martedì 31 dicembre 2013

Quando il futuro era.....futuro!!!

Credo che l'icona più icona dell'icona che rappresenta il titolo sia "2001 Odissea nello spazio". Nel 1969 il visionario (e bravo) regista Kubrick immaginava un 2001 fatto di astronavi, spazio, computer parlanti, viaggi interplanetari. L'unica visione azzeccata del film sono le scimmie urlanti di fronte al monolite nero, rappresentante la conoscenza, il sapere, un pò come oggi lo siamo noi davanti alla televisione o al telefonino. Volendo cercare una forzatura della sua visione possiamo trovare nel titolo, 2001 appunto, un data che ha cambiato un pò la nostra vita quotidiana (le torri gemelle). Per il resto non v'è traccia, nemmeno di HAL 9000 che poi non era altro che l'acronimo di IBM ma scalato di una lettera. Ma altri film avevano immaginato un futuro diverso. Mi viene a mente l'inizio di Blade Runner, ambientato in una Los Angeles nel 2019, con auto volanti, replicanti uguali agli umani, colonie extra mondo. Certo vedendo come si riducono gli essere umani oggi con lifting, plastiche e materiali di sintesi varia, forse un dubbio mi viene sulla presenza dei replicanti, però lo scenario non mi sembra quello immaginato nel 1982 da Ridley Scott. Anche Ritorno al Futuro parte II viene ambientato in una Hill Valley nel 2015, con tavole da skate board volanti, auto volanti (anche li), processi rapidissimi. Eppure alla soglia del 2014 niente di tutto ciò, per fortuna o sfortuna, si è manifestato ai nostri occhi. Visioni, valutazioni sbagliate dei progressi tecnologici? Cosa abbiamo oggi più di allora? Poco, forse anche meno. Internet, il cellulare, le televisioni a schermo piatto, auto che consumano meno, malattie debellate? E' il progresso che immaginavamo? Pensate che ancora ci muoviamo nel mondo con aerei di linea progettati negli anni 60 (Il Boeing 747). Sicuramente oggi abbiamo perso tanto. Ci siamo fatti privare di quel sano contatto fisico tra persone che una volta veniva espresso con lettere, cartoline, incontri faccia a faccia. Oggi noi siamo dentro gli sms, dentro le emoticon, in fotografie spedite virtualmente da una parte all'altra del globo per far sapere che noi siamo li. Facebook, i blog, luoghi dove appendere brandelli della nostra vita e "condividere" come se oggi la condivisione fosse vitale. Io stesso che scrivo su questo muro elettronico rappresento tutto ciò. Eppure tornerei volentieri indietro al gettone telefonico, alla "cassetta" infilata nell'autoradio, al walkman (che era già avanti), ai tre canali televisivi poi diventati 5 o 6. Alle 19.15 c'era Happy Days o Goldrake, non esisteva lo streaming. Ecco cosa abbiamo di più. Nessuna macchina volante, nessun carburante miracoloso, si continua a inquinare il mondo più di prima. Perfino la Luna e la sua conquista è stata messa in discussione. Siamo solo delle scimmie urlanti come quelle immaginate da Kubrick e niente più. Ci sono anche altri film che hanno immaginato futuri più lontati, talmente lontani che noi sicuramente non vedremo...per fortuna o sfortuna?

venerdì 6 dicembre 2013

Discuto Ergo Sum

Molto tempo fa Cartesio coniava il famoso detto "cogito ergo sum" (penso quindi sono) pur non immaginandosi che diversi secoli dopo, un modesto blogger stravolgeva il suo pensiero in un più banale Discuto Ergo Sum. Non avendo studiato il latino ma facendo un buon uso di internet (Google) potevo anche scrivere Altercor, ma mi limito ad un più banale ma meglio comprensibile Discuto. 
Oggi, nella nostra società "moderna" il discutere e l'essere conflittuali con tutto e tutti (anche con noi stessi) è diventato un must. Se accendete la televisione tutti discutono, in auto si discute, al telefono si discute, si discute anche se non c'è nessuno con cui discutere perchè fondamentalmente se non si discute non esistiamo. Le più classiche sono le separazioni matrimoniali dove, all'indomani della bellissima cerimonia di matrimonio, il banchetto, le danze, il dichiararsi amore eterno dinnanzi a Dio o a un consigliere Comunale, ci si scanna nei tribunali per separarsi nella maniera più truce possibile, fino all'utilizzo di investigatori, dispetti, violenza di ogni tipo, anche in presenza di prole. Non ci possiamo fare niente: dobbiamo discutere. Ad alimentare il tutto ci ha pensato internet che ha fornito a molti di noi una fonte inesauribile di "conoscenza". Si perchè mentre prima dovevi leggere, dovevi studiare, dovevi alzarti per andare a prendere un libro, oggi magicamente apri Google e trovi la soluzione o pseudo tale. Un pò come i nostri nonni quando dicevano: "l'ha detto il telegiornale!!" che all'epoca faceva vangelo. Ma perchè si discute e si entra perennemente in conflitto? Perchè oggi abbiamo tutto, tutto ciò che ci occorre, e la distanza tra il pensare una cosa e poi metterla in pratica si è ridotta al pari dello zero, non considerando tutte le variabili del caso. Ovviamente gli scenari che si aprono potrebbero essere innumerevoli, ma limitiamoci a quello più vissuto da tutti noi, quello che quotidianamente viviamo: il rapporto tra esseri umani. Una volta, prima di internet e dei telefonini c'erano le lettere, le cartoline, la cabina telefonica con gettone. Vi ricordate quando fissavamo un appuntamento? "Ci si vede domani alle 20, se c'è qualcosa sentiamoci stasera per telefono". Fino alle 20 del giorno dopo, a meno di non vedersi prima, l'appuntamento rimaneva fissato e indelebile nel tempo senza che nessuno (a parte gravi motivi) lo potesse modificare. Oggi no. Gli appuntamenti sono frutto di una miriade di sms, mms, uozzap, viber, tango (e cash), e di numerose telefonate per riuscire a vedersi non il giorno dopo, ma tra due ore a pranzo o a cena. Oggi ci si telefona anche all'entrata del ristorante stesso perchè non ci siamo visti!!! Ed anche tra le coppie il risultato non cambia. Una volta fissavamo alla panchina, o sotto l'orologio e i minuti di "buio" erano sanciti da una trepida attesa. Oggi si parte con dei messaggi in codice, tvb, tvtb, mi manki (come se si fosse tedeschi), fino ad arrivare a vere e proprie discussioni per messaggio con una miriade di faccine (emoticon) come se noi fossimo diventati virtuali. Logicamente quando non hai il confronto diretto, vis a vis, quando non senti il tono della voce o non vedi l'espressione del viso, allora si che l'affare si complica. Se poi ci aggiungi il T9 o il completamento automatico delle parole la via verso il conflitto è ormai segnata. 
Boh... chissà cosa penserà Cartesio di tutto ciò, lui il padre della ricerca della verità attraverso la filosofia, intesa come uno strumento di miglioramento della vita dell'uomo. Chissà... Sicuramente oggi Cartesio non nascerebbe, o non si formerebbe come tale, e forse sarebbe anche considerato pazzo. Certo leggendo quanto ho scritto forse un dubbio viene anche a me sulla mia sanità mentale... o forse sono stato momentaneamente impossessato dal Cogito Ergo Sum?

domenica 10 novembre 2013

Ne resterà soltanto uno, Valencia 2013

Un altro anno di moto è finito. Dopo la Superbike anche la MotoGp chiude i battenti e la fa alla sua maniera. Con questo anno si chiudono diversi cicli ad iniziare dal passaggio di consegne da Mediaset a SKY. Si chiude un epoca e se ne riaprirà un'altra...forse. Oggi siamo qui a celebrare la vittoria del più forte, il rookie Marquez che si è presentato con tanta voglia di divertirsi e con la stessa voglia ha piegato campioni del calibro di Lorenzo e Pedrosa. Lo ha fatto nella maniera più bella possibile, guidando una moto da corsa divertendosi, senza pensare troppo al risultato. Il 2013 ci regala un vero campione, uno che al suo esordio non ha trovato solo il compagno di squadra come avversario ma anche un Jorge Lorenzo più combattivo e cazzuto che mai. Marquez è ripartito da dove Stoner si era fermato e oggi è il più giovane ad avere vinto nella classe regina all'esordio. Un campionato bello per i gesti sportivi, meno bello per le corse, brutto per il resto della compagnia. "Ho provato ad andare più un piano di oltre un secondo per vedere se gli altri mi raggiungevano, ma quando ho visto che erano lontani ho pensato solo a vincere". Queste sono le parole di Lorenzo e questa è la situazione delle corse oggi. Marquez, a meno di un clamoroso errore, oggi avrebbe vinto perchè oltre a loro tre nessuno avrebbe potuto impensierirlo. L'anno prossimo a meno di qualche clamoroso exploit la situazione sarà la medesima e questa non è una bella prospettiva. Onore dunque a Marc Marquez che ci ha fatto sobbalzare sulla sedia per la sua guida spettacolare e sempre al limite e onore anche al guerriero Lorenzo che non si è mai dato per vinto fin da ultimo e onore allo sfortunato Pedrosa al quale affiancano sempre il fenomeno di turno. E gli altri? Rossi alla fine campionato si è beccato quasi 100 punti dal primo e mai è stato in grado di salire sul podio se non per la mancanza di uno dei tre. Mediaticamente forse Ezpeleta avrà avuto ragione, forse la cifra sborsata ne sarà valsa la pena, ma come ho già scritto più volte Valentino Rossi non è eterno e forse la sua corsa si è fermata quel tragico giorno in Malesia. Bautista e Bradl bravi piloti con un ottimo portafoglio ma niente più. L'unico forse in grado di stare la davanti poteva essere Crutchlow boicottato dalla stessa marca per la quale corre. Ducati terzo anno consecutivo di un flop clamoroso iniziato proprio con l'ingaggio di Rossi e della sua squadra. Già, anche nelle squadre ci sarà qualche movimento ad iniziare con la pensione anticipata di Jeremy Burgess storico capotecnico di numerosi titoli mondiali. Arriverà Gigi Dall'Igna in Ducati e vedremo se la rotta potrà di nuovo cambiare come lo fu nel 2007. Mentre per la Moto2 il totolo era già cosa fatta, per la Mot3 si è prospettata una gara avvincente con i tre protagonisti (sempre spagnoli) a contendersi il gradino più alto del podio. L'ha spuntata Maverik Vinales su il giovane Rins e su un disattento Salom che all'ultima gara si è presentato un pò troppo teso finendo per sdraiarsi dopo qualche giro. Pista spagnola, piloti spagnoli, bandiere spagnole su tutte le classi tranne in Moto2 dove sul terzo gradino del podio è salito un francese di un soffio su di un italiano (Corsi). Un bottino veramente amaro, troppo poco per una scuola con una grande tradizione, e la colpa, oltre che alla crisi in generale va a quella federazione motociclistica che non è più propedeutica come lo era 20 anni fa. Oggi se vuoi "studiare" devi andare al CEV come lo farà il fratello di Rossi e pochi altri, altrimenti qui in italia può scordati panorami internazionali. Di italiano rimangono i particolari meccanici, due su tutti Brembo per i freni e Marchesini per i cerchi, ma di piloti nemmeno l'ombra. Onore dunque ai nuovi conquistatori spagnoli di questo particolare mondo, dove per fortuna le bandiere non contano poi così tanto ma contano i ragazzi che sfrecciano sulle piste di tutto il mondo. Ci vediamo nel 2014 se riusciamo a vedere qualche gara, perchè sicuramente io SKY non lo utilizzerò.

