Un altro anno di moto è finito. Dopo la Superbike anche la MotoGp chiude i battenti e la fa alla sua maniera. Con questo anno si chiudono diversi cicli ad iniziare dal passaggio di consegne da Mediaset a SKY. Si chiude un epoca e se ne riaprirà un'altra...forse. Oggi siamo qui a celebrare la vittoria del più forte, il rookie Marquez che si è presentato con tanta voglia di divertirsi e con la stessa voglia ha piegato campioni del calibro di Lorenzo e Pedrosa. Lo ha fatto nella maniera più bella possibile, guidando una moto da corsa divertendosi, senza pensare troppo al risultato. Il 2013 ci regala un vero campione, uno che al suo esordio non ha trovato solo il compagno di squadra come avversario ma anche un Jorge Lorenzo più combattivo e cazzuto che mai. Marquez è ripartito da dove Stoner si era fermato e oggi è il più giovane ad avere vinto nella classe regina all'esordio. Un campionato bello per i gesti sportivi, meno bello per le corse, brutto per il resto della compagnia. "Ho provato ad andare più un piano di oltre un secondo per vedere se gli altri mi raggiungevano, ma quando ho visto che erano lontani ho pensato solo a vincere". Queste sono le parole di Lorenzo e questa è la situazione delle corse oggi. Marquez, a meno di un clamoroso errore, oggi avrebbe vinto perchè oltre a loro tre nessuno avrebbe potuto impensierirlo. L'anno prossimo a meno di qualche clamoroso exploit la situazione sarà la medesima e questa non è una bella prospettiva. Onore dunque a Marc Marquez che ci ha fatto sobbalzare sulla sedia per la sua guida spettacolare e sempre al limite e onore anche al guerriero Lorenzo che non si è mai dato per vinto fin da ultimo e onore allo sfortunato Pedrosa al quale affiancano sempre il fenomeno di turno. E gli altri? Rossi alla fine campionato si è beccato quasi 100 punti dal primo e mai è stato in grado di salire sul podio se non per la mancanza di uno dei tre. Mediaticamente forse Ezpeleta avrà avuto ragione, forse la cifra sborsata ne sarà valsa la pena, ma come ho già scritto più volte Valentino Rossi non è eterno e forse la sua corsa si è fermata quel tragico giorno in Malesia. Bautista e Bradl bravi piloti con un ottimo portafoglio ma niente più. L'unico forse in grado di stare la davanti poteva essere Crutchlow boicottato dalla stessa marca per la quale corre. Ducati terzo anno consecutivo di un flop clamoroso iniziato proprio con l'ingaggio di Rossi e della sua squadra. Già, anche nelle squadre ci sarà qualche movimento ad iniziare con la pensione anticipata di Jeremy Burgess storico capotecnico di numerosi titoli mondiali. Arriverà Gigi Dall'Igna in Ducati e vedremo se la rotta potrà di nuovo cambiare come lo fu nel 2007. Mentre per la Moto2 il totolo era già cosa fatta, per la Mot3 si è prospettata una gara avvincente con i tre protagonisti (sempre spagnoli) a contendersi il gradino più alto del podio. L'ha spuntata Maverik Vinales su il giovane Rins e su un disattento Salom che all'ultima gara si è presentato un pò troppo teso finendo per sdraiarsi dopo qualche giro. Pista spagnola, piloti spagnoli, bandiere spagnole su tutte le classi tranne in Moto2 dove sul terzo gradino del podio è salito un francese di un soffio su di un italiano (Corsi). Un bottino veramente amaro, troppo poco per una scuola con una grande tradizione, e la colpa, oltre che alla crisi in generale va a quella federazione motociclistica che non è più propedeutica come lo era 20 anni fa. Oggi se vuoi "studiare" devi andare al CEV come lo farà il fratello di Rossi e pochi altri, altrimenti qui in italia può scordati panorami internazionali. Di italiano rimangono i particolari meccanici, due su tutti Brembo per i freni e Marchesini per i cerchi, ma di piloti nemmeno l'ombra. Onore dunque ai nuovi conquistatori spagnoli di questo particolare mondo, dove per fortuna le bandiere non contano poi così tanto ma contano i ragazzi che sfrecciano sulle piste di tutto il mondo. Ci vediamo nel 2014 se riusciamo a vedere qualche gara, perchè sicuramente io SKY non lo utilizzerò.
Contenitore di pensieri ad uso e consumo di voi naviganti della rete. Siatene i benvenuti, novelli Caronte del duemila...
