sabato 21 agosto 2010

Le corna sono come il morbillo...

... chi l'ha avute, chi ce l'ha, e chi le deve avere...
La nostra atavica latinità, sopratutto di noi maschi, rifiuta il concetto di corna, pensando stupidamente di essere possessori di un pseudo "vantaggio" nei confronti della donna. In realtà l'infedeltà è un pò insita in tutti noi e colpisce anche negli angoli più remoti della terra (il film I ponti di Madison Country ne è un fulgido esempio). Detto questo non bisogna per forza essere delle casalinghe disperate o ragionieri di Pistoia per essere spinti da una forte pulsione a trasgredire il rapporto coniugale. Oggi assistiamo ad uno spostamento di orde barbariche in cerca di nuove emozioni perchè tutto è relegato ad una sorta di sfida fra sessi. Mi raccontava un mio amico che lui fa affari a noleggiare auto per 2, 3 ore, con il telefono che squilla in continuazione per cercare di aggiudicarsi la Ferrari o la Maserati per poter andare in discoteca ed apparire, per avere più chances "nell'imbrocco".
Ma il tradimento, la fuga, l'essere fedigrafi non pregiudica un atteggiamento poi troppo negativo o riprovevole. Giurare fedeltà al proprio uomo o alla propria donna non implica ammanettarsi per tutta la vita, o castrarsi nel non vedere o nel non fare... Tutto stà a capire cosa effettivamente vogliamo. Spesso e volentieri siamo portati al tradimento per cercare quello che più non abbiamo in casa, quello che non riusciamo ad ottenere dal nostro rapporto quotidiano, e tendiamo a ricercare nuovi sapori e nuove emozioni. In parte è vero perchè comunque il nostro partner, alla lunga, diventa "abitudine", ma non nel senso brutto della parola, ma perchè forse non siamo capaci di rinnovarci nei gesti, nei momenti intimi, negli argomenti. Ma questo se ci pensiamo bene non lo possiamo trovare neanche "col nuovo", perchè quanti di noi sono stati super la prima volta? Si è vero, il meccanismo è il solito do ut des, ma non è così vero come sembra. La prima volta da trasgressori diventa più uno sfogo che altro dove l'unica cosa di diverso è la novità della persona, ma per il resto tendi sempre un pò ad essere vittima dell'ansia da prestazione avendo sempre il pensiero fisso (mentre sei li) di dire: "e quando mi ricapita?". Però tutti siamo vittime dei tradimenti del partner, è scientifico e matematico, perchè tradimento è anche solo lo sguardo o quel pensiero "impuro" che ti passa per la testa, magistralmente descritto nella poesia del poeta Fusi "Ella Passa", del quale rimani prigioniero e ti provoca un forte turbamento. Il particolare della bocca, delle mani, degli occhi, di quella frase buttata li nel mezzo, da lui o da lei, apparso un giorno da quella porta, da quel suo profumo... Bello, romantico, questo approccio va oltre l'istinto sessuale, quello della serata in discoteca tipo "se non si tromba oggi..." indipendentemente da chi puoi trovare... Quello lo fanno le bestie per accoppiarsi e non le definirei corna, ma più abbrutimenti dell'individuo...
Ci vuole una certa classe anche nel "tradimento" che non definirei tale, perchè in fondo chi tradisci e cosa tradisci... Già sento i fischi dei puritani, quelli del matrimonio fino-a-che-morte-non-ci-separi per poi magari trovarli acidi a 50 anni, magari cattivi colleghi o repressi datori di lavoro. Nossignori... i complimenti, gli sguardi, le manifestazioni di "amore" fanno parte di noi, del nostro modo di vivere, perchè se le mogli o i mariti fossero auto, le cambieremo ciclicamente per provare quelle sensazioni e quel senso di ringiovanimento che ci pervade ogni qual volta si incontra un angelo (Rambaldo Melandri docet) ... Ecco perchè le corna sono come il morbillo, perchè nei rapporti (matrimoniali, convivenza) esisterà sempre quel momento di debolezza, quel sussurro interno che ti fa vacillare. La serietà consiste che quel momento non rovini la vita di coppia, sopratutto se in presenza di bambini che si trovano ad avere fratelli o sorelle di mamme e babbi che si sono lasciati per immettersi in situazioni perfettamente uguali, tranne che una separazione col coltello tra i denti. Caputo diceva: "...mettermi le corna terapeutiche...". Ma i frase non fu più vera. Come per il morbillo, le corna sono un "male" che prima o poi arriva, e spesso ti aiutano anche ad apprezzare quello che hai, perchè al ritorno a casa sei carico di nuova linfa vitale, e forse sei portato a ricercare, in lei o lui, quel sapore perduto ma ritrovato con quella figura apparsa un giorno, in un pomeriggio della tua vita...
E tu l'hai già preso il morbillo?

lunedì 16 agosto 2010

Sindrome 99


Da dove iniziare? Contrariamente all'orgasmo collettivo del passaggio di Rossi alla Ducati, inizierei dal mancato record di Lorenzo per la conquista delle pole position in una stagione, a danno di Max Biaggi sempre ottenuta con i colori della casa di Iwata. Per il resto ennesima impeccabile gara dello spagnolo sempre più dominatore di questo mondiale, con una costanza degna dello Stoner 2007 e di un Rossi prima maniera. Ieri il buon Jorge ha centrato la sua settima vittoria stagionale in una gara viziata dalle non perfette condizioni del circuito, bagnato dalla pioggia la sera prima e afflitto da un vento "radente" che impediva alla ruota anteriore di fare il suo lavoro. Comunque, cambiando l'ordine dei fattori (meteo), in campo il risultato è rimasto invariato con Lorenzo lepre, Pedrosa a inseguire senza fare errori, e un pò più dietro un non ancora lucido Stoner, con la nuova new entry tra i primi di un ottimo Spies giunto quarto. Variata invece la condizione di Rossi, a mio avviso un pò troppo "precaria" come già avevo scritto in un post precedente. E' vero che comunque la notizia del giorno è il suo passaggio in Ducati, atteso come l'annuncio del Messia, ma ciò non deve distogliere da una sua prestazione non all'altezza, ancora celata dietro non perfette condizioni fisiche, e che denota che qualcosa sembra sia cambiato. Quinto alle spalle di Spies con dichiarazioni a fine gara poco chiare o forse anche troppo, ci danno l'immagine di un campionissimo in una fase di disorientamento come non l'avevamo mai visto prima, per dirla con le parole dei suoi tifosi, quasi colpito dalla sindrome del numero 99. Nel siparietto post gara a Fuori Giri, Florenzano ha fatto una battuta più o meno condivisibile, ma qualcosa di esatto c'era nel dire che "bisognerà che Valentino lasci la Yamaha con una vittoria battendo Lorenzo", perchè è vero che un nove volte campione del mondo non ha niente da dimostrare, ma è altresì vero che ogni volta che qualcuno si è affacciato ai piani alti a parità di mezzo tecnico, dapprima le ha prese o poi le ha ridate, vedi il duello perso con Stoner nel 2007 e vinto l'anno successivo. Certo è che questo mondiale è sempre Valentino dipendente, in un modo o nell'altro, e ancora una volta la gara ha dimostrato che, se non cambia qualcosa, il buon Ezpeleta, invece di accapigliarsi con Infront, dovrà inventarsi qualcosa di nuovo per il futuro, perchè Rossi ha firmato per due anni con Ducati e due anni non sono poi così tanti...
Qualcosa di più si è visto nella Moto2 sempre avvincente e ricca di sorpassi. Certo la categoria è viziata da un monomarca in fatto di motori, da delle prestazioni "equivalenti", però decisamente spettacolare e con divari di 15 secondi tra i primi 15 piloti che rendono un pò più vari i nomi dei protagonisti, anche se in testa c'è sempre il miglior pilota che l'ha saputa interpretare sin da inizio anno ad oggi, quel Tony Elias in odore di ritorno in MotoGp. Benino anche Iannone con una moto non proprio messa a punto per l'occasione ma ultimamente sempre nei primi posti. Si è rivisto Roby Rolfo con una moto più competitiva fino a che a retto il motore per poi fermarsi quando era in lotta per la prima posizione. Gli altri italiani persi un pò nelle retrovie ad iniziare da Corsi ottavo per finire a Canepa, a dimostrazione che guidare una moto da corsa non è come far attraccare una nave nel porto di Genova, e che se non cambia qualcosa nella gestione dei campionati minori, avremo sempre più "figli, nipoti e parenti di" a correre, e meno campioni da poter controbattere alla nuova dominazione spagnola.

