lunedì 28 aprile 2014

Tango argentino, SBK Assen, Motogp Argentina 2014

Per una volta dedichiamo la vittoria per le gare più belle al circus della MotoGp. Sinceramente ad Assen, complice il tempo, non si sono viste gare troppo interessanti rispetto allo standard SBK. La pioggia, le condizioni della pista non hanno favorito il solito spettacolo e ci hanno regalato due manches zoppe. La prima conclusa con la vittoria di Guintoli che ha capitalizzato il vantaggio iniziale su un arrembante Sykes. Poi  la rottura del motore della EBR (moto nuova) ha sancito la fine delle ostilità suggerendo alla direzione gara di chiudere la gara in anticipo. Alla domanda se Sykes avrebbe preso Giuntoli ha forse risposto l'onesto francese con un sorrisino malizioso che comunque non gli ha negato il primo posto davanti a Sykes e Rea.Nella seconda manche durata solo 10 giri, dopo una prima partenza interrotta per la troppa acqua in pista (su decisione di uno sportivissimo Guintoli che era in testa), Rea ha trionfato sulla pista di casa dopo che Guintoli si è sdraiato alla chicane prima del rettilineo. Sul podio con lui anche Lowes autore di una bella rimonta e Giugliano autore di una gara più inteligente rispetto alla prima, dove nelle prime fasi ha pensato bene di cadere, colpa un errore di eccessiva foga. L'italiano è bravo e veloce ma dovrebbe usare un pò più la testa insieme al polso destro. Da segnalare il fine settimana incolore di Melandri al contrario del suo compagno di squadra che, nonostante la caduta in gara 2 è riuscito ad arrivare 9 dalla 18 posizione. Nella 600 Supersport assolo dell'idolo di casa VD Mark davanti ad un intelligente Marino e un ottimo Clusel che ha regolato il nostro Zorro Zanetti quarto. Ancora a zero punti Soufoglu tradito dal cambio della sua Kawasaki. 
Dall'altra parte del mondo, in differita per me, si correva il Motomondiale aperto con una bellissima gara in Moto3 vinta, dopo una furibonda battaglia, dal nostro Fenati che si conferma maturato e aggressivo. La gara si è svolta su un bel duello tra lui, Miller e Vasquez con l'arrivo di Marquez alla fine. Ed è proprio lo spagnolo con un sorpasso garibaldino alla penultima curva che lancia Fenati contro Miller di fatto aprendogli la strada verso la vittoria. La direzione gara poi sancirà di un punto sulla patente a Fenati, sinceramente una scelta discutibile a meno che la stessa sanzione non fosse stata data anche a Marquez. Pregevole l'atteggiamento di Miller (quarto) che ha contenuto la delusione in maniera sportiva senza troppe polemiche.
Nella Moto2 trionfa un sempre più protagonista Rabat a suo agio con il team che fu di Redding, vincendo la gara in testa dal primo all'ultimo giro. Secondo Simeon e terzo Salom. Gara da incorniciare per Aegherter partito dal fondo che a regolato un ottimo Corsi all'ultima curva. 
La MotoGp è stata meno soporifera del solito con una partenza che ha un pò rimescolato le carte in tavola relegando i due piloti Honda ai margini del quinto e sesto posto. In testa si è rivisto Lorenzo che ci è rimasto per metà gara. Alla fine del primo giro mega sorpassone collettivo che ha dato un pò di fiducia a tutti ad iniziare da Iannone e Dovizioso che hanno tenuto la seconda piazza (avvicendandosi) per parecchi giri. Da li in poi duelli nelle retrovie tra Bradl e Rossi. Entrambi alla staccata del lungo rettilineo finiscono lunghi favorendo il ritorno di Pedrosa. A metà gara Marquez decide di salutare anche Lorenzo dopo averlo seguito dando una dimostrazione di forza e superiorità che fa del ragazzo l'autentico fenomeno cristallino di rara bellezza. Lorenzo cede il passo poi anche a Pedrosa autore di una gara accorta. Purtroppo per lui si è trovato ancora una volta come compagno un marziano. Lorenzo terzo e felice come lo dimostra anche al parco chiuso. Quarto Rossi autore della più bella gara dal suo ritorno in Yamaha, lasciando sperare qualcosa in più rispetto all'anno scorso. Dovizioso dopo un ottimo avvio ha perduto il treno giungendo nono. Bella invece la gara di Iannone sesto che a tratti mi ha ricordato Simoncelli. Brutto ancora una volta il commento, e perplesse lasciano anche le dichiarazioni a fine gara. Ma sinceramente per noi appassionati parlano le piste e non i giornalai.

mercoledì 16 aprile 2014

Ed è subito....scena!

Difficile spiegare la sensazione che si prova quando un sipario si apre... Il fruscio della tenda che sfrega sul legno, l'aria smossa dal grande drappo, le due "arie" che si fondono...quella del pubblico e quella della scena. Una volta aperto hai solo qualche secondo prima di poter entrare, e in quel secondo non ricordi più nulla. Eppure entri perchè in sala attendono solo te, hanno pagato per farlo e tu hai sudato le proverbiali sette camicie per essere li. Una luce frontale cade a pioggia sulla tua figura, celando gli occhi severi del pubblico, che in questo momento potrebbero intimorirti. Ma sei già dentro e vorresti bere un litro d'acqua, come se quei 4 metri tra la quinta e il fronte del palco fossero 10.000!!! Qualsiasi cosa tu faccia, canto o recitazione, la storia è sempre quella. Con una battuta o con un espressione cerchi avido il primo timido applauso che ti garantirebbe quella tranquillità tipica di chi sta facendo una buona cosa. A volte arriva a volte no... Il cuore non smette di battere nel collo, ma ormai hai acceso la miccia e indietro non si torna...
Ancora una volta sono dentro un teatro e l'osservare il palco da spettatore mi fa tornare in mente quelle sensazioni uniche che si provano stando "là". La magia delle luci che inebriano l'attore, anche un uomo o donna di non alta statura su un palco diventano "giganti". Chissà cosa proveranno i grandi artisti di fronte alle loro platee, di fronte a quelle migliaia di persone che di li a poco gli regaleranno il più bel regalo per un artista: l'applauso!
Per noi comuni artisti senza nome rimangono le illusioni appese a quel drappo che scorre via, quella gioia che culmina dopo mesi di sacrifici, per quel nostro momento, ahimè, cosi raro ma...così vivo!!!

lunedì 14 aprile 2014

Gioie e dolori. Aragon, Misano, Austin 2014

E' inutile guardare fuori dalla finestra e domandarci perchè. E' semplicemente destino. Una volta la mortalità nelle motociclette era altissima, basti pensare ai circuiti stradali. Oggi nelle competizioni questa percentuale è quasi vicina allo zero, e l'unica variabile, non prevedibile, sono proprio le morti per investimento. E' successo anche ieri in una gara minore dove un ragazzo ha perso la vita come in un film già visto diverse volte, investito da altri ragazzi in un giorno di festa e passione. Ironia della sorte è successo proprio nel circuito Marco Simoncelli anche lui vittima del destino. Oggi noi piloti abbiamo un altro angelo a vegliare su di noi, perchè è questo che ci piace credere. Ciao Emanuele saluta i ragazzi.

