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giovedì 13 novembre 2014

Invidia penis

Serve più averlo grosso o saperlo usare? Serve più la tecnica o la forza? Archimede diceva: "Datemi una leva abbastanza lunga e un punto d'appoggio, e vi solleverò il mondo."
Nel mio lungo percorso formativo nella scuola della vita, una buona parte delle leve, mi sono state fornite dall'esperienza quotidiana, dall'ascolto e il rapportarsi con gli altri. Guardiamo con telescopi l'infinito universo, con i microscopi il mondo più piccolo, buchiamo montagne, costruiamo dighe, ma non siamo mai riusciti a risolvere il più grande dei misteri: le donne!!!
Se abbiamo buona memoria tutto nasce da "quando il sesso comincia a pigliare visione nella pentola dell'omo, incomincia a bollire ni cervello erotico...", ovvero quando da adolescenti sentiamo quel richiamo, quel tam tam che ci pervade, e veniamo trasportati, come sotto ipnosi, verso il lato oscuro della forza. Principi, capi di stato, scienziati, luminari, tutti passano per di lì, la conquista di vette, di nuovi territori fino alla più epica delle battaglie dove anche il più valoroso dei guerrieri Achille, perse la vita nella battaglia di Troia, scaturita per la sottrazione di Elena, cognata del re spartano Agamennone. Pensiamo anche a Dante, Leopardi, Foscolo, autori di poemi, di poesie, addirittura fino ad arrivare ad un pessimismo cosmico,... Un pò come la pubblicità della Vodafone: tutto ruota intorno a....
Però c'è un altro problema che attanaglia noi maschietti, un problema, che poi problema non è, ma che influisce a livello psicologico, fino a creare veri e propri "casi", vere e proprie sudditanze: le dimensioni dell'apparato riproduttivo, la ormai celeberrima e famosa invidia penis. Essendo il nostro un mondo che è nato sulla comunicazione visiva, sin dai tempi antichi l'esternazione di qualcosa di "più grosso" portava potere, come ad esempio la filosofia nel costruire palazzi grandi per poter intimidire il pellegrino in visita, l'esternazione di grandi copricapi come simbolo di comando, oppure esternare il proprio sesso come avviene per gli uomini proboscide in Africa. Ovviamente, nelle società moderne, andare in giro con il pendaglio di fuori per stabilire chi possa essere il capoufficio, o il responsabile di una ditta, non è pensabile, però nella comunità degli uomini, a chi viene additato come "zampa d'orso", viene sempre conferito un certo timore revenziale. Ovviamente già sento il coro dei "noooo, ti sbagli, ma che dici...", ma pensate che durante una battaglia contro i giapponesi (mi scuso per la mancata citazione della stessa) gli americani "bombardarono" un città con dei preservativi extra large, e senza andare troppo lontano nel tempo, durante uno dei suoi comizi l'On.Bossi tuono dal pulpito che quelli della Lega ce l'avevano duro.
E qui entra in gioco il dialogo con la donna, quel dialogo che tanto manca, ma che risolverebbe tanti problemi a chi basa la sua vita sulle apparenze e non sui contenuti. L'anonima commentatrice diceva che non era importante il "quante volte" o il "come ce l'hai" ma importava come lo facessi, perchè è da i preamboli che nasce il vero erotismo, la vera eccitazione, e non dal pensiero che tu possa essere uno stallone da monta... Recentemente ho visto delle interviste a delle porno stars che affrontavano il problema dei rapporti sessuali. Cavolo, mi sono detto, una che fa sesso due volte al giorno ha dei problemi? Ebbene si! Loro non chiamano sesso quello che fanno sul set, ma lavoro. L'amore è unico, e non importa se lo fai 2, 3, 10 volte al giorno, ma importa con chi lo fai, magari nella semplicità delle dimensioni, nella penombra della camera dove la pancetta si vede meno, ma sancito da carezze ed effusioni che nessun Rocco Siffredi di turno ti potra mai dare... E allora buttiamoci alle spalle l'invidia penis e pensiamo ad essere più noi stessi, con i nostri limiti e difetti, ma con quella carica erotica che sappiamo dare quando una donna ci fà battere il cuore... Certo che a volte qualche fredda mattina, o dopo una giornata di lavoro, il nostro "attrezzo" sembra più uno sharpei che un creatore della vita... ma va bene così, tanto all'occorrenza sa sempre cosa fare, e se ci mettiamo del nostro ci fa anche fare bella figura...
Non esistono mezzi per averlo più grande, ma c'è un mezzo per essere grandi amatori, ed è la semplicità di essere noi stessi, apparire per quello che siamo, amare per come ci viene da dentro, e solo allora otterremo dalla donna la sua sincerità e il suo gradimento... ed il suo vero godimento.... Donna!, tu che hai letto la follia di queste poche righe, condividi il mio pensiero, o ti celi ancora dietro il tuo atavico rossore?

sabato 24 luglio 2010

Max and the City (puntata n°...boh)


Per la rubrica Dillo a Max, siamo di nuovo a parlare di rapporti personali interni, esterni ed oltre. Si perchè l'evoluzione sociale della specie, quella descritta magistralmente da Billy Wilder in "Quando la moglie è in vacanza", sopratutto con l'avvento dell'estate, porta sempre l'uomo e la donna, ad inevitabili incontri serali pre o post cena, nel vano tentativo di fare nuove conoscenze fino alla più remota ipotesi di "farci qualcosa". L'atavica reticenza a socializzare della donna fiorentina in città non coincide con l'immagine tanto descritta da amici di fuori città per non parlare dell'estero, come un animale da sesso puro, dove per un strano ma plausibile motivo, si trasforma da schiva a bongustaia della fauna maschile locale. Questo ha portato al fenomeno delle donne dell'est o cubane, le quali, spinte più da una fame economica che sessuale, si sono sorbite tutti i ragionieri e commercialisti ed anche qualche avvocato, rifiutati in maniera brutale dalla donna locale, troppo presa alla conservazione della propria immagine di donna ferma con i propri principi. E così mi tornano in mente le parole della canzone "tutti quanti col bicchiere in mano" la sera, nei locali all'aperto, dove alle tempeste tropicali si contrappongono le tempeste ormonali di tutti, seduti o in piedi, alla ricerca di una remota chance per portare a casa il risultato. L'altro giorno chiesi ad un amico, la cui moglie è al mare con i figli, com'era andata la notte brava in un noto locale fiorentino molto in voga ultimamente. La risposta è stata deprimente ma molto descrittiva su quanto detto fin'ora: "mah... ti dirò... fauna ce n'era, ma non c'è stato verso neanche di scambiare una battuta... Così ho annusato due ascelle, toccato una schiena, dato una strusciatina e sono venuto via...". Mah...
Incuriosito ho spostato le mie indagini sull'altro fronte, e sono direttamente andato nella tana del lupo, sono entrato sotto la sottana della donna fiorentina ed ho scoperto che... sotto il vestito gente!!! Si perchè fondamentalmente non siamo troppo diversi, diciamo che il maschio tira più alla conclusione, non è che si perda più di tanto nello studiare un approccio che non vada oltre il "t'ho già visto da queste parti..." La donna con la minigonna e il tacco fetish ha bisogno di qualcosa di più che gli smuova la serratura. La donna con le amiche sullo sgabello di un pianobar in estate, non ha bisogno dell'approccio adolescenziale o scontato. Consiglierei al maschio col muschio da astinenza un qualcosa che vada più direttamente al sodo, a minare quel tabu che aleggia intorno alla preda... Se la donna si è agghingata un messaggio lo vorrà dare (e non solo quello) o è solo chiacchere e distintivo? E allora esaltiamo un pò di quelle forme che per una sera hanno visto la luce e che non aspettano altro che un vivido complimento! Non avviciniamoci con la scritta in fronte www.vorreitrombare.org... Non è carino... Lo so che cinci ritto non vuole consigli, ma per una volta, facciamo emergere un pò di orgoglio maschio, teniamoci il merlo nelle mutande e facciamoci desiderare un pò... Cavolo! Voi pensate che la donna non abbia le nostre stesse pulsioni? Sbagliate! E' che solo gli piacerebbe cacciare un pò, non averlo scodellato li sul momento. E' anche vero che il tempo è tiranno, e che le ferie non durano in eterno, però tutto deve avere una giusta collocazione, evitando di girare come rabdomanti col bastone che vibra quando si trova l'acqua. Se provaste ad osservare, almeno per una volta, il rituale di accoppiamento (nel senso di conoscenza) di un uomo e una donna, vi accorgereste degli enormi sbagli effettuati da ambo le parti, la pochezza della conversazione, per non parlare degli atteggiamenti. Di solito il maschio sorvola le prede che stanno in gruppo e cerca un approccio con frasi da vocabolario adolescenziale. La preda allora guarda le sue amiche col classico sguardo: "eccone un altro..." e cala il gelo. A quel punto il maschio, lasciato a casa l'orgoglio, favorito dallo stordimento provocato da 3 Mohiti, seguita in monologhi che sortiscono l'effetto di una zanzara ronzante agli orecchi delle povere astanti, le quali, magari, si sarebbero fatte anche più curiose con argomenti più interessanti. E così mentre i giorni si ripetono la nostra reputazione va a farsi fottere minando anche quella di chi, come lo scrivente, tenta delle timide uscite serali giusto per fare nuove conoscenze e per essere cronista "distaccheto" delle notti estive. Uomini di tutta italia e della città di Fiorenza, vogliamo riprenderci lo scettro della sovranità assoluta o essere ancora schiavi del "tira più in pelo di..."?

