martedì 29 luglio 2008

Grazie D, chiunque tu sia!!!

Innanzitutto leggetevi il commento di D nel post precedente. L'intento di questo blog era proprio questo, suscitare in voi reazioni e commenti come ha fatto D. Certo chi scrive non è depositario della verità, anzi... Però la tecnologia ci offre questi spazi, dove ognuno esprime pareri, sensazioni, stati d'animo e li mette a disposizione di chi legge. Potevo rispondere con un ulteriore commento, ma credo che un post dedicato, e i successivi commenti, sia più visibile e di facile lettura.
Perchè D non possiamo dire di amare? La tua analisi è cinica, ma non fa una piega. Forse non dovremmo rispondere per assoluto, (l'Amore è una parola grossa) ma dare un senso più pratico... Ad esempio, io in questo momento provo un amore viscerale per mia figlia di 2 anni, certo non paragonabile a quello che posso trovare per una donna. Credo sia diverso, ma non minore... Perchè la regola non può valere per il "rapportino"? Mi dispiace di aver dato questo aggettivo, ma se ti guardi "Amici Miei II", la definizione assume un valore goliardico per i fans del film, e pensavo che facesse lo stesso effetto...
Forse posso iniziare a risponderti dicendo che per me non esiste un rapporto occasionale (rapportino (;-P), forse perchè ritengo che occasione sia la parola sbagliata. Occasione di cosa? Siamo ai saldi di fine stagione? Occasione che te la diano? O te LO diano?
Forse conviene confrontarsi sull'ultima parte del tuo discorso... al quale, forse, non troveremo mai un punto di unione... Non è fisico un rapporto extra. Innanzitutto extra da cosa? Il matrimonio, la convivenza, sanciscono un diritto di intoccabilità, di esclusiva? L'amore non è un auto che se ne può guidare una per volta... L'amore è un concetto dai mille significati, addirittura c'è chi uccide per amore, per amore si scalano montagne, per amore si fanno scoperte in medicina... Certo, messa così, l'amore può essere anche andare a Cuba e comprare una ragazzina dal padre per 10 dollari.... o raccattarne una per strada nei sobborghi di Praga... Mah, io la vedo un pò dura, però c'è chi mi potrebbe rispondere così... L'altra sera ero a cena in compagnia, ad un certo punto entra una ragazza, 20 anni al massimo, con un fisico e uno sguardo che parevano disegnati. Ovviamente agli uomini del ristorante gli si erano alzati gli occhi (e non solo quelli) come le mucche della celebre vignetta di Mordillo. Sempre parafrasando Amici Miei, il minimo commento fù: "la leccherei dalla testa ai piedi..." più una serie di aggettivi degni del miglior repertorio maschile... Ti posso garantire, cara D, che per quanto mi riguarda, quell'incontro "visivo" poteva finire li, nel senso che non mi sarei mai sputtanato in un volo pindarico, usando tutte le tecniche di seduzione e atteggiamenti scimmieschi vari (hai mai visto il rituale di abbordaggio dei babbuini del Borneo? Gli uomini sono uguali!), pur di "avere", "sperare" in un sorriso o occhiata... Il 90% avrebbero pagato per andarci, a prescindere chi fosse, cosa pensasse, qual'era la sua storia... Li hai ragione... Che centra la sua storia con il sesso? Per me centra eccome, perchè fare l'amore è la conclusione di un percorso fatto di tante sfaccettature, ad iniziare da un bel bacio... Sono d'accordo con te quando parli che l'amore è fatto anche di gesti, parole, attenzioni, ma non sempre, anzi quasi mai, riesci a trasmetterle... Non per pigrizia, ne avidità, credo sia più legato ad un discorso emozionale... Vedi, sto arrancando perchè non c'è una spiegazione... In una delle mie prime esperienze giovanili, mi sono trovato ad amare una donna che non viveva con me, ma che mi trasmetteva passione, mi batteva il cuore, mi piaceva il suo sapore... Poi un giorno disse qualcosa che mi turbò... Disse che io andavo con lei solo per il letto... Non la volli vedere più, proprio per fargli capire che ciò che ci univa non era solo il letto, un mero sfogo "fisico", una "botta e via", ma era amore sancito nel fare l'amore e nello stare insieme... Non so chi dei due abbia sprecato un "occasione", ma certo a distanza di tempo mi ricordo ancora di quei momenti... Questo è amore D? Spiegamelo, perchè me lo domando ancora...
Non so cosa effettivamente sia l'amore tra un uomo e una donna, so cosa provo quando chi è di fronte a me è speciale... Dell'amore voglio che mi permetta di trasmettere sempre emozioni, e far capire che io sono così, a cena come nudo su un letto... e che che sto veramente apprezzando la persona che ho di fronte... e sopratutto che non sto solo prendendo... ma sto anche dando...
Arduo è il disquisire su questo tema, ma amore è anche l'enfasi con la quale hai scritto il tuo commento, e di questo te ne sono grato, e ti invito, qual'ora tu ne abbia il desiderio, di scrivere un tuo post, affinchè te lo possa pubblicare su questo modestissimo blog.
A presto....
P.S. La mediazione familiare non ti permette di esprimerti, purtroppo... La bravura sta nel far parlare le coppie (cosa che non fanno mai da soli) e farle chiarire in un senso o nell'altro. Nella mediazione singola è più facile "personalizzare" il dialogo, però bisogna stare attenti a non entrare nel personale (l'esperienza del mediatore), e sopratutto di DARE CONSIGLI. I consigli gli da chi è il depositario della verità... Il mediatore è come uno specchio, che cerca di riflettere come sei e cercare di spiegarti cosa vedi...

