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lunedì 14 maggio 2012

Italia - Germania

Mi sono venuti in mente una miriade di titoli per questo post, ma mi accontento di un titolo vintage e anche famoso. I tedeschi per vincere hanno avuto bisogno degli italiani, di un pilota italiano e di uno staff che si è ritrovato in mano una moto che in pochi sapevano gestire. Galbusera, Dosoli, Melandri e tutto il resto hanno vinto la loro prima gara a Donington Park, una pista amica per il ravennate e da oggi anche per lo squadrone BMW troppo a digiuno per l'investimento fatto. Melandri ha vinto una gara furba, attendista, con quel pizzico di cattiveria che gli ha permesso di avere un secondo e mezzo negli ultimi tre giri quanto basta per regolare la concorrenza che portava il nome di Haslam, Sykes, Rea e Biaggi (nell'ordine). Quasi fotocopia gara due con botto iniziale da parte di Checa il quale, tamponando Laverty, ha fatto fuori in un sol colpo SMRZ e Giugliano autore di un ottima prima manche. A quel punto bagarre totale per tutto l'arco della gara tra Sykes, Biaggi, Haslam, Melandri e Rea che si sono sorpassati a più non posso fino all'epilogo finale dell'ultima curva. Mega staccata di Melandri il quale, per ovvie leggi della fisica va largo, lasciando il posto ad Haslam che lo seguiva. Ma anche Haslam nel tentativo di resistere al compagno di squadra allarga la curva lasciando tre metri di pista a Rea, che si infila sotto il gomito di Haslam facendo sponda con la moto, gettandolo a terra e con precisione millimetrica scaraventandolo verso Melandri in un filotto degno dei migliori giocatori di carambola. Con le due BMW fuori gioco sul traguardo sfilano i restanti piloti Rea, Biaggi e Sykes. Gare entrambe al cardiopalma come confermato anche da Valentino su tweeter, belle, combattute, forse un pò al limite, ma senza sanzioni per nessuno. Dal round inglese possiamo trarre nuovi spunti su questo campionato. Salgono Melandri, Haslam e la BMW con un pacchetto veramente performante. Si conferma Sykes con la quarta pole position e due gare ingrugnite fino alla fine aspettando la prima vittoria. Si rivede Rea ma sporadicamente e mai costante fino ad oggi. Mi piacerebbe invece aprire un capitolo su Max, ma vista la classifica e la gara di ieri lo attendo in America, dove i sorpassi saranno più di fino che sulle staccate all'arrembaggio. In fondo è ancora leader della classifica, con Checa a 20 punti e forse ancora il pilota da battere in attesa della conferma della BMW. Ieri l'Aprilia non è sembrata quel missile tanto decantato dal patron di Althea anzi, Max ci ha messo molto del suo sui sali e scendi di Donington e a Salt Lake il rettilineo è più di 1 km.... Staremo a vedere dunque...
Ah, quasi dimenticavo: la SBK l'anno prossimo sembra che passi nelle mani di Mediaset la quale ha perso i diritti della MotoGp che migrerà verso SKY (io non mi abbonerò!!). Se volete vedere un resoconto della futura transazione c'è l'ottimo video di Misterhelmet che ne riassume un pò tutta la filosofia (qui

