lunedì 23 aprile 2012

Scuole...elementari

Si è sempre parlato di Assen come università della moto e così è stato fino al 2006 quando, le brutte modifiche apportate al tracciato, l'anno relegata ad un semplice diploma superiore. Ieri però, abbiamo assistito ad un ulteriore regresso non della pista, ma dei suoi attori principali piloti e team. Gli unici che si possono permettere un buon voto sono Guintoli primo e secondo, Rea primo nella seconda manches, Giugliano per non essersi fatto troppi problemi uccellando sul filo di lana il suo compagno e leader Checa, Laverty, e infine Biaggi perchè è andato via dall'Olanda in testa alla classifica mondiale. Il resto della compagnia decisamente sottotono ad iniziare da Checa con l'errore clamoroso (da lui commesso) della scelta delle gomme per la seconda manches che lo ha di fatto tagliato fuori dalla gara. Nella prima gara Haslam e Badovini nell'ordine avevano la possibilità di fare vincere alla BMW la sua prima gara che invece hanno buttato nel prato, come il Team Kawasaki per non aver controllato un manicotto dell'acqua a Sykes che si è dovuto ritirare. Anche Melandri ci è apparso confuso più del solito (lo sarei anche io ad avere accanto la Manu ndr.) Strano anche il fine settimana di Max iniziato dall'errore di Venerdì quando è rimasto fuori dalla superpole e poi durante entrambe le manches, mai in partita con i primi se non per quel guizzo proprio sul suo compagno di squadra Laverty. Certo il tempo olandese non ha aiutato, però di errori se ne sono visti parecchi. E tra gli errori purtroppo c'è da segnalare l'ennesimo infortunio (speriamo non grave) questo giro toccato a McCormick, con una frattura alle vertebre senza però interessamento neurologico. Speriamo che al contrario del povero Lascorz, le cui notizie sono tragiche, il giovane canadese si riprenda al più presto, perchè il nostro sport già falcidiato da crisi e regolamenti strani, non sia vittima anche di una campagna denigratoria da parte di certa stampa, la quale scrive solo di noi a seguito di tragici fatti. Prossimo round Monza, in una delle piste più stupide al mondo, con la speranza che il bollettino medico, si dimentichi dei piloti infortunati alla prima variante, o come la definisco io, l'entrata dell'Esselunga.

martedì 10 aprile 2012

Sindrome comportamentale

Il primo round della moto GP è iniziato con la sindrome compartimentale, una dolorosa contrattura che ha "spento" Casey Stoner a 5 giri dalla fine permettendo a due coriacei Lorenzo e Pedrosa di finire davanti al re del Qatar. Questa è un pò in sintesi la prima gara della MotoGp iniziata da dove l'avevamo lasciata con il canguro mannaro a farla da padrone, problemi o no, e gli altri ad inseguire, come poi è stato per tutta la gara dove, tra le curve del tracciato desertico, solo Stoner poteva battere Stoner e così è stato. Certo il suo avversario più diretto è stato proprio quel Jorge Lorenzo che lo ha seguito per tutti i test invernali come lo ha fatto anche ieri anche quando il passo di gara di Stoner era troppo anche per lui. Bravo Jorge, duro e cattivo fino in fondo mai domo e con un ottima moto, forse la più equilibrata del lotto e bravo anche a Pedrosa (secondo) che ha saputo imparare dal suo connazionale e a risolvere i problemi della sua Honda. Il resto del gruppo a duelli isolati ad iniziare dal duello fratricida tra Dovizioso e Crutchlow con l'inglese più furbo dell'italiano a beffarlo sul traguardo. Interessante la bagarre a quattro tra (nell'ordine) Hayden, Bautista, Bradl e Barbera, tutti alle prese con un apprendistato che, speriamo, sfoci in tempi cronometrici più rapidi. Delusione totale per Ben Spies al suo terzo anno di MotoGp ancora lontano (se mai ci arriverà) a risultati degni di un pilota come lui. Le CRT non sono andate ne male ne bene. Non sono state doppiate e questo è un inizio, ma come si è visto, Edwars ha preso la coppa del primo degli ultimi e francamente mi sembra un pò innaturale. Comunque qualcosa va realmente fatto, perchè in Qatar erano solo in tre la davanti. Per il discorso Rossi-Ducati i risultati parlano da soli e sarebbe come sparare sulla croce rossa. C'è modo e modo di essere piloti, di essere campioni e di essere uomini. Valentino ha ampiamente dimostrato che con la moto giusta e pochi avversari si è fenomeni, ma senza la moto giusta (uguale agli altri) e con più avversari rimani un pilota forte ma non un fenomeno. Così è sempre stato per il motociclismo e a volte la fortuna è anche quella, Agostini docet.
Bella la Moto2 con una gara avvincente come sempre dove ha visto trionfare un ritrovato Marquez su un ottimo Iannone sempre nelle posizioni di testa sin da subito. Unico neo per il pilota spagnolo a mio avviso è il sorpasso decisivo su Luthi, un pò scorretto e tipico del giovane talento, che tende a buttare fuori gli avversari una volta superati. 
Nella neonata Moto3 (sound veramente brutto) una lieta notizia per i colori italiani, dove per metà gara ha regnato indisturbato Romano Fenati del Team Italia capitanato da Locatelli il quale, come recitava una nota pubblicità, ha fatto le cose per bene portando una novità con la speranza che duri. Il giovane ragazzo si è messo in mostra non per il secondo posto, ma per una condotta di gara matura dietro un ottimo Vinales, rimanendogli in scia per 4 giri per poi lasciarlo andare, lasciando comunque al terzo, Cortese, solo le briciole. 

