lunedì 8 aprile 2013

Motomondiale 2013 la musica non cambia

Salom, Espargarò, Lorenzo tre spagnoli sul gradino più alto del podio, solita bandiera, solito inno. E' questo l'inizio delle corse in moto categoria prototipi. L'unica bandiera italiana è ancora affidata a lui, quel Valentino Rossi rigenerato dal ritorno in Yamaha e capace di tornare sul podio alla prima uscita. Se volete vedere la situazione motociclistica italiana bastava andare al Mugello ed assistere al CIV per avere un quadro della situazione. Sulle moto non ci si va per meriti ma solo per soldi ed ecco perchè siamo arrivati a questi punti. 
Come previsto la gara della MotoGp è stata ad appannaggio di soli 4 piloti, Crutchlow a parte che è rimasto li quasi fino alla fine quando ha pensato bene di suicidarsi in fondo al rettilineo per opporsi a Rossi, come ha fatto anche Bradl caduto nel tentativo di stare dietro al pesarese. Tutto il resto come da copione (quasi) con l'imperiosa vittoria di Lorenzo che ha salutato subito la compagnia andando a vincere in solitaria. Oltre al ritorno di Rossi sul podio da segnalare (forse) l'arrivo di un giovane talento, Marquez, che è montato sulla moto di un altro grande, Stoner, ereditandone tutto il pacchetto, slider per i gomiti compresi. Questa è forse la vera novità del 2013 un pò troppo poco rispetto ad una gara priva di emozioni. Telecronaca a parte ci hanno pensato proprio loro, Marquez e Rossi, il giovane ed il vecchio, a farci sussultare sulle seggiole con due sorpassi niente male e ricchi di carattere ed ognuno con un significato diverso. Chi invece dovrà riflettere sulla gara è proprio Pedrosa bastonato dal giovane compagno di squadra che il giorno prima aveva punito con una scorrettezza. Marquez si è ripreso la rivincita con gli interessi ed invece di levare il gas lo ha dato a mano piena relegando Dani al quarto posto. Honda dovrà correre ai ripari con il suo pilota perchè il  trio Lorenzo-Rossi-Yamaha sembra essere partito col piede giusto. Un piccolo passo in avanti sembra averlo fatto Ducati con il Dovi partito dalla seconda fila e arrivato con 10 secondi meno rispetto al tempo di Rossi lo scorso anno. Andrea sta lavorando bene sullo sviluppo della moto e speriamo di trovarlo anche lui tra i primi come lo è stato all'inizio della gara. Il resto della compagnia perduto nella notte del Qatar, incolore e senza particolari guizzi. Il prossimo round sarà ad Austin (USA) una pista nuova per tutti che ci farà capire se ai 4 si uniranno altri oppure ci appresteremo ad un anno motociclistico noioso, per noi appassionati. 

lunedì 18 marzo 2013

Alex Schwazer

Non ho mai parlato di doping in questo blog, forse perchè lo ritengo una caccia alle streghe oppure all'ovvio. Quando il doping non era chimico gli atleti più fortunati si "dopavano" con un alimentazione ricca, magari a base di una bella bistecca a scapito di chi non si poteva permettere neanche quello. Poi le cose sono andate via via perfezionandosi e il doping è diventato una forma di sostentamento sportivo dilagante nel settore amatoriale bandito nel professionismo. Recenti sono le confessioni del ciclista Lance Amstrong vincitore di 7 Tour de France, vincitore sul cancro che lo aveva colpito, eppure oggi deriso da una parte bigotta che vorrebbe uno sport pulito. Ieri sera mi sono imbattuto casualmente su un intervista, la prima, ad Alex Schwarzer il nostro pluridecorato maratoneta che l'anno scorso si è reso reo confesso di utilizzare sostanze dopanti. Le parole del nostro atleta fluivano fuori dalla bocca imbarazzate ma coerenti con se stesse e sopratutto coerenti con il personaggio, un ragazzo che ha dedicato la sua vita allo sport e del quale era rimasto prigioniero. Ascoltare Alex ma ha fatto capire che anche gli Iron Man come lui possono avere delle debolezze che senza un supporto morale diventano vere e proprie ossessioni. Non ti droghi il fisico, ma cerchi un supporto psicologico per riuscire a sopportare la tortura degli allenamenti più che quella dei risultati. Il drogato vero si droga per fuggire dalla realtà oppure per avere prestazioni sessuali maggiori, oppure per buttarsi senza freni su di una ragazza. Alex tutto questo non sa cosa sia. Lui sa che l'obiettivo è essere il numero uno come lo è stato più volte, e forse è proprio nella solitudine del numero primo che lui ha cercato nuovi stimoli. "Tornerei a vincere anche senza il doping perchè il talento non ha bisogno di questo". Una bellissima frase ricca di sentimento e coraggio che dimostra che l'atleta Schwarzer è presente anche se allontanato come un appestato reo di chissà quale nefandezza. Marco Pantani non capì questo e si sobbarcò tutto il marcio che regna intorno a questo mondo e al mondo dello sport in generale. Le manette, la polizia tutto degnamente escogitato per la distruzione di un atleta e non di un criminale. Tutto lo sport tranne che il calcio, ma questo è un capitolo che non spetta a me scrivere. Le mamme che portano a calcio i bambini la darebbero agli allenatori affinchè il proprio figlio giochi da titolare, non è forse un inizio di doping anche questo oppure andrebbe chiamato toping? Lo sport è un mondo che si contrae e si espande continuamente, dove le grandi majors sono sempre a caccia del loro simbolo e dove l'atleta in lieve difficoltà cerca un supporto nelle sostanze chimiche. E prima di giudicare dovreste guardare dentro di voi e chiedervi se almeno una volta non avete preso qualcosa per essere più "sprint". Tutto il resto è amplificato dal vostro ruolo e il ruolo di Alex è un ruolo grande come la bandiera che porta nella foto. Lo schifo vero l'ho provato nell'atteggiamento della conduttrice, Daria Bignardi, che guardava e giudicava Alex ancor prima di conoscere l'uomo. Caria Daria non basterebbe tutto il doping di questo mondo per renderti moralmente accettabile di fronte ad un atleta che dalle stelle è passato alle stalle ma pur sempre un numero uno. Non è forse doping il fatto che ancora tu sia davanti ad una telecamera a presentare un programma televisivo?