domenica 1 aprile 2012

Imola è veramente Checa

Che dire? Da dove partire? Partirei da quel ragazzo che da 5 round a questa parte ha sbancato Imola con una bella guida e una bella moto. Checa è veramente stato insostenibile anche per un arrembante Sykes con una ritrovata verdona. Due manches fotocopia dove a cambiare sono stati i piloti dal quinto posto in su, con nuovi arrivi e nuove delusioni almeno per la prima tappa europea del mondiale SBK. Dunque Carlos Checa re di Imola mai nessuno come lui. Bravo Carlos, voleva vincere e lo ha fatto nel migliore dei modi regolando un coriaceo Sykes e un ottimo Haslam terzo in entrame le manches. La Ducati in mano allo spagnolo volava nei saliscendi del circuito del Santerno e ha fatto bene lo staff dirigenziale Ducati ad essere ai box. Per la Ducati un pò "vetusta" i 6 kg in più non sono sembrati un problema contro lo strapotere delle 4 cilindri, anzi. Se Aprilia vorrà vincere il mondiale dovrà trovare qualcosa in più per un Biaggi combattivo ma non abbastanza con una moto che sembrava più un cavallo imbizzarrito. Una volta passato in testa, Checa ha dettato un ritmo impressionante per gli avversari, guidando come se fosse su un tavolo da biliardo, collezionando nelle due manches solo una sbavatura alla variante alta. Il prossimo round è su un'altra pista guidata e gli avversari dovranno fare i conti con il nuovo capo classifica che ha mangiato 24 punti in sole due manches a Biaggi che in questo round ha forse avuto più problemi del previsto. Salgono dunque Checa, Sykes, Haslam, stazionario Biaggi, da rivedere un pò il resto ad iniziare da Melandri. Vorrei fare un plauso a Zanetti per la prima manche e a Giugliano nella seconda, due ragazzi emergenti con una bella guida e da tenere d'occhio. Mi dissocio completamente nel ritenere Canepa una risorsa del nostro motociclismo se non dal lato finanziario. Decade completamente la figura "romantica" del patron del Team Althea che alla domanda (finalmente diretta) di Vignando sulle polemiche australiane (diceva che Biaggi aveva una MotoGp) ha risposto balbettando, paventando incomprensioni, non riuscendo a mettere in piedi una frase di senso compiuto. Caro Genesio, queste sono le corse, queste sono le regole che non puoi non riconoscere quando perdi ma solo quando vinci. La tua motocicletta è un gioiello di tecnologia che paga solo nella prestazione assoluta ma come vedi iper performante con un pilota ed una squadra di alto livello, come dimostrano anche le prestazioni di Giugliano. Da cartellino giallo anche Guintoli che ha fatto un errore da dilettante imprimendo i 220 cv della sua Ducati nella terra e falciando il povero Davies. Honda ancora in alto mare come il Team Suzuki un pò troppo lontano dalla prestazione dell'anno scorso di Silverstone. Un mondiale comunque con tre fuggitivi racchiusi in sei punti alla ricerca di un altro outsider da affiancare a Sykes che, a mio avviso, pagherà qualcosa da metà campionato in poi. Belle comunque entrambe le gare con tanti sorpassi anche nelle retrovie che hanno divertito un ottimo pubblico accorso per la tre giorni.
Una nota positiva è lo studio del ritorno alle ruote di 17 pollici per il prossimo anno, facendo scendere (solo dal lato estetico) le Superbike un pò di più alle moto che si vedono in vetrina per la gioia dei loro proprietari.
Appuntamento dunque all'ex università della moto Assen, divenuta ora un liceo per la gioia di non si sa chi.

lunedì 28 marzo 2011

Il Corsaro Nero


Difficile non parlare del secondo round del mondiale superbike a Donington Park, tanti sono gli argomenti che lo hanno caratterizzato. Certo è stato un fine settimana che ha confermato un grande campione e un grande mezzo, Checa - Ducati, il ritorno alla vittoria di un pilota navigato, Marco Melandri, e una debacle più morale che di classifica del campione del mondo Max Biaggi. Ma come sempre i fatti non vanno analizzati con gli ardori giornalistici in cerca di scoop e gossip, rimarcando episodi che sanno un po’ di aria fritta, bensì cercando di capire nell’arco di tre giorni l’andamento delle cose e la loro attenta analisi. Casualmente Biaggi è incappato in tre incomprensioni con tre piloti diversi Haga, Fabrizio, Melandri. Ma mentre con i primi due ci sono stati subito chiarimenti sull’accaduto, con Melandri il discorso si è protratto fino ai box dove in un faccia a faccia sembra che Biaggi abbia “schiaffeggiato” il ravennate reo di non aver accettato sportivamente le scuse del romano. Ebbene sembra che le percosse in questione alla fine siano state altro che due “buffetti” sulla guancia come a volte fa il prete la domenica per redarguire il ragazzo o il bambino colpevole della marachella di turno. Ma il fatto non ha convinto gli speaker che hanno voluto paragonare il gesto ad una clamorosa caduta di stile da parte di Max alimentando un episodio che poteva finire li. Dalla rilevanza data ai fatti sembra che con quest’episodio si sia voluto gettare un ponte tra la superbike e la motogp pensando anche ai due protagonisti non potendo in futuro vedere duellare Biaggi con Rossi. E allora se accuse devono essere accuse siano nel ricordare come anche un altro grande campione, Rossi appunto, icona del motociclismo mondiale, prese a “botte” Biaggi, come confermato anche dalle sue dichiarazioni nell’immediato con Capirossi nella scala che li portava sul podio “ho fatto a botte con Biaggi” (ripescatevele negli archivi). Chi vi scrive non è mai stato un tifoso di Biaggi anzi, forse più un detrattore, ma è col tempo che poi si leggono certi atteggiamenti e certe dichiarazioni. Ma forse la crisi della Superbike si inizia anche dall’alimentare questi episodi da bar, dove con dei pretesti “infantili” si cercano di mettere gli uomini contro per tirare su qualche spettatore in più e colmare l’assurdità della differita di Gara 1. Un vero peccato, tanto più che i protagonisti hanno poi dimostrato sul campo il loro valore nel bene e nel male, come l’ottima vittoria di Melandri (la prima in serie B, Capirossi docet), la conferma di Checa (e della Ducati), l’ottimo acquisto di BMW (Haslam), la ricomparsa del Kawa li davanti, SMRZ che non è caduto, ed infine le dichiarazioni di Biaggi che ha chiesto scusa al team per la prova incolore della prima manche e la squalifica nella seconda. Lo so che si sta andando in una direzione strana del motociclismo, con il 2012 che vedrà (oltre alla fine del mondo) la nascita degli ibridi, ma almeno per quest’anno in superbike lasciamo stare le crisi uterine e parliamo di motociclette e di piloti…