domenica 27 ottobre 2013

Una prece, Motegi 2013

Che dire? Vorrei parlare di motociclismo ma sono in forte difficoltà. Dopo la totale improvvisazione australiana (per quanto riguarda le gomme) siamo arrivati a quella giapponese, in un circuito dove si corre dal 1999 e solo in questi giorni si è scoperto che l'ospedale più vicino è a un'ora di ambulanza. Pagine poco professionali di un motociclismo che dovrebbe essere la massima espressione in tutto e per tutto, ma che invece si sta semplicemente rivelando solo una macchina per far soldi scimmiottando la Formula 1. In un momento di buio totale ancora una volta la luce viene irrorata dai colori della bandiera spagnola capace di esprimere un ottimo motociclismo sul campo con un grande campione che porta il nome di Jorge Lorenzo che nulla ha da invidiare agli altri campioni presenti in pista e più blasonati di lui. Per un grande campione che si conclama, un altro sta forse nascendo arrivando al suo ultimo appuntamento nella gara di casa con 13 punti di vantaggio cercando di eguagliare il primato di Kenny Roberts. Possiamo dire di tutto di Marc Marquez ma questo è un titolo strameritato, contro due grandi campioni che di fatto hanno segnato la storia del motociclismo in questi due ultimi due anni. Gli altri ancora una volta giullari e pagliacci di un circo che stenta a decollare e sopratutto ad esprimere una vera alternanza ai vertici. Ezpeleta pensava di aver fatto una mossa furba riportando Rossi in Yamaha ma Valentino non è eterno e già se ne doveva accorgere nel 2010 dopo la caduta alle Biondetti. Motegi ci regala il primo campione del mondo che corrisponde al nome di Pol Espargarò, bravo, caparbio, fortunato quanto basta per mettere il sigillo su di un mondiale che sembrava non arrivare mai. Pol lo ha cercato, costruito contro un bel pilota non spagnolo, Scott Redding del quale sentiremo parlare spesso in futuro se messo in condizioni di competere. In Moto3 invece ancora tutto da giocare nell'ultima gara valenciana con tre piloti racchiusi in soli 5 punti, con un lievissimo vantaggio per Salom in caso di parità di punteggio. Anche li una questione relegata a tre ispanici senza italici anche se Fenati ci ha messo una piccola pezza arrivando quinto. Ancora in alto mare la Ducati, che ha iniziato il suo lento declino dopo che Suppo è migrato proprio in Giappone, lasciando in mano la direzione sportiva ad un pilota collaudatore con scarse caratteristiche di comando (e di poca lungimiranza), per poi assoldare Rossi che ha portato solo soldi e zero risultati accusando il povero Preziosi elevandolo di grado ma di fatto defenestrandolo. Gigi Dall'Igna è già sul piede di guerra ma per un miracolo bisognerebbe andare alla pista di Lourdes. Prossimo round Valencia dove la sola Moto3 ci terrà veramente incollati sul divano e dove l'inno spagnolo risuonerà ancora una volta a casa propria.

lunedì 21 ottobre 2013

Improvvisazione e conferme, Philipp Island & Jerez 2013

Parto subito con un ben tornato Kawa e grazie Tom!!!!! Si perchè noi appassionati di moto siamo così, romantici a tal punto di simpatizzare per una marca, anche se non vince spesso, e non solo per un pilota. La "verdona" ieri ci ha regalato un titolo mondiale con un bel pilota, bravo, forte, 20 anni dopo il funambolo Russel a conferma che a volte si vince anche con la semplicità, anche senza essere troppo sotto i riflettori. Grazie Kawasaki e grazie Tom!!! Ma nella domenica motociclista ci sono state altre conferme ma contornate da altrettanti dubbi e improvvisazioni. A casa di Stoner si è consumato l'ennesimo pasticciaccio della DORNA incapace di dare regole precise proprio come aveva denunciato un anno fa il pilota australiano. Non esiste che in un lasso di tempo di 8 mesi circa, dopo la prima gara SBK proprio qui, e con le denunce dei piloti proprio sull'usura delle gomme, Bridgestone, Dunlop e DORNA, non siano state in grado di risolvere il problema. Una farsa totale che ha portato a spezzare in due tronconi la MotoGp e a dimezzare la gara della Moto2. La soluzione delle due manches in MotoGp non è stata neanche poi così male tanto valeva fare tre pit stop temporizzati e tenere la lunghezza della gara invariata o magari allungarla fino a 30 giri. La Moto2 si è invece vista letteralmente dimezzare la gara pur mantenendo il punteggio pieno, quando potevano essere fatte benissimo due manches attaccate. Il titolo di MotoGp Legend Casey Stoner se lo merita tutto anche solo per il fatto di aver guardato in faccia Don Ezpeleta e di avergli detto le cose in anticipo. L'errore della Honda su Marquez ha di fatto riaperto il mondiale a Lorenzo (anche se credo che Marc lo chiuderà a Motegi) ma il giovane spagnolo ci ha messo del suo rientrando in pista come un neofita alle prime armi. Lorenzo ha ammesso di essere arrivato lungo, ma sappiamo tutti (quelli che vanno in pista) che quando si entra dalla pit lane quelli che sopraggiungono vanno più forte, e bisogna scansarsi e non stare nel mezzo. Nel campionato del mondo della massima espressione motociclistica regna l'improvvisazione, anche per regole (che si sono) non applicate. Questa è la triste realtà. Improvvisazione anche dalla SBK vedi Aprilia, che si trova a mettere alla porta un pilota vincente come Laverty per far entrare Melandri. Nel fine settimana spagnolo Melandri ha perso due occasioni per fare bella figura: la prima facendosi già fotografare nel box Aprilia già dal Venerdi e la seconda quando in gara uno ha passato Laverty con una delle sue staccate alla "viva il parroco". In compenso il pilota dell'Aprilia gli ha restituito il sorpasso con gli interessi passandolo all'esterno all'ultima curva e vincendo la gara. Un'ottima conferma viene dal "ripescato" Lanzi con una "vetusta" Ducati 1098 che si è presentato al circuito con il furgone e due moto sopra vecchia maniera e si è permesso di arrivare 7 nella seconda manche, ed è forse la chiave di lettura di questo risultato che possiamo sperare in un 2014, meglio 2015, con una categoria più vicina alle nostre moto di serie. Bene anche la coppia più veloce del mondo Lowes e Soufoglu che ci hanno regalato belle pagine di motociclismo fino all'ultima gara. Conferme anche dal vivaio Stock600 con la vittoria del campionato europeo di Morbidelli su Nocco e Gamarino. Non è molto però...Un altra conferma è che la fortuna è cieca ma la sfiga ci vede benissimo e di questo ne sa qualcosa Scott Redding che si è fratturato un polso di fatto lasciando il mondiale in mano ad Espargarò. Per ultimo un saluto a Carlos Checa un pilota navigato che lascia il mondo delle due ruote con tante gare all'attivo e un mondiale in tasca. Con il mondiale SBK oramai archiviato non ci resta che assistere curiosi alla fine del mondiale dei professionisti gestiti da improvvisati per vedere cosa altro riusciranno ad inventarsi.

lunedì 14 ottobre 2013

La resa, Malesia 2013

La fortuna aiuta gli audaci, ma sopratutto la fortuna aiuta i fortunati. Ne sa qualcosa il povero Pedrosa, un ragazzo che, se andrebbe a Lourdes, troverebbe chiuso, come ne sa qualcosa Marquez il quale continuamente sfida il destino con tanto talento ma anche tanta fortuna. Marquez vincerà il suo primo mondiale avendo piegato, battuto e umiliato avversari del calibro di Lorenzo e Pedrosa, forse al culmine delle loro carriere e per questo i bardi ne narreranno le gesta e per questo sarà il naturale erede di Valentino Rossi. Se Pedrosa non fosse caduto ad Aragon forse oggi scriveremo frasi diverse, ma con i se e con i ma la storia non si fa. Ieri ad Aragon Pedrosa ha vinto alla sua maniera regolando un arrembante Marquez sul filo dei decimi di secondo al giro, dopo che la formica atomica si era scontrata con il gladiatore Lorenzo. Sembrerebbe il vero sconfitto Jorge, ma dopo le polemiche del Giovedì (per me giuste) sono seguiti i fatti ovvero se le regole sono queste... E' calata la sua moto, una Yamaha incapace di reagire alla fortuna e bravura della Honda. Su tutto emerge la forza della scuola spagnola capace di sfornare piloti a raffica, contrariamente a noi italiani, capaci solo di esprimere Rossi e neanche più le moto. A parte il duello tra Marquez e Lorenzo la gara è stata noiosa e solo la bandiera del Sic, portata in giro da Valentino, ci ha offerto un pò di italica emozione.
Ennesima batosta nelle altre classi dove solo Luthi (Moto2) e Olivera (Moto3) sono riusciti a mettere una bandiera non spagnola sul pennone (terzi entrambi). Salom (Moto3) allunga in classifica con una gara accorta e furba che gli ha consentito di allungare su un ottimo Rins (oggi secondo). In Moto2 continua il "dominio" di Tito Rabat in una gara falcidiata da una caduta spettacolare che ha ridotto i giri da 19 a 12. Peccato per il leader Redding il quale aveva trovato un'ottima partenza nella prima fase che poi non è riuscito a replicare nella seconda. Prossimo appuntamento Australia a casa di Stoner che rivedremo in pista per una giro di vecchie glorie... (io gli avrei dato la moto di Bradl)