domenica 1 aprile 2012

Imola è veramente Checa

Che dire? Da dove partire? Partirei da quel ragazzo che da 5 round a questa parte ha sbancato Imola con una bella guida e una bella moto. Checa è veramente stato insostenibile anche per un arrembante Sykes con una ritrovata verdona. Due manches fotocopia dove a cambiare sono stati i piloti dal quinto posto in su, con nuovi arrivi e nuove delusioni almeno per la prima tappa europea del mondiale SBK. Dunque Carlos Checa re di Imola mai nessuno come lui. Bravo Carlos, voleva vincere e lo ha fatto nel migliore dei modi regolando un coriaceo Sykes e un ottimo Haslam terzo in entrame le manches. La Ducati in mano allo spagnolo volava nei saliscendi del circuito del Santerno e ha fatto bene lo staff dirigenziale Ducati ad essere ai box. Per la Ducati un pò "vetusta" i 6 kg in più non sono sembrati un problema contro lo strapotere delle 4 cilindri, anzi. Se Aprilia vorrà vincere il mondiale dovrà trovare qualcosa in più per un Biaggi combattivo ma non abbastanza con una moto che sembrava più un cavallo imbizzarrito. Una volta passato in testa, Checa ha dettato un ritmo impressionante per gli avversari, guidando come se fosse su un tavolo da biliardo, collezionando nelle due manches solo una sbavatura alla variante alta. Il prossimo round è su un'altra pista guidata e gli avversari dovranno fare i conti con il nuovo capo classifica che ha mangiato 24 punti in sole due manches a Biaggi che in questo round ha forse avuto più problemi del previsto. Salgono dunque Checa, Sykes, Haslam, stazionario Biaggi, da rivedere un pò il resto ad iniziare da Melandri. Vorrei fare un plauso a Zanetti per la prima manche e a Giugliano nella seconda, due ragazzi emergenti con una bella guida e da tenere d'occhio. Mi dissocio completamente nel ritenere Canepa una risorsa del nostro motociclismo se non dal lato finanziario. Decade completamente la figura "romantica" del patron del Team Althea che alla domanda (finalmente diretta) di Vignando sulle polemiche australiane (diceva che Biaggi aveva una MotoGp) ha risposto balbettando, paventando incomprensioni, non riuscendo a mettere in piedi una frase di senso compiuto. Caro Genesio, queste sono le corse, queste sono le regole che non puoi non riconoscere quando perdi ma solo quando vinci. La tua motocicletta è un gioiello di tecnologia che paga solo nella prestazione assoluta ma come vedi iper performante con un pilota ed una squadra di alto livello, come dimostrano anche le prestazioni di Giugliano. Da cartellino giallo anche Guintoli che ha fatto un errore da dilettante imprimendo i 220 cv della sua Ducati nella terra e falciando il povero Davies. Honda ancora in alto mare come il Team Suzuki un pò troppo lontano dalla prestazione dell'anno scorso di Silverstone. Un mondiale comunque con tre fuggitivi racchiusi in sei punti alla ricerca di un altro outsider da affiancare a Sykes che, a mio avviso, pagherà qualcosa da metà campionato in poi. Belle comunque entrambe le gare con tanti sorpassi anche nelle retrovie che hanno divertito un ottimo pubblico accorso per la tre giorni.
Una nota positiva è lo studio del ritorno alle ruote di 17 pollici per il prossimo anno, facendo scendere (solo dal lato estetico) le Superbike un pò di più alle moto che si vedono in vetrina per la gioia dei loro proprietari.
Appuntamento dunque all'ex università della moto Assen, divenuta ora un liceo per la gioia di non si sa chi.

lunedì 27 febbraio 2012

Pirati ai confini del mondo

Difficile iniziare una stagione esaltante con la morte di un 17enne durante una gara di contorno a Philip Island. Eppure la dea bendata è passata anche di qui, con la sua fatalità, il caso, la sfortuna e si è presa il giovane Oscar McIntyre 18 mesi dopo la morte di un altro giovanissimo Peter Lenz a Indianapolis. Scritto così il post dovrebbe già finire, ma sono le corse, tanto affascinanti, spettacolari, ed anche sicure, e l'incidente non dovrebbe svegliare i soliti soloni che ci puntano sempre il dito contro, perchè anche in questo caso la fatalità ha compiuto il suo gioco, equiparabile ad un auto che buca un semaforo rosso o uno stop. Detto questo, in Australia, il reparto "geriatrico" della Superbike ci ha regalato una gara molto spettacolare e tecnica dove, se mai ce ne fosse stato bisogno, ci ha riconfermato due grandi campioni, Max e Checa, leoni a tal punto da mettere in sottotono i loro più giovani avversari. Bella la Superbike già dal via, con una griglia appagante anche per l'occhio, con 24 partenti di cui forse 4 o 5 "minori" ma con gli altri pronti a darsi battaglia per ogni posizione. Però la davanti sempre loro, i due piloti con la loro classe e grinta, senza se e senza ma come confermato da il Signor Checa che ha ammesso di essere caduto per la pressione di Max. Bravo Carlos, ora però lo dovresti spiegare anche al tuo patron che è un pò l'ora di finirla con la storia delle moto superiori o meno. Prima manches dunque dominata dal Corsaro il quale, una volta caduto Checa ha lasciato agli avversa soltanto le briciole. Briciole che come Pollicino, Marco Melandri le ha prese tutte arrivando ottimo secondo, il più alto ottenuto dalla BMW, e questo ci fa ben sperare per il proseguo della stagione. Si rivede Giuntolì sul gradino più basso del podio, seguito da un più convincente Sykes con un ottima Kawasaki. Bene Fabrizio, Giugliano e Zanetti e un plauso allo stoico Haslam fresco di anestesia alla gamba ma non al polso.
Discorso a parte per la seconda manches dove un lieve tamponamento di Biaggi sulla ruota posteriore di Sykes lo mette fuori gioco andando per prati alla prima curva e facendolo rientrare a 8 secondi dall'ultimo in classifica diventati 3 alla fine del primo giro. Con la temperatura più calda la testa della corsa inizia a girare 1.33 alto mentre Max inizia a stampare 33 basso recuperando 8 decimi a giro. Checa, non avendo più nel romano un riferimento si libera di REA e Sykes e prende la testa della corsa iniziando a girare anche lui in 33 basso (best lap 1.32.7). Ma è dietro che il Corsaro fa incetta di avversari, e non per una moto stratosferica, ma per una gestione delle gomme migliore rispetto a tutti, tanto che una volta ridosso al secondo (REA) lo passa girando un secondo e mezzo più forte mettendo il sigillo sulla seconda piazza con un impresa di altri tempi. Come di altri tempi l'abbraccio nel parco chiuso tra i due piloti, lontano da tutte le sterili polemiche, ma sincero e forse ricco di stima reciproca. 
Fuori dalla gara aleggiava il giallo Bayliss, il quale sarebbe voluto tornare a correre sia in Australia, sia a Imola con il Team Effembert, prontamente stoppato proprio dalla casa madre della quale lui è testimonial. Mah!... misteri della Ducati... (forse avevano finito i telai delle moto?).
Due personali note a margine della gara: mi è piaciuta molto la figura di Aligi Deganello accanto a Max e la conferma l'ho avuta sul podio quando Aligi stava per scendere e Max lo ha invitato ad ascoltare l'inno insieme a lui. Bravo Max un gesto che va oltre ogni parola.
Ieri in Australia ha vinto un pilota italiano su moto italiana (non in vendita), questo per ricordarlo ai giornalai... (l'avesse fatto un altro si sarebbe gridato al miracolo).