sabato 26 luglio 2008

Le donne, ti amo e dintorni....


Nella mia breve o lunga esperienza di mediatore familiare, mi sono imbattuto spesso nel confrontarmi con situazioni che sulla carta non avrebbero trovato soluzione. Le coppie molto spesso si accapigliano per le "virgole" della vita, minando quello che è un pò il collante che dovrebbe tenerle unite. Questo concetto è attribuibile non solo alle coppie di fatto, ma anche alle coppie clandestine, quelle che "non esistono" ma che in realtà sono molto numerose. Certo l'analisi delle coppie "ufficiali" risulta più facile perchè comunque manifeste, mentre per le altre ho dovuto mettere pezzi delle mie esperienze personali, più le numerosissime situazioni che mi hanno raccontato, per stilare un profilo e avere qualche riflessione da fare.

Premetto che al contrario di qualche mio post "maschilista", vorrei cercare di capire, con l'aiuto delle internaute, il perchè di tanti atteggiamenti, e sopratutto, la chiave per capire il significato della parola: "ti amo".... Innanzitutto facciamo una considerazione sul verbo: è un verbo presente, quindi nel presente io sto amando te. Se passano tre giorni da quando si dice, "io ieri ho amato te, oggi ti amo", ma varrà anche per domani? Quando siamo ragazzini usiamo il verbo per sublimare, accentuare la momentanea unione, anche perchè si presuppone che sia il gesto più estremo per sancire la voglia di vivere questa nuova condizione che ci ha un pò "smosso" dentro. Con il passare del tempo tra i due ragazzini il "ti amo" si annacqua un pò e prende nuovo vigore con l'incontro tra due trentenni o giù di li. A trentanni quel ti amo ormai l'abbiamo già sentito qualche volta, e quando capita di innamorarsi, le infatuazioni giovanili, lasciano il posto ad un analisi un pò più vera del rapporto che stai per iniziare. Non sei più al primo bacio, non sei più alle prime carezze, non sei più al primo rapporto sessuale, perchè, bisogna ricordarlo, come recitava un ottimo Benigni 25 anni fa, quando il sesso comincia a pigliare visione nella pentola dell'omo e incomincia a bollire ni cervello erotico... bisogna buttare giù la pasta!! Si spera che a trentanni non si vada più nella città godente impreparati, ma un po di conoscenza verso quel percorso l'abbiamo acquisita.... E allora il ti amo diventa più maturo, più consapevole, più "vero", non che l'altro abbia meno valore,... Se non vi siete sposati con il primo ti amo, vi sposate sicuramente con il secondo, ed anche se siete indietro di 10 anni rispetto a chi si è sposato a 20 anni, il vostro è un rapporto nuovo, mentre il "loro" è già un pò logoro... Saltando di altri 10 anni arriviamo al ti amo quarantenne, quello forse più definitivo, quello più carico di passione, quello più consapevole... Vedendo il 20enne che si è già separato, il 30enne che è sulla fase del logorio, abbiamo un 40enne di due tipi: quello che trova l'anima gemella (fin'ora aveva