sabato 25 luglio 2009

Relazioni esclusive e triangoli


Riprendiamo dopo un pò di tempo a parlare del rapporto uomo donna, in questa società apparentemente aperta ma che ogni tanto decade nel grottesco. In effetti dietro una facciata di libertinismo completo, si nascondono sempre le ataviche paure dei tradimenti, delle scappatelle o di quant'altro possa minare il rapporto a due. Vorrei partire da un vecchio adagio che recita così: "le corna sono come il morbillo. chi l'ha avute, chi ce l'ha e chi le deve avere". Già leggo i vostri mormorii di scontento tacciandomi per foimentatore di tempeste ormonali, ma pensateci bene: nell'arco della vostra vita non siete mai stati un pò fedigrafi? Il problema di questo fenomeno, che appartiene ad una sfera più matura dei soggetti, si è spostato anche verso i più giovani, i quali, invece di vivere la vita un pò più spensierata, si arroccano su posizioni mature come se quel rapporto dovesse durare per sempre. Recentemente, per motivi di lavoro, frequento persone molto più giovani di me, e non posso non notare di quante è bella giovinezza, perchè quando siamo giovani in effetti ci sentiamo immortali. Eppure un velo di tristezza accompagna i loro sguardi quando si arriva a toccare la sfera del cuore. Invece di godere della gioventù e dei lati belli che essa presenta, si "atteggiano" da coppie consumate con paturnie e modi di fare non tipici per la loro età. L'interscambio tra sessi c'è sempre stato e sempre ci sarà, ma in età più verde deve essere vissuto come esperienza di vita e accrescimento, altrimenti non saprai mai quale scarpa possa andare giusta per il tuo piede. Ieri ho sentito una conversazione alla radio dove una ragazza si lamentava perchè il suo lui (da due mesi) interagiva ancora con l'altra con la quale aveva vissuto per due anni. Età? 26 anni!!! Ma stiamo scherzando? Due mesi e pretendi di avere già l'esclusiva a 26 anni? A 40 cosa farai?

Ai giovani consiglio vivamente di non arroccarsi su posizioni rigide, al contratrio, essere grati alla vita se ti permette di avere esperienze da portare in dote quando siamo più maturi. Sono infatti quelli più grandi che non hanno vissuto la loro sessualità da giovani che poi combinano più casini!!! Ogni età ha i suoi segreti, e come tali vanno saputi gestire, perchè è con loro che riusciamo ad essere migliori, anche di fronte a situazioni difficili... Ma davvero pensiamo che avere l'esclusiva di una persona possa significare di averla? Oppure è possibile avere l'esclusiva sulle persone?

sabato 17 gennaio 2009

Il guerriero sulla collina

Non sempre la vita ti è benevola, o almeno ti si prospetta facile. Ma in fondo si chiama vita proprio perchè la devi vivere, nel bene e nel male. Poi c'è la via di mezzo, la via di tutti i giorni, il lavoro, la famiglia, lo svago, tentare di avere delle parentesi positive in mezzo ai problemi quotidiani. Certo è, quando sei giovane cerchi di tracciare una linea della tua vita, magari inizi a pensare ad un lavoro, a mettere su famiglia, ma spesso le nostre previsioni subiscono dei cambi di direzione improvvisi, e questo si sà fa parte del gioco. Però vivi, e se hai un minimo di carattere reagisci, ti rimetti in discussione, e se la svolta avviene in senso positivo, godi di quel cambiamento, gioisci, comunque apprezzi ciò che ti è stato donato. Mi ritengo molto fortunato di aver vissuto la vita che mi ha portato fin qui. Mi ritengo fortunato perchè sarei un ipocrita a ridurre la mia felicità solo perchè vorrei avere più agi economici. Ho tutto quello che una persona può desiderare. Certo la fine del mese a volte non arriva, ma tutto sommato chi se ne frega!! Ho un ottimo lavoro, ho due figli splendidi, una casa, le mie passioni, pochi amici ma buoni, che volere di più? Però come sempre, ad ogni poeta manca un verso, e come ogni poeta che si rispetti sono sempre accompagnato da quel velo di tristezza e malinconia latente dei momenti più felici, che mi perseguita e mi fa dire: avrò fatto la cosa giusta? La vita non la puoi cancellare ne cambiare. La puoi modificare, ma il minuto trascorso è già passato, e in qualunque modo lo hai passato non torni mai indietro. Se fosse un hard disk ci sarebbe il tasto formatta, o cancella parziale, ma il vissuto rimane scritto dentro il tuo libro, che ogni tanto, anche se non vuoi, si riapre e sei costretto a leggerlo... Io non cancellerò mai quello che ho fatto, fa parte della mia vita, sempre vissuta alla ricerca del limite, sfidando la sorte, a volte anche con arroganza, senza però mai nicchiare. Giudicato e giudicante, non mi sono mai peritato di dire cosa pensavo ad un amico o conoscente, anche se questo poteva comportare la fine del rapporto, e ho sempre visto la vita degli altri, ma poco la mia... Mi è stato sempre detto "certo hai un bel carattere nel prendere le cose anche negative", ma se sono qui a scrivere forse il carattere si è affievolito, e la grinta annacquata, e cerco di ritrovarla parlando a me stesso in questo specchio-diario, che parla di me... Non spero di trovare qualcuno che mi risponda, in fondo conosco già la risposta, ma nel silente spazio cibernetico, ci sono tante voci come la mia che forse non si incontreranno mai, o forse si, sorreggendosi a vicenda, come in un grande mosaico, dove dei piccoli pezzetti di vetro colorati formano un immagine ben definita... Oggi il guerriero ha posato la spada e aperto la sua armatura, in fondo l'aria è fresca e non ci sono battaglie da combattere...

sabato 3 gennaio 2009

La solitudine


"Marco se ne è andato e non ritorna più..." Beh! Non intendevo questa di solitudine, ma come inizio non ci stava male! Sono di ritorno da uno dei miei cyber viaggi su Facebook, la piazza virtuale più famosa al mondo, non che ci stia fisso, però come strumento per il contatto ha quasi superato l'email. Certo ogni cavolata è pubblica, ma questo non impedisce a un gruppo di amici di fare una chiamata per poi trovarsi a cena o in gita. Su Faccialibro (è più ganzo chiamarlo così) sono nati un sacco di gruppi all'insegna di "quelli che...", tanto per condividere delle passioni, su detti, o modi di dire, personaggi del cinema, usi e costumi che oramai si sono saldamente impiantati anche nel lessico quotidiano. Per esempio, io che sono un fan del piatto di fagioli del primo Trinità ho creato il mio personalissimo gruppo "Queli che il piatto di fagioli...". Momenti ludici che accomunano una serie di persone più per spirito goliardico che per uno scambio di vere informazioni, ma in fondo che importa... Un altro aspetto che ho notato è la "gara" ad avere più amici. Quello, devo dire la verità, mi ha un pò sconcertato. Da quando mi sono iscritto il mio contatore ha da poco superato i 100, e ogni volta che guardo la lista, trovo effettivamente dei nomi che conosco più o meno bene, comunque abbastanza presenti nella vita quotidiana. Al che, grazie anche allo strumento trova persone, si sono aggiunte persone che non vedevo da 20 anni e questo ha fatto si di giudicare Faccialibro uno strumento "importante". Però il mio contatore resta sempre uno dei più bassi in fatto di amici e questo mi pone davanti al dilemma: forse non sono così gradito? Ovviamente è una battuta, perchè la massima di pochi ma boni è sempre valida, ma allora perchè questa ricerca spasmodica di dei contatti? Un'amica di recente ha dovuto creare un altro account perchè aveva perso completamente il controllo degli "amici", ovvero aveva accettato talmente tante richieste, che alla fine non sapeva più chi era vero o amico dell'amico dell'amico. Possibile che ognuno di noi abbia 200 e più amici? O è la nostra convinzione di averne tanti che ci fa sentire meno soli? Certo che potrete anche rispondermi dicendo che comunque si tratta sempre di contatti effimeri che fanno parte di un gioco, e che comunque non bisogna dargli peso più di tanto, ma allora perchè chiamarla amicizia e non semplice conoscenza?

