mercoledì 30 marzo 2011

Willy Signore e vengo da un motore (1995 – 29 Marzo 2011)

Non so quanti di voi abbiano avuto la fortuna di avere in casa un amico a 4 zampe. Era una sera del 1995 della quale non ricordo il mese ma solo il giorno della settimana, sabato, quando ad un tratto, nella via Trento, udii un miagolio che proveniva da dentro il cofano di un auto. Tentai di chinarmi per vedere sotto il motore, ma il curioso gatto, poco più che cucciolo, si era incastrato sotto il cofano e non ne voleva sapere di scendere. Casualmente l’auto era aperta e così alzai il cofano per liberare questo piccolo felino cittadino. Piccolo, brutto, puzzolente e sporco, come se avesse fatto lui il cambio d’olio all’auto e anche denutrito, decisi di portarlo in casa per poi consegnarlo al gattile il lunedì mattina, anche perché nella mia piccola casa c’era già un gatto che reclamava la mia attenzione. Da quella sera quel brutto gattino è sempre rimasto con me, diventando Willy, un bellissimo gatto che poi ha accompagnato la mia vita per 16 lunghi anni. Si perché contrariamente alle persone, gli “animali” (odio questa parola) vivono sempre con te e soprattutto non chiedono nulla in cambio, solo quel sano affetto che dovrebbe caratterizzare anche noi “umani”… 16 anni con un altro essere vivente sono veramente tanti ed io li ho vissuti in pieno, e la mia tristezza di questi giorni è per la perdita di un amico al quale ho sempre raccontato tutto ed il quale mi ha insegnato tante cose della vita, anche come si affronta la morte, in maniera dignitosa, senza troppi lamenti, ma solamente perché è un passaggio, l’ultimo della vita terrena.

Willy, il gatto con una persona dentro, era questo e molto altro, e solo chi conosce l’immensa filosofia felina può capirlo… Grazie amico mio per tutti questi anni insieme, grazie per avermi accettato nel tuo mondo e grazie per aver accettato il mio…

A tutti voi lascio questa antica leggenda pellirosse del Ponte dell’Arcobaleno affinchè rechi sollievo alle persone che hanno perso il proprio amico… come me

http://www.micimiao.it/Arcobaleno.htm

lunedì 28 marzo 2011

Giletti come Gilette

Ebbene si, per la seconda volta il modesto Massimo Giletti ha posto in trasmissione fatti e argomentazioni degni di una persona libera nel dire le cose giuste al momento giusto. Lo aveva fatto una prima volta, bacchettando Luca & Paolo per quella uscita infelice la prima sera del festival Sanremese e lo ha rifatto ieri, in un dibattito un pò più serio del festival della canzone italiana ovvero mentre si parlava di clandestini. Il buon Giletti ieri si è riscattato di anni di torpore televisivo, con quella perenne faccia da 6+, quella dose eccessiva di fondo tinta e quelle espressioni che hanno sempre saputo di poco. Ieri Giletti ha fatto il Ministro degli Esteri bacchettando senza troppi giri di parole un diplomatico di Malta, il quale non ha voluto dare troppe spiegazioni sul perchè a Malta non sbarcano i clandestini. E sull'incalzare dell'inciso di Giletti che insisteva che a Malta sparano, il diplomatico si è inceppato più volte fino a che il presentatore non lo ha tagliato definitivamente fuori. Non solo. Ha preso l'esponente del PD che come sempre vigliaccamente si sciacquava la bocca con gli extracomunitari e gli ha messo sotto il naso che Zapatero (di "sinistra") agisce nello stesso modo senza troppi giri di parole. In Italia siamo arrivati a questo? Siamo "ostaggi" di persone non politicanti che praticano meglio la politica dei politici? L'atteggiamento di Giletti è stato l'atteggiamento che gli italiani si aspettano dai politici eletti, ora come non mai, sopratutto in merito alla questione degli sbarchi. E' andato oltre la Lega, oltre Frattini, oltre il PD e i suoi esponenti, oltre l'azione del soporifero governo. Nell'unita di Italia ha fatto l'italiano che si è rotto di fare da zerbino al resto dell'europa. Il nostro caro governo del "ce l'ho duro" o del "mi consenta" è l'ora che si svegli perchè mi sembra che anche a Lampedusa siano italiani. E' l'ora che chi sbava dietro le veline (tutti!!!!) si dia un pò da fare perchè non c'è solo la Libia in rivolta e le cose non possono altro che peggiorare. Se poi ci sono persone volenterose che vogliono accogliere i profughi, PD, umanisti, vescovi, è l'ora di aprire le vostre ville e le vostre chiese, i vostri chiostri e siate accoglienti.... se vi riesce....
Per tutto il resto noi siamo come loro... Siamo su un barcone in mezzo al mare e non abbiamo neanche degli scafisti che ci conducono alla meta... perchè per il momento la meta non esiste. Per adesso siamo la metà degli altri, ma quanto potrà durare ancora?

Il Corsaro Nero


Difficile non parlare del secondo round del mondiale superbike a Donington Park, tanti sono gli argomenti che lo hanno caratterizzato. Certo è stato un fine settimana che ha confermato un grande campione e un grande mezzo, Checa - Ducati, il ritorno alla vittoria di un pilota navigato, Marco Melandri, e una debacle più morale che di classifica del campione del mondo Max Biaggi. Ma come sempre i fatti non vanno analizzati con gli ardori giornalistici in cerca di scoop e gossip, rimarcando episodi che sanno un po’ di aria fritta, bensì cercando di capire nell’arco di tre giorni l’andamento delle cose e la loro attenta analisi. Casualmente Biaggi è incappato in tre incomprensioni con tre piloti diversi Haga, Fabrizio, Melandri. Ma mentre con i primi due ci sono stati subito chiarimenti sull’accaduto, con Melandri il discorso si è protratto fino ai box dove in un faccia a faccia sembra che Biaggi abbia “schiaffeggiato” il ravennate reo di non aver accettato sportivamente le scuse del romano. Ebbene sembra che le percosse in questione alla fine siano state altro che due “buffetti” sulla guancia come a volte fa il prete la domenica per redarguire il ragazzo o il bambino colpevole della marachella di turno. Ma il fatto non ha convinto gli speaker che hanno voluto paragonare il gesto ad una clamorosa caduta di stile da parte di Max alimentando un episodio che poteva finire li. Dalla rilevanza data ai fatti sembra che con quest’episodio si sia voluto gettare un ponte tra la superbike e la motogp pensando anche ai due protagonisti non potendo in futuro vedere duellare Biaggi con Rossi. E allora se accuse devono essere accuse siano nel ricordare come anche un altro grande campione, Rossi appunto, icona del motociclismo mondiale, prese a “botte” Biaggi, come confermato anche dalle sue dichiarazioni nell’immediato con Capirossi nella scala che li portava sul podio “ho fatto a botte con Biaggi” (ripescatevele negli archivi). Chi vi scrive non è mai stato un tifoso di Biaggi anzi, forse più un detrattore, ma è col tempo che poi si leggono certi atteggiamenti e certe dichiarazioni. Ma forse la crisi della Superbike si inizia anche dall’alimentare questi episodi da bar, dove con dei pretesti “infantili” si cercano di mettere gli uomini contro per tirare su qualche spettatore in più e colmare l’assurdità della differita di Gara 1. Un vero peccato, tanto più che i protagonisti hanno poi dimostrato sul campo il loro valore nel bene e nel male, come l’ottima vittoria di Melandri (la prima in serie B, Capirossi docet), la conferma di Checa (e della Ducati), l’ottimo acquisto di BMW (Haslam), la ricomparsa del Kawa li davanti, SMRZ che non è caduto, ed infine le dichiarazioni di Biaggi che ha chiesto scusa al team per la prova incolore della prima manche e la squalifica nella seconda. Lo so che si sta andando in una direzione strana del motociclismo, con il 2012 che vedrà (oltre alla fine del mondo) la nascita degli ibridi, ma almeno per quest’anno in superbike lasciamo stare le crisi uterine e parliamo di motociclette e di piloti…