un pò brancolato nel buio) o quello che ha una famiglia ormai consolidata, e "per caso" inizia a guardarsi un pò intorno... I più sfigati folleggiano con giovani ragazzine non italiane, pescate nella tristezza di una nazione della quale non conoscono gli usi, ma i costumi (la lingerie in questo caso), mentre le donne più sfigate vanno a pescare ragazzini o veri mandingo nei villaggi di tutto il mondo. La seconda tipologia, quelli con un pò più di classe, si confronta con il prodotto locale e instaurano un simpatico "rapportino" (per dirla alla Perozzi). Ovviamente nel caso degli sfigati, il ti amo non è diretto a loro, ma bensì al portafoglio e a un posto nella nostra penisola. Nel secondo caso, il rapportino a volte sfocia in un amore vero, che non avevi preso in considerazione, però te lo trovi un pò come una tempesta tropicale. Qui il significato del ti amo assume forse il valore più estremo. Due "amanti" si amano o fanno solo sesso? Personalmente escudo il sesso, perchè comunque ritengo il fare l'amore un atto "poetico", comunque un atto che mescola la passione, l'amore, la complicità. Per altri, essere amanti, significa trovarsi, sfogarsi e tornare da dove siamo venuti, quindi escluderei a priori il "ti amo". Ma amare l'amante è blasfemo? No, se accetti le rogole del gioco... E qui, dal punto di vista femminile, casca un pò l'asino... Statisticamente, la donna amante, quella che ama per intendersi, utilizza un pò a sproposito il ti amo, non perchè non ci crede, ma perchè a quel ti amo associa un diritto di prelazione e di esclusiva che non potrà avere, perchè il rapporto è clandestino... L'uomo, forse più realista, non nega l'amore, ma non pretende più di tanto, anche perchè, quel rapporto nato per una passione e piacere, non deve portarsi dietro tutto il retaggio che c'è nell'ambiente familiare. Il rapporto tra due amanti (non ganzi!!) deve essere come un oasi nel quotidiano deserto, un oasi dove il tempo si ferma, dove entrambi leniscono delle ferite interne, dove entrambi vivono quel segreto chiamato amore, del quale nessuno dovrà aver notizia, e del quale loro sono gli unici custodi... Questo per molti risulta difficile, perchè comunque da quell'oasi non vorrebbero mai uscire... Ma proprio per apprezzare l'oasi che bisogna fare un pò di deserto... Quando ci gustiamo più le cose? Quando le desideriamo e le otteniamo a fatica, oppure quando le abbiamo a portata di mano? Desiderio, la parola che proviene dal verbo desiderare, sperare di avere, è questo che produce il pensiero, l'aspettativa, il piacere di stare insieme... Il "tutti i giorni" lo vivi già... ma quando hai veramente sete pensi solo alla frescura dell'oasi... Donne, non sciupate le oasi della vostra vita, abbeverate il viandante, mondatelo e mondatevi delle vostre ansie, e impedite che il deserto renda arido il "ti amo"....

Amorevolmente vostro.

venerdì 25 luglio 2008

Nucleare, inutile allarmismo!

