lunedì 7 novembre 2011

2011 Odissea nello spazio (motociclistico)


Difficile fare un post di chiusura quest'anno. La prematura scomparsa di Simoncelli ha aperto ferite mai chiuse che lacerano il nostro sport, delle quali tutti ne siamo consapevoli, ma ce ne rendiamo veramente conto quando si palesano davanti agli occhi. Il tributo a Marco reso ieri a Valencia contiene svariati significati ad iniziare dall'accoglienza del popolo spagnolo, severo con Marco fino a qualche tempo fa, a tutto il paddock che si è unito ne giro d'onore facendo rieccheggiare il rombo delle moto fino a "lassu". Però the show must go on cantava Freddie Mercury e lo avrebbe detto anche il Sic ("Diobò quanto siete lagnosi") scelgliendo il rumore al silenzio... e allora che rumore sia!
Campionati finiti, titoli assegnati, 125 e Capirossi andati in pensione ed un futuro piuttosto incerto, questo è stato il 2011 per il motociclismo su pista. Terol si porta a casa l'ultimo titolo della 125 due tempi che va in pensione dopo 62 anni (cosa dirà Brunetta) dopo un bel duello con lo sfidante più diretto Zarko il quale stona l'ultima gara consegnando il titolo allo spagnolo su di un piatto d'argento. Più entusiasmante la Moto2 con il testa a testa tra Bradl e Marquez per tutto il campionato. Il tedesco più solido e concreto in tutto l'arco della stagione. Lo spagnolo vince, perde, cade, si rialza, riuscendo anche a passare in testa al campionato per poi perderlo per i postumi di una caduta nel Gp della Malesia. Sicuramente entrambi sotto osservazione e in attesa di conferme, sia nel proseguo della Moto2 sia nel passaggio di categoria. Altalenante la pattuglia italiana con Iannone terzo alla fine, ma con numerosi vuoti di Corsi, Pasini, Corti. Pirro, nel "giorno della memoria" si toglie la soddisfazione di vincere la sua prima gara nel grande circus, guidato forse dallo spirito del Sic (ci piace pensarla così) regalando un sorriso in quello stesso box colpito dal lutto malese.
Stoner (per chi non se ne fosse accorto) ha strapazzato tutto e tutti creando un vuoto pneumatico che ha risucchiato anche sua "maestà" Valentino Rossi nel difficile compito di guidare "un motore" e non una moto. Come era successo per gli altri compagni di squadra del canguro mannaro, additati di essere dei fermi, Rossi ha fatto la stessa fine con l'aggravante di avere il soprannome del fenomeno. E vani sono stati i tentativi goffi del suo sciame "scusatorio" nel definire la Ducati una "moto di merda" (Cereghini). La Ducati è sempre stata così. Era Stoner che faceva la differenza! E lo sapeva bene Suppo quando ha visto che tutto lo staff si stava beando della bontà del mezzo mettendo in ombra l'unico artefice delle vittorie. In questo 2011 i cronisti ed ex piloti "intenditori" ci hanno fatto vivere una telenovela logorroica, ed invece di essere tutti in piedi sul divano ci hanno fatto stare tutti in piedi sul telaio! Va beh! contenti loro...
Confermato Jorge Lorenzo, bello e cattivo come sempre, secondo nel mondiale con una Yamaha e non con una Honda (secondo i soliti noti ieri Stoner ha vinto perchè aveva una Honda), anche lui sfortunato (Assen e Australia) ma sempre li a regalarci gare di classe (Mugello e Misano). Forse l'unico in grado di mettere in discussione il dominio di Stoner anche per l'anno prossimo. Chissà. Bene il Dovi, terzo nel mondiale, "sfrattato" dalla sua sella reo di essere meno carismatico del suo rivale di sempre Simoncelli, ma più concreto avendo sempre occupato la terza piazza nel mondiale (anche se a detta dei soliti non sembrava). Forse non un supertalento, ma un ottimo pilota che ha fatto della concretezza la sua arma vincente. Da qui il resto del gruppo ad iniziare da Pedrosa, gran bel manico ma costernato da i troppi "se" (se non fosse cascato a Le Mans?). Ben Spies ci deve ancora far vedere qualcosa di buono in gare "regolari" non in situazioni come quelle di ieri e Assen. Suzuki deve ancora confermare la sua presenza e a giorni si dovrà sciogliere il nodo Team LCR e Team Gresini, perchè paradossalmente in MotoGp ci sono più moto che piloti. Domani tutti di nuovo in pista per i test pre 2012 e con la nuova serie di Mediaset "Cento Telai".
Grazie ragazzi (SBK compresa) grazie Capirossi, e... grazie SuperSic!

venerdì 28 ottobre 2011

Giudicate voi!!!