Credo che il tempo frenetico abbia rubato spazio al contatto tra le persone, ed oggi siamo costretti a parlarci chattando piuttosto che incontrandosi, tanti sono gli impegni della vita quotidiana. Romanticamente sono portato a vedere il monitor del computer come una grande finestra sul mondo, che osserva le cose dall'alto, come quando ci affaciamo e vediamo il traffico giù in strada. Non penso di conoscere tutte le persone che passano per strada anzi, posso riconoscere qualche volto, ma sicuramente vedo pochi amici, o non ne vedo neanche uno, passare sotto la finestra, ma questo non vuol dire che non ne abbia. Perdonatemi questa elucubrazione di inizio anno, ma quello che vorrei dirvi è che non è il numero del contatore degli amici a farci sentire meno soli, ma bensì la capacità di scambiare qualche riflessione, di avere un interlocutore che parli e ascolti, quando la giornata volge al desio, e magari cerchiamo un amico quando ci affacciamo alla finestra... Che facciamo, ci vediamo su Face?:-)

giovedì 2 ottobre 2008

Belli e brutti



Leggo una vecchissima intervista di Oriana Fallaci, risalente a circa 50 anni fa, di un giovane Paul Newman trentottenne, il quale dichiara che l'America è ossessionata dal bello. Ovviamente già all'epoca i miti del cinema americano avevano invaso i nostri schermi, e quella generazione fu segnata in parte da questo, ma coscientemente i nostri padri, trovarono in gag come quella di "Dentone" di Alberto Sordi, una via di confronto sul cosa è il bello e cosa è il brutto senza ghettizzare troppo gli uni e gli altri... Il cinema e la televisione sono poi andati avanti, e mentre noi italici cercavamo di arrivare al bello e effimero creando un esercito di aspiranti veline, letterine, schedine, oltreoceano si cercavano nuovi approcci stilistici valorizzando la figura dei meno belli e meno fortunati in ottime interpretazioni da parte di Mel Gibson (L'uomo senza faccia) o Charlize Theron (Monster) tanto per citarne alcuni. Ma tutto questo si sa fa parte dello show business, fino a che non intacca la nostra vita quotidiana, il nostro modo di vivere. L'altro giorno ho portato i miei figli ai girdini pubblici, e da padre attento mi sono messo da una parte e li ho osservati giocare con gli altri bambini. Ogni bambino cerca di farsi un film suo del gioco, chi si crede un super eroe, che uno scalatore, e comunque negli atteggiamenti si notano molto i tratti di quello che vedono in televisione, usando anche il lessico televisivo, preso sopratutto dai comici. Fin qui ordinaria amministrazione, in fondo sono bambini ed è giusto che usino la fantasia. Ma la fantasia diventa realtà quando tre o quattro bambini mettono nell'angolo la bambina, il bambino grassottello, fuori taglia, magari con un qualche difetto, e lo scherniscono degli epiteti più crudi, che neanche noi adulti forse diremmo. In quel preciso momento, nella mente spugnosa del bambino, pronta ad assorbire di tutto, avviene quella marcatura che potra essere indelebile o meno, portandosela come un brutto ricordo o come una realtà tristemente presente. Oggi in italia facciamo trasmissioni per diventare velina, giovani sculettanti sopra una scrivania con la speranza di diventare moglie, amante, amica di un calciatore o personaggio famoso, per poi finire ospite in trasmissioni o fare l'opinionista di calcio... Bello=Buono, Brutto=Cattivo è questo che i nostri ragazzi imparano. Tutto e subito, la strada per il benessere passa dal calcio o dalla velina, dimenticando il sacrificio e l'impegno. Nella palestra dove mi alleno (parola grossa!) un giorno si è allenato John Cena ed altri Wrestler di passaggio per Firenze. Gente che all'occhio sembrano dei buffoni gonfi come zucche, in realtà è gente detita al sacrificio dell sport, all'impegno, alla ricerca di nuovi limiti... Se madre natura ti ha voluto bene sei in, altrimenti rassegnati perchè nessuno o pochi ti fileranno. La nascita di nuove malattie, di nuovi turbamenti, parte proprio da qui, da noi, dal nostro modo di credere che Darwin avesse ragione, diventando noi stessi selezionatori della specie.
Insegnamo ai nostri figli che la distinzione vera va fatta tra i buoni e i cattivi, non tra i belli e brutti. Ognuno di noi nasconde una bellezza, che sia esteriore o interiore, ma sarà sempre una bellezza che potra essere d'aiuto agli altri. Cambiate canale, guardatevi un bel documentario su Discovery Channel, ammirate la bellezza del volo di un aquila, i colori di un tramonto australiano. Quelle sono le bellezze da insegnare ai nostri figli.
Bello è colui che col passar del tempo riesce sempre ad essere un esempio per gli altri (Massimiliano Miniati)

martedì 12 agosto 2008

Effetti personali...


"Estate 1992..." cantava Jovanotti. "Estate 2002..." cantavo io... Già, il 2002, sembra ieri, eppure così lontano... Voi che avete fatto in quell'anno? Io l'ho vissuto come se mi fossi fatto un fiasco di vino al giorno... Tutto girava, ma non per il verso giusto, girava... Tutto iniziò con la morte di una parente: "cercate di essere sinceri..." disse sul punto di spirare... Che voleva dire? Intanto, mentre il mio rapporto casalingo volgeva al termine, o almeno ad una svolta, la vita si offriva a me con dei segnali che non capivo. Nuovi profumi aleggiavano nell'aria, nuove domande e vecchi turbamenti bussavano nelle notti insonni... 36 anni non sono pochi, ma nemmeno tanti, che fare della vita? Lavoro ok, casa ok, famiglia... insomma, figli zero, amicizie poche, conoscenze tante... Arriva l'estate e i suoi colori e profumi... Si ballava Assereje, ed ero in procinto di cambiare casa... Non potevo farlo, dovevo capire chi ero e cosa volevo da quel rapporto un pò consunto, logorato... "Andiamo per gradi..." dissi... Lei conosceva solo l'angolo a 90 e mi scaricò...

Solo, ero di nuovo solo... Ad un tratto tutto il mondo diventa stretto... Esco sempre la sera, faccio finta di divertirmi, telefono, organizzo, esclamo: "Ahhhh! Come si sta bene soli...."; ogni sera sempre più tardi... per paura di dormire... Ed anche se il letto non era il tuo, la paura era la stessa... Che ci faccio qui? Il nudo profilo di una nuova donna accanto non mi apparteneva, come d'altronde non mi è mai appartenuto, forse un giovane amore avrebbe ridato colore al mio umore? Chissà... Intanto le luci della città scorrevano sul tetto trasparente della mia nuova auto. Già, quando si cambia, si inizia dall'auto, perchè all'interno c'è sempre profumo di nuovo, ma la strada è vecchia... Un altro ristorante, un altro film casalingo, la sera, sul divano, a piangere qual'ora la scena o la musica si facevano romantici... Poi settembre, periodo peggiore per le vacanze al mare, da solo... A Giugno l'atmosfera è diversa... A settembre senti già il profumo dell'autunno che si avvicina, ed anche se c'è ancora il sole, saprai che quando le foglie cadranno, cadrai anche tu... Un altro letto non ti salverà dai dubbi... Eppure le carte ti dicono che la soluzione è vicina, ma intorno solo ricordi, rimpianti, la paura di aver sbagliato, la paura di aver perso... Dicembre 37 anni, un regalo inatteso... L'anno che deve ancora finire porterà con se l'ultimo colpo di coda, quello che ti sconvolge del tutto, quello che ti farà cambiare per sempre...