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domenica 10 novembre 2013
domenica 27 ottobre 2013
Una prece, Motegi 2013
Che dire? Vorrei parlare di motociclismo ma sono in forte difficoltà. Dopo la totale improvvisazione australiana (per quanto riguarda le gomme) siamo arrivati a quella giapponese, in un circuito dove si corre dal 1999 e solo in questi giorni si è scoperto che l'ospedale più vicino è a un'ora di ambulanza. Pagine poco professionali di un motociclismo che dovrebbe essere la massima espressione in tutto e per tutto, ma che invece si sta semplicemente rivelando solo una macchina per far soldi scimmiottando la Formula 1. In un momento di buio totale ancora una volta la luce viene irrorata dai colori della bandiera spagnola capace di esprimere un ottimo motociclismo sul campo con un grande campione che porta il nome di Jorge Lorenzo che nulla ha da invidiare agli altri campioni presenti in pista e più blasonati di lui. Per un grande campione che si conclama, un altro sta forse nascendo arrivando al suo ultimo appuntamento nella gara di casa con 13 punti di vantaggio cercando di eguagliare il primato di Kenny Roberts. Possiamo dire di tutto di Marc Marquez ma questo è un titolo strameritato, contro due grandi campioni che di fatto hanno segnato la storia del motociclismo in questi due ultimi due anni. Gli altri ancora una volta giullari e pagliacci di un circo che stenta a decollare e sopratutto ad esprimere una vera alternanza ai vertici. Ezpeleta pensava di aver fatto una mossa furba riportando Rossi in Yamaha ma Valentino non è eterno e già se ne doveva accorgere nel 2010 dopo la caduta alle Biondetti. Motegi ci regala il primo campione del mondo che corrisponde al nome di Pol Espargarò, bravo, caparbio, fortunato quanto basta per mettere il sigillo su di un mondiale che sembrava non arrivare mai. Pol lo ha cercato, costruito contro un bel pilota non spagnolo, Scott Redding del quale sentiremo parlare spesso in futuro se messo in condizioni di competere. In Moto3 invece ancora tutto da giocare nell'ultima gara valenciana con tre piloti racchiusi in soli 5 punti, con un lievissimo vantaggio per Salom in caso di parità di punteggio. Anche li una questione relegata a tre ispanici senza italici anche se Fenati ci ha messo una piccola pezza arrivando quinto. Ancora in alto mare la Ducati, che ha iniziato il suo lento declino dopo che Suppo è migrato proprio in Giappone, lasciando in mano la direzione sportiva ad un pilota collaudatore con scarse caratteristiche di comando (e di poca lungimiranza), per poi assoldare Rossi che ha portato solo soldi e zero risultati accusando il povero Preziosi elevandolo di grado ma di fatto defenestrandolo. Gigi Dall'Igna è già sul piede di guerra ma per un miracolo bisognerebbe andare alla pista di Lourdes. Prossimo round Valencia dove la sola Moto3 ci terrà veramente incollati sul divano e dove l'inno spagnolo risuonerà ancora una volta a casa propria.
lunedì 14 ottobre 2013
La resa, Malesia 2013
La fortuna aiuta gli audaci, ma sopratutto la fortuna aiuta i fortunati. Ne sa qualcosa il povero Pedrosa, un ragazzo che, se andrebbe a Lourdes, troverebbe chiuso, come ne sa qualcosa Marquez il quale continuamente sfida il destino con tanto talento ma anche tanta fortuna. Marquez vincerà il suo primo mondiale avendo piegato, battuto e umiliato avversari del calibro di Lorenzo e Pedrosa, forse al culmine delle loro carriere e per questo i bardi ne narreranno le gesta e per questo sarà il naturale erede di Valentino Rossi. Se Pedrosa non fosse caduto ad Aragon forse oggi scriveremo frasi diverse, ma con i se e con i ma la storia non si fa. Ieri ad Aragon Pedrosa ha vinto alla sua maniera regolando un arrembante Marquez sul filo dei decimi di secondo al giro, dopo che la formica atomica si era scontrata con il gladiatore Lorenzo. Sembrerebbe il vero sconfitto Jorge, ma dopo le polemiche del Giovedì (per me giuste) sono seguiti i fatti ovvero se le regole sono queste... E' calata la sua moto, una Yamaha incapace di reagire alla fortuna e bravura della Honda. Su tutto emerge la forza della scuola spagnola capace di sfornare piloti a raffica, contrariamente a noi italiani, capaci solo di esprimere Rossi e neanche più le moto. A parte il duello tra Marquez e Lorenzo la gara è stata noiosa e solo la bandiera del Sic, portata in giro da Valentino, ci ha offerto un pò di italica emozione.