Giudicate voi questo articolo apparso su La Repubblica qui. Giudicate il Sig G.Valentini per quello che ha scritto, perchè io francamente non ci riesco. Ci riesce molto bene Misterhelmet in questo video, ma a me riesce difficile. Difficile credere come un giornalista o presunto tale si possa abbassare ad una bieca e cieca ricostruzione dei fatti, inserendoci del peggior populismo, di una disciplina che esiste dall'alba dei tempi, non come motociclismo, ma come tutte quelle discipline atte a rischiare per poter dare un "sapore" diverso alla nostra vita terrena, quel sapore che poi sfocia nella competizione. Senza voler addentrarsi in percorsi filosofici posso dire che tutto ciò che ci circonda è rischio, ed anche forse l'eremita del Nepal ne è sottoposto se la valanga travolge la sua casa. E' la vita che scorre caro Valentini, quella stessa vita che tu neghi con la tua prosopopea, la tua saccenza di citazioni che riempiono la bocca dei tuoi lettori in giacca e cravatta, magari coi jeans e l'auto con 200 cv posteggiata fuori. La stessa vita che scorre anche negli indigeni che si gettano dalla torre legati ad un canapo per poter passare la pubertà e diventare uomini. Dimmi che fai nella vita caro Valentini e ti dimostrerò che anche quello che fai è pericoloso, o almeno comporta dei rischi. Voi la realtà virtuale? Sei un fan di Second Life o del cyber sesso? Occhio al tunnel carpale però, perchè il mouse fa anche questo effetto, ma non è detto che un computer sia nocivo. Rientra nella vita Valentini, respira, smetti di scrivere su Repubblica e ti accorgerai che fuori c'è un mondo bellissimo fatto del sorriso della mamma di Simoncelli "che celebrava la vittoria sulla morte di suo figlio" (c.costa). Si caro Valentini, Marco non ha tirato un estintore ad un carabiniere e poi è morto, Marco ha vissuto la sua vita, quella vita che lui aveva scelto insieme alla sua famiglia, ed il messaggio da lui trasmesso è che la vita va vissuta secondo le proprie aspirazioni, senza recare danno agli altri, anzi essendo di esempio per sacrificio e abnegazione per risultare il migliore. Quegli stessi sacrifici che oggi non vedi nelle scuole "okkupate" nelle manifestazioni violente e vandaliche, nei rave party dove si celebra la morte per assunzione di sostanze stupefacenti. E' quello l'esempio da seguire Valentini? Sono quelli i morti che possiamo permetterci? I 24 anni di Simoncelli hanno lo stesso valore di chi muore a 80 se quella vita è stata vissuta intensamente, volutamente, e niente avrebbe impedito quel corso. Ma Marco Simoncelli, Shoya Tomizawa, Daijiro Kato, Pierpaolo Pasolini, Jarno Saarinen, Ayrton Senna, Patrick de Gayardon, Fabio Casartelli e tantissimi altri rimangono nella storia e nel cuore di tutti noi che gli abbiamo amati e ci hanno trasmesso passione, forse quella stessa che avremmo voluto avere ma che non abbiamo mai fatto uscire, mentre tu rimarrai confinato negli articoli di un giornale, ricordato solo dagli zombie che la pensano come te.

domenica 23 ottobre 2011

Ciao Marco..


Ciao Marco! Solo questo posso dirti. Non ci sono parole, parole, parole, per commentare la morte di un pilota. Ogni persona di questo mondo quando si alza la mattina sa che la fuori c'è un rischio, e i piloti non ne sono immuni anzi, per la mia piccola esperienza di pilota, posso dire che in pista i rischi sono moooooooolto minori. Però anche li c'è il fato, il destino, quel grande disegno che l'onnipotente ha preservato per ognuno di noi e al quale non possiamo sottrarci. Sei andato via nella stessa maniera del povero Tomizawua, uguale all'incidente di Uncini ma con esiti diversi. Noi appassionati piangiamo la scomparsa di un ragazzo, figlio di genitori che oggi hanno avuto il triste destino di assistere a tutto ciò in diretta. E' la dura legge della vita, quella vita che tu stesso mettevi in gioco ogni domenica e alla quale avresti mai rinunciato. Ciao Marco, io ti saluto come un padre continuando a portare mio figlio alla pista delle minimoto anche se ha 8 anni. Non è per passione, ma per cercare di preservarlo quando avrà 14 anni e frequenterà la strada, motlo più pericolosa della pista. Andate letteralmente a fanculo tutti, anche gli addetti ai lavori, che tentano di trovare cause e giustificazioni per la morte di un pilota. Come lo fu per Senna, Marco è morto facendo quello che avrebbe voluto sempre fare anche al costo della vita. Paolo Liguori ha riassunto nel Pomeriggio Cinque quello che gli addetti ai lavori dovrebbero dire, ma che non dicono. Caro Cereghini il Sic è stato preso da Edwards nella schiena e da Rossi nel collo. Possiamo dirlo, non c'è niente di male. La disperazione di Valentino la dice tutta su quanto abbia cercato di evitare, ma il fato glielo ha impedito. Come lo fu per Redding e De Angelis l'anno scorso.
Zittitevi tutti bottegai e filistei e lasciamo al ricordo di questo nostro pilota che oggi non c'è più, deceduto nel tentativo di essere più veloce di altri ragazzi e questo ci deve e ci dovrà far riflettere, anche nell'educazione dei nostri figli.
Ciao Marco, Valencia è alle porte è già ci mancherai. Ci mancheranno le tue dichiarazioni e i tuoi errori, i tuoi capelli e le tue "minchiate". Il mio pensiero va a tuo padre Paolo, ma anche a Valentino, incolpevole protagonista delle tua fine. Se può servire caro Vale, hai tutta la mia solidarietà e questo dovrà essere di ulteriore stimolo per continuare a correre. E poi Fausto Gresini... Caro Fausto la sorte ti ha strappato un campione nel 2003 e un campione nel 2011 e credo che questo mini la resistenza anche del più forte degli uomini. Un abbraccio a tutti i ragazzi che ogni domenica di gara ci fanno divertire e che oggi piangono un loro amico.

lunedì 17 ottobre 2011

Buon compleanno campione!!!