di Franco Battaglia
La dose media di emissioni radioattive nella piazza della basilica di San Pietro è il triplo rispetto a quella vicino a Tricastin, la centrale francese dove si è verificata la "fuga". L'unica in allarme è la sinistra italiana. Il fisico Regge: Rischi? E' isterismo!
Se volete divertirvi a terrorizzare la gente, pronunciate la parola «nucleare» ed il gioco è fatto: una parola una garanzia. Pensate, una delle più potenti tecniche diagnostiche in medicina - la risonanza magnetica nucleare - ha dovuto cambiare nome: c’è chi la chiama risonanza magnetica, chi, più esterofilo, magnetic imaging, ma nessuno cita l'essenza della tecnica, che è nucleare.
E poco importa che i nuclei di cui trattasi sono quelli del vostro corpo. Il quale, tra l'altro, emette di suo una buona dose di radioattività, perché radioattivi sono alcuni nuclei che lo compongono, come il carbonio-14 o il potassio-40, contenuti in abbondanza anche nei cibi di cui si nutre, compresa l'insalata biologica: alla radioattività siamo esposti tutti i giorni e ce la portiamo dietro ovunque andiamo. Inoltre, siamo esposti quotidianamente a radiazioni provenienti dallo spazio extraterrestre e da altri nuclei radioattivi presenti in natura: come ognuno di noi, anche ogni fiocco di neve, ogni zolla di terra, ogni mattone delle nostre case, emette radiazioni. Viviamo quindi immersi in un rumore di fondo naturale sul quale non abbiamo controllo e col quale dobbiamo convivere. Quanto è elevato? Dipende da dove viviamo. In media, ciascuno di noi è esposto a una dose annua di circa 2.2 mSv (milliSievert, l'unità con cui si misura la dose radioattiva), ma gli abitanti di Napoli sono esposti a una dose quadrupla rispetto a quelli di Aosta; e in piazza S. Pietro, lastricata con cubetti di porfido naturalmente radioattivi per via del torio in essi contenuto, la dose è quasi doppia di quella entro il raggio di 30 km dell'area proibita attorno a Chernobyl.
Ma vi sono luoghi della Terra (in India o Brasile, per esempio) ove le popolazioni sono esposte a dosi anche 100 volte maggiori, senza che si osservino in esse maggiori incidenze di alcuna patologia legata alle radiazioni. Persino a quei sopravvissuti di Hiroshima e Nagasaki che furono esposti a dosi istantanee di 200 mSv non è stato riscontrato alcun aumento di incidenza di cancro, né, a distanza di 60 anni, nella loro progenie.
Le attività umane hanno elevato quella dose annua a 2.8 mS, ma il 95% dell'aumento è dovuto alla diagnostica medica ai raggi X, visto che tutti noi, prima o poi, una radiografia la subiamo: le centinaia di esplosioni effettuate per test nucleari, ad esempio, hanno contribuito per meno dell'1% all'aumento del dosaggio.
Le misure di sicurezza adottate per tutte queste attività sono spropositate e sono state concepite accondiscendendo a due ipotesi di lavoro sconfessate dalla scienza: che non vi sarebbe dosaggio non innocuo e che il danno sarebbe direttamente proporzionale alla dose. Purtroppo, grazie alle istanze di un'opinione pubblica tenuta sotto pressione da allarmismi ingiustificati voluti da speculatori irresponsabili, quel che era un'ipotesi di lavoro è diventata una pratica scientifica; che non è precauzione e neanche sicurezza: mantenere standard di sicurezza per proteggersi da finti pericoli è dannoso e immorale, perché i costi necessari stornano denaro da reali emergenze.
Inoltre, ciò che andava usato per soli scopi radioprotezionistici, è stato usato per scopi diagnostici di radiopatologie. E così, per dire, siccome un individuo muore se esposto, istantaneamente, a 1000 mSv, è stato deciso che se 1 milione di individui sono esposti a 1 mSv aggiuntivi, allora di essi 1000 devono morire. Ed è su questo uso creativo della statistica che sono diffusi i più subdoli allarmismi, quelli che hanno fatto sì che il numero maggiore di decessi del disastro Chernobyl fu dovuto ai suicidi di individui terrorizzati dai mercanti di terrore.