Ennesima batosta nelle altre classi dove solo Luthi (Moto2) e Olivera (Moto3) sono riusciti a mettere una bandiera non spagnola sul pennone (terzi entrambi). Salom (Moto3) allunga in classifica con una gara accorta e furba che gli ha consentito di allungare su un ottimo Rins (oggi secondo). In Moto2 continua il "dominio" di Tito Rabat in una gara falcidiata da una caduta spettacolare che ha ridotto i giri da 19 a 12. Peccato per il leader Redding il quale aveva trovato un'ottima partenza nella prima fase che poi non è riuscito a replicare nella seconda. Prossimo appuntamento Australia a casa di Stoner che rivedremo in pista per una giro di vecchie glorie... (io gli avrei dato la moto di Bradl)
Ennesima batosta nelle altre classi dove solo Luthi (Moto2) e Olivera (Moto3) sono riusciti a mettere una bandiera non spagnola sul pennone (terzi entrambi). Salom (Moto3) allunga in classifica con una gara accorta e furba che gli ha consentito di allungare su un ottimo Rins (oggi secondo). In Moto2 continua il "dominio" di Tito Rabat in una gara falcidiata da una caduta spettacolare che ha ridotto i giri da 19 a 12. Peccato per il leader Redding il quale aveva trovato un'ottima partenza nella prima fase che poi non è riuscito a replicare nella seconda. Prossimo appuntamento Australia a casa di Stoner che rivedremo in pista per una giro di vecchie glorie... (io gli avrei dato la moto di Bradl)
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lunedì 30 settembre 2013
Far West, Aragon e Laguna Seca 2013
Post dal titolo un pò criptico tante sono le cose che mi hanno fatto riflettere dopo questo fine settimana motociclistico. La prima? Le Mans 2011 quando Simoncelli fece fuori Pedrosa con un sorpasso garibaldino. Fui il primo a condannare Marco per quella manovra, perchè la ritenni un pò troppo fuori dalle righe e irruenta anche a seguito dei danni causati allo spagnolo. Il paddok spagnolo si mosse quasi unito contro il Sic tanto che il GP dopo, Barcellona, fu costretto a muoversi con la scorta. Due anni dopo (ieri) gli stessi spagnoli hanno messo un bellissimo stendardo sulla collina di Aragon a ricordo del pilota italiano. Ieri Marquez ha fatto qualcosa di simile proprio ai danni dello stesso Pedrosa ma ad oggi non mi sembra che la sommossa popolare sia uguale. Forse perche Marc è spagnolo? Forse perchè è entrato nel sistema 46 dove ai vincitori tutto è lecito? "Marc è un pilota forte ma dovrebbe avere più rispetto per gli avversari" diceva appena 10 giorni fa Stoner. E' vero sono gare, ed il bello è proprio nei duelli e nei sorpassi ma al tutto ci deve essere una regola, è la prima è di non cagionare danni ad alcuno. Forse ha di nuovo ragione Stoner quando vorrebbe moto senza elettronica? Ieri Dani è caduto per la rottura del sensore del TC (traction control) rotto dal contatto (forse) con Marquez. Da appassionato il pilota spagnolo mi piace tanto, ma da appassionato riconosco che non è la prima volta che è protagonista di questi episodi. A parte questo la gara di ieri ha offerto pochi spunti interessanti se non la conferma che Lorenzo è un grande campione, Marquez un predestinato, e il resto della compagine a guardare come sempre dai 12 secondi in su, senza accennare neanche a un barlume di resistenza. Rossi si conferma il primo degli ultimi, ieri in compagnia di altri tre Bautista, Bradl e Crutchlow (in ordine). Ducati sempre nel buio profondo.
Dall'altra parte dell'oceano invece una SBK inedita con due manches in due giorni diversi e gare spettacolari. Salgono le quotazioni di Laverty che accorcia in campionato superando proprio il suo compagno di squadra Giuntoli al quale la fortuna non sorride. Il francese infatti era proiettato a vincere a mani basse la prima manche e a rilanciarsi in campionato se non che due bandiere rosse (non il solito comunista) hanno fermato la gara rompendogli il ritmo per non ritrovarlo più. Chi è venuto fuori in una bella gara 2 è stato Kevin Schwantz Giugliano che ha guidato onorando il 34 sulla carena, di fatto proponendosi come pilota spettacolare e da ieri un pò più maturo. Anche Melandri esce dalla Laguna un pò malconcio nonostante un bella gara 2 ma con un distacco aumentato in classifica generale. Canepa, in sostituzione di Checa, ha fatto vedere che forse la Ducati un pò di potenziale in più lo può avere, ma solo se guidata oltre al limite, cadendo comunque in entrambe le manches, e non credo che sia il finale di carriera sognato dallo spagnolo.
Ritornando ad Aragon da segnalare ancora una volta l'ottima gara di Scott Redding, ieri quarto, che ha dimostrato di essere l'unico in grado di vincere, pur non battendo bandiera spagnola, che ieri è stata innalzata per ben 8 volte con Rins, Vinales e Marquez in Moto3, Terol, Rabat e Espargarò in Moto2. Valentino Rossi in questi giorni ha sancito la nascita della sua nuova squadra in Moto3, la VR46, con l'intento di partecipare attivamente al CEV spagnolo (futuro campionato europeo), in collaborazione con SKY e Aspar Martinez. Di fatto Rossi ha aperto uno squarcio tra il CIV (Campionato Italiano) e la possibilità di chi vi partecipa di fare il grande salto se non prima di essere passato dalla Spagna (Francia o Spagna pur che se magna). La Federazione Italiana potete star certi che starà ancora una volta a guardare e non è un caso se ancora il tricolore è nelle mani di Valentino oramai proiettato a trovare lui i nuovi campioni per l'Italia.