lunedì 7 ottobre 2013

Un uomo solo al comando. SBK Magny Course 2013

L'anno scorso Tom Sykes perse il mondiale SBK per mezzo punto proprio qui a Magny Course facendo le spese contro un Max Biaggi sempre lucido e calcolatore. Quest'anno, onde evitare noie, Sykes ha deciso di mettere fra se e il suo diretto inseguitore (Laverty) ben 37 punti che di fatto gli danno una bella tranquillità per l'ultimo round di Jerez. E' stato forte Tom, come ammesso anche dai suoi avversari, sopratutto Giuntoli, che nella terra di casa cercava un riscatto. La tematica non è un pignone diceva un mio amico meccanico, e non sarà certamente una rapportatura a fermare il simpatico inglese nella terra spagnola e dare alla Kawasaki il secondo titolo mondiale che manca oramai da 20 anni. Per scrivere però le gesta dell'inglese aspettiamo l'utlimo round dato che la SBK ci ha sempre regalato finali emozionanti. Gare un pò poco Superbike, oltre ai sopra citati, che ci hanno regalato un Giugliano più maturo con due ottimi quarti posti ottenuti con più calcolo e meno irruenza. Gli altri italiani hanno navigato dietro un po con fasi alterne ad iniziare da un perplesso Melandri (5 e 7) un 7 e poi ritirato Fabrizio ed un disorientato Pirro (6 e ritirato) tante le moto che si è trovato a gestire in questi ultimi tempi tra SBK e MotoGp. Ottima la prova di Lanzi con la "vecchia" Ducati 1098 che si è permesso di arrivare dietro e davanti all'ufficiale Baldovini, segno che la Panigale dovrà essere rivista per il prossimo anno. A tenere banco durante il fine settimana francese è stata anche la comunicazione del nuovo regolamento SBK che eliminerà le moto nella configurazione che conosciamo oggi e le riporterà al vecchio "progetto" di derivate di serie. Personalmente lo condivido quasi in toto, anche perchè come ho già detto, i secondi che separano la Superstock da una Superbike sono all'incirca 3, e pensando a gomme più performanti e con qualche accorgimento in più, le nuove EVO non ci metteranno poi tanto ad andare subito forte. Non sono troppo d'accordo con il taglio netto dei test e l'uso limitato dei motori, però un ritorno alla moto "comprata e usata per correre" farà forse bene al mercato...forse... 
Nella Supersport svetta il nome di Lowes che raccoglie il testimone di Soufoglu vincendo il suo primo campionato del mondo, con una moto "vecchia" ma sopratutto con una costanza di risultati davvero invidiabile. Ancora una volta i due contendenti si sono abbracciati alla fine, nonostante le sportellate di tutto l'anno, dimostrazione di una sana e bella rivalità. A Magny Course ritroviamo una moto italiana sul podio, la MV di Hiddon che tra le curve francesi sembrava impossessata da un nuovo vigore e un bel pilota, come da tempo professato dal suo patron Rovelli. Nella Superstock 1000 vittoria e titolo per il secondo anno consecutivo a Barrier che si "accontenta" del quarto posto per chiudere definitivamente la corsa al titolo. Nella Superstock 600 ritornano gli italiani in vetta alla classifica Morbidelli, Gamarino e Nocco che si giocheranno il titolo proprio nella terra spagnola.
Un ultima ma non importante riflessione: Magny Course è una pista brutta, modificata per le Formula 1 ma poco adatta per le moto. E' vero, la fatalità e sempre dietro l'angolo e per fortuna Bergman nella Superstock 1000, dopo l'impatto contro il muretto, se l'è cavata con un polso rotto, ma le conseguenze potevano essere ben più gravi. Arrivare all'Adelaide in sesta piena per poi fermarsi è veramente ridicolo come altri sono i punti da incriminare che hanno (purtroppo) mietuto vittime in altri anni. L'impianto, in una zona molto bella peraltro, avrebbe la possibilità di essere modificato tanto è la spazio intorno, ma si continua a correre li e a fermare le gare per una banale caduta proprio all'Adelaide. Forse scrivo così perchè abito vicino al Mugello... Va beh... ci vediamo a Jerez.

lunedì 30 settembre 2013

Far West, Aragon e Laguna Seca 2013

Post dal titolo un pò criptico tante sono le cose che mi hanno fatto riflettere dopo questo fine settimana motociclistico. La prima? Le Mans 2011 quando Simoncelli fece fuori Pedrosa con un sorpasso garibaldino. Fui il primo a condannare Marco per quella manovra, perchè la ritenni un pò troppo fuori dalle righe e irruenta anche a seguito dei danni causati allo spagnolo. Il paddok spagnolo si mosse quasi unito contro il Sic tanto che il GP dopo, Barcellona, fu costretto a muoversi con la scorta. Due anni dopo (ieri) gli stessi spagnoli hanno messo un bellissimo stendardo sulla collina di Aragon a ricordo del pilota italiano. Ieri Marquez ha fatto qualcosa di simile proprio ai danni dello stesso Pedrosa ma ad oggi non mi sembra che la sommossa popolare sia uguale. Forse perche Marc è spagnolo? Forse perchè è entrato nel sistema 46 dove ai vincitori tutto è lecito? "Marc è un pilota forte ma dovrebbe avere più rispetto per gli avversari" diceva appena 10 giorni fa Stoner. E' vero sono gare, ed il bello è proprio nei duelli e nei sorpassi ma al tutto ci deve essere una regola, è la prima è di non cagionare danni ad alcuno. Forse ha di nuovo ragione Stoner quando vorrebbe moto senza elettronica? Ieri Dani è caduto per la rottura del sensore del TC (traction control) rotto dal contatto (forse) con Marquez. Da appassionato il pilota spagnolo mi piace tanto, ma da appassionato riconosco che non è la prima volta che è protagonista di questi episodi. A parte questo la gara di ieri ha offerto pochi spunti interessanti se non la conferma che Lorenzo è un grande campione, Marquez un predestinato, e il resto della compagine a guardare come sempre dai 12 secondi in su, senza accennare neanche a un barlume di resistenza. Rossi si conferma il primo degli ultimi, ieri in compagnia di altri tre Bautista, Bradl e Crutchlow (in ordine). Ducati sempre nel buio profondo. 
Dall'altra parte dell'oceano invece una SBK inedita con due manches in due giorni diversi e gare spettacolari. Salgono le quotazioni di Laverty che accorcia in campionato superando proprio il suo compagno di squadra Giuntoli al quale la fortuna non sorride. Il francese infatti era proiettato a vincere a mani basse la prima manche e a rilanciarsi in campionato se non che due bandiere rosse (non il solito comunista) hanno fermato la gara rompendogli il ritmo per non ritrovarlo più. Chi è venuto fuori in una bella gara 2 è stato Kevin Schwantz Giugliano che ha guidato onorando il 34 sulla carena, di fatto proponendosi come pilota spettacolare e da ieri un pò più maturo. Anche Melandri esce dalla Laguna un pò malconcio nonostante un bella gara 2 ma con un distacco aumentato in classifica generale. Canepa, in sostituzione di Checa, ha fatto vedere che forse la Ducati un pò di potenziale in più lo può avere, ma solo se guidata oltre al limite, cadendo comunque in entrambe le manches, e non credo che sia il finale di carriera sognato dallo spagnolo.
Ritornando ad Aragon da segnalare ancora una volta l'ottima gara di Scott Redding, ieri quarto, che ha dimostrato di essere l'unico in grado di vincere, pur non battendo bandiera spagnola, che ieri è stata innalzata per ben 8 volte con Rins, Vinales e Marquez in Moto3, Terol, Rabat e Espargarò in Moto2. Valentino Rossi in questi giorni ha sancito la nascita della sua nuova squadra in Moto3, la VR46, con l'intento di partecipare attivamente al CEV spagnolo (futuro campionato europeo), in collaborazione con SKY e Aspar Martinez. Di fatto Rossi ha aperto uno squarcio tra il CIV (Campionato Italiano) e la possibilità di chi vi partecipa di fare il grande salto se non prima di essere passato dalla Spagna (Francia o Spagna pur che se magna). La Federazione Italiana potete star certi che starà ancora una volta a guardare e non è un caso se ancora il tricolore è nelle mani di Valentino oramai proiettato a trovare lui i nuovi campioni per l'Italia.

domenica 15 settembre 2013

Cose turche, Istambul e Misano 2013

Da appassionato di motociclismo, contrariamente a quanto si leggera nei giornali, la vittoria più bella di questo fine settimana su due ruote, va attribuita a Kenan Sofoglu su Sam Lowes in Supersport dopo un epica e avvincente battaglia fatta di sorpassi e staccate al limite, dove su tutto ha prevalso del sano motociclismo e del sano rispetto tra due grandi campioni che ci hanno fatto veramente sobbalzare sulla sedia. L'abbraccio dei due dopo il traguardo quando ancora erano in moto rappresenta una delle più belle pagine di motociclismo. Bravi!!!! La Superbike falcidiata dagli infortuni ci ha regalato invece due manches quasi fotocopia dove il vincitore però è stato solo uno: Laverty. Il ragazzo con una gran fame di riscatto e una sella bollente (per l'arrivo di Melandri) ha fatto due bellissime gare accorciando la classifica su Sykes e Giuntoli che invece hanno preferito studiarsi su di una pista che non ha esaltato particolarmente le loro doti di guida miste alla paura di non fare grossi errori. Per un campione che si fa male (Checa) un campione che arriva, quel Tony Elias che subito ha trovato il feeling con la RSV4 e che ha regalato al team Red Devils due ottimi piazzamenti. Merlandri passa dalla gioia di un secondo posto alla meno gioia di un quarto comunque utile per rimanere in scia mondiale.
In riviera romagnola abbiamo invece riascoltato la sinfonia n°2 di quel direttore di orchestra che porta il nome di Jorge Lorenzo, vincendo quasi da subito una gara che sembrava ancora una volta ad appannaggio del giovane Marquez il quale si è dovuto accontentare di un secondo posto dopo un bel duello con Pedrosa ancora terzo. Se è vero che Marquez è ancora al comando con 34 punti di vantaggio proprio sulla coppia spagnola, la prestazione di Lorenzo ha dimostrato che comunque vada il pilota più concreto, maturo e cazzuto è ancora lui, senza nulla togliere al giovane spagnolo in stato di grazia, ma oggi come a Silverstone, Jorge ha veramente dimostrato che le gare ancora le vincono i piloti. Sicuramente sarà un bel duello fino alla fine. Quarto, ancora una volta, la wild card perenne (Graziano Rossi docet) Rossi, che nel fine settimana di casa sua ha trovato delle ottime qualifiche ma lo stesso risultato in gara, questa volta in solitaria. Lo "scusodromo" dirà che questo è un anno di prova ma l'amara verità è che la davanti fanno un altro sport. Il resto del gruppo ancora più indietro con le stesse posizioni da diversi gran premi a questa parte, come se la "regia" non avesse altri copioni da proporre. In Moto2 imperiosa vittoria di Espargarò su un sempre più convincente Nakagami e su Rabat. Il leader Redding non va oltre il quinto posto portando la sua distanza dallo spagnolo a -23 in classifica generale. In Moto3 la vittoria va al giovane Rins il quale, non so se sembra anche a voi, assomiglia molto al nostro Sic e migliore magia non poteva che rivelarsi nell'autodromo a lui dedicato. Prossima tappa Aragon e chissà che in terra spagnola non suoni un altro inno....

lunedì 2 settembre 2013

Jorge Lorenzo da Maiorca, Silverstone 2013

Decisamente una fine settimana interessante per il motociclismo mondiale. Dopo aver festeggiato il 7 titolo del grande Tony Cairoli nella terra inglese e tedesca si sono incrociati i destini di diversi piloti. Il round inglese del moto mondiale ci ha riservato grandi certezze e forti delusioni. Certezze che portano il nome di Jorge Lorenzo un pilota veramente completo, forse il più completo da moltissimi anni a questa parte, che ha saputo interpretare un motociclismo vecchia maniera, fatto di strategia e sudore lontano dallo svavillare delle telecamere. Lo ha fatto battendo la scheggia impazzita che porta il nome di Marc Marquez, il ragazzo venuto dal nulla o quasi ma che fino ad oggi ha dimostrato di essere un vero fenomeno. Le cronache parleranno poi di cosa farebbe a moto invertite, ma noi siamo motociclisti non tifosi di calcio. Lorenzo oggi ha voluto vincere nonostante un gap tecnico che lui quantifica in 3 decimi, confermando ancora una volta che sono gli uomini a fare la storia. E lui l'ha fatta alla sua maniera battendo il predestinato, colui che sembra che viva in un'altra dimensione. Quella stessa dimensione dove è ritornato Stoner lasciandoci Marquez. Tutto il resto lo lascio alle discussioni da bar. C'è anche un altro alieno, meno degli altri due, ma sempre degno di nota che corrisponde al nome di Pedrosa, eterno secondo ma sempre con dignità e classe. Lo avevo già dato per morto sin dalle prime battute ma lui mi ha piacevolmente sbugiardato. È arrivato terzo, ma lo ha fatto combattendo, dimostrando che alla fine si può. Tutto il resto del gruppo, capitanato da Rossi, un'altra dimensione, bravi, ma semplici comparse. La moto 2 ci ha regalato un altro bel pilota, questa volta inglese, Scott Redding, forse anche lui con qualche numero buono...chissa...ma che intanto ha allungato di ben 39 punti su un meglio sponsorizzato Espargaro. In Moto3 lo spagnolo Salom bacchetta i suoi focosi avversari e vince di gran classe. In germania invece si è consumato il round tedesco del mondiale SBK con qualche sorpresa e qualche brutta notizia. La brutta notizia è che il mondiale ha perso due ottimi piloti, Rea e Camier, per fortuna solo per infortuni, tali però da fargli stare a casa per 30/40 giorni. I due round hanno invece visto la vittoria dj Sykes e Davies con due manches quasi fotocopia dove a "rimetterci" è stato Melandri stoppato dalle due bandiere rosse proprio alla fine delle gare. Il leader della classifica Giuntoli si è accontentato perdendo per un punto la leadership del campionato. A tenere banco anche il nuovo regolamento che avvicinerà le moto alla produzione di serie e vedendo una gara di Superstock forse potremmo avere più vincitori. Attendiamo dunque i prossimi eventi per capire l'evolversi della situazione un po per tutti i campionati che sono alla ricerca di stabilità e conferme.