lunedì 21 marzo 2011

Stoner d'Arabia


Ho aspettato a scrivere questo post, perché non ho mai creduto ai test invernali. I piloti sono gente strana, soprattutto quelli più furbi, e meno male che ancora ci sono! Per chi proviene dalle corse ama i piloti sanguigni, quelli che non si risparmiano, quelli che vanno al limite. Gilles Villeneuve ne è un fulgido esempio, con in tasca solo qualche vittoria, ma ancora nei cuori di molti… Il 27 gira ancora per le piste, ma su due ruote e porta il nome di Casey Stoner, un ragazzo australiano fino al 2007 conosciuto da pochi, per poi passare alla cronaca come il primo bastonatore dell’invincibile Rossi. I destini dei due si sono poi incrociati più volte, quando il pilota furbo Rossi, con una manovra oltre il regolamento, scalfì la resistenza granitica del coriaceo Stoner nel sorpasso a Laguna Seca nel 2008 per poi arrivare di nuovo ad un confronto (non diretto) a fine campionato 2010 quando Rossi è passato alla Ducati e Stoner alla Honda. Un secondo e mezzo nel giorno degli “assaggi” sembrava un po’ troppo, ma è tipico di Stoner dare gas, tanto gas, forse anche troppo, tanto che più volte ha assaggiato l’asfalto. La schermaglia tra i due è poi continuata durante i test invernali, dove l’australiano non ha mai mollato la presa, mentre l’invincibile si trovava alle prese con una moto strana, forse la moto più da piloti che ci sia. Prima gara e la storia si ripete: primo Stoner, nono Rossi. Ma ancora non ci credevo, perche Valentino oltre ad essere bravo è anche furbo. Pronti attenti via, Rossi incredibilmente secondo alla prima curva, sesto alla seconda… La verità è realmente venuta a galla, la pista ha finalmente parlato. E’ soltanto una gara, la prima di un lungo percorso, e da motociclista “vero” mi auguro di ritrovare Rossi ancora davanti a lottare, come lo conosciamo noi, o almeno per come ci ha fatto credere di essere fino ad ora. Si perché poi il dubbio ti viene: Rossi non è montato su un camion come quando passò alla Yamaha. E’ montato su una moto vincente, quella stessa moto tanto osannata dai tifosi (non motociclisti) di Valentino quando le prese di santa ragione nel 2007. La gara di ieri in Qatar ci ha restituito un motociclismo più vero, ed è stata una delle gare più belle degli ultimi tempi. Stoner, gestito da Suppo come nel 2007, ha confermato le parole di Capirossi di due anni fa (ve le ricordate?): “Stoner è uno che va coccolato” .... Andato via Suppo dalla Ducati, Stoner si è perso, perché non doveva solo guidare la moto, ma doveva capire ogni volta perché la modificavano per farla guidare anche agli altri. Tutto il resto è storia recente…

Nella gara di ieri a mio avviso, non ha vinto solo Stoner, ma una bella medaglia se la merita anche l’ispanico Lorenzo che, con una moto prestazionalmente inferiore, ha piegato la resistenza di un coriaceo Pedrosa e della sua super Honda. Lorenzo ci ha fatto vedere che il titolo 2010 non è venuto per caso ed anche quest’anno sarà lui il pilota da battere. Pedrosa poi nel parco chiuso, con le lacrime agli occhi, ci ha detto che con una moto vincente ed una spalla menomata si può arrivare al podio, senza fare troppa pretattica… Il motociclismo è anche questo. A volte non hai solo avversari in pista, ma anche dentro di te…Bene anche gli altri due italiani Dovizioso quarto e Simoncelli quinto, mai rammentati nel dopogara dai soliti noti, troppo impegnati ad esaltare il settimo posto di Rossi, e ammettendo (con le lacrime agli occhi) che Stoner da qualche anno è il pilota più veloce…

Ovviamente tutti sono da verifica ma come inizio mi è piaciuto molto. Che il campionato del mondo abbia inizio dunque e come sempre che vinca il più forte.

P.S. Non so a voi ma a me Stoner sulla Ducati mi è mancato una cifra!!

