lunedì 7 novembre 2011

2011 Odissea nello spazio (motociclistico)


Difficile fare un post di chiusura quest'anno. La prematura scomparsa di Simoncelli ha aperto ferite mai chiuse che lacerano il nostro sport, delle quali tutti ne siamo consapevoli, ma ce ne rendiamo veramente conto quando si palesano davanti agli occhi. Il tributo a Marco reso ieri a Valencia contiene svariati significati ad iniziare dall'accoglienza del popolo spagnolo, severo con Marco fino a qualche tempo fa, a tutto il paddock che si è unito ne giro d'onore facendo rieccheggiare il rombo delle moto fino a "lassu". Però the show must go on cantava Freddie Mercury e lo avrebbe detto anche il Sic ("Diobò quanto siete lagnosi") scelgliendo il rumore al silenzio... e allora che rumore sia!
Campionati finiti, titoli assegnati, 125 e Capirossi andati in pensione ed un futuro piuttosto incerto, questo è stato il 2011 per il motociclismo su pista. Terol si porta a casa l'ultimo titolo della 125 due tempi che va in pensione dopo 62 anni (cosa dirà Brunetta) dopo un bel duello con lo sfidante più diretto Zarko il quale stona l'ultima gara consegnando il titolo allo spagnolo su di un piatto d'argento. Più entusiasmante la Moto2 con il testa a testa tra Bradl e Marquez per tutto il campionato. Il tedesco più solido e concreto in tutto l'arco della stagione. Lo spagnolo vince, perde, cade, si rialza, riuscendo anche a passare in testa al campionato per poi perderlo per i postumi di una caduta nel Gp della Malesia. Sicuramente entrambi sotto osservazione e in attesa di conferme, sia nel proseguo della Moto2 sia nel passaggio di categoria. Altalenante la pattuglia italiana con Iannone terzo alla fine, ma con numerosi vuoti di Corsi, Pasini, Corti. Pirro, nel "giorno della memoria" si toglie la soddisfazione di vincere la sua prima gara nel grande circus, guidato forse dallo spirito del Sic (ci piace pensarla così) regalando un sorriso in quello stesso box colpito dal lutto malese.
Stoner (per chi non se ne fosse accorto) ha strapazzato tutto e tutti creando un vuoto pneumatico che ha risucchiato anche sua "maestà" Valentino Rossi nel difficile compito di guidare "un motore" e non una moto. Come era successo per gli altri compagni di squadra del canguro mannaro, additati di essere dei fermi, Rossi ha fatto la stessa fine con l'aggravante di avere il soprannome del fenomeno. E vani sono stati i tentativi goffi del suo sciame "scusatorio" nel definire la Ducati una "moto di merda" (Cereghini). La Ducati è sempre stata così. Era Stoner che faceva la differenza! E lo sapeva bene Suppo quando ha visto che tutto lo staff si stava beando della bontà del mezzo mettendo in ombra l'unico artefice delle vittorie. In questo 2011 i cronisti ed ex piloti "intenditori" ci hanno fatto vivere una telenovela logorroica, ed invece di essere tutti in piedi sul divano ci hanno fatto stare tutti in piedi sul telaio! Va beh! contenti loro...
Confermato Jorge Lorenzo, bello e cattivo come sempre, secondo nel mondiale con una Yamaha e non con una Honda (secondo i soliti noti ieri Stoner ha vinto perchè aveva una Honda), anche lui sfortunato (Assen e Australia) ma sempre li a regalarci gare di classe (Mugello e Misano). Forse l'unico in grado di mettere in discussione il dominio di Stoner anche per l'anno prossimo. Chissà. Bene il Dovi, terzo nel mondiale, "sfrattato" dalla sua sella reo di essere meno carismatico del suo rivale di sempre Simoncelli, ma più concreto avendo sempre occupato la terza piazza nel mondiale (anche se a detta dei soliti non sembrava). Forse non un supertalento, ma un ottimo pilota che ha fatto della concretezza la sua arma vincente. Da qui il resto del gruppo ad iniziare da Pedrosa, gran bel manico ma costernato da i troppi "se" (se non fosse cascato a Le Mans?). Ben Spies ci deve ancora far vedere qualcosa di buono in gare "regolari" non in situazioni come quelle di ieri e Assen. Suzuki deve ancora confermare la sua presenza e a giorni si dovrà sciogliere il nodo Team LCR e Team Gresini, perchè paradossalmente in MotoGp ci sono più moto che piloti. Domani tutti di nuovo in pista per i test pre 2012 e con la nuova serie di Mediaset "Cento Telai".
Grazie ragazzi (SBK compresa) grazie Capirossi, e... grazie SuperSic!

venerdì 28 ottobre 2011

Giudicate voi!!!

Giudicate voi questo articolo apparso su La Repubblica qui. Giudicate il Sig G.Valentini per quello che ha scritto, perchè io francamente non ci riesco. Ci riesce molto bene Misterhelmet in questo video, ma a me riesce difficile. Difficile credere come un giornalista o presunto tale si possa abbassare ad una bieca e cieca ricostruzione dei fatti, inserendoci del peggior populismo, di una disciplina che esiste dall'alba dei tempi, non come motociclismo, ma come tutte quelle discipline atte a rischiare per poter dare un "sapore" diverso alla nostra vita terrena, quel sapore che poi sfocia nella competizione. Senza voler addentrarsi in percorsi filosofici posso dire che tutto ciò che ci circonda è rischio, ed anche forse l'eremita del Nepal ne è sottoposto se la valanga travolge la sua casa. E' la vita che scorre caro Valentini, quella stessa vita che tu neghi con la tua prosopopea, la tua saccenza di citazioni che riempiono la bocca dei tuoi lettori in giacca e cravatta, magari coi jeans e l'auto con 200 cv posteggiata fuori. La stessa vita che scorre anche negli indigeni che si gettano dalla torre legati ad un canapo per poter passare la pubertà e diventare uomini. Dimmi che fai nella vita caro Valentini e ti dimostrerò che anche quello che fai è pericoloso, o almeno comporta dei rischi. Voi la realtà virtuale? Sei un fan di Second Life o del cyber sesso? Occhio al tunnel carpale però, perchè il mouse fa anche questo effetto, ma non è detto che un computer sia nocivo. Rientra nella vita Valentini, respira, smetti di scrivere su Repubblica e ti accorgerai che fuori c'è un mondo bellissimo fatto del sorriso della mamma di Simoncelli "che celebrava la vittoria sulla morte di suo figlio" (c.costa). Si caro Valentini, Marco non ha tirato un estintore ad un carabiniere e poi è morto, Marco ha vissuto la sua vita, quella vita che lui aveva scelto insieme alla sua famiglia, ed il messaggio da lui trasmesso è che la vita va vissuta secondo le proprie aspirazioni, senza recare danno agli altri, anzi essendo di esempio per sacrificio e abnegazione per risultare il migliore. Quegli stessi sacrifici che oggi non vedi nelle scuole "okkupate" nelle manifestazioni violente e vandaliche, nei rave party dove si celebra la morte per assunzione di sostanze stupefacenti. E' quello l'esempio da seguire Valentini? Sono quelli i morti che possiamo permetterci? I 24 anni di Simoncelli hanno lo stesso valore di chi muore a 80 se quella vita è stata vissuta intensamente, volutamente, e niente avrebbe impedito quel corso. Ma Marco Simoncelli, Shoya Tomizawa, Daijiro Kato, Pierpaolo Pasolini, Jarno Saarinen, Ayrton Senna, Patrick de Gayardon, Fabio Casartelli e tantissimi altri rimangono nella storia e nel cuore di tutti noi che gli abbiamo amati e ci hanno trasmesso passione, forse quella stessa che avremmo voluto avere ma che non abbiamo mai fatto uscire, mentre tu rimarrai confinato negli articoli di un giornale, ricordato solo dagli zombie che la pensano come te.