giovedì 29 agosto 2013

Motociclista

Non so perchè sono diventato un motociclista. Forse un pò la passione me l'ha trasmessa mio zio, ma non credo che abbia poi influito più di tanto. Con il primo motorino si andava a scuola e si cazzeggiava un pò per le strade... fino alla prima moto, un Gilera 125RV, ma ancora ero soltanto su due ruote e non comunicavo con il mezzo. Forse il Kawasaki Z500 ha dato una svolta a tutto questo, marmitta Marving, 4 cilindri... Ho ancora un fotogramma del 1987 al Mugello prima della ristrutturazione... Ma non era amore vero e forse non lo è mai stato, ma dovevo aspettare il Kawasaki GPX750R per capire cosa fosse una moto e una pista. Con l'amico Sacchetti detto Beby ho mosso i primi passi tra le curve dell'autodromo con una guida acerba e "poco pratica" per la pista. Poi ho incontrato Massimo detto il Nazzareno vero e proprio gentlemen sulla moto e da li ho capito che la moto è anche una filosofia di vita. Ma il vero salto l'ho fatto con la prima moto da corsa vera, il Kawasaki ZXR750, la prima tuta Dainese con la gobba, e il primo vero casco Arai... E' una sensazione che non dimentichi più. La tuta che in piedi la indossi male, il casco che ti preme le guance, ma sopratutto quella sensazione estrema di un motore che ruggisce... Forse sarò troppo romantico, ma a distanza di 20 anni ancora mi emoziono quando vedo la moto sui cavalletti, con le termocoperte e la mia armatura che mi aspetta. L'ingresso dalla pit-lane è l'entrata verso un altro mondo. Finisci di chiudere la visiera e parti verso la prima curva. Tutto il resto è tra te e la moto che nel frattempo è diventata una compagna di giochi. Il Kawa mi ha seguito per 12 anni di piste, in lungo e in largo per mezza europa, sempre affidabile come un amico giapponese. Nel 2006 è stato rimpiazzato da un missile terra aria che ancora mi stupisce, quel Suzuki GSXR k5/6 già campione del mondo SBK. L'era moderna ha portato più tecnologia alle moto, ma la chiusura della visiera è sempre la stessa, come lo sono i giri del motore (forse un pò di più), gli odori dentro il casco e quella sensazione di potenza che solo una moto può dare. Eppure ancor oggi mi chiedo come ho fatto a salirci per la prima volta e perchè ancora mi affascina montarci sopra. Per le strade "normali" con una moto completamente diversa le sensazioni sono diametralmente opposte anche se la manopola del gas è sempre sulla destra. Rileggendo quanto ho scritto sto seriamente pensando che forse ho bisogno di un giro in pista o forse che devo cambiare spacciatore...

domenica 25 agosto 2013

Il predestinato, BRNO 2013

L'avevano già scritto tutti qualche mese fa ma per essere chiamati tali occorrono verifiche sul campo com'è vero che una rondine non fa primavera. Ebbene Marc Marquez con la sua quinta vittoria, la quarta consecutiva può essere dichiarato tale ma non dal numero delle vittorie ma per tutto quello che fa quando è in sella alla sua Honda RCV. Ogni staccata, ogni curva, ogni sorpasso è frutto di una strategia precisa che non lascia nienta al caso anche in caso di caduta (vedi Mugello). E' semplicemente così come il suo sorpasso ai danni di Lorenzo prima della esse in salita, punto veramente tosto da interpretare (chi vi scrive ci ha corso) ma facile se fatto dal giovane spagnolo. Predestinato significa anche essere su un'ottima moto, con un'ottima squadra, avere gli avversari più forti di sempre non al top della forma, anche se Lorenzo e Pedrosa non hanno mosso scusa alcuna, Marquez comunque li ha battuti e non per un distacco abissale ma per un vero duello. Voto 10 lo meriterebbero tutti e 3 perchè Lorenzo ha tirato fuori il suo miglior repertorio per tenere a bada Marquez, come nulla ha potuto Pedrosa. Brno è una pista vera, la più tecnica in assoluto, dove i sorpassi si fanno col calibro e i tre spagnoli hanno dato prova di grande maturità e classe. Il resto della compagnia solito copione con Rossi quarto in eterna battaglia con Bautista quinto e un Bradl indecifrabile sesto. Il resto semplici comparse comprese le Ducati A e B. Merita un discorso a parte Crutchlow che ha firmato una furibonda pole position. All'inglese possiamo dire tutto ma non quello che non si impegna. Le nera Yamaha clienti nelle sue mani diventa un ottimo mezzo, ma guidando sempre al limite è più facile sbagliare come ha fatto poi in gara. E a mio parere ha fatto anche bene a togliersi qualche sassolino dalla scarpa: "Questa è la mia prima vera pole visto che a Assen Lorenzo era fuori causa. Però considerando che i piloti ufficiali Yamaha hanno provato qui da poco credo che Lin Jarvis abbia sprecato i suoi soldi"
Peccato, un ottimo pilota andrà via da una squadra che ha in Lorenzo delle certezze e in Rossi forti dubbi.
Nella Moto 2 ritorna alla vittoria un vecchio leone Kallio su un sempre più concreto Takahashi e un ritrovato Luthi. Anche se solo ottavo io continuo a credere in Scott Redding un pilota molto combattivo a discapito di una mole da MotoGp. Eppure non è il nome che risuona per il passaggio alla classe regina e questo sicuramente dipende dal suo scarso portafoglio. Oggi le corse sono così vedi anche la vicenda Pesek. Domenica prossima MotoGp e Superbike con la speranza che dal cilindro esca qualche novità.

lunedì 19 agosto 2013

V come Vendetta, Indanapolis 2013

Stranezze del destino. Un anno fa la Honda, in questa stessa pista, perdeva il suo pilota di punta e abdicava i suoi sogni mondiali. Sostituire uno come Casey Stoner pareva impresa impossibile nonostante che Pedrosa stesse venendo su forte. Sotto contratto c'era già Marc Marquez del quale talento nessuno ha mai dubitato, ma il passaggio e l'adeguamento ad una MotoGp è ben altra cosa. Evidentemente quella moto e quella squadra hanno qualcosa di magico, tanto che ieri il giovane ragazzo spagnolo si è preso la sua terza vittoria consecutiva lasciando agli altri solo le briciole. Briciole che nel fine settimana americano sono diventate macigni su un mondiale comandato più da interessi economici che sui reali valori in campo. Infatti se Marquez oramai non ha più bisogno di conferme, altrettanto lo si può dire di Pedrosa eterno secondo, ma sempre secondo e di Jorge Lorenzo, terzo, che dopo aver condotto la gara si è pure permesso di fare i complimenti al vincitore. E tutto il resto? Andiamo per ordine di arrivo. Quarto Rossi dietro Lorenzo, quindi l'ultimo dei marziani... No. Rossi è arrivato a 20 secondi dal primo e il quarto posto lo ha strappato coi denti all'ultima curva lottando con Crutchlow e Bautista dopo aver rimontato diverse posizioni. Valentino non ha colpe, ha dato e ha fatto tanto per questo sport ma non è eterno. Qualunque cosa faccia da qui in avanti non è una missione ma solo una presenza fortemente voluta da Ezpeleta per una mera questione di marketing e non di vera sportività. La moto di Rossi doveva essere di Crutchlow. Invece adesso abbiamo un pilota forte che si bollirà guadagnando due anni in Ducati e al suo posto Espargarò dalla Moto2 il quale non ha dato dei segni confortanti, vedi Bradley Smith. Bautista ha fatto la sua gara, un pò poco per la moto che ha, un pò tanto per le sue prestazioni, cosi come ha fatto Bradl, già confermato ma non meritevole di quella sella. Eppure le selle vanno a piloti "pilotati" come sarà per Luca Marini in Moto3 a Misano, dove farà da wild card pur non essendo in testa al suo campionato ma solo perchè fratello di Rossi. Poi sicuramente farà bene, ma non lamentiamoci però per la mancanza di italiani nelle classifiche se questi sono le regole di accettazione al moto mondiale. Ai limiti del patetico anche la lotta per il 10 e 11 posto tra Hayden e Dovizioso con tanto di sportellata finale e rodeo. Hayden ha già perso la sua sella e il futuro pare quantomai incerto. Bollito? Forse 5 anni in Ducati avrebbero bollito anche un guru del Nepal ma Niky una prova del nove se la meriterebbe sempre meglio del suo connazionale Spies il quale, fermo da tanto tempo, non si ricorda che la Ducati non ha il traction control in prima marcia. Tra qualche giorno un collaudatore di nome Stoner ci dirà quale sarà il vero valore delle production Racer Honda e da li sapremo di che morte moriremo per l'anno prossimo, anche se possiamo già averne un'idea. Tre spagnoli primi in Moto3, tre spagnoli primi in MotoGp con solo Scott Redding in Moto2 a fare da vero outsider. Per me sono solo piloti e non spagnoli ma è questo quello che vuole la Federazione Italiana? E' questo che vuole Ezpeleta? Il prossimo appuntamento è a BRNO la vera università della moto e li avremo le risposte che noi appassionati stiamo cercando. Tutto il resto son solo parole di chi non ama le moto. Punto.

