martedì 27 settembre 2011

One Carlos


Avrei dovuto aspettare la gara di Magny Course per celebrare il primo titolo mondiale di un veterano delle corse qual'è Carlos Checa, ma anche se la matematica non lo vede già campione allo spagnolo basterebbe partire anche a piedi il prossimo GP per vincere questo titolo che mancava alla sua lunga carriera. Onore dunque al nuovo campione del Mondo Superbike 2011, un bravo pilota che vanta la presenza in tutte le classi ad iniziare dal lontano 1993. Checa è campione del mondo nell'anno più strano della Ducati, ritiratasi ufficialmente dalle competizioni per poi riapparire con parte del suo staff nel Team Althea di Giancarlo Bevilacqua dando così quella linfa vitale per poter portare a casa il titolo (doveva essere come il Team Liberty poi però le cose sono andate diversamente...). Bravo Carlos, il primo re di Spagna di quest'anno, con un campionato dominato a suon di vittorie e gare intelligenti (BRNO in primis), piegando il suo rivale più ostico, Max Biaggi, al quale si è aggiunto un rookie di lusso, quel Marco Melandri che ha ritrovato in questo ambiente la voglia di vincere e comunque stare al vertice. I primi elogi sono arrivati proprio dal campione romano che ha dovuto gettare la spugna per un banalissimo incidente che lo ha costretto al forfait di due GP se non tre. Usando le sue parole, tutto ha girato per il verso giusto per lo spagnolo, ad iniziare anche da quel binomio tanto discusso (dagli altri) Ducati-Pirelli che in mano a Checa ha costituito un'arma vincente. Adesso non resta che godersi le ultime due gare di Francia e Portogallo, con il ritorno di Max (speriamo) e le nuove voci di mercato su tutti, perchè nonostante tutto il campionato del mondo Superbike è ancora una prelibatezza per gli appassionati che hanno gremito in 78.000 (Sanchini docet) le colline dell'Autodromo di Imola.

domenica 18 settembre 2011

La prova del nove


Articolo politicamente scorretto, ma dato che nessuno mi paga per scrivere quello che penso, posso giungere a delle conclusioni che a molti piaceranno e ad altri no. Un anno fa sul circuito di Aragon, Casey Stoner, chiedendo un forcellone più lungo alla Ducati, fece la pole position e vinse la gara mani basse andando finendo la gara un secondo prima rispetto a quest'anno!!!. Quest'anno, Valentino Rossi, il Dottore, il fenomeno di Tavullia, chiedendo una moto nuova, ha fatto il tredicesimo tempo in prova e il decimo in gara girando persino più piano dell'anno scorso (vedendo anche che va di moda confrontarsi con i tempi passati). A tutti quelli che nel 2007 gridavano allo scandalo della netta superiorità Ducati e quindi di Stoner, a tutti quelli che dicevano “ah, ce l'avesse Valentino...” rispondo che Stoner a parità di moto è superiore al Sig.Rossi. E non lo dico io, lo dicono le statistiche, i numeri... Oggi Stoner ha dimostrato che il sorpasso a Laguna Seca è stato solo un furto ai danni di un pilota forte ed onesto, il quale ha come unico obiettivo vincere le gare e magari anche i mondiali. Sono sempre meno adesso i tifosi di Rossi il quale che non sa più che pesci prendere senza un mezzo competitivo. Domani leggerò gli articoli dei giornalai che fino a due settimane fa davano per “bollito” l'australiano, relegandolo a pilota debole, con dei grossi problemi a gestire la pressione. Cari giornalai, poco esperti di corse e parecchio tifosi, Aragon ci ha suggerito ancora una volta che le corse in moto quest'anno le gestiscono solo tre piloti: il resto della compagnia veloci comparse sempre osannate più del loro merito. Aragon ci ha ridato un Pedrosa secondo, forse non forte come il suo compagno di squadra, ma sempre sul podio a lottare. Aragon ci ha dato ancora una volta Lorenzo, un altro gran bel pilota che parla poco ma va parecchio. Valentino se non cambierà la sua strategia (a 13 milioni d'euro l'anno la vedo dura) macchierà di non poco la sua carriera di pilota forte e vincente e i suoi poster saranno sempre accanto a quelli delle squadre di calcio, ma non nelle bacheche dei veri appassionati di questo sport. La Cenerentola Ducati dovrà spendere parecchi soldi per far andare le sue motociclette e sommati a quelli percepiti da Rossi non la pongono in una condizione ideale considerata anche la crisi economica mondiale. Chissà come se la starà ridendo Livio Suppo che anticipatamente aveva già capito l'andazzo della gestione delle corse, ed ha pensato bene di andare in Honda e portarsi uno dei piloti più forti. Quindi per dirla con le parole del Conte Mascetti, “fate largo bottegai e filistei” e lasciate le corse ai piloti ed ai loro vincitori, qualunque bandiera essi sventolino. Un ciao anche a Loris Capirossi il quale, dopo l'esperienza “sperimentale” con Suzuki ci lascia tristemente senza risultati e con un tamponamento al povero Elias che fino allora era ancora in gara.

Detto questo, gran week end anche la Moto 2 che ci ha regalato una bella bagarre tra diversi piloti tra i quali anche due italiani, Iannone e Corsi (De Angelis è di San Marino!!!) che sono arrivati secondo e terzo dietro un divertito Marquez che ha un po' giocato con loro prima di andarsene. Ora il distacco dal tedesco Bradl è di solo 6 punti e staremo a vedere se il tedesco (cosa che io spero perché è un ottimo pilota) riuscirà a riallungare o a subire la superiorità di un futuro campione. Chissà... Adesso tutti a Motegi in un gran premio molto discusso causa i disastri del terremoto, ma sicuramente una bella puntura di solidarietà ad una nazione ad alla sua gente.

martedì 13 settembre 2011

Impressioni di Settembre


Round interessante quello di Domenica 5 Settembre sia per il Motomondiale sia per il Mondiale Superbike, entrambi i campionati ci hanno dato spunti interessanti di riflessione in un momento di accordi, empasse, e fiumi di parole. La 125 ha confermato l’ottimo momento di forma di Terol che aveva perso un po’ di smalto subito recuperato con due vittorie che gli hanno permesso di fare un bel balzo in avanti nei confronti di un rassegnato secondo Zarko. Ma la nota più importante è il 14° posto di Morciano primo di una pattuglia di italiani che anni fa dominava le scene ed oggi stenta a trovare gli eredi di Rossi, Capirossi e Biaggi.