domenica 23 ottobre 2011

Ciao Marco..


Ciao Marco! Solo questo posso dirti. Non ci sono parole, parole, parole, per commentare la morte di un pilota. Ogni persona di questo mondo quando si alza la mattina sa che la fuori c'è un rischio, e i piloti non ne sono immuni anzi, per la mia piccola esperienza di pilota, posso dire che in pista i rischi sono moooooooolto minori. Però anche li c'è il fato, il destino, quel grande disegno che l'onnipotente ha preservato per ognuno di noi e al quale non possiamo sottrarci. Sei andato via nella stessa maniera del povero Tomizawua, uguale all'incidente di Uncini ma con esiti diversi. Noi appassionati piangiamo la scomparsa di un ragazzo, figlio di genitori che oggi hanno avuto il triste destino di assistere a tutto ciò in diretta. E' la dura legge della vita, quella vita che tu stesso mettevi in gioco ogni domenica e alla quale avresti mai rinunciato. Ciao Marco, io ti saluto come un padre continuando a portare mio figlio alla pista delle minimoto anche se ha 8 anni. Non è per passione, ma per cercare di preservarlo quando avrà 14 anni e frequenterà la strada, motlo più pericolosa della pista. Andate letteralmente a fanculo tutti, anche gli addetti ai lavori, che tentano di trovare cause e giustificazioni per la morte di un pilota. Come lo fu per Senna, Marco è morto facendo quello che avrebbe voluto sempre fare anche al costo della vita. Paolo Liguori ha riassunto nel Pomeriggio Cinque quello che gli addetti ai lavori dovrebbero dire, ma che non dicono. Caro Cereghini il Sic è stato preso da Edwards nella schiena e da Rossi nel collo. Possiamo dirlo, non c'è niente di male. La disperazione di Valentino la dice tutta su quanto abbia cercato di evitare, ma il fato glielo ha impedito. Come lo fu per Redding e De Angelis l'anno scorso.
Zittitevi tutti bottegai e filistei e lasciamo al ricordo di questo nostro pilota che oggi non c'è più, deceduto nel tentativo di essere più veloce di altri ragazzi e questo ci deve e ci dovrà far riflettere, anche nell'educazione dei nostri figli.
Ciao Marco, Valencia è alle porte è già ci mancherai. Ci mancheranno le tue dichiarazioni e i tuoi errori, i tuoi capelli e le tue "minchiate". Il mio pensiero va a tuo padre Paolo, ma anche a Valentino, incolpevole protagonista delle tua fine. Se può servire caro Vale, hai tutta la mia solidarietà e questo dovrà essere di ulteriore stimolo per continuare a correre. E poi Fausto Gresini... Caro Fausto la sorte ti ha strappato un campione nel 2003 e un campione nel 2011 e credo che questo mini la resistenza anche del più forte degli uomini. Un abbraccio a tutti i ragazzi che ogni domenica di gara ci fanno divertire e che oggi piangono un loro amico.

lunedì 17 ottobre 2011

Buon compleanno campione!!!


Un anno fa Stoner strapazzava gli avversari in sella alla Ducati, ma sul podio il responsabile del team Ducati Wolverine-Guareschi già flertava con il suo futuro pilota Rossi, dimenticandosi del suo pilota che aveva conquistato la vittoria. Dopo un anno esatto Casey Stoner ha definitivamente chiuso i 4 anni con la Ducati, iniziati con il titolo mondiale, seguiti da una sequela impressionante di vittorie (è il Re della 800) ma anche di brutte accuse sulla tenuta psicologica e bravura alla guida di una moto. In realtà l'australiano ci ha fatto vedere che la Ducati è una moto da duri, una moto da piloti veri, quelli di pochi discorsi ma di tanto gas. Stoner ha chiuso un ciclo lasciando nella melma più totale anche sua maestà Rossi, caduto già 11 volte quest'anno, per cercare di arrivare primo dei normali. Forse nella sua maglietta celebrativa non c'è la guasconeria di altri piloti, solo la sobrietà di un campione vero che disegna traiettorie e controsterzi come nessun altro. E' sicuramente poco personaggio, con la testa al suo nuovo tir per portare il bestiame nella sua terra australiana. La cosa che più dispiace è che forse smetterà presto di correre, ma questo sarà solo il futuro a dircelo. Buon compleanno dunque Casey e bentornato campione insieme alla tua fantastica squadra (italiana per buona parte)!
A parte le immagini della pista, la gara di Phillip Island oltre che noiosa è stata anche falcidiata dalla sfortuna del rivale di Stoner, quell'ottimo Lorenzo che le ha tentate di tutte per contrastare l'australiano. Ci dispiace vederlo a terra, perchè lo spagnolo è un degno avversario e un bel protagonista delle corse. Anche Spies è rimasto ai box per una brutta caduta e alla fine la gara si è conclusa con solo 7 piloti al traguardo. Questo la dice lunga sullo stato del motociclismo serie prototipi, una serie con un futuro alquanto nebuloso sperando nei prossimi mesi per un chiarimento tra le forze in campo. Avvincente come sempre la Moto2 con uno scatenato Marquez che parte in ultima posizione ed arriva terzo davanti ad un distratto Bradl e ad un eterno incompiuto De Angelis. Sulla carta sembra che lo spagnolo faccia il bello e il cattivo tempo, quindi non resta che sperare in un ritorno del tedesco nelle ultime due gare.
Nella terra portoghese si è chiusa l'ultima puntata del mondiale Superbike dove la notizia più interessante, oltre alla gara, è stata la riconferma di Checa sulla Ducati nel Team Althea. Francamente mi sarebbe piaciuto che Carlos mandasse a quel paese la casa di Borgo Panigale, troppo impegnata a costruire nuovi telai per Valentino Rossi, ma per fortuna qualcuno ha fatto girare i neuroni accorgendosi di avere tra le mani un pilota e una moto vincente, che se avesse corso in Australia sarebbe andato più forte della Ducati MotoGp. La gara portoghese ci ha restituito un motivato Biaggi con una bella scritta sul casco "Arrivederci al 2012", e un Melandri che porta in sua dote in BMW l'ultima vittoria stagionale. Il mercato ancora freme e le pedine da sistemare sono ancora molte, ad iniziare da Francesco Batta, signore indiscusso della superbike, ma anche per altri piloti e marche. Sembra che la Superbike al momento goda più di ottima salute e prospettive, ma l'inverno è lungo...