Un anno fa Stoner strapazzava gli avversari in sella alla Ducati, ma sul podio il responsabile del team Ducati Wolverine-Guareschi già flertava con il suo futuro pilota Rossi, dimenticandosi del suo pilota che aveva conquistato la vittoria. Dopo un anno esatto Casey Stoner ha definitivamente chiuso i 4 anni con la Ducati, iniziati con il titolo mondiale, seguiti da una sequela impressionante di vittorie (è il Re della 800) ma anche di brutte accuse sulla tenuta psicologica e bravura alla guida di una moto. In realtà l'australiano ci ha fatto vedere che la Ducati è una moto da duri, una moto da piloti veri, quelli di pochi discorsi ma di tanto gas. Stoner ha chiuso un ciclo lasciando nella melma più totale anche sua maestà Rossi, caduto già 11 volte quest'anno, per cercare di arrivare primo dei normali. Forse nella sua maglietta celebrativa non c'è la guasconeria di altri piloti, solo la sobrietà di un campione vero che disegna traiettorie e controsterzi come nessun altro. E' sicuramente poco personaggio, con la testa al suo nuovo tir per portare il bestiame nella sua terra australiana. La cosa che più dispiace è che forse smetterà presto di correre, ma questo sarà solo il futuro a dircelo. Buon compleanno dunque Casey e bentornato campione insieme alla tua fantastica squadra (italiana per buona parte)!
A parte le immagini della pista, la gara di Phillip Island oltre che noiosa è stata anche falcidiata dalla sfortuna del rivale di Stoner, quell'ottimo Lorenzo che le ha tentate di tutte per contrastare l'australiano. Ci dispiace vederlo a terra, perchè lo spagnolo è un degno avversario e un bel protagonista delle corse. Anche Spies è rimasto ai box per una brutta caduta e alla fine la gara si è conclusa con solo 7 piloti al traguardo. Questo la dice lunga sullo stato del motociclismo serie prototipi, una serie con un futuro alquanto nebuloso sperando nei prossimi mesi per un chiarimento tra le forze in campo. Avvincente come sempre la Moto2 con uno scatenato Marquez che parte in ultima posizione ed arriva terzo davanti ad un distratto Bradl e ad un eterno incompiuto De Angelis. Sulla carta sembra che lo spagnolo faccia il bello e il cattivo tempo, quindi non resta che sperare in un ritorno del tedesco nelle ultime due gare.
Nella terra portoghese si è chiusa l'ultima puntata del mondiale Superbike dove la notizia più interessante, oltre alla gara, è stata la riconferma di Checa sulla Ducati nel Team Althea. Francamente mi sarebbe piaciuto che Carlos mandasse a quel paese la casa di Borgo Panigale, troppo impegnata a costruire nuovi telai per Valentino Rossi, ma per fortuna qualcuno ha fatto girare i neuroni accorgendosi di avere tra le mani un pilota e una moto vincente, che se avesse corso in Australia sarebbe andato più forte della Ducati MotoGp. La gara portoghese ci ha restituito un motivato Biaggi con una bella scritta sul casco "Arrivederci al 2012", e un Melandri che porta in sua dote in BMW l'ultima vittoria stagionale. Il mercato ancora freme e le pedine da sistemare sono ancora molte, ad iniziare da Francesco Batta, signore indiscusso della superbike, ma anche per altri piloti e marche. Sembra che la Superbike al momento goda più di ottima salute e prospettive, ma l'inverno è lungo...

domenica 2 ottobre 2011

Radiazioni e baguette

Altro fine settimana mondiale che ci ha diviso tra MotoGp, la mattina, e Superbike nel pomeriggio. Prima di analizzare le gare però una breve considerazione per tutto quello che è stato detto in merito alla "pericolosa" trasferta giapponese. Indubbiamente ha ragione Ernesto Emmi quando in un suo recente articolo si domanda qual'è il valore, in termini di solidarietà, apportato dal motomondiale alle popolazioni colpite dal terremoto e la conseguente catastrofe nucleare. Per il nostro sport il Giappone rappresenta la "fabbrica" dei mezzi che tanto ci piace veder correre e, viste anche le condizioni della pista e di tutto l'interland rimaneva da quantificare solo il problema radiazioni. Numerose sono state le missioni da parte di tecnici per la valutazione del rischio, ultime quelle dei due ingegneri assoldati dalla Ducati che hanno escluso al 100% un problema radiazioni paragonandolo a quello subito dai passeggeri sui voli intercontinentali o a quelle emesse dai Sanpietrini romani a forte contenuto di Torio. La domanda allora sorge spontanea: a chi è servita questa pseudo polemica? Hanno così sbagliato i piloti a non fare cartello o si sono dimostrati più analitici (Lorenzo a parte che ha fatto la doccia con l'Evian) dei meccanici o dei giornalisti (Mediaset è rimasta a casa)? Radiazioni a parte le corse ci hanno regalato spunti interessanti partendo dalla 125 dove finalmente il vincitore è stato Zarko, l'eterno secondo (quest'anno) che è riuscito a rintuzzare qualche punto al capo classifica Terol. In Moto2 invece è riuscito l'aggancio ed il sorpasso di Marquez ai danni di Bradl in una gara dominata da Iannone con una moto che ha fatto i capricci in due occasioni, ma che non ha impedito al pilota di Vasto di imporsi sullo spagnolo che adesso guida la classifica con un punto di margine sul tedesco. La MotoGp ha avuto altri esiti, un pò spettacolare nelle prime battute, ma soporifera poi se non per il solito duello tra Simoncelli e Dovizioso nell'ordine di arrivo. Vince Pedrosa che è riuscito a tenere a distanza un rinunciatario Lorenzo dopo che, il suo rivale Stoner, ha avuto un problema tecnico (abbandonato dai freni per una frazione di secondo a 300 km/h!!!) e non è riuscito a prendere la testa della gara e riportare lo svantaggio sotto i 40 punti, che a tre gare dalla fine sono tanti considerato il valore dell'australiano. Patatrack! di Rossi alla seconda curva, quando nel tentativo di voler passare Spies si è trovato Lorenzo sulla sinistra e nulla ha potuto per evitare la caduta in un fine settimana ancora ricco di incertezze. A rendere meno noiosa la corsa ci ha pensato la direzione gara che ha visto (giustamente) muoversi in anticipo alla partenza Dovizioso, Simoncelli e Crutchclow penalizzati successivamente con il drive throught. Penoso, al limite del grottesco il commento di Reggiani e Meda, come anche Fuorigiri dei soliti noti scusatori...
Per una Ducati che cade una che vince dall'altra parte nel mondo, in Francia a Magny Course, dove un sensazionale Carlos Checa si è aggiudicato due manches piegando gli avversari, Melandri in primis. Per il titolo mancava veramente un nulla, ma lo spagnolo lo ha fortemente voluto e lo ha conquistato nel migliore dei modi. Pesa l'assenza di Max Biaggi, non per il titolo, ma per la bagarre in gara, sopperita un pò da tutti gli altri ad iniziare dal già citato Melandri, Haslam, Camier, Rea (sfortunato) Laverty, Haga. Mondiale che si agita nel mercato e che nonostante tutto si prospetta ancora una volta interessante, con la speranza di trovare la quadratura del cerchio anche per i futuri regolamenti.