martedì 22 luglio 2008

Ma io sto dalla sua parte

di Vittorio Sgarbi

No. No. Ha ragione Bossi. La presa di distanza degli alleati, almeno sul piano formale, e l’indignazione degli avversari si basano sopra le prevedibili considerazioni sul rispetto dello Stato, altrimenti denominato patria (da padre), e dei suoi simboli. Naturalmente si capisce che la più forte irritazione, prima che degli avversari, è degli alleati, di Alleanza nazionale in particolare che, dal presidente della Camer aal ministro della Difesa, possono pienamente esprimere le loro funzioni istituzionali super partes. Così Fini può condannare affermazioni e critiche, e insulti, che «offendono quello che è il sentimento nazionale». Formule un po’ banali e di circostanza.
La sinistra è perfino più indulgente; e insiste con Veltroni e Di Pietro per reclamare la responsabilità del presidente del Consiglio che dovrebbe rispondere delleaffermazioni di Bossi, dimenticando che Veltroni non si sogna di rispondere degli insulti al capo dello Stato e al presidente del Consiglio e a vari ministri da parte degli amici di Di Pietro. E fin qui astrattamente, si tratta di prese di distanza ragionevoli. Ma proprio dagli schizzinosi del Popolo della libertà viene la giustificazione per Bossi. Ed al senatore Grillo (da non confondere conl’omonimo Beppe) ci viene il grido di dolore perché, diversamente dalla bandiera tricolore, l’inno di Mameli non è affatto l’inno nazionale. Viene utilizzato per prassi consolidata, ma non è indicato né nella Costituzione, né in una legge ordinaria. Da tempo il senatore cerca con un disegno di legge di trasformare una troppo fortunata poesia in inno ufficiale italiano.
Se l’Inno di Mameli non è l’inno ufficiale dello Stato, Bossi non ha fatto alcun gesto inadeguatoe indegno per un ministro della Repubblica, ma ha sempliceme nte ed eloquentemente manifestato il suo disappunto per una brutta poesia. Ha, dunque, espresso un condivisibilissimo pensiero critico. Se l’inno non fosse, per consuetudine, ripetuto e ricordato quotidianamente sarebbe stato dimenticato come tutte le poesie del suo rispettabile, ma non grande autore: Goffredo Mameli, patriota prima che poeta. Immaginiamo di sottoporre a un giovane lettore senza musica, anch’essa modesta (di Michele Novaro, ignoto quanto merita), il puro testo dell’inno. Alla terza riga, il primo ostacolo: «L’elmo di Scipio». Perché Scipio? E chi era? Scipione l’Africano (dico l’Africano, e a Bossi si rizzano i capelli, già ritti: dunque un extracomunitario!), il vincitore di Zama. E quanti sanno dov’è Zama? Non lo sappiamo ma - e io lo scopro adesso - probabilmente è a sud di Tunisi.
Di quell’elmo, di un romano in Africa, l’Italia, secondo Mameli, inspiegabilmente, «s’è cinta la testa». Concetto difficile, forma ingrata. L’elmo, infatti, come il cappello, si mette, non si cinge. D’improvviso arriva la domanda fatale: «Dov’è la vittoria?». Risposta: «Le porga la chioma, ché schiava di Roma Iddio la creò». Il giovane lettore scopre così che la vittoria, inopinatamente, ha una chioma e che dovrebbe porgerla all’Italia, nonsi sa perché. Forse metaforicamente in quanto la chioma è «sineddoche» (figura letteraria che indica la parte per il tutto) di vittoria. Non contento della sua immaginifica invenzione, Mameli ci suggerisce che Iddio la creò (la vittoria, non l’Italia) schiava di Roma. E qui anche un lettore attento, e ovviamente Bossi, lettore del Nord, si incazza e, silenziosamente, esibisce il dito medio senza parole. Non un grande insulto. Vuol dire (da ribelle: l’avrebbe fatto anche Mameli contro l’Austria): schiava chi? Che sia la vittoriao che sia l’Italia (del Nord soprattutto), schiava di nessuno, tantomeno di Roma.
La parola schiava, anche riferita alla vittoria (si diano pace Fini,Schifani e Casini) è inaccettabile. Per chiunque. Tanto più per Bossi, che vuole liberare il Nord, con la vittoria della Lega, dalla schiavitù di Roma. E quindi vede rosso (in tutti i sensi) e alza il dito. Che c’è di male? Dov’è l’insulto? Mameli poi non si trattiene. E qui nasce la questione di principio: è lecito, pur essendo italiani, aspirare al federalismo che, necessariamente,comporta di secedere per poi federare? E se senza insurrezioni di popolo e senza violenza, si persegue l’autonomia del Nord e la Costituzione della Padania con parole, comizi, anche proposte di legge, si compie un illecito? Se voglio cambiare la Costituzione come accadde per l’immunità parlamentare; se voglio introdurre il divorzio, come accadde rispetto al codice civile, dovrò pure prendere e dichiarare una posizione? Dovrò pure prendere le distanze, magari con un dito, dal testo della Carta da cui intendo dissociarmi per trasformarla?
Anche su questo Mameli non è fatto per la Lega. Nella seconda strofa esprime un concetto opposto (e conseguentemente mi sembra naturale che Bossi si dissoci, sia pure irritualmente): «Noi siamo da secoli/ calpesti, derisi/ perché non siam popolo,/ perché siam divisi./ Raccolgaci un’unica/ bandiera, una speme:/ di fonderci insieme/ già l’ora suonò». E il dito si alzò.