Ieri sera, le luci erano le stesse di sei anni fa, come il ristorante, ed anche l'auto (solito modello ma auto nuova!), ed anche a casa c'era il solito film ed il solito divano... Ma al posto delle lacrime per paura della solitudine, c'è un sorriso ed il volto innocente di due bambini che giocano, la consapevolezza che la vita ha assunto una piega inaspettata in quel pazzo anno... Non sono i letti che cambi o a quante persone telefoni che ti rendono "libero", ne il rimbalzare da un posto all'altro per sentirti vivo... Sii sempre lo stesso, sii sincero con te stesso e con gli altri... Ecco cosa voleva dire... Non prenderti in giro illudentoti di stare bene... Puoi anche stare male, puoi sentirti uno schifo, puoi sentirti solo... ma non nasconderlo mai! La consapevolezza di avere un problema è un segno che stai pensando, il nasconderlo significa rimandarlo... Settembre e l'autunno sono ancora lontani, ma non avrò più paura di cadere dall'albero... In quel periodo devo festeggiare la nascita dei miei figli...

Effetti personali, parliamone domani, saremo più sereni, con gli stessi problemi..... (Caputo)

Grazie 2002, grazie ragazzi e grazie anche a te....

domenica 10 agosto 2008

Quando la moglie è in vacanza...


di Massimo M. Veronese
Le ferie? Micidiali per le coppie. C'è chi molla la consorte all'autogrill e chi chiude il marito in cantina per andare al mare con l'amante. Le statistiche parlano chiaro: le donne in estate tradiscono di più. È meglio che state attenti: questo è il periodo più delicato dell’anno perché per tradizione quando la moglie è in vacanza può succedere di tutto. Ma niente paura: per venirvi incontro abbiamo preparato un decalogo di sopravvivenza per uscirne indenni basato su esperienze di vita vissuta. Basta solo non seguirlo...
1 ...controlla il frigo
Aveva lasciato la moglie al mare ed era tornato a casa in anticipo per risolvere un problemino di lavoro. Non c’era niente in frigo però, pensava l’uomo, un francese, impiegato in una fabbrica di ricambi d’auto di Seul. E invece no, qualcosa era rimasto: nel freezer, tra i ghiaccioli alla menta e il baccalà, c’era pure un paio di feti congelati. Un souvenir horror, ha chiarito la polizia, lasciato non si sa come da ignoti in sua assenza. Più digeribili comunque, pare abbia detto l’uomo, della cucina della moglie.
2 ...avvisa i vicini
I vicini di bungalow sembravano proprio simpatici, poi si sa com’è d’estate, la compagnia attira compagnia. Stavano facendo festa, e allora perché non bussare e provare ad unirsi? Solo quando si è aperta la porta il nostro, bulgaro, che chiameremo Valery, sposato e nella circostanza in compagnia dell’amante, si è trovato di fronte la moglie, nella circostanza pure lei in compagnia dell’amante. Stessa spiaggia, stesso mare, stesso villaggio turistico. E stessa sfiga però...
3 ...occhio al camper
Avevano appena trascorso la notte insieme dentro un vecchio furgone Fiat e nonostante avessero fatto sesso per ore si sentivano ancora il fuoco addosso. Il fuoco che la moglie di lui, Rosa Di Maggio, aveva appena appiccato con la benzina al camper in un raptus di gelosia. Giacomo Messina, 37 anni, e Giovanna Comunale, di 18 si sono così ritrovati avvolti dalle fiamme. Lui se l’è cavata con qualche ustione, lei non se l’è cavata per niente. In compenso la moglie è passata in un attimo da San Vito Lo Capo a San Vittore.
4 ...saluta la nonna
Lei era bellissima. Così bella che tutti e tre i fratelli avevano cominciato a frequentarla all’insaputa delle mogli, soprattutto quando queste raggiungevano la vacanza dalle parti di La Spezia. Lei 84 anni, i tre fratelli 87, 85 e 81. La frequentavano in una soffitta fuori paese, dandosi il cambio come in una staffetta di atletica. Fino a quando il più grande dei tre se ne è andato al creatore, e, pentito, si è confidato con la moglie pregandola però di non dire niente alle cognate. In fondo, ha spiegato, erano solo degli amanti della matura...
5 ...pensa ai ragazzi
Lei era appena partita per il mare, lui non aveva saputo resistere alla tentazione di buttare un occhio alla borsetta che la moglie aveva lasciato a casa. E lì aveva trovato il numero di cellulare di un certo Enrico, di sicuro l’amante: andare sotto casa per menarlo è stato tutt’uno che pensarlo. Peccato invece che la borsetta non fosse della moglie ma di una tipa che i tre figli di Giuseppe, di Sestri Ponente, avevano scippato. Padre e figli sono finiti dentro. In un cellulare...
6 ...non ti distrarre
Erano un paio di giorni che soffriva di strani dolori e le medicine non erano servite a niente. E la vacanza, in campeggio sulla costa apuana, rischiava di rovinarsi. Così il premuroso maritino ha accompagnato la mogliettina dal ginecologo che dopo averla visitata lo ha subito tranquillizzato: «È solo un profilattico rimasto lì, la prossima volta stia più attento però...». Il problema però è che i due non li avevano mai usati. E quindi quel preservativo doveva essere per forza di un altro uomo. O forse di un maiale.
7 ...paga il viaggio
Quindici giorni appena di vacanza poi, che palle, di nuovo al lavoro. Meno male che la moglie è rimasta al mare, sarà meno duro riprendere il solito tran tran. Ma è stato lì, appena rientrato a casa, che un francese di 24 anni ha scoperto di avere vinto due milioni di euro alla lotteria con un biglietto comprato all'aeroporto poco prima di partire. È subito ripartito per le vacanze con un’altra. Con un’altra schedina, cosa avete capito?...
8 ...mangia qualcosa
Si è fermato in autostrada per un panino al volo, il tempo di fare il pieno, stazione di servizio Grundbergsee, tra Amburgo e Brema, e via il più veloce possibile verso le vacanze. Soltanto quando è arrivato sulle coste del mar Baltico il nostro uomo, uno spagnolo di 53 anni, si è accorto che la moglie nel camper non c’era più. Rimasta nella toilette della stazione di servizio. Rintracciato dalla polizia gli è toccato tornare indietro. Dice che non l’ha fatto apposta. L’ha fatto solo per se stesso...
9 ...chiudi casa
Erano tre estati che facevano le vacanze insieme ma non si scordavano mai di lasciare una piccola provvista di alimenti per Billy che restava chiuso in casa. Billy, il marito di lei, una settantenne di Le Mans che, complice l’amante cinquantottenne, lo teneva segregato in un locale senza riscaldamento, bevendo acqua della grondaia peggio di un cane. Quando lo hanno liberato pesava 42 chili, lei ha spiegato di non aver mai voluto divorziare per continuare a prendere la pensione del marito. Lui appena uscito le ha dato anche la paga.
10 ...prendi nota
Negli ultimi anni ricerche in ordine sparso hanno rivelato quanto segue: 1 solo il 5% dei flirt sopravvive dopo le vacanze 2 le donne più difficili da sedurre vanno in vacanza in Liguria 3 la maggioranza dei tradimenti viene scoperta 4 le più traditrici sono le russe anche se metà di loro non ha mai un orgasmo 5 una separazione su due viene decisa durante le vacanze estive 6 i traditori più incalliti sono i musulmani davanti agli atei 7 le donne tradiscono più degli uomini specie con il vicino d’ombrellone... 8 ... e solo il 10% delle donne se ne pente 9 il 35% delle donne tradisce al ritorno dalle vacanze 10 un italiano su due tradisce per allegria. Beh? Cos’avete da ridere?

sabato 26 luglio 2008

Le donne, ti amo e dintorni....


Nella mia breve o lunga esperienza di mediatore familiare, mi sono imbattuto spesso nel confrontarmi con situazioni che sulla carta non avrebbero trovato soluzione. Le coppie molto spesso si accapigliano per le "virgole" della vita, minando quello che è un pò il collante che dovrebbe tenerle unite. Questo concetto è attribuibile non solo alle coppie di fatto, ma anche alle coppie clandestine, quelle che "non esistono" ma che in realtà sono molto numerose. Certo l'analisi delle coppie "ufficiali" risulta più facile perchè comunque manifeste, mentre per le altre ho dovuto mettere pezzi delle mie esperienze personali, più le numerosissime situazioni che mi hanno raccontato, per stilare un profilo e avere qualche riflessione da fare.