lunedì 28 febbraio 2011

Vittoria acCHECAnte!


Inizio col botto Ducati, questa volta in senso positivo (pensando a Salt Lake City), per il mondiale superbike nella terra australe, dove ha visto solo un unico protagonista dominare la scena: Carlos Checa, un non più giovane pilota che ha stracciato la concorrenza con due manches da incorniciare regalando la prima vittoria alla non “ufficiale” Ducati. Le promesse fatte dal DS Ducati, in merito al solo ritiro della squadra ma non all’impegno nella superbike, sembrano rispettate, infatti Checa oltre ad un ottima guida disponeva di un mezzo veramente performante in grado di danzare agevolmente sul tracciato australiano, anche se Bevilacqua (proprietario del team) dice di avere solo le sospensioni differenti dagli altri Ducati. Vedremo… Bene anche il fresco campione del mondo Biaggi, in un circuito storicamente ostico all’Aprilia, che ha portato a casa due preziosi secondi posti, con una cavalcata solitaria in gara uno, e con un bel duello tutto italiano in gara 2 con il “rookie” Melandri ancora alle prese con la spalla dolorante…Il ravennate infatti ha dimostrato di saper condurre la sua R1 fino alla fine dall’alto della sua esperienza, e se nella prima frazione ha perso il podio per pochi decimi, nella seconda ha gestito il bene il duello con Max, seguendolo, punzecchiandolo e sicuramente “imparando” la gestione della moto per portarla fino a fine gara. Ottimo anche Haslam, pilota coriaceo e grintoso, che ha portato sul terzo gradino del podio una BMW ancora da assettare ma con grandi potenzialità. Bene Fabrizio sempre nella top ten, quasi bene un altalenante Rea fino al resto del gruppo con piacevoli new entry (Laverty) e spiacevoli conferme (Toseland).

Di superbike in questi giorni ha parlato molto Batta, il team manager della Suzuki, uno che la sa lunga sulle corse, e che a mio modesto parere, ha fatto un quadro della situazione lucido, sia nell’intervista a GPOne (qui) sia ai microfoni di La7, sottolineando il momento difficile del nostro sport sempre più privo di un identità precisa com’era nel passato, ma soprattutto sempre più privo di denari per il sostegno alle squadre, in cerca perennemente di sponsor (Althea ha dichiarato una spesa di 2 milioni d’euro a stagione). L’ho già detto in passato e lo ribadisco oggi: la stupida “guerra” tra Infront e Dorna non porterà a nulla di buono al motociclismo. E’ vero c’è il mercato asiatico in espansione e alla fine conteranno le vendite di tutto l’indotto che circola intorno alle due ruote, ma c’è da capire realmente quale sarà il confine tra sport vero, per come siamo abituati noi motociclisti a conoscerlo, oppure puro marketing, creando ibridi come lo è già la Moto2, la Superbike stessa, e la futura MotoGp.