domenica 25 agosto 2013
Il predestinato, BRNO 2013
L'avevano già scritto tutti qualche mese fa ma per essere chiamati tali occorrono verifiche sul campo com'è vero che una rondine non fa primavera. Ebbene Marc Marquez con la sua quinta vittoria, la quarta consecutiva può essere dichiarato tale ma non dal numero delle vittorie ma per tutto quello che fa quando è in sella alla sua Honda RCV. Ogni staccata, ogni curva, ogni sorpasso è frutto di una strategia precisa che non lascia nienta al caso anche in caso di caduta (vedi Mugello). E' semplicemente così come il suo sorpasso ai danni di Lorenzo prima della esse in salita, punto veramente tosto da interpretare (chi vi scrive ci ha corso) ma facile se fatto dal giovane spagnolo. Predestinato significa anche essere su un'ottima moto, con un'ottima squadra, avere gli avversari più forti di sempre non al top della forma, anche se Lorenzo e Pedrosa non hanno mosso scusa alcuna, Marquez comunque li ha battuti e non per un distacco abissale ma per un vero duello. Voto 10 lo meriterebbero tutti e 3 perchè Lorenzo ha tirato fuori il suo miglior repertorio per tenere a bada Marquez, come nulla ha potuto Pedrosa. Brno è una pista vera, la più tecnica in assoluto, dove i sorpassi si fanno col calibro e i tre spagnoli hanno dato prova di grande maturità e classe. Il resto della compagnia solito copione con Rossi quarto in eterna battaglia con Bautista quinto e un Bradl indecifrabile sesto. Il resto semplici comparse comprese le Ducati A e B. Merita un discorso a parte Crutchlow che ha firmato una furibonda pole position. All'inglese possiamo dire tutto ma non quello che non si impegna. Le nera Yamaha clienti nelle sue mani diventa un ottimo mezzo, ma guidando sempre al limite è più facile sbagliare come ha fatto poi in gara. E a mio parere ha fatto anche bene a togliersi qualche sassolino dalla scarpa: "Questa è la mia prima vera pole visto che a Assen Lorenzo era fuori causa. Però considerando che i piloti ufficiali Yamaha hanno provato qui da poco credo che Lin Jarvis abbia sprecato i suoi soldi"
Peccato, un ottimo pilota andrà via da una squadra che ha in Lorenzo delle certezze e in Rossi forti dubbi.
Nella Moto 2 ritorna alla vittoria un vecchio leone Kallio su un sempre più concreto Takahashi e un ritrovato Luthi. Anche se solo ottavo io continuo a credere in Scott Redding un pilota molto combattivo a discapito di una mole da MotoGp. Eppure non è il nome che risuona per il passaggio alla classe regina e questo sicuramente dipende dal suo scarso portafoglio. Oggi le corse sono così vedi anche la vicenda Pesek. Domenica prossima MotoGp e Superbike con la speranza che dal cilindro esca qualche novità.
lunedì 3 giugno 2013
Campo Volo Mugello 2013
Numerosi decolli si sono visti questo fine settimana al Mugello tante sono state le cadute. Palma d'oro a Marc Marquez che ha iniziato il Venerdì con un botto alla Nakano e lo ha concluso miseramente a 3 giri dal termine della gara quando era secondo. Certo la voglia di fare e di vincere dello spagnolo è encomiabile ma un capello più giudizioso poteva anche esserlo. Vola anche Crutchlow il quale, dopo un grufolone alla Poggio Secco torna polveroso e ingrugnito come non mai facendo delle ottime qualifiche e alla fine arrivando terzo. Vola il buon Dovi che tomo tomo ratto ratto prima cade alla San donato, poi si inventa un bel giro in qualifica e strappa la prima fila alla Ducati come già fece Barberà l'anno scorso. Vola Jorge Lorenzo rimanendo sempre sulla sella della sua M1 il quale a metà gara decide di azionare gli over boost umiliando di fatto i suoi diretti inseguitori. Vola anche Pedrosa rimanendo però ad una quota più bassa onde evitare turbolenze presenti alla Savelli. Volano anche Bautista e Rossi dopo sole due curve. Che dire? Se non ci fosse stato Rossi sarebbe stato un normale incidente di gara, ma trattandosi di Valentino una giustificazione doveva esser pur data anche soltanto per far contenti gli uomini in giallo giunti fino a qui. Un 50% per uno ci sta tutto sportivamente parlando e dispiace che il giustificometro salga sempre solo quando c'è di mezzo Rossi. Volano anche i tifosi di Rossi i quali, una volta caduto il loro beniamino, se ne tornano a casa con le pive nel sacco, come se non ci fosse più un domani. A loro vorrei suggerigli di osservare con occhio tecnico la bellissima gara di Lorenzo, al pari di quella di Scott Redding Moto2 e di un astuto Salom in Moto3. Anche quello è motociclismo. Per tutto il resto c'è Mastercard dati gli alti prezzi dell'autodromo. Ci vediamo a Barcellona, chissà che anche li non ci sia un aeroporto...
