giovedì 30 maggio 2019

10, 100, 1000 Gattuso!

Personalità come Rino Gattuso non ce ne sono molte ed è forse anche questo uno dei segreti del suo successo. Dove è andato ha lasciato un segno sia come sportivo ma anche come uomo. L'uomo Gattuso potrebbe ricoprire qualsiasi ruolo perchè alla base c'è l'onestà, l'onore e l'attaccamento ai valori, aggettivi sconosciuti ai giorni nostri. A fronte del vil danaro Ringhio ha preferito la parola, la stretta di mano, l'attaccamento a quella maglia che gli ha dato tutto nella vita, roba che non si compra con i soldi. Ve lo immaginate un politico cosa non farebbe per quella valanga di danaro? Da Rino dovrebbero prendere esempio anche gli artisti, quelli che oggi fanno una dichiarazione e domani ne fanno un'altra giusto per essere politicaly correct. Gattuso è l'esatto contrario di Ibrahimovic, anche se il serbo svedese conserva una logica nel suo comportamento "vendendosi" al miglior offerente. Gattuso andrebbe insegnato nelle scuole nell'ora di educazione civica affinchè i ragazzi tornino ad apprezzare il valore della parola e della stretta di mano ma sopratutto il valore di un ideale senza per forza dovergli dare un prezzo. Gattuso Presidente, Gattuso ministro, potrebbe fare 1000 volte meglio dei politici odierni, potrebbe anche essere capo dell'opposizione senza mai sfigurare di fronte alla pletora di bandieruole che ci sono oggi in Parlamento. Sicuramente ci sarà chi lo taccerà di una scarsa eleganza e forse anche di ignoranza, ma non c'è peggior ignorante di chi si cela dietro una maschera fingendosi agnello per poi essere il peggio degli sciacalli. Grazie Rino per questo tuo messaggio che tutti i tifosi del Milan hanno accolto con soddisfazione, ma spero anche che lo abbiano accolto tutti, indistintamente, perchè è un messaggio tangibile, vero e reale.

lunedì 20 maggio 2019

Semplicemente Magic Marc, #FrenchGP 2019

Mi sembra che non ci sia da aggiungere altro se non il fatto che quest'anno il mondiale è già delineato nonostante il risicato vantaggio di Marquez su Dovizioso in classifica generale. Pioggia, umido, asciutto a chiazze lui è sempre li, se non primo è secondo ma è sempre li, dove gli altri "faticano". Anche Dovizioso, ieri secondo, ha perso lo smalto del combattente (anche se non lo è mai veramente stato) "graziato" da un buon Petrucci ieri in veste di guarda spalle. Dall'Igna ha detto che per battere Marquez ci vorrà un'altro Marquez. Se la rifaccia con i vertici Ducati che hanno mandato via malamente Lorenzo, ancora in forte difficoltà con il suo apprendistato. Sono partiti per suonare ma fino ad adesso sono stati suonati ed anche di misura. C'è chi dice che Marquez è per Honda quello che è stato Stoner per Ducati vero, ma ciò che conta alla fine è la vittoria e non una pletora di secondi posti (anche se ultimamente anche i secondi posti sono diventati vittorie). Nella giornata di ieri oltre al duo Ducati ha brillato anche Miller, molto più incisivo nella sua azione che ha regolato un sempre presente Rossi (un quinto posto dignitoso) seguito da un ottimo Espargaro su KTM ai suoi primi vagiti in alta classifica. Bene le due Yamaha Petronas con un Morbidelli di conserva e un Quartararo sempre più convincente. Malino Rins (partito dalle retrovie) e un Lorenzo ancora fuori dalla top ten ma rinfrancato dai nuovi dati. Vedremo. Premio per la sfortuna Vinales ieri centrato da Bagnaia.
In Moto2 l'altro Marquez vince e convince davanti a Navarro e Fernandez. Ecatombe italiana tranne che un costante Bastianini ieri settimo ed al jolly Pasini che ha regalato al Team Petronas delle ottime qualifiche per poi essere steso in gara da un altalenante Baldassarri anche se ieri in Moto2 ci sono state ben 12 cadute, compresa quella di Corsi quando era secondo.
Team Petronas invece che vince in Moto3 con McPhee davanti a Dalla Porta e ad un Canet sempre più al vertice visti gli errori dei suoi avversari che, come in Moto2, sono caduti in diversi.
Prossimo round Mugello, pista Ducati per le sue caratteristiche, ma a questo punto la curiosità si sposta su cosa possa fare Marquez.  