Di rilievo la vittoria di Scassa in Supersport, in volata con altri tre piloti, dopo una bella battaglia che ha riportato anche la Kawasaki ai vertici della categoria.

lunedì 27 settembre 2010

Made in Italy!!!


Mi sono veramente goduto la gara di Superbike ad Imola!! In primis per il ritorno alla vittoria di un pilota molto discusso in passato (io ero tra i suoi detrattori), ma che, in fatto di guida, è sempre stato un esempio. Da quando è arrivato in Superbike, Biaggi ha dimostrato di essere cambiato, più uomo, più frizzante anche nelle battute, che celano sempre la verità, ma nel passato sempre dette a malo modo e con tempi sbagliati. Non fu forse vero quando disse che la Yamaha doveva investire e cambiare strategie? E così di Honda? Sbagliò perchè poi arricciò il naso come un bambino e non fece come Rossi che già aveva un altro carisma ed altri risultati da portare in dote. Il suo ritorno alle corse con le derivate di serie fece però capire l'importanza di Max Biaggi nel mondo delle due ruote, e subito ci fu una risposta mediatica da parte del pubblico che aumentò davanti al video e negli autodromi. Il resto è storia recente. Ducati gli chiuse la porta in malo modo, secondo me, poi il folle progetto di tornare a correre con la squadra 3 volte campione del mondo in 250. Una famiglia come la definisce lui, che lo ha portato sul tetto del mondo a 39 anni, e di smettere di correre non ne ha proprio voglia. Una vittoria veramente Made in Italy con un pilota che prende un quarto di ingaggio di un altro italiano che andrà su di una moto italiana (al 49%) e che se vorrà vincere questa volta sarà il secondo e non il primo a farlo. Moto italiana e sponsor italiano (Alitalia) che ha ricevuto una ventata di positività dopo tutte le vicissitudini societarie, e per questo un altro plauso in più a questa fantastica stagione. La maglietta riassume un pò tutto il Biaggi pensiero ma questa volta con tempi e modi giusti, strizzando l'occhio anche a Enzo Ferrari che affermava che un figlio paga un secondo al giro... Da Max a Max un bell'abbraccio virtuale e un...continua così!!!
Imola ha riservato anche altri spunti interessanti ad iniziare dal rivale di Biaggi, quel Leon Haslam, leone veramente di nome e di fatto, che ha fatto un prima manche come andava fatta, in attacco, sgomitando, spalancando il gas più degli altri, fino al sorpasso impossibile a Carlos Checa alla Rivazza. Un guerriero mai domo ed anche un signore nei modi nonostante la giovane età. Forse è anche per il suo avversario che Max nella seconda manche ha fatto il diavolo a quattro e non gli ha lasciato niente, fin quando il motore della sua Suzuki è esploso alla Villeneuve consegnado di fatto il titolo nella mani del romano. L'anno prossimo sarà in BMW e se tanto mi da tanto... Lascierà una squadra di un vero signore del paddock, quel Francesco Batta che è corso subito a congratularsi con Aprilia dopo l'uscita di scena del suo pilota e il motociclismo ha bisogno di queste figure.
Ho goduto per aver rivisto davanti il mio marchio preferito, la Kawasaki, guidata da un coriaceo Skyes (i suoi traversi alla Piratella erano pari a quelli di Cluthclow a Silverstone), impossibile da sorpassare anche per un fulmine come l'Aprilia a dimostrazione che la verdona è sempre la più "moto" di tutte.
Ho goduto perchè nonostante la Ducati si lamenti del regolamento, nella prima manche tre rosse sono salite sul podio, segno che tanto male non vanno e segno che l'operazione Rossi ha inciso nel budget molto di più di quello che ci vogliono far credere. Bravo quindi a Carlos Checa, anche lui non più giovanissimo, che ha guidato come un orologio svizzero aggiudicandosi entrambe le gare regolando un redivivo Lorenzo Lanzi e forse un risvegliato Haga in odore di passare anche lui con l'Aprilia.
Un ultima analisi sul pubblico di Imola. Contrariamente al berciume visto a Misano in occasione della MotoGp con i fischi a Lorenzo, nonostante l'euforia del titolo conquistato da Max Biaggi, mi è sembrato che il popolo della Superbike, peraltro molto numeroso (70.000 presnze circa), si sia rivelato più ricco di appassionati che di tifosi e questo dovrebbe consigliare gli organizzatori a non far morire questa classe ne accettare ricatti dalla Dorna, perchè un conto è parlare di prototipi un conto di derivate dalla serie (anche se ultimamente di derivato hanno ben poco).

domenica 1 agosto 2010

Essere o non essere....