martedì 27 settembre 2011

One Carlos


Avrei dovuto aspettare la gara di Magny Course per celebrare il primo titolo mondiale di un veterano delle corse qual'è Carlos Checa, ma anche se la matematica non lo vede già campione allo spagnolo basterebbe partire anche a piedi il prossimo GP per vincere questo titolo che mancava alla sua lunga carriera. Onore dunque al nuovo campione del Mondo Superbike 2011, un bravo pilota che vanta la presenza in tutte le classi ad iniziare dal lontano 1993. Checa è campione del mondo nell'anno più strano della Ducati, ritiratasi ufficialmente dalle competizioni per poi riapparire con parte del suo staff nel Team Althea di Giancarlo Bevilacqua dando così quella linfa vitale per poter portare a casa il titolo (doveva essere come il Team Liberty poi però le cose sono andate diversamente...). Bravo Carlos, il primo re di Spagna di quest'anno, con un campionato dominato a suon di vittorie e gare intelligenti (BRNO in primis), piegando il suo rivale più ostico, Max Biaggi, al quale si è aggiunto un rookie di lusso, quel Marco Melandri che ha ritrovato in questo ambiente la voglia di vincere e comunque stare al vertice. I primi elogi sono arrivati proprio dal campione romano che ha dovuto gettare la spugna per un banalissimo incidente che lo ha costretto al forfait di due GP se non tre. Usando le sue parole, tutto ha girato per il verso giusto per lo spagnolo, ad iniziare anche da quel binomio tanto discusso (dagli altri) Ducati-Pirelli che in mano a Checa ha costituito un'arma vincente. Adesso non resta che godersi le ultime due gare di Francia e Portogallo, con il ritorno di Max (speriamo) e le nuove voci di mercato su tutti, perchè nonostante tutto il campionato del mondo Superbike è ancora una prelibatezza per gli appassionati che hanno gremito in 78.000 (Sanchini docet) le colline dell'Autodromo di Imola.

domenica 18 settembre 2011

La prova del nove


Articolo politicamente scorretto, ma dato che nessuno mi paga per scrivere quello che penso, posso giungere a delle conclusioni che a molti piaceranno e ad altri no. Un anno fa sul circuito di Aragon, Casey Stoner, chiedendo un forcellone più lungo alla Ducati, fece la pole position e vinse la gara mani basse andando finendo la gara un secondo prima rispetto a quest'anno!!!. Quest'anno, Valentino Rossi, il Dottore, il fenomeno di Tavullia, chiedendo una moto nuova, ha fatto il tredicesimo tempo in prova e il decimo in gara girando persino più piano dell'anno scorso (vedendo anche che va di moda confrontarsi con i tempi passati). A tutti quelli che nel 2007 gridavano allo scandalo della netta superiorità Ducati e quindi di Stoner, a tutti quelli che dicevano “ah, ce l'avesse Valentino...” rispondo che Stoner a parità di moto è superiore al Sig.Rossi. E non lo dico io, lo dicono le statistiche, i numeri... Oggi Stoner ha dimostrato che il sorpasso a Laguna Seca è stato solo un furto ai danni di un pilota forte ed onesto, il quale ha come unico obiettivo vincere le gare e magari anche i mondiali. Sono sempre meno adesso i tifosi di Rossi il quale che non sa più che pesci prendere senza un mezzo competitivo. Domani leggerò gli articoli dei giornalai che fino a due settimane fa davano per “bollito” l'australiano, relegandolo a pilota debole, con dei grossi problemi a gestire la pressione. Cari giornalai, poco esperti di corse e parecchio tifosi, Aragon ci ha suggerito ancora una volta che le corse in moto quest'anno le gestiscono solo tre piloti: il resto della compagnia veloci comparse sempre osannate più del loro merito. Aragon ci ha ridato un Pedrosa secondo, forse non forte come il suo compagno di squadra, ma sempre sul podio a lottare. Aragon ci ha dato ancora una volta Lorenzo, un altro gran bel pilota che parla poco ma va parecchio. Valentino se non cambierà la sua strategia (a 13 milioni d'euro l'anno la vedo dura) macchierà di non poco la sua carriera di pilota forte e vincente e i suoi poster saranno sempre accanto a quelli delle squadre di calcio, ma non nelle bacheche dei veri appassionati di questo sport. La Cenerentola Ducati dovrà spendere parecchi soldi per far andare le sue motociclette e sommati a quelli percepiti da Rossi non la pongono in una condizione ideale considerata anche la crisi economica mondiale. Chissà come se la starà ridendo Livio Suppo che anticipatamente aveva già capito l'andazzo della gestione delle corse, ed ha pensato bene di andare in Honda e portarsi uno dei piloti più forti. Quindi per dirla con le parole del Conte Mascetti, “fate largo bottegai e filistei” e lasciate le corse ai piloti ed ai loro vincitori, qualunque bandiera essi sventolino. Un ciao anche a Loris Capirossi il quale, dopo l'esperienza “sperimentale” con Suzuki ci lascia tristemente senza risultati e con un tamponamento al povero Elias che fino allora era ancora in gara.

Detto questo, gran week end anche la Moto 2 che ci ha regalato una bella bagarre tra diversi piloti tra i quali anche due italiani, Iannone e Corsi (De Angelis è di San Marino!!!) che sono arrivati secondo e terzo dietro un divertito Marquez che ha un po' giocato con loro prima di andarsene. Ora il distacco dal tedesco Bradl è di solo 6 punti e staremo a vedere se il tedesco (cosa che io spero perché è un ottimo pilota) riuscirà a riallungare o a subire la superiorità di un futuro campione. Chissà... Adesso tutti a Motegi in un gran premio molto discusso causa i disastri del terremoto, ma sicuramente una bella puntura di solidarietà ad una nazione ad alla sua gente.

martedì 13 settembre 2011

Impressioni di Settembre


Round interessante quello di Domenica 5 Settembre sia per il Motomondiale sia per il Mondiale Superbike, entrambi i campionati ci hanno dato spunti interessanti di riflessione in un momento di accordi, empasse, e fiumi di parole. La 125 ha confermato l’ottimo momento di forma di Terol che aveva perso un po’ di smalto subito recuperato con due vittorie che gli hanno permesso di fare un bel balzo in avanti nei confronti di un rassegnato secondo Zarko. Ma la nota più importante è il 14° posto di Morciano primo di una pattuglia di italiani che anni fa dominava le scene ed oggi stenta a trovare gli eredi di Rossi, Capirossi e Biaggi.