lunedì 5 agosto 2013

Condizioni precarie, Silverstone 2013

Senza dubbio il round inglese è stato caratterizzato da una domenica english style col tempo a farla da padrone rimescolando un pò le carte dei valori in campo. A tenere banco più che le gare è stato però il paddock con tutte le voci e fatti che si sono susseguiti ad iniziare dal ritiro di BMW a partire dal 2014. SBK e MotoGp sembrano due malati attaccati alla solita flebo con il dottore DORNA pronto ad uccidere la "creatura minore" per salvare quella maggiore. Il momento non è facile per nessuno ma è indubbio che ogni campionato abbia vita a se. E' vero che la SBK si è un pò protipizzata rispetto al suo inizio quando, se avevi un pò di soldi, compravi un Ducati 851 e riuscivi anche a correre. Ritornare al passato secondo me potrebbe fare bene alla superbike in termini di costi ma anche di spettacolo, basti vedere la Stock 1000 per capire che le moto "di serie" non sono poi così distanti anzi, i tempi tra le due classi differiscono solo di 3 secondi, gli stessi (forse) di differenza tra MotoGp e SBK. Non so quali strategie abbia BMW a fronte di una moto molto performante, ma se la serie dovesse "declassarsi" a una Stock EVO mi sembra che sia BMW che Ducati abbiano tutto da guadagnare. Non capisco neanche la voglia di alcuni come REA ad andare in MotoGp con una PR per fare al massimo un 5 posto quando ieri è riuscito a vincere una manche. Le gare di ieri sono state caratterizzate da una condizione incerta che ha un pò favorito lo spettacolo e fatto emergere outsider noti come Rea e Baz vincitori. Si è rivisto Clusel ottimo secondo, un Laverty che ha confermato un buon fine settimana, una Suzuki finalmente in alto, e due nuovi diplomati in ragioneria Giuntoli e Sykes che hanno deciso (giustamente) di limitare i danni guardando la classifica. Male le BMW con Melandri due volte nono e Davies che ha rotto l'ennesimo motore del fine settimana inglese. Ducati non pervenuta se non un guizzo in gara 1 di Baldovini a suo agio in condizioni precarie. Bella come sempre la Supersport con due piloti a fare un altro sport quel Lowes con una moto cucita addosso e Sofouglu ingrugnito come non mai, con un ultimo giro al cardiopalma che ha visto il turco beffare l'inglese proprio nel misto con un sorpasso molto furbo e deciso che ha portato alla caduta di Lowes subito rialzato e secondo. Tempo a parte comunque un bel fine settimana per gli appassionati di moto e sarebbe veramente un peccato non incentivarne il proseguimento. Staremo a vedere sopratutto le strade che intenderanno prendere le case costruttrici.   

lunedì 22 luglio 2013

Taglio e cucito, Laguna Seca 2013

Senza dubbio il round di Laguna Seca ha rappresentato un passaggio importante per la MotoGp in continua ricerca di una propria identità. La gara non è stata tanto esaltante sotto il profilo spettacolo vero e puro, ma un pò di contenuti interessanti si sono visti ed è giusto analizzarli. In ordine di arrivo partiamo dal vincitore quel Marc Marquez che fino ad oggi non sta facendo affatto rimpiangere Stoner anzi, nella gara americana lo ha pure vendicato con il sorpasso al cavatappi proprio ai danni di Rossi. Come nel 2008 il sorpasso ha suscitato critiche ed elogi lasciando come sempre ai posteri l'ardua sentenza. Il ragazzo ha dimostrato che ci sa fare sia con la manopola del gas ma anche con la testa sempre lucida e mai oltre quel limite invalicabile rappresentato solo dalla sua voglia di apprendere sempre più in fretta. Per tutti Marc è il futuro, per me, appassionato di corse, rappresenta un bellissimo presente. Bradl, secondo, ha finalmente assaggiato da prima la pole position e poi il primo podio in MotoGp. Un pò poco considerando il suo secondo anno, ma speriamo che questo assaggio lo porti più spesso ai vertici delle corse. Rossi ha chiuso terzo per la seconda volta e questo non può altro che far piacere rivederlo lassù. Nel parco chiuso ha fatto i complimenti al ragazzo che lo ha suonato alla "sua" curva e questo deve rappresentare un gesto di pura sportività... sincera.... forse... chissà. Quarto Bautista che ha seguito come un segugio Valentino senza mai impensierirlo più di tanto. Forse ha fatto bene o forse non ne aveva, comunque ha portato a casa un bel risultato. Quinto e sesto il reparto infortuni con Pedrosa e Lorenzo intenti a contenere il distacco dal loro connazionale. Un pò in ombra Crutchlow settimo, forse per le continue voci di mercato che lo riguardano ma anche a lui, questo mese di vacanza, non farà male. A seguire l'altro reparto infortuni ma non per i piloti ma quanto per le moto, quella Ducati alla continua ricerca dell'assetto perduto. Pernat ha detto che se tornasse Stoner sarebbe un campionato stellare e farlo tornare sulla moto dove ha vinto il campionato del mondo sarebbe galattico. Tutto il resto è lasciato alle pagine della storia tra episodi sportivi belli e brutti ma questo, forse, è anche il bello del nostro sport. Ciao Andrea saluta i ragazzi e vegliate sempre su di noi.

Non fateci la morale!!!

Non fateci la morale, grazie! Il popolo motociclista, e nello specifico chi frequenta gli autodromi di tutto il mondo, non vuole morale ne moralisti. Noi siamo fatti così, siamo motociclisti e ci piace vivere questa dimensione che ha a che fare con il rischio ma anche con una nostra filosofia di vita. Quando muore un ragazzo di 25 anni, nell'intento di fare la cosa che più ama, non è ne un coglione ne un eroe ma più semplicemente è un motociclista della miglior specie. Aprire la sera i tg con immagini catastrofiche dei vari incidenti che hanno coinvolto piloti professionisti, da un immagine sbagliata di quello che non è il motociclismo. Gli sport motoristici vengono vissuti dentro un universo parallelo che si apre agli occhi del pilota quando questo chiude la visiera e sfreccia via veloce come il vento. Ognuno di noi sa il rischio che corre quando usciamo dai box per danzare tra le curve di un autodromo. Tutti, amatori e professionisti anzi, i professionisti hanno benissimo chiaro quello che vogliono, la manopola del gas e andare più forte degli altri. Perdonatemi ma tutto il resto sono solo cazzate e demagogia. La morale fatela a chi fa le risse durante una partita, fatela ai manifestanti che sfasciano tutti e tutto, fatela ai calciatori che cadono come pere cotte se soltanto sfiorati. Noi siamo diversi e lasciateci onorare i nostri ragazzi che sono volati verso il mondo dei più. Lasciateci onorarli e ricordarli così, non veniteci a raccontare o dire altro. Se i giornalisti che si riempiono la bocca di titoli e paroloni si avvicinassero in punta di piedi nel nostro mondo, forse capirebbero che i ragazzi che corrono, sono già uomini formati nonostante la loro giovane età. Solo allora potrebbero scrivere delle gesta straordinarie oppure ricordare nella parola di un semplice "ciao" uno che la prossima gara non ci sarà più. Continuate a scrivere delle vostre signorine con le scarpe da calcio ma lasciate in pace i nostri piloti!!!

lunedì 15 luglio 2013

Fritto misto, Sachsering 2013

In uno dei circuiti più brutti del mondiale (forse il più brutto) ancora una volta sono passati i destini dei piloti. L'anno scorso fu Stoner a gettar via mezzo campionato con la caduta alla penultima curva nel tentativo di sorpassare Pedrosa. Quest'anno è successo il Venerdì con la ri-caduta di Lorenzo sulla spalla già infortunata ad Assen che di fatto lo ha tirato fuori dalla gara, e dalla caduta di Pedrosa il Sabato mattina che lo ha escluso sia dalle qualifiche che dal via, con la speranza che la gran zuccata non si ripercuota anche per il futuro. La MotoGp senza i suoi protagonisti principali ci ha dato la misura di cosa sono le corse oggi. Ha vinto quasi logicamente Marquez che senza i suoi rivali, come da lui sportivamente ammesso, ha un pò fatto quello che ha voluto e lo ha fatto con una precisione davvero chirurgica. L'unico che ha tentato di resistergli è stata proprio la pecora nera, di nome e di fatto, della Yamaha, quel bravo Crutchlow il quale, nonostante le ferite, ha dapprima regolato un incolore Rossi fino a infastidire sul finale il giovane spagnolo. Ci piacerebbe che Yamaha considerasse di più il suo pilota invece che aprigli la strada verso Ducati. Valentino nel giorno delle macumbe agli avversari aveva il dovere di risorgere e non di arrivare terzo. Se ad Assen il destino e la sua bravura lo hanno fatto vincere, in Germania il Dottore doveva fare pole e vittoria per fugare i dubbi sul suo vero ritorno. E nel giorno della mancanza dei due leader sono mancati anche tutti gli altri incapaci, almeno per questa volta, di affacciarsi verso il vertice della classifica. Ad uno sconsolato Bradl all'arrivo (quarto) Lucio Cecchinello, manager e signore della squadra, da una pacca al suo pilota confortandolo per la sua prestazione. Un gesto che ci fa capire che ancora nel motomondiale esistono dei gentleman. Espargarò salva la baracca delle CRT con una gara accanto alla Ducati ufficiale di Dovizioso con il solo obiettivo di arrivare sano alla fine del 2014. Brian Stering invece ci fa vedere il lato più brutto di questo motomondiale, perchè, dopo il suo doppiaggio, si permette anche di finire per le terre. A questo punto non so cosa vogliono fare alla Dorna per salvare le corse ma mi sembra che così non si vada da nessuna parte. Bella la Moto2 dove ha visto trionfare Torres (spagnolo) per la prima volta e ci ha finalmente regalato Corsi al secondo posto con una bella gara e un sorpasso magistrale ai danni di Espargarò. Un pò in ombra Redding con un settimo posto che sembra più frutto di una moto poco perfomante che non della guida del bravo pilota inglese. In Moto3 nuova vittora di Rins (che a me rammenta molto SuperSic) su un lucidissimo Salom e un buon Vinales che riesce a contenere il distacco in classifica. Italiani non pervenuti. Prossimo appuntamento Laguna Seca con l'incognita Lorenzo a tenere banco e con la curiosità ne vedere cosa farà il nuovo leader della classifica Marquez.

lunedì 1 luglio 2013

Rossi nel segno di Lorenzo, Assen 2013

E' tornato alla vittoria Valentino Rossi dopo 3 anni di digiuno. E' tornato in un gran premio strano dove è stato "battuto" mediaticamente proprio dal suo compagno di squadra Lorenzo che ha pensato bene di farsi male il Giovedi, di farsi operare notte tempo, di ripartire il Venerdi per Assen e di correre il Sabato, giusto per non perdere troppi punti in classifica. Fatto sta che la notizia del giorno, per i soliti lecchini e pusillanimi commentatori, e il ritorno alla vittoria di Rossi che tanto bene fa al nostro motociclismo privo oramai di talenti e moto. I piloti italiani sono privi di fantasia, sponsor e federazione. Rossi rappresenta l'ultimo baluardo di un motociclismo prima del suo totale declino e di questo bisogna esserne consapevoli. Biaggi ha corso fino ai 41 anni quindi in teoria Rossi ha ancora 7 anni di gare ma quale è e sarà il suo reale potenziale? Ecco cosa dovrebbero dibattere i commentatori oggi. Parlando di gare abbiamo visto una MotoGp quasi piacevole con Rossi a farla da padrone mentre dietro Marquez e Pedrosa contenevano il distacco studiando il ritorno dell'ispanico Lorenzo che sembrava tutto meno che reduce da un operazione. Timidamente della partita è stato anche Crutchlow autore delle pole position ma mai troppo presente la davanti. L'inglese lamenta ancora una Yamaha goffa nei primi giri e francamente non ci si spiega questo abbandono della casa madre nei suoi confronti. All'arrivo primo Rossi su Marquez, Crutchlow, Pedrosa e Lorenzo. Tutto il resto game over. Ecco la MotoGp odierna. Un vecchietto Rossi, un giovane mini fratturatto Marquez, un indecifrabile Pedrosa, uno stoico e futuro campione del mondo Lorenzo. Si, perchè Lorenzo oggi non ha solo corso, ma psicologicamente ha distrutto i più diretti avversari Pedrosa e Rossi. Il prossimo Gp sarà propedeutico per vedere i nuovi valori in campo oppure per tornare alla solita corrida spagnola. Un pò meglio nella Moto2 dove abbiamo assitito ad un bellissimo duello tra Espargarò e Redding dove ha visto trionfare lo spagnolo ma ci ha regalato un futuro pilota di spicco, un ragazzo inglese dai modi gentili e cazzuto in pista e leader della classifica. Nella Moto3 la sinfonia spagnola è suonata all'unisono ma non si può certo dire che Salom sia uno scartino, anzi! Ha vinto contro tutti i pronostici ed ha allungato su un altro bel pilota che è Vinales. Le considerazioni sportive sulla odierna giornata di moto le ho già fatte e sono contento di aver risentito l'inno italiano sul podio della motogp. Per tutto il resto, giornalai compresi, c'è molto da lavorare se vogliamo tornare ad essere i primi della classe ma questo a molti di voi tifosi non importerà. Ci vediamo nell'inutile kartodromo tedesco e vedremo un pò....