venerdì 18 marzo 2011

Energia questa sconosciuta

Dopo il terremoto in Giappone parte del mondo si sta chiedendo quali misure e quali soluzioni si possono attuare a fronte di catastrofi naturali che interessino siti di importanza strategica quali sono le centrali nucleari e il loro apporto alla nostra quotidianità. Chi grida con forza "no al nucleare" lo fa solo per partito preso e per poca conoscenza di tutto ciò che ruota intorno alla richiesta di energia elettrica della nostra vita quotidiana. Nessuno di loro si è mai chiesto quanta energia serve in una nostra giornata tipo, certo è che tutti hanno il cellulare, aria condizionata, computer, televisione, frigo, microonde, lavastoviglie e così via. Ma evidentemente queste argomentazioni non bastano per fermare l'esercito del "no nucleare" in quanto sicuramente trattasi di persone che vivono in foreste e mangiano il cibo che producono da soli. Paragoniamo per ipotesi una centrale ad un automobile. Noi tutti utilizziamo l'auto per i nostri spostamenti quotidiani e non pensiamo che quando giriamo la chiave per metterla in moto, involontariamente attiviamo un arma che se male usata, provoca grossi danni alla collettività, pensando ad esempio ai piccoli o grandi incidenti stradali. Nessuno chiede con forza lo stop delle auto, perchè la comodità del mezzo stesso fa parte della nostra vita quotidiana e ci arrabbieremo molto se ci venisse tolta questa possibilità. L'energia è la stessa cosa. Pensate a tutte le azioni che fate in casa e eliminate quelle che coinvolgono l'energia elettrica. Cosa rimane? Pettinarsi i capelli, leggere un libro, mangiare insalata, giocare a dama o a carte, suonare la cetra. Questo è quello che succede quando manca la corrente elettrica. Tutto ciò che ne consegue, quando siamo “on-line” prevede un consistente dispendio di energia che noi (italiani) compriamo da altri. Ma chi sono questi altri? La Francia, Germania ed altri paesi che hanno centrali a poca distanza da noi nelle quali, se si verificasse un guaio, diventeremo anche noi fosforescienti. Non è che la dicitura sui cartelli comunali "Comune denuclearizzato" fa deviare le particelle radioattive. Lo ha detto anche Margherita Hack che è assurdo comprare energia nucleare da paesi confinanti quando ce la possiamo fare benissimo in casa. La battaglia da condurre, cari signori pseudo-ecologisti-pieni-di-gadget-elettronici, è la verifica costante delle centrali, come quelle in Romania ad esempio, che hanno la stessa età di quelle di Cernobyl ed iniziano ad essere vetuste. La battaglia è sull’attuazione e la messa in atto di centrali di quarta generazione, quelle tecnologicamente più progredite e più sicure anche in caso di malfunzionamento. Non pensate che coi pannelli solari, pale eoliche e tutte le energie "pulite" possiamo soddisfare la continua crescita di richiesta di energia. Nikola Tesla aveva immaginato un futuro diverso per l'energia già 100 anni fa, ma la maggior parte di voi ambientalisti non conosce neanche la storia di questo grande scienziato. L'energia elettrica fa parte del business che tutti noi, giornalmente, contribuiamo ad alimentare ad iniziare dall'accensione del vostro pc per navigare ed informarvi. E’ il mondo degli interessi che ci ha fatto evolvere in questa direzione purtroppo, e non sarà certo a breve termine che potremmo cambiare tecnologia. Certo è che non sarà una distesa di pale eoliche o un “deserto” di pannelli solari a soddisfare il nostro bisogno di energia elettrica e per adesso l’unica forma che ci garantisce il nostro fabbisogno è questa. Tanto per farvi un esempio (reale) cliccate sul link http://www.world-nuclear.org/education/uran.htm e guardate quante centrali ci sono nel mondo. Lo sapevate? Non credo, eppure ogni giorno sono accese come le nostre auto. Sapevate che Roma è più radioattiva di Cernobyl? Eppure i “grandi contestatori” non parlano mai di questi valori. Si narra che Grillo stesso abbia un contratto con ENEL per 20 Kw (o giù di li) eppure è il primo a sbraitare contro le centrali e a ostentare pannelli solari. La politica del terrore serve solo ai politici che oggi cavalcano un referendum, poi lo disconoscono a loro piacimento, mantenendo costantemente il popolo nell’ignoranza come il motto degli antichi romani insegna: Dividi et impera. Mi piacerebbe vedere in tv dibatti sull’energia, ma non trattati da comici o politici, ma trattati da chi studia ed ha una conoscenza a 360 gradi per poter istruire il popolo su dati concreti e non su supposizioni. Forse è da li che dobbiamo ripartire, da una conoscenza diversa sulla provenienza dell’energia e da un uso più attento di essa anche nei piccoli gesti, non solo quelli casalinghi, ma anche negli uffici dove lavoriamo anche se non la paghiamo direttamente. Forse un domani quella lampadina piantata a terra e accesa da Tesla a Colorado Spring si illuminerà di nuovo, perché anche i grandi affaristi e burattinai di questo nostro pianeta capiranno che non si potrà più vivere in un mondo “sporco” e che neanche per loro potrà esserci una boccata di aria fresca.

lunedì 28 febbraio 2011

Vittoria acCHECAnte!


Inizio col botto Ducati, questa volta in senso positivo (pensando a Salt Lake City), per il mondiale superbike nella terra australe, dove ha visto solo un unico protagonista dominare la scena: Carlos Checa, un non più giovane pilota che ha stracciato la concorrenza con due manches da incorniciare regalando la prima vittoria alla non “ufficiale” Ducati. Le promesse fatte dal DS Ducati, in merito al solo ritiro della squadra ma non all’impegno nella superbike, sembrano rispettate, infatti Checa oltre ad un ottima guida disponeva di un mezzo veramente performante in grado di danzare agevolmente sul tracciato australiano, anche se Bevilacqua (proprietario del team) dice di avere solo le sospensioni differenti dagli altri Ducati. Vedremo… Bene anche il fresco campione del mondo Biaggi, in un circuito storicamente ostico all’Aprilia, che ha portato a casa due preziosi secondi posti, con una cavalcata solitaria in gara uno, e con un bel duello tutto italiano in gara 2 con il “rookie” Melandri ancora alle prese con la spalla dolorante…Il ravennate infatti ha dimostrato di saper condurre la sua R1 fino alla fine dall’alto della sua esperienza, e se nella prima frazione ha perso il podio per pochi decimi, nella seconda ha gestito il bene il duello con Max, seguendolo, punzecchiandolo e sicuramente “imparando” la gestione della moto per portarla fino a fine gara. Ottimo anche Haslam, pilota coriaceo e grintoso, che ha portato sul terzo gradino del podio una BMW ancora da assettare ma con grandi potenzialità. Bene Fabrizio sempre nella top ten, quasi bene un altalenante Rea fino al resto del gruppo con piacevoli new entry (Laverty) e spiacevoli conferme (Toseland).

Di superbike in questi giorni ha parlato molto Batta, il team manager della Suzuki, uno che la sa lunga sulle corse, e che a mio modesto parere, ha fatto un quadro della situazione lucido, sia nell’intervista a GPOne (qui) sia ai microfoni di La7, sottolineando il momento difficile del nostro sport sempre più privo di un identità precisa com’era nel passato, ma soprattutto sempre più privo di denari per il sostegno alle squadre, in cerca perennemente di sponsor (Althea ha dichiarato una spesa di 2 milioni d’euro a stagione). L’ho già detto in passato e lo ribadisco oggi: la stupida “guerra” tra Infront e Dorna non porterà a nulla di buono al motociclismo. E’ vero c’è il mercato asiatico in espansione e alla fine conteranno le vendite di tutto l’indotto che circola intorno alle due ruote, ma c’è da capire realmente quale sarà il confine tra sport vero, per come siamo abituati noi motociclisti a conoscerlo, oppure puro marketing, creando ibridi come lo è già la Moto2, la Superbike stessa, e la futura MotoGp.

