per un po’, fa il presidente degli Stati Uniti d’America. È una legge senza eccezioni. Anche l’uomo più potente della terra troverà una donna che lo zittirà. Muto, come Adamo con Eva. Ridicolo. Piccolo. Castrato. In questo gioco la donna vince sempre. E non importa che sia tua moglie, o l’amica, l’amante, la compagna di banco, la tua segretaria o il tuo segretario di Stato. La donna, femmina e madre, non ha bisogno di un ruolo per far tacere il maschio. È il destino. È il cromosoma che si ripete in una storia antica. Dicono che anche il divino Cesare restasse muto di fronte alla sua Servilia, amante e amica, madre di Bruto e sorella di Catone, perfida consigliera politica. Bush a Gerusalemme, davanti a Olmert e al gruppo di commensali, legge il bigliettino di Condoleezza e il suo volto frana. Se lo rigira tra le mani, allarga le braccia e mascherando l’imbarazzo in un sorriso sospira: «Mi dice di chiudere la bocca». Tutto si stempera in una grassa risata. Ed è qui la differenza, la condanna biblica dell’uomo. L’uomo più potente della terra troverà una donna che lo farà tacere: nel gelo. Una donna, no. La donna più potente della terra non avrà limiti. Nessun uomo avrà mai il coraggio di dire: stai zitta.

lunedì 22 ottobre 2007

Un amica



Ho sempre considerato l'amicizia una cosa molto delicata e mi sono sempre limitato a dire amici pochi conoscenti tanti. Si perchè oggi noi tendiamo a essere amici nella nostra società ma qual'è il significato vero dell'amicizia? Chi è l'amico/a? Cosa fa una persona per essere considerata tale? Possiamo considerare il rapporto uomo donna anche come amicizia?
Stamani ho ricevuto una email da una mia amica o conoscente che dir si voglia, che non vedo da un pò di tempo ma ogni tanto ci scriviamo. Come in ogni rapporto epistolare, anche a seguito di una mia missiva, lei scrive impressioni, crea un profilo su quello che siamo stati fino ad adesso e poi mi lascia con una domanda: "si può dire ti voglio bene"?
Premesso che fra me e lei non ci sono mai state situazioni intime se non sane chiaccherate davanti ad un buon bicchiere di vino, è così compromettente dire ad un amico una frase senza cadere nella trappola del pensar male o del c'è stato qualcosa? Mi sono sentito lusingato da questo, perchè il bene, quando detto così, è un bene vero, che nasce da una stima verso una persona, e non chiede niente in cambio. Il bene, come l'amore, è come un diamante, "...è per sempre....". Ed anche se poi i rapporti finiscono, si modificano, si rompono in maniera brusca, dove va a finire tutto l'amore, la passione, tutto il bene? Io ho avuto diverse storie che mi hanno segnato, tra cui un matrimonio all'epoca finito non tanto bene. Ma oggi, che sono passati degli anni provo ancora amore per quella persona, che ho portato all'altare, davanti a Dio, facendo delle promesse che poi non abbiamo mantenuto. E' un amore diverso, ma è sempre amore o bene che dir si voglia. Ricordiamoci per un momento le prime uscite con una persona che poi abbiamo amato. Cenetta a lume di candela, fiori, mano nella mano, poi nel degeneramento della serata, ti amo, ti voglio etc. E cosi avanti per un bel pò di tempo. Poi i primi screzi, le prime incomprensioni, e l'amore si affievolisce, fino a diventare routine, anzi, alla prima occasione si cerca di far valere il sacrosanto diritto di avere ragione. Poi se va male ti trovi in un tribunale dove conduci battaglie per una manciata di euri, e non ti ricordi più quelle promesse iniziali che tanto sapevano di buono, ma che in realtà erano atteggiamenti atti a circuire la fonte del proprio piacere. Si lo so, sembro amareggiato, vittima di una separazione triste, ed invece no! Sono un uomo felice che ha amato e ama tutt'ora, anche le persone che oggi hanno preso strade diverse, alle quali detti parte del mio cuore e non l'ho mai rivoluto indietro. E allora ben vengano le persone che non si vergognano di donare del bene, perchè è come metterlo in cassaforte... Quindi mia dolce amica, anch'io ti voglio bene, e mi dispiace se ci vediamo una volta ogni tanto, ma si sà il bene non ha tempo ne confini e regna nei cuori delle persone sagge....