lunedì 13 maggio 2019

Marziani e piste pericolose #WorldSBK #ImolaSBK

Indipendentemente dalle 11 vittorie di Bautista su Ducati adesso la Superbike ha due problemi: Bautista e Rea. Lo spagnolo, catapultato nelle derivate di serie, con quella moto e giri liberi potrebbe benissimo stare nei primi 5 in MotoGP. Rea ha dimostrato di essere un super campione che alla prima occasione disponibile ha fatto capire che lui c'è, con tutta la sua classe e cattiveria. Due piloti fantastici che avrebbero meritato altri lidi lasciando la scusa dell'età agli altri, visto che Rossi corre ancora a 40 anni... in MotoGP. Rea è stato fermato solo dal tempo e da una pista molto discutibile. Io ho girato ad Imola molti anni fa e devo dire che il tracciato è molto bello. L'unico neo (che poi tanto neo non è) è la vicinanza dei muretti che non è mai cambiata vista anche la collocazione del circuito penso alla Rivazza e alle Acque Minerali tanto per citare 2 esempi pericolosi. Figuriamoci poi con il bagnato. Al di la dell'Appennino, non molto distante, ci sarebbe il Mugello ma evidentemente la paura di far sfigurare la MotoGP è molto alta anche se il direttore dell'autodromo Marazzi si illude il contrario, ovvero di poter portare la MotoGp a Imola. Certo è anche vero che a parte i due piloti dietro non esiste nessuno in grado di avere prestazioni così, tranne Davies che dopo aver trovato il bandolo della matassa, la sua Ducati ha pensato bene di lasciarlo a piedi in Gara 1. A parte la gara corta della domenica tutto il resto è lasciato alle immagini del trattore con il soffione nel vano tentativo di spazzare via l'acqua da un circuito che non riesce a drenarla. C'è anche un altro aspetto da analizzare in questa sparuta griglia di piloti: gli infortuni. Laverty si è rotto due polsi, Camier una brutta botta sommato ad un Honda ancora lontana, rendono la griglia ancora più scarna. Meno male che Bridewell, chiamato a sostituire Laverty, non ha sfigurato, ma 15 piloti all'arrivo sono veramente pochi. Sinceramente non riesco a vedere la luce in fondo al tunnel per questa Superbike viste anche le prestazioni stratosferiche di Bautista e Rea. Si può solo dire che la "forma" delle moto è uguale a quelle che trovi dal concessionario ma per tutto il resto... Vedremo i prossimi round cosa ci riserveranno, anche se a Jerez....

martedì 7 maggio 2019

Motociclismo, stampa, giornalisti, giornalai e affini @lorenzo99 #MotoGP @maxbiaggi

E' un vero peccato vedere il motociclismo in mano a certi pseudo giornalisti, pseudo commentatori, pseudo intenditori che da molto tempo a questa parte non hanno fatto altro che generare un pubblico tifoso, becero e ignorante, annientando quello che per gli appassionati è sempre stato uno sport "diverso" dagli altri. Sarebbe stato utile per molti andare ad Imola il fine settimana scorso alla rievocazione della 200 Miglia dove magicamente il tempo ci ha riportato indietro a quella dimensione che rappresenta e rappresentava il vero motociclismo. Ogni appassionato ha sempre avuto un pilota o una moto nel cuore ma ha sempre avuto anche grande rispetto per gli avversari perchè comunque facenti parte del solito meccanismo di bellezza di questo sport. Per fare un esempio concreto possiamo analizzare il caso Jorge Lorenzo, da diversi anni sulla bocca un pò di tutti ad iniziare dal 2015, passando dal non facile rapporto con Ducati fino al suo nuovo rapporto con Honda. Indipendentemente dalla simpatia per l'uomo Lorenzo, bisogna ricordare che Jorge è un 5 volte campione del Mondo, un ragazzo che si è messo in discussione svariate volte e volente o nolente è sempre riuscito nel suo intento. Essere campioni del mondo non significa vincere una gara o fare sempre un buon risultato, ma significa essere costanti nell'arco di una stagione con avversari tosti dove ogni cosa va analizzata in ogni sua parte. Lorenzo per vincere ha bisogno di tutto ciò e quando si trova nelle sue condizioni, vince. Punto. Altri piloti fanno secondo, terzo, cadono, ma al momento non sono ancora campioni del mondo. Quando Domenicali a Le Mans l'anno scorso palesò tutta la sua "frustrazione" nei confronti di un pilota che stava pagando 12 milioni di euro a stagione fece un grandissimo errore perchè da li a poco sarebbero arrivati i risultati ma sopratutto una sinergia con la moto che nessun altro prima di lui aveva raggiunto in così poco tempo dopo Stoner. Questi sono i fatti. Così com'è un fatto che Marquez si rallegrò del passaggio in Honda di Jorge vista la sua competitività. Così com'è un fatto che Yamaha non vince più un mondiale dal 2015. Leggere articoli sui non risultati di Lorenzo per consolarsi sui non risultati di altri fa un pò ridere quando basterebbe semplicemente scrivere "prova opaca dell'altro pilota Honda" giusto per il gusto della narrazione. Siamo arrivati a contare i secondi posti di un certo pilota quando fino a 10 anni fa i "secondi sono i primi degli ultimi". Si parla di piloti gestiti da manager "divini" che non toccano pallino da diverso tempo, quando un semplice ragazzotto di buona volontà è secondo nel mondiale con una moto ancora non al top. Quando Giò Di Pillo commentava la Superbike di Bayliss, Haga, Chili, Fogarty, si emozionava per tutti i piloti, magari con qualche preferenza Ducati, ma alla fine non c'era faziosità nelle sue parole. Oggi le telecronache sono asettiche, prive di sentimento se non per trovare scuse su scuse se un pilota o un team non fanno risultato. E questo si riscontra anche negli articoli del giorno dopo scritti con la solita vena malinconica se l'ordine di arrivo non è quello previsto o desiderato e allora giù una sequela di analisi su chi ha fatto più schifo. Cari giornalisti, caro Domenicali, Jorge Lorenzo (ma in passato anche altri Biaggi in primis) è un 5 volte campione del Mondo che sta cercando di tornare a vincere con il suo metodo e prima o poi lo farà perchè alla fine un quarto posto vale come un dodicesimo. L'unica cosa che vale è la vittoria finale. Come nel 2015 per lui e come nel 2007 per voi.