Premetto che al contrario di qualche mio post "maschilista", vorrei cercare di capire, con l'aiuto delle internaute, il perchè di tanti atteggiamenti, e sopratutto, la chiave per capire il significato della parola: "ti amo".... Innanzitutto facciamo una considerazione sul verbo: è un verbo presente, quindi nel presente io sto amando te. Se passano tre giorni da quando si dice, "io ieri ho amato te, oggi ti amo", ma varrà anche per domani? Quando siamo ragazzini usiamo il verbo per sublimare, accentuare la momentanea unione, anche perchè si presuppone che sia il gesto più estremo per sancire la voglia di vivere questa nuova condizione che ci ha un pò "smosso" dentro. Con il passare del tempo tra i due ragazzini il "ti amo" si annacqua un pò e prende nuovo vigore con l'incontro tra due trentenni o giù di li. A trentanni quel ti amo ormai l'abbiamo già sentito qualche volta, e quando capita di innamorarsi, le infatuazioni giovanili, lasciano il posto ad un analisi un pò più vera del rapporto che stai per iniziare. Non sei più al primo bacio, non sei più alle prime carezze, non sei più al primo rapporto sessuale, perchè, bisogna ricordarlo, come recitava un ottimo Benigni 25 anni fa, quando il sesso comincia a pigliare visione nella pentola dell'omo e incomincia a bollire ni cervello erotico... bisogna buttare giù la pasta!! Si spera che a trentanni non si vada più nella città godente impreparati, ma un po di conoscenza verso quel percorso l'abbiamo acquisita.... E allora il ti amo diventa più maturo, più consapevole, più "vero", non che l'altro abbia meno valore,... Se non vi siete sposati con il primo ti amo, vi sposate sicuramente con il secondo, ed anche se siete indietro di 10 anni rispetto a chi si è sposato a 20 anni, il vostro è un rapporto nuovo, mentre il "loro" è già un pò logoro... Saltando di altri 10 anni arriviamo al ti amo quarantenne, quello forse più definitivo, quello più carico di passione, quello più consapevole... Vedendo il 20enne che si è già separato, il 30enne che è sulla fase del logorio, abbiamo un 40enne di due tipi: quello che trova l'anima gemella (fin'ora aveva un pò brancolato nel buio) o quello che ha una famiglia ormai consolidata, e "per caso" inizia a guardarsi un pò intorno... I più sfigati folleggiano con giovani ragazzine non italiane, pescate nella tristezza di una nazione della quale non conoscono gli usi, ma i costumi (la lingerie in questo caso), mentre le donne più sfigate vanno a pescare ragazzini o veri mandingo nei villaggi di tutto il mondo. La seconda tipologia, quelli con un pò più di classe, si confronta con il prodotto locale e instaurano un simpatico "rapportino" (per dirla alla Perozzi). Ovviamente nel caso degli sfigati, il ti amo non è diretto a loro, ma bensì al portafoglio e a un posto nella nostra penisola. Nel secondo caso, il rapportino a volte sfocia in un amore vero, che non avevi preso in considerazione, però te lo trovi un pò come una tempesta tropicale. Qui il significato del ti amo assume forse il valore più estremo. Due "amanti" si amano o fanno solo sesso? Personalmente escudo il sesso, perchè comunque ritengo il fare l'amore un atto "poetico", comunque un atto che mescola la passione, l'amore, la complicità. Per altri, essere amanti, significa trovarsi, sfogarsi e tornare da dove siamo venuti, quindi escluderei a priori il "ti amo". Ma amare l'amante è blasfemo? No, se accetti le rogole del gioco... E qui, dal punto di vista femminile, casca un pò l'asino... Statisticamente, la donna amante, quella che ama per intendersi, utilizza un pò a sproposito il ti amo, non perchè non ci crede, ma perchè a quel ti amo associa un diritto di prelazione e di esclusiva che non potrà avere, perchè il rapporto è clandestino... L'uomo, forse più realista, non nega l'amore, ma non pretende più di tanto, anche perchè, quel rapporto nato per una passione e piacere, non deve portarsi dietro tutto il retaggio che c'è nell'ambiente familiare. Il rapporto tra due amanti (non ganzi!!) deve essere come un oasi nel quotidiano deserto, un oasi dove il tempo si ferma, dove entrambi leniscono delle ferite interne, dove entrambi vivono quel segreto chiamato amore, del quale nessuno dovrà aver notizia, e del quale loro sono gli unici custodi... Questo per molti risulta difficile, perchè comunque da quell'oasi non vorrebbero mai uscire... Ma proprio per apprezzare l'oasi che bisogna fare un pò di deserto... Quando ci gustiamo più le cose? Quando le desideriamo e le otteniamo a fatica, oppure quando le abbiamo a portata di mano? Desiderio, la parola che proviene dal verbo desiderare, sperare di avere, è questo che produce il pensiero, l'aspettativa, il piacere di stare insieme... Il "tutti i giorni" lo vivi già... ma quando hai veramente sete pensi solo alla frescura dell'oasi... Donne, non sciupate le oasi della vostra vita, abbeverate il viandante, mondatelo e mondatevi delle vostre ansie, e impedite che il deserto renda arido il "ti amo"....

Amorevolmente vostro.

giovedì 14 febbraio 2008

Cambio di rotta


Lo sapevo, gli argomenti dei post precedenti non sono stati un gran successo. Mi illudevo di trovare un pubblico più sfrontato e sincero, ma non avevo fatto i conti con il nostro retaggio culturale, che, anche se nascosti, ci impedisce di manifestare il nostro pensiero su determinati argomenti.

Va beh! "...poi sconfitto tornavo a giocar con la mente e i suoi tarli..." diceva Battisti... In effetti tarli nella testa ne passano molti, e l'osservazione del comportamento delle persone, fa capire come quanto sia difficile interagire con gli altri, anche all'interno del nostro rapporto di coppia. Ieri sera era San Valentino, la festa degli innamorati. Come sempre, dotato di arte canora, mi sono trovato a fare il menestrello in un ristorante, e dall'altro della pedana si possono notare tante sfumature su chi ti è seduto di fronte. Ma cosa è effettivamente l'amore? Due consonanti tra tre vocali? Ci sono stati due fatti che mi hanno colpito nella giornata di ieri. Il primo legato alla mancata presenza di una mia cara amica che aveva promesso di esserci (si narra che sia una mia fan) ma che non se l'è sentita poi di venire perchè era sola. Ora mi domando: ma fa così paura la solitudine? E' proprio necessario riempire quella seggiola vuota perchè non siamo in grado di cenare da soli? C'è una paura del giudizio degli altri di questa immagine da sfigati? Per quello che vedo, io credo che ha volte sia meglio farsi vedere da soli, che in compagnia di una persona che porti fuori solo per un evento commerciale, per poi ritrovarsi al tavolo privi di espressione, senza neanche la complicità degli sguardi o dei gesti... A volte lo stare soli serve per fare un punto della vita, serve per capire cosa ti manca veramente, serve per capire se lui o lei che in quel momento non ci sono ti mancano veramente, oppure sono solo occupanti di un posto di fronte a te... Cara amica, potevi essere li anche da sola, ma comunque ci sarei stato io con il mio percorso musicale ad accompagnare la tua serata, in fondo eravamo soli entrambi, io con le mie canzoni, te con i tuoi pensieri... L'altro fatto invece, ma ha fatto capire che l'amore regna nei gesti delle persone che ci vogliono bene, come il gesto di una ragazza di portare una rosa all'amica malata e di passare insieme questa serata che non è deputata solo all'amore eterosessuale, ma anche all'amicizia, fenomeno sempre pù raro in questa società di "conoscenze". Due fatti, due storie, che vivono nelle nostre città, sempre più tecnologiche, ma anche sempre più sole, con la spasmodica ricerca dell'aggregazione a tutti costi, per paura di perdere quel treno...
Ero anch'io così, tanti anni fa... Poi qualcuno da lassù ha deciso che la mia vita cambiasse... ed è cambiata!!! Ma conservo sempre quell'angolo dove ripongo i miei sogni, i miei segreti, le mie paure, le mie gioie. E voi cosa conservate in quell'angolo vicino al vostro cuore?

domenica 27 gennaio 2008

Eros, fantasie e dintorni....