Di rilievo la vittoria di Scassa in Supersport, in volata con altri tre piloti, dopo una bella battaglia che ha riportato anche la Kawasaki ai vertici della categoria.

giovedì 17 febbraio 2011

Figli di un Dio minore


Leggo piacevolmente sul sito mio sito preferito “spacciatore” di notizie motociclistiche GPOne, che il fratellino di Valentino Rossi, Luca Marini, si appresta ad iniziare una fulgida carriera dopo aver frequentato le elementari del motociclismo nei vari campionati per ragazzi. Fino a qui nulla di strano essendo comunque parente dell’illustre fratello e quindi degno di una menzione giornalistica. Leggo sempre sullo stesso articolo che il piccolo Luca non è arrivato primo nella sua categoria, ma “solamente” sesto su 38 partecipanti, il che mi sembra comunque un risultato sportivamente rilevabile. Ma se lui è arrivato sesto, chi sono gli altri 5 che sono arrivati prima di lui? Quali sono i loro nomi, i loro cognomi, la loro storia? Quello che è arrivato primo sarà stato più meritevole di una menzione, oppure non ci interessa perché suo babbo è ragioniere di Pistoia? Domande alle quali mi piacerebbe avere una risposta proprio da chi in telecronaca o da articoli di giornale, pontifica sullo scarso vivaio di giovani futuri piloti italiani. Signori miei, incentivare uno sport “delicato” come il motociclismo significa anche menzionare quello stuolo di ragazzi figli di persone “normali” che cercano e investono con sacrifici a fine mese per vedere il loro figlio arrivare prima degli altri o semplicemente emulare le gesta dei propri beniamini. Non tutti hanno la fortuna di chiamarsi De Angelis, Rolfo, Lamborghini, Canepa… Eppure al fratello di Rossi è già stato assegnato un posto come prima guida nel Team RMU nella 80cc in attesa di completare il progetto Moto3 che gli sarà sicuramente affidata alla prima occasione. Lo so che sto parlando di aria fritta e cose iper-ovvie, ma essendo un appassionato di moto e vedendo la perdita della nostra leadership a livello umano, mi piacerebbe che i signori del microfono, della penna e del video, capissero che Valentino non è eterno e che anche lui un bel giorno (spero lontano) smetterà di correre o nella peggiore delle ipotesi di vincere, e che solo allora, come oggi scorrendo la classifica della 125, si accorgeranno che forse era meglio parlare anche del vincitore di un campionato giovanile la cui unica colpa era di aver avuto il babbo muratore, elettricista e non pilota o figlio di….

mercoledì 19 gennaio 2011

Dopo il Presidente operaio il Presidente trombante... Finalmente!!!

Difficile non commentare il putiferio nato intorno al caso Silvio Berlusconi-castigatore-sciupa-femmine-puttaniere. Difficile non osservare l'ipocrisia di tutti i detrattori che gridano allo scandalo. E non si tratta di simpatie verso il Cavaliere: si tratta semplicemente di essere coerenti una volta tanto, lasciando le faziosità politiche che poco hanno a che fare con la vicenda. Difficile in questo paese di pseudo falsi moralisti dove c'è chi per anni è andato in vacanza nei paesi dell'est oppure ospitato a Cuba dall'amico Fidel, dove la fauna femminile ha un età non meglio precisata. Difficile credere che noi maschietti almeno per una volta non abbiamo sognato di avere l'harem, difficile credere che molti di noi non lo abbiano avuto o almeno se ne sono vantati. Le cifre?
A Cuba con 15-20 dollari un genitore ti offre sia la figlia che l'aragosta. Fino a pochi anni fa (ora si sono fatte furbe) nei paesi dell'est trombavi con un paio di jeans o di calze portate in dono. In Brasile hai delle ragazze fantastiche se le porti sempre a cena o gli allunghi qualche dollaro. In Thailandia se chiedi a qualunque tassista, hai un carnet di ragazze pronte a venire con te, indipendentemente dall'età, tanto che te frega a te se non sai l'età, rimani sempre nel dubbio che sia maggiorenne. Tutti bordelli dei quali tutti sanno tutto però non si dice... Delegazioni sindacaliste o politiche tornate dalla Russia con le classiche espressioni da svuotamento... politico per carità... Me le hanno raccontate le storie chi le ha vissute... Si va a caccia nei paesi dell'est, dove al ritorno, al confine, compravi la selvaggina... In fondo a caccia ci andavi col... cannone carico... pronto a sparare a qualche "passero" solitario!!!
Bugiardi, vigliacchi e pusillanimi!!! Tutti speranzosi un domani di essere Berlusconi, di fare come Berlusconi, che la sua unica colpa è di essere un pò gigione con signorine compiacenti. Però quando siete lontani dall'Italia ne combinate di cazzate vero? Per il resto cari falsi puritani e cari becchi, preferisco più un presidente che dimostra una certa passione per il bello vivere, che quelle facce contrite e arcigne nelle interviste sinonimo di scarsa attività sessuale. Siete o non siete voi che avete osannato lo zio Bill Clinton? Eppure mi risulta che anche lui, si sia fatto fare una liposuzzione da una stagista che è diventata pure famosa. Oppure tutt'un tratto siamo diventati frequentatori delle Orsoline? E come se non bastasse con tutti i problemi che abbiamo ci fate anche delle trasmissioni invitando Ruby e Rocco Siffredi. Ha forse fondato il Palo delle Libertà?
Perdonate il linguaggio un pò pecoreccio, non nel mio stile, ma penso che chi ha voluto capire il senso... l'abbia capito. Agli altri invidiosi consiglio del sano sesso con loro stessi!!!