sabato 16 marzo 2013

Il cordone che ci lega

Già quando ho scritto il titolo me ne sono un pò pentito perchè di facile illazione pensando al "cordone"... Francesca su facebook scrive "come si fa a recidere il cordone ombelicale di un Amore che ancora ti butta li il passato, il presente....". Purtroppo gli amori passati sono in realtà cordoni, a volte recisi altri no. Quello che ci ha legato ad una persona amata è un legame che spesso tende a frantumarsi con la stessa forza di quando è nato e questo ci rende più consapevoli e dubbiosi se non fosse stato solo un fuoco di paglia... Ma gli amori più veri sono proprio quelli carichi di grandi passioni e tormenti? Non credo ci sia uno strumento che regoli e giudichi le scelte fatte in amore. Ogni momento è totalmente soggettivo, anche all'interno della coppia stessa. Ma allora perchè alcuni amori sono come la peperonata? L'amore passato l'hai visto nudo, hai incrociato il suo sguardo nel buio di una camera, hai condiviso la colazione a letto, hai pianto davanti a un film, lo hai preso per mano passeggiando sul lungo mare. Com'è possibile che non ritorni? In fondo "tornare" con un vecchio amore è come tornare un pò indietro nel tempo ma non sempre facciamo la cosa giusta perchè le persone cambiano anche in base ai percorsi fatti nella vita. Eppure quell'angolo di nostalgia ci pervade sempre e la tentazione esiste realmente. Sono i cordoni che abbiamo reciso ma che ancora strascicano dietro di noi quando camminiamo. Io credo che siano momenti talmente intimi di noi stessi che l'unica cosa possibile da fare è cercare di capirli ma non di combatterli. I miei cordoni sono dentro una scatola e li conservo e custodisco gelosamente, ma non posso sapere se li riutilizzerò o meno, sono troppo nostalgico per non sentirne il richiamo ma allo stesso tempo vivo il presente e gli amori attuali. Cara Francesca non esiste una risposta al tuo quesito o forse si... sicuramente la sentirai ascoltando il battito del tuo cuore, come hai già fatto quella volta che..... 

giovedì 7 febbraio 2013

MotoGp, Superbike e affini. 2013

Conclusi i test sul circuito Malese di Sepang, possiamo iniziare la nostra stagione con dei primi commenti su cosa ci aspetterà questo anno motociclistico. I temi da trattare sarebbero molteplici iniziamo appunto dai tempi emersi nei test. Pedrosa ha dimostrato di proseguire la sua leadership già iniziata lo scorso anno quanto ha vinto come non mai e proiettato verso (speriamo per lui) la conquista del suo primo titolo nella classe regina. Lorenzo dal canto suo si è "limitato" a seguirlo senza cercare di forzare troppo ma cercando di capire la sua M1. Debuttanti di lusso sono Marc Marquez il vero debuttante di questa stagione e Valentino Rossi tornato a guidare una moto "competitiva" dopo due anni di Ducati. Per Marc test molto positivi e veloci a dimostrazione che il ragazzo sembra già maturo per emulare Biaggi e Lorenzo quando fecero la loro prima comparsa con tanto di botto. Per Rossi luci ed ombre su quello che abbiamo già visto e vissuto in tutta la sua splendida parabola professionale. Rossi non è un fenomeno pertanto per andare gli ci vuole una moto buona. Nei test ha dimostrato comunque di essere li davanti con gli altri anche se il suo "sbandierato" mezzo secondo nel polso sembra averlo perso. Ma come si sa i test non sono le gare e dunque riproponiamoci di ritrovarlo subito la davanti sotto i riflettori nella notte del Qatar. Il resto della combriccola tutti parecchio da rivedere escludendo se vogliamo Bradl e Crutchlow. Ducati a questo punto non merita neanche un discorso a parte: team, gestione tutta nuova con problemi vecchi non fanno risultato ne tanto meno servono a giustificazione di un biennio grigio e buio. Su tutti grava ancora quel mezzo secondo che Casey Stoner ha dimostrato di avere un anno fa con la stessa moto che utilizzano i suoi colleghi e che oggi si è non solo consolidato, ma impresso un pò nella mente di tutti e che di sicuro mancherà nel proseguo. Ci sta pensando Marquez a non farlo rimpiangere troppo, con pieghe da brivido e limitazione dell'uso dell'elettronica. Forza Marc dunque...
In Superbike il mio ben trovato va a Max Biaggi che, lasciata la manopola destra, ha pensato bene di passare al microfono per il commento delle derivate di serie insieme a Ranghieri. Max porterà il commento verso un altra dimensione a meno che non lo stoppino con una bandiera nera, come già fecero a suo tempo.
Comunque vada la Superbike sarà sempre molto più emozionante della MotoGp anche perchè i pretendenti saranno molti di più come le motivazioni delle squadre partecipanti. 
A livello italiano siamo veramente messi male, se non peggio con Melandri e Rossi gli unici in grado di lottare per il titolo. A tutti gli altri auguro buona fortuna, luce accesa anche di giorno e prudenza sempre!