lunedì 6 maggio 2013
Jerez 2013. Cosa Nostra
Non c'è che dire: Ezpeleta è un uomo fortunato. Guardando tutto il fine settimana tra prove e gara abbiamo assistito quasi ad un passaggio di testimone tra un campione che va e l'altro che arriva. La MotoGp è noiosa e l'espressione della massima categoria è sempre affidata a 3, 4 piloti in grado di vincere. Tutto il resto della compagine semplici comparse per nutrire una griglia priva sia di piloti ma anche di marche. L'uscita di Stoner, il rientro di Rossi in Yamaha, era un pò poco per risollevare il motociclismo, ma un piccolo effetto lo ha già sortito dopo il secondo posto di Valentino in Qatar. Il fatto però ha voluto che sulla moto del Canguro Mannaro ci sia salito un altro "fenomeno" che in sole tre gare è riuscito a spostare tutti i riflettori su di se, adombrando perfino sua maestà n°46. Ieri Marquez si è letto tutte le pagine di questi ultimi 10 anni di motociclismo e le ha applicate alla lettera diventando di fatto l'erede al trono, almeno in fatto di interesse. Ad un Rossi che già si lamenta della Yamaha fa da contraltare un ragazzo di 20 anni che ieri ha preso a spallate certo Jorge Lorenzo, uno che non va tanto per il sottile. E la fortuna di Ezpeleta è stata quella di avere tre vincitori diversi in tre gare tanto basta per poter vendere ancora un pò di fumo. La gara? Bella per le prime tre posizioni dove un mai domo Pedrosa ha ritrovato la vittoria a casa sua e lo ha fatto in silenzio dettando la sua legge sin da subito, stroncando il grande favorito Lorenzo.Scaramucce ai primi giri poi gas fino a costruire un vantaggio di tre secondi. Dietro un arrembante Marquez tentava in ogni modo (anche un pò troppo garibaldinamente) di passare Lorenzo per non far scappare Pedrosa, ma si sa, Jorge è uno che non molla mai e lo ha tenuto sempre a bada. Il resto del gruppo ad iniziare da Rossi andava via via sfilaccicandosi chi a mezzo secondo chi a un secondo al giro triste fotografia delle corse moderne. Ma all'ultimo giro all'ultima curva Lorenzo lascia un portone aperto a Marquez il quale pensa bene di infilarcisi senza troppi giri di parole. Il contatto tra i due è inevitabile e il giovane spagnolo scrive la sua prima pagina della sua carriera motociclistica. Quello che ne consegue sono i soliti fiumi di parole tra tifosi e giornalisti i quali non aspettavano altro di avere un argomento su cui scrivere. Nell'analisi delle sportellate durante le gare ognuna fa storia a se e il confrontarle sarebbe stupido. Noi non abbiamo bisogno della moviola, siamo motociclisti, un capello differenti dai tifosi... Ma si sa che senza il tifoso non si vende e allora giù a imbrattare di inchiostro pagine di giornali sui se e sui ma. Bravi dunque tutti e tre gli spagnoli che stanno dando vita ad un mini CEV confezionato per loro dal buon Carmelo. Tutto il resto sono accessori ad iniziare da Ducati ancora vittima di se stessa. Gare un pò opache anche in Moto2 e Moto3 prive delle battaglie che ci hanno sempre riservato. Rabat, Redding Espargarò in Moto2, Vinales, Salom e Rabat in Moto3. Gli italiani? Non pervenuti.
lunedì 22 aprile 2013
Passaggio di consegne
Difficile partire da un argomento preciso dopo due fine settimana di gare tra SBK e Motomondiale. Gare un pò meno soporifere del solito caratterizzate dall'arrivo di due nuovi vincitori Chaz Daviez e Marc Marquez. Davies ad Aragon ha imbastito due manches da anotologia regolando gli avversari già dalle prime battute e lasciando al resto della compagnia i resti del podio ad iniziare da Guintoli che, con due gare intelligenti, oggi è al comando della classifica. Indubbiamente alla SBK manca Max Biaggi e non sono solo gli ascolti a confermarlo. Melandri, nonostante un secondo posto, non è riuscito a raccogliere il testimone del Corsaro che se la ride dal microfono in qualità di commentatore di lusso e questo la dice un pò lunga sul bisogno di personaggi di spicco ai vertici della categoria. Cosa che invece è riuscita al momento per la MotoGp dove il dato da leggere in settimana era l'aumento del 30% delle vendite al Mugello. Questo è un pò l'effetto del secondo posto di Rossi alla prima gara. Gara che ieri nel nuovo tracciato Texano ha avuto il suo record quello del vincitore più giovane nella massima categoria, quel Marc Marquez tanto annunciato e che prontamente è arrivato puntuale come un treno svizzero. Il giovane spagnolo ha ereditato una sella pesante quella che apparteneva a Casey Stoner e non solo l'ha fatta sua ma sta facendo tirare un sospiro di sollievo a tutto lo staff Honda che si era visto un pò al perso dopo il ritiro dell'australiano. Certo è ancora prematuro gridare al fenomeno, ma la gomma posteriore usurata e la guida di traverso di Marc lascia ben sperare per il futuro. Ieri Marquez ha vissuto un fine settimana da campione con la pole il sabato e la vittoria la domenica regolando il suo compagno di squadra Pedrosa, un attento Lorenzo e un Crutchlow finalmente costante. Degno di nota anche Bradl quinto che ha preceduto Rossi e Dovizioso, con il ducatista protagonista di una prova discreta e di carattere contro Bautista ottavo. Per il resto una gara a parte, categoria ignota, arricchita da due moto ufficiali quella di Spies e Smith presi e messi li solo per motivi di marketing e non per meriti personali. Come suggerito anche da Rossi bastavano altri due o tre personaggi veloci per ricreare un ambiente "garoso", ma mentre il primo è tragicamente scomparso, Simoncelli, il secondo l'hanno fatto scappare, Stoner, solo perchè chiedeva un pò più di certezze sui regolamenti e un pò più di umanità anche all'interno del paddok. Umanità di cui ne ha fatto le spese anche Kevin Schwantz messo alla porta da Don Carmelo Ezpeleta che ben ha pensato di farlo fuori anche dai meriti di aver portato il mondiale in Texas. Chi vivrà vedrà.