domenica 16 giugno 2013

Moto3 CEV, Moto2 CEV (quasi), MotoGp CEV

Ditemi voi se queste sono corse. Ditemi voi se questi sono campionati del mondo. Possibile che nel mondo vadano forte solo gli spagnoli? Stento difficile a crederlo... Eppure guardando le corse, di tutte le classi, non solo MotoGP come fanno gli avventori dell'ultimo minuto, la moto parla spagnolo. Non che rubino nulla anzi, Salom, Espargarò e Lorenzo oggi hanno vinto tre belle gare, ma vedendo che il record di Barcellona, nella minore delle cilindrate, appartenga ancora al buon Roby Locatelli di 15 anni fa qualcosa c'è che non torna. Si salva solo la Moto2 fino ad ora ad appannaggio dell'ottimo Scott Redding, ma per tutto il resto è veramente game over. Sarà contento Ezpeleta il quale, dopo aver pagato per metà l'ingaggio di Rossi alla Yamaha non ha fatto nulla per tenersi un pilota come Stoner, tanto per citarne uno che è sempre andato forte. Eppure queste oggi sono le gare. Se non altro in SBK abbiamo protagonisti piloti diversi un po' come nelle barzellette, un francese, un inglese, un irlandese e un italiano. Dispiace perché la gara comunque è stata tecnica e ben condotta da un grandissimo pilota, quel Lorenzo capace di essere veramente micidiale su di un Pedrosa stratosferico in prova e su di un sempre più maturo Marquez. Non è per un bieco campanilismo che scrivo così, anche perché ho sempre "tifato" ogni pilota vincente la gara, e non mi è mai importato della nazionalità, ma questo lo ritengo un po' eccessivo. Ritengo stupido ad esempio non fornire una Yamaha di serie A a Crutchlow tanto per dirne una. Ritengo stupido non attirare altre marche al motomondiale come Suzuki e Kawasaki e Aprilia. Ritengo follia non fare una Moto2 con altri motori come avviene già per la Moto3. Da appassionato continuerò a seguire il motomondiale per rispetto ai piloti ma non venitemi a parlare di Motomondiale. Guardatevi il fine settimana Superbike, quelle sono gare "promiscue" e non dei semplici monomarca o mononazionalità. Mi piacerebbe di più parlare di corse ma in questo momento veramente non mi riesce. Prossimo round Assen nel liceo delle moto. Magari mi tornerà l'ispirazione...

lunedì 10 giugno 2013

Luna Park Portimao 2013

Week end decisamente spettacolare per il round portoghese delle derivate di serie. Belle gare ad iniziare dalla Supersport dove 4 piloti hanno fatto di tutto per vincerla facendo sobbalzare noi appassionati sul divano o sulla seggiola. Lowes, Sufoglu, Foret e Van de Marc si sono dati battaglia fino all'ultimo vedendo trionfare per la quarta volta consecutiva l'arrembate Lowes in sella ad una "vetusta" Yamaha R6. Bella davvero! Per la SBK invece va fatto un discorso a parte. Purtroppo già dalla partenza non possiamo non notare una griglia che via via si va assottigliando. Certo non siamo ancora ai livelli della Gp, però qualcosa andrebbe fatto, anche perchè, lo abbiamo visto in queste ultime gare, i pretendenti al titolo stanno un pò diminuendo, complice una scarsa competitività della Ducati e Suzuki, l'assenza di un top rider (Haslam), e la non ancora maturazione di outsider quale Giuliano, Fabrizio. Due manches comunque da intenditori dove l'unico a sopravvivere e a riportarsi in testa al mondiale è stato Giuntoli due volte secondo e puntuale. Certo la faccia del francese la diceva tutta sulla voglia di vincere, ma credo che i mondiali si vincono anche con questo atteggiamento. Discorso un pò diverso per Melandri vincitore in gara 1 e 12 in gara due. Mi dispiace per Marco ma se vorrà essere veramente un campione dovrà cambiare mentalità ed essere meno stizzoso alla guida ma più riflessivo perchè prima o poi i jolly finiscono come già successe l'anno passato. Marco combatte sempre, forse anche troppo come in prima manche quando Sykes lo ha passato alla staccata e lui non si è dato per vinto finendo largo. Lo aveva già fatto l'anno scorso ad Aragon ai danni di Biaggi, infatti poi Max ha vinto il mondiale e lui è arrivato esimo. Accontentarsi magari sarebbe più opportuno se non si vuole fare la fine di Haga. Sykes invece ha pensato bene di accontentarsi in gara 1 e sdraiarsi nel giro di ricognizione di gara 2 mangiandosi di fatto tutto il recupero fatto ai danni di Guintoli. Bene Laverty che dopo aver lasciato mestamente la moto al guardrail per rottura, in gara 2 si è preso una bella rivincita staccando tutti e arrivando in solitaria al traguardo. Stesso discorso vale per Rea appiedato prima e terzo poi. Un sussultino lo ha fatto anche la Ducati in seconda manche, con un quinto posto che premia un pò lo sforzo di Checa. A contorno delle gare anche la voce del nuovo regolamento che dovrà essere partorito a Imola tra dubbi e speranze di questo bellissimo campionato. Next round Imola con la speranza che gli organizzatori non facciano mettere gli specchietti alle moto come avviene per noi privati. Mah....

lunedì 3 giugno 2013

Campo Volo Mugello 2013

Numerosi decolli si sono visti questo fine settimana al Mugello tante sono state le cadute. Palma d'oro a Marc Marquez che ha iniziato il Venerdì con un botto alla Nakano e lo ha concluso miseramente a 3 giri dal termine della gara quando era secondo. Certo la voglia di fare e di vincere dello spagnolo è encomiabile ma un capello più giudizioso poteva anche esserlo. Vola anche Crutchlow il quale, dopo un grufolone alla Poggio Secco torna polveroso e ingrugnito come non mai facendo delle ottime qualifiche e alla fine arrivando terzo. Vola il buon Dovi che tomo tomo ratto ratto prima cade alla San donato, poi si inventa un bel giro in qualifica e strappa la prima fila alla Ducati come già fece Barberà l'anno scorso. Vola Jorge Lorenzo rimanendo sempre sulla sella della sua M1 il quale a metà gara decide di azionare gli over boost umiliando di fatto i suoi diretti inseguitori. Vola anche Pedrosa rimanendo però ad una quota più bassa onde evitare turbolenze presenti alla Savelli. Volano anche Bautista e Rossi dopo sole due curve. Che dire? Se non ci fosse stato Rossi sarebbe stato un normale incidente di gara, ma trattandosi di Valentino una giustificazione doveva esser pur data anche soltanto per far contenti gli uomini in giallo giunti fino a qui. Un 50% per uno ci sta tutto sportivamente parlando e dispiace che il giustificometro salga sempre solo quando c'è di mezzo Rossi. Volano anche i tifosi di Rossi i quali, una volta caduto il loro beniamino, se ne tornano a casa con le pive nel sacco, come se non ci fosse più un domani. A loro vorrei suggerigli di osservare con occhio tecnico la bellissima gara di Lorenzo, al pari di quella di Scott Redding Moto2 e di un astuto Salom in Moto3. Anche quello è motociclismo. Per tutto il resto c'è Mastercard dati gli alti prezzi dell'autodromo. Ci vediamo a Barcellona, chissà che anche li non ci sia un aeroporto...

venerdì 31 maggio 2013

Partire o rimanere?

Non so se vi siete mai soffermati a riflettere sulla vostra vita. Le riflessioni spesso vengono eluse dal tran tran quotidiano sempre così tentacolare che non lascia il tempo a riflessioni che non siano di carattere prettamente  pratico, su come pagare le bollette, la spesa, i figli... Ad un certo punto la nostra vita si instrada su dei binari che, volente o nolente, ci vengono costruiti sotto i nostri piedi fino a diventare una consuetudine. Certo quella sarebbe una bella prospettiva se si vivesse in una società con delle reali certezze per il futuro, ma qui in Italia il discorso è un pò diverso. Il nostro paese si sta evolvendo in un qualcosa di poco edificante sopratutto nei confronti di chi ci è nato o di chi sta cercando di costruirsi una vita dignitosa. Cosa ha spinto tanta gente all'inizio del 900 ad allontanarsi da qui? Sono passati 100 anni ed oggi, nell'era di internet e della tv in tutte le case il fenomeno sta ritornando a galla sopratutto nei più giovani che sono vittime di un immobilismo che inizia ad assumere caratteri preoccupanti. Ed ecco che ti fermi realmente a riflettere, e pensi a quel bambino che oggi porti all'elementari, domani lo accompagnerai al liceo sperando che un domani possa avere la prospettiva di una dignitosa vita. Ma nella patria dove è stata inventata la prospettiva non esiste più una prospettiva per i giovani ma anche per chi un domani si appresterà a diventare vecchio. "Del doman non v'è certezza" scriveva l'illuminato Lorenzo de'Medici ma un minimo di certezza bisognerebbe pur averla. E allora perchè non partire? Perchè non tentare? Cosa mettere in valigia? E' dura dover guardare indietro pensando a ciò che è stato ma il futuro chiede spiegazioni e non è stando a sedere e a candire che possiamo tracciare una strada per i nostri figli e per noi stessi. Stamani ho spedito la mia prima lettera in una bottiglia e l'ho affidata all'immensità del mare in balia dell'onda e delle casualità confidando in una risposta o in un segno che mi possa chiarire questo dubbio che ho...Parto o rimango?   

lunedì 20 maggio 2013

In acqua veritas (MotoGp Le Mans 2013)