giovedì 13 dicembre 2012

I miei problemi con le donne

Dopo la teoria del Big Bang e quella delle stringhe, uno dei grandi misteri che affascinano l'universo è... la donna! Misterioso ammasso di cellule (o cellulite) in ordine sparso che aleggia sovrana nella vita di ognuno di noi, la donna rappresenta un mistero sin da quando siamo ragazzi perchè è indubbio che "cresce" prima di noi. All'affacciarsi del primo movimento ormonale loro scelgono già il loro compagno di giochi, ignaro di quello che poi gli succederà a breve. Eppure è così che inizia questa vorticosa danza che ci accompagnerà lungo il nostro cammino. Io sono sempre stato sfortunato in quel senso. Da ragazzetto ero già un omino, con la barbetta, il nasone, i brufoli, non ero "bellino" come il clichè imponeva. Ero anche particolarmente sovversivo e poco incline alle mode del momento e questo faceva di me un tipo strano. Dalla mia ero già affetto da masturbazione precoce e questo mi permetteva di essere più rilassato e sereno e forse anche un pò più "maturo". Credevo che il "ti vuoi mettere con me" fosse solo uscire per mano e magari qualche bacio sulla bocca fino all'età di 15 anni quando Ester, una avvenente ragazza tedesca di 18 anni, mi prese e mi sbattè (in tutti i sensi) dentro una roulotte... I risultati furono tre giorni di febbre a 40 e la consapevolezza che il Big Jim fosse ancora più tremendamente divertente. Ma certo era che la scintilla si era accesa e tutte quelle immagini viste su Postal Market iniziavano ad avere più senso (ricordo che Postal Market è stata la prima rivista porno per noi ragazzi). Eppure ancora non riuscivo a far breccia nel cuore delle ragazze, fino all'età di 17 anni quando presi la prima vera cantonata per il mio primo vero amore. Il primo amore non si scorda mai recita un detto, affermazione quanto mai vera perchè non lo scordi non solo per le gioie ma anche per i dolori. Forse io sono nato proprio da quel dolore ed inconsciamente ho sempre giurato vendetta nei confronti dell'universo femminile. Ma è difficile vendicarsi di fronte ad una creatura che ti guarda con due occhi celesti e magari proprietaria di un bel paio di poppe. Ed è così che mi sono sposato la prima volta. Bello il giorno del matrimonio, fai promesse delle quali solo un decimo le porti in fondo, ma in fondo è proprio la magia di quel momento a non fartici pensare troppo. Infatti poco dopo il matrimonio viene gettato per la tromba per le scale e con esso la certezza che non ti succederà mai più. Ma i sorrisi che incroci durante il cammino non possono non addolcirti il cuore ed è così che ti ritrovi accompagnato per la seconda volta con la consapevolezza di non ripetere i soliti errori. Ma come detto in apertura le donne sono un mistero e non finisci mai di conoscerle ed un bel giorno ti vedi dare il ben servito perchè "tu non gli garantisci un futuro"... L'armadio si risvuota per la seconda volta e in quella parte vuota pensi seriamente di metterci la tua collezione di action figure. L'armadio e i cassetti vuoti sono una cosa molto triste, i ricordi scivolano via dentro una cassa di cartone, ti ritrovi delle chiavi sul tavolo di cucina e se sei sfortunato anche qualche elettrodomestico in meno (mi hanno portato via il microonde due volte). Ma il gioco è oramai fatto, il frigo si riempie di birre, e le serate scorrono all'insegna del film e del rutto libero. Parte la sigla sotto la doccia (di solito My everything di Barry White) e via fuori girovagando alla ricerca della preda. Forse è stato proprio quel periodo ad avermi trasformato del tutto, e quella volta riuscii davvero ad essere meno sensibile al grande mistero della donna. La vendetta era iniziata. Non cercavo la bellezza, ma cercavo tutte coloro che mi avevano rifiutato da ragazzo, perchè da bruco ero diventato una farfalla...anzi un farfallone... Tutte quelle "belline" a 14, 15, 16 anni sono diventate donne non più tanto in carne o forse troppo, ed oggi anche sole, ree di essersi negate un pò troppo quando potevano farlo. Non importava concedersi fisicamente, bastava anche un "lento" ad una festa per rallegrare lo spirito di un ragazzo. Ma loro all'epoca erano troppo impegnate a fare le oche per poter prevedere che un domani mi sarei ripreso quello che mi spettava...più gli interessi... All'alba dei miei 47 anni e con la fortuna di un aspetto ancora "giovanile" forse mi innamorerò ancora o forse no, chissà, l'universo femminile è sempre in agguato e roteante intorno a noi, ma sicuramente non cadrò più nel vortice di risolvere un equazione differenziale con un risultato incerto.

mercoledì 5 dicembre 2012

Vecchio

...diranno che sei vecchio... Così cantava Renato Zero qualche anno fa... Ma chi è realmente vecchio? Recentemente ho concluso una discussione con un amico con la frase: "sono giovani...devono imparare". In effetti l'apprendistato del giovane è una cattura continua di informazioni che servono nel bagaglio della crescita di ognuno di noi. Ma allora i vecchi sono perfetti? Non è una questione della vecchiaia legata al tempo, ma è una questione che la saggezza spesso viene portata con l'esperienza, e l'esperienza si sa, è conseguenza della vita vissuta. Ai ragazzi d'oggi manca quella che io chiamo umiltà, l'arte dell'ascolto, perchè tante sono le informazioni in loro possesso che basta digitare una parola su Google per trovarne la soluzione. Purtroppo Google non ti insegna alla valutazione di tante variabili perchè nulla è come un addizione. I risultati della vita sono frutto di variabili e non di costanti e questo la dice lunga sulla capacità di ognuno di noi di imparare dagli errori. Il fatto che io sia qui a parlare di questo argomento fa di me un vecchio? Non credo. Mi sono sempre ritenuto saggio e poco incline all'istinto e questo mi ha permesso, forse, di sopravvivere anche alle avversità della vita, che non necessariamente prevedono prove di sopravvivenza, ma prevedono un confrontarsi con gli altri in ogni campo della giornata. Eppure sono il primo a fare cose da "ragazzo" ma questo non vuole dire perdere la saggezza. Però di fronte a riunioni con persone di diverse età mi trovo sempre più spesso a lasciare parlare, a far venire fuori quell'animosità giovanile la quale non considera che la fuori c'è altro oltre al proprio pensiero, e che se oggi prevedo verde non è detto che poi debba trovare blu. A mio figlio di 9 anni dico spesso di non farsi sopraffare dal suo istinto di rispondere e di sfidare, perchè nel mondo verrai valutato per quello che farai, non per quello che dirai (politica a parte!!). A volte è con atteggiamenti più miti che si diventa veri guerrieri ma mai l'incontrario. Tornare indietro sui propri passi non è così facile come sembra perchè ciò implica di avere sbagliato. Eppure sempre più c'è la supponenza di saper fare tutto ma mai l'umiltà di fermarsi a ascoltare. Non è vecchiaia ne totale rincoglionimento, ma è solo la capacità di analizzare il mondo che ti circonda cercando di percorrere giuste strade. Tempo fa parlando con un pilota gli chiesi se avesse paura quando guida una moto da corsa. "La paura è quella sensazione che non ti fa mai perdere di vista cosa stai facendo perchè è la paura a farti andare forte e non viceversa". Mai frase fu più giusta.Il tentativo può andarti bene una, due volte ma poi finiscono i jolly e ti trovi a dover percorrere irti sentieri. Ancora una volta mi rileggo e non so se mai mi sarei immaginato di ritrovarmi così quando ero "giovane" o forse ero già così anche allora e non lo sapevo? Fatto sta che rimango sempre con lo sguardo nel vuoto quando penso a questa cosa ma non mi sento affatto vecchio. Ringrazio la vita per avermi dato la possibilità di riflettere sulle scelte che mi si sono presentate di volta in volta, e mi auguro che i miei figli possano capire quanto sia importante la riflessione prima di dire o fare qualcosa. Ma questo si sa, fa parte del bagaglio che si forma vivendo e sperimentando...  