lunedì 8 novembre 2010

La legge del più forte


Jorge Lorenzo da Maiorca nel 2010 è stato il pilota più forte di tutti. Punto! Nessuno come lui anche nel computo dei punti totali, 383 in una sola stagione. I gufatori, detrattori, tifosi di altri, pseudo-giornalisti, ex piloti hanno voglia a pontificare da pulpiti con folle oceaniche di "milioni" di spettatori (Cereghini docet). Dopo la gara dell'Estoril era quasi imbarazzante per un appassionato di moto ascoltare il dopo gara quando, confrontando le vittorie di Lorenzo (8) e quelle di Rossi (2) si diceva che i "due sono forti uguali". In un bellissima riflessione (qui) Misterhelmet Ragno dice tutto ciò di logico e di corretto che si poteva dire dopo la gara ma oggi, alla chiusura dei giochi, di fronte alla scritta GAME OVER su questa stagione, è giusto che anche il popolo dei motociclisti, quelli veri, quelli che non esultano se un pilota non italiano cade a terra, abbia la sua voce nei confronti di telecronache e trasmissione bulgare. Mi meraviglio che, sia Cereghini che Lucchinelli, si prestino a questo giogo mediatico a discapito del vincitore solo perchè non è Rossi. Mi meraviglio che Lucchinelli dica che "a Stoner l'anno scorso gli è venuto il mal di testa". Di certo a lui non viene, tanti sono gli analgesici che ha preso. Mi meraviglio che Cereghini arringhi la folla becera dell'EICMA per strappare un facile applauso per aver esaltato le gesta di Simoncelli, eroe di aver rintuzzato il sorpasso a Lorenzo. Non so poi cosa è stato detto perchè ho spento la tv, tanta l'amerezza di questa scarsa e faziosa informazione. Mi sono goduto una bella gara, con un campione vero che le ha suonate a tutti, anche a chi l'anno scorso aveva "il mal di testa", che forse gli è venuto a guidare la moto in quella maniera spettacolare ed avere un team che ha pensato più ai risvolti commerciali che "coccolare" (Capirossi docet) il suo fantastico alfiere. Bravo il Sic che ha dimostrato carattere, ma se li deve ricordare i segni sulla tuta perchè le gare hanno un inizio e una fine, e non sono solo dei sorpassi garibaldini a metà gara che portano punteggio. Bene anche Spies e il Dovi, stoico Pedrosa fino ad arrivare allo scarso resto del gruppo. Ciao Melandri, non mi hai mai entusiasmato più di tanto, ma ti seguirò con piacere in Superbike e spero che tu segua un pò i consigli del campione del mondo, certo Max Biaggi, anche se non correrete per la solita marca. Da martedi si ricomincia l'orgasmo collettivo di chi punta sul rosso, come se gli altri fossero comparse. Si perchè è stato detto anche questo, che senza Rossi le gare sono una noia... Non mi sembra... Sicuramente Valentino farà subito bene in Ducati e noi tutti ce lo auguriamo, ma non perchè è Valentino, ma perchè è un pilota, come gli altri 17 o 16 quanti saranno, perchè se non avesse gli avversari non sarebbe un fenomeno, ma uno che gira da solo contro il cronometro. Se poi trova anche avversari tosti, allora si che si esalta la prestazione sportiva, omaggiando sempre sia i vincitori... ma anche i vinti. In piedi sul divano bisognerebbe starci per tutti perchè, chi cambia canale se Valentino non vince o non c'è, non è uno sportivo ma solo un becero e ignorante tifoso. Un super applauso anche a Marquez che a 17 anni, con la serietà di un vecchio saggio, è diventato campione del mondo della 125, e poco importa se la sua bandiera non ha tre colori ma solo due, perchè è il figlio che ogni appassionato di moto vorrebbe avere.
Adesso rintanatevi nel vostro silenzio invernale, nel vostro letargo facendo un pò di sano zen o autocritica o quello che vi pare, tanto so già che all'accendersi del primo semaforo verde sarete di nuovo li ad esultare o inventare nuove scuse oppure, in un ipotesi remota, molto remota, inizierete una nuova era che guarderà non ad un solo pilota, ma a tutti indistintamente, come insegna sempre il DottorCosta.
Bye Bye... boys...

domenica 17 ottobre 2010

CVD Come Volevasi Dimostrare

Spunti interessanti dopo il Gran Premio di Australia degni di qualche riflessione. In primis il primo e secondo posto di De Angelis e Redding in Moto2. Un risultato che va oltre il gesto sportivo, perchè entrambi i piloti sono reduci da quel brutto incidente che ha portato alla morte del povero Tomizawa, e questo podio li omaggia sia professionalmente che umanamente salendo insieme su quel gradino già occupato più volte dal povero Shoya. Detto questo, dalla lontana Australia vorrei anche parlare dell'atteggiamento di Valentino Rossi, non come pilota ma come sportivo, che per la seconda volta ha alzato la voce nei confronti della Dorna (Ezpeleta) rea di inginocchiarsi troppo ai voleri della Formula Uno. Il maltempo di questi giorni, miracolosamente evitato per la gara, dovrebbe far capire che il gran premio andrebbe corso in altro periodo, senza se e senza ma, perchè ragazzi che vanno oltre i 300 all'ora su due ruote, devono essere tutelati anche dalle condizioni atmosferiche, quando prevedibili. Se effettivamente Rossi è la bandiera di questo sport negli ultimi anni, fa bene ad esserlo anche come portavoce dei disagi causati dalla pseudo concomitanza con altre gare di un altro sport che in comune ha solo i pistoni.
Detto questo gara un pò noiosa sotto il profilo dei duelli ma interessante all'analisi. Stoner ha dimostrato di essere ancora il numero uno, o almeno quello più veloce di tutti, quello più cattivo quello con maggior talento. Il suo avversario più tosto è proprio se stesso che ogni tanto si dimentica chi è. Vederlo guidare è una gioia ma anche un costante patema d'animo perchè non sai mai se la fisica avrà il sopravvento oppure no. La curva prima del rettilineo fatta completamente di traverso non ha euguali e a me piace anche così e spero che Suppo sia in grado di "supportarlo" anche in Honda.
Il neo campione del mondo Lorenzo si è beccato 8 secondi dall'australiano, ma quel che più conta è che ha veramente dimostrato, che una volta in tasca il titolo, è ritornato ad essere veloce, senza paure, colpito anche lui dalla sindrome del Dovi, trovandodi volta in volta avversari in stato di grazia che portano il nome di Pedrosa e di Stoner. C'è chi dice che dovrebbe tornare a vincere per non fare un pò di ombra sul titolo mondiale, ed anche se posso essere in parte d'accordo, oggi però ha rifilato 10 secondi al suo compagno di squadra Rossi, ultimamente utilizzato come prova del 9 per verificare lo stato del maiorchino. Valentino terzo in bagarre con Hayden fino all'ultima curva, ha finito la gara con tempi sul giro mai in grado di impensierire i primi due, lottando con un coriaceo Simoncelli ed uno strano Spies, il quale poteva farci vedere qualcosa di più su una pista che già conosceva. La moto numero 46 non va da sola e bisognerà impegnarsi per non far rimpiangere il precedente pilota.
Elegante e signorile l'attegiamento di Guareschi sul retro del podio, in completo "flirt" con Rossi dimenticandosi che il suo vero, ed ancora pilota, è arrivato primo... Va beh... in un periodo di "outing" cdome questo non ci possiamo stupire più di tanto anche perchè i due si potranno abbracciare subito dopo Valencia avendo avuto il benestare dalla Yamaha...
Bella come sempre la cornice di Phillip Island e belle le persone del pubblico, ordinate, civili, sportive che hanno mandato un bel messaggio agli incivili del vecchio continente, Misano in testa... Le bandiere sotto il podio festeggiavano il motociclismo e i suoi campioni, tutti nessuno escluso, come dovrebbero fare anche le testate giornalistiche nostrane, le quali hanno dato peso più al primo posto di Rossi in Malesia che al nuovo Campione del Mondo. Ma si sa i fenomeni non sono solo in moto...