martedì 10 agosto 2010

Piloti ed eroi

Lo so, post così fanno un pò rabbia. Diciamo che fanno arricciare il naso ai puristi, a quelli politically correct, a quelli che non-si-parla-male-degli-altri oppure a quelli che bisogna essere sportivi. Ma d'altronde internet non è la televisione, è un territorio libero dove poter esprimere il proprio pensiero (sempre conservando un minimo di classe, decenza e verità). Della vicenda della caduta di Rossi ne hanno già abbondantemente parlato un pò tutti. Trattandosi poi della caduta di un campione, e visti gli esiti della sua mancanza dal motomondiale, la cosa ha fatto ancora più notizia. Ovviamente i soliti soloni (per gli amanti delle locuzioni latine vedasi Solone il Greco) ci hanno ricamato sin dall'inizio, da quando i primi bollettini parlavano di 4, 5 mesi per il recupero totale della forma. Sempre i soliti poi, durante le telecronache, ma anche dalle pagine dei giornali, si chiedevano com'era possibile "tale miracolo", rivedendo in sella il loro (ma anche nostro) beniamino, claudicante, munito di stampella, ma con il polso destro sempre in ottima forma. Non essendo Rossi un dipendente statale, (che a seguito di una rottura così grave ci marcia per un anno), la scelta di rientrare a correre ha trovato piacevolmente sorpresi un pò tutti noi, perchè comunque siamo tutti un pò figli delle dichiarazioni del buon Costa e siamo portati ad immaginare i piloti come gente di un altra dimensione, che altro non ha per la testa se non la velocità. Il primo campanello di allarme sul Rossi-ci-marcia è arrivato da Stoner quando, dapprima ha messo dietro il Dottore e, a seguito di una battuta infelice dello stesso, ha dichiarato che "tanti piloti corrono con i chiodi e comunque a fine gara non si sta in piedi sulle pedane se poi a terra si usano le stampelle" (più che traduzione è un pò il succo del discorso).
Oggi un altra tegola si abbatte sul detentore del record a-chi-ritorna-prima, perchè Randy De Puniet a 22 giorni di distanza da un infortunio simile se non uguale a quello di Valentino, è tornato in sella e, udite udite, senza usare le stampelle (video). Certo il buon Randy ha usato un Honda normale, non è andato più forte di Johnny Rea, ne ha fatto qualche record, però se tanto mi da tanto allora tutti in piedi sul divano ad applaudire lo stoico francese. Ma sicuramente la rottura non sarà mai uguale a quella di Rossi, perchè De Puniet non farà i risultati di The Doctor, quindi sentiremo dire che tutti sarebbero buoni ad andare così... Io credo invece che questi ragazzi meritino un bell'applauso per l'amore che hanno verso questo sport, verso la passione che gli spinge sempre ad andare più forte, per onorare i loro colori, le loro bandiere, a differenza di 11 uomini dietro una palla, con poco spirito di sacrificio, pronti a espressioni di dolore estremo causate da presunti rudi contrasti.
Grazie ragazzi...

domenica 1 agosto 2010

Essere o non essere....


Nella patria del grande scrittore inglese Max Biaggi ha deciso di correre due manches di conserva, accontentandosi di piazzamenti che alla fine lo mandano in ferie con 60 punti di distacco sul secondo e che non sono pochi. Un grande plauso va a tutta la pattuglia inglese che si è aggiudicata buona parte delle posizioni di testa con l'unica intrusione dei due italiani Biaggi appunto e Fabrizio ritiratosi nella seconda manches per un guasto tecnico. La vittoria è andata entrambe le volte ad uno strepitoso Cal Crutchlow in sella a quella moto che ha visto trionfare l'anno scorso Spies e che da un po' di tempo mancava sul gradino più alto del podio. Johnny Rea secondo in entrambe le gare nulla ha potuto contro la furia del fantino della Yamaha autore di giri veloci e di derapate da urlo, esaltate anche dalla telecronaca incisiva del buon Sanchini che le ha definite erotiche, trovando pienamente d'accordo lo scrivente. Un mese di ferie e poi si torna in Germania in quel di del Nurburgring circuito nuovo tutto da scoprire, dove affronteremo l'ultima parte del campionato per un totale di 150 punti da spartire tra Biaggi, Haslam ed un più lontano, ma sempre in corsa, Rea. La gara di Silverstone è stata anticipata anche da una signorile dichiarazione del patron della Dorna, Carmelo Ezpeleta, che ha appellato la Superbike come una categoria minore, riferendosi in particolar modo al numero degli spettatori stabiliti ad ogni gara, non considerando il fatto che mediamente le gare della categoria delle derivate dalla serie hanno molti più partenti e molti più duelli rispetto a quella chelui definisce classe regina. Vorrei ricordare al signor Ezpeleta che il travaso annuo di piloti che passa tra le categorie è sempre molto marcato e che quindi tanto categoria minore non la considererei. Gli consiglierei invece di portare più rispetto anche al lavoro dei fratelli Flamini che portano avanti da anni un campionato bello e spettacolare non minore rispetto alla MotoGp ma diverso, con la formula delle due manches che ci permette di godere di due gare ad altissimo livello. Per me anche la domenica del moto mondiale è bella perché inizio dalla 125 per arrivare alla MotoGp, ma ultimamente mi sta molto deludendo perché i nomi dei vincitori si contano sempre con 4 dita.

Oggi sono stato anche al Mugello in una domenica dedicata a svariati trofei mono marca e per l'occasione mi sono rivisto con tanti amici e piloti, diversi dei quali ho tenuto anche a battesimo. Paddock un po' vuoto e poco pubblico hanno fatto da contorno ad uno sport che ha livello nazionale non trova più eredi di Biaggi e di Rossi, viziato anche da trofei mal gestiti dove invece di far regnare l'incertezza del risultato finale, si tende sempre ad avvantaggiare questo o quel pilota a discapito della crescita di altri. Così è stato anche per la Hornet Cup dove il vincitore, quello Zerbo già squalificato per irregolarità tecniche nella gara di Misano, si è ripresentato sulla griglia di partenza con una moto che poteva benissimo vantare un motore da super sport, tanto è che alla fine del primo giro, una volta preso il comando, in mezzo giro ha rifilato oltre un secondo alla pattuglia degli inseguitori girando nei tempi della pole position. A questo punto mi verrebbe da chiedere a Carlo Florenzano che tanto pontifica ai microfoni di Fuori Giri, dove sta veramente il confine tra marketing puro o l'intento di allevare nuove leve per poi farle debuttare in campionati maggiori, perché non vedo all'orizzonte un impegno concreto come lo è invece per i piloti spagnoli gestiti diversamente da una federazione che vede più lontano. Affrontare una stagione anche da mono marca è molto dispendioso, e vedersi beffare da favoritismi e regolamenti non rispettati è ancora più frustrante. Potete scommettere che il prossimo asso del motociclismo italiano sarà un ancora sconosciuto Marini e sicuramente non solo per meriti sportivi. In attesa di BRNO e del fatidico passaggio di Rossi sulla Ducati, non mi resta che augurarvi un buon inizio di Agosto a tutti voi, appassionati di motociclismo e di sane derapate (in pista!) come quello che oggi ci ha regalato Cal Crutchlow.

lunedì 26 luglio 2010

Houston... non abbiamo un problema!