domenica 2 ottobre 2011

Radiazioni e baguette

Altro fine settimana mondiale che ci ha diviso tra MotoGp, la mattina, e Superbike nel pomeriggio. Prima di analizzare le gare però una breve considerazione per tutto quello che è stato detto in merito alla "pericolosa" trasferta giapponese. Indubbiamente ha ragione Ernesto Emmi quando in un suo recente articolo si domanda qual'è il valore, in termini di solidarietà, apportato dal motomondiale alle popolazioni colpite dal terremoto e la conseguente catastrofe nucleare. Per il nostro sport il Giappone rappresenta la "fabbrica" dei mezzi che tanto ci piace veder correre e, viste anche le condizioni della pista e di tutto l'interland rimaneva da quantificare solo il problema radiazioni. Numerose sono state le missioni da parte di tecnici per la valutazione del rischio, ultime quelle dei due ingegneri assoldati dalla Ducati che hanno escluso al 100% un problema radiazioni paragonandolo a quello subito dai passeggeri sui voli intercontinentali o a quelle emesse dai Sanpietrini romani a forte contenuto di Torio. La domanda allora sorge spontanea: a chi è servita questa pseudo polemica? Hanno così sbagliato i piloti a non fare cartello o si sono dimostrati più analitici (Lorenzo a parte che ha fatto la doccia con l'Evian) dei meccanici o dei giornalisti (Mediaset è rimasta a casa)? Radiazioni a parte le corse ci hanno regalato spunti interessanti partendo dalla 125 dove finalmente il vincitore è stato Zarko, l'eterno secondo (quest'anno) che è riuscito a rintuzzare qualche punto al capo classifica Terol. In Moto2 invece è riuscito l'aggancio ed il sorpasso di Marquez ai danni di Bradl in una gara dominata da Iannone con una moto che ha fatto i capricci in due occasioni, ma che non ha impedito al pilota di Vasto di imporsi sullo spagnolo che adesso guida la classifica con un punto di margine sul tedesco. La MotoGp ha avuto altri esiti, un pò spettacolare nelle prime battute, ma soporifera poi se non per il solito duello tra Simoncelli e Dovizioso nell'ordine di arrivo. Vince Pedrosa che è riuscito a tenere a distanza un rinunciatario Lorenzo dopo che, il suo rivale Stoner, ha avuto un problema tecnico (abbandonato dai freni per una frazione di secondo a 300 km/h!!!) e non è riuscito a prendere la testa della gara e riportare lo svantaggio sotto i 40 punti, che a tre gare dalla fine sono tanti considerato il valore dell'australiano. Patatrack! di Rossi alla seconda curva, quando nel tentativo di voler passare Spies si è trovato Lorenzo sulla sinistra e nulla ha potuto per evitare la caduta in un fine settimana ancora ricco di incertezze. A rendere meno noiosa la corsa ci ha pensato la direzione gara che ha visto (giustamente) muoversi in anticipo alla partenza Dovizioso, Simoncelli e Crutchclow penalizzati successivamente con il drive throught. Penoso, al limite del grottesco il commento di Reggiani e Meda, come anche Fuorigiri dei soliti noti scusatori...
Per una Ducati che cade una che vince dall'altra parte nel mondo, in Francia a Magny Course, dove un sensazionale Carlos Checa si è aggiudicato due manches piegando gli avversari, Melandri in primis. Per il titolo mancava veramente un nulla, ma lo spagnolo lo ha fortemente voluto e lo ha conquistato nel migliore dei modi. Pesa l'assenza di Max Biaggi, non per il titolo, ma per la bagarre in gara, sopperita un pò da tutti gli altri ad iniziare dal già citato Melandri, Haslam, Camier, Rea (sfortunato) Laverty, Haga. Mondiale che si agita nel mercato e che nonostante tutto si prospetta ancora una volta interessante, con la speranza di trovare la quadratura del cerchio anche per i futuri regolamenti.