La Domenica di gare, la prima senza la MotoGp in chiaro (almeno per me) è trascorsa iniziando dalla SBK con due belle manches che hanno sancito il ritorno di Tom Sykes alla vittoria con una splendida doppietta sia di lui che del suo compagno di squadra Baz. Ieri le verdone l'hanno fatta da padrone mostrando i muscoli e delineando già una prima fisionomia al mondiale. Per gli altri solo le briciole. Da un ritrovato Rea terzo nella prima manches ad uno "strano" Melandri (terzo) nella seconda. Sinceramente non ho mai capito l'atteggiamento del ravennate, sopratutto ad Aragon dove al rampino in fondo al rettilineo ne ha sempre combinate di cotte e di crude (vedi il duello con Biaggi). Giugliano invece ha mostrato ancora una volta grinta e la Ducati sembra aver imboccato la strada giusta verso la vetta. L'errore in gara 1 non deve trarre in inganno, anche se un pò di colpa ce l'ha, però l'ultimo giro e l'ultima curva sono ottime motivazioni. Grigia anche la prova di Guintoli, mai in gara per il podio (6° e 4°). Il buon momento Ducati arriva anche da Davies (4° e caduto) mentre da decifrare la gara di Laverty autore di due belle rimonte. Da segnalare l'ottimo avvio di Bimota anche se senza punti mondiali. Nelle EVO Camier si toglie una piccola soddisfazione come sostituto di Barrier in gara 1 mentre Salom batte la concorrenza in gara 2. Nella 600 Supersport trionfa per la prima volta quest'anno Soufoglu dopo una gara meno arrembante del solito ma più accorta dietro Couglan e Cluzel che se le sono date di santa ragione fino all'errore del francese. Con lui Van de Mark secondo e Marino terzo. Bravo Zanetti quarto autore di una gara attenta.
In differita dall'altra parte del mondo, quando oramai il sonno iniziava a prevalere, mi sono guardato le gare del motomondiale (tranne la Moto2). Contento di non aver pagato SKY per delle gare quasi piacevoli (bella la Moto3, strana la MotoGp) ma sopratutto per un commento inascoltabile da far rimpiangere (quasi) Guido Meda, il che è tutto dire. Inizierei dalla maiuscola prestazione di Jack Miller vera rivelazione (io l'avevo già detto in tempi non sospetti) della Moto3 che ha tenuto a bada un nuvolo di scatenanti ad iniziare da uno "strano" Fenati, super euforico alla fine (?) e un Vasquez a posto con una Honda ritrovata. Gara a 4 fino all'ultimo giro quando Marquez ha pensato bene di buttare alle ortiche il tutto. L'inno spagnolo non è dunque suonato in Moto3 ma si è preso tutta la scena in MotoGp dove Marquez ha definitivamente messo il sigillo sulla sua grandezza. Contrariamente ai giornalai che scrivono titoloni per vendere, un pilota, un talento, un fenomeno lo si vede col tempo, non se fa un sorpasso o vince una gara ne tantomeno un mondiale. Sia in Qatar che ieri il ragazzo ha chiuso il mondiale dell'anno scorso con due prestazioni maiuscole degne di tali appellativi, come appunto vero talento e fenomeno. Non si vince una gara in solitario con 5 secondi di vantaggio per caso. Visti i risultati della compagine il rischio è che Marc uccida questo mondiale prima del tempo, ma non per mancanza di avversari (com'è successo ad altri in passato), ma per una supremazia imbarazzante. L'eterno secondo (Pedrosa) lo ha seguito e di più non poteva fare. Ci ha provato Lorenzo che ha pensato bene di partire qualche secondo prima di tutti ma si sa che i regolamenti non lo permettono. Da lodare invece la gara di Dovizioso e della Ducati degni di tutti gli appellativi sempre riservati ad altri. Moto italiana, pilota italiano, terzo, sull'asciutto dopo ottimi sorpassi. Dovizioso ha "sfruttato" la scia di Iannone che è stato terzo per metà gara fino ad un calo, ha combattuto con un ottimo Bradl ed ha regalato il primo podio vero alla Ducati e a Dall'Igna. Bello anche il duello tra Bradl e Smith degno anche quello di qualche appellativo in più. 
Voto basso, bassissimo a Capirossi e compagnia con una telecronaca votata al più bieco servilismo che rasenta la prostituzione. Voto basso anche alla DORNA per permettere alle moto di affrontare rampini quali quello di ARAGON, Monza e Magny Course. Gli Stop and Go servono per le auto non per le moto!!!!

lunedì 7 aprile 2014

Sembra ieri

Non so se ci avete fatto caso ma passiamo una vita a collezionare filmini e foto della nostra vita. Non è che siamo sempre con la macchina fotografica in mano, oggi anche col telefono, ma la tecnologia e i dispositivi di memorizzazione ci hanno permesso cose che fino a poco tempo fa erano inimmaginabili. Giusto ieri mi sono dedicato allo sbobinamento di vecchi film in Super 8, quelli con la pellicola, quelli del proiettore tanto agognato da nostro padre, comprato con non pochi sacrifici per riprendere i momenti della nostra vita. In un attimo rivedi il passato, il tuo passato, quello dei tuoi genitori, dei nonni che non ci sono più, delle vecchie auto, di posti oggi cambiati. Un ragazzo sui 14 anni che fa dei versi strambi, che poi li ripete anche adesso alla soglia dei 50 anni. Sembrava che il futuro fosse così lontano da non immaginare neanche che oggi saremo stati qui a guardare questa finestra temporale sul nostro passato. E se ci fossimo veramente visti, cosa ci avremmo suggerito, che consigli possiamo dare oggi al noi di ieri? Di stare più attenti a quell'incrocio nel 1985 dove la Piancaldini Dina ti ha portato via 10 ore della tua vita? O forse di scegliere meglio le compagnie? Di accettare quel lavoro? I rimpianti col senno di poi non portano a niente...o forse si... Fatto sta che quelle immagini così lontane nel tempo sembrano girate ieri fino a farti porre l'interrogativo: "ma cosa ho fatto tutto questo tempo?". Ti risvegli quando tuo figlio ti vede nel filmato ed esclama: "Babbo com'eri giovane!!!". Sono giovane ancora in un certo senso anche se dolorini vari sparsi per tutto il corpo indicano di no. Per un attimo il tempo si ferma sospeso tra i due spazi temporali e un ondata di ricordi ti travolge ancora. Sembra ieri, escalmi... Ma è veramente ieri? Un'altra primavera sta per arrivare fuori dalla finestra, gli occhi sono sempre gli stessi che la guardano come allora. Domani guarderò le foto di oggi con un bastone in mano e le rughe sul volto. Forse avrò in braccio un nipote o forse sarò solo dentro un ospizio, eppure anche domani sembrerà ieri... 