Contrariamente al famoso messaggio degli occupanti dell'Apollo 13, l'astronauta Lorenzo e il suo razzo stanno andando a gonfie vele, pardon, a razzi tutto boost, verso la conquista del suo primo titolo mondiale. Nel tracciato di Laguna Seca il buon Jorge ha messo tutti in riga con una gara magistrale e un pò noiosa. Del suo ce l'aveva messo Pedrosa, scattato come sempre come un razzo, ma già dalle prime fasi si vedeva che la sua moto era un pò troppo ballerina per poter girare in 1.21.5, cosicchè all'entrata di una curva quasi veloce (la quinta) ha perduto l'anteriore nella maniera più classica ed ha offerto al rivale spagnolo la vittoria su un piatto d'argento, anche perchè l'astronauta Stoner, autore del giro veloce, non è stato in grado di insidiarlo più di tanto sempre alle prese con un mezzo nervoso e poco fedele alla sua guida aggressiva. Il resto dei "normali", rimasti in 12, hanno preso distacchi che vanno da 13 secondi della pattuglia capitanata da Rossi, Dovizioso, Hayden e Spies, fino al minuto e 14 di un inutile De Angelis a dimostrazione che le selle ci sono solo per chi se le compra e non per talento. Come ho detto gara incolore dopo l'uscita di Pedrosa, in quanto i primi tre dopo poco avevano già 3 secondi su Dovizioso che viaggiava con due secondi su Rossi, alle prese con gli arrembanti Hayden e Spies, ma poco incisivi per passare l'italiano. Orgasmo collettivo alla fine per il terzo posto di Rossi, anche se 13 secondi non sono pochi, però significativi se leggiamo la sua gara rispetto a quello che sapeva fare prima dell'infortunio. Io credo, e spero di sbagliarmi, che ci sia qualcosa nella testa di Valentino che si è rotto, non solo la tibia, perchè l'infortunio lo giustifichi se parti forte e stai coi primi per poi cedere dalla metà in poi. Invece il Dottore, come ha fatto anche in Germania, solo da metà gara in poi ha iniziato a girare forte con tempi interessanti, che gli hanno anche permesso di recuperare su Dovizioso. Brno sarà un gran premio interessante per la conferma dello stato di salute di Rossi, perchè come ha ammesso lui stesso, con la Superbike si è molto divertito registrando tempi da pole position e da primo della classe, ottenuti a ridosso dell'infortunio. Ancora una volta, se mai ce ne fosse bisogno, la telecronaca si è svolta nel fazionismo più assoluto con un apice a fine gara, quando Lorenzo si è travestito da astronauta (casco bellissimo) e il buon Meda ha pensato bene di dire che tutto ciò era troppo hollywoodiano e precostituito, come se tutti i siparietti di Rossi fossero "spontanei" (i sette nani, il cesso, il notaio, etc...). Tra le tante Lorenzo è stato anche protagonista (e l'unico) di un episodio di fair play nei confronti dello sfortunato De Punet, mostrando il numero di gara sulla griglia di partenza del francese. I prossimi appuntamenti saranno costellati dall'eterno dubbio di inizio secolo, ovvero la firma di Valentino per la Ducati, notizia tra le tante poco digerita dai veri tifosi della rossa che vedono un pò sminuire il valore della moto a discapito di un campione, il quale fidandosi poco, si porterà con se tutto il suo staff (mica scemo!) onde evitare di fare la fine di Stoner.
Buone ferie ragazzi e non rilassatevi troppo! C'è un nuovo fenomeno da fermare!!!

sabato 24 luglio 2010

Max and the City (puntata n°...boh)


Per la rubrica Dillo a Max, siamo di nuovo a parlare di rapporti personali interni, esterni ed oltre. Si perchè l'evoluzione sociale della specie, quella descritta magistralmente da Billy Wilder in "Quando la moglie è in vacanza", sopratutto con l'avvento dell'estate, porta sempre l'uomo e la donna, ad inevitabili incontri serali pre o post cena, nel vano tentativo di fare nuove conoscenze fino alla più remota ipotesi di "farci qualcosa". L'atavica reticenza a socializzare della donna fiorentina in città non coincide con l'immagine tanto descritta da amici di fuori città per non parlare dell'estero, come un animale da sesso puro, dove per un strano ma plausibile motivo, si trasforma da schiva a bongustaia della fauna maschile locale. Questo ha portato al fenomeno delle donne dell'est o cubane, le quali, spinte più da una fame economica che sessuale, si sono sorbite tutti i ragionieri e commercialisti ed anche qualche avvocato, rifiutati in maniera brutale dalla donna locale, troppo presa alla conservazione della propria immagine di donna ferma con i propri principi. E così mi tornano in mente le parole della canzone "tutti quanti col bicchiere in mano" la sera, nei locali all'aperto, dove alle tempeste tropicali si contrappongono le tempeste ormonali di tutti, seduti o in piedi, alla ricerca di una remota chance per portare a casa il risultato. L'altro giorno chiesi ad un amico, la cui moglie è al mare con i figli, com'era andata la notte brava in un noto locale fiorentino molto in voga ultimamente. La risposta è stata deprimente ma molto descrittiva su quanto detto fin'ora: "mah... ti dirò... fauna ce n'era, ma non c'è stato verso neanche di scambiare una battuta... Così ho annusato due ascelle, toccato una schiena, dato una strusciatina e sono venuto via...". Mah...
Incuriosito ho spostato le mie indagini sull'altro fronte, e sono direttamente andato nella tana del lupo, sono entrato sotto la sottana della donna fiorentina ed ho scoperto che... sotto il vestito gente!!! Si perchè fondamentalmente non siamo troppo diversi, diciamo che il maschio tira più alla conclusione, non è che si perda più di tanto nello studiare un approccio che non vada oltre il "t'ho già visto da queste parti..." La donna con la minigonna e il tacco fetish ha bisogno di qualcosa di più che gli smuova la serratura. La donna con le amiche sullo sgabello di un pianobar in estate, non ha bisogno dell'approccio adolescenziale o scontato. Consiglierei al maschio col muschio da astinenza un qualcosa che vada più direttamente al sodo, a minare quel tabu che aleggia intorno alla preda... Se la donna si è agghingata un messaggio lo vorrà dare (e non solo quello) o è solo chiacchere e distintivo? E allora esaltiamo un pò di quelle forme che per una sera hanno visto la luce e che non aspettano altro che un vivido complimento! Non avviciniamoci con la scritta in fronte www.vorreitrombare.org... Non è carino... Lo so che cinci ritto non vuole consigli, ma per una volta, facciamo emergere un pò di orgoglio maschio, teniamoci il merlo nelle mutande e facciamoci desiderare un pò... Cavolo! Voi pensate che la donna non abbia le nostre stesse pulsioni? Sbagliate! E' che solo gli piacerebbe cacciare un pò, non averlo scodellato li sul momento. E' anche vero che il tempo è tiranno, e che le ferie non durano in eterno, però tutto deve avere una giusta collocazione, evitando di girare come rabdomanti col bastone che vibra quando si trova l'acqua. Se provaste ad osservare, almeno per una volta, il rituale di accoppiamento (nel senso di conoscenza) di un uomo e una donna, vi accorgereste degli enormi sbagli effettuati da ambo le parti, la pochezza della conversazione, per non parlare degli atteggiamenti. Di solito il maschio sorvola le prede che stanno in gruppo e cerca un approccio con frasi da vocabolario adolescenziale. La preda allora guarda le sue amiche col classico sguardo: "eccone un altro..." e cala il gelo. A quel punto il maschio, lasciato a casa l'orgoglio, favorito dallo stordimento provocato da 3 Mohiti, seguita in monologhi che sortiscono l'effetto di una zanzara ronzante agli orecchi delle povere astanti, le quali, magari, si sarebbero fatte anche più curiose con argomenti più interessanti. E così mentre i giorni si ripetono la nostra reputazione va a farsi fottere minando anche quella di chi, come lo scrivente, tenta delle timide uscite serali giusto per fare nuove conoscenze e per essere cronista "distaccheto" delle notti estive. Uomini di tutta italia e della città di Fiorenza, vogliamo riprenderci lo scettro della sovranità assoluta o essere ancora schiavi del "tira più in pelo di..."?