mercoledì 14 novembre 2012

50 sfumature di repressione

Sta facendo molto "scalpore" un libro presente oramai in tutti i cassetti dei comodini delle donne dal titolo "50 sfumature di grigio". Personalmente ne avevo sentito parlare di straforo, oppure origliando qualche confidenza tra le donne, ma non me ne ero preoccupato più di tanto. Però alla fine non potevo esimermi da pormi la domanda: "ma dicchè parla?". E così mi sono letto qualche passaggio tanto da poterne fare un Bignami: il libro parla di un bell'uomo pieno di soldi, con il pallino del famolo strano, e di una donna dall'orgasmo facile pronta a sottomettersi in ogni salsa. Altro non c'è se non la descrizione letterale di come si pratica un sano cunnilingus oppure una bella penetrazione in posizioni stretching. Ma allora dov'è l'arcano? Bastava guardarsi un bel sano pornazzo, magari dell'amico Rocco, che bello non è ma fa sempre la sua porca figura. Eppure tutte le donne si sono immedesimate in questa storia, vuoi perchè leggere un libro fa più fico che guardare un hard, vuoi perchè il chip grafico del cervello ha molta più fantasia delle immagini trasmesse. Io credo che un ruolo fondamentale l'abbia invece giocata una certa repressione sessuale latente, patita da innumerevoli coppie, le quali pur di non dare sfogo ai loro più animaleschi istinti, si limitano nell'azione verso il proprio partner con "gesti" abbastanza normali facenti parte di un background approvato dalla chiesa e dai i suoi dogmi. Forse non è ben chiara una cosa, ma l'atto sessuale in se, rappresenta proprio quell'apice di intimità tra due, o più persone, dove i concetti del mondo esterno vengono messi da parte. Il nostro corpo associato alle nostre fantasie va usato nella maniera più libera possibile, scevro da ogni limite se non una preferenza specifica (a me i frustini non piacciono ad esempio). L'aggrovigliarsi e l'inzozzarsi reciprocamente fa parte di noi esseri viventi che troviamo nell'atto sessuale lo sfogo dei nostri istinti. La fantasia più spesso ricorrente nell'uomo è il sedere della donna (l'orifizio nello specifico) e/o una bella "aspirazione" del glande. La donna invece sogna di essere sbattuta come una giumenta e di essere trattata come un sgualdrina, questo solo per fare degli esempi...veri... Ma cosa è che ci impedisce di essere questo? La fortuna di uno scrittore passa attraverso la descrizione di cose che dovrebbero essere "normali"? Noi tutti abbiamo la possibilità di essere Christian Grey (soldi a parte), anzi meglio, perchè non occorrono troppi accessori per raggiungere un sano orgasmo, a  meno che non siano richiesti. Già vedo tutte le milf tornare a casa con il frustino o la manetta, autoreggente e passo panterato alla ricerca dell'erezione perduta, oppure gli uomini improvvisarsi acrobati con patetiche conseguenze tipo dolori di schiena. Non è quella la soluzione, come non lo era quella di D'Annunzio che si faceva edefecare sul petto per provare nuove sensazioni. La soluzione sta nella coerenza dei gesti. Pensate a quello che fate quando andate a "puttane" e fatelo con vostra moglie...non aspetta altro, sennò sarà lei stessa a cercare un Mr.Grey che si aggira furtivo per la città. Almeno in casa evitiamo di essere dei repressi, spupazziamoci a vicenda, godiamo dei nostri corpi... Se poi non basta c'è sempre l'esterno ma intanto iniziamo dalle mura di casa, e comunque se il nostro lui o la nostra lei sarà infedele potremmo certo dire di averci almeno provato... Se poi volete ulteriori informazioni e modalità il mio numero è 348......... ;-)

lunedì 12 novembre 2012

L'ultimo Flamenco

La gara di Valencia era iniziata Martedi 7 Novembre con l'addio alle corse di Max Biaggi. Anche se di un altra categoria, l'addio di un pilota come il Corsaro segna fortemente un punto fermo nel nostro sport avendo il romano militato in quasi tutte le categorie ed avendo scritto il suo nome nei piloti più forti di sempre. A 41 anni e con un palmares d'eccellenza, Biaggi lascia questo mondo da campione del mondo, ed in pochi hanno potuto permetterselo nella storia motociclistica e questo rende ancora più grande, se mai ce ne fosse bisogno, la sua immagine di pilota e di uomo. Valencia ha rappresentato anche l'ultimo GP per Casey Stoner che da l'addio alle corse per diverse motivazioni. Sia il Corsaro che Stoner hanno però sempre condannato la gestione delle corse da parte di Dorna rea di fare un pò a modo suo e questo si è visto molto bene in questo ultimo anno.Come per tutta questa brutta stagione, sia a livello di spettacolo che di meteo, anche Valencia ha confermato che le bizzarrie del tempo possono influire sullo spettacolo, rendendo indecifrabile l'andamento delle corse, ma facendo venir meno la prestazione assoluta. La gara. Come ho già detto, le gare in condizioni di aderenza precaria non rendono bene con moto di 240 cv in più, in condizioni da decifrare, si assiste ad una vera roulette russa. L'unico vincitore "vero" è stato Pedrosa partito dai box per rimontare tutta la (scarna) fila, complici illustri cadute ad iniziare da Lorenzo, Bradl, Crutchlow e così via. Tra tutti è emerso uno sconosciuto Nakasuga che zitto zitto è montato sulla moto di Spies ed è arrivato secondo tra le lacrime della sua squadra ai box. Terzo Stoner, partito con le rain per poi cambiarle in corso d'opera quando la lingua d'asfalto asciutta iniziava ad essere consistente. La gara non racconta altro se non quello che sappiamo già lasciando tutti in febbrile attesa per i test di martedi. Vorrei poter gioire del quinto posto di Pirro, ma non ci riesco, non per il simpatico pilota italiano, ma per la categoria brutta nella quale corre che non rende alcun merito ai piloti. Mondiale vinto dall'ottimo Lorenzo che ha fatto della costanza la sua arma vincente sfruttando al massimo anche le debacle altrui, anche se l'ultima caduta se la poteva risparmiare... 
Nella Moto2, in condizioni di quasi full wet è emerso il solito Marquez il quale, anche lui partito dalla fine dello schieramento, si è messo in testa di superare tutti e di arrivare primo, facendo ben sperare la MotoGp di aver acquisito un pilota vincente. Vedremo.
Nella Moto3 Cortese ha confermato la sua leadership del campionato perdendo solo il primo posto all'ultima curva ai danni del suo compagno di squadra Kent, vincendo comunque il mondiale con oltre 100 punti di distacco sul secondo... scusate se è poco...
Dunque tutti in attesa dei test di martedì per vedere cosa ci porterà il 2013 della MotoGp che sta passando un periodo veramente deludente sotto tutti i punti di vista e le nubi all'orizzonte non sembrano diradarsi neanche un pò... 
Grazie a tutti (pochi o tanti) che avete seguito questo piccolo blogger con la passione del motociclismo sperando di avervi descritto un pò questo mondo da una prospettiva "un pò diversa"...