lunedì 24 marzo 2014

Le mille e una...Open

Semaforo rosso...verde partiti!!! Finito il digiuno invernale si sono riaccesi i motori del Motomondiale non più su Mediaset ma su SKY e non più con le solite voci ma con delle nuove. Sicuramente per il servizio offerto e per la telecronaca non farò l'abbonamento a SKY, ma questo è un altro argomento. Dunque motomondiale partito abbastanza bene con tante conferme e poche new entry. Anche se rimane il grande marasma regolamentare la gara ha sancito che davanti ci sono ancora loro, con le loro motine con meno benzina, meno motori, meno gomme, ma sempre loro. Il teatrino messo su in inverno forse è servito per far abboccare nuovi abbonati, ma la pista ha subito riportato i valori al loro posto. E' vero, il Qatar è una pista particolare, ma al parco chiuso c'erano sempre loro Marquez, Rossi e Pedrosa con il solito Espargaro primo di....? non si sa... Gara abbastanza piacevole con un gruppetto di piloti uniti già dai primi giri che vanno dai soliti noti all'inserimento di Smith più incisivo del solito. La compagnia perde subito Lorenzo causa una caduta d'anteriore, definita da lui stesso, "una stupidata". In testa rimane Bradl, un pò appeso, ma abbastanza cazzuto da tenere testa a Marquez. Ma anche Bradl perde la sua Honda di anteriore e finisce mestamente nella ghiaia. A quel punto Marquez rimane in testa mentre nelle retrovie si danno battaglia Rossi, Bautista, Smith e un poco incisivo Pedrosa. Dopo qualche scaramuccia Marquez e Rossi salutano la curva e iniziano il loro particolare "rapportino" fatto di sorpassi e controsorpassi. Alla fine però è il giovane spagnolo ad avere la meglio su un coriaceo Rossi che in notturna rende decisamente meglio, un pò come successe un anno fa. Bravi dunque entrambi a rimanere in piedi e a regalarci qualche sorpasso degno di nota. Alla fine anche Pedrosa, nella sua costanza, agguanta il podio evitando di commettere errori confidando in giorni migliori. Dopo aver perso anche Bautista, giù dal podio ritroviamo la rivelazione Espargarò con la sua Open-Factory-2ruote tanto parlata nei test ma poi rimessa nei ranghi dalla gara. Mezzo pieno il bicchiere delle Ducati con il Dovi arrivato a 12 secondi e lievi segnali di ripresa. Il resto del gruppo a distanze siderali ad iniziare dalla Honda PR, condotta da un ottimo (e poco sfruttato) pilota quale Redding. 
Parte col botto la Moto2 con una gara sempre combattuta che ha visto trionfare il "prescelto" Rabat su un ottimo Nakagami poi squalificato post gara. Bene anche Kallio dolorante (poi secondo) e Luthi (terzo). Un plauso anche ai debuttanti Lowes e Vinales arrivati a ridosso dei primi mentre per gli italiani l'unico ad avvicinarsi alla vetta è stato Corsi per poi finire quinto. 
In Moto3 vince l'australiano Miller (che a me piace) dopo una bella lotta col giovane Marquez con un arrivo in volata a 6 piloti. Bene la Honda che è riuscita a dare una moto competitiva arginando lo strapotere KTM. Gli italiani, anche se facenti parte del team SKY, non hanno raccolto quanto seminato nei test.
Brutta, bruttissima la telecronanca di Capirossi, con quegli incisi alla Dan Peterson, quell'enfasi-a-tutti-costi, che non serve, per non parlare di "quelli in studio"... Un pò meglio Sanchini che già conoscevamo, comunque nulla di che. Ai box c'era anche Max Biaggi ma nessuno se l'è filato...troppo impegnati forse ad analizzare lo stile di guida di altri... Va beh... La prossima quando? Per me Aragon, SBK!!!

martedì 18 marzo 2014

Una totale buffonata

Difficile non scrivere un post commentando quanto stia capitando nel mondo del motorsport in particolare alla MotoGp e alla Formula 1. Difficile credere che la massima espressione del motorismo mondiale o pseudo tale, possa essere caduta così in basso. E vero, a monte c'è una crisi sostanziale, ma difficilmente si riesce a capire come si possa essere scesi a questi limiti alla soglia del ridicolo. Domenica si è corso il primo Gp di Formula 1 in Australia e vedendolo mi sono ritornate alla mente le gare aziendali che si fanno nei circuiti con i go-kart a noleggio elettrici. A sentirle bene si riusciva perfino a distinguere il rumore del pneumatico stridere, tanto hanno "tagliato e sabotato" i motori. Sicuramente l'elettrico sarà il futuro delle corse, non v'è dubbio, ma nell'attesa non è plausibile che si creino degli ibridi dove diventa più importante la strategia di gara che la prestazione assoluta. Piloti del calibro di Alonso, Raikkonen, Hamilton, Vettel tanto per citarne alcuni, gente con piede da 120 kg, annichiliti dai consumi o dall'afflusso di benzina nel serbatoio. Gli americani, per anni presi in giro perchè corrono su se stessi (ovali), nella loro formula NASCAR non hanno un filo di elettronica, ne alettoni mobili, ne strategia di gara, solo il gas del pilota.E oggi che gare vediamo nella massima formula motoristica?
Verso l'oblio sta andando anche la MotoGp con regolamenti che cambiano ogni 2 mesi a seconda di quello che passa per la testa a Don Carmelo. Nonostante la fuga di molte case ancora si lavora per complicare le corse, perdendo di fatto gli appassionati ma forse acquisendo tifosi? L'unica che si sta ancora salvando da questo scempio è la Superbike e con essa la futura EVO, dove almeno i partecipanti e le case sono un mix di quello che poi troviamo nei saloni dei negozi. Ma se tanto mi da tanto, Ezpeleta non ci metterà molto a rovinare anche questa, ovviamente sempre sotto l'insegna del "più spettacolo e sicurezza".
Di fatto una totale buffonata!!!!!!! 