domenica 10 ottobre 2010

Game Over


Come nella riuscitissima gag di Lorenzo, il motomondiale scrive Game Over sullo schermo anticipatamente sia per la MotoGp che per la Moto2. Nel giorno del tricolore (Rolfo, Iannone, Rossi, Dovizioso) svetta però in alto la bandiera spagnola, con due piloti costanti, duri, teneri e nell'ultima gara anche ragionieri. Elias si è ripreso la rivincita su se stesso e, dopo aver navigato in alto mare in MotoGp, ha ritrovato il sorriso in quella stessa squadra già campione del mondo 7 anni fa con lo scoparso Kato e, ironia della sorte, nell'anno della scomparsa di un altro pilota giapponese che Daijiro ne sponsorizzò l'entrata nel paddok. La faccia di Gresini parlava da sola e forse lo abbiamo rivisto sorridere di nuovo da quel lontano 2003. Discorso diverso per Lorenzo già campione del mondo 2 volte della 250 che centra anche l'obiettivo più ambito dopo tre anni di permanenza nella classe regina. Lo ha fatto nella maniera meno arrembante rispetto al suo carattere ma si sa che i mondiali si vincono anche così. Le varie congetture, sulle quali se ci fossero stati costantemente gli avversari più tosti ad insidiarlo per il titolo, lasciano il tempo che trovano, perchè anche così si diventa campioni. L'unico neo è il post gara del Giappone quando poteva risparmiarsi di andare a lamentarsi per il comportamento del suo avversario e compagno di squadra. Un pò in parte lo ha chiarito in Malesia, dove ha candidamente affermato di avere paura di farsi male e, forse, di perdere il titolo nella maniera peggiore. Un traguardo così ambito merita tutti i calcoli del caso e adesso che è diventato finalmente campione tornerà sicuramente ad essere quel pilota che tutti conosciamo con la speranza che animi le ultime tre gare rimanenti insieme agli altri 4. E' brutto ridurre la MotoGp a soli 5 partecipanti, ma vuoi per scelte tecniche, vuoi per talento, in mancanza di Stoner e Pedrosa ieri la corsa l'hanno fatta in tre relegando il resto del gruppo a duelli, peraltro combattuti, nelle retrovie. Game Over su Valentino Rossi tornato finalmente alla vittoria chiudendo un lungo ciclo di assenza dal gradino più alto del podio. Non che dovesse dimostrare altro però, per il pubblico più attento, una vittoria nell'anno di addio alla Yamaha, dopo il suo infortunio, serviva per ristabilire un pò quei valori che hanno sempre contraddistinto il campionissimo di Tavullia. Game Over per Pedrosa e Stoner funambolici quanto fragili e, se il primo questa volta è incolpevole suo malgrado, il secondo non può buttare alle ortiche gare "già" vinte al primo giro. Stoner dei 5 è quello più veloce ma anche quello più fragile e se quest'anno la responsabilità va attribuita anche a delle scelte tecniche (commerciali) di Ducati, speriamo che il buon Livio Suppo con i colori ufficiali della casa madre, riesca a riportare Casey ai fasti del 2007. Game Over (speriamo per lui) sul povero Dovizioso che ogni qualvolta si trova qualcuno davanti sempre più veloce, impedendogli una vittoria netta e non ai punti come quella di Doningthon... Game Over su Ezpeleta genuflesso alla corte di Ecclestone, entrambi redarguiti da Rossi il quale ha fatto benissimo a muovere delle critiche nei confronti di questa sudditanza che il popolo delle moto non si merita. Chi guarda la F1 può guardare le corse in moto, ma non viceversa... Noi non guardiamo le partenze! Noi guardiamo gare intere, ricche di sorpassi in pista (non ai box). Se Ezpeleta non è in grado di affermare la sua indipendenza, anche negli orari di partenza, che cambi mestiere perchè la fuga dalla MotoGp non è solo una questione di costi. Invece di fare la guerra a Infront e alla Superbike, si coalizzi con i fratelli Flamini perchè in un momento di crisi generale come questo l'unione fa la forza. Pensi al modo di rinfoltire la griglia del suo gioiello perchè le prospettive per l'anno venturo non mi sembrano così rosee anzi... se si continua di questo passo ci sarà veramente un Game Over, ma su tutto il motomondiale...

lunedì 4 ottobre 2010

Noi uomini duri


Tre gare maschie hanno caratterizzato la domenica di ieri ed hanno riportato un pò più di attenzione sulla Valium-MotoGp, categoria che corre più sul "gossip" che in pista. L'uscita di scena di Pedrosa ci aveva un pò allarmati, in quanto ultimamente è stato l'unico pilota a movimentare un pò le acque della categoria e, di fatto, consegnando anticipatamente il mondiale nelle mani di Lorenzo che peraltro lo aveva già quasi in tasca. Gara dunque maschia ad iniziare dal suo vincitore Ba-Stoner tornato ai livelli di un tempo, con la moto che ha espressamente richiesto, e che solo ad Aragon gli è stata affidata. Fotocopia del mondiale passato quando, uscito dal tunnel della malattia, bastonò tutti nelle ultime 4 gare, Valencia a parte (le Bridgestone tradiscono prima o poi...). Un passo di gara impensabile forse anche per lui, ma che ci ha fatto ritrovare un bel campione alla sua 22 vittoria raggiungendo così King Kenny Roberts. Chi ci ha rimesso le penne più di tutti è stato Dovizioso, coriaceo secondo, che non ha mai mollato l'australiano se non alla fine, quando due o tre highside gli hanno consigliato che oggi non ce n'era per nessuno, meritandosi sportivamente anche i complimenti dell'avversario. Capitolo a parte lo meritano i due della Yamaha, Rossi e Lorenzo, ai quali sono rimaste le briciole dell'ultimo gradino del podio, ma con la valenza di come fosse il primo. Nonostante avessero annusato gli scarichi del Dovi e checchè ne dica Valentino ("potevo stare coi primi se non perdevo tempo dietro Lorenzo") i due si sono ritrovati negli ultimi due giri ad un bel confronto spalla a spalla per un bel pò di curve, con ripetuti sorpassi al limite, a mio avviso spettacolari, che ci hanno regalato un Valentino ritrovato e cazzuto, a dispetto delle premesse sul circuito-spalla e di un fresco campione del mondo che invece di accontentarsi ha tirato fuori una bella grinta da numero uno. Ovviamente non sono mancate le polemiche da parte di Lorenzo che ha chiesto una verifica in Yamaha del comportamento di Rossi, ma si sa le corse sono anche queste ed il numero 46 è molto bravo su questo piano, anche perchè in episodi più eclatanti non è mai stato sanzionato (Rossi vs Stoner Laguna Seca 2008) e come dice Massimo Falcioni su Motoblog.it: "Basta veleni e basta vedere commentare le corse dalla parte sbagliata del canocchiale".
E così mentre i commentatori del speriamo-che-Lorenzo-non-arrivi-prima-di-Vale rischiavano l'infarto, dall'altra parte del mondo, poche ore dopo, assistevamo a due manches spettacolari relegando il duello giapponese ad un semplice antipasto. Infatti a Magny Course si è svolto l'ultimo round del campionato del mondo Superbike, e con il titolo già assegnato, i piloti si sono trasformati in una sorta di mucchio selvaggio al grido di Highlander memoria "ne resterà soltanto uno!". Due manches spettacolari nel giorno della consacrazione del titolo costruttori ad Aprilia, nella conferma di un grande Biaggi e nell'addio al suo storico direttore di gara Alberto Fantini spentosi ieri per un male incurabile. Prima manche a Cal Crutchlow che ha domato gli inseguitori capitanati da un arrembante Haslam, un sempre più convincente Checa e un febbricitante Biaggi. Non paghi di tutto ciò Biaggi e Crutchlow si sono dati appuntamento alla seconda manche, ed anche se accompagnati da "nemici" diversi, Guintoli, Fabrizio, Haga (per poco), hanno continuato a darsele di santa ragione con il romano campione del mondo e l'inglese in partenza, che hanno proseguito le schermaglie anche sul podio (anche se nessuno sembra essersene accorto). Bello anche qui il duello per il terzo posto, fotocopia di quello avvenuto 8 ore prima in quel di Motegi.
La superbike ci lascia così, con una griglia sempre meno affollata, con un futuro incerto, e con gli occhi annacquati del fresco campione del mondo il quale, toltosi il quinto sassolino dalla scarpa, secondo il mio modesto parere sta meditando il ritiro dalle corse. Biaggi è un campione ritrovato, e se avete seguito lo speciale su La7, anche un uomo diretto, maturo, e riflessivo, che conserva le tute della sua carriera nell'armadio, anche quelle brutte (Honda e Ducati) senza mandarlo a dire troppo dietro con la consapevolezza di non avere avuto troppi torti in quelle diatribe. La storia la fanno i vincitori e chi verrà dopo di lui dovrà scrivere il suo nome solo dopo quello di Max Biaggi, moto italiana, pilota italiano, squadra italiana...
Ancora una volta, a tutti i piloti,.... grazie ragazzi!!!