venerdì 23 luglio 2010

Nel 2004 c'era già chi vedeva lontano

di Oriana Fallaci
«Signor Vicepresidente del Consiglio, Lei mi ricorda Palmiro Togliatti. Il comunista più odioso che abbia mai conosciuto, l’uomo che alla Costituente fece votare l’articolo 7 ossia quello che ribadiva il Concordato con la Chiesa Cattolica. E che pur di consegnare l’Italia all’Unione Sovietica era pronto a farci tenere i Savoia, insomma la monarchia. Non a caso quelli della Sinistra La trattano con tanto rispetto anzi con tanta deferenza, su di Lei non rovesciano mai il velenoso livore che rovesciano sul Cavaliere, contro di Lei non pronunciano mai una parola sgarbata, a Lei non rivolgono mai la benché minima accusa. Come Togliatti è capace di tutto. Come Togliatti è un gelido calcolatore e non fa mai nulla, non dice mai nulla, che non abbia ben soppesato ponderato vagliato per Sua convenienza. (E meno male se, nonostante tanto riflettere, non ne imbrocca mai una). Come Togliatti sembra un uomo tutto d’un pezzo, un tipo coerente, ligio alle sue idee, e invece è un furbone. Un maestro nel tenere il piede in due staffe. Dirige un partito che si definisce di Destra e gioca a tennis con la Sinistra. Fa il vice di Berlusconi e non sogna altro che detronizzarlo, mandarlo in pensione. Va a Gerusalemme, con la kippah in testa, piange lacrime di coccodrillo allo Yad Vashem, e poi fornica nel modo più sgomentevole coi figli di Allah. Vuole dargli il voto, dichiara che “lo meritano perché pagano le tasse e vogliono integrarsi anzi si stanno integrando”.

Quando ci sbalordì con quel colpo di scena ne cercai le ragioni. E la prima cosa che mi dissi fu: buon sangue non mente. Pensai cioè a Mussolini che nel 1937 (l’anno in cui Hitler incominciò a farsela col Gran Muftì zio di Arafat) si scopre «protettore dell’Islam» e va in Libia dove, dinanzi a una moltitudine di burnus, il kadì d’Apollonia lo riceve tuonando: “O Duce! La tua fama ha raggiunto tutto e tutti! Le tue virtù vengono cantate da vicini e lontani!”. Poi gli consegna la famosa spada dell’Islam. Una spada d’oro massiccio, con l’elsa tempestata di pietre preziose. Lui la sguaina, la punta verso il sole, e con voce reboante declama: “L’Italia fascista intende assicurare alle popolazioni musulmane la pace, la giustizia, il benessere, il rispetto alle leggi del Profeta, vuole dimostrare al mondo la sua simpatia per l’Islam e per i musulmani!”. Quindi salta su un bianco destriero e seguito da ben duemilaseicento cavalieri arabi si lancia al galoppo nel deserto del futuro Gheddafi. Ma erravo. Quel colpo di scena non era una reminiscenza sentimentale, un caso di mussolinismo. Era un caso di togliattismo cioè di cinismo, di opportunismo, di gelido calcolo per procurarsi l’elettorato di cui ha bisogno per competere con la Sinistra e guidare in prima persona l’equivoco oggi chiamato Destra.

Signor Vicepresidente del Consiglio, nonostante la Sua aria quieta ed equilibrata Lei è un uomo molto pericoloso. Perché ancor più degli ex democristiani (che poi sono i soliti democristiani con un nome diverso) può usare a malo scopo il risentimento che gli italiani come me esprimono nei riguardi dell’equivoco oggi chiamato Sinistra. E perché, come quelli della Sinistra, mente sapendo di mentire. Pagano-le-tasse, i Suoi protetti islamici?!? Quanti di loro pagano le tasse?!? Clandestini a parte, spacciatori di droga a parte, prostitute e lenoni a parte, appena un terzo un po’ di tasse! Non le capiscono nemmeno, le tasse. Se gli spiega che servono ad esempio per costruire le strade e gli ospedali e le scuole che anch’essi usano o per fornirgli i sussidi che ricevono dal momento in cui entrano nel nostro paese, ti rispondono che no: si tratta di roba per truffare loro, derubare loro. Quanto al Suo vogliono-integrarsi, si-stanno-integrando, chi crede di prendere in giro?!?

Uno dei difetti che caratterizzano voi politici è la presunzione di poter prendere in giro la gente, trattarla come se fosse cieca o imbecille, darle a bere fandonie, negare o ignorare le realtà più evidenti. Più visibili, più tangibili, più evidenti. Ma stavolta no, signor mio. Stavolta Lei non può negare ciò che vedono anche i bambini. Non può ignorare ciò che ogni giorno, ogni momento, avviene in ogni città e in ogni villaggio d’Europa. In Italia, in Francia, in Inghilterra, in Spagna, in Germania, in Olanda, in Danimarca, ovunque si siano stabiliti. Rilegga quel che ho scritto su Marsiglia, su Granada, su Londra, su Colonia. Guardi il modo in cui si comportano a Torino, a Milano, a Bologna, a Firenze, a Roma.

Perbacco, su questo pianeta nessuno difende la propria identità e rifiuta d’integrarsi come i musulmani. Nessuno. Perché Maometto la proibisce, l’integrazione. La punisce. Se non lo sa, dia uno sguardo al Corano. Si trascriva le sure che la proibiscono, che la puniscono. Intanto gliene riporto un paio. Questa, ad esempio: “Allah non permette ai suoi fedeli di fare amicizia con gli infedeli. L’amicizia produce affetto, attrazione spirituale. Inclina verso la morale e il modo di vivere degli infedeli, e le idee degli infedeli sono contrarie alla Sharia. Conducono alla perdita dell’indipendenza, dell’egemonia, mirano a sormontarci. E l’Islam sormonta. Non si fa sormontare”. Oppure questa: “Non siate deboli con il nemico. Non invitatelo alla pace. Specialmente mentre avete il sopravvento. Uccidete gli infedeli ovunque si trovino. Assediateli, combatteteli con qualsiasi sorta di tranelli”.

In parole diverse, secondo il Corano dovremmo essere noi ad integrarci. Noi ad accettare le loro leggi, le loro usanze, la loro dannata Sharia. Signor Fini, ma perché come capolista dell’Ulivo non si presenta Lei?».
New York, gennaio 2004


lunedì 19 luglio 2010

Caro Valentino ti scrivo...