sabato 15 marzo 2014

Fine scuola

Ultimo anno di liceo. E' vero siamo arrivati alla fine di questi 5 anni e una cena è sempre doverosa, in fondo tra un pò ognuno andrà per la sua strada e cercherà di farsi una vita. 18 anni sono ancora pochi e il futuro non sembra ancora così dietro l'angolo. "Fissiamo un ristorante, ci troviamo alle 21, passo a prenderti, no vengo li...". Il pomeriggio trascorre come sempre, come ogni volta nell'attesa di una cena. Alle 20 inizi a vestirti ma i pantaloni non sono più i vecchi jeans stretti e i maglioni hanno un colore diverso, sono fatti di una stoffa diversa.Ti fai una doccia e cerchi la tua immagine allo specchio, ma non la trovi perchè il vetro è appannato. In cucina trovi le chiavi dello scooter, ma ci sono anche quelle della macchina. Come faccio ad avere già una macchina? Scendi le scale ed un ginocchio ti fa male. Sarà forse colpa del Calabretta che ci ha fatto fare ginnastica? Il mezzo a due ruote non è più il Ciao o il Fifty ma una sorta di Vespa, ma di plastica. Domande alle quali non cerchi neanche la risposta perchè tanto tra un pò rivedi i tuoi compagni di classe quelli che hai lasciato la mattina. Arrivi al ristorante e sono ancora tutti fuori ma c'è qualcosa che non quadra. Cavolo, sono invecchiati! Le facce, gli occhi, le espressioni sono le solite della mattina, ma sui volti qualche ruga, un pò di barbetta sale e pepe, e le ragazze non hanno un colore naturale dei capelli. Cosa gli sarà successo? Sarò entrato in un tunnel temporale? Ad un tratto il fastidioso dolore al ginocchio richiama la mia attenzione come anche quella puntina di mal di schiena. Passo davanti ad una vetrina che riflette un uomo che sembro io. Alzo un braccio, faccio una smorfia...accidenti sono proprio io!! Adesso ho 48 anni praticamente ho dormito per 30 anni. Com'è possibile? Ad un certo punto mi vibrano i pantaloni, metto la mano in tasca e tiro fuori una specie di carta di credito più grande dove appare l'immagine di una donna con due bambini. E' un telefono! Pronto? Ciao Max ti volevo dire che i bambini domani non hanno scuola... I bambini? Cavolo! Ma a scuola c'ero io stamani!! Siamo pronti ad entrare, e il proprietario mi saluta affettuosamente... Siamo in un ristorante greco e non più al David o al Fiorella. Scopro che sono noto, ma sinceramente non ricordo per quale motivo dato che fino alla mattina studiavo matematica con il Prof.Baccini e storia dell'arte col Garrison... Saluto tutti con estremo slancio affettivo, parlo col Bottai di una battuta fatta in classe ieri e al mio fianco c'è la Formosa senza quella frangina e quei colletti da liceale. Il Gibbi pare Cary Grant, la Matteucci sembra sempre uguale come anche l'Allodoli con la sua espressione sempre simpatica. Il Carnesecchi e il Corsini sono un pò lievitati rispetto alla mattina, come anche il Degl'Innocenti...saranno allergici a qualcosa? La Didona è dottoressa e l'Utili parla di viaggi a Honk Kong. Cerco conforto nel Masoni ma anche lui lo trovo cambiato...Poi vedo la Romani che non mi sembra di averla avuta in classe, ma forse mi sbaglio io (sono bocciato)... Saluto la Sangiovanni con una frase: "...non ti ho più vista in tribunale..." vedo la Cocchi che è cresciuta e un pò cambiata e poi saluto la Biagiotti con fare confidenziale quando fino alla mattina manco mi filava. Che è successo? Ah già sono passati 30 anni e non me ne sono accorto, ma già penso alla prossima cena... La saponetta vibra ancora nei pantaloni, il ginocchio mi fa ancora male, e domani mi devo alzare alle 6... La notte comunque è sempre giovane come, in fondo, lo siamo ancora noi...

mercoledì 26 febbraio 2014

I segreti del mondo

E' difficile pensare al mondo e al nostro pianeta come ad un qualcosa di eterno. Pensiamo a cento anni fa come ad una distanza infinita quando per il mondo è solamente un secondo fa, forse un decimo. La nascita di Cristo, 2000 anni fa, la dinastia dei faroni 3000 anni fa, praticamente ieri. Chi e cosa ha ospitato il nostro pianeta non possiamo o non vogliono farcelo sapere. Penso alle recenti scoperte della piramide di cristallo nell'Oceano Atlantico, alle intuizioni mai svelate del grande Nikola Tesla, al cambio meccanico disegnato da Leonardo. Libri, film, approfondimenti reali o immaginari, teorie, fatti inconfutabili, tutto porta ai segreti che il mondo conserva ancora dentro di se, oppure segreti mai rivelati per meri fini economici e speculativi. Segnali da un passato remoto, molto remoto che riaffiorano da canali non ufficiali amplificati oggi da internet. Chissà quale sia il confine tra fantascienza e realtà. Fatto sta che sempre più fenomeni passati riaffiorano in questo nostro presente ancora pieno di dubbi, anche se noi pensiamo di avere più certezze. Viviamo un presente vero? Reale? O semplicemente una realtà piegata da meri interessi economici. Tesla diceva che l'energia è nell'aria e che prima di noi antiche civiltà erano arrivate a sfruttarla. Emblematica è la fine del primo Indiana Jones quando l'Arca della Alleanza viene riposta in un grande hangar pieno di casse contenenti segreti. Purtroppo per noi poveri omuncoli che crediamo di essere la migliore progenie vissuta su questo pianeta, dovremo scontrarci con le nostre brevi vite, illuse di aver creato un mondo migliore quando già parecchi secoli or sono Michelangelo affrescava la Cappella Sistina tramandandocela fino ad oggi. Di questi ultimi tempi ricorderemo qualche scoperta scientifica (forse), ma ancora siamo bel lontani dal confermare di aver lasciato qualcosa ai nostri posteri. Il mondo non ha segreti, siamo soltanto noi troppo biechi e ciechi per pensare di poterli nascondere.