venerdì 9 novembre 2012

Nel mezzo del cammin...

...della mia vita, anche se stento a credere di poter arrivare alla soglia dei 90 anni, credo di essermi davvero ritrovato in una selva oscura e di aver smarrito la retta via. Ho sempre sostenuto che le scelte fatte nel nostro cammino di crescita non siano acceso-spento, on-off, ma siano comparate alla semina ed al raccolto. Il fagiolo che ci insegnano a seminare nel cotone a scuola può essere la prima rappresentazione di quello che un pò ci aspetterà nel futuro. Personalmente tendo sempre a guardare indietro, a cercare di non ripetere gli errori del passato e a trarne motivo di riflessione per le scelte del futuro. Sono anche molto fatalista e credo nel destino e di quello che è già scritto, anche se noi non lo leggiamo. E' anche vero che noi siamo i fautori del nostro destino, del nostro futuro. La vita a volte è come una roulette, molte sono le scelte al 50%, altre sono più azzardate e man mano che aumenta il rischio aumenta anche la possibilità di vincere ma...anche di perdere. I figli giocano un ruolo fondamentale sulla crescita degli esseri umani. Nel regno animale siamo genitori fino a che il piccolo non è capace di sostenersi da solo per poi lasciare il branco per cercare nuove strade. Penso ai miei genitori, a tutti i problemi che gli ho fatto vivere con il mio stile di vita sempre un pò al limite, penso alla telefonata di quando andai in coma, al primo lancio col paracadute, al primo volo in motorino davanti agli occhi di mia madre... Alla decisione di sposarmi, di separarmi, per poi riaccompagnarmi, fino all'annuncio di essere padre... Ed è con questi occhi che oggi tento di guardare i miei figli, e molto patriarcalmente cerco di preservarli da un futuro che io non conosco. Non potrò essere sempre al loro fianco, perchè dovranno farsi le ossa loro stessi in questo mondo logorante e privo di umanità. Stamani per me è stata un alba strana, un alba amara, un alba che mi ha messo su questa tastiera per cercare di spiegare a me stesso cosa dovrei fare in futuro. Difficile porsi delle domande, com'è difficile rispondersi, ma anche questo fa parte della crescita come quel fagiolo di tanto tempo fa. Come dico sempre dovremmo ascoltare un pò più noi stessi, quel lato più cristallino e trasparente che vive dentro di noi, perennemente soffocato dal lato oscuro, quello che ci fa essere cattivi, irrazionali, collerici, istintivi. Lo potremmo fare se vivessimo da soli in cima ad un eremo o dentro una tenda berbera, ma non quando le tue scelte personali rischiano di danneggiare altre persone, sopratutto i figli. Oggi il freddo sole di inverno ha accompagnato il mio cammino verso il lavoro, ma ha anche fatto luce sui tanti dubbi avuti in questa notte appena trascorsa e sui dubbi che verranno. Pregherò il signore per darmi ancora la forza per essere come lo sono stato in questi anni, concentrato sul mio obiettivo primario che non è più me stesso, ma i miei figli, ancora ignari di tutto ma forse già grandi nel leggere gli occhi del loro padre.

domenica 28 ottobre 2012

Ciao Campione!

