lunedì 7 ottobre 2013

Un uomo solo al comando. SBK Magny Course 2013

L'anno scorso Tom Sykes perse il mondiale SBK per mezzo punto proprio qui a Magny Course facendo le spese contro un Max Biaggi sempre lucido e calcolatore. Quest'anno, onde evitare noie, Sykes ha deciso di mettere fra se e il suo diretto inseguitore (Laverty) ben 37 punti che di fatto gli danno una bella tranquillità per l'ultimo round di Jerez. E' stato forte Tom, come ammesso anche dai suoi avversari, sopratutto Giuntoli, che nella terra di casa cercava un riscatto. La tematica non è un pignone diceva un mio amico meccanico, e non sarà certamente una rapportatura a fermare il simpatico inglese nella terra spagnola e dare alla Kawasaki il secondo titolo mondiale che manca oramai da 20 anni. Per scrivere però le gesta dell'inglese aspettiamo l'utlimo round dato che la SBK ci ha sempre regalato finali emozionanti. Gare un pò poco Superbike, oltre ai sopra citati, che ci hanno regalato un Giugliano più maturo con due ottimi quarti posti ottenuti con più calcolo e meno irruenza. Gli altri italiani hanno navigato dietro un po con fasi alterne ad iniziare da un perplesso Melandri (5 e 7) un 7 e poi ritirato Fabrizio ed un disorientato Pirro (6 e ritirato) tante le moto che si è trovato a gestire in questi ultimi tempi tra SBK e MotoGp. Ottima la prova di Lanzi con la "vecchia" Ducati 1098 che si è permesso di arrivare dietro e davanti all'ufficiale Baldovini, segno che la Panigale dovrà essere rivista per il prossimo anno. A tenere banco durante il fine settimana francese è stata anche la comunicazione del nuovo regolamento SBK che eliminerà le moto nella configurazione che conosciamo oggi e le riporterà al vecchio "progetto" di derivate di serie. Personalmente lo condivido quasi in toto, anche perchè come ho già detto, i secondi che separano la Superstock da una Superbike sono all'incirca 3, e pensando a gomme più performanti e con qualche accorgimento in più, le nuove EVO non ci metteranno poi tanto ad andare subito forte. Non sono troppo d'accordo con il taglio netto dei test e l'uso limitato dei motori, però un ritorno alla moto "comprata e usata per correre" farà forse bene al mercato...forse... 
Nella Supersport svetta il nome di Lowes che raccoglie il testimone di Soufoglu vincendo il suo primo campionato del mondo, con una moto "vecchia" ma sopratutto con una costanza di risultati davvero invidiabile. Ancora una volta i due contendenti si sono abbracciati alla fine, nonostante le sportellate di tutto l'anno, dimostrazione di una sana e bella rivalità. A Magny Course ritroviamo una moto italiana sul podio, la MV di Hiddon che tra le curve francesi sembrava impossessata da un nuovo vigore e un bel pilota, come da tempo professato dal suo patron Rovelli. Nella Superstock 1000 vittoria e titolo per il secondo anno consecutivo a Barrier che si "accontenta" del quarto posto per chiudere definitivamente la corsa al titolo. Nella Superstock 600 ritornano gli italiani in vetta alla classifica Morbidelli, Gamarino e Nocco che si giocheranno il titolo proprio nella terra spagnola.
Un ultima ma non importante riflessione: Magny Course è una pista brutta, modificata per le Formula 1 ma poco adatta per le moto. E' vero, la fatalità e sempre dietro l'angolo e per fortuna Bergman nella Superstock 1000, dopo l'impatto contro il muretto, se l'è cavata con un polso rotto, ma le conseguenze potevano essere ben più gravi. Arrivare all'Adelaide in sesta piena per poi fermarsi è veramente ridicolo come altri sono i punti da incriminare che hanno (purtroppo) mietuto vittime in altri anni. L'impianto, in una zona molto bella peraltro, avrebbe la possibilità di essere modificato tanto è la spazio intorno, ma si continua a correre li e a fermare le gare per una banale caduta proprio all'Adelaide. Forse scrivo così perchè abito vicino al Mugello... Va beh... ci vediamo a Jerez.

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