lunedì 24 febbraio 2014

Nel continente australe.... Philip Island 2014

Finito il lungo letargo motociclistico siamo finalmente ripartiti al di la del mondo (almeno per noi). Il sole dell'Australia ci ha regalato belle gare, ricche di emozioni e spunti interessanti, che hanno ripagato la levataccia nel cuore della notte italiana. Permettetemi di gioire innanzitutto della vittoria di Laverty su Suzuki dopo il brutto defenestramento da parte di Aprilia lo scorso anno. Eugene non solo ha trovato un bell'ambiente ma ha dimostrato a tutti che il titolo di vice campione è ancora suo e se non fosse stato per l'esplosione del motore in gara 2 sarebbe già in testa al campionato mondiale. E' vero che siamo solo all'inizio però vederlo la davanti e lasciare all'Aprilia le briciole del podio mi ha fatto piacere. Piacere che si è ripetuto in gara 2 con la vittoria di Guintoli ripartendo esattamente come un anno fa. Il francese forse non ha i numeri dei suoi avversari ma secondo me è un bel pilota, "intelligiant" e speriamo che Deganello lo metta sempre in condizioni di correre al meglio. Bene anche Melandri a parte la sbavatura in gara 2 che lo ha costretto ad una rimonta. E parlando di italiani ottima la gara di Giugliano con due quarti posti "maturi" e ragionati, con una Ducati ancora un pelo meno performante in velocità pura, ma un ottima base sulla quale partire in vista del 2015. Un pò in sordina è partita Kawasaki dove in gara 1 i due alfieri si sono accontentati delle posizioni di rincalzo per poi riaffacciarsi sul podio in gara 2 con Baz secondo e Sykes terzo. Indecifrabile ancora la Honda che ha tenuto per metà gara per poi cedere il passo agli avversari. La neonata categoria EVO ha fornito degli spunti interessanti, sicuramente migliori delle CRT, e questo fa ben sperare per il futuro. Bene anche MV con il neonato progetto che la preparerà per il futuro regolamento. Le SBK sono ancora missili terra aria ma l'anno prossimo con motori STOCK forse vedremo qualcosa di nuovo e interessante. Belle comunque entrambe le manches ricche di marche e piloti, felicità per i veri appassionati delle due ruote e possessori di Ducati, Suzuki, Kawasaki e Aprilia oppure italiani, francesi, inglesi, spagnoli...in ordine sparso. In Supersport ci è voluta la variabile dell'olio in pista per fermare letteralmente Sofuoglu e ridare la prima vittoria all'MV da quel lontano 1976 e al francese Cluzel. Rimango perplesso un po sulla gestione dei regolamenti, sopratutto nel far disputare gare di 5 giri, un pò troppo far west e poco veritiere sul risultato finale... Ma purtroppo oramai bisogna interfacciarsi con DORNA, e vedendo i casini che sta operando nella MotoGP... non c'è da stare allegri. La SBK ritorna tra oltre un mese e questo non so se possa essere un pregio o un difetto. Va beh... ci vediamo ad Aragon! 

venerdì 7 febbraio 2014

Al di la della visiera (del casco)

Ogni sport ha i suoi riti. Bene o male tutti gli sportivi effettuano un rito prima di "vestirsi" dell'abito per praticare un'attività sia agonistica sia amatoriale. Certo per un nuotatore la cosa è un pò diversa ma sicuramente anche loro avranno i loro "riti". Per noi motociclisti "estremi", quelli della pista, la vestizione è sancita da consuetudini immutate nel tempo, perchè è in quel modo che scacciamo le nostre paure preparandoci ad entrare in un mondo "ignoto". Capirossi anni fa disse che ogni curva era l'ignoto perchè nessuno sa cosa ti può capitare, e questo avviene sistematicamente per ogni curva che fai, di ogni giro, di ogni gara o prova. Eppure la percorri lo stesso perchè è proprio l'ignoto a farti sentire vivo. Addirittura Marco Simoncelli poco prima di morire asserì che lui nella vita non avrebbe voluto fare altro e che 5 minuti in sella ad una moto da corsa valevano più di una vita passata dietro una scrivania. Ma non ci sono solo i campioni dentro le armature. Ci sono i piloti amatoriali, quelli che fanno del motociclismo uno sport particolare e tra quelli ci sono anche io sin dal 1991. Eppure ogni volta che mi siedo su di una sedia o dentro il furgone per vestirmi, l'emozione che provo è sempre la stessa e niente è mai scontato. I calzini sempre rossi, il sotto tuta, l'immancabile maglietta di 20 anni fa, e la tuta di pelle indossata con contorsionismi vari degni di un circense... Una volta "imbracato" è la volta degli stivali, rigidi quanto basta, e del casco. Quello in effetti è il momento più significativo perchè a quel punto hai celato completamente la tua figura e l'hai demandata ai segni tribali della grafia del casco e dei colori della tuta. C'è chi indossa tute vecchie e consunte, chi è nuovo di zecca, chi ha cambiato solo gli stivali, la moltitudine è sempre molto varia, ma una volta indossato il casco siamo pronti per il nostro destriero. Infilati i guanti, accendi la moto e parti. La pit lane la percorri ancora con mezza visiera aperta e la tuta non completamente chiusa (se fa caldo) ed arrivi dal marshall che ti blocca prima dell'entrata in pista. A quel punto il cuore aumenta il suo battito, matti la prima e sei dentro! L'immancabile controllo per vedere se sopraggiunge qualcuno e affronti già la prima curva, come hai già fatto mille volte, ma sempre prima curva è. Allarghi i ginocchi, li richiudi, sposti la testa, ti stiri le spalle e sei già in carena. Inizia la simbiosi con il tuo mezzo meccanico che hai accudito nel garage come se fosse un figlio o una figlia. Godi della lancetta del contagiri che sale e scende e se sei un pò navigato ti godi anche il panorama. Un panorama fatto di cordoli che ti sfrecciano da destra e sinistra, fatto dal nastro d'asfalto che ti scorre sotto le ruote ricco di graffiti neri, fatto di prati e di ghiaia, della tua immagine riflessa sul cruscotto, quella stessa che hai costruito prima di partire. Il rumore che si ode è un mix tra il ruggito della moto ed il vento che sibila all'interno del casco, che si attenua quando sei in carena e si accentua quando tiri la testa fuori. Il respiro adesso si è stabilizzato e la danza è iniziata. Accelerazioni, frenate come una coreografia interpretata nell'arco di un giro ripetuto svariate volte. Sembra sempre uguale ma la bellezza è proprio nella precisione del replicare ogni giro uguale all'altro. E se poi non hai bisogno della prestazione velocistica pura ti accontenti di fare una girata in moto a velocità smodata, che non potrai mai fare per le strade normali, magari godendo della foresta del circuito di Brno o le colline del Mugello. La bandiera a scacchi sancisce la fine della danza e il primo pensiero è sempre di gioia per aver concluso indenni la corsa che viene stemprata nel giro di ritorno verso i box. Cavalletto anteriore e posteriore, termocoperte e la moto è sistemata. Via i guanti, via il casco e l'immancabile bevuta per idratare la bocca che si è seccata come se fossimo stati in mezzo al deserto. Che tu sia Casey Stoner o Miniati Massimiliano (chi vi scrive) le sensazioni sono sempre uniche e personali perchè vissute al massimo delle nostre possibilità e al massimo della soddisfazione. Adesso riponiamo la tuta nell'armadio e quando non siamo in sella la passiamo ad osservare ogni tanto per vedere se è sempre li o è andata via da sola come se avesse una propria anima o solamente ...per cercare la nostra.   

martedì 31 dicembre 2013

Quando il futuro era.....futuro!!!