Nella patria del grande scrittore inglese Max Biaggi ha deciso di correre due manches di conserva, accontentandosi di piazzamenti che alla fine lo mandano in ferie con 60 punti di distacco sul secondo e che non sono pochi. Un grande plauso va a tutta la pattuglia inglese che si è aggiudicata buona parte delle posizioni di testa con l'unica intrusione dei due italiani Biaggi appunto e Fabrizio ritiratosi nella seconda manches per un guasto tecnico. La vittoria è andata entrambe le volte ad uno strepitoso Cal Crutchlow in sella a quella moto che ha visto trionfare l'anno scorso Spies e che da un po' di tempo mancava sul gradino più alto del podio. Johnny Rea secondo in entrambe le gare nulla ha potuto contro la furia del fantino della Yamaha autore di giri veloci e di derapate da urlo, esaltate anche dalla telecronaca incisiva del buon Sanchini che le ha definite erotiche, trovando pienamente d'accordo lo scrivente. Un mese di ferie e poi si torna in Germania in quel di del Nurburgring circuito nuovo tutto da scoprire, dove affronteremo l'ultima parte del campionato per un totale di 150 punti da spartire tra Biaggi, Haslam ed un più lontano, ma sempre in corsa, Rea. La gara di Silverstone è stata anticipata anche da una signorile dichiarazione del patron della Dorna, Carmelo Ezpeleta, che ha appellato la Superbike come una categoria minore, riferendosi in particolar modo al numero degli spettatori stabiliti ad ogni gara, non considerando il fatto che mediamente le gare della categoria delle derivate dalla serie hanno molti più partenti e molti più duelli rispetto a quella chelui definisce classe regina. Vorrei ricordare al signor Ezpeleta che il travaso annuo di piloti che passa tra le categorie è sempre molto marcato e che quindi tanto categoria minore non la considererei. Gli consiglierei invece di portare più rispetto anche al lavoro dei fratelli Flamini che portano avanti da anni un campionato bello e spettacolare non minore rispetto alla MotoGp ma diverso, con la formula delle due manches che ci permette di godere di due gare ad altissimo livello. Per me anche la domenica del moto mondiale è bella perché inizio dalla 125 per arrivare alla MotoGp, ma ultimamente mi sta molto deludendo perché i nomi dei vincitori si contano sempre con 4 dita.

Oggi sono stato anche al Mugello in una domenica dedicata a svariati trofei mono marca e per l'occasione mi sono rivisto con tanti amici e piloti, diversi dei quali ho tenuto anche a battesimo. Paddock un po' vuoto e poco pubblico hanno fatto da contorno ad uno sport che ha livello nazionale non trova più eredi di Biaggi e di Rossi, viziato anche da trofei mal gestiti dove invece di far regnare l'incertezza del risultato finale, si tende sempre ad avvantaggiare questo o quel pilota a discapito della crescita di altri. Così è stato anche per la Hornet Cup dove il vincitore, quello Zerbo già squalificato per irregolarità tecniche nella gara di Misano, si è ripresentato sulla griglia di partenza con una moto che poteva benissimo vantare un motore da super sport, tanto è che alla fine del primo giro, una volta preso il comando, in mezzo giro ha rifilato oltre un secondo alla pattuglia degli inseguitori girando nei tempi della pole position. A questo punto mi verrebbe da chiedere a Carlo Florenzano che tanto pontifica ai microfoni di Fuori Giri, dove sta veramente il confine tra marketing puro o l'intento di allevare nuove leve per poi farle debuttare in campionati maggiori, perché non vedo all'orizzonte un impegno concreto come lo è invece per i piloti spagnoli gestiti diversamente da una federazione che vede più lontano. Affrontare una stagione anche da mono marca è molto dispendioso, e vedersi beffare da favoritismi e regolamenti non rispettati è ancora più frustrante. Potete scommettere che il prossimo asso del motociclismo italiano sarà un ancora sconosciuto Marini e sicuramente non solo per meriti sportivi. In attesa di BRNO e del fatidico passaggio di Rossi sulla Ducati, non mi resta che augurarvi un buon inizio di Agosto a tutti voi, appassionati di motociclismo e di sane derapate (in pista!) come quello che oggi ci ha regalato Cal Crutchlow.

lunedì 29 marzo 2010

L'età è solo un numero: Bravo Max!!!!