...tanto so che non leggerai mai questo post, ma se lo facessi... Ho appena letto le tue dichiarazioni sul "La Stampa" (e forse su altri giornali), e rimango abbasito dopo che nel mio articolo precedente, neanche 12 ore fa, avevo elogiato le tue gesta sia come sportivo che come uomo. La tua dichiarazione che riporto in parte è questa:

"Alla fine volevo piangiucchiare come ha fatto lui (Stoner) due anni fa a Laguna Seca, ma ho preferito dirgli bravo. Non è vero che odio i miei avversari. Più che altro amo sfidarli, mi piace la bagarre in gara. Forse è quello che li irrita"

Stoner, caro Valentino, non ha piangiucchiato due anni fa, dopo che ti aveva bastonato l'anno prima. Stoner è stato molto più signore di te perchè la tua manovra da "eroe" al cavatappi andava sanzionata come un taglio di chicane dato che quando sei rientrato hai urtato Stoner senza lasciargli la posizione. Stoner è stato talmente signore che non ti ha accusato di aver frenato un millesimo prima del solito, quando lui è caduto prima di entrare sul rettilineo. Ricordi vero? Le malizie e le astuzie noi del "giro" le conosciamo e non ti abbiamo accusato per questo anzi... Come il sorpasso su Gibernau a Jerez, maschio ma regolare. Ma per favore evita termini del tipo "piangiucchiare" perchè al primo anno di MotoGp io ero driver BMW in pista e mi ricordo che levavi gas sul rettilineo del Mugello tanti erano i cavalli in più delle vostre Honda rispetto agli avversari. Certo tu sei forte, il più forte di questi ultimi anni, e negarlo sarebbe stupido, come sarebbe stupido gioire del tuo infortunio se non si è tuoi tifosi. Però durante il tuo regno Hayden e Stoner ti hanno messo dietro e forse quest'anno un altro pilota lo farà. Se gli altri piangiucchiano allora tu non nasconderti dietro una falsa convalescenza ipotizzando il tuo ritorno al 100% a Misano, perchè non si gira in 1.22.00 al Saschsering da "malati". Allora anche Stoner non si è svegliato quando sei arrivato te, ma ti ha semplicemente fatto capire che era inutile che ti affannassi per il terzo posto. Io ho semplicemente visto un bel duello tra due piloti veri... ma se la metti sul piano dell'ironia non piangiucchiare se quest'anno non vinci il mondiale...
Ma non è bello scrivere così, non è bello neanche leggerli commenti di questa fattura, quindi un consiglio da chi ti apprezza: puoi schernirli gli avversari, puoi anche fare della guerra psicologica, ma ricorda di portargli sempre rispetto, come loro lo portano a te. Lorenzo al Mugello non è stato ipocrita perchè ha riconosciuto il tuo valore nel motociclismo, ed ha ricordato al pubblico festante italiano, l'importanza di un campione come te. Se tu lo consideri un gesto ipocrita allora devo riconsiderare il tuo lato di campione di classe e gioire nel vederti nella polvere... Ma questo non lo farò mai perchè signori si nasce, non si diventa...

domenica 18 luglio 2010

Campioni, giornalisti, giornalai ruffiani e affini

Come volevasi dimostrare la valanga mediatica si è abbattuta sul moto mondiale al seguito dell'eroico ritorno di Rossi. Claudio Costa fu sibillino i giorni dopo l'incidente indicando in “forse” tre settimane per il rientro del pilota di Tavullia. E così è stato perché mai come oggi la Moto Gp ha bisogno di lui per uscire da un impasse che conta solo 17 piloti alla partenza dei quali solo 6 (per essere generoso) in grado di dare un minimo di spettacolo. La cosa più insopportabile di un gesto atletico di alta caratura sono i giornalisti e i cronisti, Meda in primis, che al cospetto del campione sembrano ipnotizzati e si prostrano come se avesse il potere di un santone. Ecco questo disturba un po' tutti noi appassionati di moto, abituati a recuperi record, Locatelli tanto per citarne uno recente, o tanti altri che sono rientrati senza tanto clamore. Ma lui è Valentino, talento indiscusso di questi ultimi 15 anni di corse, che non ha bisogno di essere santificato e coccolato come se fosse il fidanzato di tutti, sconfinando quasi verso un amore omosessuale. A me Rossi è piaciuto perché è andato forte, perché è tornato a fare quello per cui è nato, perché Stoner lo ha battuto sul campo, perché non si è nascosto dietro l'infortunio. E così dovrebbero fare i giornalisti, i commentatori, dovrebbero riportare la cronaca di una giornata di corse perché anche altri ragazzi hanno corso e hanno vinto. Gli eroi sono altri, loro sono solo guerrieri che combattono facendo uno sport per il quale sono disposti a sacrificare la vita figuriamoci una rottura di un osso. Bayliss si fece tagliare la falange del dito mignolo per poter rientrare a correre. Questo è il mondo dei piloti non solo di Valentino e i giornalisti lo sanno bene, ma si sa, i profani che seguono le corse sono in maggioranza rispetto a chi come me non vede solo un pilota in pista, non vede solo una classe, la MotoGp, ma le vede tutte tifando anche per altri piloti, non necessariamente italiani. Oggi il popolo ha bisogno di un suo idolo perché gli idoli fanno marketing e Valentino questo lo sa bene e si è cucito il suo posto nella storia. Ci fosse la possibilità di escludere il commento lo farei volentieri perché l'unica cosa udibile è il ruggito delle moto e ogni tanto qualche gaffe di Reggiani che almeno ci fa un po' ridere, ma subito anche lui ritorna nella più bieca normalità. Ora che la MotoGp ha ritrovato il suo re siamo tutti più contenti, e non è detto che faccia anche un apparizione in Superbike, così come nei rally e nelle esibizioni, perché oramai lo sport italiano porta solo il numero 46 e il 3 di Biaggi... Ma si sa, le gesta del romano valgono commercialmente meno per essere anche almeno una volta menzionate da giornalai ruffiani e compiacenti...

domenica 27 giugno 2010

Meno male che Max c'è!

Come volevasi dimostrare il tricolore sventola grazie ai nostri centauri italiani, in particolar modo con Iannone sabato e il veterano Biaggi domenica. Ancora una volta, senza nulla togliere al bravo e giovane pilota abruzzese, Max Biaggi ha messo il sigillo a due gare condotte da corsaro, quello stesso pilota che negli anni 90 ha vinto 4 titoli mondiali, e che oggi, a 39 anni, si permette di mettere dietro una compagine ben più giovane di lui, Checa e Corser a parte. Non mi voglio soffermare sulla supremazia dimostrata dal pilota romano, ma vorrei porre l'accento sulle tante voci che si sentono in giro in questi giorni, se Rossi va alla Ducati, un pilota italiano su una moto italiana, perchè questo ce l'abbiamo già. Biaggi è romano, l'Aprilia è veneta, il main sponsor è Alitalia quindi che volere di più? Esaltiamo quello che abbiamo già, evitando voli pindarici su quello che potrà essere. Max Biaggi non costa quanto Rossi, ne corre un campionato minore, anzi... La Superbike è altamente più massacrante di una scarna MotoGp, dove non si arriva ai 16 partenti, eppure tutti si aspetta un vagito di un pilota che ha fatto tanto per il motociclismo e che da il motociclismo ha preso tanto. Adesso bisogna elogiare chi da due anni vince con prodotti nostrali, con gente nostrale, ed è in lizza per portare a casa un bellissimo campionato del mondo e comunque vada, una grande prestazione degna di esaltarsi, tutti in piedi sul divano parafrasando un commentatore televisivo. Anche le recenti vicissitudini di Alitalia dovrebbero farci sentire un po' più orgogliosi nel vedere quel marchio svettare di nuovo in alto. Questo Max lo sa bene e puntualmente ringrazia sempre il presidente Colaninno. La Ducati signori miei è al 51% americana quindi non proprio un brand puramente italiano, come non lo sarà lo sponsor Marlboro che dovrà sborsare diversi milioni d'euro per portare sulla rossa il Dott.Rossi. Oggi Biaggi, Aprilia e Alitalia rappresentano veramente un tricolore non solo nei colori ma anche nell'orgoglio di stare sempre sul podio e, ultimamente sul gradino più alto.