lunedì 27 settembre 2010

Made in Italy!!!


Mi sono veramente goduto la gara di Superbike ad Imola!! In primis per il ritorno alla vittoria di un pilota molto discusso in passato (io ero tra i suoi detrattori), ma che, in fatto di guida, è sempre stato un esempio. Da quando è arrivato in Superbike, Biaggi ha dimostrato di essere cambiato, più uomo, più frizzante anche nelle battute, che celano sempre la verità, ma nel passato sempre dette a malo modo e con tempi sbagliati. Non fu forse vero quando disse che la Yamaha doveva investire e cambiare strategie? E così di Honda? Sbagliò perchè poi arricciò il naso come un bambino e non fece come Rossi che già aveva un altro carisma ed altri risultati da portare in dote. Il suo ritorno alle corse con le derivate di serie fece però capire l'importanza di Max Biaggi nel mondo delle due ruote, e subito ci fu una risposta mediatica da parte del pubblico che aumentò davanti al video e negli autodromi. Il resto è storia recente. Ducati gli chiuse la porta in malo modo, secondo me, poi il folle progetto di tornare a correre con la squadra 3 volte campione del mondo in 250. Una famiglia come la definisce lui, che lo ha portato sul tetto del mondo a 39 anni, e di smettere di correre non ne ha proprio voglia. Una vittoria veramente Made in Italy con un pilota che prende un quarto di ingaggio di un altro italiano che andrà su di una moto italiana (al 49%) e che se vorrà vincere questa volta sarà il secondo e non il primo a farlo. Moto italiana e sponsor italiano (Alitalia) che ha ricevuto una ventata di positività dopo tutte le vicissitudini societarie, e per questo un altro plauso in più a questa fantastica stagione. La maglietta riassume un pò tutto il Biaggi pensiero ma questa volta con tempi e modi giusti, strizzando l'occhio anche a Enzo Ferrari che affermava che un figlio paga un secondo al giro... Da Max a Max un bell'abbraccio virtuale e un...continua così!!!
Imola ha riservato anche altri spunti interessanti ad iniziare dal rivale di Biaggi, quel Leon Haslam, leone veramente di nome e di fatto, che ha fatto un prima manche come andava fatta, in attacco, sgomitando, spalancando il gas più degli altri, fino al sorpasso impossibile a Carlos Checa alla Rivazza. Un guerriero mai domo ed anche un signore nei modi nonostante la giovane età. Forse è anche per il suo avversario che Max nella seconda manche ha fatto il diavolo a quattro e non gli ha lasciato niente, fin quando il motore della sua Suzuki è esploso alla Villeneuve consegnado di fatto il titolo nella mani del romano. L'anno prossimo sarà in BMW e se tanto mi da tanto... Lascierà una squadra di un vero signore del paddock, quel Francesco Batta che è corso subito a congratularsi con Aprilia dopo l'uscita di scena del suo pilota e il motociclismo ha bisogno di queste figure.
Ho goduto per aver rivisto davanti il mio marchio preferito, la Kawasaki, guidata da un coriaceo Skyes (i suoi traversi alla Piratella erano pari a quelli di Cluthclow a Silverstone), impossibile da sorpassare anche per un fulmine come l'Aprilia a dimostrazione che la verdona è sempre la più "moto" di tutte.
Ho goduto perchè nonostante la Ducati si lamenti del regolamento, nella prima manche tre rosse sono salite sul podio, segno che tanto male non vanno e segno che l'operazione Rossi ha inciso nel budget molto di più di quello che ci vogliono far credere. Bravo quindi a Carlos Checa, anche lui non più giovanissimo, che ha guidato come un orologio svizzero aggiudicandosi entrambe le gare regolando un redivivo Lorenzo Lanzi e forse un risvegliato Haga in odore di passare anche lui con l'Aprilia.
Un ultima analisi sul pubblico di Imola. Contrariamente al berciume visto a Misano in occasione della MotoGp con i fischi a Lorenzo, nonostante l'euforia del titolo conquistato da Max Biaggi, mi è sembrato che il popolo della Superbike, peraltro molto numeroso (70.000 presnze circa), si sia rivelato più ricco di appassionati che di tifosi e questo dovrebbe consigliare gli organizzatori a non far morire questa classe ne accettare ricatti dalla Dorna, perchè un conto è parlare di prototipi un conto di derivate dalla serie (anche se ultimamente di derivato hanno ben poco).