lunedì 21 luglio 2008

Il mondo va come deve andare.... Pane, vino e zucchero

Sembra una frase buttata li, un pò retorica, un pò ruffiana, ma di meglio non avevo. Non guardo più il telegiornale dal 2002, ovvero, ogni tanto capita di ascoltare qualche passaggio, ma non ci faccio più tanto caso... Qualsiasi notizia è disastrosa, o almeno la rendono tale, ed anche se sicuramente è pura realtà, preferisco infilare la testa sotto terra, un pò come fanno gli struzzi, e cercare di sentire meno possibile. E' un mondo strano il nostro, da nord a sud, da est a ovest... Sicuramente i paradisi terrestri esistono, non solo come paesaggio, ma anche come vita, però dalla mia scrivania, sono ancora troppo lontani per visitarli o per toccarli con mano... Qui da noi, nel mondo reale, le cose sono un pò diverse, e sembra che il genere umano abbia la capacità di complicarsi la vita, anche nel gesto semplice di girare lo zucchero nel caffè. Ovviamente un non problema per chi lo prende amaro, ma sicuramente anche loro avranno problemi nel piantare un chiodo nel muro. Certo non è un problema per chi non appende niente alle pareti, pero anche loro.... e così via. Complicarsi la vita, lo sport più in voga dei tempi moderni. Recentemente mi è arrivata una email con scritto: "che belli gli anni 80...", con foto di tutte le cose e i gadget di quando io ero ragazzo... Certo il mondo va avanti, e le cose sono diverse... ma le cose semplici tipo il pane vino e zucchero, perchè non si usa più? Perche il vino è dannoso per la salute per i figli, i quali crescendo possono manifestare problemi di comportamento causando..... bla, bla, bla.... Ma dove? Oggi c'è la merendina OGM free, no colesterol, no grassi, no conservanti, (ah, quello che piace più a me) mercato equo & solidale!!!!! Oggi se il cibo non proviene dalla più profonda africa coltivato con le mani di un povero "negro" sudato (se usa il trattore non vale), o da un paesino sperduto in Amazzonia, da un contadino senza una gamba (perduta su una mina anti uomo della guerra capitalistica), non è più buono. "Costruito nel rispetto della persona", si come in Cina!... Eppure tutti predicano bene e razzolano male!! Sul fronte politico è uguale. Stop alle immigrazioni clandestine, rom, ram (Random Access Memory che suonava bene!) bambini, tratta degli organi... Arriva uno che dice: "Classifichiamoli...", e tutte le pecore in coro: "noo, è razzismo, bla, bla, bla,... Pongono problemi ma non le soluzioni... Come quelle che vincono i concorsi Miss.. Universo, America, Mondo... Farò, dirò, W la pace,.... Ma fatemi il piacere!!! Vi hanno dotato di femori lunghi, labbra carnose, fate quello per cui siete state create! Bono Vox degli U2 cantava in un lontano San Remo, insieme ad un altro illuminato Jovanotti: "Cancella il debito...". In una sera a Londra ha speso 4.000 euro di bevute in due... Appartamento di Lenny Krawitz a New York (più altri vari) valore commerciale 12.000.000 di dollari!! 730 di Grillo 4.000.000 euro nel 2006... Al raduno della FAO a Roma hanno mangiato più di uno stato affricano che loro stessi difendono... e tanti altri ancora... Però,... però tutti impegnati socialmente in parole, opere o missioni... Come dice il mio amico Sandro: "Tutti finocchi col culo degli altri!!!"...
Per concludere,... anzi concludendo, come recitava Mike Bongiorno nella pubblicità della grappa Bocchino, il mondo non va come deve andare, il mondo va come ce l'hanno imposto, tutti, verdi, gialli, rossi, e noi, come pecore, dietro, con i nostri telefonini, computer, SKY, Suv, Sport Utility, Ram, CPU, Internet, allaccia scarpe, scarpe allaccia.... Cari potenti della terra, volete veramente fare qualcosa di positivo? Sempre prendendo una pubblicità degli anni 80: Fatti non parole!!!