Credo che l'icona più icona dell'icona che rappresenta il titolo sia "2001 Odissea nello spazio". Nel 1969 il visionario (e bravo) regista Kubrick immaginava un 2001 fatto di astronavi, spazio, computer parlanti, viaggi interplanetari. L'unica visione azzeccata del film sono le scimmie urlanti di fronte al monolite nero, rappresentante la conoscenza, il sapere, un pò come oggi lo siamo noi davanti alla televisione o al telefonino. Volendo cercare una forzatura della sua visione possiamo trovare nel titolo, 2001 appunto, un data che ha cambiato un pò la nostra vita quotidiana (le torri gemelle). Per il resto non v'è traccia, nemmeno di HAL 9000 che poi non era altro che l'acronimo di IBM ma scalato di una lettera. Ma altri film avevano immaginato un futuro diverso. Mi viene a mente l'inizio di Blade Runner, ambientato in una Los Angeles nel 2019, con auto volanti, replicanti uguali agli umani, colonie extra mondo. Certo vedendo come si riducono gli essere umani oggi con lifting, plastiche e materiali di sintesi varia, forse un dubbio mi viene sulla presenza dei replicanti, però lo scenario non mi sembra quello immaginato nel 1982 da Ridley Scott. Anche Ritorno al Futuro parte II viene ambientato in una Hill Valley nel 2015, con tavole da skate board volanti, auto volanti (anche li), processi rapidissimi. Eppure alla soglia del 2014 niente di tutto ciò, per fortuna o sfortuna, si è manifestato ai nostri occhi. Visioni, valutazioni sbagliate dei progressi tecnologici? Cosa abbiamo oggi più di allora? Poco, forse anche meno. Internet, il cellulare, le televisioni a schermo piatto, auto che consumano meno, malattie debellate? E' il progresso che immaginavamo? Pensate che ancora ci muoviamo nel mondo con aerei di linea progettati negli anni 60 (Il Boeing 747). Sicuramente oggi abbiamo perso tanto. Ci siamo fatti privare di quel sano contatto fisico tra persone che una volta veniva espresso con lettere, cartoline, incontri faccia a faccia. Oggi noi siamo dentro gli sms, dentro le emoticon, in fotografie spedite virtualmente da una parte all'altra del globo per far sapere che noi siamo li. Facebook, i blog, luoghi dove appendere brandelli della nostra vita e "condividere" come se oggi la condivisione fosse vitale. Io stesso che scrivo su questo muro elettronico rappresento tutto ciò. Eppure tornerei volentieri indietro al gettone telefonico, alla "cassetta" infilata nell'autoradio, al walkman (che era già avanti), ai tre canali televisivi poi diventati 5 o 6. Alle 19.15 c'era Happy Days o Goldrake, non esisteva lo streaming. Ecco cosa abbiamo di più. Nessuna macchina volante, nessun carburante miracoloso, si continua a inquinare il mondo più di prima. Perfino la Luna e la sua conquista è stata messa in discussione. Siamo solo delle scimmie urlanti come quelle immaginate da Kubrick e niente più. Ci sono anche altri film che hanno immaginato futuri più lontati, talmente lontani che noi sicuramente non vedremo...per fortuna o sfortuna?

venerdì 6 dicembre 2013

Discuto Ergo Sum

Molto tempo fa Cartesio coniava il famoso detto "cogito ergo sum" (penso quindi sono) pur non immaginandosi che diversi secoli dopo, un modesto blogger stravolgeva il suo pensiero in un più banale Discuto Ergo Sum. Non avendo studiato il latino ma facendo un buon uso di internet (Google) potevo anche scrivere Altercor, ma mi limito ad un più banale ma meglio comprensibile Discuto. 
Oggi, nella nostra società "moderna" il discutere e l'essere conflittuali con tutto e tutti (anche con noi stessi) è diventato un must. Se accendete la televisione tutti discutono, in auto si discute, al telefono si discute, si discute anche se non c'è nessuno con cui discutere perchè fondamentalmente se non si discute non esistiamo. Le più classiche sono le separazioni matrimoniali dove, all'indomani della bellissima cerimonia di matrimonio, il banchetto, le danze, il dichiararsi amore eterno dinnanzi a Dio o a un consigliere Comunale, ci si scanna nei tribunali per separarsi nella maniera più truce possibile, fino all'utilizzo di investigatori, dispetti, violenza di ogni tipo, anche in presenza di prole. Non ci possiamo fare niente: dobbiamo discutere. Ad alimentare il tutto ci ha pensato internet che ha fornito a molti di noi una fonte inesauribile di "conoscenza". Si perchè mentre prima dovevi leggere, dovevi studiare, dovevi alzarti per andare a prendere un libro, oggi magicamente apri Google e trovi la soluzione o pseudo tale. Un pò come i nostri nonni quando dicevano: "l'ha detto il telegiornale!!" che all'epoca faceva vangelo. Ma perchè si discute e si entra perennemente in conflitto? Perchè oggi abbiamo tutto, tutto ciò che ci occorre, e la distanza tra il pensare una cosa e poi metterla in pratica si è ridotta al pari dello zero, non considerando tutte le variabili del caso. Ovviamente gli scenari che si aprono potrebbero essere innumerevoli, ma limitiamoci a quello più vissuto da tutti noi, quello che quotidianamente viviamo: il rapporto tra esseri umani. Una volta, prima di internet e dei telefonini c'erano le lettere, le cartoline, la cabina telefonica con gettone. Vi ricordate quando fissavamo un appuntamento? "Ci si vede domani alle 20, se c'è qualcosa sentiamoci stasera per telefono". Fino alle 20 del giorno dopo, a meno di non vedersi prima, l'appuntamento rimaneva fissato e indelebile nel tempo senza che nessuno (a parte gravi motivi) lo potesse modificare. Oggi no. Gli appuntamenti sono frutto di una miriade di sms, mms, uozzap, viber, tango (e cash), e di numerose telefonate per riuscire a vedersi non il giorno dopo, ma tra due ore a pranzo o a cena. Oggi ci si telefona anche all'entrata del ristorante stesso perchè non ci siamo visti!!! Ed anche tra le coppie il risultato non cambia. Una volta fissavamo alla panchina, o sotto l'orologio e i minuti di "buio" erano sanciti da una trepida attesa. Oggi si parte con dei messaggi in codice, tvb, tvtb, mi manki (come se si fosse tedeschi), fino ad arrivare a vere e proprie discussioni per messaggio con una miriade di faccine (emoticon) come se noi fossimo diventati virtuali. Logicamente quando non hai il confronto diretto, vis a vis, quando non senti il tono della voce o non vedi l'espressione del viso, allora si che l'affare si complica. Se poi ci aggiungi il T9 o il completamento automatico delle parole la via verso il conflitto è ormai segnata. 
Boh... chissà cosa penserà Cartesio di tutto ciò, lui il padre della ricerca della verità attraverso la filosofia, intesa come uno strumento di miglioramento della vita dell'uomo. Chissà... Sicuramente oggi Cartesio non nascerebbe, o non si formerebbe come tale, e forse sarebbe anche considerato pazzo. Certo leggendo quanto ho scritto forse un dubbio viene anche a me sulla mia sanità mentale... o forse sono stato momentaneamente impossessato dal Cogito Ergo Sum?