Con le parole di Marino Laghi, il preparatore atletico di Max Biaggi, si è concluso il secondo GP di Superbike a Portimao, in Portogallo. L'età è veramente solo un numero quando trovi nuovi stimoli per guidare al meglio una moto da corsa e Max ieri lo ha fatto alla sua maniera, duellando e vincendo. Non sono mai stato un tifoso di Biaggi, troppe le sue "bischerate" che gli hanno negato, forse, un più fulgida carriera. Ma sono un motociclista e, nel mio piccolo, guido anche io moto da corsa, e questo non si deve mescolare con il tifo becero e ignorante. Biaggi è un campione e un esempio da seguire quando è in sella ad una moto e questo, simpatico o no, è innegabile. Ieri a Portimao ha tirato fuori dal cilindro due manches spettacolari grazie al suo compagno di avventura, il giovane Haslam, che sta maturando, ma che ieri, di fronte al Corsaro, nulla ha potuto se non imparare a guidare. E' inutile che il suo capotecnico Guidotti dica che l'Aprilia va più forte e che Haslam guida meglio, perchè se così fosse, nel toboga portoghese avrebbe dovuto vincere. Invece Max è stato chirurgico e solo qualche sbavatura ha dato l'illusione al pilota inglese, spinto dalla sua prosperosa fidanzata, di poter vincere. Anche senza la lepre Spies, la pattuglia della SBK rimane sempre agguerrita e l'abbattimento del record di Portimao da parte del rookie Clutchclow, dimostra che la manopola del gas la girano sempre. Anche la BMW sta crescendo con la vittoria di Baldovini nella super stock e con una buona prestazione di Corser in entrambe le gare. Un pò in ombra il team Ducati ufficiale che brilla grazie al Team Altea con un redivio Carlos Checa due volte quarto con un sensibile gap tecnico rispetto alle quattro cilindri.
La settimana prossima inizia anche il motomondiale e auguriamoci, a dispetto del numero dei partenti, di poter avere almeno 4 o 5 piloti li davanti a rendere le gare motociclistiche come sempre emozionanti. Per tutto il resto che vinca il migliore perchè è un pò questo lo spirito del nostro sport, dove non ci sono moviole ne arbitri, ma solo ragazzi con un gran cuore e un gran coraggio e tanta voglia di divertirsi.