Nella Moto2 altra stoccata dello spagnolo Marquez sempre più protagonista di questo campionato insieme però ad un coriaceo Bradl che non ha mai mollato la presa e che sicuramente tornerà sul gradino più alto del podio quanto prima. Altalenante la stagione di Iannone che comunque ha confermato (meno male) la sua presenza in questa categoria anche qui avara di italiani.

In MotoGp abbiamo assistito ad una gara noiosa all’apparenza con niente di nuovo per i tifosi, ma ricca di spunti per gli appassionati, magistralmente descritta anche da Pernat qui. Se mai ce ne fosse stato bisogno Lorenzo conferma tutta la sua cattiveria e bravura alla guida di un ottima moto, forse la più completa del lotto, che nelle sue mani diventa un arma micidiale. E’ però il maiorchino a fare la differenza considerando il sesto posto di Spies. Secondo Pedrosa con un accenno di polemica nei confronti di Stoner “reo” di guidare una moto sviluppata da lui tanto che in gara lo passa senza troppi complimenti nel curvone in piena velocità con un bel sorpasso da “pelo”. Ancora una volta la dimostrazione che senza lo stop di Le Mans sarebbe stato della partita. Terzo uno “sfiancato” Stoner (se quando è stanco arriva terzo…) che ha palesemente ammesso il suo calo fisico scusandosi con il suo team. Credo che questa ammissione lo faccia diventare ancora più grande e rispettato e comunque, a differenza della solita stampa italiana che non lo vede di buon occhio, ha sempre 34 punti di vantaggio sul secondo nel mondiale. Quarto e quinto Simoncelli e Dovizioso forse la giusta posizione per due piloti che dispongono dello stesso materiale di Stoner e Pedrosa ma che non sanno mai ruggire quando la pattuglia dei fenomeni è al completo. Rossi settimo, nei primi quando il capofila Lorenzo studiava la pista umidiccia girando un secondo e mezzo più piano, settimo (primo delle Ducati!) quando il resto della compagnia decide di dare gas.

Extra gara da annotare i pensieri di Preziosi al quale piacerebbe che Stoner provasse il Ducati, un telaio nero ad avvolgere la GP12 al Mugello, un ripensamento sulla filosofia Ducati nel fare le moto da corsa e un pilota pagato il giusto che vince nel mondiale Superbike… (Valentino non costa solo 13 milioni d’euro l’anno…).

Già il Superbike… Il banale incidente occorso a Max Biaggi in prova e lo sfortunato ritiro dalla gara la domenica ha rimarcato quanto ancora può dare un personaggio del suo calibro alle corse. E’ vero che Checa avrebbe vinto il mondiale, ma la mancanza del Corsaro, con tutto il rispetto per l’ottimo Melandri, ha un po’ chiuso l’interesse per le restanti gare, tanto è il vantaggio di Carlos sull’ora secondo Melandri. Checa sarà il vincitore del mondiale 2011 e noi appassionati glielo auguriamo di cuore perché è sempre stato un bel pilota ed una brava persona. Ci piacerebbe giore anche per il Team Althea o almeno per quella parte non Ducati ufficiale ma privata, comunque un bel riconoscimento per un signore del calibro di Bevilacqua. Speriamo per sorti positive anche per un altro signore in cerca di moto per l’anno prossimo, quel Francesco Batta e signora che tanto hanno dato a questo sport e tanto “avrebbero” ancora da dare. Settembre ci lascia con l’arrivo di Aragon e Imola con la speranza di un futuro migliore per i colori italiani.

lunedì 29 agosto 2011

L'uragano Casey


Con le tempeste tropicali e gli uragani quest’anno gli americani sono arrivati alla lettera I, ma ieri a Indianapolis sono dovuti ripartire dalla lettera C come Casey, un uragano australiano che si è abbattuto sul motomondiale spettinando diverse persone e non solo in pista. Sulle anomalie della strana riasfaltatura del tracciato, Stoner ha impresso la sua legge, le legge di un fuoriclasse a posto con tutto e con tutti soprattutto con la sua moto, capace di assecondare il polso destro e farlo danzare sulle piste. Quello stesso polso che più volte ha portato in vetta la Ducati che ieri ha arrancato con il suo pilota più forte messo dietro anche da De Puniet. L’asfalto era scivoloso per tutti e sono le condizioni critiche a far valere anche il pilota, se pensiamo che Dovizioso ha fatto il suo best lap all’ultimo giro. Comunque vada questo mondiale Stoner ci ha fatto vedere quali sono i reali valori in campo, chi è il fenomeno e chi no, chi guida sopra i problemi e chi non riesce a ricavare un ragno dal buco. La fotografia di questi ultimi anni l’ha fatta Pernat Sabato in telecronaca: Stoner il più veloce, Lorenzo il più cattivo, Rossi il più furbo, purtroppo per lui non è con la furbizia che si guidano le moto. Gara strana quella di ieri, con la debacle Ducati e l’annichilimento di Simoncelli che guidava la moto che poi ha fatto il primo ed il secondo posto. Bravo Pedrosa che non ha mai mollato comunque, piacevole Spies terzo, quarto un coriaceo Lorenzo, quinto un attendista Dovizioso e sesto un cazzuto Bautista con la Suzuki. Tutto il resto sono solo parole. A me dispiace dover avere dell’acredine nei confronti della nostra bandiera motociclistica, ma troppe, tante sono state le verità non dette su Valentino. Troppo il fango gettato su Biaggi all’epoca, ridicole le accuse della falsa malattia di Stoner… Oggi con il problema Motegi viene fuori che chi non stà dalla parte del datore di lavoro è fuori come scrive Ernesto Emmi qui, mentre che nelle vittorie Ducati non era la moto a vincere ma bensì il suo pilota che guidava continuamente sopra i problemi. Un po’ di uragano si è abbattuto anche nella cabina dei commentatori dove, la mancanza di Reggiani, ha favorito l’ingresso di Pernat il Sabato, Locatelli, Zamagni, e Cecchinello la Domenica. Finalmente telecronache poco orgasmiche e più notizie su tutti evitando quelle genuflessioni che poco hanno a che fare con i piloti. Tra una settimana ci sarà Misano un anno dopo la morte di Tomizauwa e dopo gli stupidi fischi a Lorenzo. Io mi auguro sempre delle bellissime gare e che vinca il migliore…

martedì 16 agosto 2011

BRNO, istantanea di un campionato


Sicuramente il Gran Premio della Repubblica Ceca ci ha regalato un foto sul mondiale che ricalca molto bene i valori in campo, di quanto è accaduto fino ad oggi, e su quello che ci aspetterà per il resto della stagione. Non è un requiem sul campionato, ma sicuramente qualcuno ne dovrà prendere atto se non vorrà chiudere i battenti l’anno prossimo.