Nel giorno di Jorge Lorenzo campione del mondo 2012, non ci dovrebbero essere "distrazioni" se non la celebrazione del grande e forte pilota spagnolo, il primo del suo paese a bissare il successo nella classe regina. Ma dopo gli ultimi fatti relativi al futuro del nostro sport, non ultimo il rimescolamento tra MotoGp e SBK, il mio pensiero, il pensiero degli appassionati di moto (perfino Cereghini, Bobbiese e Lucchinelli lo hanno fatto!) va all'addio di Casey Stoner alle corse. Manca ancora una gara è vero, ma il non veder più il suo talento in pista che maltratta cordoli e moto sarà una grave perdita che in molti realizzeranno quando la lepre non ci sarà più. Commercialmente tutti attendono il ritorno di Rossi in Yamaha, ma quelli sono problemi per il tifo e i suoi seguaci. A noi piaceva proprio per quella sua fame insaziabile di vittoria a costo di mettere anche a rischio il campionato, Sachsering docet. Lorenzo ha vinto un campionato che non gli ha reso merito, perchè la grandezza di un pilota si vede anche da quanti avversari riesce a sconfiggere come ha fatto il suo amico Biaggi in SBK. Fuori gioco Stoner non è rimasto che l'ottimo Pedrosa a dover contrastare l'Ispanico che da buon furbo che è si è limitato a controllarlo con gare, alcune, da "braccino". Ma è giusto così, gli annali parleranno di Lorenzo campione del mondo 2012 altro non conta. La magra consolazione sarà nel vedere implodere la MotoGp vittima del suo amministratore il quale cannibalizzerà la SBK relegandola ad una categoria minore. Non so cosa possa succedere in futuro, ma la Superstock è già interessante di suo e le case non stenteranno di renderla ancora più interessante mettendo in vendita mini prototipi. Aver lasciato scappare Stoner, aver permesso di correre a ragazzi dal grande portafoglio, ha prodotto soltanto tre piloti di combattere per la vittoria lasciando il resto del gruppo diversi secondi dietro. Non sarà Dovizioso sulla Ducati (glielo auguro), ne Crutclow sulla Yamaha, ne Marquez in Honda col team di Stoner, a sbocciare l'anno prossimo. Forse si, ma è più probabile che esca il no. Guidare come quei tre davanti significa fare la differenza, tanta, troppa... Come disse Stoner in conferenza stampa a Le Mans questo è un campionato prototipi, dove tutto è portato al limite e alla fine vince il più forte, non quello che si sa districare meglio nel continuo cambio di regolamento. Il chattering c'era anche in Australia, ma è la volontà del pilota a fare la differenza. Se n'è accorto anche Rossi il quale ha mostrato al mondo, dopo due anni di Ducati, che non è un fenomeno ma "solo" un grande campione, sicuramente il più furbo di tutti. Se parli del passato la persona normale ricorderà Giacomo Agostini quello che ha vinto più titoli, ma se parli con l'appassionato sentirai nominare Hailwood, Saarinen, Sheen, Fogarty etc, nomi che sono entrati lo stesso nell'olimpo dei più grandi pur vincendo meno. Ricordando infine Simoncelli, pilota non vincente o almeno non ancora sbocciato, magari non troppo simpatico per alcuni (anche per il sottoscritto), ma fondamentale per il paddock di questi tempi, dove anche gli spagnoli, Pedrosa e Lorenzo in primis, dopo le famose divergenze, ne hanno sentito fortemente la mancanza. Ecco il vuoto che lascerà Stoner. A rimpiazzarlo sarà il fresco campione del mondo Marquez, l'unico talento degno di salire su quella moto, ma da li a prenderne il posto ce ne vorrà di tempo. Io spero che vada subito forte, perchè, citando Biaggi, i campioni li vedi da subito, anche senza fare grossi risultati. Fu così per la coppia Cecchinello-Stoner e spero che sia anche per Gabarrini-Marquez. Finirò le mie considerazioni tra due settimane dopo la gara nell'arena di Valencia e nel frattempo saluto Casey con un arrivederci e non con un addio. Ciao Campione! 

lunedì 22 ottobre 2012

S-Cortese-ie malesi

Come non iniziare dall'assegnazione del primo titolo della Moto3 al tedesco Sandro Cortese... Si lo so, suona strano, ma Sandro Cortese è tedesco, di genitori italiani, parla italiano ma è tedesco. Punto. Per il secondo anno consecutivo la Germania porta sul gradino più alto della classifica un suo pilota, come l'anno scorso fu per Bradl, e questo rompe un pò gli schemi all'egemonia spagnola nei tre campionati. Bravo Sandro dunque, che ha saputo liberarsi di una compagnia scomoda quale quel Vinales che sembrava imprendibile e che invece una serie di errori di lui e il suo team lo hanno allontanato definitivamente dalla lotta per il titolo con l'epilogo finale dell'abbandono della squadra.Ma tutto questo non annacqua la bella prova del tedesco che ha chiuso la pratica a due gare dalla fine con una condotta regolare e vittorie piazzate al punto giusto come quella di ieri. Da contraltare al nome italiano del vincitore fanno invece le prestazioni opache dei nostri portacolori, illuse dal terzo posto di Tonucci a Motegi. La pattuglia stenta a decollare e poco servono i guizzi isolati di Fenati a poter prevedere una rinascita motociclistica. Anche il nome del vincitore della Moto2 sembra italiano ma in realtà è sammarinese quindi non adottabile neanche se parla come Capirossi o Rossi. Nella piscina di Sepang sono emersi i pesci che portano il nome di De Angelis, Rea e West eterne comparse sull'asciutto, protagonisti sul bagnato, mentre i veri protagonisti si sono un pò accontentati, un pò persi e alcuni stesi. La MotoGp ha ancora brillato per una noia latente mista a scelte e decisioni discutibili quella non ultima di posticipare la partenza di due ore. Sicuramente ci saranno dei geni alla stesura dei calendari, ma mi sembra che il fattore stagione non venga neanche preso in considerazione, pensando anche al prossimo GP in terra australe dove alle porte è la primavera che porta con se una situazione meteo incerta, già messa sotto accusa svariate volte. Si parla tanto di sicurezza tanto per riempirsi la bocca ma si scordano che le moto hanno due ruote, ed anche se le gomme rain hanno un ottima performance, correre con l'acqua con poco asfalto mette a rischio l'incolumità dei piloti, i quali si lamentano ma non fanno un gran che per cercare di cambiare la situazione, a parte non scendere in pista in condizioni bagnato-asciutto. Gara dunque rivinta da Pedrosa che porta a -23 il suo distacco da Lorenzo, anche ieri secondo e mai impensierito da un sempre più "nero" Stoner che le manda a dire a destra e a manca anche se queste per lui sono le ultime due gare. Comunque il buon Casey ha iniziato già la sua battaglia molto prima che scoppiasse il caso Dorna-Infront + regolamenti ad och denunciando che così le corse non hanno più senso di esistere, e vedendo i risultati non è difficile dargli torto. Nonostante una gran serie di mugugni e mal di stomaco comunque Ezpeleta ha continuato la sua erosione nei confronti delle corse escludendo Geo Tecnology dalla gestione motori Moto2 impiantando la futura base ad Aragon nei pressi del circuito, di fatto dimostrandosi un benefattore sopratutto in termini di manodopera. Il tutto ovviamente condito con le peggio telecronache da stadio dove in un'apoteosi rossiniana siamo scesi a commentare se un noto pilota si fosse cambiato i calzini o meno... Queste sono le corse nell'anno 2012 e il peggio deve ancora venire....  