Come tutti i motociclisti anche io sono molto refrattario all'acqua, tanto più se presente su di una pista da Gran Premio, dove è proprio la bellezza dell'asciutto ad esaltare le prestazioni di moto e piloti. Ieri però devo dire che, grazie all'acqua caduta dal cielo capriccioso di Le Mans, abbiamo assistito a gare interessanti e ricche di contenuti. Escludendo un pò la Moto3 dove il divario tra i primi 4 e il resto del gruppo era molto marcato, in Moto2 abbiamo visto vincere per la prima volta quello spilungone di Scott Redding che ha me piace veramente tanto. Scott ha un pò riposto quella sua tipica irruenza ed ha lasciato cuocere e sbagliare i suoi avversari più diretti vincendo una gara in maniera matura e attenta viste anche le condizioni precarie della pista. Adesso Redding guida il campionato con quasi una gara di vantaggio ma sopratutto si è dimostrato all'altezza di stare in MotoGp meglio di altri anche con il suo stesso passaporto (Smith docet).
La MotoGp era partita col botto assistendo alla seconda pole consecutiva del numero 93, quel Marquez spagnolo ma patrimonio del motociclismo intero. Poi però la gara ci ha riservato l'acqua e l'umido, quindi via le slick e al loro posto le rain mai provate nel fine settimana. Pronti attenti via e chi ti parte in testa? Lo "svizzero" Dovizioso con la sua Ducati che si permette pure di creare subito un lieve break ai danni degli avversari partiti con meno vigore. Dunque primo il Dovi e ultimo, del gruppo importante, Marquez (ottavo) mentre nel mezzo si rivede anche Hayden e i soliti "noti". Tra sorpassi, sorpassini e lunghi vari la gara scorre piacevole con il Dovi che si alterna con Pedrosa tra il primo e il secondo posto, Rossi che duella con le altre Yamaha (Crutchlow e Lorenzo), Hayden che osserva, Bradl che naviga e Marquez che tenta di non finire in orizzontale.Poi ci pensa Pedrosa a dare uno scrollone sorpassando chirurgicamente (e di forza) Dovizioso, mentre in contemporanea Lorenzo inizia ad arretrare ai danni degli altri due piloti Yamaha. Bradl si prende una pausa stendendosi di nuovo (Lucio farebbe bene a telefonare al suo amico in Australia) mentre Marquez decide di mettere in pratica la sua personale interpretazione di guida sul bagnato. L'ultimo colpo di scena ce lo riserva Rossi cadendo di anteriore e di fatto gettando la sua gara alle ortiche (ma non era quello bravo che faceva magheggi con la frizione?). All'arrivo 1° Pedrosa, 2° il rotto e mai domo Cal Crutchlow, 3° il rookie of the Year Marquez, 4° il bravo e "vecchio" Dovi, 5° un mai nominato Hayden, 6° un Bautista incredulo e 7° un perplesso Lorenzo. Ripeto, le gare con l'acqua non mi piacciono però, se non altro, abbiamo visto un qualcosa in più e una bandiera spagnola in meno sul podio. Ci vediamo al Mugello!!!!

lunedì 13 maggio 2013

SBK, Monza, 2013...

Sarà la mia antipatia atavica per la pista di Monza, ma a parte la battaglia offerta dai 4 moschettieri sulla pista, il round monzese mi è veramente piaciuto poco. 18 partenti in Superbike non si erano mai visti e poco centrano le defezioni di qualche blasonato pilota. Come ha detto Laverty il campionato forse si giocherà a 4 nella speranza di qualche outsider, e questo non è propriamente SBK ma più MotoGp. Il balletto finale su a chi attribuire il terzo posto in gara due ha notevolmente peggiorato l'aspetto di questo campionato. Sykes ha fatto un lungo per passare Guintoli e al suo rientro in pista doveva lasciare il posto all'avversario. Punto. Non ci sono ne se e ne ma. Tutto questo mi ricorda Rossi su Stoner a Laguna Seca nel 2008. Nelle moto per fortuna non esistono le simulazioni come nel calcio e i regolamenti sono chiari che ci piacciano o no. Che sia già un'impronta della Dorna? Sarà perchè il Team Kawasaki fa base in Spagna? Peccato davvero... Le gare sono state abbastanza divertenti anche se a me non piacciono gli start and stop che offre la pista brianzola. Eppure ancora si continua a correre li a dispetto del Mugello una pista fatta per le moto e non per le macchine. Melandri, Sykes e Laverty in prima manche, Laverty, Melandri, Sykes (Giuntoli?) nella seconda. Il resto discrete prestazioni da parte di Giugliano, Fabrizio, un pò più in ombra Daviez dopo la doppietta di Aragon e via via gli altri. Per fortuna non siamo ancora al livello della MotoGp ma di questo passo...ci si arriva velocemente. Bruttina anche la supersport con 4 ripartenze che via via hanno perso protagonisti importanti. Alla fine a vinto Lowes con una mano forse rotta e questo ha fatto del britannico l'eroe della giornata. Staremo a vedere cosa ci riserverà Doningthon Park...magari non pioverà...

lunedì 6 maggio 2013

Jerez 2013. Cosa Nostra

Non c'è che dire: Ezpeleta è un uomo fortunato. Guardando tutto il fine settimana tra prove e gara abbiamo assistito quasi ad un passaggio di testimone tra un campione che va e l'altro che arriva. La MotoGp è noiosa e l'espressione della massima categoria è sempre affidata a 3, 4 piloti in grado di vincere. Tutto il resto della compagine semplici comparse per nutrire una griglia priva sia di piloti ma anche di marche. L'uscita di Stoner, il rientro di Rossi in Yamaha, era un pò poco per risollevare il motociclismo, ma un piccolo effetto lo ha già sortito dopo il secondo posto di Valentino in Qatar. Il fatto però ha voluto che sulla moto del Canguro Mannaro ci sia salito un altro "fenomeno" che in sole tre gare è riuscito a spostare tutti i riflettori su di se, adombrando perfino sua maestà n°46. Ieri Marquez si è letto tutte le pagine di questi ultimi 10 anni di motociclismo e le ha applicate alla lettera diventando di fatto l'erede al trono, almeno in fatto di interesse. Ad un Rossi che già si lamenta della Yamaha fa da contraltare un ragazzo di 20 anni che ieri ha preso a spallate certo Jorge Lorenzo, uno che non va tanto per il sottile. E la fortuna di Ezpeleta è stata quella di avere tre vincitori diversi in tre gare tanto basta per poter vendere ancora un pò di fumo. La gara? Bella per le prime tre posizioni dove un mai domo Pedrosa ha ritrovato la vittoria a casa sua e lo ha fatto in silenzio dettando la sua legge sin da subito, stroncando il grande favorito Lorenzo.Scaramucce ai primi giri poi gas fino a costruire un vantaggio di tre secondi. Dietro un arrembante Marquez tentava in ogni modo (anche un pò troppo garibaldinamente) di passare Lorenzo per non far scappare Pedrosa, ma si sa, Jorge è uno che non molla mai e lo ha tenuto sempre a bada. Il resto del gruppo ad iniziare da Rossi andava via via sfilaccicandosi chi a mezzo secondo chi a un secondo al giro triste fotografia delle corse moderne. Ma all'ultimo giro all'ultima curva Lorenzo lascia un portone aperto a Marquez il quale pensa bene di infilarcisi senza troppi giri di parole. Il contatto tra i due è inevitabile e il giovane spagnolo scrive la sua prima pagina della sua carriera motociclistica. Quello che ne consegue sono i soliti fiumi di parole tra tifosi e giornalisti i quali non aspettavano altro di avere un argomento su cui scrivere. Nell'analisi delle sportellate durante le gare ognuna fa storia a se e il confrontarle sarebbe stupido. Noi non abbiamo bisogno della moviola, siamo motociclisti, un capello differenti dai tifosi... Ma si sa che senza il tifoso non si vende e allora giù a imbrattare di inchiostro pagine di giornali sui se e sui ma. Bravi dunque tutti e tre gli spagnoli che stanno dando vita ad un mini CEV confezionato per loro dal buon Carmelo. Tutto il resto sono accessori ad iniziare da Ducati ancora vittima di se stessa. Gare un pò opache anche in Moto2 e Moto3 prive delle battaglie che ci hanno sempre riservato. Rabat, Redding Espargarò in Moto2, Vinales, Salom e Rabat in Moto3. Gli italiani? Non pervenuti.

lunedì 29 aprile 2013

Una bella giornata di motociclismo

Ieri ad Assen c'era il sole per fortuna e con il sole, si sa, le moto vanno più "forte" e sono più ganze da vedere. Grazie al passaggio sulle reti Mediaset ieri mi sono gustato 4 belle gare come da tanto non lo facevo, e perfino il commento di Ranghieri mi è sembrato anche carino. Superstock, Superbike, Supersport tutte giocate sul filo di lana con diversi spunti interessanti a livello sportivo (gesto dell'ombrello di La Marra escluso). Queste sono le corse per gli appassionati che simpatizzano per il pilota o per la marca ma sempre plaudenti nei confronti dei vincitori e dei vinti. Ad Assen è brillato il verde Kawasaki magistralmente guidato da un Sykes particolarmente in vena, che solo nella seconda manches ha trovato un ottimo Laverty che gli ha impedito la doppietta. Belle comunque entrambe le gare sopratutto per il secondo e terzo posto dove abbiamo ritrovato un discreto Rea, un attento Guintoli, un arrembante Baz e via tutti gli altri ad iniziare da un Giugliano sprecone che però ha dato dei segnali positivi. A tenere banco più delle gare è stata la voce circolante nel paddok di un ritorno di Max Biaggi come wild card in qualche gara ad iniziare da Monza. Voce che il Corsaro ha smentito, ma che ha dato prova di quanto il motociclismo abbia bisogno di figure carismatiche (Rossi docet). Se ne accorto anche Melandri che fino adesso non è sembrato così arrembante come quando c'era da sorpassare Max...Come dicevo Assen ci ha offerto 4 belle gare anche se da università è stata retrocessa a liceo dopo la stupida modifica voluta da non si sa chi. Campionato come sempre apertissimo anche se al momento Guintoli ha una manche di vantaggio sul secondo, cosa che sembra già preoccuparlo in ottica mondiale. I round sono ancora tanti e diversi piloti con diverse moto sono in grado di dire la loro e questo fa della SBK un campionato sempre interessante.   

venerdì 26 aprile 2013

Inseparabili

Suscitano sempre forte ammirazione in me le coppie coese, quelle che da tantissimi anni proseguono il loro percorso di vita sempre insieme, amandosi reciprocamente come se fosse il primo giorno. Un caro amico e coetaneo è ancora li unito a sua moglie da oltre 25 anni, con 3 figli e numerose avversità vissute, nel bene e nel male, nella salute e nella malattia... Eppure oggi i tribunali strabuzzano di divorzi con lite e coltelli, ma c'è ancora chi si ama e si vuole bene indipendentemente dal tempo trascorso, facendo di loro persone oramai fuori dal tempo, da questo tempo che tutto brucia lasciando dietro di se solo aridità. Recentemente poi mi è capitato di osservare in prima persona che l'amore va anche oltre la vita quasi avesse legato due persone anche nel loro ciclo vitale. La mancanza del coniuge ha portato dopo poco tempo alla scomparsa di colui o colei che era rimasto, come se quel filo di unione non si fosse mai spezzato. Eppure l'istinto "egoista" dovrebbe prevalere in noi, come successe a mio nonno a 95 anni, ma evidentemente l'amore ed il legame che si forma in determinate coppie riesce ad andare oltre l'istinto di sopravvivenza. Io li chiamo inseparabili e un pò li invidio perchè forse io rappresento proprio l'aspetto opposto... Chissà... Certo è che bisognerebbe forse imparare da queste manifestazioni, in un certo qual modo potrebbe essere la chiave per vivere più tranquilli... o forse no? Penso sia più legato alla soggettività delle persone e della loro "fortuna" di incontrare la famosa anima gemella... I puntini che scrivo sono proprio le domande che vorrei fare al regista di tutto questo per cercare di capire i vantaggi di questa simbiosi. A livello evolutivo sarebbe una catastrofe, ma morire d'amore è un'evoluzione? Riuscire ad andare avanti anche quando la persona che avevi accanto se ne va è così sbagliato, ingiusto, egoista? 