La fantastica Brno ci lascia dunque questa istantanea:

Stoner si merita tutto ciò che ha raccolto fin ora, il primo posto in classifica, le sei vittorie, e la rabbia di voler e non poter vincere sempre caratteristica di un pilota puro e di talento. Si merita di essere li come lo era già l’anno passato quando vinceva con la Ducati nonostante tutte le critiche che stanno piovendo sulla rossa di Borgo Panigale. Fa bene Pernat a Fuori Giri a suggerire a Guareschi che l’anno scorso tutti questi problemi non ce l’avevano. Bravo canguro mannaro e augurissimi per il tuo erede.

Dovizioso non vincente ma convincente, sempre pronto ad essere li, a ridosso dei primi, volente o nolente, a discapito di tutte le voci. Certo un non talentuoso come gli altri, ma affidabile se scommetti nei primi cinque. Dovrà vincere per consacrarsi, ma in squadra lo prenderei volentieri.

Pedrosa (e chiudo il tris Honda) con la caduta di domenica ha un po’ dimostrato di essere genio e sregolatezza, con delle prove al di sopra di tutti ma con una gara senza saper attendere il momento giusto (e la temperatura delle gomme giusta) per poter salutare tutti e ritornare in corsa per il campionato. Sicuramente un anno misto a sfortuna e qualche errore un mix poco redditizio per vincere un mondiale.

Simoncelli finalmente a podio, commosso e quasi incredulo, ha ottenuto quello per cui ha tanto lavorato (e caduto) e la speranza è che si possa ripetere anche in futuro.

Lorenzo, gara a parte, è sempre il campione del mondo con la solita tenacia e grinta dei tempi migliori. La scelta della gomma anteriore è un suo errore, ma è l’errore di un pilota che non si arrende e cerca ad ogni gara di rintuzzare punti dal suo diretto rivale. Campione anche al di fuori quando fa i complimenti a Pernat per il terzo posto di Simoncelli, un “quasi” saggio della MotoGp. Bravo!

Spies mai incisivo quest’anno se non nella roulette di Assen, deve ancora fare un acuto per essere consacrato tra i veri primi della classe. A Brno è saltato fuori un problema fisico passato e questo sicuramente ha rallentato le prestazioni del forte pilota texano. Da rivedere sicuramente.

Rossi naviga nella posizione che gli compete: primo degli altri ultimo dei primi. E’ inutile che nelle sue analisi valuti che è andato più forte dell’anno scorso. Le gare si vincono nel presente, e il presente dice che senza una moto Rossi è un pilota normale, come lo erano quelli prima di lui che arrivavano sesti. L’aggravante è che quella stessa moto l’anno scorso vinceva… Dopo 7 ttitoli mondiali è giusto anche riposarsi, ma per favore non chiamatelo fenomeno…

Ducati. Si vocifera che FTR stia facendo un telaio per l’anno prossimo. Un telaio vero, come quelli giapponesi, mandando all’aria tutta la filosofia Ducati campione del mondo 2007. Tutto questo perché l’unico pilota che la guidava era Stoner, e tutti gli altri, ex fenomeni compresi, ci hanno picchiato il naso. A mio avviso sconfitta su tutti i fronti viste anche le spese…

Per il resto del gruppo un plauso a Bautista e a Hopkins, nonostante una moto poco performante si sono distinti per ottime prestazioni ed i ringraziamenti dalla casa madre sono subito arrivati.

Per tutto il resto ci sarà Mastercard, perché qualcuno dovrà frugarsi se vorrà continuare, con una moto o con due (Gresini docet).

BRNO è BRNO la più bella pista del mondo con i femori più lunghi del mondo… e si sa se femore i da tanto…

lunedì 1 agosto 2011

La Ducati è Checa!!!


Grande prova di orgoglio, classe e determinazione di Carlos Checa sul circuito di Silverstone, firmando una doppietta che lo porta a 62 punti da un Biaggi che nella giornata dell’attacco decisivo alla vetta non ha avuto il guizzo necessario, finendo 11 in prima manches e 4 nella seconda. La doppietta di Checa ha anche un altro significato, che va ben oltre la classifica: lo spagnolo darà, (e qui partono tutti gli scongiuri del caso) insieme al Team Althea (sempre più rosso), quella ventata di soddisfazione (e vendite) che la stagione in MotoGp ha fortemente compromesso, anche dal punto di vista economico. Il popolo Ducati avrà il suo nuovo campione ed i clienti saranno fieri di cavalcare la moto che ieri ha raggiunto le 301 vittorie in Superbike. Brno ci ha fatto vedere un Checa che, se non è in palla, male che vada può arrivare terzo ad un nonnulla dai primi. Silverstone ci ha fatto vedere che quando il gioco si fa duro… lui c’è! Biaggi e Melandri sono stati cucinati a dovere e se il primo ha avuto il suo bel da fare, il ravennate ha colto due podi che lo portano a soli 9 punti dal romano, secondo in classifica. Yamaha ha poi completato entrambi i podi con due ottimi posti di Laverty che nulla ha potuto contro lo strapotere del binomio Checa-Ducati. Alla fine di gara 2 una battuta, a mio avviso infelice, del patron di Althea, Bevilacqua, che ha voluto sottolineare come Ducati sia inferiore alle 4 cilindri. A me non è sembrata così tanta la differenza anzi, per usare le parole di Melandri, la Ducati è 200cc in più di e che la differenza stà proprio nell’erogazione. Ormai è una storia vecchia come detto anche da Max: Non voglio entrare in una polemica che mi sembra stia crescendo sempre più. Secondo me allo stato delle cose, visto cosa è stato consentito in passato, è difficile intervenire. Il problema andava risolto diversamente all'inizio. Ora bisogna combattere con quello che si ha".