lunedì 20 settembre 2010

Il ritorno del canguro


Ho sempre avuto una spiccata simpatia per Casey Stoner. Anche quando nessuno se lo filava a me piaceva vedere i suoi piazzamenti in gara, o almeno nelle gare che riusciva a finire, date le sue innumerevoli cadute dalle quali derivò il soprannome di Rolling Stoner. Nel 2007 sbaragliò tutti quando salì su quella moto che solo Capirossi riusciva in parte a domare, ma che il ragazzo di Kurri Kurri trovò adatta per il suo stile aggressivo e di guida "anteriore". Tutto il resto poi è storia recente fino alla sua malattia dell'anno passato che gli impedì di giocarsi di nuovo il titolo mondiale. Ieri Stoner ha rifatto lo Stoner del 2007, bello, quasi pulito, cattivo, mai sazio nel dare gas anche quando la moto inizia a muoversi come una serpe, con quell'espressione all'arrivo mai sazia della vittoria e pronto per la gara successiva. Pronti, attenti, via, un breve scaramuccia in due curve con un inizialmente coriaceo Lorenzo e poi... gasss!! anche più di quanto la moto possa averne, perchè dietro stava arrivando Pedrosa, il binomio moto-pilota più forte in questo momento, ma che nulla ha potuto contro la freccia rossa e il suo fantastico fantino. Bravo Casey, anche se l'anno prossimo sarai con un marchio che ho sempre digerito poco, spero tu raccolga ancora fama e gloria perchè te lo meriti veramente! Chi si meriterebbe invece un bella strigliata e pettinata (o meglio una rasata generale) è lo Ds di Ducati, Vittoriano Guareschi che, invece di pensare a pettinarsi col 220 V, pensasse più agli input che provengono dal suo pilota di punta, non sarebbe a piangere su una stagione a fasi alterne. Infatti a Fuori Giri ha dichiarato che le moto di Hayden e Stoner ieri erano diverse in lunghezza, esattamente di 15 millimetri circa, che hanno permesso sia al canguro sia all'americano di fare una gara all'attacco conclusa per Hayden con un sorpasso magistrale ai danni di Jorge Lorenzo. Non so per il prosieguo della stagione quali saranno i risultati della Ducati, ma se Stoner ricomincierà a bastonare tutti, non era meglio assecondarlo e dargli la moto che voleva, piuttosto che far andare anche Niki per cercare di vendere qualche pezzo in più negli USA? Mah....
Bene la conferma di Pedrosa al secondo posto, che ha reso la gara interessante, marcando stretto Stoner tra i sette decimi e il secondo e mezzo, fino poi a mollare (giustamente) nel finale, pensando anche alla classifica. Come già accennato, ottimo il terzo posto di Hayden, uccellando alla terz'ultima curva (una esse stretta) un arrendevole Lorenzo in sella ad una bollita Yamaha nella sua fase peggiore della stagione. Spero di sbagliarmi, ma la casa di Iwata mi sembra che abbia intrapreso una fase di declino precoce a meno che non siano state Honda e Ducati a fare un balzo in avanti e, se così fosse, dovranno darsi una svegliata perchè i fenomeni senza moto vanno da poche parti, ed anche se Spies ieri ha confermato la sua consistenza, anche lui avrà bisogno di più prestazioni se vorrà giocarsela col resto del gruppo. Del resto del gruppo di ieri ha fatto parte anche Valentino Rossi, settimo fino all'ultimo giro, sesto al traguardo causa di un botto di Dovizioso mentre si stava giocando il quinto posto con Spies. Che dire....? Nell'intervista di un sempre più innamorato Beltramo a Rossi, abbiamo capito che c'è qualcosa che non va, ed è inutile tirare in ballo la spalla da operare... Si, è vero, i tendini quando si infiammano danno fastidio (ne so qualcosa), il gruppo deltoide e spinoso sono importanti per la guida, ma qualcosa al Mugello, oltre alla tibia, si è rotto nel campionissimo di Tavullia, fortunatamente "giustificato" da un mezzo non completamente competitivo. Chissà, staremo a vedere. Per il motociclismo mi piacerebbe vedere un fine carriera vincente per Valentino, o almeno di quello che resta l'uomo da battere, perchè in questo ultimo decennio è sempre stato così, indipendentemente dal mezzo pilotato, altrimenti...
Un plauso a Livio Suppo (che ancora non ho inquadrato bene) quando finalmente ha detto di smetterla di fare "domande stupide" dallo studio ai piloti sulle questioni di marketing, alimentando sempre sterili polemiche su chi o su cosa... Parliamo di motociclismo ragazzi! Parliamo di piloti, parliamo di gare, fate parlare Iannone che ha vinto magistralmente la Moto 2, parliamo di Pirro che proviene dalle gare minori e che con un polso steccato è andato più forte dei vari Canepa e Rolfo, confermando la mia tesi che non sempre chi ha i soldi è in grado di andare forte!! Intervistiamo Redding, un ragazzo di 17 anni segnato per il resto della vita (e dalla stupida giustizia italiana) che ha corso lo stesso nonostante il ricordo dell'urto sui semimanubri del corpo di un suo collega che poi ha perso la vita. Crescete un pò cari giornalisti e opinionisti, siate portatori della notizia e non delle "vostre" notizie!!!
Bello, commovete e significativo l'addio al povero Tomizawa, con il paddock schierato alle spalle del team del giapponese, e la moto sulla pit lane priva del corpo del suo bravo pilota, ma ricordato nello spirito da tutti, chi con un adesivo, chi col casco come Lorenzo in ricordo del guerriero caduto ma mai dimenticato.

mercoledì 15 settembre 2010

Veni, vidi, vici!


E' quello che deve avere pensato Lorenzo Segoni all'ultima trasferta in quel di Vallelunga, appuntamento finale della Gladius Cup Suzuki e del Trofeo Hornet Honda, evocando le parole di un ben più noto romano alla conquista delle terre del mondo. Lorenzo Segoni classe 78, per chi non lo sapesse, era ed ancora è uno di quei tanti o pochi talenti in giro per lo stivale, in piste più o meno assurde, che con pochi mezzi economici e tanta passione, si è sempre distinto in lodevoli prestazioni tali da giustificare un suo passaggio in categorie superiori. Ma si sa che i "segoni" di solito non sono bravi piloti rei di farsi troppe "pippe" e allora meglio "altri" dal discusso talento ma veloci nel versamento dell'obolo per poter comprarsi una vera moto da corsa...
E così passando tra scooter, vari trofei, endurance, apparizioni mondiali e quant'altro, Lorenzo si è trovato a correre per piccoli team nei vari monomarca portando sempre con se quella voglia di macinare chilometri più in fretta di altri. Così è infatti stato per la Gladius Cup Suzuki che ha vinto per il secondo anno consecutivo, e per ultimo anche per la Hornet Cup Honda, dove la casa madre, per motivi commerciali, si è esposta in prima persona, reclutando tra le file anche altri nomi "illustri". Nonostante il "marcio" dei trofei, dove è possibile vedere motori supersport montati su moto di serie (squalifica di Misano a Zerbo docet) il piccolo "Davide" Segoni è riuscito ad aggiudicarsi il trofeo in maniera cristallina, senza bisogno di ricorrere alle alchimie della moto, ma solo con tanta dose di gas nel manico, e insegnando a "Golia" Honda che a volte bisognerebbe essere più leali verso tutti se vogliamo trovare un successore di Rossi, Dovizioso o Simoncelli. Lorenzo Segoni non sarebbe mai forse diventato tale, però a vedere Lamborghini 23esimo e Canepa 28esimo a Misano significa che qualcosa deve essere fatto nei "vivai" dei trofei altrimenti i piloti italiani a livello mondiale saranno tutti dei....segoni!!!