martedì 27 settembre 2011

One Carlos


Avrei dovuto aspettare la gara di Magny Course per celebrare il primo titolo mondiale di un veterano delle corse qual'è Carlos Checa, ma anche se la matematica non lo vede già campione allo spagnolo basterebbe partire anche a piedi il prossimo GP per vincere questo titolo che mancava alla sua lunga carriera. Onore dunque al nuovo campione del Mondo Superbike 2011, un bravo pilota che vanta la presenza in tutte le classi ad iniziare dal lontano 1993. Checa è campione del mondo nell'anno più strano della Ducati, ritiratasi ufficialmente dalle competizioni per poi riapparire con parte del suo staff nel Team Althea di Giancarlo Bevilacqua dando così quella linfa vitale per poter portare a casa il titolo (doveva essere come il Team Liberty poi però le cose sono andate diversamente...). Bravo Carlos, il primo re di Spagna di quest'anno, con un campionato dominato a suon di vittorie e gare intelligenti (BRNO in primis), piegando il suo rivale più ostico, Max Biaggi, al quale si è aggiunto un rookie di lusso, quel Marco Melandri che ha ritrovato in questo ambiente la voglia di vincere e comunque stare al vertice. I primi elogi sono arrivati proprio dal campione romano che ha dovuto gettare la spugna per un banalissimo incidente che lo ha costretto al forfait di due GP se non tre. Usando le sue parole, tutto ha girato per il verso giusto per lo spagnolo, ad iniziare anche da quel binomio tanto discusso (dagli altri) Ducati-Pirelli che in mano a Checa ha costituito un'arma vincente. Adesso non resta che godersi le ultime due gare di Francia e Portogallo, con il ritorno di Max (speriamo) e le nuove voci di mercato su tutti, perchè nonostante tutto il campionato del mondo Superbike è ancora una prelibatezza per gli appassionati che hanno gremito in 78.000 (Sanchini docet) le colline dell'Autodromo di Imola.

domenica 18 settembre 2011

La prova del nove


Articolo politicamente scorretto, ma dato che nessuno mi paga per scrivere quello che penso, posso giungere a delle conclusioni che a molti piaceranno e ad altri no. Un anno fa sul circuito di Aragon, Casey Stoner, chiedendo un forcellone più lungo alla Ducati, fece la pole position e vinse la gara mani basse andando finendo la gara un secondo prima rispetto a quest'anno!!!. Quest'anno, Valentino Rossi, il Dottore, il fenomeno di Tavullia, chiedendo una moto nuova, ha fatto il tredicesimo tempo in prova e il decimo in gara girando persino più piano dell'anno scorso (vedendo anche che va di moda confrontarsi con i tempi passati). A tutti quelli che nel 2007 gridavano allo scandalo della netta superiorità Ducati e quindi di Stoner, a tutti quelli che dicevano “ah, ce l'avesse Valentino...” rispondo che Stoner a parità di moto è superiore al Sig.Rossi. E non lo dico io, lo dicono le statistiche, i numeri... Oggi Stoner ha dimostrato che il sorpasso a Laguna Seca è stato solo un furto ai danni di un pilota forte ed onesto, il quale ha come unico obiettivo vincere le gare e magari anche i mondiali. Sono sempre meno adesso i tifosi di Rossi il quale che non sa più che pesci prendere senza un mezzo competitivo. Domani leggerò gli articoli dei giornalai che fino a due settimane fa davano per “bollito” l'australiano, relegandolo a pilota debole, con dei grossi problemi a gestire la pressione. Cari giornalai, poco esperti di corse e parecchio tifosi, Aragon ci ha suggerito ancora una volta che le corse in moto quest'anno le gestiscono solo tre piloti: il resto della compagnia veloci comparse sempre osannate più del loro merito. Aragon ci ha ridato un Pedrosa secondo, forse non forte come il suo compagno di squadra, ma sempre sul podio a lottare. Aragon ci ha dato ancora una volta Lorenzo, un altro gran bel pilota che parla poco ma va parecchio. Valentino se non cambierà la sua strategia (a 13 milioni d'euro l'anno la vedo dura) macchierà di non poco la sua carriera di pilota forte e vincente e i suoi poster saranno sempre accanto a quelli delle squadre di calcio, ma non nelle bacheche dei veri appassionati di questo sport. La Cenerentola Ducati dovrà spendere parecchi soldi per far andare le sue motociclette e sommati a quelli percepiti da Rossi non la pongono in una condizione ideale considerata anche la crisi economica mondiale. Chissà come se la starà ridendo Livio Suppo che anticipatamente aveva già capito l'andazzo della gestione delle corse, ed ha pensato bene di andare in Honda e portarsi uno dei piloti più forti. Quindi per dirla con le parole del Conte Mascetti, “fate largo bottegai e filistei” e lasciate le corse ai piloti ed ai loro vincitori, qualunque bandiera essi sventolino. Un ciao anche a Loris Capirossi il quale, dopo l'esperienza “sperimentale” con Suzuki ci lascia tristemente senza risultati e con un tamponamento al povero Elias che fino allora era ancora in gara.

Detto questo, gran week end anche la Moto 2 che ci ha regalato una bella bagarre tra diversi piloti tra i quali anche due italiani, Iannone e Corsi (De Angelis è di San Marino!!!) che sono arrivati secondo e terzo dietro un divertito Marquez che ha un po' giocato con loro prima di andarsene. Ora il distacco dal tedesco Bradl è di solo 6 punti e staremo a vedere se il tedesco (cosa che io spero perché è un ottimo pilota) riuscirà a riallungare o a subire la superiorità di un futuro campione. Chissà... Adesso tutti a Motegi in un gran premio molto discusso causa i disastri del terremoto, ma sicuramente una bella puntura di solidarietà ad una nazione ad alla sua gente.

martedì 13 settembre 2011

Impressioni di Settembre


Round interessante quello di Domenica 5 Settembre sia per il Motomondiale sia per il Mondiale Superbike, entrambi i campionati ci hanno dato spunti interessanti di riflessione in un momento di accordi, empasse, e fiumi di parole. La 125 ha confermato l’ottimo momento di forma di Terol che aveva perso un po’ di smalto subito recuperato con due vittorie che gli hanno permesso di fare un bel balzo in avanti nei confronti di un rassegnato secondo Zarko. Ma la nota più importante è il 14° posto di Morciano primo di una pattuglia di italiani che anni fa dominava le scene ed oggi stenta a trovare gli eredi di Rossi, Capirossi e Biaggi.

Nella Moto2 altra stoccata dello spagnolo Marquez sempre più protagonista di questo campionato insieme però ad un coriaceo Bradl che non ha mai mollato la presa e che sicuramente tornerà sul gradino più alto del podio quanto prima. Altalenante la stagione di Iannone che comunque ha confermato (meno male) la sua presenza in questa categoria anche qui avara di italiani.