giovedì 23 febbraio 2012

Metti una sera a cena...

A me piace molto uscire la sera a cena. Anche se sono un casalingo, specialmente nei mesi invernali dove il freddo pizzica sulla pelle, una sera al ristorante è sempre gradita, occasione particolare per una serata tra amici o per un semplice tete-a-tete. Certo non amo quei posti affollati mangia e fuggi, con quel brusio in sottofondo che spesso è un vero e proprio rumore assordante, dove ci si va giusto per uscire. Lo so, detto così può sembrare snob, ma come dice sempre il mio amico Umberto, della Taverna del Bronzino, meglio una serata in un luogo ricercato al punto giusto sia nell'ambiente che nel gusto piuttosto che due o tre uscite in posti anonimi e massificati simboli di un gusto che non c'è più. Ieri sera sono stato in un nuovo ristorante dal nome affascinante, il Santo Graal, in una via del centro a Firenze. Posto finemente arredato con i classici mattoni rossi a vista, illuminazione ai tavoli dedicata, e sopratutto una musica decente di sottofondo. Fortuna per noi che siamo incappati in una serata vuota e abbiamo avuto modo di apprezzare quanto oggi non si tenta neanche di ricercare un pò nei ristoranti o pizzerie, quel sano contatto col "cameriere" preparato sopratutto sui vini, che ti accompagna nel viaggio dei sapori, facendoti sentire almeno per una sera un pò enologo anche tu. Questo è quello che noi dovremmo ricercare nei ristoranti più "in", non una spocchiosa nouvelle cousine con velati assaggi di cibo e pesanti prezzi alla fine, ma un giusto compromesso tra ottima qualità e cortesia, che ti permetta di alzarti da quel tavolo con la promessa che poi ci tornerai. E nonostante l'ottima cena, il jolly viene spesso giocato dal cameriere, figura fondamentale di una sera vissuta da protagonista. Certo non tutti hanno la possibilità di permettersi ristornati di nicchia, penso alle famiglie con bambini, ma è doveroso almeno per qualche volta ricercare posti dove il rumore del giorno viene finalmente assopito dal tintinnio di un bel bicchiere o dal profumo di un vino che il ristoratore ha cercato per la propria clientela. A tavola non si invecchia recita un vecchio adagio e allora vi inviterei per una volta a non invecchiare con il classico primo e pizza o pizzino, ma bensì davanti ad un bel tavolo con una bella bevanda e dell'ottimo cibo che rispetti la sacralità di una cena, vissuta assaggiando nuovi sapori presentati da quel ragazzo visto una volta ma amico di tutta la sera.

venerdì 20 gennaio 2012

Ritorno al passato

Purtroppo sempre più spesso mi trovo a fare conti con il...passato... E non è una frase del tipo "non ci sono più le mezze stagioni" ma una condizione che sistematicamente si presenta stando tra le gente. I ragazzi di oggi ad esempio utilizzano le battute dei film di "Amici miei" ma non perchè è un cult come vogliono farci credere, ma perchè negli ultimi 15 anni non abbiamo prodotto più niente. Nelle serate o feste alla fine si balla sempre YMCA e i salti maggiori si ottengono con la Disco anni 70/80. Io ho provato a farmi piacere il tempo che stiamo vivendo, ma non ci riesco. Non sono i nostri telefonini o i nostri computer a farci essere meglio di quelli che eravamo un volta, anzi... Il vintage sta tornando di moda in tutto anche tra chi non lo ha vissuto. Paradossalmente il passato è di tutti ma il presente no. Eppure il presente è un dono e sicuramente va vissuto nella sua pienezza in quanto vita attuale per tutti noi. Non so cosa sia giusto fare, ma al momento vivo il presente con gli echi del passato, e non pensando al mio giro vita e alla mia pelle liscia, ma sentendo quel rumore di fondo che oggi non sento più e che mi manca dannatamente. Eppure tutto ciò che mi circonda l'ho già fatto mio e non c'è cosa nuova che mi sorprenda perchè l'ho già assimilata. Ma ciò non toglie che rimpiango il gettone del telefono, o il suonare il campanello ad un amico. Oggi se non hai il navigatore per fare la strada che hai già fatto centinaia di volte non sei nessuno. Fondamentalmente sei solo un alienato che vuol sapere qual'è la sua posizione nel mondo in quel preciso istante. Forse una delle poche cose che accetto del presente è la miniaturizzazione delle cose. Interi archivi di libri o cassette in un solo box da 3 pollici e mezzo, l'appiattimento delle TV che erano ingombrantissime, e in parte Internet. In parte perchè come tutte le cose poi il suo uso si è notevolmente dilatato. Sicuramente se avessi una De Lorean modificata dal mio amico Doc Brown oggi apparirei il 20 gennaio 1984, sui banchi del liceo, pensando alle storie di Spazio 1999 oppure al futuro di 2001 Odissea nello spazio, e non penserei certamente al me del futuro come un patetico nostalgico degli anni che sto vivendo...