Nella Moto2 altra stoccata dello spagnolo Marquez sempre più protagonista di questo campionato insieme però ad un coriaceo Bradl che non ha mai mollato la presa e che sicuramente tornerà sul gradino più alto del podio quanto prima. Altalenante la stagione di Iannone che comunque ha confermato (meno male) la sua presenza in questa categoria anche qui avara di italiani.

In MotoGp abbiamo assistito ad una gara noiosa all’apparenza con niente di nuovo per i tifosi, ma ricca di spunti per gli appassionati, magistralmente descritta anche da Pernat qui. Se mai ce ne fosse stato bisogno Lorenzo conferma tutta la sua cattiveria e bravura alla guida di un ottima moto, forse la più completa del lotto, che nelle sue mani diventa un arma micidiale. E’ però il maiorchino a fare la differenza considerando il sesto posto di Spies. Secondo Pedrosa con un accenno di polemica nei confronti di Stoner “reo” di guidare una moto sviluppata da lui tanto che in gara lo passa senza troppi complimenti nel curvone in piena velocità con un bel sorpasso da “pelo”. Ancora una volta la dimostrazione che senza lo stop di Le Mans sarebbe stato della partita. Terzo uno “sfiancato” Stoner (se quando è stanco arriva terzo…) che ha palesemente ammesso il suo calo fisico scusandosi con il suo team. Credo che questa ammissione lo faccia diventare ancora più grande e rispettato e comunque, a differenza della solita stampa italiana che non lo vede di buon occhio, ha sempre 34 punti di vantaggio sul secondo nel mondiale. Quarto e quinto Simoncelli e Dovizioso forse la giusta posizione per due piloti che dispongono dello stesso materiale di Stoner e Pedrosa ma che non sanno mai ruggire quando la pattuglia dei fenomeni è al completo. Rossi settimo, nei primi quando il capofila Lorenzo studiava la pista umidiccia girando un secondo e mezzo più piano, settimo (primo delle Ducati!) quando il resto della compagnia decide di dare gas.

Extra gara da annotare i pensieri di Preziosi al quale piacerebbe che Stoner provasse il Ducati, un telaio nero ad avvolgere la GP12 al Mugello, un ripensamento sulla filosofia Ducati nel fare le moto da corsa e un pilota pagato il giusto che vince nel mondiale Superbike… (Valentino non costa solo 13 milioni d’euro l’anno…).

Già il Superbike… Il banale incidente occorso a Max Biaggi in prova e lo sfortunato ritiro dalla gara la domenica ha rimarcato quanto ancora può dare un personaggio del suo calibro alle corse. E’ vero che Checa avrebbe vinto il mondiale, ma la mancanza del Corsaro, con tutto il rispetto per l’ottimo Melandri, ha un po’ chiuso l’interesse per le restanti gare, tanto è il vantaggio di Carlos sull’ora secondo Melandri. Checa sarà il vincitore del mondiale 2011 e noi appassionati glielo auguriamo di cuore perché è sempre stato un bel pilota ed una brava persona. Ci piacerebbe giore anche per il Team Althea o almeno per quella parte non Ducati ufficiale ma privata, comunque un bel riconoscimento per un signore del calibro di Bevilacqua. Speriamo per sorti positive anche per un altro signore in cerca di moto per l’anno prossimo, quel Francesco Batta e signora che tanto hanno dato a questo sport e tanto “avrebbero” ancora da dare. Settembre ci lascia con l’arrivo di Aragon e Imola con la speranza di un futuro migliore per i colori italiani.

lunedì 29 agosto 2011

L'uragano Casey


Con le tempeste tropicali e gli uragani quest’anno gli americani sono arrivati alla lettera I, ma ieri a Indianapolis sono dovuti ripartire dalla lettera C come Casey, un uragano australiano che si è abbattuto sul motomondiale spettinando diverse persone e non solo in pista. Sulle anomalie della strana riasfaltatura del tracciato, Stoner ha impresso la sua legge, le legge di un fuoriclasse a posto con tutto e con tutti soprattutto con la sua moto, capace di assecondare il polso destro e farlo danzare sulle piste. Quello stesso polso che più volte ha portato in vetta la Ducati che ieri ha arrancato con il suo pilota più forte messo dietro anche da De Puniet. L’asfalto era scivoloso per tutti e sono le condizioni critiche a far valere anche il pilota, se pensiamo che Dovizioso ha fatto il suo best lap all’ultimo giro. Comunque vada questo mondiale Stoner ci ha fatto vedere quali sono i reali valori in campo, chi è il fenomeno e chi no, chi guida sopra i problemi e chi non riesce a ricavare un ragno dal buco. La fotografia di questi ultimi anni l’ha fatta Pernat Sabato in telecronaca: Stoner il più veloce, Lorenzo il più cattivo, Rossi il più furbo, purtroppo per lui non è con la furbizia che si guidano le moto. Gara strana quella di ieri, con la debacle Ducati e l’annichilimento di Simoncelli che guidava la moto che poi ha fatto il primo ed il secondo posto. Bravo Pedrosa che non ha mai mollato comunque, piacevole Spies terzo, quarto un coriaceo Lorenzo, quinto un attendista Dovizioso e sesto un cazzuto Bautista con la Suzuki. Tutto il resto sono solo parole. A me dispiace dover avere dell’acredine nei confronti della nostra bandiera motociclistica, ma troppe, tante sono state le verità non dette su Valentino. Troppo il fango gettato su Biaggi all’epoca, ridicole le accuse della falsa malattia di Stoner… Oggi con il problema Motegi viene fuori che chi non stà dalla parte del datore di lavoro è fuori come scrive Ernesto Emmi qui, mentre che nelle vittorie Ducati non era la moto a vincere ma bensì il suo pilota che guidava continuamente sopra i problemi. Un po’ di uragano si è abbattuto anche nella cabina dei commentatori dove, la mancanza di Reggiani, ha favorito l’ingresso di Pernat il Sabato, Locatelli, Zamagni, e Cecchinello la Domenica. Finalmente telecronache poco orgasmiche e più notizie su tutti evitando quelle genuflessioni che poco hanno a che fare con i piloti. Tra una settimana ci sarà Misano un anno dopo la morte di Tomizauwa e dopo gli stupidi fischi a Lorenzo. Io mi auguro sempre delle bellissime gare e che vinca il migliore…

martedì 16 agosto 2011

BRNO, istantanea di un campionato


Sicuramente il Gran Premio della Repubblica Ceca ci ha regalato un foto sul mondiale che ricalca molto bene i valori in campo, di quanto è accaduto fino ad oggi, e su quello che ci aspetterà per il resto della stagione. Non è un requiem sul campionato, ma sicuramente qualcuno ne dovrà prendere atto se non vorrà chiudere i battenti l’anno prossimo.