In MotoGp abbiamo assistito ad una gara noiosa all’apparenza con niente di nuovo per i tifosi, ma ricca di spunti per gli appassionati, magistralmente descritta anche da Pernat qui. Se mai ce ne fosse stato bisogno Lorenzo conferma tutta la sua cattiveria e bravura alla guida di un ottima moto, forse la più completa del lotto, che nelle sue mani diventa un arma micidiale. E’ però il maiorchino a fare la differenza considerando il sesto posto di Spies. Secondo Pedrosa con un accenno di polemica nei confronti di Stoner “reo” di guidare una moto sviluppata da lui tanto che in gara lo passa senza troppi complimenti nel curvone in piena velocità con un bel sorpasso da “pelo”. Ancora una volta la dimostrazione che senza lo stop di Le Mans sarebbe stato della partita. Terzo uno “sfiancato” Stoner (se quando è stanco arriva terzo…) che ha palesemente ammesso il suo calo fisico scusandosi con il suo team. Credo che questa ammissione lo faccia diventare ancora più grande e rispettato e comunque, a differenza della solita stampa italiana che non lo vede di buon occhio, ha sempre 34 punti di vantaggio sul secondo nel mondiale. Quarto e quinto Simoncelli e Dovizioso forse la giusta posizione per due piloti che dispongono dello stesso materiale di Stoner e Pedrosa ma che non sanno mai ruggire quando la pattuglia dei fenomeni è al completo. Rossi settimo, nei primi quando il capofila Lorenzo studiava la pista umidiccia girando un secondo e mezzo più piano, settimo (primo delle Ducati!) quando il resto della compagnia decide di dare gas.

Extra gara da annotare i pensieri di Preziosi al quale piacerebbe che Stoner provasse il Ducati, un telaio nero ad avvolgere la GP12 al Mugello, un ripensamento sulla filosofia Ducati nel fare le moto da corsa e un pilota pagato il giusto che vince nel mondiale Superbike… (Valentino non costa solo 13 milioni d’euro l’anno…).

Già il Superbike… Il banale incidente occorso a Max Biaggi in prova e lo sfortunato ritiro dalla gara la domenica ha rimarcato quanto ancora può dare un personaggio del suo calibro alle corse. E’ vero che Checa avrebbe vinto il mondiale, ma la mancanza del Corsaro, con tutto il rispetto per l’ottimo Melandri, ha un po’ chiuso l’interesse per le restanti gare, tanto è il vantaggio di Carlos sull’ora secondo Melandri. Checa sarà il vincitore del mondiale 2011 e noi appassionati glielo auguriamo di cuore perché è sempre stato un bel pilota ed una brava persona. Ci piacerebbe giore anche per il Team Althea o almeno per quella parte non Ducati ufficiale ma privata, comunque un bel riconoscimento per un signore del calibro di Bevilacqua. Speriamo per sorti positive anche per un altro signore in cerca di moto per l’anno prossimo, quel Francesco Batta e signora che tanto hanno dato a questo sport e tanto “avrebbero” ancora da dare. Settembre ci lascia con l’arrivo di Aragon e Imola con la speranza di un futuro migliore per i colori italiani.

lunedì 29 agosto 2011

L'uragano Casey


Con le tempeste tropicali e gli uragani quest’anno gli americani sono arrivati alla lettera I, ma ieri a Indianapolis sono dovuti ripartire dalla lettera C come Casey, un uragano australiano che si è abbattuto sul motomondiale spettinando diverse persone e non solo in pista. Sulle anomalie della strana riasfaltatura del tracciato, Stoner ha impresso la sua legge, le legge di un fuoriclasse a posto con tutto e con tutti soprattutto con la sua moto, capace di assecondare il polso destro e farlo danzare sulle piste. Quello stesso polso che più volte ha portato in vetta la Ducati che ieri ha arrancato con il suo pilota più forte messo dietro anche da De Puniet. L’asfalto era scivoloso per tutti e sono le condizioni critiche a far valere anche il pilota, se pensiamo che Dovizioso ha fatto il suo best lap all’ultimo giro. Comunque vada questo mondiale Stoner ci ha fatto vedere quali sono i reali valori in campo, chi è il fenomeno e chi no, chi guida sopra i problemi e chi non riesce a ricavare un ragno dal buco. La fotografia di questi ultimi anni l’ha fatta Pernat Sabato in telecronaca: Stoner il più veloce, Lorenzo il più cattivo, Rossi il più furbo, purtroppo per lui non è con la furbizia che si guidano le moto. Gara strana quella di ieri, con la debacle Ducati e l’annichilimento di Simoncelli che guidava la moto che poi ha fatto il primo ed il secondo posto. Bravo Pedrosa che non ha mai mollato comunque, piacevole Spies terzo, quarto un coriaceo Lorenzo, quinto un attendista Dovizioso e sesto un cazzuto Bautista con la Suzuki. Tutto il resto sono solo parole. A me dispiace dover avere dell’acredine nei confronti della nostra bandiera motociclistica, ma troppe, tante sono state le verità non dette su Valentino. Troppo il fango gettato su Biaggi all’epoca, ridicole le accuse della falsa malattia di Stoner… Oggi con il problema Motegi viene fuori che chi non stà dalla parte del datore di lavoro è fuori come scrive Ernesto Emmi qui, mentre che nelle vittorie Ducati non era la moto a vincere ma bensì il suo pilota che guidava continuamente sopra i problemi. Un po’ di uragano si è abbattuto anche nella cabina dei commentatori dove, la mancanza di Reggiani, ha favorito l’ingresso di Pernat il Sabato, Locatelli, Zamagni, e Cecchinello la Domenica. Finalmente telecronache poco orgasmiche e più notizie su tutti evitando quelle genuflessioni che poco hanno a che fare con i piloti. Tra una settimana ci sarà Misano un anno dopo la morte di Tomizauwa e dopo gli stupidi fischi a Lorenzo. Io mi auguro sempre delle bellissime gare e che vinca il migliore…

martedì 16 agosto 2011

BRNO, istantanea di un campionato


Sicuramente il Gran Premio della Repubblica Ceca ci ha regalato un foto sul mondiale che ricalca molto bene i valori in campo, di quanto è accaduto fino ad oggi, e su quello che ci aspetterà per il resto della stagione. Non è un requiem sul campionato, ma sicuramente qualcuno ne dovrà prendere atto se non vorrà chiudere i battenti l’anno prossimo.

La fantastica Brno ci lascia dunque questa istantanea:

Stoner si merita tutto ciò che ha raccolto fin ora, il primo posto in classifica, le sei vittorie, e la rabbia di voler e non poter vincere sempre caratteristica di un pilota puro e di talento. Si merita di essere li come lo era già l’anno passato quando vinceva con la Ducati nonostante tutte le critiche che stanno piovendo sulla rossa di Borgo Panigale. Fa bene Pernat a Fuori Giri a suggerire a Guareschi che l’anno scorso tutti questi problemi non ce l’avevano. Bravo canguro mannaro e augurissimi per il tuo erede.

