lunedì 21 marzo 2022

Dove sta andando il Motorsport?

Di solito a conclusione di una gara di motomondiale mi dilettavo nello scrivere una mia personale opinione sul weekend appena trascorso esaltando le gesta dei miei "eroi" preferiti in quella bellissima danza chiamata motociclismo. Purtroppo dopo questa strana domenica gli interrogativi sono maggiori rispetto alla gioia che una gara di moto può offrire. Si badi che stiamo parlando della massima espressione del motociclismo dove tutto è portato all'estremo tranne che nella scelta dei circuiti, all'indomani delle numerose problematiche che sono venute fuori con la gara in Indonesia. Certamente tutto viene "condizionato" dalle scelte commerciali che i mercati, in questo caso asiatici, possono offrire al motorsport, e la parata tra le strade della capitale ne è una dimostrazione lampante, ma ciò non toglie che la sicurezza debba essere messa in secondo piano. Sentire Rins dichiarare che "a fine gara avevo la tuta piena di sassi" non è una cosa bella, cosi come una riasfaltatura all'ultimo minuto non da molto morale a chi poi su quell'asfalto ci dovrà mettere le ruote e scatenare i cavalli. Visto che Don Carmelo Ezpeleta di recente ha fatto un uscita molto "liberale" (correremo solo nei paesi che non applicano la quarantena) potrebbe anche dire di correre nei paesi dove i circuiti possano garantire un certo standard di sicurezza, magari tenendo anche conto della stagione onde evitare le piogge torrenziali o temperature basse (vedi Philip Island) tipiche di certi posti. Che significa ridurre il numero dei giri di una gara per sicurezza? O si corre o si sta fermi ai box o non si va neanche in quel circuito. Mezze gare come quella di ieri non fanno bene allo sport ne tantomeno a chi vi partecipa. E' anche vero che nonostante siano passati diversi anni circuiti tipo Zeltweg non hanno cambiato il loro layout per le moto e tutti abbiamo ancora presente la mancata "strage" di 3 anni fa, cosi come ogni volta che si va ad Austin c'è il problema delle buche. Nel BSB o in America corrono già su piste particolari e lo sanno fin dall'inizio ma in un campionato del mondo, visti anche gli interessi e i costi, bisognerebbe pretendere un pò di più. Spero che la prossima gara in Argentina possa portare più argomenti da "pista" che mere considerazioni che non riguardano la corsa in se per se, perchè il nostro sport ha bisogno di un pò più concretezza specie nella gestione di un evento come una gara di motomondiale.