domenica 14 ottobre 2012

Immortale

Premetto che mi accingo a scrivere un post cervellotico, forse privo di senso ma non del senso privo e già questa prima riga mi fa capire che sono sulla giusta strada. Il tutto nasce nell'assistere un parente, una cara parente che potrei definire una seconda mamma, in questi giorni in preda al male oscuro che segnerà forse la fine dei suoi giorni. Già, i giorni.... ma quali sono questi giorni... Avete mai riflettuto sui giorni e gli anni che inesorabilmente scorrono nel mezzo alle nostre vite?. Io mi ricordo, quando ero un ragazzo, già mi soffermavo a riflettere sullo scorrere del tempo, che non era impresso ancora nel volto dei miei genitori o dei nonni che ho avuto la fortuna di conoscere, ma sulla gente che passava davanti a me, e le loro vite che si manifestavano davanti agli occhi di un giovane ragazzo. L'ortolano, il macellaio, la signora del piano di sotto, e quello strano signore che passava sempre fischiettando sulla sua biciletta... Un tempo che all'epoca sembrava eterno, infinito, ovattato dall'energia e dalla spensieratezza di quei giorni. Il babbo, la mamma, i nonni, la cartella della scuola, l'autobus, il primo motorino e quella voglia di andare via d'estate, magari un fine settimana in tenda. Il tempo del primo amore, il primo giorno di lavoro e ti ritrovi già grande, alla soglia dei 50, con una famiglia che ti aspetta e un agilità perduta. Vai in palestra, ti alleni, continui la tua vita come se avessi sempre quegli anni ma l'immagine alle specchio non è più la tua. Gli occhi sono i soliti, ma le rughe e il capello bianco ti fanno capire che il tempo è passato anche per te, e ti sembra quasi impossibile visto che fino a qualche giorno fa ti credevi immortale. Eppure è così... I nonni non ci sono più e tuo padre ha un bastone per sorreggersi e camminare, e tua zia è su di un letto che si lamenta... La guardi e ti ritornano in mente gli anni passati insieme, le corse, i rimproveri, i pianti, le gioie...i dolori. Un ping pong temporale che ti riporta indietro di 30, 40 anni per poi ritrovarti ad assisterla in questi che, forse, saranno i suoi ultimi attimi di vita. Quella vita che ti sembrava eterna e che oggi è giunta alla fine... Ma non hai tempo di riflettere e ti domandi perchè quegli stessi occhi, che un tempo erano bambini, oggi hanno l'età di coloro che ti seguivano quando eri ragazzo, e pensi come saranno quando su quel letto ci sarai tu... Dove andrà tutta l'energia, il pensiero, la sapienza, accumulata nell'arco di una vita. Cosa ne sarà dei ricordi? Uno dei miei desideri è sempre stato di poter creare un interfaccia alla testa di mio nonno per potergli fare il download di tutti i ricordi, lui che ha vissuto tutto il 1900 ed ha assistito a i cambiamenti che ci hanno portato fino a qui. Forse non siamo ancora pronti per capire il significato del tempo legato alla vita. Oggi siamo prigionieri di una falsa liberta che ci porta a vivere le nostre vite senza riflettere troppo sullo scorrere del tempo. Forse se lo facessimo saremmo più saggi, meno bellicosi e più costruttivi, ma questo concetto ancora non ci appartiene. Adesso il ragazzo che una volta correva spensierato sul marciapiede deve salire, ma non per fare i compiti o perchè si è fatto tardi, ma perchè ora tocca a lui prendere per mano coloro che fino a poco tempo fa lo accompagnavano a scuola e che oggi devono essere accompagnati verso la fine o l'inizio di questo viaggio chiamato vita. 

Da Motegi con furore

Ancora una volta il motociclismo si corre guardando più alla politica che alla sostanza delle gare stesse, in quanto le ultime svolte sul futuro delle corse sia prototipi che derivate di serie è passato in mano ad un "gestore" unico che segnerà un cambiamento radicale entro il 2014. Mentre dal fronte SBK abbiamo assistito alla conclusione di un campionato apertissimo conclusosi con la vittoria di Biaggi per mezzo punto su Sykes, sul fronte MotoGp c'è ben poco da dire se non assistere a gare come quelle odierne dove la noia e la Spagna la fanno da padroni. Si perchè contrariamente alle dichiarazioni false di Ezpeleta (voglio un campionato aperto a tutti), il mondiale sta diventando un CEV (Campionato Spagnolo) allargato, dove l'unica incognita in grado di inserirsi per creare ancora interesse ruota attorno alla figura di Rossi, anche oggi incolore e ultimo delle MotoGp (quelle vere). Peccato perchè la gara odierna, per noi appassionati, ha visto un bellissimo Pedrosa vincere un duello con il suo diretto avversario Lorenzo a suon di giri veloci e tutti oltre il limite record della pista. Un po poco per lo spettacolo ma abbastanza per considerare che, se ci fossero stati altri piloti in grado di impensierire Lorenzo il mondiale sarebbe ancora aperto. Si sa che con il se ed il ma non si scrivono le storie (ne gli articoli) ma questo fa rendere ancora più amara la pillola di chi sostiene ancora a spada tratta il campionato prototipi denigrando le "derivate di serie". La novità di oggi è rappresentata dal terzo posto di Bautista non lontanissimo dai primi due il quale, insieme a Crutchlow (poi ritiratosi all'ultimo giro) ci hanno offerto qualche sorpasso interessante. Per tutto il resto, Stoner a parte, è stata la solita gara con un arrivo alla spicciolata. Niente di nuovo quindi sul fronte orientale se non che la partita MotoGp vs SBK è ben lungi da chiudersi qui. Come se non bastasse anche in Moto2 la Spagna ha monopolizzato il podio con una bella rimonta di Marquez che è partito ultimo (errata partenza) ed è arrivato primo davanti a Espargarò e Rabat. Questo è un pò il quadro triste delle corse che ha visto migrare il simpatico Corti dal Team Italtrans (Moto2) alla SBK con Pedercini, al licenziamento di Pasini a favore di Rolfo sulla CRT ART, a sottolineare che oggi si corre col portafoglio e non con la manopola destra. Grande colpa la attribuirei anche alla Federazione Motociclistica Italiana che ancora "campa" sulla figura di Rossi non incentivando, sopratutto a livello italiano, l'affacciarsi di qualche pilota buono in ambito internazionale. Poco contano i risultati di Fenati nella stagione e Tonucci oggi, il fatto è che non abbiamo e non siamo riusciti a portare un ricambio che potesse sostituire i nostri portacolori.
Bravo dunque a Pedrosa che è riuscito a riportare lo svantaggio sotto i 30 (28) punti sul "ragioniere" Lorenzo, il quale a tre gare dalla fine, può anche permettersi di arrivare terzo e vincere il mondiale per un sol punto. Questa è la MotoGp odierna, un accozzaglia di sponsor (sempre meno), hospitality faraoniche, piloti con un bel portafoglio, marketing quanto basta, ma pochi piloti in pista in grado di fare la differenza. Vedremo in Malesia cosa potrà succedere di nuovo, ma il futuro come sappiamo è un ipotesi.

domenica 7 ottobre 2012

3-58 punti. 6 volte Max Biaggi!!!!