lunedì 7 novembre 2011

2011 Odissea nello spazio (motociclistico)


Difficile fare un post di chiusura quest'anno. La prematura scomparsa di Simoncelli ha aperto ferite mai chiuse che lacerano il nostro sport, delle quali tutti ne siamo consapevoli, ma ce ne rendiamo veramente conto quando si palesano davanti agli occhi. Il tributo a Marco reso ieri a Valencia contiene svariati significati ad iniziare dall'accoglienza del popolo spagnolo, severo con Marco fino a qualche tempo fa, a tutto il paddock che si è unito ne giro d'onore facendo rieccheggiare il rombo delle moto fino a "lassu". Però the show must go on cantava Freddie Mercury e lo avrebbe detto anche il Sic ("Diobò quanto siete lagnosi") scelgliendo il rumore al silenzio... e allora che rumore sia!
Campionati finiti, titoli assegnati, 125 e Capirossi andati in pensione ed un futuro piuttosto incerto, questo è stato il 2011 per il motociclismo su pista. Terol si porta a casa l'ultimo titolo della 125 due tempi che va in pensione dopo 62 anni (cosa dirà Brunetta) dopo un bel duello con lo sfidante più diretto Zarko il quale stona l'ultima gara consegnando il titolo allo spagnolo su di un piatto d'argento. Più entusiasmante la Moto2 con il testa a testa tra Bradl e Marquez per tutto il campionato. Il tedesco più solido e concreto in tutto l'arco della stagione. Lo spagnolo vince, perde, cade, si rialza, riuscendo anche a passare in testa al campionato per poi perderlo per i postumi di una caduta nel Gp della Malesia. Sicuramente entrambi sotto osservazione e in attesa di conferme, sia nel proseguo della Moto2 sia nel passaggio di categoria. Altalenante la pattuglia italiana con Iannone terzo alla fine, ma con numerosi vuoti di Corsi, Pasini, Corti. Pirro, nel "giorno della memoria" si toglie la soddisfazione di vincere la sua prima gara nel grande circus, guidato forse dallo spirito del Sic (ci piace pensarla così) regalando un sorriso in quello stesso box colpito dal lutto malese.
Stoner (per chi non se ne fosse accorto) ha strapazzato tutto e tutti creando un vuoto pneumatico che ha risucchiato anche sua "maestà" Valentino Rossi nel difficile compito di guidare "un motore" e non una moto. Come era successo per gli altri compagni di squadra del canguro mannaro, additati di essere dei fermi, Rossi ha fatto la stessa fine con l'aggravante di avere il soprannome del fenomeno. E vani sono stati i tentativi goffi del suo sciame "scusatorio" nel definire la Ducati una "moto di merda" (Cereghini). La Ducati è sempre stata così. Era Stoner che faceva la differenza! E lo sapeva bene Suppo quando ha visto che tutto lo staff si stava beando della bontà del mezzo mettendo in ombra l'unico artefice delle vittorie. In questo 2011 i cronisti ed ex piloti "intenditori" ci hanno fatto vivere una telenovela logorroica, ed invece di essere tutti in piedi sul divano ci hanno fatto stare tutti in piedi sul telaio! Va beh! contenti loro...
Confermato Jorge Lorenzo, bello e cattivo come sempre, secondo nel mondiale con una Yamaha e non con una Honda (secondo i soliti noti ieri Stoner ha vinto perchè aveva una Honda), anche lui sfortunato (Assen e Australia) ma sempre li a regalarci gare di classe (Mugello e Misano). Forse l'unico in grado di mettere in discussione il dominio di Stoner anche per l'anno prossimo. Chissà. Bene il Dovi, terzo nel mondiale, "sfrattato" dalla sua sella reo di essere meno carismatico del suo rivale di sempre Simoncelli, ma più concreto avendo sempre occupato la terza piazza nel mondiale (anche se a detta dei soliti non sembrava). Forse non un supertalento, ma un ottimo pilota che ha fatto della concretezza la sua arma vincente. Da qui il resto del gruppo ad iniziare da Pedrosa, gran bel manico ma costernato da i troppi "se" (se non fosse cascato a Le Mans?). Ben Spies ci deve ancora far vedere qualcosa di buono in gare "regolari" non in situazioni come quelle di ieri e Assen. Suzuki deve ancora confermare la sua presenza e a giorni si dovrà sciogliere il nodo Team LCR e Team Gresini, perchè paradossalmente in MotoGp ci sono più moto che piloti. Domani tutti di nuovo in pista per i test pre 2012 e con la nuova serie di Mediaset "Cento Telai".
Grazie ragazzi (SBK compresa) grazie Capirossi, e... grazie SuperSic!

venerdì 28 ottobre 2011

Giudicate voi!!!

Giudicate voi questo articolo apparso su La Repubblica qui. Giudicate il Sig G.Valentini per quello che ha scritto, perchè io francamente non ci riesco. Ci riesce molto bene Misterhelmet in questo video, ma a me riesce difficile. Difficile credere come un giornalista o presunto tale si possa abbassare ad una bieca e cieca ricostruzione dei fatti, inserendoci del peggior populismo, di una disciplina che esiste dall'alba dei tempi, non come motociclismo, ma come tutte quelle discipline atte a rischiare per poter dare un "sapore" diverso alla nostra vita terrena, quel sapore che poi sfocia nella competizione. Senza voler addentrarsi in percorsi filosofici posso dire che tutto ciò che ci circonda è rischio, ed anche forse l'eremita del Nepal ne è sottoposto se la valanga travolge la sua casa. E' la vita che scorre caro Valentini, quella stessa vita che tu neghi con la tua prosopopea, la tua saccenza di citazioni che riempiono la bocca dei tuoi lettori in giacca e cravatta, magari coi jeans e l'auto con 200 cv posteggiata fuori. La stessa vita che scorre anche negli indigeni che si gettano dalla torre legati ad un canapo per poter passare la pubertà e diventare uomini. Dimmi che fai nella vita caro Valentini e ti dimostrerò che anche quello che fai è pericoloso, o almeno comporta dei rischi. Voi la realtà virtuale? Sei un fan di Second Life o del cyber sesso? Occhio al tunnel carpale però, perchè il mouse fa anche questo effetto, ma non è detto che un computer sia nocivo. Rientra nella vita Valentini, respira, smetti di scrivere su Repubblica e ti accorgerai che fuori c'è un mondo bellissimo fatto del sorriso della mamma di Simoncelli "che celebrava la vittoria sulla morte di suo figlio" (c.costa). Si caro Valentini, Marco non ha tirato un estintore ad un carabiniere e poi è morto, Marco ha vissuto la sua vita, quella vita che lui aveva scelto insieme alla sua famiglia, ed il messaggio da lui trasmesso è che la vita va vissuta secondo le proprie aspirazioni, senza recare danno agli altri, anzi essendo di esempio per sacrificio e abnegazione per risultare il migliore. Quegli stessi sacrifici che oggi non vedi nelle scuole "okkupate" nelle manifestazioni violente e vandaliche, nei rave party dove si celebra la morte per assunzione di sostanze stupefacenti. E' quello l'esempio da seguire Valentini? Sono quelli i morti che possiamo permetterci? I 24 anni di Simoncelli hanno lo stesso valore di chi muore a 80 se quella vita è stata vissuta intensamente, volutamente, e niente avrebbe impedito quel corso. Ma Marco Simoncelli, Shoya Tomizawa, Daijiro Kato, Pierpaolo Pasolini, Jarno Saarinen, Ayrton Senna, Patrick de Gayardon, Fabio Casartelli e tantissimi altri rimangono nella storia e nel cuore di tutti noi che gli abbiamo amati e ci hanno trasmesso passione, forse quella stessa che avremmo voluto avere ma che non abbiamo mai fatto uscire, mentre tu rimarrai confinato negli articoli di un giornale, ricordato solo dagli zombie che la pensano come te.