giovedì 10 luglio 2008

Amore, follia, morte in vacanza

Lo so che mi tirerò dietro le ire di alcuni di voi. Lo so che passerò per giudicante, ma non me ne frega niente, perchè sono un padre, sono stato (e lo sono tutt'ora) giovane, e posso dire di aver vissuto una vita molte volte vicino agli eccessi.
Il caso di Federica, la ragazza padovana uccisa in Spagna, mi ha fatto un pò riflettere, e in questa sede non voglio parlare di lei, ma della sua storia, della storia di ogni ragazza in vacanza, lontano da tutto e da tutti, in cerca di qualche cosa, che evitendemente, la nostra società, la società italiana, non è in grado di dargli. Quando ho visto la sua foto ho visto il volto di una ventitrenne molto carina, con gli occhi sbarazzini, una ragazza per bene... Ancora non avevo visto le foto del suo assassino... Già di per se, parlare di violenza sessuale è brutto, figuriamoci poi un omicidio... Eppure quella giovane ragazza quella sera si è fidata di uno sconosciuto, non di un Rossi qualunque abitante a Padova o nell'interland, ma di un uruguaiano, mai visto prima nella sua vita, e visto da poco nella cittadina spagnola in cui viveva. Cosa ti aspetti allora quando viene preso l'omicida? Un angelo, un Brad Pitt de noattri, un diavolo tentatore, un adone, un super uomo, sogno per tante ragazze (e non solo) che colgono l'occasione della vita di avere per una notte uno stereotipo tra le mani... Invece no! Un brutto, un mediocre, un uomo qualunque, anzi un ragazzo qualunque, che non ti fileresti neanche sotto tortura fossi bella come Federica... Non voglio certamente ghettizzare le persone normali o brutte, ma via, statisticamente quando mai un brutto aggancia una ragazza così carina? Per lo più sconosciuto? Da qui partono i miei pensieri...
Perchè Federica da Padova hai scelto un luogo lontano da casa per infrattarti con uno sconosciuto che non ti poteva appartenere? Cosa rappresentava, la trasgressione? Famolo strano? Guardati negli occhi e guarda i suoi. Ne uno stralcio di poesia, eleganza, nulla! Ti ha detto cose dolci? Ti ha promesso la luna? A Padova non c'erano ragazzi così? Avevi paura del paese piccolo e la gente mormora? Non accetto che Victor il Gordo abbia posto fine alla tua giovane vita. Non accetto che tu ti sia allontanata con lui, non l'accetto perchè un domani potrebbe capitare a mia figlia, e nonostante tutto cerchi di insegnarli un minimo di malizia, e di saper valutare le persone, possono succedere cose che mi cambiano..., che ti cambiano la vita per sempre... Da stupido, spero che l'autopsia riveli che eri drogata, e da stupido spero che quella droga ti sia stata indotta, da stupido spero che la tua amica fosse più drogata di te per non fermarti ad uscire con il Gordo. Spero che il Gordo sia il diavolo, e che ti abbia portato nel suo harem personale, per avere una giovane carina in più... Se così non fosse, allora come genitore ho veramente di che preoccuparmi, perchè nonostante tutto, nella vita abbia toccato tanti estremi, e credo di conoscere la faccia del diavolo e del male, mi sentirò impotente quando i miei figli saranno in giro per il mondo, ma anche a due passi da casa, e pregherò Dio e qualunque altro santo in paradiso, affinchè si ricordino chi sono, sempre!, in qualunque situazione, anche dopo una bottiglia di wiskey, o dopo uno spinello che quasi tutti abbiamo provato, e quegli stessi fumi, si diradino quando il pensiero va verso casa, dove c'è chi vi ha amati veramente....

sabato 5 luglio 2008

Processiamo i catastrofisti (e anche i castristi, aggiungo io)

S. Fred Singer, fisico dell’Atmosfera ed ex direttore del Servizio meteo-satellitare americano, che divide il premio Nobel 2007 per la Pace con Al Gore, scrive per il Giornale contro il catastrofismo ambientalista. Io non sono un climatologo, ne tantomeno uno che si infervora per una tesi o per l'altra. Io guardo i fatti, credo in quello che vedo e non in quello che vedrò. L'evoluzione climatica, per fortuna, si basa su anni di aquisizione dati, quindi un fenomeno relegabile alla statistica. E' innegabile l'inquinamento dell'uomo su questo pianeta, e sono super d'accordo nel cercare politiche alla salvaguardia del nostro patrimonio naturale. Ma condanno i creduloni e beoti che, senza informarsi, ma solo guardando documentari catastrofici, credono in tutto di quello che di negativo gli viene proposto. Il nostro mondo è come una casa in disordine. Ci può essere dello sporco, pavimenti scivolosi, intonaco cadente, ma per questi motivi la casa non cadrà mai, anzi, con la volontà possiamo sempre restaurala e renderla migliore!