Giù il cappello quindi davanti a loro, mano sul cuore e grazie ragazzi per tutto questo, grazie per l'anima che ci date, per l'entusiasmo e per la grinta. Gli altri se arriveranno, lo faranno dopo di voi!

sabato 26 giugno 2010

L'Italia s'è desta


Bossi nelle sue esternazioni esagera sempre. Eppure come non leggere nelle sue folli elucubrazioni un fondo di verità. La Padania tanto sognata e tanto agognata dal senatur può andare bene per un concorso di bellezza, ma non per creare una nazionale di calcio. La nazionale rappresenta una nazione e come gli Stati Uniti ci insegnano, anche se frammentati in 56 stati, la squadra di calcio che li rappresenta è solo una, come una è la bandiera dei loro atleti. Il Bossi però ha ragione quando non si sente rappresentato dai nostri “atleti”. La figuraccia rimediata ai mondiali è solo la punta dell'iceberg del brutto momento che il nostro sport sta passando e tutti, a tutti i livelli, ne sono colpevoli. Prendiamo l'Inter, il cui vero nome è Internazionale: mai aggettivo fu più azzeccato per indicare una squadra dove militano atleti di tutto il mondo e solo due o tre italiani. Ma anche altri club si avvalgono di questa sorta di internazionalità, molto meno marcata, però sempre alla caccia del nome straniero. Il “clientelismo” e gli interessi stanno minando le basi del nostro sport in tutte le discipline e moltissimi ragazzi vengono tenuti in disparte a favore di altri più “ammanicati” o convenienti. Guardiamo le corse in moto, terreno a me caro e conosciuto. Nella 125 il migliore italiano è relegato alla 14\15 posizione, quando in un passato non molto lontano eravamo i protagonisti assoluti. Oggi se un giovane si vuole avvicinare alle due ruote deve portare con se prima una buona dote di danaro, poi la capacità di saper guidare. Volete degli esempi? Rolfo, Canepa, De Angelis (per fortuna sanmarinese) buoni piloti ma molto più scarsi di tanti altri che militano in campionati minori. Oggi per fare un trofeo Yamaha R1 occorrono minimo 40.000 euro e non è detto di arrivare nelle prime posizioni, perchè i piloti “ufficiali” dispongono di materiale migliore, che a parità di moto “di serie”, fa tanta differenza (vedi la squalifica di Zerbo nella Hornet Cup) impedendo ai giovani di emergere. Negli sci se non sei del nord non arrivi sui campi gara, eppure un certo Tomba Alberto di Bologna ha dimostrato il contrario. Nel tennis i ricordi sono fermi a Panatta, Schiavone a parte... Nel nuoto Rosolino ha preferito l'Australia per allenarsi, anche se poi ha nuotato per il tricolore. Oggi lo sport è una sorta di vetrina per potersi poi sganzare con le veline, letterine, zoccoline, per poi essere con la lingua di fuori dopo 15 minuti di partita. I ragazzini sognano questo, sognano il tutto e subito lasciando gli sport di sacrificio, ciclismo in primis, ad altri, perchè comunque non utili per essere sempre in primo piano e sulle pagine dei giornali. E paraddossalmente nello sport che è sulla bocca di tutti, il calcio, non siamo in grado di creare un vivaio in grado di rinfoltire le fila di una nazionale che dovrebbe rappresentare tutta l'Italia e che forse la rappresenta proprio per quello che è... Un paese di guelfi e ghibellini dove tutto vale il contrario di tutto, dove io sono meglio di te a prescindere da quello che faccio, dove pur di non dare soddisfazione all'avversario preferisco affondare la barca. “Siam pronti alla morte” recitano le brutte parole di un inno stantio e privo di senso, ma la morte di che? Non certo del conto in banca, perchè quello è sempre superforaggiato dai club compiacenti. E allora largo ai giovani che hanno fame e sete di vittoria, purchè non si scontrino con i figli degli allenatori in discoteca (Lippi junior docet)... Il mea culpa di Lippi e sopratutto le parole di Abete me le metto sul gozzo, come le parole patetiche di Buffon... Tutti sono colpevoli e parafrasando le parole di Gattuso i “vecchi” lo sono ancora di più...
Povera italia sportiva (e non solo) in continuo declino sopratutto identitario poco desto, senza l'elmo di Scipio se non il casco di Biaggi o Rossi, e la vittoria sempre più lontana e l'unica chioma rimasta è quella di Simoncelli per fortuna non schiavo di Roma...

lunedì 7 giugno 2010

Il re è morto, viva il re!


Chi va in moto sa di dover mettere in conto la caduta, anche per gli utenti giornalieri, nessuno è immune da questa rottura dell'equilibrio che magicamente ci tiene in piedi. Per i piloti la caduta è come un bicchiere rotto per il barrista, una scheggia nel dito del falegname, una cosa quasi naturale. Vi dirò, per esperienza diretta, che cadere in pista ha anche il suo fascino, perchè tante sono le protezioni che hai addosso, che diventa quasi una scivolata da luna park. Anzi di solito siamo più preoccupati per i danni alla moto che a noi stessi, tanto caro ci è costato il nostro oggetto dei desideri. Nel mondo professionistico invece la caduta rappresenta quella linea sottile tra il ritornare ai box e ripartire, oppure farsi male ed avere l'incognita di saltare la gara.
Nella sua lunga carriera Valentino Rossi è caduto numerose volte, ma mai senza conseguenze disastrose come quella che sabato, alla vigilia del gran premio di casa, che lo ha visto volare in aria a 160 km/h e sfortunatamente ricadere sulla tibia e perone fratturandoseli. L'immagine del campione ferito, come quelle di qualsiasi altro pilota fa, fa capire che il motociclismo è anche questo e Valentino non è un eccezione. Lo è nel peso mediatico dato alla vicenda, perchè in questi ultimi 15 anni di storia motociclistica, Rossi ha impersonato e rappresentato il motociclismo nel mondo, riportandolo a nuovi livelli di interesse e di questo bisogna essergli grati. Indipendentemente dall'essere tifosi o meno, la sua mancanza si è già fatta sentire, in una categoria che conta solo 16 piloti e che stupidi regolamenti la stanno portando al collasso totale. Valentino per gli avversari rappresenta la lepre o comunque un punto di riferimento, ed anche se il sottoscritto lo avrebbe visto volentieri giù dal gradino più alto del podio, una vittoria contro di lui ha un sapore diverso, perchè sicuramente sudata e battagliata fino alla fine. La mancanza di Valentino dalle corse è un duro colpo alla MotoGp e lo sanno bene gli organizzatori che adesso dovranno inventarsi qualcosa di nuovo, ma lo sanno anche tutte le case motociclistiche, e lo sa perfino il suo rivale diretto, quel Jorge Lorenzo, che ha ammesso che una vittoria senza Valentino non è più una bella vittoria. Le facce dei piloti all'arrivo erano molto più eloquenti che le parole, tranne che quella del buon Dovi mai abituato al box dei primi tre. Pedrosa al Mugello ha vinto in solitario ma non contro Valentino. Lorenzo si è accontentato perchè comunque doveva inseguire un rivale che va a corrente alternata. L'unico che poteva fare qualcosa era Stoner che in parte lo ha fatto ma non per lottare per la prima posizione. Per gli altri si è trattato di un copione già scritto, con il fantasma di Troy Bayliss che girava in 1.51,9 con una moto "derivata" dalle serie.
Il fastidio da qui in avanti saranno i bollettini medici e i presunti miracoli che il Dottore riuscirà a fare anche in veste di paziente e non di pilota. Si perchè mentre dai comunicati ufficiali si parla di 5 mesi di stop, relativi anche ad un normale decorso della gamba di una persona normale, per i piloti il discorso è un pò diverso. Chi vive in quella condizione e in quel mondo sa che non ci sono miracoli come vorranno farci credere, ma solo trattamenti speciali e una diversa forza di volontà. Dalle dichiarazioni non dette posso scommettere che Rossi tornerà a BRNO se non a Laguna Seca, ma non mi stupirò per questo ne griderò al miracolo.
Mi piacerebbe anche suggerire a tutti i giornalisti di non ricamare troppo sul percorso di guarigione, perchè tantissime altre persone nel mondo soffrono, e sicuramente in maniera anche peggiore. Mi piacerebbe dire a Guido Meda che la telefonata di Biaggi al suo cellulare andava trasmessa e non cassata per motivi di tempi televisivi. Le parole del campione romano avrebbero fatto bene allo sport, perchè com'è vero che sono state riportate le scaramucce di qualche anno fa, era giusto far sentire la solidarietà di un altro campione verso un avversario in pista, ma collega e amico nel dolore. Questo si chiama e si chiamerebbe giornalismo. Ma si sa il condizionale è sempre più d'obbligo al giorno d'oggi, come d'obbligo sarà riavere un campione o diversi campioni in una categoria che sta implodendo su se stessa.