domenica 23 ottobre 2011

Ciao Marco..


Ciao Marco! Solo questo posso dirti. Non ci sono parole, parole, parole, per commentare la morte di un pilota. Ogni persona di questo mondo quando si alza la mattina sa che la fuori c'è un rischio, e i piloti non ne sono immuni anzi, per la mia piccola esperienza di pilota, posso dire che in pista i rischi sono moooooooolto minori. Però anche li c'è il fato, il destino, quel grande disegno che l'onnipotente ha preservato per ognuno di noi e al quale non possiamo sottrarci. Sei andato via nella stessa maniera del povero Tomizawua, uguale all'incidente di Uncini ma con esiti diversi. Noi appassionati piangiamo la scomparsa di un ragazzo, figlio di genitori che oggi hanno avuto il triste destino di assistere a tutto ciò in diretta. E' la dura legge della vita, quella vita che tu stesso mettevi in gioco ogni domenica e alla quale avresti mai rinunciato. Ciao Marco, io ti saluto come un padre continuando a portare mio figlio alla pista delle minimoto anche se ha 8 anni. Non è per passione, ma per cercare di preservarlo quando avrà 14 anni e frequenterà la strada, motlo più pericolosa della pista. Andate letteralmente a fanculo tutti, anche gli addetti ai lavori, che tentano di trovare cause e giustificazioni per la morte di un pilota. Come lo fu per Senna, Marco è morto facendo quello che avrebbe voluto sempre fare anche al costo della vita. Paolo Liguori ha riassunto nel Pomeriggio Cinque quello che gli addetti ai lavori dovrebbero dire, ma che non dicono. Caro Cereghini il Sic è stato preso da Edwards nella schiena e da Rossi nel collo. Possiamo dirlo, non c'è niente di male. La disperazione di Valentino la dice tutta su quanto abbia cercato di evitare, ma il fato glielo ha impedito. Come lo fu per Redding e De Angelis l'anno scorso.
Zittitevi tutti bottegai e filistei e lasciamo al ricordo di questo nostro pilota che oggi non c'è più, deceduto nel tentativo di essere più veloce di altri ragazzi e questo ci deve e ci dovrà far riflettere, anche nell'educazione dei nostri figli.
Ciao Marco, Valencia è alle porte è già ci mancherai. Ci mancheranno le tue dichiarazioni e i tuoi errori, i tuoi capelli e le tue "minchiate". Il mio pensiero va a tuo padre Paolo, ma anche a Valentino, incolpevole protagonista delle tua fine. Se può servire caro Vale, hai tutta la mia solidarietà e questo dovrà essere di ulteriore stimolo per continuare a correre. E poi Fausto Gresini... Caro Fausto la sorte ti ha strappato un campione nel 2003 e un campione nel 2011 e credo che questo mini la resistenza anche del più forte degli uomini. Un abbraccio a tutti i ragazzi che ogni domenica di gara ci fanno divertire e che oggi piangono un loro amico.

lunedì 17 ottobre 2011

Buon compleanno campione!!!