domenica 10 novembre 2013

Ne resterà soltanto uno, Valencia 2013

Un altro anno di moto è finito. Dopo la Superbike anche la MotoGp chiude i battenti e la fa alla sua maniera. Con questo anno si chiudono diversi cicli ad iniziare dal passaggio di consegne da Mediaset a SKY. Si chiude un epoca e se ne riaprirà un'altra...forse. Oggi siamo qui a celebrare la vittoria del più forte, il rookie Marquez che si è presentato con tanta voglia di divertirsi e con la stessa voglia ha piegato campioni del calibro di Lorenzo e Pedrosa. Lo ha fatto nella maniera più bella possibile, guidando una moto da corsa divertendosi, senza pensare troppo al risultato. Il 2013 ci regala un vero campione, uno che al suo esordio non ha trovato solo il compagno di squadra come avversario ma anche un Jorge Lorenzo più combattivo e cazzuto che mai. Marquez è ripartito da dove Stoner si era fermato e oggi è il più giovane ad avere vinto nella classe regina all'esordio. Un campionato bello per i gesti sportivi, meno bello per le corse, brutto per il resto della compagnia. "Ho provato ad andare più un piano di oltre un secondo per vedere se gli altri mi raggiungevano, ma quando ho visto che erano lontani ho pensato solo a vincere". Queste sono le parole di Lorenzo e questa è la situazione delle corse oggi. Marquez, a meno di un clamoroso errore, oggi avrebbe vinto perchè oltre a loro tre nessuno avrebbe potuto impensierirlo. L'anno prossimo a meno di qualche clamoroso exploit la situazione sarà la medesima e questa non è una bella prospettiva. Onore dunque a Marc Marquez che ci ha fatto sobbalzare sulla sedia per la sua guida spettacolare e sempre al limite e onore anche al guerriero Lorenzo che non si è mai dato per vinto fin da ultimo e onore allo sfortunato Pedrosa al quale affiancano sempre il fenomeno di turno. E gli altri? Rossi alla fine campionato si è beccato quasi 100 punti dal primo e mai è stato in grado di salire sul podio se non per la mancanza di uno dei tre. Mediaticamente forse Ezpeleta avrà avuto ragione, forse la cifra sborsata ne sarà valsa la pena, ma come ho già scritto più volte Valentino Rossi non è eterno e forse la sua corsa si è fermata quel tragico giorno in Malesia. Bautista e Bradl bravi piloti con un ottimo portafoglio ma niente più. L'unico forse in grado di stare la davanti poteva essere Crutchlow boicottato dalla stessa marca per la quale corre. Ducati terzo anno consecutivo di un flop clamoroso iniziato proprio con l'ingaggio di Rossi e della sua squadra. Già, anche nelle squadre ci sarà qualche movimento ad iniziare con la pensione anticipata di Jeremy Burgess storico capotecnico di numerosi titoli mondiali. Arriverà Gigi Dall'Igna in Ducati e vedremo se la rotta potrà di nuovo cambiare come lo fu nel 2007. Mentre per la Moto2 il totolo era già cosa fatta, per la Mot3 si è prospettata una gara avvincente con i tre protagonisti (sempre spagnoli) a contendersi il gradino più alto del podio. L'ha spuntata Maverik Vinales su il giovane Rins e su un disattento Salom che all'ultima gara si è presentato un pò troppo teso finendo per sdraiarsi dopo qualche giro. Pista spagnola, piloti spagnoli, bandiere spagnole su tutte le classi tranne in Moto2 dove sul terzo gradino del podio è salito un francese di un soffio su di un italiano (Corsi). Un bottino veramente amaro, troppo poco per una scuola con una grande tradizione, e la colpa, oltre che alla crisi in generale va a quella federazione motociclistica che non è più propedeutica come lo era 20 anni fa. Oggi se vuoi "studiare" devi andare al CEV come lo farà il fratello di Rossi e pochi altri, altrimenti qui in italia può scordati panorami internazionali. Di italiano rimangono i particolari meccanici, due su tutti Brembo per i freni e Marchesini per i cerchi, ma di piloti nemmeno l'ombra. Onore dunque ai nuovi conquistatori spagnoli di questo particolare mondo, dove per fortuna le bandiere non contano poi così tanto ma contano i ragazzi che sfrecciano sulle piste di tutto il mondo. Ci vediamo nel 2014 se riusciamo a vedere qualche gara, perchè sicuramente io SKY non lo utilizzerò.