Lo scorso 19 giugno Il Giornale mi definì «il re degli anticatastrofisti». La settimana dopo, il 26 giugno, Le Monde definì il dr. James Hansen, direttore al Goddard Institute for Space Studies della Nasa, «il re dei catastrofisti». Fu nel 1988 che Hansen andò a Washington a sostenere che il riscaldamento globale era, con certezza del 99%, d’origine antropica. A quel tempo, Hansen prevedeva enormi aumenti di temperatura e apocalittiche conseguenze (tipo rapido innalzamento del livello dei mari) nel caso non avessimo interrotto l’uso dei combustibili fossili per produrre energia. Queste sensazionali affermazioni mi indussero a pubblicare, prima, un editoriale sul Wall Street Journal, poi - assieme all’oceanografo R. Revelle e all’esperto di energia C. Starr - un articolo più dettagliato e, infine, a studiare a fondo l’intera questione, con la conclusione che i cambiamenti climatici sono causati dalle forze della Natura e non dalle emissioni antropiche di gas-serra.Oggi, dopo 20 anni, assistiamo a temperature che non sono aumentate - anzi, è da 10 anni che stanno diminuendo - e a livelli dei mari immutati e, comunque, ben lontani dalle catastrofiche previsioni di Hansen. Curiosamente, a dispetto di ciò, la statura di Hansen quale «profeta» dei «fedeli» del riscaldamento globale antropogenico non è stata minimamente ridimensionata: gli accoliti di Al Gore continuano a considerarlo l’oracolo della scienza del clima. Hansen stesso, invece, è rimasto deluso dai fatti, cosa che ha influenzato negativamente la propria percezione scientifica: egli è, sì, in completo disaccordo con un numero sempre più crescente di scienziati, cosiddetti «scettici», che considerano principalmente naturali le cause dei cambiamenti climatici; ma è anche in disaccordo con gli esperti climatici dell’Ipcc per i quali la causa è principalmente l’uomo. Ad esempio, il gruppo di Hansen ha pubblicato dati di temperature che lo scorso anno ha dovuto rivedere in seguito a un fondamentale errore scopertovi dallo statistico canadese Stephen McIntyre: dopo le revisioni, l’anno più caldo del secolo occorso negli Usa è risultato essere il 1934 e non il 1998. Ancora: in un articolo del 2005 Hansen annunciò di aver trovato, nell’aumento delle temperature egli oceani, la prova regina del riscaldamento globale antropogenico; l’annuncio si dimostrò falso, e a peggiorare le cose ci si mise pure il fatto che le temperature oceaniche smisero di aumentare. Non a caso l’Ipcc, a sostegno delle proprie convinzioni dell’origine antropica del riscaldamento globale, Hansen neanche lo cita.In cambio, Hansen considera l’Ipcc in errore. Secondo Hansen, infatti, l’aumento del livello dei mari per secolo dovrebbe essere di 600 cm, e non di 50 cm, come sostiene l’Ipcc (secondo me l’aumento del livello dei mari nel prossimo secolo sarà di circa 18 cm, cioè lo stesso che occorre, ogni secolo, da diecimila anni). Inutile dirlo, Al Gore propaganda solo le previsioni di Hansen, accompagnandole con terrificanti immagini di inondazioni. Ogni discussione scientifica con Hansen è diventata impossibile: la sua fede nella catastrofe climatica è diventata fanatismo religioso. Egli lamenta di essere una figura isolata, imbavagliato da forze malefiche mentre tenta di gridare, solitario, nel deserto. Nella sua audizione a Washington, lo scorso mese, ha invocato che i petrolieri fossero processati per «gravi crimini contro l’umanità e la natura». Per quanto strano possa sembrare, anch’io sarei favorevole a un processo: forse è l’unico modo in cui si possa sperare che l’intera faccenda sia pubblicamente discussa e sia concesso di produrre pubblicamente le prove che l’attuale riscaldamento globale non può essere d’origine antropica. L’unico modo, forse, di fermare l’allarmismo climatico e il movimento quasi-religioso che ha avuto in Hansen il primo istigatore e di cui tutti noi siamo vittime.
S. Fred Singer