domenica 26 aprile 2009

Motegi Vs Assen

Ancora una domenica di corse in contemporanea tra Motomondiale e Superbike ed ancora una volta vince ai punti il mondiale delle derivate di serie.
Due gare veramente entusiasmanti si sono svolte in quella che una volta veniva definita l'università delle moto, e che ora è stata "rovinata" nel nome della sicurezza. Sicurezza che è venuta meno quando, nella seconda manche, la moto di Spies è andata a finire contro le reti. Comunque gara 1 veramente da cardiopalma, con un Ben Spies che ha rifatto il diavolo a 4 nonostante fosse la sua prima volta ad Assen. Partiti subito forte, Spies ha preso la testa su Haga, Neukirkner, Haslam, mentre dietro il gruppo lottava con un Biaggi in bella rimonta. Perso il tedesco con una caduta nella esse prima del rettilineo (la moto ha veramente sfiorato gli avversari!!!) la gara si è incentrata sul corpo a corpo tra la Ducati la Yamaha e la Honda che, a parte quest'ultima, hanno guidato la gara alternandosi. Poi a due giri dalla fine Spies, che era rimasto in ombra per 6 giri circa, ha fatto un sorpasso da antologia sul povero Haslam, che si è visto infilare in maniera magistrale dalla nuova stella del motociclismo made in USA, in un sorpasso durato tre curve!. Non contento Spies è rivenuto in maniera furibonda anche sul giapponese, che tutto si aspettava tranne che un sorpasso all'interno a tre curve dalla fine, che lo ha letteralmente lasciato senza parole anche alla fine nelle interviste. Peccato per Max che ancora una volta è stato "attardato" da Fabrizio, che col missile che si ritrova, potrebbe fare molto meglio invece di reggere metà gara e sparire nel finale.
Gara 2 è stata più monotona dopo l'uscita di scena al secondo giro di Spies, intento a contenere gli attacchi da Haga, che sicuramente ha subito l'americano nella prima manche. Ottima la riconferma in seconda posizione di Haslam, e lo splendiso risultato di SMRZ con una Ducati di un team privato che ha messo in ginocchio ancora una volta Fabrizio, quarto alla fine. Assen ci ha regalato una nuova stella, che non ha bisogno di conferme, ma che ci ha fatto stare incollati al divano con dei sorpassi da mani sudate, e che alla fine si è dimostrato anche un ragazzo modesto, testa bassa e lavoro duro.
Da segnalare una nota molto positiva per Mauro Sanchini, il nuovo telecronista della Superbike che ha sempre fatto interventi da ex pilota, rimarcando con lucidità ogni episodio in gara, dando allo spettatore più inesperto nuove chiavi di lettura. Bravo!!!
Contrariamente alla solita "noia" anche il motomondiale ha offerto una gara interessante perchè tutti i piloti sono partiti con l'incognita set-up, in quanto fino a poco prima della partenza della gara, la pista era ancora umidiccia. Infatti la 125 ha avuto il compito di "asciugare" la pista con mezzi piloti che hanno scelto di partire con le rain ed il resto slik e intagliate. Ha avuto ragione ancora una volta l'ottimo Iannone che ha fatto valere un inteligenza tattica notevole, raggiungendo la testa della corsa a 5 giri dalla fine e vincendo sull'ottimo Simon. Da considerare anche l'aspetto "romantico" della vicenda perchè ricordiamo che Andrea è abruzzese, quindi un pizzico di morale a tutto l'abruzzo e i suoi coriacei abitanti.
La 250 è partita asciutta, anche se un rigagnolo d'acqua all'entrata del sottopasso rompeva parecchio ed ha fatto diverse vittime. Era la prima gara per il nostro Supersic che ha subito preso la testa con un buon margine su di un gruppetto che si alternava per la seconda posizione, capitanata dall'ottimo Aoyama. Tutti preoccupati per la tenuta del polso operato, la sorpresa è venuta fuori dalla rottura del cerchio anteriore dell'Aprilia, che ha messo fuori gioco la gara solitaria di Simoncelli, anche se Bautista stava rinvenedo a gran carriera. Infatti alla fine il pilota iberico ha avuto la meglio sul giapponese e sull'ottimo Pasini, che una volta scrollati di dosso gli avversari, ha pensato bene di mantenere la terza posizione iniziando a capitalizzare punti preziosi.
Come ho già detto, la MotoGp è partita con l'incognita set-up il che ha dato una chiave di lettura che potrebbe essere sfruttata per il futuro, perchè, anche se non ci sono stati duelli, la gara è stata vissuta su di una serie di schermaglie cronometriche niente male. Rossi è partito subito forte, lasciando forse prevedere una rivincita su Stoner rispetto alla gara del Qatar. E così mentre l'australiano si trovava a combattere nei pressi della 6 e 7 posizione, davanti Lorenzo e Pedrosa hanno inanellato giri su giri e sono andati a riprendere il dottore, che non sembrava così irresistibile. Infatti dopo una serie di schermaglie Jorge ha preso la testa della corsa e non l'ha più mollata lasciando a Pedrosa e Rossi di giocarsi il secondo gradino del podio. Della partita sembrava essere anche Dovizioso che ha retto fino a 5 giri dalla fine, quando è stato raggiunto da un furibondo Stoner che se non avesse perso quei primi 8 giri, sarebbe stato sicuramente della partita. Quindi nell'ordine Lorenzo (che guida anche il mondiale), Rossi , Pedrosa e Stoner e da segnalare per la seconda volta consecutiva (l'avevo già detto in Qatar) l'ottimo 6 posto di Melandri con una moto non stellare ma veramente efficace.