La Ducati dovrebbe imparare una sonora lezione da questo mondiale se vorrà essere leader anche altrove considerando che i tempi sul giro di Carlos sono stati inferiori anche a quelli di Rossi in MotoGp… non so se mi spiego disse il tovagliolo...

lunedì 25 luglio 2011

I mostri della Laguna (Seca)


Non c’è che dire la gara di Laguna Seca, 10 round della MotoGp, ha avuto si un vincitore, ma in realtà tre sono i piloti degni di una particolare menzione. Il primo è indubbiamente Casey Stoner, un ragazzo capace di emozionare con i suoi traversi ed oggi capace anche di aspettare il momento propizio per cucinare i suoi avversari. L’australiano durante tutto il fine settimana aveva avuto problemi con la sua Honda, nonostante fosse sempre uno dei più rapidi, ma non abbastanza come piace a lui. Ma si sa, è dal 2006 che piega in continuazione i semimanubri delle moto in cerca di andare sempre più forte, motivo per il quale oggi, Ducati, brancola nel buio. Ieri Stoner ha vinto di forza, di intelligenza e di coraggio, con due sorpassi da manuale, di quelli che rimangono nelle gesta dei grandi. Ha vinto contro un avversario tostissimo che ancora una volta ha dimostrato di meritare il titolo 2010 e di essere ancora in lizza per questo campionato del mondo. Lorenzo ieri ha fatto una bella gara, generosa, e poco importava se era seguito da Pedrosa e da Stoner. Forse è stato proprio questo il suo errore, però è stato anche il bello della sua gara. Cedere a sei giri dal termine significa di averci provato e di esserci quasi riuscito se non ci fosse stato l’australiano in ottimo spolvero. Bene anche Pedrosa, terzo, dolorante, ma sempre li dimostrando ancora una volta che lo stop di Le Mans gli ha compromesso l’ennesima occasione per correre per la vittoria. E gli altri? Dovizioso ha descritto molto bene la situazione odierna: “li davanti hanno un passo allucinante” e solo in tre possono permetterselo. Non se lo può permettere Simoncelli ancora una volta a terra alle prime battute, ma non se lo permette neanche Spies quarto, ma lontano dalla vetta in un circuito a lui familiare. Gli altri corrono per un altro campionato, con duelli, sorpassi, false schermaglie come nel caso di Hayden nei confronti di Rossi, fido scudiero a protezione di un sesto posto che serve solo a mascherare la disfatta totale del binomio italiano.

E mentre il mondiale fa una pausa per ritornare nel bosco di BRNO, non ci resta che attendere i titoli dei giornali, primo su tutti Moto-scusometro-Sprint che dopo il Gp di Germania era uscito con una copertina raffigurante Rossi ed un riquadro con Pedrosa (vincitore) e Stoner e la scritta “Stoner stordito”. Tra i nuovi piagnoni troviamo anche Lucchinelli che a Fuori Giri ha detto che “le gare senza Valentino non sono gare”… Il motociclismo c’è stato prima e ci sarà dopo Rossi con piloti in grado di appassionare i veri appassionati… (se ne sono accorti anche Meda e Reggiani, pensa un po’ te…)

lunedì 18 luglio 2011

Spalla alla birra


Uno dei piatti tipici della cucina tedesca è lo stinco alla birra servito con crauti o con patate. Ieri però, al Sachsering, gli spettatori si sono visti servire una fresca spalla rimessa a nuovo, quella di Pedrosa, accompagnata ad una bella birra di gas che il pilota spagnolo a dato nella terra degli Alemanni. Anche se mancante ancora di un titolo nella classe regina, Pedrosa ieri ha dato una dimostrazione di forza e capacità rimarcando, se mai ce ne fosse stato bisogno, che accanto a quei due in testa alla classifica forse ci poteva essere anche lui. E forse questo serva anche un po’ di lezione ai soliti soloni che tanto hanno criticato la mancata stretta di mano con Simoncelli. Il numero 26 della Honda ieri ha vinto in maniera un po’ atipica rispetto al suo stile, ma ha piegato la resistenza dei due piloti più al top di questi ultimi 4 anni: certo Jorge Lorenzo e Casey Stoner. Bravo davvero al “Torero Camomillo” che insieme agli altri due ci hanno regalato una gara poco noiosa dove ancora una volta è venuta fuori la cattiveria di Lorenzo che ha beffato Stoner all’ultima curva e la classe infinita dell’australiano che ha guidato la moto sempre di traverso firmando ogni volta le curve con una bella riga nera (forse male per le gomme ma tanta roba per noi appassionati). Battaglia anche per il 4, 5 e sesto posto con i due italiani, Dovizioso e Simoncelli,.che si sono sorpassati per tutta la gara, fino a quando non è arrivato Spies che si è inserito tra i due soffiando il 5 posto a Simoncelli. Gloria anche per il 7, 8, e nono nell’ordine Hayden, Bautista e Rossi protagonisti per il duello della “Coppa del Nono”… Vorrei poter dire altro sulla situazione Ducati-Rossi, ma ci pensano già i “giornalisti” locali trasformati in meccanici e ingegneri e piagnoni, sempre pronti a giustificare le debacle di un binomio che non riesce a girare come dovrebbe, dimenticandosi che terzo, nella classifica generale c’è Dovizioso da Forlì zona sotto l’appennino Tosco-Emiliano… Italia anche li… Ottimo Marquez nella Moto2 che sta facendo quanto sperato sin dall’inizio, tallonato da un coriacissimo Bradl ancora saldamente in testa al mondiale con già l’occhio alla MotoGp, che ha contenuto intelligentemente l’arrembaggio dello spagnolo ancora indietro di 40 punti nella classifica generale. Nota a margine per i commenti su Alex De Angelis: capisco che parla romagnolo, ma batte bandiera San Marinese, uno stato all’interno dell’Italia, ma sempre uno stato a parte è, al pari della Svizzera…che sembra avere motori migliori… Ma per favore!!!