Un anno fa Stoner strapazzava gli avversari in sella alla Ducati, ma sul podio il responsabile del team Ducati Wolverine-Guareschi già flertava con il suo futuro pilota Rossi, dimenticandosi del suo pilota che aveva conquistato la vittoria. Dopo un anno esatto Casey Stoner ha definitivamente chiuso i 4 anni con la Ducati, iniziati con il titolo mondiale, seguiti da una sequela impressionante di vittorie (è il Re della 800) ma anche di brutte accuse sulla tenuta psicologica e bravura alla guida di una moto. In realtà l'australiano ci ha fatto vedere che la Ducati è una moto da duri, una moto da piloti veri, quelli di pochi discorsi ma di tanto gas. Stoner ha chiuso un ciclo lasciando nella melma più totale anche sua maestà Rossi, caduto già 11 volte quest'anno, per cercare di arrivare primo dei normali. Forse nella sua maglietta celebrativa non c'è la guasconeria di altri piloti, solo la sobrietà di un campione vero che disegna traiettorie e controsterzi come nessun altro. E' sicuramente poco personaggio, con la testa al suo nuovo tir per portare il bestiame nella sua terra australiana. La cosa che più dispiace è che forse smetterà presto di correre, ma questo sarà solo il futuro a dircelo. Buon compleanno dunque Casey e bentornato campione insieme alla tua fantastica squadra (italiana per buona parte)!
A parte le immagini della pista, la gara di Phillip Island oltre che noiosa è stata anche falcidiata dalla sfortuna del rivale di Stoner, quell'ottimo Lorenzo che le ha tentate di tutte per contrastare l'australiano. Ci dispiace vederlo a terra, perchè lo spagnolo è un degno avversario e un bel protagonista delle corse. Anche Spies è rimasto ai box per una brutta caduta e alla fine la gara si è conclusa con solo 7 piloti al traguardo. Questo la dice lunga sullo stato del motociclismo serie prototipi, una serie con un futuro alquanto nebuloso sperando nei prossimi mesi per un chiarimento tra le forze in campo. Avvincente come sempre la Moto2 con uno scatenato Marquez che parte in ultima posizione ed arriva terzo davanti ad un distratto Bradl e ad un eterno incompiuto De Angelis. Sulla carta sembra che lo spagnolo faccia il bello e il cattivo tempo, quindi non resta che sperare in un ritorno del tedesco nelle ultime due gare.
Nella terra portoghese si è chiusa l'ultima puntata del mondiale Superbike dove la notizia più interessante, oltre alla gara, è stata la riconferma di Checa sulla Ducati nel Team Althea. Francamente mi sarebbe piaciuto che Carlos mandasse a quel paese la casa di Borgo Panigale, troppo impegnata a costruire nuovi telai per Valentino Rossi, ma per fortuna qualcuno ha fatto girare i neuroni accorgendosi di avere tra le mani un pilota e una moto vincente, che se avesse corso in Australia sarebbe andato più forte della Ducati MotoGp. La gara portoghese ci ha restituito un motivato Biaggi con una bella scritta sul casco "Arrivederci al 2012", e un Melandri che porta in sua dote in BMW l'ultima vittoria stagionale. Il mercato ancora freme e le pedine da sistemare sono ancora molte, ad iniziare da Francesco Batta, signore indiscusso della superbike, ma anche per altri piloti e marche. Sembra che la Superbike al momento goda più di ottima salute e prospettive, ma l'inverno è lungo...

domenica 2 ottobre 2011

Radiazioni e baguette

Altro fine settimana mondiale che ci ha diviso tra MotoGp, la mattina, e Superbike nel pomeriggio. Prima di analizzare le gare però una breve considerazione per tutto quello che è stato detto in merito alla "pericolosa" trasferta giapponese. Indubbiamente ha ragione Ernesto Emmi quando in un suo recente articolo si domanda qual'è il valore, in termini di solidarietà, apportato dal motomondiale alle popolazioni colpite dal terremoto e la conseguente catastrofe nucleare. Per il nostro sport il Giappone rappresenta la "fabbrica" dei mezzi che tanto ci piace veder correre e, viste anche le condizioni della pista e di tutto l'interland rimaneva da quantificare solo il problema radiazioni. Numerose sono state le missioni da parte di tecnici per la valutazione del rischio, ultime quelle dei due ingegneri assoldati dalla Ducati che hanno escluso al 100% un problema radiazioni paragonandolo a quello subito dai passeggeri sui voli intercontinentali o a quelle emesse dai Sanpietrini romani a forte contenuto di Torio. La domanda allora sorge spontanea: a chi è servita questa pseudo polemica? Hanno così sbagliato i piloti a non fare cartello o si sono dimostrati più analitici (Lorenzo a parte che ha fatto la doccia con l'Evian) dei meccanici o dei giornalisti (Mediaset è rimasta a casa)? Radiazioni a parte le corse ci hanno regalato spunti interessanti partendo dalla 125 dove finalmente il vincitore è stato Zarko, l'eterno secondo (quest'anno) che è riuscito a rintuzzare qualche punto al capo classifica Terol. In Moto2 invece è riuscito l'aggancio ed il sorpasso di Marquez ai danni di Bradl in una gara dominata da Iannone con una moto che ha fatto i capricci in due occasioni, ma che non ha impedito al pilota di Vasto di imporsi sullo spagnolo che adesso guida la classifica con un punto di margine sul tedesco. La MotoGp ha avuto altri esiti, un pò spettacolare nelle prime battute, ma soporifera poi se non per il solito duello tra Simoncelli e Dovizioso nell'ordine di arrivo. Vince Pedrosa che è riuscito a tenere a distanza un rinunciatario Lorenzo dopo che, il suo rivale Stoner, ha avuto un problema tecnico (abbandonato dai freni per una frazione di secondo a 300 km/h!!!) e non è riuscito a prendere la testa della gara e riportare lo svantaggio sotto i 40 punti, che a tre gare dalla fine sono tanti considerato il valore dell'australiano. Patatrack! di Rossi alla seconda curva, quando nel tentativo di voler passare Spies si è trovato Lorenzo sulla sinistra e nulla ha potuto per evitare la caduta in un fine settimana ancora ricco di incertezze. A rendere meno noiosa la corsa ci ha pensato la direzione gara che ha visto (giustamente) muoversi in anticipo alla partenza Dovizioso, Simoncelli e Crutchclow penalizzati successivamente con il drive throught. Penoso, al limite del grottesco il commento di Reggiani e Meda, come anche Fuorigiri dei soliti noti scusatori...
Per una Ducati che cade una che vince dall'altra parte nel mondo, in Francia a Magny Course, dove un sensazionale Carlos Checa si è aggiudicato due manches piegando gli avversari, Melandri in primis. Per il titolo mancava veramente un nulla, ma lo spagnolo lo ha fortemente voluto e lo ha conquistato nel migliore dei modi. Pesa l'assenza di Max Biaggi, non per il titolo, ma per la bagarre in gara, sopperita un pò da tutti gli altri ad iniziare dal già citato Melandri, Haslam, Camier, Rea (sfortunato) Laverty, Haga. Mondiale che si agita nel mercato e che nonostante tutto si prospetta ancora una volta interessante, con la speranza di trovare la quadratura del cerchio anche per i futuri regolamenti.

