giovedì 13 dicembre 2012

I miei problemi con le donne

Dopo la teoria del Big Bang e quella delle stringhe, uno dei grandi misteri che affascinano l'universo è... la donna! Misterioso ammasso di cellule (o cellulite) in ordine sparso che aleggia sovrana nella vita di ognuno di noi, la donna rappresenta un mistero sin da quando siamo ragazzi perchè è indubbio che "cresce" prima di noi. All'affacciarsi del primo movimento ormonale loro scelgono già il loro compagno di giochi, ignaro di quello che poi gli succederà a breve. Eppure è così che inizia questa vorticosa danza che ci accompagnerà lungo il nostro cammino. Io sono sempre stato sfortunato in quel senso. Da ragazzetto ero già un omino, con la barbetta, il nasone, i brufoli, non ero "bellino" come il clichè imponeva. Ero anche particolarmente sovversivo e poco incline alle mode del momento e questo faceva di me un tipo strano. Dalla mia ero già affetto da masturbazione precoce e questo mi permetteva di essere più rilassato e sereno e forse anche un pò più "maturo". Credevo che il "ti vuoi mettere con me" fosse solo uscire per mano e magari qualche bacio sulla bocca fino all'età di 15 anni quando Ester, una avvenente ragazza tedesca di 18 anni, mi prese e mi sbattè (in tutti i sensi) dentro una roulotte... I risultati furono tre giorni di febbre a 40 e la consapevolezza che il Big Jim fosse ancora più tremendamente divertente. Ma certo era che la scintilla si era accesa e tutte quelle immagini viste su Postal Market iniziavano ad avere più senso (ricordo che Postal Market è stata la prima rivista porno per noi ragazzi). Eppure ancora non riuscivo a far breccia nel cuore delle ragazze, fino all'età di 17 anni quando presi la prima vera cantonata per il mio primo vero amore. Il primo amore non si scorda mai recita un detto, affermazione quanto mai vera perchè non lo scordi non solo per le gioie ma anche per i dolori. Forse io sono nato proprio da quel dolore ed inconsciamente ho sempre giurato vendetta nei confronti dell'universo femminile. Ma è difficile vendicarsi di fronte ad una creatura che ti guarda con due occhi celesti e magari proprietaria di un bel paio di poppe. Ed è così che mi sono sposato la prima volta. Bello il giorno del matrimonio, fai promesse delle quali solo un decimo le porti in fondo, ma in fondo è proprio la magia di quel momento a non fartici pensare troppo. Infatti poco dopo il matrimonio viene gettato per la tromba per le scale e con esso la certezza che non ti succederà mai più. Ma i sorrisi che incroci durante il cammino non possono non addolcirti il cuore ed è così che ti ritrovi accompagnato per la seconda volta con la consapevolezza di non ripetere i soliti errori. Ma come detto in apertura le donne sono un mistero e non finisci mai di conoscerle ed un bel giorno ti vedi dare il ben servito perchè "tu non gli garantisci un futuro"... L'armadio si risvuota per la seconda volta e in quella parte vuota pensi seriamente di metterci la tua collezione di action figure. L'armadio e i cassetti vuoti sono una cosa molto triste, i ricordi scivolano via dentro una cassa di cartone, ti ritrovi delle chiavi sul tavolo di cucina e se sei sfortunato anche qualche elettrodomestico in meno (mi hanno portato via il microonde due volte). Ma il gioco è oramai fatto, il frigo si riempie di birre, e le serate scorrono all'insegna del film e del rutto libero. Parte la sigla sotto la doccia (di solito My everything di Barry White) e via fuori girovagando alla ricerca della preda. Forse è stato proprio quel periodo ad avermi trasformato del tutto, e quella volta riuscii davvero ad essere meno sensibile al grande mistero della donna. La vendetta era iniziata. Non cercavo la bellezza, ma cercavo tutte coloro che mi avevano rifiutato da ragazzo, perchè da bruco ero diventato una farfalla...anzi un farfallone... Tutte quelle "belline" a 14, 15, 16 anni sono diventate donne non più tanto in carne o forse troppo, ed oggi anche sole, ree di essersi negate un pò troppo quando potevano farlo. Non importava concedersi fisicamente, bastava anche un "lento" ad una festa per rallegrare lo spirito di un ragazzo. Ma loro all'epoca erano troppo impegnate a fare le oche per poter prevedere che un domani mi sarei ripreso quello che mi spettava...più gli interessi... All'alba dei miei 47 anni e con la fortuna di un aspetto ancora "giovanile" forse mi innamorerò ancora o forse no, chissà, l'universo femminile è sempre in agguato e roteante intorno a noi, ma sicuramente non cadrò più nel vortice di risolvere un equazione differenziale con un risultato incerto.