La fantastica Brno ci lascia dunque questa istantanea:

Stoner si merita tutto ciò che ha raccolto fin ora, il primo posto in classifica, le sei vittorie, e la rabbia di voler e non poter vincere sempre caratteristica di un pilota puro e di talento. Si merita di essere li come lo era già l’anno passato quando vinceva con la Ducati nonostante tutte le critiche che stanno piovendo sulla rossa di Borgo Panigale. Fa bene Pernat a Fuori Giri a suggerire a Guareschi che l’anno scorso tutti questi problemi non ce l’avevano. Bravo canguro mannaro e augurissimi per il tuo erede.

Dovizioso non vincente ma convincente, sempre pronto ad essere li, a ridosso dei primi, volente o nolente, a discapito di tutte le voci. Certo un non talentuoso come gli altri, ma affidabile se scommetti nei primi cinque. Dovrà vincere per consacrarsi, ma in squadra lo prenderei volentieri.

Pedrosa (e chiudo il tris Honda) con la caduta di domenica ha un po’ dimostrato di essere genio e sregolatezza, con delle prove al di sopra di tutti ma con una gara senza saper attendere il momento giusto (e la temperatura delle gomme giusta) per poter salutare tutti e ritornare in corsa per il campionato. Sicuramente un anno misto a sfortuna e qualche errore un mix poco redditizio per vincere un mondiale.

Simoncelli finalmente a podio, commosso e quasi incredulo, ha ottenuto quello per cui ha tanto lavorato (e caduto) e la speranza è che si possa ripetere anche in futuro.

Lorenzo, gara a parte, è sempre il campione del mondo con la solita tenacia e grinta dei tempi migliori. La scelta della gomma anteriore è un suo errore, ma è l’errore di un pilota che non si arrende e cerca ad ogni gara di rintuzzare punti dal suo diretto rivale. Campione anche al di fuori quando fa i complimenti a Pernat per il terzo posto di Simoncelli, un “quasi” saggio della MotoGp. Bravo!

Spies mai incisivo quest’anno se non nella roulette di Assen, deve ancora fare un acuto per essere consacrato tra i veri primi della classe. A Brno è saltato fuori un problema fisico passato e questo sicuramente ha rallentato le prestazioni del forte pilota texano. Da rivedere sicuramente.

Rossi naviga nella posizione che gli compete: primo degli altri ultimo dei primi. E’ inutile che nelle sue analisi valuti che è andato più forte dell’anno scorso. Le gare si vincono nel presente, e il presente dice che senza una moto Rossi è un pilota normale, come lo erano quelli prima di lui che arrivavano sesti. L’aggravante è che quella stessa moto l’anno scorso vinceva… Dopo 7 ttitoli mondiali è giusto anche riposarsi, ma per favore non chiamatelo fenomeno…

Ducati. Si vocifera che FTR stia facendo un telaio per l’anno prossimo. Un telaio vero, come quelli giapponesi, mandando all’aria tutta la filosofia Ducati campione del mondo 2007. Tutto questo perché l’unico pilota che la guidava era Stoner, e tutti gli altri, ex fenomeni compresi, ci hanno picchiato il naso. A mio avviso sconfitta su tutti i fronti viste anche le spese…

Per il resto del gruppo un plauso a Bautista e a Hopkins, nonostante una moto poco performante si sono distinti per ottime prestazioni ed i ringraziamenti dalla casa madre sono subito arrivati.

Per tutto il resto ci sarà Mastercard, perché qualcuno dovrà frugarsi se vorrà continuare, con una moto o con due (Gresini docet).

BRNO è BRNO la più bella pista del mondo con i femori più lunghi del mondo… e si sa se femore i da tanto…

lunedì 1 agosto 2011

La Ducati è Checa!!!


Grande prova di orgoglio, classe e determinazione di Carlos Checa sul circuito di Silverstone, firmando una doppietta che lo porta a 62 punti da un Biaggi che nella giornata dell’attacco decisivo alla vetta non ha avuto il guizzo necessario, finendo 11 in prima manches e 4 nella seconda. La doppietta di Checa ha anche un altro significato, che va ben oltre la classifica: lo spagnolo darà, (e qui partono tutti gli scongiuri del caso) insieme al Team Althea (sempre più rosso), quella ventata di soddisfazione (e vendite) che la stagione in MotoGp ha fortemente compromesso, anche dal punto di vista economico. Il popolo Ducati avrà il suo nuovo campione ed i clienti saranno fieri di cavalcare la moto che ieri ha raggiunto le 301 vittorie in Superbike. Brno ci ha fatto vedere un Checa che, se non è in palla, male che vada può arrivare terzo ad un nonnulla dai primi. Silverstone ci ha fatto vedere che quando il gioco si fa duro… lui c’è! Biaggi e Melandri sono stati cucinati a dovere e se il primo ha avuto il suo bel da fare, il ravennate ha colto due podi che lo portano a soli 9 punti dal romano, secondo in classifica. Yamaha ha poi completato entrambi i podi con due ottimi posti di Laverty che nulla ha potuto contro lo strapotere del binomio Checa-Ducati. Alla fine di gara 2 una battuta, a mio avviso infelice, del patron di Althea, Bevilacqua, che ha voluto sottolineare come Ducati sia inferiore alle 4 cilindri. A me non è sembrata così tanta la differenza anzi, per usare le parole di Melandri, la Ducati è 200cc in più di e che la differenza stà proprio nell’erogazione. Ormai è una storia vecchia come detto anche da Max: Non voglio entrare in una polemica che mi sembra stia crescendo sempre più. Secondo me allo stato delle cose, visto cosa è stato consentito in passato, è difficile intervenire. Il problema andava risolto diversamente all'inizio. Ora bisogna combattere con quello che si ha".