Dovizioso non vincente ma convincente, sempre pronto ad essere li, a ridosso dei primi, volente o nolente, a discapito di tutte le voci. Certo un non talentuoso come gli altri, ma affidabile se scommetti nei primi cinque. Dovrà vincere per consacrarsi, ma in squadra lo prenderei volentieri.

Pedrosa (e chiudo il tris Honda) con la caduta di domenica ha un po’ dimostrato di essere genio e sregolatezza, con delle prove al di sopra di tutti ma con una gara senza saper attendere il momento giusto (e la temperatura delle gomme giusta) per poter salutare tutti e ritornare in corsa per il campionato. Sicuramente un anno misto a sfortuna e qualche errore un mix poco redditizio per vincere un mondiale.

Simoncelli finalmente a podio, commosso e quasi incredulo, ha ottenuto quello per cui ha tanto lavorato (e caduto) e la speranza è che si possa ripetere anche in futuro.

Lorenzo, gara a parte, è sempre il campione del mondo con la solita tenacia e grinta dei tempi migliori. La scelta della gomma anteriore è un suo errore, ma è l’errore di un pilota che non si arrende e cerca ad ogni gara di rintuzzare punti dal suo diretto rivale. Campione anche al di fuori quando fa i complimenti a Pernat per il terzo posto di Simoncelli, un “quasi” saggio della MotoGp. Bravo!

Spies mai incisivo quest’anno se non nella roulette di Assen, deve ancora fare un acuto per essere consacrato tra i veri primi della classe. A Brno è saltato fuori un problema fisico passato e questo sicuramente ha rallentato le prestazioni del forte pilota texano. Da rivedere sicuramente.

Rossi naviga nella posizione che gli compete: primo degli altri ultimo dei primi. E’ inutile che nelle sue analisi valuti che è andato più forte dell’anno scorso. Le gare si vincono nel presente, e il presente dice che senza una moto Rossi è un pilota normale, come lo erano quelli prima di lui che arrivavano sesti. L’aggravante è che quella stessa moto l’anno scorso vinceva… Dopo 7 ttitoli mondiali è giusto anche riposarsi, ma per favore non chiamatelo fenomeno…

Ducati. Si vocifera che FTR stia facendo un telaio per l’anno prossimo. Un telaio vero, come quelli giapponesi, mandando all’aria tutta la filosofia Ducati campione del mondo 2007. Tutto questo perché l’unico pilota che la guidava era Stoner, e tutti gli altri, ex fenomeni compresi, ci hanno picchiato il naso. A mio avviso sconfitta su tutti i fronti viste anche le spese…

Per il resto del gruppo un plauso a Bautista e a Hopkins, nonostante una moto poco performante si sono distinti per ottime prestazioni ed i ringraziamenti dalla casa madre sono subito arrivati.

Per tutto il resto ci sarà Mastercard, perché qualcuno dovrà frugarsi se vorrà continuare, con una moto o con due (Gresini docet).

BRNO è BRNO la più bella pista del mondo con i femori più lunghi del mondo… e si sa se femore i da tanto…

lunedì 1 agosto 2011

La Ducati è Checa!!!


Grande prova di orgoglio, classe e determinazione di Carlos Checa sul circuito di Silverstone, firmando una doppietta che lo porta a 62 punti da un Biaggi che nella giornata dell’attacco decisivo alla vetta non ha avuto il guizzo necessario, finendo 11 in prima manches e 4 nella seconda. La doppietta di Checa ha anche un altro significato, che va ben oltre la classifica: lo spagnolo darà, (e qui partono tutti gli scongiuri del caso) insieme al Team Althea (sempre più rosso), quella ventata di soddisfazione (e vendite) che la stagione in MotoGp ha fortemente compromesso, anche dal punto di vista economico. Il popolo Ducati avrà il suo nuovo campione ed i clienti saranno fieri di cavalcare la moto che ieri ha raggiunto le 301 vittorie in Superbike. Brno ci ha fatto vedere un Checa che, se non è in palla, male che vada può arrivare terzo ad un nonnulla dai primi. Silverstone ci ha fatto vedere che quando il gioco si fa duro… lui c’è! Biaggi e Melandri sono stati cucinati a dovere e se il primo ha avuto il suo bel da fare, il ravennate ha colto due podi che lo portano a soli 9 punti dal romano, secondo in classifica. Yamaha ha poi completato entrambi i podi con due ottimi posti di Laverty che nulla ha potuto contro lo strapotere del binomio Checa-Ducati. Alla fine di gara 2 una battuta, a mio avviso infelice, del patron di Althea, Bevilacqua, che ha voluto sottolineare come Ducati sia inferiore alle 4 cilindri. A me non è sembrata così tanta la differenza anzi, per usare le parole di Melandri, la Ducati è 200cc in più di e che la differenza stà proprio nell’erogazione. Ormai è una storia vecchia come detto anche da Max: Non voglio entrare in una polemica che mi sembra stia crescendo sempre più. Secondo me allo stato delle cose, visto cosa è stato consentito in passato, è difficile intervenire. Il problema andava risolto diversamente all'inizio. Ora bisogna combattere con quello che si ha".

La Ducati dovrebbe imparare una sonora lezione da questo mondiale se vorrà essere leader anche altrove considerando che i tempi sul giro di Carlos sono stati inferiori anche a quelli di Rossi in MotoGp… non so se mi spiego disse il tovagliolo...

lunedì 25 luglio 2011

I mostri della Laguna (Seca)