lunedì 22 aprile 2013

Passaggio di consegne

Difficile partire da un argomento preciso dopo due fine settimana di gare tra SBK e Motomondiale. Gare un pò meno soporifere del solito caratterizzate dall'arrivo di due nuovi vincitori Chaz Daviez e Marc Marquez. Davies ad Aragon ha imbastito due manches da anotologia regolando gli avversari già dalle prime battute e lasciando al resto della compagnia i resti del podio ad iniziare da Guintoli che, con due gare intelligenti, oggi è al comando della classifica. Indubbiamente alla SBK manca Max Biaggi e non sono solo gli ascolti a confermarlo. Melandri, nonostante un secondo posto, non è riuscito a raccogliere il testimone del Corsaro che se la ride dal microfono in qualità di commentatore di lusso e questo la dice un pò lunga sul bisogno di personaggi di spicco ai vertici della categoria. Cosa che invece è riuscita al momento per la MotoGp dove il dato da leggere in settimana era l'aumento del 30% delle vendite al Mugello. Questo è un pò l'effetto del secondo posto di Rossi alla prima gara. Gara che ieri nel nuovo tracciato Texano ha avuto il suo record quello del vincitore più giovane nella massima categoria, quel Marc Marquez tanto annunciato e che prontamente è arrivato puntuale come un treno svizzero. Il giovane spagnolo ha ereditato una sella pesante quella che apparteneva a Casey Stoner e non solo l'ha fatta sua ma sta facendo tirare un sospiro di sollievo a tutto lo staff Honda che si era visto un pò al perso dopo il ritiro dell'australiano. Certo è ancora prematuro gridare al fenomeno, ma la gomma posteriore usurata e la guida di traverso di Marc lascia ben sperare per il futuro. Ieri Marquez ha vissuto un fine settimana da campione con la pole il sabato e la vittoria la domenica regolando il suo compagno di squadra Pedrosa, un attento Lorenzo e un Crutchlow finalmente costante. Degno di nota anche Bradl quinto che ha preceduto Rossi e Dovizioso, con il ducatista protagonista di una prova discreta e di carattere contro Bautista ottavo. Per il resto una gara a parte, categoria ignota, arricchita da due moto ufficiali quella di Spies e Smith presi e messi li solo per motivi di marketing e non per meriti personali. Come suggerito anche da Rossi bastavano altri due o tre personaggi veloci per ricreare un ambiente "garoso", ma mentre il primo è tragicamente scomparso, Simoncelli, il secondo l'hanno fatto scappare, Stoner, solo perchè chiedeva un pò più di certezze sui regolamenti e un pò più di umanità anche all'interno del paddok. Umanità di cui ne ha fatto le spese anche Kevin Schwantz messo alla porta da Don Carmelo Ezpeleta che ben ha pensato di farlo fuori anche dai meriti di aver portato il mondiale in Texas. Chi vivrà vedrà.
Prossimi appuntamenti Assen SBK e Jerez MotoGp. Stay tuned!

martedì 16 aprile 2013

Gioventù bruciata

Che stia invecchiando è un dato certo. Due figli tendono a cambiare un pò il modo di vedere le cose. Pensandoci bene non è poi così vero perchè comunque rispetto a quando ero "giovane" sono sempre abbastanza uguale. E allora cosa mi turba? Quando accompagno i miei figli ai giardini mi piace sempre osservare tutte le persone che mi circondano per cercare di avere una lettura della società nella quale vivo. Giovani, anziani riuniti nel solito posto a formare una sorta di cerchio della vita. E mentre cerco di scorgere tre le rughe dei volti segnati dal tempo la chiave per capire cosa farò "da grande", l'occhio spesso mi cade sui più giovani, quelli che vanno dai 12 anni ai 16, mezzi uomini e mezze donne apparentemente formati  ma di fatto ancora imberbi. Denominatore comune il telefono cellulare e la testa china sopra anche quando parlano fra di se. Intercalare lessicale medio è il "cazzo" seguito dalla più classica bestemmia, per i maschi, "diohane". Le ragazze tendono a toccarsi i capelli una ventina di volte al minuto nel vano tentativo di essere sempre a punto, vestite griffate come la tendenza vuole. I maschietti proseguono ancora nell'indossare i pantaloni a vita bassa con la mutanda in bella mostra, dimenticandosi, o forse non sapendo, che quello è un segno distintivo nelle carceri su chi è disponibile a concedersi sessualmente. Come già detto il segno distintivo è il telefono utilizzato per giocare o peggio per comunicare inviandosi sms, mms, messaggi di vario tipo farciti di emoticon che hanno sostituito i nostri stati d'animo. Immancabile e sempre più frequente (lo è sempre stata) la sigaretta tra le dita, fumata spesso (e male) in maniera nervosa e accompagnata da un colpo di tosse e dall'immancabile esclamazione: "bisogna smetta di fumare..." (dovresti prima finire di nascere, demente!).
Appoggiato all'albero guardi il futuro dei tuoi figli con la ricorrente domanda se anche loro si comporteranno così oppure avranno altro tipo di interessi. Certo è che il quadro sopra descritto non fa onore alle future leve che guideranno il nostro paese anzi. Stereotipati in un contesto sociale predefinito e costruito ad hoc, saranno guidati dai futuri "lupi" che indirizzeranno il branco a loro piacimento illudendoli con gingilli e monili vari.
Forse così è sempre stato e noi non ce ne accorgevamo, o forse con il progresso gli strumenti per abbindolare sono sempre più sofisticati, ma resta il fatto che spero vivamente di avere dei figli un pò più lungimiranti sul proprio futuro, perchè trovarsi a quansi 50 anni appoggiato ad un albero e fare queste riflessione è veramente un attimo...

lunedì 8 aprile 2013

Motomondiale 2013 la musica non cambia

Salom, Espargarò, Lorenzo tre spagnoli sul gradino più alto del podio, solita bandiera, solito inno. E' questo l'inizio delle corse in moto categoria prototipi. L'unica bandiera italiana è ancora affidata a lui, quel Valentino Rossi rigenerato dal ritorno in Yamaha e capace di tornare sul podio alla prima uscita. Se volete vedere la situazione motociclistica italiana bastava andare al Mugello ed assistere al CIV per avere un quadro della situazione. Sulle moto non ci si va per meriti ma solo per soldi ed ecco perchè siamo arrivati a questi punti. 
Come previsto la gara della MotoGp è stata ad appannaggio di soli 4 piloti, Crutchlow a parte che è rimasto li quasi fino alla fine quando ha pensato bene di suicidarsi in fondo al rettilineo per opporsi a Rossi, come ha fatto anche Bradl caduto nel tentativo di stare dietro al pesarese. Tutto il resto come da copione (quasi) con l'imperiosa vittoria di Lorenzo che ha salutato subito la compagnia andando a vincere in solitaria. Oltre al ritorno di Rossi sul podio da segnalare (forse) l'arrivo di un giovane talento, Marquez, che è montato sulla moto di un altro grande, Stoner, ereditandone tutto il pacchetto, slider per i gomiti compresi. Questa è forse la vera novità del 2013 un pò troppo poco rispetto ad una gara priva di emozioni. Telecronaca a parte ci hanno pensato proprio loro, Marquez e Rossi, il giovane ed il vecchio, a farci sussultare sulle seggiole con due sorpassi niente male e ricchi di carattere ed ognuno con un significato diverso. Chi invece dovrà riflettere sulla gara è proprio Pedrosa bastonato dal giovane compagno di squadra che il giorno prima aveva punito con una scorrettezza. Marquez si è ripreso la rivincita con gli interessi ed invece di levare il gas lo ha dato a mano piena relegando Dani al quarto posto. Honda dovrà correre ai ripari con il suo pilota perchè il  trio Lorenzo-Rossi-Yamaha sembra essere partito col piede giusto. Un piccolo passo in avanti sembra averlo fatto Ducati con il Dovi partito dalla seconda fila e arrivato con 10 secondi meno rispetto al tempo di Rossi lo scorso anno. Andrea sta lavorando bene sullo sviluppo della moto e speriamo di trovarlo anche lui tra i primi come lo è stato all'inizio della gara. Il resto della compagnia perduto nella notte del Qatar, incolore e senza particolari guizzi. Il prossimo round sarà ad Austin (USA) una pista nuova per tutti che ci farà capire se ai 4 si uniranno altri oppure ci appresteremo ad un anno motociclistico noioso, per noi appassionati. 

lunedì 18 marzo 2013

Alex Schwazer

Non ho mai parlato di doping in questo blog, forse perchè lo ritengo una caccia alle streghe oppure all'ovvio. Quando il doping non era chimico gli atleti più fortunati si "dopavano" con un alimentazione ricca, magari a base di una bella bistecca a scapito di chi non si poteva permettere neanche quello. Poi le cose sono andate via via perfezionandosi e il doping è diventato una forma di sostentamento sportivo dilagante nel settore amatoriale bandito nel professionismo. Recenti sono le confessioni del ciclista Lance Amstrong vincitore di 7 Tour de France, vincitore sul cancro che lo aveva colpito, eppure oggi deriso da una parte bigotta che vorrebbe uno sport pulito. Ieri sera mi sono imbattuto casualmente su un intervista, la prima, ad Alex Schwarzer il nostro pluridecorato maratoneta che l'anno scorso si è reso reo confesso di utilizzare sostanze dopanti. Le parole del nostro atleta fluivano fuori dalla bocca imbarazzate ma coerenti con se stesse e sopratutto coerenti con il personaggio, un ragazzo che ha dedicato la sua vita allo sport e del quale era rimasto prigioniero. Ascoltare Alex ma ha fatto capire che anche gli Iron Man come lui possono avere delle debolezze che senza un supporto morale diventano vere e proprie ossessioni. Non ti droghi il fisico, ma cerchi un supporto psicologico per riuscire a sopportare la tortura degli allenamenti più che quella dei risultati. Il drogato vero si droga per fuggire dalla realtà oppure per avere prestazioni sessuali maggiori, oppure per buttarsi senza freni su di una ragazza. Alex tutto questo non sa cosa sia. Lui sa che l'obiettivo è essere il numero uno come lo è stato più volte, e forse è proprio nella solitudine del numero primo che lui ha cercato nuovi stimoli. "Tornerei a vincere anche senza il doping perchè il talento non ha bisogno di questo". Una bellissima frase ricca di sentimento e coraggio che dimostra che l'atleta Schwarzer è presente anche se allontanato come un appestato reo di chissà quale nefandezza. Marco Pantani non capì questo e si sobbarcò tutto il marcio che regna intorno a questo mondo e al mondo dello sport in generale. Le manette, la polizia tutto degnamente escogitato per la distruzione di un atleta e non di un criminale. Tutto lo sport tranne che il calcio, ma questo è un capitolo che non spetta a me scrivere. Le mamme che portano a calcio i bambini la darebbero agli allenatori affinchè il proprio figlio giochi da titolare, non è forse un inizio di doping anche questo oppure andrebbe chiamato toping? Lo sport è un mondo che si contrae e si espande continuamente, dove le grandi majors sono sempre a caccia del loro simbolo e dove l'atleta in lieve difficoltà cerca un supporto nelle sostanze chimiche. E prima di giudicare dovreste guardare dentro di voi e chiedervi se almeno una volta non avete preso qualcosa per essere più "sprint". Tutto il resto è amplificato dal vostro ruolo e il ruolo di Alex è un ruolo grande come la bandiera che porta nella foto. Lo schifo vero l'ho provato nell'atteggiamento della conduttrice, Daria Bignardi, che guardava e giudicava Alex ancor prima di conoscere l'uomo. Caria Daria non basterebbe tutto il doping di questo mondo per renderti moralmente accettabile di fronte ad un atleta che dalle stelle è passato alle stalle ma pur sempre un numero uno. Non è forse doping il fatto che ancora tu sia davanti ad una telecamera a presentare un programma televisivo?