La Ducati dovrebbe imparare una sonora lezione da questo mondiale se vorrà essere leader anche altrove considerando che i tempi sul giro di Carlos sono stati inferiori anche a quelli di Rossi in MotoGp… non so se mi spiego disse il tovagliolo...

lunedì 25 luglio 2011

I mostri della Laguna (Seca)


Non c’è che dire la gara di Laguna Seca, 10 round della MotoGp, ha avuto si un vincitore, ma in realtà tre sono i piloti degni di una particolare menzione. Il primo è indubbiamente Casey Stoner, un ragazzo capace di emozionare con i suoi traversi ed oggi capace anche di aspettare il momento propizio per cucinare i suoi avversari. L’australiano durante tutto il fine settimana aveva avuto problemi con la sua Honda, nonostante fosse sempre uno dei più rapidi, ma non abbastanza come piace a lui. Ma si sa, è dal 2006 che piega in continuazione i semimanubri delle moto in cerca di andare sempre più forte, motivo per il quale oggi, Ducati, brancola nel buio. Ieri Stoner ha vinto di forza, di intelligenza e di coraggio, con due sorpassi da manuale, di quelli che rimangono nelle gesta dei grandi. Ha vinto contro un avversario tostissimo che ancora una volta ha dimostrato di meritare il titolo 2010 e di essere ancora in lizza per questo campionato del mondo. Lorenzo ieri ha fatto una bella gara, generosa, e poco importava se era seguito da Pedrosa e da Stoner. Forse è stato proprio questo il suo errore, però è stato anche il bello della sua gara. Cedere a sei giri dal termine significa di averci provato e di esserci quasi riuscito se non ci fosse stato l’australiano in ottimo spolvero. Bene anche Pedrosa, terzo, dolorante, ma sempre li dimostrando ancora una volta che lo stop di Le Mans gli ha compromesso l’ennesima occasione per correre per la vittoria. E gli altri? Dovizioso ha descritto molto bene la situazione odierna: “li davanti hanno un passo allucinante” e solo in tre possono permetterselo. Non se lo può permettere Simoncelli ancora una volta a terra alle prime battute, ma non se lo permette neanche Spies quarto, ma lontano dalla vetta in un circuito a lui familiare. Gli altri corrono per un altro campionato, con duelli, sorpassi, false schermaglie come nel caso di Hayden nei confronti di Rossi, fido scudiero a protezione di un sesto posto che serve solo a mascherare la disfatta totale del binomio italiano.

E mentre il mondiale fa una pausa per ritornare nel bosco di BRNO, non ci resta che attendere i titoli dei giornali, primo su tutti Moto-scusometro-Sprint che dopo il Gp di Germania era uscito con una copertina raffigurante Rossi ed un riquadro con Pedrosa (vincitore) e Stoner e la scritta “Stoner stordito”. Tra i nuovi piagnoni troviamo anche Lucchinelli che a Fuori Giri ha detto che “le gare senza Valentino non sono gare”… Il motociclismo c’è stato prima e ci sarà dopo Rossi con piloti in grado di appassionare i veri appassionati… (se ne sono accorti anche Meda e Reggiani, pensa un po’ te…)

lunedì 18 luglio 2011

Spalla alla birra


Uno dei piatti tipici della cucina tedesca è lo stinco alla birra servito con crauti o con patate. Ieri però, al Sachsering, gli spettatori si sono visti servire una fresca spalla rimessa a nuovo, quella di Pedrosa, accompagnata ad una bella birra di gas che il pilota spagnolo a dato nella terra degli Alemanni. Anche se mancante ancora di un titolo nella classe regina, Pedrosa ieri ha dato una dimostrazione di forza e capacità rimarcando, se mai ce ne fosse stato bisogno, che accanto a quei due in testa alla classifica forse ci poteva essere anche lui. E forse questo serva anche un po’ di lezione ai soliti soloni che tanto hanno criticato la mancata stretta di mano con Simoncelli. Il numero 26 della Honda ieri ha vinto in maniera un po’ atipica rispetto al suo stile, ma ha piegato la resistenza dei due piloti più al top di questi ultimi 4 anni: certo Jorge Lorenzo e Casey Stoner. Bravo davvero al “Torero Camomillo” che insieme agli altri due ci hanno regalato una gara poco noiosa dove ancora una volta è venuta fuori la cattiveria di Lorenzo che ha beffato Stoner all’ultima curva e la classe infinita dell’australiano che ha guidato la moto sempre di traverso firmando ogni volta le curve con una bella riga nera (forse male per le gomme ma tanta roba per noi appassionati). Battaglia anche per il 4, 5 e sesto posto con i due italiani, Dovizioso e Simoncelli,.che si sono sorpassati per tutta la gara, fino a quando non è arrivato Spies che si è inserito tra i due soffiando il 5 posto a Simoncelli. Gloria anche per il 7, 8, e nono nell’ordine Hayden, Bautista e Rossi protagonisti per il duello della “Coppa del Nono”… Vorrei poter dire altro sulla situazione Ducati-Rossi, ma ci pensano già i “giornalisti” locali trasformati in meccanici e ingegneri e piagnoni, sempre pronti a giustificare le debacle di un binomio che non riesce a girare come dovrebbe, dimenticandosi che terzo, nella classifica generale c’è Dovizioso da Forlì zona sotto l’appennino Tosco-Emiliano… Italia anche li… Ottimo Marquez nella Moto2 che sta facendo quanto sperato sin dall’inizio, tallonato da un coriacissimo Bradl ancora saldamente in testa al mondiale con già l’occhio alla MotoGp, che ha contenuto intelligentemente l’arrembaggio dello spagnolo ancora indietro di 40 punti nella classifica generale. Nota a margine per i commenti su Alex De Angelis: capisco che parla romagnolo, ma batte bandiera San Marinese, uno stato all’interno dell’Italia, ma sempre uno stato a parte è, al pari della Svizzera…che sembra avere motori migliori… Ma per favore!!!