mercoledì 5 dicembre 2012

Vecchio

...diranno che sei vecchio... Così cantava Renato Zero qualche anno fa... Ma chi è realmente vecchio? Recentemente ho concluso una discussione con un amico con la frase: "sono giovani...devono imparare". In effetti l'apprendistato del giovane è una cattura continua di informazioni che servono nel bagaglio della crescita di ognuno di noi. Ma allora i vecchi sono perfetti? Non è una questione della vecchiaia legata al tempo, ma è una questione che la saggezza spesso viene portata con l'esperienza, e l'esperienza si sa, è conseguenza della vita vissuta. Ai ragazzi d'oggi manca quella che io chiamo umiltà, l'arte dell'ascolto, perchè tante sono le informazioni in loro possesso che basta digitare una parola su Google per trovarne la soluzione. Purtroppo Google non ti insegna alla valutazione di tante variabili perchè nulla è come un addizione. I risultati della vita sono frutto di variabili e non di costanti e questo la dice lunga sulla capacità di ognuno di noi di imparare dagli errori. Il fatto che io sia qui a parlare di questo argomento fa di me un vecchio? Non credo. Mi sono sempre ritenuto saggio e poco incline all'istinto e questo mi ha permesso, forse, di sopravvivere anche alle avversità della vita, che non necessariamente prevedono prove di sopravvivenza, ma prevedono un confrontarsi con gli altri in ogni campo della giornata. Eppure sono il primo a fare cose da "ragazzo" ma questo non vuole dire perdere la saggezza. Però di fronte a riunioni con persone di diverse età mi trovo sempre più spesso a lasciare parlare, a far venire fuori quell'animosità giovanile la quale non considera che la fuori c'è altro oltre al proprio pensiero, e che se oggi prevedo verde non è detto che poi debba trovare blu. A mio figlio di 9 anni dico spesso di non farsi sopraffare dal suo istinto di rispondere e di sfidare, perchè nel mondo verrai valutato per quello che farai, non per quello che dirai (politica a parte!!). A volte è con atteggiamenti più miti che si diventa veri guerrieri ma mai l'incontrario. Tornare indietro sui propri passi non è così facile come sembra perchè ciò implica di avere sbagliato. Eppure sempre più c'è la supponenza di saper fare tutto ma mai l'umiltà di fermarsi a ascoltare. Non è vecchiaia ne totale rincoglionimento, ma è solo la capacità di analizzare il mondo che ti circonda cercando di percorrere giuste strade. Tempo fa parlando con un pilota gli chiesi se avesse paura quando guida una moto da corsa. "La paura è quella sensazione che non ti fa mai perdere di vista cosa stai facendo perchè è la paura a farti andare forte e non viceversa". Mai frase fu più giusta.Il tentativo può andarti bene una, due volte ma poi finiscono i jolly e ti trovi a dover percorrere irti sentieri. Ancora una volta mi rileggo e non so se mai mi sarei immaginato di ritrovarmi così quando ero "giovane" o forse ero già così anche allora e non lo sapevo? Fatto sta che rimango sempre con lo sguardo nel vuoto quando penso a questa cosa ma non mi sento affatto vecchio. Ringrazio la vita per avermi dato la possibilità di riflettere sulle scelte che mi si sono presentate di volta in volta, e mi auguro che i miei figli possano capire quanto sia importante la riflessione prima di dire o fare qualcosa. Ma questo si sa, fa parte del bagaglio che si forma vivendo e sperimentando...