domenica 27 ottobre 2013

Una prece, Motegi 2013

Che dire? Vorrei parlare di motociclismo ma sono in forte difficoltà. Dopo la totale improvvisazione australiana (per quanto riguarda le gomme) siamo arrivati a quella giapponese, in un circuito dove si corre dal 1999 e solo in questi giorni si è scoperto che l'ospedale più vicino è a un'ora di ambulanza. Pagine poco professionali di un motociclismo che dovrebbe essere la massima espressione in tutto e per tutto, ma che invece si sta semplicemente rivelando solo una macchina per far soldi scimmiottando la Formula 1. In un momento di buio totale ancora una volta la luce viene irrorata dai colori della bandiera spagnola capace di esprimere un ottimo motociclismo sul campo con un grande campione che porta il nome di Jorge Lorenzo che nulla ha da invidiare agli altri campioni presenti in pista e più blasonati di lui. Per un grande campione che si conclama, un altro sta forse nascendo arrivando al suo ultimo appuntamento nella gara di casa con 13 punti di vantaggio cercando di eguagliare il primato di Kenny Roberts. Possiamo dire di tutto di Marc Marquez ma questo è un titolo strameritato, contro due grandi campioni che di fatto hanno segnato la storia del motociclismo in questi due ultimi due anni. Gli altri ancora una volta giullari e pagliacci di un circo che stenta a decollare e sopratutto ad esprimere una vera alternanza ai vertici. Ezpeleta pensava di aver fatto una mossa furba riportando Rossi in Yamaha ma Valentino non è eterno e già se ne doveva accorgere nel 2010 dopo la caduta alle Biondetti. Motegi ci regala il primo campione del mondo che corrisponde al nome di Pol Espargarò, bravo, caparbio, fortunato quanto basta per mettere il sigillo su di un mondiale che sembrava non arrivare mai. Pol lo ha cercato, costruito contro un bel pilota non spagnolo, Scott Redding del quale sentiremo parlare spesso in futuro se messo in condizioni di competere. In Moto3 invece ancora tutto da giocare nell'ultima gara valenciana con tre piloti racchiusi in soli 5 punti, con un lievissimo vantaggio per Salom in caso di parità di punteggio. Anche li una questione relegata a tre ispanici senza italici anche se Fenati ci ha messo una piccola pezza arrivando quinto. Ancora in alto mare la Ducati, che ha iniziato il suo lento declino dopo che Suppo è migrato proprio in Giappone, lasciando in mano la direzione sportiva ad un pilota collaudatore con scarse caratteristiche di comando (e di poca lungimiranza), per poi assoldare Rossi che ha portato solo soldi e zero risultati accusando il povero Preziosi elevandolo di grado ma di fatto defenestrandolo. Gigi Dall'Igna è già sul piede di guerra ma per un miracolo bisognerebbe andare alla pista di Lourdes. Prossimo round Valencia dove la sola Moto3 ci terrà veramente incollati sul divano e dove l'inno spagnolo risuonerà ancora una volta a casa propria.

lunedì 21 ottobre 2013

Improvvisazione e conferme, Philipp Island & Jerez 2013

Parto subito con un ben tornato Kawa e grazie Tom!!!!! Si perchè noi appassionati di moto siamo così, romantici a tal punto di simpatizzare per una marca, anche se non vince spesso, e non solo per un pilota. La "verdona" ieri ci ha regalato un titolo mondiale con un bel pilota, bravo, forte, 20 anni dopo il funambolo Russel a conferma che a volte si vince anche con la semplicità, anche senza essere troppo sotto i riflettori. Grazie Kawasaki e grazie Tom!!! Ma nella domenica motociclista ci sono state altre conferme ma contornate da altrettanti dubbi e improvvisazioni. A casa di Stoner si è consumato l'ennesimo pasticciaccio della DORNA incapace di dare regole precise proprio come aveva denunciato un anno fa il pilota australiano. Non esiste che in un lasso di tempo di 8 mesi circa, dopo la prima gara SBK proprio qui, e con le denunce dei piloti proprio sull'usura delle gomme, Bridgestone, Dunlop e DORNA, non siano state in grado di risolvere il problema. Una farsa totale che ha portato a spezzare in due tronconi la MotoGp e a dimezzare la gara della Moto2. La soluzione delle due manches in MotoGp non è stata neanche poi così male tanto valeva fare tre pit stop temporizzati e tenere la lunghezza della gara invariata o magari allungarla fino a 30 giri. La Moto2 si è invece vista letteralmente dimezzare la gara pur mantenendo il punteggio pieno, quando potevano essere fatte benissimo due manches attaccate. Il titolo di MotoGp Legend Casey Stoner se lo merita tutto anche solo per il fatto di aver guardato in faccia Don Ezpeleta e di avergli detto le cose in anticipo. L'errore della Honda su Marquez ha di fatto riaperto il mondiale a Lorenzo (anche se credo che Marc lo chiuderà a Motegi) ma il giovane spagnolo ci ha messo del suo rientrando in pista come un neofita alle prime armi. Lorenzo ha ammesso di essere arrivato lungo, ma sappiamo tutti (quelli che vanno in pista) che quando si entra dalla pit lane quelli che sopraggiungono vanno più forte, e bisogna scansarsi e non stare nel mezzo. Nel campionato del mondo della massima espressione motociclistica regna l'improvvisazione, anche per regole (che si sono) non applicate. Questa è la triste realtà. Improvvisazione anche dalla SBK vedi Aprilia, che si trova a mettere alla porta un pilota vincente come Laverty per far entrare Melandri. Nel fine settimana spagnolo Melandri ha perso due occasioni per fare bella figura: la prima facendosi già fotografare nel box Aprilia già dal Venerdi e la seconda quando in gara uno ha passato Laverty con una delle sue staccate alla "viva il parroco". In compenso il pilota dell'Aprilia gli ha restituito il sorpasso con gli interessi passandolo all'esterno all'ultima curva e vincendo la gara. Un'ottima conferma viene dal "ripescato" Lanzi con una "vetusta" Ducati 1098 che si è presentato al circuito con il furgone e due moto sopra vecchia maniera e si è permesso di arrivare 7 nella seconda manche, ed è forse la chiave di lettura di questo risultato che possiamo sperare in un 2014, meglio 2015, con una categoria più vicina alle nostre moto di serie. Bene anche la coppia più veloce del mondo Lowes e Soufoglu che ci hanno regalato belle pagine di motociclismo fino all'ultima gara. Conferme anche dal vivaio Stock600 con la vittoria del campionato europeo di Morbidelli su Nocco e Gamarino. Non è molto però...Un altra conferma è che la fortuna è cieca ma la sfiga ci vede benissimo e di questo ne sa qualcosa Scott Redding che si è fratturato un polso di fatto lasciando il mondiale in mano ad Espargarò. Per ultimo un saluto a Carlos Checa un pilota navigato che lascia il mondo delle due ruote con tante gare all'attivo e un mondiale in tasca. Con il mondiale SBK oramai archiviato non ci resta che assistere curiosi alla fine del mondiale dei professionisti gestiti da improvvisati per vedere cosa altro riusciranno ad inventarsi.