martedì 5 luglio 2011

Il Gladiatore


Lo chiamano l’Ispanico, Porfuera, espressione sempre accigliata, magari non un esempio di simpatia, ma un gran pilota. Domenica al Mugello Jorge Lorenzo ha fatto vedere a tutti di essere uno con le palle, uno che guida forte, un campione del mondo. Poco importa se gli italiani beceri e ignoranti l’hanno fischiato reo di essere stato troppo severo con Simoncelli e per rispondere ai fischi spagnoli nei confronti dell’italiano. Questa non è una partita di pallone Italia-Spagna, qui si celebrano le gesta dei piloti che magicamente disegnano traiettorie sulle piste. I due sorpassi rifilati a Dovizioso e al Fenomeno Stoner alla Casanova-Savelli sono esempi di bellezza e coraggio che non hanno bandiere. I fischi dei beceri fanno parte di un popolo che per fortuna andrà a scomparire piano piano come le gesta del campione che osannano. Velentino Rossi ha portato tanto nel motociclismo, ma ha anche portato (suo malgrado?) i tifosi dello stadio. Il nostro motociclismo è un po’ diverso. Il nostro motociclismo sta nelle parole di Stoner che alla fine si prende la colpa per una pressione errata delle gomme. Il nostro motociclismo stà nelle lacrime di Dovizioso, un italiano, ma evidentemente non troppo. Il nostro motociclismo sta anche nelle parole di Simoncelli che bacchetta chi fischia i piloti. E’ vero, non sta nelle parole di Puig (arrestare è una parola grossa caro Alberto), ma non sta neanche nelle parole di Lucchinelli prontamente redarguito da Agostini nel dopo gara. Domenica Lorenzo ci ha regalato un bellissimo gesto atletico ed una riapertura del mondiale contro il Canguro Mannaro, pilota che risponde al nome di Casey Stoner. Volete i fischi? Bene, leggetevi gli ultimi anni di MotoGp. Stoner vinceva perché aveva la Ducati e l’elettronica. Lorenzo ha vinto perché la moto la faceva Rossi. Tutti convinti. Bene! Nel 2011 Lorenzo vince perché è un signor pilota e un campione. Stoner le guida tutte con una facilità imbarazzante ed usa pochissima elettronica. Ducati e Valentino, nel matrimonio del secolo, si sono persi in entrambi le direzioni, facendo emergere che la Ducati la guidava Stoner e Rossi non è poi così tanto più fenomeno senza il supporto tecnico. Vero? Falso? Intanto Rossi fa il Biaggi di 10 anni fa gettando già all’ortiche il progetto Ducati GP2012 poi si vedrà…

Fischiate pure adesso, anche se Meda ha fatto alzare l’inno spagnolo in Tv per coprire i vostri fischi. Fischiate… Noi appassionati guardiamo le corse e saltiamo in piedi sul divano sempre. Voi, tra un po’, ritornerete negli stadi, oppure a guardare le partenze della Formula Uno…

venerdì 27 maggio 2011

A lavorareeeeeeeeee!!!!!!

Inchiesta dell’Espresso: più di duemila ex parlamentari ogni mese incassano vitalizi fino a diecimila euro, cumulabili con altri redditi e che ci costano 174 miloni. All’ex "cattivo maestro" Toni Negri 3mila euro al mese


Mentre in Italia impazza il dibattito sull’età pensionabile, qualcuno l’assegno dell’Inps se l’è già intascato. Molto prima dei 60 anni e grazie al fatto di essere un «onorevole». Anzi, un ex parlamentare. A spese dei bilanci di Camera e Senato, che nel 2006 hanno dichiarato un «rosso» da 174 milioni di euro. Un buco nei conti che ricadrà inevitabilmente sui contribuenti italiani. A fare luce sull’ennesimo scandalo che riguarda i privilegi della politica è stato l’Espresso, che nel numero in edicola ha pubblicato l’elenco dei 2005 ex parlamentari che incassano ogni mese un assegno dai tremila ai diecimila euro lordi.


Il vitalizio è il risultato di una sproporzione incredibile tra contributi e prestazioni erogate, ed è ovviamente frutto di una legge del Parlamento. Secondo la normativa in vigore, i deputati il cui mandato parlamentare sia iniziato dopo il 1996 hanno il diritto alla pensione a 65 anni. Ma se dal ’96 ad oggi sono stati eletti per due legislature, gli anni si riducono a 60. Più fortunati i deputati eletti prima del ’96, che hanno diritto al vitalizio già a 60 anni, che però possono scendere a 50 anni se si utilizzano tutti gli anni di mandato accumulati oltre i cinque minimi richiesti. A conti fatti, con più di tre legislature (più o meno 20 anni di contributi) si può andare in pensione sotto i 50 anni.

Ancora più generoso, sostiene L’Espresso, si rivela il Senato: gli eletti a partire dal 2001 hanno diritto alla pensione solo a 65 anni (a 60 con due legislature) e a condizione di aver svolto un mandato di cinque anni. Coloro che hanno conquistato lo scranno prima del 2001, riscuotono invece il vitalizio a 60 anni con una legislatura, a 55 con due e a 50 anni dopo tre mandati. Il calcolo del vitalizio è legato agli anni di contribuzione. Ed è salvaguardato dalla cosiddetta «clausola d’oro» grazie alla quale il vitalizio si rivaluta automaticamente con l’indennità del parlamentare ancora in servizio.


Passi per i padri della Prima Repubblica, da Mino Martinazzoli ad Antonio Gava, che incassano quasi 10mila euro lordi al mese. Meno per personaggi come il fondatore di Repubblica Eugenio Scalfari o imprenditori come Susanna Agnelli e Luciano Benetton, che incassano 3mila euro lordi per 5 anni «di servizio» in Parlamento. Ma tra i privilegiati c’è anche chi deve decidere le sorti delle pensioni degli italiani. Come i sottosegretari all’Economia del Prc Alfonso Gianni (56 anni, circa 6.600 euro lordi al mese di pensione) e della Margherita Roberto Pinza (65 anni, 9.387 euro lordi al mese), dimessi da parlamentare per entrare nel secondo governo Prodi, che oltre all’assegno incassano lo stipendio da sottosegretario (192mila euro l’anno a testa), visto che la pensione si cumula con tutti i redditi e tutte le rendite.