giovedì 3 giugno 2010

Quando la fortuna è Checa


Un romano in America sarebbe stato un titolo più adatto, ma per le due vittorie di Max Biaggi sul circuito americano di Salt Lake City, un tantino va riconosciuto il merito della sfortuna di un altro grande protagonista Carlos Checa. Infatti lo spagnolo in entrambe le manches è stato tradito dalla sua Ducati del Team Althea per guasti elettrici, triste epilogo di un fine settimana sempre in testa. Questo ha permesso al corsaro di trovarsi li, in seconda posizione e di approfittarne rendendo l'onore delle armi allo sfortunato pilota iberico. Come dice giustamente Max se non ero secondo primo non arrivavo, e questo la dice lunga sull'ottimo stato di forma sia del pilota che dell'Aprilia, sempre più competitiva anche se guidata dalla sua seconda guida Camier. Una caduta nella seconda manches ha compromesso la posizione in vetta alla classifica di Haslam, sempre più maturo, sempre più veloce, capace di uccellare in una sola staccata due piloti nella prima manche arrivando secondo, per poi cadere con un highside nella seconda nel tentativo di recuperare una cattiva partenza. Non ha colpe il pilota britannico, se non quella di non aver saputo aspettare, Ma si sa, la foga dei campioni è anche questa, e a noi piacciono i piloti che non si risparmiano. Un pò di risparmio invece lo dovrebbe fare Johnny Rea caduto nella prima manches e un pò perso nella seconda. Un Haga terzo ha un pò risollevato le sorti della Ducati che ha definitivamente perduto Fabrizio e spera nel ritorno del carrozziere Bayliss per tentare di rimettere le ruote sul gradino più alto del podio. Mi farebbe molto piacere ritrovare l'immenso Troy sulla rossa (e bianca) ma in Ducati hanno un ottimo pilota nel team satellite, Checa, e non vedo per quale ragione non lo debbano supportare in toto affidandogli del materiale ufficiale... Mah!!! Certo quest'anno in Ducati hanno proprio manie suicide, basti vedere la fine che hanno fatto fare al povero Stoner, che al Mugello cercherà di staccare l'ultimo biglietto utile prima di perdere il treno definitivo.
Una dolente nota arriva dal cosiddetto vivaio motociclistico italiano. Domenica si è corsa anche la seconda prova del trofeo Honda Hornet a Misano, che vede il Lorenzo Segoni leader, avendo vinto il primo round a Franciacorta. Segoni si è imposto magistralmente anche nel secondo round ai danni del pilota e portacolori della casa nipponica Zerbo, il quale dopo una bella battaglia fino all'ultimo giro, Segoni l'ha infilato al Carro e poco ha potuto fare se non seguirlo fino al traguardo. Fin qui tutto regolare, se non che al rientro Zerbo firma subito un reclamo ai commissari per una presunta velocità di punta della Honda di Segoni troppo "elevata". Regolamento vuole che in fase di reclamo venga esaminata la moto fin'anche allo smontaggio della stessa per una verifica completa delle parti meccaniche. Nel mentre vengono fuori i dati della telemetria dove la Honda "ufficiale" di Zerbo ha fatto segnare i 219 km/h ai danni della moto di Segoni che veniva rilevata soltanto a 206 km/h. A quel punto gli stessi commissari, pressati anche dai meccanici del vincitore, hanno chiesto la verifica della moto di Zerbo che, guardacaso, risultava essere "maneggiata" nella testa, sedi valvole, colore marrone del carburante usato (benzina speciale) a differenza della moto del Segoni perfettamente in linea con le direttive del trofeo. Ad assistere il tutto Carlo Florenzano, responsabile Racing Honda Italia, il quale di solito, intervistato dopo i Gran Premi, è il primo fautore nel dire che in Italia mancano un pò gli incentivi per i giovani a formare un vivaio per contrastare l'arrembante armata spagnola. Esito della vicenda, chiara sotto gli occhi di tutti quindi anche dei commissari FMI, che altro non hanno fatto che accertare le irregolarità, è stato che Florenzano ha deciso di spedire il materiale alla Honda Italia per la verifica, quando in realtà tecnici e meccanici Honda erano, e sono presenti nel paddok a supporto proprio del trofeo. Fino ad oggi non sappiamo se a Zerbo verrà inflitta una squalifica o meno, certo è che se la cosa capitava ad un altro team, le cose sarebbero andate diversamente e i provvedimenti presi nell'immediatezza del fatto. Lorenzo Segoni non ha niente da chiedere è stato uno dei giovani promettenti 10 anni fa, ed oggi si diletta nelle gare e trofei, impersonando la lepre per chi si vuole affacciare alle corse. Ma sono proprio atteggiamenti poco chiari come quelli citati sopra che non hanno dato possibilità ai piloti più giovani di emergere, ai piloti più meritevoli, a quelli veramente più veloci. Oggi conta solo la dote in denaro che ti porti dietro, e i risultati si vedono, Canepa docet. I veri campioni non vincono perchè hanno i soldi, ma vincono perchè sono i più forti, e se in Italia non sappiamo valorizzare questo, allora bisognerà sperare nella longevità di Biaggi o di Rossi, perchè all'orizzonte non si vede più nessuno, o se si vede qualcuno non batte certo bandiera italiana...