martedì 27 settembre 2011

One Carlos


Avrei dovuto aspettare la gara di Magny Course per celebrare il primo titolo mondiale di un veterano delle corse qual'è Carlos Checa, ma anche se la matematica non lo vede già campione allo spagnolo basterebbe partire anche a piedi il prossimo GP per vincere questo titolo che mancava alla sua lunga carriera. Onore dunque al nuovo campione del Mondo Superbike 2011, un bravo pilota che vanta la presenza in tutte le classi ad iniziare dal lontano 1993. Checa è campione del mondo nell'anno più strano della Ducati, ritiratasi ufficialmente dalle competizioni per poi riapparire con parte del suo staff nel Team Althea di Giancarlo Bevilacqua dando così quella linfa vitale per poter portare a casa il titolo (doveva essere come il Team Liberty poi però le cose sono andate diversamente...). Bravo Carlos, il primo re di Spagna di quest'anno, con un campionato dominato a suon di vittorie e gare intelligenti (BRNO in primis), piegando il suo rivale più ostico, Max Biaggi, al quale si è aggiunto un rookie di lusso, quel Marco Melandri che ha ritrovato in questo ambiente la voglia di vincere e comunque stare al vertice. I primi elogi sono arrivati proprio dal campione romano che ha dovuto gettare la spugna per un banalissimo incidente che lo ha costretto al forfait di due GP se non tre. Usando le sue parole, tutto ha girato per il verso giusto per lo spagnolo, ad iniziare anche da quel binomio tanto discusso (dagli altri) Ducati-Pirelli che in mano a Checa ha costituito un'arma vincente. Adesso non resta che godersi le ultime due gare di Francia e Portogallo, con il ritorno di Max (speriamo) e le nuove voci di mercato su tutti, perchè nonostante tutto il campionato del mondo Superbike è ancora una prelibatezza per gli appassionati che hanno gremito in 78.000 (Sanchini docet) le colline dell'Autodromo di Imola.

domenica 18 settembre 2011

La prova del nove


Articolo politicamente scorretto, ma dato che nessuno mi paga per scrivere quello che penso, posso giungere a delle conclusioni che a molti piaceranno e ad altri no. Un anno fa sul circuito di Aragon, Casey Stoner, chiedendo un forcellone più lungo alla Ducati, fece la pole position e vinse la gara mani basse andando finendo la gara un secondo prima rispetto a quest'anno!!!. Quest'anno, Valentino Rossi, il Dottore, il fenomeno di Tavullia, chiedendo una moto nuova, ha fatto il tredicesimo tempo in prova e il decimo in gara girando persino più piano dell'anno scorso (vedendo anche che va di moda confrontarsi con i tempi passati). A tutti quelli che nel 2007 gridavano allo scandalo della netta superiorità Ducati e quindi di Stoner, a tutti quelli che dicevano “ah, ce l'avesse Valentino...” rispondo che Stoner a parità di moto è superiore al Sig.Rossi. E non lo dico io, lo dicono le statistiche, i numeri... Oggi Stoner ha dimostrato che il sorpasso a Laguna Seca è stato solo un furto ai danni di un pilota forte ed onesto, il quale ha come unico obiettivo vincere le gare e magari anche i mondiali. Sono sempre meno adesso i tifosi di Rossi il quale che non sa più che pesci prendere senza un mezzo competitivo. Domani leggerò gli articoli dei giornalai che fino a due settimane fa davano per “bollito” l'australiano, relegandolo a pilota debole, con dei grossi problemi a gestire la pressione. Cari giornalai, poco esperti di corse e parecchio tifosi, Aragon ci ha suggerito ancora una volta che le corse in moto quest'anno le gestiscono solo tre piloti: il resto della compagnia veloci comparse sempre osannate più del loro merito. Aragon ci ha ridato un Pedrosa secondo, forse non forte come il suo compagno di squadra, ma sempre sul podio a lottare. Aragon ci ha dato ancora una volta Lorenzo, un altro gran bel pilota che parla poco ma va parecchio. Valentino se non cambierà la sua strategia (a 13 milioni d'euro l'anno la vedo dura) macchierà di non poco la sua carriera di pilota forte e vincente e i suoi poster saranno sempre accanto a quelli delle squadre di calcio, ma non nelle bacheche dei veri appassionati di questo sport. La Cenerentola Ducati dovrà spendere parecchi soldi per far andare le sue motociclette e sommati a quelli percepiti da Rossi non la pongono in una condizione ideale considerata anche la crisi economica mondiale. Chissà come se la starà ridendo Livio Suppo che anticipatamente aveva già capito l'andazzo della gestione delle corse, ed ha pensato bene di andare in Honda e portarsi uno dei piloti più forti. Quindi per dirla con le parole del Conte Mascetti, “fate largo bottegai e filistei” e lasciate le corse ai piloti ed ai loro vincitori, qualunque bandiera essi sventolino. Un ciao anche a Loris Capirossi il quale, dopo l'esperienza “sperimentale” con Suzuki ci lascia tristemente senza risultati e con un tamponamento al povero Elias che fino allora era ancora in gara.

Detto questo, gran week end anche la Moto 2 che ci ha regalato una bella bagarre tra diversi piloti tra i quali anche due italiani, Iannone e Corsi (De Angelis è di San Marino!!!) che sono arrivati secondo e terzo dietro un divertito Marquez che ha un po' giocato con loro prima di andarsene. Ora il distacco dal tedesco Bradl è di solo 6 punti e staremo a vedere se il tedesco (cosa che io spero perché è un ottimo pilota) riuscirà a riallungare o a subire la superiorità di un futuro campione. Chissà... Adesso tutti a Motegi in un gran premio molto discusso causa i disastri del terremoto, ma sicuramente una bella puntura di solidarietà ad una nazione ad alla sua gente.

martedì 13 settembre 2011

Impressioni di Settembre


Round interessante quello di Domenica 5 Settembre sia per il Motomondiale sia per il Mondiale Superbike, entrambi i campionati ci hanno dato spunti interessanti di riflessione in un momento di accordi, empasse, e fiumi di parole. La 125 ha confermato l’ottimo momento di forma di Terol che aveva perso un po’ di smalto subito recuperato con due vittorie che gli hanno permesso di fare un bel balzo in avanti nei confronti di un rassegnato secondo Zarko. Ma la nota più importante è il 14° posto di Morciano primo di una pattuglia di italiani che anni fa dominava le scene ed oggi stenta a trovare gli eredi di Rossi, Capirossi e Biaggi.