Il sindaco ds di Roma Walter Veltroni, 51 anni, deputato dall’87, che con 23 anni di contributi versati, dal 2005 riscuote dalla Camera un vitalizio mensile di 9mila euro lordi (che si aggiunge allo stipendio del Campidoglio, di circa 5.500 euro netti). Somma che - ha fatto sapere il Comune - Veltroni ha provato inutilmente a rifiutare e che poi ha deciso di distribuire in beneficenza alle popolazioni africane. C’è anche Toni Negri, l’ex leader di Autonomia operaia che nel 1983 era detenuto per associazione sovversiva e insurrezione armata contro i poteri dello Stato; eletto con i radicali, si fece vivo alla Camera solo per sbrigare le pratiche e poi si diede alla latitanza in Francia. Nonostante ciò percepisce 3mila e 108 euro di pensione da parlamentare. «La sua personale vendetta contro lo Stato borghese», commenta l’Espresso.


E poi ancora: Nando Dalla Chiesa (Margherita), in pensione a 58 anni con quasi 6.600 euro lordi al mese, l’altro sottosegretario alla Giustizia Luigi Manconi (Ds), che a 59 anni si mette in tasca ogni mese un assegno da 4.725 euro lordi più i 192mila euro annui. A 60 anni ancora da compiere Mauro Paissan può già contare su un vitalizio mensile di circa 6.600 euro, ai quali vanno aggiunti i compensi che percepisce dal Garante della Privacy. E ancora Maura Cossutta, classe 1951, figlia del leader Pdci Armando, che porta a casa ogni mese 4.725 euro lordi.

mercoledì 18 maggio 2011

Sandokan detto Bello Gatto (1994 - Maggio 2011)


E così un altro pezzo di storia della mia vita se n'è andato. Troppa la solitudine di un mese e mezzo quando alla fine di Marzo se ne era andato suo fratello Willy dopo 16 anni vissuti insieme. Troppi 16 anni vissuti in continua simbiosi fuori e dentro casa. Troppi forse anche 17 anni di vita... Il mio gattone Sandokan ha sentito che la vita, quella terrena, iniziava a mancargli sotto le zampe, e ha deciso di percorrere quel sentiero che lo porterà accanto al suo amico Willy, in quella lontana prateria dove un giorno ci rincontreremo. Nessuno, se non vive accanto ad un felino può capire la loro filosofia di vita. I gatti sono indipendenti ma anche estremamente riconoscenti, e la loro riconoscenza nasce da quel legame che si stabilisce il giorno stesso che ci incontriamo. Loro mi hanno insegnato tutto, anche ad essere un buon padre, perchè avere un gatto in casa è come avere un figlio, con la sua personalità, il suo modo di vivere... Sandokan se ne andato nella maniera più dignitosa possibile. Non ha chiesto niente ne ha preteso funerali o casse sfarzose, donazioni, fiori, rinfreschi. Ha sentito che quella era la sua ora. Si nasce soli e si muore soli. I gatti sono così. Avete mai visto un gatto morto per strada? Alla loro ora si allontanano e non li ritrovi più... Sarò sempre grato ai miei "ragazzi" per essere stati con me nella parte più importante della mia vita, quella dove si cresce e si diventa uomini... ed è anche merito loro se oggi mi sento migliore... Adesso so che state correndo di nuovo insieme ma so anche che sarete sempre accanto a me...

Parole soltanto parole

Ho aspettato due giorni prima di un commento a caldo sul Gran Premio di Francia a Le Mans, tante sarebbero state le cose da dire, forse anche sbagliate forse dettate da sentimenti contrastanti. Una cosa è certa, e mi rivolgo un po’ a tutti: per favore non rovinate il nostro sport!!! In primis ovviamente i responsabili, gli organizzatori, i direttori, i megapresidenti, che fanno solo chiacchere su tutto, senza minimamente esporsi, trincerandosi dietro i regolamenti, peraltro giusti, ma anche interpretativi, un po’ come sono le leggi quando contemplano aggravanti e attenuanti. Il nostro sport su due ruote si basa molto sull’equilibrio e oggi più di ieri questa variabile è stata portata all’esasperazione lasciando sempre più minori margini di errore. Nella dichiarazione di Paolo Ciabatti sul caso Biaggi si percepisce la pochezza dell’uomo che non ha saputo valutare oggettivamente il caso ed ha applicato delle regole scritte in realtà per altre casistiche, ovvero quei casi di estrema bagarre dove tutto è portato a centimetri e decimi tentando di preservare l’incolumità dei piloti. Ed è proprio in quei casi che gli uomini pensanti dovrebbero venire fuori, ponendo sul tavolo le loro decisioni e implementandole nelle regole scritte, stilando regolamenti sempre più precisi ed equi. Dall’altro fronte, quello dei piloti, non possiamo non citare Simoncelli, protagonista di siparietti e dichiarazioni pre gara anche condivisibili, cancellate in un sol colpo nella maniera peggiore di tutte al grido di predicare bene e razzolare male. Marco a Le Mans ha sbagliato e lo ha fatto nel peggiore dei modi perché il taglio su Pedrosa non lascia troppi spazi ad un interpretazione. E anche quell’episodio ha rimarcato la pochezza dei giudici che si sono limitati ad una sanzione tenera applicando, appunto, il regolamento. Simoncelli e Biaggi due fatti, due pesi, la stessa misura. Il nostro sport cari signori burocrati, è uno sport strano e atipico sotto ogni punto di vista, anche quello atletico, e non può essere relegato a determinate regole. Le regole vanno bene quando si parla di tecnica, ma sul comportamento dei piloti e della dinamica dei fatti, andrebbero prese decisioni che partono si da quella regola, valutando però il contesto, la causa e l’effetto. Capirossi su Harada, Rossi su Gibernau, Rossi su Lorenzo, Lorenzo su Dovizioso, tanto per citarne alcuni, tutti episodi maschi e al limite della correttezza, ma ci stanno perché inseriti in contesti precisi e riscontrabili. Non ci stanno episodi e relative decisioni come Rossi su Stoner a Laguna, Biaggi a Monza, o Stoner su De Puniet… dove sono state prese decisioni all’opposto valutando i personaggi da una parte e le regole scritte dall’altra. Non importa codificare tutto ma importa valutare al momento la causa e l’effetto perché è così che si corre in moto: una curva la fai bene mentre l’altra sei in terra perche quel decimo di centimetro di gomma ti ha lasciato… I piloti quando sono in gara vivono una dimensione che non è riportabile alla realtà quindi anche le regole dovrebbero essere scritte valutando sempre il momento preciso in cui quella norma viene infranta. Tutto il resto sono solo parole.