Prossimi appuntamenti Assen SBK e Jerez MotoGp. Stay tuned!
lunedì 8 aprile 2013
Motomondiale 2013 la musica non cambia
Salom, Espargarò, Lorenzo tre spagnoli sul gradino più alto del podio, solita bandiera, solito inno. E' questo l'inizio delle corse in moto categoria prototipi. L'unica bandiera italiana è ancora affidata a lui, quel Valentino Rossi rigenerato dal ritorno in Yamaha e capace di tornare sul podio alla prima uscita. Se volete vedere la situazione motociclistica italiana bastava andare al Mugello ed assistere al CIV per avere un quadro della situazione. Sulle moto non ci si va per meriti ma solo per soldi ed ecco perchè siamo arrivati a questi punti.
Come previsto la gara della MotoGp è stata ad appannaggio di soli 4 piloti, Crutchlow a parte che è rimasto li quasi fino alla fine quando ha pensato bene di suicidarsi in fondo al rettilineo per opporsi a Rossi, come ha fatto anche Bradl caduto nel tentativo di stare dietro al pesarese. Tutto il resto come da copione (quasi) con l'imperiosa vittoria di Lorenzo che ha salutato subito la compagnia andando a vincere in solitaria. Oltre al ritorno di Rossi sul podio da segnalare (forse) l'arrivo di un giovane talento, Marquez, che è montato sulla moto di un altro grande, Stoner, ereditandone tutto il pacchetto, slider per i gomiti compresi. Questa è forse la vera novità del 2013 un pò troppo poco rispetto ad una gara priva di emozioni. Telecronaca a parte ci hanno pensato proprio loro, Marquez e Rossi, il giovane ed il vecchio, a farci sussultare sulle seggiole con due sorpassi niente male e ricchi di carattere ed ognuno con un significato diverso. Chi invece dovrà riflettere sulla gara è proprio Pedrosa bastonato dal giovane compagno di squadra che il giorno prima aveva punito con una scorrettezza. Marquez si è ripreso la rivincita con gli interessi ed invece di levare il gas lo ha dato a mano piena relegando Dani al quarto posto. Honda dovrà correre ai ripari con il suo pilota perchè il trio Lorenzo-Rossi-Yamaha sembra essere partito col piede giusto. Un piccolo passo in avanti sembra averlo fatto Ducati con il Dovi partito dalla seconda fila e arrivato con 10 secondi meno rispetto al tempo di Rossi lo scorso anno. Andrea sta lavorando bene sullo sviluppo della moto e speriamo di trovarlo anche lui tra i primi come lo è stato all'inizio della gara. Il resto della compagnia perduto nella notte del Qatar, incolore e senza particolari guizzi. Il prossimo round sarà ad Austin (USA) una pista nuova per tutti che ci farà capire se ai 4 si uniranno altri oppure ci appresteremo ad un anno motociclistico noioso, per noi appassionati.