lunedì 24 maggio 2010

Prima fila


E mentre il calcio la fa da padrone fuori e dentro il campo con le peggio notizie di sempre in merito a comportamenti assurdi e scorretti, noi fans dello sport vero, quello con la S maiuscola, ci "dobbiamo" accontentare di sobbalzare di tanto in tanto quando si accende la luce verde del pronti, attenti via... La Superbike quest'anno è decisamente più promettente a livello di spettacolo, con diversi piloti pronti sempre a sgomitarsi fino all'ultimo giro, e in Sudafrica ne abbiamo visto delle belle con redivivo Biaggi e Aprilia, un sempre più maturo Haslam, un altalenante Rea più gli altri comprimari che a turno si affacciano alla vetta regalando gare e finali al cardiopalma. Triste è che la pattuglia italiana sia affidata ad un "vecchino" come Max Biaggi, che ha si riscoperto una nuova giovinezza, ma a meno di contratti strani con Lucifero & Co. anche per lui il tempo passerà. E non meglio stanno quelli ai piani alti delle corse, dove nel motomondiale parlano sempre più spagnolo e sempre meno italiano. E' vero, noi siamo bravi anche nell'assemblare le moto con pezzi speciali, Brembo e Marchesini in primis, ma dovremmo essere anche bravi nell'assemblare talenti che in realtà stanno iniziando un pò a mancare in tutte le classi non solo in MotoGp. Ieri infatti Jorge Lorenzo si è permesso di sedersi davanti al megaschermo per vedere le corse, tanta è stata l'ottima prova di carattere nei confronti di Valentino Rossi, che altro non ha fatto che controllare un sicuro secondo posto viziato dalla caduta di un sempre più dubbioso Stoner alla ricerca del feeling con la sua ruota anteriore. In Ducati hanno veramente il gusto di farsi male da soli. Hanno vinto un mondiale proprio perchè quel talentuoso pilota ha trovato nella moto di Borgo Panigale, quello che l'Honda non gli dava, ovvero la gestione dell'avantreno, perchè se avete avuto modo di osservare l'australiano da vicino, in entrata di curva fa veramente paura. Eppure, ammaliati dal volemose bene e che tutti devono guidare un Ducati, non solo hanno perso pezzi importanti in Superbike, ma ora rischiano anche di giocarsi il pilota più veloce in assoluto. Hayden è solo un mezzo sorriso positivo, e la prospettiva che arrivi il Dottore è una strategia vigliacca, perchè Stoner ha 22 anni ed è forte, ed ha dimostrato di saper vincere. Ma questo non risolve i problemi della MotoGp con 16 partiti e 13 arrivati, perchè la gara si è giocata solo su due piloti, mentre gli altri sono stati a guardare. Per Pedrosa e Dovizioso, Rossi era li a un secondo e mezzo e non era imprendibile. Invece sono stati a nicchiare, quasi svogliati, intimoriti, impauriti e forse anche un pò troppo "comodosi" con un pensiero per il terzo posto e basta. Il duo Fiat Yamaha esprime il miglior compromesso moto-pilota eccezion fatta di Stoner, ma questo è ancora da verificare. Se non altro la Moto2 sta rendendo la visione delle corse più interessante, dove l'unico, Tony Elias spagnolo, ha capito prima degli altri il funzionamento di questo ibrido, capitalizzando vittorie e ottimi piazzamenti.
Con rammarico leggo anche i commenti degli appassionati-di-motociclismo-solo-la-domenica, i quali inneggiano ai problemi della spalla di Valentino a giustificazione del secondo posto. A loro rispondo con una toscana battuta che se fa male la spalla si mangia il prosciutto. Rossi non ha bisogno di un popolo e di un tifo calcistico. Rossi è un campione e i risultati sono dalla sua parte. Nella sua lunga e fortunata carriera per adesso ha trovato solo due avversari degni di tale appellativo: un fortunato ma presente Hayden, e un cannibale di nome Stoner. Gli altri, Biaggi, Gibernau, Pedrosa, solo dei comprimari che ne hanno esaltato la figura e le gesta. Oggi c'è Lorenzo, un altro tosto, che per adesso sta facendo lo Stoner del 2007 e questo deve essere motivo di orgoglio per vedere come il "fenomeno" reagirà, rendendo meno noiose le gare.

lunedì 17 maggio 2010

Come marziani sotto il sole d'Agosto... in città...


"Ci metteremo il casco anche per andare a piedi" cantava Barbarossa qualche tempo fa... Stando alle ultime previsioni sul nuovo decreto che sancisce nuove regole al codice della strada, non siamo così poi molto lontani. In particolar modo alle prossime imposizioni sull'abbigliamento che dovrebbero imporre a tutti i motociclisti (utenti delle due ruote) durante la guida del proprio mezzo, indipendentemente da dove essi si trovino. Statisticamente è difficile trovare un motociclista in autostrada non vestito adeguatamente. Chi usa la moto lo sa ed è il primo a osservare le regole che ora ci vogliono imporre. Però la stessa moto che ti "porta" sulle Dolomiti o in Sardegna, serve anche per andare a lavorare tutti i giorni, facendo 5 o 10 km il giorno, giusto la distanza tra l'abitazione e il luogo di lavoro. E finchè è inverno poco male... Ma quando arriva l'estate? I 40 gradi? L'uscita serale con gli amici per andare "al fresco" in collina o in riva al lago? Stiamo sempre parlando di tragitti brevi, quegli stessi tragitti che fin'ora abbiamo affrontato in maniera serena, senza bisgno di vestirsi per un gran premio. Si perchè il decreto "salva" chi ha un mezzo a due ruote fino a 150, ma oltrepassata tale soglia iniziano i dolori. Si parte dalla scarpa tecnica, coccodrillo o tartaruga alla schiena, guanti, casco integrale, giubbotto di pelle o materiale resistente allo strusciamento (Cordura e simili), pantaloni... Allora mi sovvengono quelle immagini della sosta vicino alle stazioni balneari, dove uno sciame di moto e scooter sostano per aver "diportato" il loro proprietario ad una giornata di mare. Ma più che l'arrivo drammatica sarà la partenza, dove oramai "cotto" ma felice di essere stato bagnato dal sole e dall'acqua ti appresti ad indossare quel simpatico giubbotto di pelle abbinato al pantalone, anch'esso rigorosamente di pelle, dove la gamba stenta ad infilarsi perchè sia il gonfiore che la salsedine ne impediscono l'entrata. E mentre a noi motociclisti, appestati dalla sola colpa di essere più liberi di un automobilista, sulle strade, sulle autostrade, le macchine aumentano a vista d'occhio, imparentandosi ogni qualvolta l'una con l'altra nelle code degli esodi, dei ponti, o di quant'altro. E' altresi vero che l'80% dei politici conosce la moto solo per la popolarità di Valentino Rossi o Max Biaggi, perchè se mai ne fosse un usufruitore sarebbe un pò più sensibile e rispettoso verso chi invece la usa tutti i giorni per combattere il caos delle città e non solo. Facile fare il politico dentro l'auto blu, libero accesso ai centri urbani, corsie preferenziali e quant'altro...facile! Pensate che cadere a 50 km/h o fare un incidente sia diverso a seconda del mezzo che si guida? Pensate che il mio BMW GS1200R sia così più altamente pericoloso di un Piaggio Beverly 500 o di uno Yamaha TMAX? Iniziate voi ad indossare l'abbigliamento che ci volete propinare a noi, tanto più che vi farebbe bene per combattere l'adipe accumulato stando a sedere. Iniziate voi a vestirvi come marziani per poi dover andare ad una riunione in giacca e cravatta.
Dulcis in fundo il sedile per i bambini passeggeri... quello è ancor più fantastico... Fino a 12 anni è obbligatorio il sedile (del quale ancora non si conosce neanche la forma). Dunque io ho un amica che è alta 1.48 cm ed ha 35 anni. Il figlio di un mio amico che ha 10 anni è alto quasi 1.60. Stando al decreto il "bambino" dovrebbe sedere sul seggiolino, quando in realtà sarebbe più opportuno far sedere la mia amica... Queste signori miei sono contraddizioni che al politicante di turno non passano neanche per l'anticamera del cervello perchè non hanno un benchè minimo contatto con la realtà. E a noi novelli Iron Man e futuri piloti dei nostri mezzi non resterà che vestirsi come vuole il nostro governo il quale invece di rendere più sicure le strade sulle quali viaggiamo (colpa grave anche dei comuni), avrà la coscienza meno sporca se comunque un motociclista o uno scooterista cittadino, cadendo sui crateri delle nostre vie, si procurerà meno male di quando aveva soltano un misera e poco sicura t-shirt...
Ma fatemi il piacere!!!!!