lunedì 9 maggio 2011

Molti nemici, molto onore

Non c’è che dire, se Monza o la si ama o la si odia (a me non piace), il week end monzese ci ha regalato comunque spunti interessanti sui quali riflettere. Primo di tutti il bellissimo tempo stabilito da Biaggi in prova quell’ 1,41”745 alla strepitosa media di 204,405 km/h. Non male per un “vecchietto” e tanto di cappello all’Aprilia, moto indiscutibilmente performante, tutt’al più tempo ottenuto quando aveva già la pole position in tasca. Biaggi ha voluto il record donandolo a tutti gli appassionati di motociclismo. Quindi via le polemiche, via gli “schiaffi”, via tutto, Max ha chiesto scusa nella maniera migliore possibile: aprendo il gas. Prima manche vinta da Laverty più lesto a separarsi dal gruppo rispetto a Biaggi che ha dovuto lottare con Haslam e Melandri rimanendo leggermente attardato rispetto al pilota Yamaha. Ovviamente questo non ha tagliato le gambe al Corsaro perché pur arrivando secondo con Checa nono, si è visto ridurre lo svantaggio in classifica generale fino a 30 punti. Ma è stata la seconda manche che ha fatto vedere un sempre più motivato Biaggi nel cercare la vittoria, davanti ad un pubblico festante e carico di passione (per dirla nel gergo televisivo). Dopo un primo avvio del Coccodrillo Corser Max decide di rompere gli indugi e stacca tutti fino a 5 secondi dopo pochi giri! Un abisso, un enormità considerando il tempo occorso, fino a quando (e qui la mia repulsione per Monza) all’entrata del posteggio del centro commerciale (in pratica la prima variante) il romano fa un lungo, quasi fisiologico oserei, dato che arrivando sempre a staccare intorno ai 330 km/h, capita a volte di fare un piccolo errore. Slalom tra i jersey e rientro quasi regolare perché… il pilota non si è attenuto alla regola di passare su di un percorso disegnato e discusso nel briefing pre gara (dove lui non si è presentato, Melandri docet). A seguito di tale comportamento la direzione gara lo ha penalizzato con un ride through che gli ha fatto perdere il primo posto e lo ha relegato all’ottava posizione a fine gara. Sdegno per gli appassionati accorsi (si sentiranno gli ululati a Paddok Show) e giustificazioni da parte del direttore Paolo Ciabatti nel post gara.

Che dire… personalmente mi è venuto a mente Barcellona 1998, la famosa black flag della quale ancora stiamo a discutere. Mi è anche tornato in mente il taglio di chicane di Valentino a Laguna Seca su Stoner. Sicuramente due pesi e due misure. All’epoca il giovaqne Biaggi non poteva vincere il mondiale contro Doohan, non era politicamente corretto, stonava un po’ che un rookie facesse le scarpe al plurititolato pilota della solita marca in un team privato. Cosa che invece è stata concessa al suo rivale Rossi a Laguna senza la benchè minima sanzione. Classi diverse, moto diverse? Non credo. Stiamo parlando di motociclismo puro, la massima espressione di due classi che se dovessero correre insieme ci sarebbe un arrivo molto variegato e non un predominio della MotoGp (guardate i tempi sul giro). A Doningthon Biaggi ha palesemente errato, muovendosi sulla griglia anche non ottenendo un vantaggio, ma come è già stato detto, c’è un regolamento, sbagliato o no va rispettato. Quella di ieri a Monza mi è sembrata proprio una vessazione nei confronti di un pilota (e per pilota intendo tutti) che errando una manovra di “salvataggio” non abbia rispettato una riga, una stupida riga voluta per imporre un sentiero per chi si trovava a tagliare la chicane. La regola del taglio della chicane è lapalissiana e giusta se tale manovra comporta un avanzamento in classifica a dispetto di un avversario. Infatti i piloti al rientro si posizionano sempre o lasciano strada agli avversari che hanno eventualmente superato. Ieri Biaggi non aveva nessuno da far passare, ha avuto solo un problema in frenata che per la sua sicurezza lo ha fatto andare lungo per poi rientrare in pista agevolmente. Ciabatti si giustificherà in conferenza stampa che quella manovra gli ha fatto guadagnare tre decimi... Mah… Quindi regolamento alla mano doveva essere sanzionato. Ri-mah… Bello davvero il nostro sport… Bello! Come esistono delle leggi caro Ciabatti, allora esistono anche le attenuanti del caso, come la legge ci insegna. Gli uomini non devono trincerarsi dietro un articolo, ma dovrebbero dimostrare che quell'articolo può presentare delle piccole lacune da colmare con l’intelligenza e la valutazione. Il ride through di ieri forse nasconde un significato che va oltre quello che è il regolamento. Non lo so. Avrei delle ipotesi, ma non è questa la sede per discuterne. Max Biaggi caro Ciabatti è un patrimonio per il motociclismo (Batta docet) e un patrimonio per il motociclismo italiano come lo è Valentino Rossi. Nessuno chiede di avere clemenza, tanto più per un connazionale, ma il giusto riconoscimento per un gesto sportivo quello si. Un gesto che non ha fatto ne guadagnare ne perdere nulla agli altri ne a se stesso… Nel mondo degli uomini esistono anche le valutazioni… Ma al giorno d’oggi parlare di uomini è diventato veramente difficile…