venerdì 10 agosto 2012
Il cielo sopra Ducati
Post dai toni duri, non nel mio stile, ma come recita Confucio bisogna sempre attendere che il cadavere del nemico passi galleggiando sul fiume. E se di cadaveri si parla, di certo non stiamo parlando dei protagonisti della vicenda ma bensì di tutto lo stuolo di tifosi, giornalai, lecchini, imbonitori ed ex piloti ufficiali che hanno detto e scritto fiumi di parole su questa vicenda. Si sono detti addio Rossi e la Ducati dopo due anni di gare e zero vittorie. Sembravano destinati ad una pagina epica del motociclismo, una pagina già scritta prima che iniziasse, una storia d'amore di shakesperiana memoria finita invece nel più totale oblio. Lui, Valentino, il taumaturgo delle due ruote, il Dottore, il Fenomeno, quello che ogni cosa che tocca diventa un razzo (Yamaha Superbike docet), quello che aggiusta tutto, quello che non da le spallate ma solo carezze, è naufragato al cospetto della moto più vincente dell'era 800, quella Ducati che "faceva" vincere un fermo come Stoner, come ebbero a dire nel 2007. Guareschi-Basettoni durante i test di Valencia di Ottobre 2010 disse (testuali parole): "abbiamo acquisito più dati in due ore che in tre anni di sviluppo". Eccoli i tuoi dati caro Vittoriano! Avete acquisito più figuracce in due anni che in tutta la vostra carriera in MotoGp. E alla guida non c'erano, Melandri, Gibernau all'epoca dei fermi, ma c'era sua Maestà Valentino, quello con mezzo secondo al polso. E mi ricordo ancora quel triste flirt di Philipp Island 2010 quando sul gradino più alto c'era il tuo pilota mentre tu già facevi gli occhi dolci a Rossi. Due anni con Ducati ci hanno fatto vedere il fenomeno di Rossi: non un talento ma un grande personaggio capace di guadagnare 30 milioni d'euro l'anno per arrivare sesto. Questa è la grandezza di Valentino che va oltre tutto. A noi appassionati piace anche questo lato, ma non ci piace quel lato becero che lui rappresenta, quei cronisti da bar dello sport che ai sopracitati test di Valencia ci hanno fatto abbassare il volume dei televisori tanto spocchiosa e prosaica fosse quella telecronaca imperniata addirittura sui colori delle carene e tute, quando davanti il loro ex pilota già gli dava un secondo e mezzo. Il fallimento Ducati-Rossi è un pò il riscatto di tutti i mediocri che si sono avvicendati sulla sella della rossa e che oggi stanno lottando per vincere un mondiale (Melandri docet). E' la cartina tornasole che Rossi senza una moto giusta è solo un pilota come tanti, ne più ne meno. Ma la grandezza di Valentino sta anche in questo: in un mondiale brutto, a parte i primi tre, lui riesce a tenere banco, ritornando in casa Yamaha e alimentando curiosità anche per l'anno prossimo dove il tema dominante sarà la sfida con Lorenzo. Finiti i prossimi due anni in MotoGp perchè no, Superbike per altri due. Quindi, vincendo o no, i prossimi 4 anni saranno comunque vissuti da protagonista. A noi appassionati ci piacerà vederlo lottare la davanti, e se non lo farà lo valuteremo alla stregua di quelli che arrivano dietro, senza troppe scuse, senza troppe giustificazioni. Questi sono gli appassionati di motociclismo, non i tifosi da stadio che non conoscono Hailwood, Saarinen, Sheene, Shwantz, Raney, Fogarty, tanto per citarne alcuni.
Spero che Ducati prenda Redding l'unico simil Stoner sulla piazza, come spero che Audi strapaghi Stoner per tornare sulla rossa... Ma questo fa parte di un fanta campionato che viviamo soltanto noi appassionati delle derapate e della guida al limite....
lunedì 30 luglio 2012
L'incantatore di serpenti
Scrivo questo post come se fosse l'ultima gara del motomondiale, senza voler passare per profeta, ma solamente facendo un analisi oggettiva delle cose. Solo un incantatore di serpenti poteva fermare il Black Mamba Lorenzo a Laguna Seca, come anche in tutte le restanti gare. Questo pilota porta il nome di Casey Stoner, personaggio controverso, a tanti antipatico, ma l'unico vero talento da poter arginare lo strapotere di Jorge. Nel circuito californiano si è svolta la decima tappa del campionato ma ha espresso valori che possono benissimo riassumere tutta una stagione. In primis la vittoria di Casey Stoner a 9 gare dal suo ritiro. Stoner ieri, se mai ce ne fosse stato bisogno, ha dimostrato di che pasta è fatto sia in pista che fuori, con una gara prepotente ma furba lasciando stancare quello che oggi è il pilota più forte, per poi cucinarlo a dovere a 8 giri dalla fine. Dategli una moto, dategli una gomma (diversa dagli altri) che Casey piegherà anche i semimanubri per vincere le gare. E se arriva secondo preferisce cadere pur di provarci senza considerarlo un errore, come ha fatto in Germania, mentre arrivare ottavo (Mugello) quello si che è un errore!! Queste sono state le sue parole ai microfoni dei giornalai italiani, perchè questo è Casey Stoner. Contrariamente a Lorenzo, di gran lunga più furbo che si "accontenta" (il peggio che ha fatto è secondo!!!), che adesso è avanti di 32 punti, un miraggio per l'australiano che ne ha lasciati 20 solo per fame di vittoria. Il mondiale finirà così. Primo Lorenzo secondo Stoner sicuramente regalandoci qualche altra