lunedì 6 maggio 2019

Magie & Maghi #MotoGP #SpanishGP 2019

Contrariamente al solito oggi voglio iniziare dalla Moto3 e dalla bellissima vittoria del Team SIC 58 che ha piazzato i suoi piloti primo e secondo. Una magia nello stesso circuito dove nel 2004 Marco Simoncelli otteneva la sua prima vittoria. Coincidenze? Può darsi, ma noi motociclisti, quelli romantici, quelli appassionati pensiamo sempre ai ragazzi che non ci sono più ma che da qualche parte assistono anche loro ai gran premi. Il Team SIC 58 nasce da un dolore immenso, quello stesso dolore che spesso ha il potere di annientare gli uomini ma che ieri si è trasformato in gioia, quella vera e sincera, quella gioia attesa da tanto tempo e che da domani permetterà a Paolo di vedere più luce all'orizzonte. Sul podio de la Frontera ieri sono tornati a sventolare i riccioli grazie a Niccolò Antonelli e al suo compagno di squadra giappo-riccionese Suzuki e per tutti noi è tornato a sventolare quel vessillo che era calato nell'Ottobre 2011. Grazie ragazzi!
La MotoGp invece ci ha regalato la cronaca di una morte annunciata di quel mondiale tanto annunciato come "livellato" ma che in realtà ancora una volta ha un solo Re: Marc Marquez. La classifica pare dica il contrario ma senza lo zero di Austin (per guasto tecnico) Marc sarebbe già "oltre" e lo sta facendo a dispetto di una moto non perfetta anzi (la caduta nel warm up è ancora da chiarire). E così mentre fiumi di inchiostro scorrono per parlare dei problemi delle moto, dei set-up, di quanto valgono i secondi posti, di titoli mondiali che mai arriveranno ma sopratutto di avere fatto scelte azzeccate, Marquez si diverte anche a dire che così si "diverte" poco segno di una superiorità umana imbarazzante. Non mi stancherò mai di dirlo ma l'unico pilota in grado di poter arginare questo potere è stato mandato via (malamente) da Ducati e che ore si trova, ancora una volta, a dover imparare tutto da capo. Tanto è che la moto "migliore" del lotto non riesce neanche a salire sul podio "battuta" dalla piccola Cenerentola Suzuki e da una "indecifrabile" Yamaha. Ecco, Suzuki e Rins sono le uniche belle novità di questo inizio campionato, dove una moto ancora non all'altezza e un pilota old style (busto sempre eretto e poche acrobazie) stanno facendo sognare molti appassionati, me per primo. Così come un Team satellite ha fatto sognare un pò tutti con una bella pole di Quartararo e una gara interrotta soltanto da uno stupido guasto tecnico. Nel Team Petronas c'è gente che lavora e parla poco, gente come Forcada, "parcheggiato" li da Yamaha nonostante abbia vinto il titolo nel 2015. Campionato finito dunque? Le premesse ci sono tutte e l'unica speranza è che la Honda risolva i misteriosi problemi più tardi possibile. Tutto il resto sono ancora chiacchere da bar come sempre buone per scrivere qualche sterile articolo. Ci leggiamo alla prossima in quel di Francia!