Vorrei concludere questo ciclo di confessioni "segrete" con il mettere a nudo quelle che sono le nostre fantasie, le nostre voglie, i nostri segreti, le domande che non osiamo fare, ma che alle quali vorremmo delle risposte.... Si lo so, sono dei segreti, ma per fortuna oggi il web ci permette anche di essere anonimi senza con questo voler per forza celare al mondo i nostri pensieri, che magari se espressi qui, si possono materializzare in forma virtuale e viaggiare nelle fantasie degli ospiti... Essendo io il "proprietario" del blog mi toccherà fare gli onori di casa mettendo a nudo quelle che sono le mie fantasie... Il lettore o la lettrice (meglio!) non si lasci trarre in inganno dalla mia esposizione dei fatti, ma bensi leggendo e commentando, possiamo fare un pò di luce sui tanti tabu che ci circondano quando ci troviamo al cospetto di amanti occasionali o peggio nel letto del nostro partner... Frequentando da più di un decennio il web, ho potuto vedere dove le fantasie delle persone potessero ad andare a cadere, senza per questo giudicare, ed ho trovato un mondo così vario che mi è venuto da dire: "Maremma come siamo strani!!". Si perchè la fantasia erotica ha una sua personalità ed è molto individuale. Pensate alla miriade di accessori che vendono i sexy shop, pensate alle centinaia di filmini pornografici che raccontano un amplesso fatto nei modi più disparati... Eppure il gesto "dell'innesto" è unico, però quanta fantasia nel prepararlo... Credo che la mia prima fantasia erotica me l'abbia fatta scattare la Prof di italiano alle medie, una bella signora con la gonna a tubo e due gambe niente male che uscivano dal sotto della scrivania... A tutt'oggi le gambe, le calze e le scarpe, rappresentano ancora quella scintilla che mi fa risvegliare l'ormone, che comunque mi fanno notare la sensualità di una donna. Il sandalo estivo elegante che slancia il piede verso l'alto, e quella lucida pelle che definisce i muscoli delle gambe fino ad arrivare all'inizio della gonna che prosegue trasformandosi in camicetta fino all'ambito scollo, mai volgare, ma che ti risucchia lo sguardo... E' una magica alchimia che non puoi spiegare... Un giorno un caro amico descrisse questo momento in una bellissima poesia che è diventato un pò un inno per noi che abbiamo fantasia da vendere...
Ella passa
e nulla intorno
può distogliere il mio sguardo.
Oggetto che natura creò
per essere amato...desiderato..
Consapevole di ciò
avida si nutre dei miei sguardi
Vorace la miro...
ma sempre ne è affamata...
Dunque cibati del mio bramare
che quando sazia sarai
de'miei pensieri osceni
pago cadrò
morendo di fame...
Ecco, la vera fantasia, il vero pensiero erotico... Ma se la giovane passante si ferma e ricontraccambia lo sguardo, icchè gli si dice? Siamo veramente pronti per un "ti leccherei dalla testa ai piedi (Amici Miei)?" Eppure se ci fate caso non chiedamo mai al patner un qualcosa di specifico... Di solito battiamo sentieri conosciuti, difficilmente riveliamo una nostra voglia sessuale... Facciamo dei timidi tentativi di approccio, cambiamo posizione, ma senza la complicità di entrambi rischiamo di essere goffi e a volte anche fatidiosi... Eppure basterebbe un non nulla per amplificare ancora di più il piacere reciproco, semplicemente dichiarando la propria fantasia, aprendo le porte di noi stessi verso l'altro, fornendo chiavi per aprirsi e condurci verso stanze inesplorate.... La mia fantasia sessuale è la donna libera di esprimere il proprio erotismo, nel vederla vestita, nello spogliarla, nell'offrirgli il mio corpo come oggetto del suo piacere, nel banchettare con i nostri sapori, nella timidezza di un gesto... A meno che non tiri fuori un frustino, tutto ciò è lecito nel gioco dell'amore, perchè comunque di amore si tratta e facciamola finita una buona volta con il sesso! L'unione di due corpi non è sesso: è complicità, è scoperta, ed anche se il nostro amante è occasionale, è meritevole delle nostre migliori attenzioni, altrimenti possiamo fare benissimo da soli, evitando una perdita di tempo inutile... Quante volte siamo tornati a casa con un ricordo mediocre? Non vi è mai capitato? Bugiardi!! Che cosa vi piace o vi piacerebbe ricevere o fare al vostro partner? Cos'è quella cosa che scatena la fantasia erotica durante un aperitivo mentre guardate una ragazza/o? Vi sto aspettando senza veli, o forse non siete ancora pronti/e per parlarne dalle pagine del cyber spazio?

sabato 12 gennaio 2008

Il destino di ogni uomo

Pubblico un bellissimo articolo apparso su "il Giornale" di oggi. Diciamo che lo condivido a metà, forse perchè sono un uomo, forse perchè è vero... Aspetto i vostri commenti blogger, sopratutto quelli di Aquila e D, ma aspetto anche il tuo, eternauta maschio, che, celandosi sotto un nick name, potrai dire la verità se le donne possono zittire veramente un uomo.
di Vittorio Macioce
È il destino di un uomo, di ogni uomo. Non importa il nome, la carica, i soldi, il blasone. Non importa nulla. Accade. Tu fai lo scemo, parli, straparli, ammicchi, cerchi l’applauso, sbrodoli. Lei ti guarda, vedi il taglio della bocca che quasi scompare dal viso. È una linea sottile di rabbia e fastidio. Occhi duri. Tu, chiaramente, non ti accorgi di nulla. Continui a ridere e a parlare. Lei si muove con uno scatto improvviso. E ti smorza, magari con un calcio sotto il tavolo, con un ringhio, con una parola, o con un foglio, una penna e una scritta che dice: chiudi il becco. E il tuo cabaret sprofonda nel gelo.È questa la lezione che arriva da Gerusalemme. Capita, capita a tutti. Anche a uno che si chiama George W. Bush e di mestiere, ancora per un po’, fa il presidente degli Stati Uniti d’America. È una legge senza eccezioni. Anche l’uomo più potente della terra troverà una donna che lo zittirà. Muto, come Adamo con Eva. Ridicolo. Piccolo. Castrato. In questo gioco la donna vince sempre. E non importa che sia tua moglie, o l’amica, l’amante, la compagna di banco, la tua segretaria o il tuo segretario di Stato. La donna, femmina e madre, non ha bisogno di un ruolo per far tacere il maschio. È il destino. È il cromosoma che si ripete in una storia antica. Dicono che anche il divino Cesare restasse muto di fronte alla sua Servilia, amante e amica, madre di Bruto e sorella di Catone, perfida consigliera politica. Bush a Gerusalemme, davanti a Olmert e al gruppo di commensali, legge il bigliettino di Condoleezza e il suo volto frana. Se lo rigira tra le mani, allarga le braccia e mascherando l’imbarazzo in un sorriso sospira: «Mi dice di chiudere la bocca». Tutto si stempera in una grassa risata. Ed è qui la differenza, la condanna biblica dell’uomo. L’uomo più potente della terra troverà una donna che lo farà tacere: nel gelo. Una donna, no. La donna più potente della terra non avrà limiti. Nessun uomo avrà mai il coraggio di dire: stai zitta.

lunedì 24 dicembre 2007

Ciao 2007...


Odio dover fare dei resoconti, sopratutto a Natale perchè con la festa dell'albero viene sancita anche la fine dell'anno. Ricordo un giorno di Maggio quando stavo contemplando il calendario, e Dicembre era così lontano. Poi un bel giorno ti svegli, metti la mano sul termosifone che è acceso, e ti accorgi di essere già alla fine dell'anno, e quel giorno di primavera un lontano ricordo...

Motivi per postare ce ne sarebbero tanti, come il più classico "che il 2008....", ma vorrei rimanere sul generico, affidandomi alla mia fervida fantasia, al pensiero che scende mentre scrivo, mentre fuori c'è l'atmosfera tipicamente invernale, con l'acquerugiola che scende, i cappotti ben indossati, e i preparativi per l'arrivo del Natale. Oltre le nuvole c'è sempre il sereno, il cielo azzurro che ti attende, quando a bordo di un areoplano, attraversi lo strato di nubi per sfociare nel cielo più limpido e terso che tu abbia mai visto. Guardando i raggi che rimbalzano sulla carlinga, o sugli oblo, ti dimentichi del grigio che hai lasciato, del brutto tempo, dei temporali, e voli sopra tutto e sopra tutti, con la certezza che domani è sempre un giorno nuovo...