Nella Moto2 altra stoccata dello spagnolo Marquez sempre più protagonista di questo campionato insieme però ad un coriaceo Bradl che non ha mai mollato la presa e che sicuramente tornerà sul gradino più alto del podio quanto prima. Altalenante la stagione di Iannone che comunque ha confermato (meno male) la sua presenza in questa categoria anche qui avara di italiani.

In MotoGp abbiamo assistito ad una gara noiosa all’apparenza con niente di nuovo per i tifosi, ma ricca di spunti per gli appassionati, magistralmente descritta anche da Pernat qui. Se mai ce ne fosse stato bisogno Lorenzo conferma tutta la sua cattiveria e bravura alla guida di un ottima moto, forse la più completa del lotto, che nelle sue mani diventa un arma micidiale. E’ però il maiorchino a fare la differenza considerando il sesto posto di Spies. Secondo Pedrosa con un accenno di polemica nei confronti di Stoner “reo” di guidare una moto sviluppata da lui tanto che in gara lo passa senza troppi complimenti nel curvone in piena velocità con un bel sorpasso da “pelo”. Ancora una volta la dimostrazione che senza lo stop di Le Mans sarebbe stato della partita. Terzo uno “sfiancato” Stoner (se quando è stanco arriva terzo…) che ha palesemente ammesso il suo calo fisico scusandosi con il suo team. Credo che questa ammissione lo faccia diventare ancora più grande e rispettato e comunque, a differenza della solita stampa italiana che non lo vede di buon occhio, ha sempre 34 punti di vantaggio sul secondo nel mondiale. Quarto e quinto Simoncelli e Dovizioso forse la giusta posizione per due piloti che dispongono dello stesso materiale di Stoner e Pedrosa ma che non sanno mai ruggire quando la pattuglia dei fenomeni è al completo. Rossi settimo, nei primi quando il capofila Lorenzo studiava la pista umidiccia girando un secondo e mezzo più piano, settimo (primo delle Ducati!) quando il resto della compagnia decide di dare gas.

Extra gara da annotare i pensieri di Preziosi al quale piacerebbe che Stoner provasse il Ducati, un telaio nero ad avvolgere la GP12 al Mugello, un ripensamento sulla filosofia Ducati nel fare le moto da corsa e un pilota pagato il giusto che vince nel mondiale Superbike… (Valentino non costa solo 13 milioni d’euro l’anno…).

Già il Superbike… Il banale incidente occorso a Max Biaggi in prova e lo sfortunato ritiro dalla gara la domenica ha rimarcato quanto ancora può dare un personaggio del suo calibro alle corse. E’ vero che Checa avrebbe vinto il mondiale, ma la mancanza del Corsaro, con tutto il rispetto per l’ottimo Melandri, ha un po’ chiuso l’interesse per le restanti gare, tanto è il vantaggio di Carlos sull’ora secondo Melandri. Checa sarà il vincitore del mondiale 2011 e noi appassionati glielo auguriamo di cuore perché è sempre stato un bel pilota ed una brava persona. Ci piacerebbe giore anche per il Team Althea o almeno per quella parte non Ducati ufficiale ma privata, comunque un bel riconoscimento per un signore del calibro di Bevilacqua. Speriamo per sorti positive anche per un altro signore in cerca di moto per l’anno prossimo, quel Francesco Batta e signora che tanto hanno dato a questo sport e tanto “avrebbero” ancora da dare. Settembre ci lascia con l’arrivo di Aragon e Imola con la speranza di un futuro migliore per i colori italiani.

lunedì 29 agosto 2011

L'uragano Casey


Con le tempeste tropicali e gli uragani quest’anno gli americani sono arrivati alla lettera I, ma ieri a Indianapolis sono dovuti ripartire dalla lettera C come Casey, un uragano australiano che si è abbattuto sul motomondiale spettinando diverse persone e non solo in pista. Sulle anomalie della strana riasfaltatura del tracciato, Stoner ha impresso la sua legge, le legge di un fuoriclasse a posto con tutto e con tutti soprattutto con la sua moto, capace di assecondare il polso destro e farlo danzare sulle piste. Quello stesso polso che più volte ha portato in vetta la Ducati che ieri ha arrancato con il suo pilota più forte messo dietro anche da De Puniet. L’asfalto era scivoloso per tutti e sono le condizioni critiche a far valere anche il pilota, se pensiamo che Dovizioso ha fatto il suo best lap all’ultimo giro. Comunque vada questo mondiale Stoner ci ha fatto vedere quali sono i reali valori in campo, chi è il fenomeno e chi no, chi guida sopra i problemi e chi non riesce a ricavare un ragno dal buco. La fotografia di questi ultimi anni l’ha fatta Pernat Sabato in telecronaca: Stoner il più veloce, Lorenzo il più cattivo, Rossi il più furbo, purtroppo per lui non è con la furbizia che si guidano le moto. Gara strana quella di ieri, con la debacle Ducati e l’annichilimento di Simoncelli che guidava la moto che poi ha fatto il primo ed il secondo posto. Bravo Pedrosa che non ha mai mollato comunque, piacevole Spies terzo, quarto un coriaceo Lorenzo, quinto un attendista Dovizioso e sesto un cazzuto Bautista con la Suzuki. Tutto il resto sono solo parole. A me dispiace dover avere dell’acredine nei confronti della nostra bandiera motociclistica, ma troppe, tante sono state le verità non dette su Valentino. Troppo il fango gettato su Biaggi all’epoca, ridicole le accuse della falsa malattia di Stoner… Oggi con il problema Motegi viene fuori che chi non stà dalla parte del datore di lavoro è fuori come scrive Ernesto Emmi qui, mentre che nelle vittorie Ducati non era la moto a vincere ma bensì il suo pilota che guidava continuamente sopra i problemi. Un po’ di uragano si è abbattuto anche nella cabina dei commentatori dove, la mancanza di Reggiani, ha favorito l’ingresso di Pernat il Sabato, Locatelli, Zamagni, e Cecchinello la Domenica. Finalmente telecronache poco orgasmiche e più notizie su tutti evitando quelle genuflessioni che poco hanno a che fare con i piloti. Tra una settimana ci sarà Misano un anno dopo la morte di Tomizauwa e dopo gli stupidi fischi a Lorenzo. Io mi auguro sempre delle bellissime gare e che vinca il migliore…