domenica 6 novembre 2022

Nel nome di Francesco Bagnaia (e non Pecco)


E finalmente dopo tanto tribolare, abuso di termini e consumato amuleti, Ducati è riuscita a vincere il mondiale piloti dopo quel meraviglioso 2007 targato Stoner. Due mondiali che non possiamo minimamente paragonare se non limitarsi a celebrare. E vorrei iniziare proprio da Francesco Bagnaia che alla fine di questo anno ha saputo raccogliere i pezzi di una stagione partita malino per poi raddrizzarla sul finale con una guida da vincente, complice anche un avversario veramente mancante. E non mi riferisco all'ottimo Quartararo ma ad una Yamaha che avrebbe dovuto gestire meglio i 97 punti di vantaggio dopo il Sachsering ma che invece a buttato alle ortiche con un mezzo non all'altezza del suo pilota. Dall'altro lato invece il binomio Bagnaia – Ducati non ha fatto altro che racimolare il più possibile vincendo il mondiale con 17 lunghezze di vantaggio. Questi sono i fatti al netto dei numeri e come ben sappiamo alla fine vince sempre chi ha più punti. Personalmente non avrei scommesso sulla vittoria del binomio italiano, più per un’antipatia che nutro nei confronti del Team Ufficiale, ma giù il cappello a Gigi Dall'Igna e all'ottimo lavoro di “marketing” di Ducati che ha piazzato 8 moto in griglia quasi tutte vincenti anche con piloti appena arrivati nella MotoGP. Pertanto, sportivamente parlando, i miei più vivi complimenti! 

Ma come sempre da appassionato di motorsport non posso esimermi dalle analisi e dalla critiche poco valutate da chi si lascia prendere dall'orgasmo collettivo del momento. La critica a Yamaha è la prima perché, una casa del suo blasone, non può permettersi un solo pilota al top con la moto mentre il resto vaga ramingo nelle retrovie. E il dito lo punto proprio a Morbidelli, quest’anno perso e ombra dello stesso che si classificò secondo nel mondiale 2020. Al contrario di Ducati che ha dato le sue moto anche ad altri che sono riusciti anche a far bene, Yamaha aveva il dovere di mettere in condizioni di vincere il suo talentuoso pilota, cosa che non ha fatto, pensando anche che in scuderia hanno un turco niente male... Nella stessa linea di Yamaha ci metto il colosso Honda che senza il suo fenomeno ha raccolto ancora meno della rivale. Infine perdonate la mia faziosità sportiva ma un campionato senza Marquez (al netto della forma) non è un campionato completo. Qualche dato? Nel 2020 Mir vinse con 171 punti (14 gare). Nel 2021 Quartararo 278, ed oggi Bagnaia 265. 2109 Marquez 420 secondo Dovizioso 269. 2018 Marquez 321 secondo Dovizioso 245. 

La MotoGP e i suoi ragazzi hanno ancora bisogno del fenomeno spagnolo perché se l’hanno prossimo Honda e Marc riuscissero nell’impresa di rivincere un mondiale, beh fate le vostre considerazioni… Senza pensare un Marc Marquez su Ducati... Intanto però ci va il fratello…

Un grande applauso va ad Aprilia che ha saputo raccontare una bella storia che si è un po' appannata nel finale, cosi come KTM dovrà essere più “amichevole” nei confronti degli altri suoi piloti perché Binder non può continuare a metterci le pezze. 

E poi c’è l’addio di Suzuki alle corse. Sicuramente non sono un esperto di economia di un’azienda ma chiudere l’avventura con una vittoria lascia veramente l’amaro in bocca viste anche le ottime prestazioni della moto e di un ritrovato Rins. 

De facto il prossimo mondiale verrà corso soltanto da 5 marche motociclistiche, Ducati, Honda, Yamaha, Aprilia e KTM e poco importa se alcune avranno un nome diverso sul serbatoio (Gas Gas). 

Attendendo l’altro titolo mondiale di Bautista sempre su Ducati il mio ringraziamento va sempre a tutti i piloti che ogni fine settimana di gare ci fanno sempre divertire e sognare!!!