Io mi sento sempre in volo, e vedo sempre il cielo, ed anche se ogni tanto c'è qualche vuoto d'aria, so che il viaggio continuerà, e niente potra impedire ai raggi di splendere...

Ma non sono solo... Accanto a me ci sono altre persone che vanno nella mia stessa direzione, e ad ogni scalo che faremo, mi auguro che ci sia qualcuno ad attenderci e a salire a bordo, in questa fantastica avventura che è la vita!

Buone Feste Internauti e viaggiatori...

lunedì 26 novembre 2007

Empatia e simpatia

Tratto da Wikipedia

Nell'uso comune, è l'attitudine ad essere completamente disponibile per un'altra persona, mettendo da parte le nostre preoccupazioni e i nostri pensieri personali, pronti ad offrire la nostra piena attenzione. Si tratta di offrire una relazione di qualità basata sull'ascolto non valutativo, dove ci concentriamo sulla comprensione dei sentimenti e bisogni fondamentali dell'altro.

Prendo spunto da un commento per trattare un argomento che, come parola singola (empatia) non dice un gran che, ma leggendone il significato, forse qualcuno si rispecchierà. Certamente l'anonimo commentatore del post precedente che ha fatto uso di tale parola, è un conoscitore della lingua italiana, ma subito dopo è stato "pizzicato" da un altro anonimo con l'appellativo di essere "un pò rigido" (leggeteveli perchè sono molto carini ndr). L'associazione della parola e dell'appellativo mi ha fatto riflettere, proprio perchè l'empatia è il contrario della rigidità, anzi bisogna tendere ad ascoltare gli altri più che noi stessi. Ma quante volte abbiamo creduto di essere "empatici" quando in realtà stavamo solo aspettando una buona occasione? Quello che stavamo facendo era in realtà essere simpatci... La simpatia nasce quando i sentimenti o le emozioni di una persona provocano simili sentimenti anche in un'altra, creando uno stato di "sentimento condiviso". E' un pò il sale dei rapporti personali del nostro tempo, tendiamo molto alla condivisione di attimi felici, attimi tristi (simpatia è anche questo) e sopratutto momenti di estremo godimento. Difficilmente però ci soffermiamo ad ascoltare gli altri senza metterci del nostro, senza commentare senza salire in cattedra. E allora nel goffo tentivo di essere ascoltati tendiamo ad ascoltare, senza in realtà capire molto, sperando di ricevere quello che abbiamo appena dato, ovvero una spalla su cui sfogarsi. Ma in questo modo le conversazioni diventano una sorta di "se tu dai una cosa a me...".
Come esperienza di vita posso dirvi che ho imparato molto ascoltando, osservando, facendo tesoro di quello che assimilo dall'esterno per poi confrontarlo con il mio io, stilando un profilo che non sempre può piacermi, ma che mi può suggerire se la direzione che ho intrapreso è quella giusta. Le stesse pagine di questo blog possono essere considerate "empatiche", cerco di partire dai miei pensieri, da un fatto a cui posso aver assistito il giorno prima, e le offro al lettore che per caso capita a leggerle, offrendogli un motivo di riflessione, un punto da cui partire per farsi delle domande, se mai ancora non se le fosse poste... I commenti stessi poi, conservando l'anonimato, aiutano a scrivere qualcosa senza bisogno di dire chi siamo, ma più semplicemente cosa proviamo. Non voglio dare risposte, voglio solo condividere le vostre "anonime" emozioni, perchè è così che ho imparato ad ascoltare. Le persone la fuori sono come un grande libro su cui leggere ed imparare. E' come andare in libreria, anche se cerchi un romanzo, o un libro di narrativa, ti soffermi comunque a leggere i titoli di altri libri, e magari incuriosito gli sfogli, e uscendo ti accorgi che non hai comprato un romanzo, ma un bel libro di storia o fantascenza, perchè solo dopo averlo aperto hai capito che ti poteva piacere... Leggiamole di più le persone che incrociamo nella vita, non soffermiamoci alla copertina, accettiamo quel che la vita ci offre in quel momento, magari è una strada corta, ma la dobbiamo passare per andare in un viale alberato... Lascio questo post con un frase non mia: se ci hanno fatto due orecchie e una sola bocca significa che bisogna più ascoltare che parlare, non credete?

lunedì 19 novembre 2007

Meglio soli o...

...mal accompagnati? Non so chi abbia detto la precedente frase, sicuramente qualcuno che, vistosi al perso, ha fatto qualcosa senza rimpiangere di essere solo. La solitudine al giorno d'oggi è meno marcata, meno visibile, ma vi garantisco che, in senso assoluto, pervade ancor'oggi la nostra società. Strumenti come le chat (non il gatto!), sms, mms, che vanno così alla grande, fanno emergere che il dialogo, nonostante i tempi di una grande comunicazione, sia ancora lo scoglio più duro da affrontare. "Ci siamo incontrati online", "ti ho agganciato con il bluetooth", "l'hai letto l'sms?", ormai sono i nuovi termini che hanno preso il posto della rosa, del piccione viaggiatore, del messaggero, che a cavallo portava la missiva del principe alla sua amata. Eppure c'è ancora qualcosa che mi sfugge... Non so se vi è capitato anche a voi, ma nei luoghi dove ci ritroviamo, ad esempio per un aperitivo, in un locale notturno, sembra che tutti parlino con tutti, ma nessuno veramente si capisce. Risate a crepapelle, baci e abbracci, facce felici, mai espressioni sobrie, gesti poco appariscenti, un bel baciamano... un pò come l'ultimo dell'anno: bisogna per forza divertirsi, e non succede quasi mai! Possiamo parlare della morte del dialogo? Non credo, i mezzi di comunicazione moderni dimostrano il contrario, c'è più una paura a rapportarsi con gli altri nei temi che più ci stanno a cuore, parliamo di macchine, orologi, dell'ultimo telefonino, del gossip, e i programmi all Maria de Filippi fanno emergere questo: bella gioventù vuota come una zucca di Halloween.
Perchè comunicare al di fuori delle effimeratezze è così difficile? Forse perchè abbiamo paura di crescere, o di prendere decisioni importanti che ci sconvolgono la vita... Nel dialogo a due non dobbiamo aver paura di rivelare un particolare intimo di noi stessi, non dobbiamo tenerci dentro quel che di buono e apprezzabile possiamo avere, perchè sono i nostri desideri, le nostre paure, le nostre gioie a rivelare parte di noi stessi. Io, per esempio, non accetto di avere 42 anni, ne tantomeno essere considerato un uomo: preferisco venir definito un eterno ragazzo, ma non per questo mi comporto in maniera superficiale. Ho formato una famiglia dall'oggi al domani, senza preoccuparmi del dopodomani, ho vissuto attimi nel momento stesso che li vivevo, e non pensando al dopo... La solitudine vera nasce dalla ricerca spasmodica di non stare soli. Provate una sera a dedicarvi a voi, nel silenzio delle vostre stanze, a guardare un bel film, a prepararvi una cena, a parlare con il gatto, a bere un bel bicchiere di vino... Vi accorgerete di avere dentro una persona al quale non avete mai dato ascolto, eppure quella persona siete voi, nel vostro lato più vero... e non quello che "indossate" quando uscite, nel goffo tentativo di piacere agli altri. Scartiamo a priori i belli dentro e i brutti fuori per poi trovarsi a logorarsi in discussioni sterili... rimpiangendo chi bello non era ma che tante emozioni dava...
Ma è proprio vero che siamo così occupati ad apparire non pensando a dar voce al solitario che c'è in noi?