Non c’è che dire la gara di Laguna Seca, 10 round della MotoGp, ha avuto si un vincitore, ma in realtà tre sono i piloti degni di una particolare menzione. Il primo è indubbiamente Casey Stoner, un ragazzo capace di emozionare con i suoi traversi ed oggi capace anche di aspettare il momento propizio per cucinare i suoi avversari. L’australiano durante tutto il fine settimana aveva avuto problemi con la sua Honda, nonostante fosse sempre uno dei più rapidi, ma non abbastanza come piace a lui. Ma si sa, è dal 2006 che piega in continuazione i semimanubri delle moto in cerca di andare sempre più forte, motivo per il quale oggi, Ducati, brancola nel buio. Ieri Stoner ha vinto di forza, di intelligenza e di coraggio, con due sorpassi da manuale, di quelli che rimangono nelle gesta dei grandi. Ha vinto contro un avversario tostissimo che ancora una volta ha dimostrato di meritare il titolo 2010 e di essere ancora in lizza per questo campionato del mondo. Lorenzo ieri ha fatto una bella gara, generosa, e poco importava se era seguito da Pedrosa e da Stoner. Forse è stato proprio questo il suo errore, però è stato anche il bello della sua gara. Cedere a sei giri dal termine significa di averci provato e di esserci quasi riuscito se non ci fosse stato l’australiano in ottimo spolvero. Bene anche Pedrosa, terzo, dolorante, ma sempre li dimostrando ancora una volta che lo stop di Le Mans gli ha compromesso l’ennesima occasione per correre per la vittoria. E gli altri? Dovizioso ha descritto molto bene la situazione odierna: “li davanti hanno un passo allucinante” e solo in tre possono permetterselo. Non se lo può permettere Simoncelli ancora una volta a terra alle prime battute, ma non se lo permette neanche Spies quarto, ma lontano dalla vetta in un circuito a lui familiare. Gli altri corrono per un altro campionato, con duelli, sorpassi, false schermaglie come nel caso di Hayden nei confronti di Rossi, fido scudiero a protezione di un sesto posto che serve solo a mascherare la disfatta totale del binomio italiano.

E mentre il mondiale fa una pausa per ritornare nel bosco di BRNO, non ci resta che attendere i titoli dei giornali, primo su tutti Moto-scusometro-Sprint che dopo il Gp di Germania era uscito con una copertina raffigurante Rossi ed un riquadro con Pedrosa (vincitore) e Stoner e la scritta “Stoner stordito”. Tra i nuovi piagnoni troviamo anche Lucchinelli che a Fuori Giri ha detto che “le gare senza Valentino non sono gare”… Il motociclismo c’è stato prima e ci sarà dopo Rossi con piloti in grado di appassionare i veri appassionati… (se ne sono accorti anche Meda e Reggiani, pensa un po’ te…)

lunedì 18 luglio 2011

Spalla alla birra


Uno dei piatti tipici della cucina tedesca è lo stinco alla birra servito con crauti o con patate. Ieri però, al Sachsering, gli spettatori si sono visti servire una fresca spalla rimessa a nuovo, quella di Pedrosa, accompagnata ad una bella birra di gas che il pilota spagnolo a dato nella terra degli Alemanni. Anche se mancante ancora di un titolo nella classe regina, Pedrosa ieri ha dato una dimostrazione di forza e capacità rimarcando, se mai ce ne fosse stato bisogno, che accanto a quei due in testa alla classifica forse ci poteva essere anche lui. E forse questo serva anche un po’ di lezione ai soliti soloni che tanto hanno criticato la mancata stretta di mano con Simoncelli. Il numero 26 della Honda ieri ha vinto in maniera un po’ atipica rispetto al suo stile, ma ha piegato la resistenza dei due piloti più al top di questi ultimi 4 anni: certo Jorge Lorenzo e Casey Stoner. Bravo davvero al “Torero Camomillo” che insieme agli altri due ci hanno regalato una gara poco noiosa dove ancora una volta è venuta fuori la cattiveria di Lorenzo che ha beffato Stoner all’ultima curva e la classe infinita dell’australiano che ha guidato la moto sempre di traverso firmando ogni volta le curve con una bella riga nera (forse male per le gomme ma tanta roba per noi appassionati). Battaglia anche per il 4, 5 e sesto posto con i due italiani, Dovizioso e Simoncelli,.che si sono sorpassati per tutta la gara, fino a quando non è arrivato Spies che si è inserito tra i due soffiando il 5 posto a Simoncelli. Gloria anche per il 7, 8, e nono nell’ordine Hayden, Bautista e Rossi protagonisti per il duello della “Coppa del Nono”… Vorrei poter dire altro sulla situazione Ducati-Rossi, ma ci pensano già i “giornalisti” locali trasformati in meccanici e ingegneri e piagnoni, sempre pronti a giustificare le debacle di un binomio che non riesce a girare come dovrebbe, dimenticandosi che terzo, nella classifica generale c’è Dovizioso da Forlì zona sotto l’appennino Tosco-Emiliano… Italia anche li… Ottimo Marquez nella Moto2 che sta facendo quanto sperato sin dall’inizio, tallonato da un coriacissimo Bradl ancora saldamente in testa al mondiale con già l’occhio alla MotoGp, che ha contenuto intelligentemente l’arrembaggio dello spagnolo ancora indietro di 40 punti nella classifica generale. Nota a margine per i commenti su Alex De Angelis: capisco che parla romagnolo, ma batte bandiera San Marinese, uno stato all’interno dell’Italia, ma sempre uno stato a parte è, al pari della Svizzera…che sembra avere motori migliori… Ma per favore!!!

martedì 5 luglio 2011

Il Gladiatore


Lo chiamano l’Ispanico, Porfuera, espressione sempre accigliata, magari non un esempio di simpatia, ma un gran pilota. Domenica al Mugello Jorge Lorenzo ha fatto vedere a tutti di essere uno con le palle, uno che guida forte, un campione del mondo. Poco importa se gli italiani beceri e ignoranti l’hanno fischiato reo di essere stato troppo severo con Simoncelli e per rispondere ai fischi spagnoli nei confronti dell’italiano. Questa non è una partita di pallone Italia-Spagna, qui si celebrano le gesta dei piloti che magicamente disegnano traiettorie sulle piste. I due sorpassi rifilati a Dovizioso e al Fenomeno Stoner alla Casanova-Savelli sono esempi di bellezza e coraggio che non hanno bandiere. I fischi dei beceri fanno parte di un popolo che per fortuna andrà a scomparire piano piano come le gesta del campione che osannano. Velentino Rossi ha portato tanto nel motociclismo, ma ha anche portato (suo malgrado?) i tifosi dello stadio. Il nostro motociclismo è un po’ diverso. Il nostro motociclismo sta nelle parole di Stoner che alla fine si prende la colpa per una pressione errata delle gomme. Il nostro motociclismo stà nelle lacrime di Dovizioso, un italiano, ma evidentemente non troppo. Il nostro motociclismo sta anche nelle parole di Simoncelli che bacchetta chi fischia i piloti. E’ vero, non sta nelle parole di Puig (arrestare è una parola grossa caro Alberto), ma non sta neanche nelle parole di Lucchinelli prontamente redarguito da Agostini nel dopo gara. Domenica Lorenzo ci ha regalato un bellissimo gesto atletico ed una riapertura del mondiale contro il Canguro Mannaro, pilota che risponde al nome di Casey Stoner. Volete i fischi? Bene, leggetevi gli ultimi anni di MotoGp. Stoner vinceva perché aveva la Ducati e l’elettronica. Lorenzo ha vinto perché la moto la faceva Rossi. Tutti convinti. Bene! Nel 2011 Lorenzo vince perché è un signor pilota e un campione. Stoner le guida tutte con una facilità imbarazzante ed usa pochissima elettronica. Ducati e Valentino, nel matrimonio del secolo, si sono persi in entrambi le direzioni, facendo emergere che la Ducati la guidava Stoner e Rossi non è poi così tanto più fenomeno senza il supporto tecnico. Vero? Falso? Intanto Rossi fa il Biaggi di 10 anni fa gettando già all’ortiche il progetto Ducati GP2012 poi si vedrà…