gara per gli amanti della guida. Ma tutto il resto? Tutto il resto è noia cantava Califano ad iniziare da Pedrosa, pilota sincero anche nelle sue dichiarazioni, ma mai la davanti a fare la differenza. La può fare in due, tre gare a stagione ma poi, come candidamente ammesso da lui stesso, "gli altri andavano più forte". Bravo Dani si è campioni anche a riconoscere i meriti altrui perchè l'anima dello sport è la sportività anche se si monta sul terzo gradino del podio. Sportivo, ma più deluso per il secondo posto, Lorenzo nonostante il suo vantaggio in classifica e questo la dice lunga sullo stato di forma e sulla voglia di vincere del maiorchino il quale accoglierebbe anche Rossi in squadra, tanto e comunque non sarebbe più la prima guida. Il quarto classificato ieri è arrivato a 18 secondi, un abisso nei confronti dei primi tre e che porta il nome, ancora una volta di Andrea Dovizioso il vero Ghostrider del circus. Terzo l'anno scorso, quarto quest'anno, primo degli italiani, il Dovi è completamente ignorato per logiche di marketing e questo dovrebbe fargli suonare la sveglia decidendo di mandare tutti a quel paese per passare in SBK con una divisa ufficiale e in un campionato più serio. Lo ho gia fatto Spies ieri caduto (sembra guasto tecnico) che saluta la sua presenza nella MotoGp con una sola vittoria ritornando nelle derivate di serie e lasciando la sella vuota della sua ambitissima moto.... ma a chi?!?!? Non credo a Valentino (lo scrivo oggi ma posso essere smentito) ammaliato da un offerta faraonica di Audi che spegnerà tutte le sue velleità di ritornare campione, anche perchè con 9 titoli mondiali in saccoccia e l'ipotesi di rimediarne anche da Lorenzo l'anno prossimo, chi glielo farà fare? Rimanendo li farà cassa con i suoi fan club, i suoi tifosi, che lo credono un semidio fino a diluirsi nelle sabbie del tempo come The Doctor, come il Fenomeno, il folletto di Tavullia, ma per noi appassionati semplicemente un pilota veloce, un ragazzo furbo, parecchio furbo ma alla fine, senza moto, un pilota normale... Tutto il resto è noia dicevo, ad iniziare dalle CRT più lente delle proprie madri (le SBK) a rinfoltire una griglia scarna senza più passione, con piloti pop up anche con selle importanti ma che alla fine rimangono nel cono d'ombra dei primi tre... l'anno prossimo due...
Prossima tappa ancora in America (Indianapolis) patria di Beautiful, e come nella soap vedremo la fine delle vicende tra la storia di amore tra Rossi-Ridge, Ducati-Brooke e Yamaha-Taylor...
lunedì 9 luglio 2012
Fatto e reso
"Guadagnare 25 punti cosi non mi piace, avrei preferito battere Lorenzo". Con queste parole si era congedato Casey Stoner dopo la vittoria del Gp di Assen e dopo che il maiorchino era stato steso da Bautista. Per tenere fede alla sua filosofia di vincere ogni gara ("Io corro per vincere e i titoli arrivano con le vittorie. I conti si fanno alla fine") il buon Casey nel tentativo di passare Pedrosa all'ultima curva del Gp di Germania, è scivolato via gettando alle ortiche un ottimo secondo posto in gara e la leadership del campionato del mondo. Questo è il pilota che Dorna (leggasi Ezpeleta) non ha neanche tentato di far rimanere in un ambiente che sta implodendo su se stesso dove gare come quella di ieri sono molto rare. Detto questo, la gara di ieri ha avuto in Pedrosa l'uomo del giorno con il ritorno alla vittoria e la firma biennale (quasi) presso la casa che lo ha praticamente adottato. Peccato per la caduta dell'australiano ma dopo Assen, in una pista a lui favorevole, Dani si è un pò risvegliato ed ha indotto all'errore il suo scomodo compagno di squadra. Secondo Jorge Lorenzo che ringrazia Stoner ma che lascia la Germania con un distacco di 15 secondi sul duo Honda, un pò troppi anche per lui, forse un pò acciaccato dopo il botto e operazione post Assen. Terzo il buon Dovi che ha regolato l'esagitato compagno di squadra Cructhlow (poi uscito e rientrato) e un ormai perso Spies sicuramente con le valige già pronte. Il buon Dovizioso sta anche combattendo una sua battaglia personale con la richiesta di una moto ufficiale, ma si dimentica che gli interessi economici che ruotano intorno a lui vanno oltre i risultati e fino a che Valentino Rossi navigherà nel mondiale (anche se nelle retrovie) a lui toccheranno sempre le briciole. Interessante il duello per il quinto posto con un gruppo di piloti capitanati da Bradl (in ordine) Rossi, Bautista (in rimonta dall'ultima posizione) Crutchlow, Barberà e Hayden. Chiudono le CRT con la new entry Battaini al posto dell'infortunato Abram.
Moto 2 che si conferma sempre più terreno di Marquez che vince e stacca tutti in classifica di ben 45 punti complice anche una caduta del suo avversario più diretto Iannone che sino a quel momento stava duellando con lui.
La Germania ci lascia anche la cartolina di Valentino Rossi alla corte di Rupert Stadler gran capo di Audi che ha espressamente detto di voler continuare con il folletto di Tavullia il quale ha tradotto il tutto in monete sonanti che tanto fanno bene all'uomo ma tanto male fanno al pilota definitivamente seduto sui propri allori.
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