lunedì 12 novembre 2007

What women want

Che cosa vogliono le donne? Finalmente una sana riflessione un pò maschilista ad uso e consumo del macho, dell'uomo vero e virile. Che cosa vogliono le donne? Con loro o senza di loro, purtroppo è cosi, attratti inesorabilmente dal luogo da dove siamo usciti, possiamo riassumere il tutto nella frase: 9 mesi per uscire una vita per rientrare! Eppure, nonostante tutto, una volta conquistata la vetta, ci mettiamo a sedere ed iniziano i conflitti interni, discussioni, mancanza di comunicazione, routine. E non credo sia un problema nostro, perchè l'uomo sposato o accompagnato tende ad essere succube della donna che ha accanto per un problema genetico e generazionale. Certo, non bisogna generalizzare, ma la donna tende sempre a portare i pantaloni, anche se gli stanno male. Il film di Mel Gibson, peraltro da vedere, parla di un uomo che ha la capacita, fortuna o sfortuna, di leggere nel pensiero delle donne, un arma micidiale, ad uso e consumo del maschio, che anticipandone le mosse, si relaziona con ogni donna li capiti a fianco. Spesso le relazioni tra uomini e donne, "non nascono" per mancanza di comunicazione. Quante volte abbiamo pensato "guarda quello/a, belloccio, quasi quasi lo invito a ballare o a bere", e poi non l'abbiamo mai fatto? Perchè se è vero che l'uomo nasce cacciatore, la donna non è quasi mai preda. E allora cosa si caccia, l'aria? Le donne più belle e divertenti che ho conosciuto, sono state quelle che si sono fatte cacciare, cacciando a sua volta, una battuta io, una loro, un complimento io un complimento loro. Bisogna mettere da parte i cacciatori e cacciati, mezze battute e mezze verità, sono il sale dell'inizio di un rapporto che può sfociare nell'erotico, nell'intellettuale, oppure solamente davanti ad un aperitivo. Le donne diranno: "siete voi che non capite!" e gli uomini rispondono: "ma se non ce la date mai!?!". Discussioni asettiche, prive di contenuti che non porteranno mai a niente. Uomini!: tutto si riduce ad un mero rapporto sessuale? Donne!: siamo ancora così bigotte da non esternare un benchè minimo complimento o una tacita affermazione di compiacimento? Se io vi mando una rosa, non dovete pensare per forza male, è una rosa, simbolo della bellezza, basterebbe un grazie o un altro segno di vita, non un usciata o un silenzio infinito. Oggi disponiamo tante forme di comunicazione, che non è più necessario "vedersi" per rifiutare galantemente un invito. Oppure nell'altra ipotesi, se la rosa è ben accetta, perchè non ricontraccambiare, invece di tenersi dentro un sentimento che potrebbe sfociare in un primo incontro a lume di candela, perchè non vedevate l'ora che succedesse? Le super donne e i super uomini gli abbiamo creati noi, escludendo dalla rosa dei candidati la gente comune, il ragazzo della porta accanto, che se si vestisse con abiti firmati e look alla moda, forse non sarebbe poi neanche tanto male... Che cosa volete, ragazze e donne, dall'uomo che vi sta accanto, o che incontrate al bar o al ristorante?

venerdì 9 novembre 2007

Sesso, amore e passione

Vi siete mai fermati a riflettere su cosa sono il sesso, l'amore, la passione, la stima e il rispetto e se sopratutto queste cose possono coesistere all'interno del rapporto di coppia? Certo per i single è più facile rispondere, ma loro hanno un altro dilemma: troverò la persona giusta, mi fermerò un giorno? Vavixxx ammira le persone anziane che ancora stanno insieme e lo definisce "amore di altri tempi", ma secondo voi, loro si sono persi qualcosa a giurarsi fedeltà eterna? Ho sempre considerato le corna come il morbillo, una malattia che prima o poi bisogna prendere, meglio da ragazzi perchè da adulti reca più danni, comunque una fase della vita dove il sentimento nutrito verso la persona che ci sta accanto viene meno, e troviamo in altri quella scintilla, e quel fuoco per far continuare ad ardere il nostro camino. Babi, e prima di lei Venditti, dice che non c'è sesso senza amore e viceversa... Diversamente da tanti uomini, non ho mai fatto sesso senza amore, non ho mai donato la mia nudità ad una amante occasionale, ho sempre preferito idealizzare nella mia mente un incontro virtuale piuttosto che andare a fondo con una persona bella d'aspetto ma brutta nei contenuti. Che ce ne facciamo delle macchine del sesso? Donne bellissime, stalloni belli come adoni, ma freddi come un frigorifero... Un colpo e via è la voce di popolo che serpeggia nella città, una persona di cui non ricordi neanche il nome al quale gli hai donato la tua parte più intima... L'equazione sesso e amore allora ha una soluzione? Campanaro la vede più come una gabbia, indipendentemente dal tempo che ci stai dentro, due persone si amano fino a saziarsi per poi riposare insieme... Io in quella gabbia ci sono stato svariate volte, anzi tutte le volte che ho donato me stesso, e mi ricordo dei volti e dei momenti che hanno sancito attimi bellissimi, e mi hanno fatto diventare quello che sono oggi. Il lato negativo è che voglio sempre di più, voglio l'amore vero, quello che nasce da una carezza, quello che ti fa vibrare quando diventi tutt'uno con l'altra persona... Sempre più spesso ci chiudiamo o riccio e non sentiamo, non vediamo dentro gli altri, e allora l'incontro scade in una banale serata fatta di una cena, finendo distesi su un letto, senza chiederci il perchè, usando solo il corpo e neanche un briciolo d'anima...
Sesso, amore e passione, impariamo a leggere negli altri, tiriamo fuori un pò di noi in cambio di un pò di loro, scopriamo le voglie recondite, riveliamo la nostra bellezza interiore e trasformiamo le carezze in gesti erotici, e solo allora potremmo godere di noi... moglie, marito o amante che tu sia...

mercoledì 7 novembre 2007

Pubblico un commento di Campanaro

Svariati i commenti al post precedente ai quali risponderò con un altro post, che spero sia sempre motivo di riflessione. Di seguito il commento di "Campanaro" che merita una lettura, condivisibile o meno, ma poeticamente perfetta! Grazie internauta!
Amore è un mistero-amore è un dilemma, un dubbio irrisolto...
Amare per se stessi o perchè l'altro ti ami, come e più di te,
od entrambe le cose?
Amore che vuoi quando non l'hai
e non sei sicuro di averlo trovato quando quando lo vivi
...mai abbastanza...quando lo uccidi e quando lo rifuggi....
Amore è una poesia che senti dentro ma che non riesci mai a scrivere....
è troppe parole su un foglio accartocciato e gettato nel cestino.
Sono le parole giuste che ti mancano o ti neghi al momento giusto....
Amore è avere poco in cambio di molto.
E' desiderare sempre quel poco, un abbraccio, un bacio, una carezza
per accorgerti che è tutto....
Amore è una gabbia che mi opprime ma che è sempre il mio rifugio,
dove voglio che tu mi chiuda per sopire la ferocia che è in me.
Stringimi le mani... e la belva sarà doma, appagata di quel misero pasto....
sazia del tuo amore..che ricambierà.
E saremo in due in quella gabbia che diventerà il nostro immenso tutto.....

lunedì 5 novembre 2007

Sex and the city, ovvero il mondo e il sesso.

Da dove iniziare? Da un inciso pecoreccio "tira più un pelo di .... che una coppia di buoi"? Banale e scontato, ma in realtà e cosi. La storia del mondo basata sugli epici conflitti, come narrato anche dai poeti più lontani, parte dall'amore in senso assoluto, idealizzato negli occhi di principesse, zingare, semplici contadine, mercanti di sesso. Amori vissuti in silenzio, amori gridati al mondo, amori scritti nelle poesie, nei racconti, nei film, o più semplicemente nati e sopiti nell'incrociarsi in una via del centro.... Le città sono il luogo ideale per l'osservazione del comportamento tra uomini e donne; la moltitudine di persone, i luoghi dove incontrarsi, lo scambio continuo di informazioni, fanno si che i grandi centri urbani siano un laboratorio di analisi, dove in ogni momento si celebra un rito.... Ebbene, io domando a voi, internauti, novelli Marco Polo della rete, che circumnavigate il mondo su di un cavo elettrico, alla ricerca spasmodica del Santo Graal, rappresentato dal vostro ideale di donna e di uomo, che usate gli sms o le email, i nuovi strumenti di comunicazione che hanno sostituito la carta, il piccione viaggiatore, il portalettere, ma con all'interno sempre la poesia, il verso, la frase erotica, che cosa è il sesso? Come dovrebbe essere l'amore? Che cosa lega l'uomo alla donna e viceversa, che cosa abbiamo realmente in comune, ed esiste un punto di equilibrio? I vostri commenti saranno il punto di partenza per i prossimi post.