Fischiate pure adesso, anche se Meda ha fatto alzare l’inno spagnolo in Tv per coprire i vostri fischi. Fischiate… Noi appassionati guardiamo le corse e saltiamo in piedi sul divano sempre. Voi, tra un po’, ritornerete negli stadi, oppure a guardare le partenze della Formula Uno…

venerdì 27 maggio 2011

A lavorareeeeeeeeee!!!!!!

Inchiesta dell’Espresso: più di duemila ex parlamentari ogni mese incassano vitalizi fino a diecimila euro, cumulabili con altri redditi e che ci costano 174 miloni. All’ex "cattivo maestro" Toni Negri 3mila euro al mese


Mentre in Italia impazza il dibattito sull’età pensionabile, qualcuno l’assegno dell’Inps se l’è già intascato. Molto prima dei 60 anni e grazie al fatto di essere un «onorevole». Anzi, un ex parlamentare. A spese dei bilanci di Camera e Senato, che nel 2006 hanno dichiarato un «rosso» da 174 milioni di euro. Un buco nei conti che ricadrà inevitabilmente sui contribuenti italiani. A fare luce sull’ennesimo scandalo che riguarda i privilegi della politica è stato l’Espresso, che nel numero in edicola ha pubblicato l’elenco dei 2005 ex parlamentari che incassano ogni mese un assegno dai tremila ai diecimila euro lordi.


Il vitalizio è il risultato di una sproporzione incredibile tra contributi e prestazioni erogate, ed è ovviamente frutto di una legge del Parlamento. Secondo la normativa in vigore, i deputati il cui mandato parlamentare sia iniziato dopo il 1996 hanno il diritto alla pensione a 65 anni. Ma se dal ’96 ad oggi sono stati eletti per due legislature, gli anni si riducono a 60. Più fortunati i deputati eletti prima del ’96, che hanno diritto al vitalizio già a 60 anni, che però possono scendere a 50 anni se si utilizzano tutti gli anni di mandato accumulati oltre i cinque minimi richiesti. A conti fatti, con più di tre legislature (più o meno 20 anni di contributi) si può andare in pensione sotto i 50 anni.

Ancora più generoso, sostiene L’Espresso, si rivela il Senato: gli eletti a partire dal 2001 hanno diritto alla pensione solo a 65 anni (a 60 con due legislature) e a condizione di aver svolto un mandato di cinque anni. Coloro che hanno conquistato lo scranno prima del 2001, riscuotono invece il vitalizio a 60 anni con una legislatura, a 55 con due e a 50 anni dopo tre mandati. Il calcolo del vitalizio è legato agli anni di contribuzione. Ed è salvaguardato dalla cosiddetta «clausola d’oro» grazie alla quale il vitalizio si rivaluta automaticamente con l’indennità del parlamentare ancora in servizio.


Passi per i padri della Prima Repubblica, da Mino Martinazzoli ad Antonio Gava, che incassano quasi 10mila euro lordi al mese. Meno per personaggi come il fondatore di Repubblica Eugenio Scalfari o imprenditori come Susanna Agnelli e Luciano Benetton, che incassano 3mila euro lordi per 5 anni «di servizio» in Parlamento. Ma tra i privilegiati c’è anche chi deve decidere le sorti delle pensioni degli italiani. Come i sottosegretari all’Economia del Prc Alfonso Gianni (56 anni, circa 6.600 euro lordi al mese di pensione) e della Margherita Roberto Pinza (65 anni, 9.387 euro lordi al mese), dimessi da parlamentare per entrare nel secondo governo Prodi, che oltre all’assegno incassano lo stipendio da sottosegretario (192mila euro l’anno a testa), visto che la pensione si cumula con tutti i redditi e tutte le rendite.


Il sindaco ds di Roma Walter Veltroni, 51 anni, deputato dall’87, che con 23 anni di contributi versati, dal 2005 riscuote dalla Camera un vitalizio mensile di 9mila euro lordi (che si aggiunge allo stipendio del Campidoglio, di circa 5.500 euro netti). Somma che - ha fatto sapere il Comune - Veltroni ha provato inutilmente a rifiutare e che poi ha deciso di distribuire in beneficenza alle popolazioni africane. C’è anche Toni Negri, l’ex leader di Autonomia operaia che nel 1983 era detenuto per associazione sovversiva e insurrezione armata contro i poteri dello Stato; eletto con i radicali, si fece vivo alla Camera solo per sbrigare le pratiche e poi si diede alla latitanza in Francia. Nonostante ciò percepisce 3mila e 108 euro di pensione da parlamentare. «La sua personale vendetta contro lo Stato borghese», commenta l’Espresso.


E poi ancora: Nando Dalla Chiesa (Margherita), in pensione a 58 anni con quasi 6.600 euro lordi al mese, l’altro sottosegretario alla Giustizia Luigi Manconi (Ds), che a 59 anni si mette in tasca ogni mese un assegno da 4.725 euro lordi più i 192mila euro annui. A 60 anni ancora da compiere Mauro Paissan può già contare su un vitalizio mensile di circa 6.600 euro, ai quali vanno aggiunti i compensi che percepisce dal Garante della Privacy. E ancora Maura Cossutta, classe 1951, figlia del leader Pdci Armando, che porta a casa ogni mese 4.725 euro lordi.