lunedì 2 maggio 2011

Spallate portoghesi


Gran premio un po’ noioso quello di ieri all’Estoril in Portogallo per la terza prova del Campionato del Mondo prototipi. Oddio, c’è ancora da capire cosa effettivamente sia la MotoGp oggi, definita tempo fa la Seria A del motociclismo ed oggi frequentata da soli tre piloti. In effetti a guardarla bene ieri di motociclismo hanno parlato solo in due più uno ovvero un indomito Lorenzo, un incredibile Pedrosa ed un “ragioniere” Stoner. Tutti gli altri relegati a ruoli da serie B, se non C per la mediocrità del loro atteggiamento la maggior parte in gara ed alcuni anche fuori dalla moto. L’Estoril ha visto protagonista assoluto un ritrovato Dani Pedrosa che nella terra di Lorenzo ha dimostrato un nuovo carattere, forse la prima volta da quando corre in MotoGp, studente fino a 4 giri dal termine cattivo e aggressivo come non mai gli ultimi due, quando superato il suo rivale e connazionale, ha stampato due giri veloci e se ne è andato. Non avrei mai scommesso su di lui ieri. Eppure ieri Pedrosa ci ha fatto rivivere un motociclismo coriaceo, bello, fisico e psicologico pressando il Re di Estoril, quel Lorenzo che ha vinto tre volte e conquistato 4 pole position, per poi passarlo e lasciarlo dietro, complice anche un calo del maiorchino che aveva tirato per tutta la gara. Il braccio steso tenuto durante l’ultima curva prima del rettilineo nel tentativo di “strecciarlo” dai dolori post operatori, hanno più di un significato che del semplice funambolo. Spalla o non spalla “oggi ero li e dovevo fare qualcosa alla fine” ha dichiarato Pedrosa, e lo ha fatto nel migliore dei modi. Bravo anche Lorenzo, forse un po’ “piccione” nel sobbarcarsi tutto il lavoro sporco, ma lodevole del fatto di volersi riconfermare a tutti costi, anche a discapito di una stanchezza eccessiva, non prevedendo che il suo avversario, peraltro convalescente, facesse più di tanto. Le chiacchere si fanno alla fine e non all’inizio o prima della gara e Lorenzo ne a fatte elogiando il suo avversario. Stoner che non era mai stato al top per tutto il week end, anche oggi ha trovato un italiano sulla sua strada che gli ha un po’ rotto la concentrazione sin dai primi metri per cercare di stare col duo di testa, quel Marco Simoncelli che gli è decollato davanti al naso alla quarta curva del primo giro. Un errore non proprio da serie A… ma si sa che a parlare tanto si finisce il fiato e la concentrazione… E il resto? Rimandati. Rossi che arriva quinto. Dovizioso che si è limitato a stare dietro Valentino per tutta la gara per poi passarlo gli ultimi metri, arrivando però a 16 secondi dal primo con la stessa moto. L’unico con un attenuante è Spies fermato da un banale errore tecnico (la serie A si vede anche dai meccanici). Tutti gli altri, 13 in tutto, a portare a spasso moto e sponsor e fare un po’ di rumore per il pubblico accorso. Come serie A direi che non c’è male…

L’Estoril verrà ricordato dagli addetti al settore per una bellissima gara di un pilota poco amato ma cazzuto fino all’inverosimile. Verrà ricordato che, nonostante un infortunio possa segnare il fisico, lo spirito di un pilota non verrà mai domato ne protetto da scuse improbabili, perché è quello che ci hanno sempre insegnato i piloti. Verrà ricordato anche per un Fuori Giri nell’insegna dei vincitori lasciando fuori il numero 46 dalla discussione… Forse il vento sta cambiando, e mentre noi appassionati stiamo cercando di capire che fine farà il nostro sport, tutti gli altri torneranno a fare il tifo negli stadi lasciando spazio al rombo dei motori e alla bravura dei loro alfieri.

giovedì 21 aprile 2011

Pusillanimi


Non c’è uin aggettivo migliore per definire l’atteggiamento del Governo o dei Governi di fronte al problema nucleare di cui tanto si parla dopo i fatti avvenuti in Giappone. Forse non è ben chiaro, ma l’Europa è una fucina di centrali nucleari e alcune sono mooooolto più vetuste di quelle giapponesi. Forse non è ben chiaro ma un problema in Romania o in Rep.Ceca lo pagheremmo come avere una centrale in Maremma o in Emilia. Le centrali nucleari europee accendono tutti gli elettrodomestici di casa nostra. Ma mentre chi ce l’ha in casa non paga “niente” noi siamo costretti ad importare l’energia perché siamo convinti di essere più ecologici degli altri. Ma chi dice no al nucleare la conosce la cartina delle centrali europee? O parla per dare fiato alla bocca com’è uso fare in Italia? Perché i signori politici tutti mi sa che non hanno ben chiaro cosa sia la spesa energetica ed in euro di questo paese. Loro pensano alle cazzate e a tutto ciò che serve a distrarre l’opinione pubblica becera e ignorante invece che creare un popolo consapevole dei vantaggi e dei rischi. Cavalcano i congiuntivi di Di Pietro piuttosto che ascoltare i pareri di illustri personaggi in primis Margherita Hack o Veronesi che tanto piacciono alla sinistra. Non è con la negazione che si ottiene il progresso. Dire NO e non proporre alternative valide significa essere dei qualunquisti e fare solo demagogia. Il nostro mondo è seduto su di una pentola a pressione e non è che dicendo NO ci allontaniamo dai problemi. Tutto è basato sul compromesso, tutto… Se accettiamo il mondo che abbiamo sappiate che ogni cosa è fatta a discapito di un'altra. Ogni cosa è la conseguenza del suo opposto. Ti piace leggere una rivista scientifica? Bene sappi che lo stesso editore è anche proprietario di una casa che distribuisce riviste e film hard. Vai in auto? Sappi che una branca di quella casa automobilistica fornisce componenti per missili da guerra. Usi il navigatore? Sappi che lo stesso satellite osserva obbiettivi militari e può fornire coordinate per colpirli. La nota azienda di giocattoli, che piacciono tanto ai bambini, fornisce particolari in lega leggera per l’assemblaggio delle pistole. L’azienda che costruisce l’ecografo dove tu hai guardato tuo figlio crescene nella pancia della madre fornisce l’elettronica per le bombe intelligenti. Vogliamo andare avanti? A cosa serve negare il nucleare? A nulla!!!!! Serve solo a continuare a pagare gli altri per avere la stessa energia che potremmo costruirci da soli con i soliti rischi di chi ha le centrali. Mi piacerebbe che a tutti quelli che andranno a votare al referendum venisse tolta l’energia elettrica “prodotta” col nucleare facendogli usare solo quella proveniente dalle dighe, pale, pannelli e quant’altro. Piano piano si spengerebbero le loro abitazioni, i loro computer, i loro condizionatori come già succede quando la richiesta è alta nei mesi estivi. Questo è il dazio da pagare per il vostro e nostro benessere quotidiano ricordatevelo al pari degli esempi sopra citati. Il NO fa capire di quanto siete ottusi e lo stop da parte dei Governi di quanto siano pusillanimi.