Potevo iniziare il post con mille titoli, mille frasi, ma forse la più azzecata l'ha scritta GPOne. 358 i punti di Biaggi per vincere questo mondiale. 3 il suo numero di gara, 58 il numero di gara di Simoncelli, Aligi Deganello il medesimo capotecnico. Fantasia? Realtà? A noi piace pensarla così. Per il Sic la corsa era finita per una fatalità del destino, travolto dal suo più grande amico in una terra lontana. Oggi il Sic, un anno dopo la sua scomparsa ritorna a farsi "vivo" grazie ad un altro grande pilota italiano coadiuvato dal suo stesso capotecnico. Tutto il resto è il risultato raccolto sul campo dal "vecchio" Max, che a 41 anni sonati si è permesso il lusso di vincere un mondiale per mezzo punto di distacco su di un avversario che è cresciuto con l'andare del tempo e che oggi lo ha veramente messo a dura prova, quel Sykes che non ha regalato niente al più blasonato avversario, quest'anno meno preciso del solito. Ma si sa gli annali parleranno del sesto titolo del Corsaro, il quinto in sella all'Aprilia in un anno pazzo, flagellato sopratutto dal meteo e dagli errori. Il primo a commetterli più di tutti è stato un altro rivale che si è perso nelle ultime tre gare, quel Melandri capace di portare la BMW sul gradino più alto del podio, ma di scaraventarla a terra al primo accenno di pressione, vedi Portimao. Per diventare campioni occorre andare oltre il sorpasso al campionissimo, imparandone le gesta e le strategie, cosa mancata al giovane ravennate. Strano il mondo motociclistico. Nei box a tifare Biaggi c'era il futuro campione del mondo Lorenzo, la nemesi di un italiano che "combatte" nella MotoGp. Bravo Max, sono fiero di te, anche se a Magny Course hai fatto diversi errori e hai guidato un pò col "braccino". Ti avrei preferito imperioso, almeno in una delle due manches, invece hai subito la crescita di un grande avversario che ha brillato nonostante la tua ombra. La storia parla dei vincitori, ma a volte anche dei vinti e di Sykes ce ne ricorderemo a lungo. Adesso sulla SBK si avventeranno nuove nubi, più minacciose di quelle che hanno abbrutito questo mondiale, e non si sà se porteranno una semplice pioggerella o una tempesta tropicale. Il proprietario di entrambi i mondiali dovrà fare delle scelte che non penderanno sicuramente a favore di un mondiale più povero ma sicuramente più motociclistico combattuto e vinto sul filo del mezzo punto. Comunque nell'anno dei Maya, della fine del mondo ti sei aggiudicato il titolo per la sesta volta, con la tua marca storica che ti ha lanciato in questo meraviglioso mondo. Adesso attendiamo la conferenza di Motegi del boss Ezpeleta e una tua decisione sul futuro. Ti vedrei bene sulla verdona a cercare di lottare per il titolo 2013, ma questi sono solo i sogni di un appassionato motociclista.

lunedì 1 ottobre 2012

CVD Come Volevasi Dimostrare

E' totalmente inutile prendere un Gran Premio come esempio (Misano) per capire se il motociclismo, Rossi, e tutta la banda sia in ripresa. La MotoGp stà inesorabilmente implodendo su se stessa, e procede con un inerzia spaventosa verso un ancor più nebuloso futuro. In 8 ieri sono arrivati al traguardo (ibridi esclusi) diluiti in 44 secondi. L'unico duello al quale abbiamo assistito è stato quello tra Dovizioso, Cruthclow e Spies che lottavano per il terzo posto risoltosi poi con uno sprint vinto dallo svizzero...pardon italiano. La bellissima prestazione di Pedrosa è stata messa totalmente in ombra da una gara attendista di Lorenzo che si è accontentato del secondo posto, tanto e comunque non c'era nessuno ad insidiarlo. 38 punti prima 33 ora porterebbero a ragionare chiunque (Stoner escluso) per poter portare il secondo titolo in casa. E non si può neanche accusarlo più di tanto perchè ieri battere Pedrosa era quasi impossibile. Nessun outsider in grado di frapporsi fra i due come invece è per la SBK dove nessuno penserebbe di vincere con 33 punti di vantaggio. Biaggi ne ha 30 ma mancano due manches e gli avversari sono lo stesso molto agguerriti. Ezpeleta dice che vuole il ritorno dei marchi storici, ma chi si prende la briga di spendere anche al di fuori dello sviluppo di una moto da Gran premio quando oggi la Moto Gp non è solo corsa ma anche immagine, investimenti, Hospitality da 1000 e una notte, lontana dalle tende dove usciva Freddie Spencer con Erv Kanemoto. Ancora una volta rieccheggiano le parole di Stoner a Le Mans quando denunciava che oltre ai regolamenti in continua evoluzione che non danno stabilità, ne ai piloti ne alle case per lo sviluppo, Casey si lamentava anche del fatto che non c'è più quell'interscambio tra le categorie minori, relegate nei propri box o motorhome come dei lebbrosi in un lazzareto. Ditemi voi qual'è dovrebbero essere gli spunti per commentare una gara come quella di ieri. La caduta di Hayden? Il "lungo" di Rossi? Sono proprio quelli relegati fuori dal recinto che in questo momento stanno facendo lo spettacolo delle moto. La Moto2 e la Moto3 se non altro offrono spunti nettamente più interessanti per chi segue le gare se non per la molteplicità di avversari che si susseguono, anche se poi i dominatori sono sempre Cortese e Marquez. Di certo è che oggi la SBK è molto più mondiale che la MotoGp e gli appassionati questo lo sanno. Quando i "tifosi" torneranno negli stadi forse assisteremo a decisioni diverse da parte di Dorna che in questo momento sta campando su un pilota che anche ieri è arrivato ottavo. Dice bene Max Biaggi: "...quando a un pilota a secco da due anni gli viene proposta una moto ufficiale c'è qualcosa di strano...". A Motegi forse ci sarà il rientro di Stoner, almeno, salvo kamikaze dell'ultima ora, saremo certi di vederne 3 la davanti a battersi. Per tutto il resto c'è Magny Course, l'ultimo round della Superbike per vedere chi sarà il Campione del mondo 2012...