martedì 5 luglio 2011

Il Gladiatore


Lo chiamano l’Ispanico, Porfuera, espressione sempre accigliata, magari non un esempio di simpatia, ma un gran pilota. Domenica al Mugello Jorge Lorenzo ha fatto vedere a tutti di essere uno con le palle, uno che guida forte, un campione del mondo. Poco importa se gli italiani beceri e ignoranti l’hanno fischiato reo di essere stato troppo severo con Simoncelli e per rispondere ai fischi spagnoli nei confronti dell’italiano. Questa non è una partita di pallone Italia-Spagna, qui si celebrano le gesta dei piloti che magicamente disegnano traiettorie sulle piste. I due sorpassi rifilati a Dovizioso e al Fenomeno Stoner alla Casanova-Savelli sono esempi di bellezza e coraggio che non hanno bandiere. I fischi dei beceri fanno parte di un popolo che per fortuna andrà a scomparire piano piano come le gesta del campione che osannano. Velentino Rossi ha portato tanto nel motociclismo, ma ha anche portato (suo malgrado?) i tifosi dello stadio. Il nostro motociclismo è un po’ diverso. Il nostro motociclismo sta nelle parole di Stoner che alla fine si prende la colpa per una pressione errata delle gomme. Il nostro motociclismo stà nelle lacrime di Dovizioso, un italiano, ma evidentemente non troppo. Il nostro motociclismo sta anche nelle parole di Simoncelli che bacchetta chi fischia i piloti. E’ vero, non sta nelle parole di Puig (arrestare è una parola grossa caro Alberto), ma non sta neanche nelle parole di Lucchinelli prontamente redarguito da Agostini nel dopo gara. Domenica Lorenzo ci ha regalato un bellissimo gesto atletico ed una riapertura del mondiale contro il Canguro Mannaro, pilota che risponde al nome di Casey Stoner. Volete i fischi? Bene, leggetevi gli ultimi anni di MotoGp. Stoner vinceva perché aveva la Ducati e l’elettronica. Lorenzo ha vinto perché la moto la faceva Rossi. Tutti convinti. Bene! Nel 2011 Lorenzo vince perché è un signor pilota e un campione. Stoner le guida tutte con una facilità imbarazzante ed usa pochissima elettronica. Ducati e Valentino, nel matrimonio del secolo, si sono persi in entrambi le direzioni, facendo emergere che la Ducati la guidava Stoner e Rossi non è poi così tanto più fenomeno senza il supporto tecnico. Vero? Falso? Intanto Rossi fa il Biaggi di 10 anni fa gettando già all’ortiche il progetto Ducati GP2012 poi si vedrà…

Fischiate pure adesso, anche se Meda ha fatto alzare l’inno spagnolo in Tv per coprire i vostri fischi. Fischiate… Noi appassionati guardiamo le corse e saltiamo in piedi sul divano sempre. Voi, tra un po’, ritornerete negli stadi, oppure a guardare le partenze della Formula Uno…

venerdì 27 maggio 2011

A lavorareeeeeeeeee!!!!!!

Inchiesta dell’Espresso: più di duemila ex parlamentari ogni mese incassano vitalizi fino a diecimila euro, cumulabili con altri redditi e che ci costano 174 miloni. All’ex "cattivo maestro" Toni Negri 3mila euro al mese


Mentre in Italia impazza il dibattito sull’età pensionabile, qualcuno l’assegno dell’Inps se l’è già intascato. Molto prima dei 60 anni e grazie al fatto di essere un «onorevole». Anzi, un ex parlamentare. A spese dei bilanci di Camera e Senato, che nel 2006 hanno dichiarato un «rosso» da 174 milioni di euro. Un buco nei conti che ricadrà inevitabilmente sui contribuenti italiani. A fare luce sull’ennesimo scandalo che riguarda i privilegi della politica è stato l’Espresso, che nel numero in edicola ha pubblicato l’elenco dei 2005 ex parlamentari che incassano ogni mese un assegno dai tremila ai diecimila euro lordi.


Il vitalizio è il risultato di una sproporzione incredibile tra contributi e prestazioni erogate, ed è ovviamente frutto di una legge del Parlamento. Secondo la normativa in vigore, i deputati il cui mandato parlamentare sia iniziato dopo il 1996 hanno il diritto alla pensione a 65 anni. Ma se dal ’96 ad oggi sono stati eletti per due legislature, gli anni si riducono a 60. Più fortunati i deputati eletti prima del ’96, che hanno diritto al vitalizio già a 60 anni, che però possono scendere a 50 anni se si utilizzano tutti gli anni di mandato accumulati oltre i cinque minimi richiesti. A conti fatti, con più di tre legislature (più o meno 20 anni di contributi) si può andare in pensione sotto i 50 anni.

Ancora più generoso, sostiene L’Espresso, si rivela il Senato: gli eletti a partire dal 2001 hanno diritto alla pensione solo a 65 anni (a 60 con due legislature) e a condizione di aver svolto un mandato di cinque anni. Coloro che hanno conquistato lo scranno prima del 2001, riscuotono invece il vitalizio a 60 anni con una legislatura, a 55 con due e a 50 anni dopo tre mandati. Il calcolo del vitalizio è legato agli anni di contribuzione. Ed è salvaguardato dalla cosiddetta «clausola d’oro» grazie alla quale il vitalizio si rivaluta automaticamente con l’indennità del parlamentare ancora in servizio.


Passi per i padri della Prima Repubblica, da Mino Martinazzoli ad Antonio Gava, che incassano quasi 10mila euro lordi al mese. Meno per personaggi come il fondatore di Repubblica Eugenio Scalfari o imprenditori come Susanna Agnelli e Luciano Benetton, che incassano 3mila euro lordi per 5 anni «di servizio» in Parlamento. Ma tra i privilegiati c’è anche chi deve decidere le sorti delle pensioni degli italiani. Come i sottosegretari all’Economia del Prc Alfonso Gianni (56 anni, circa 6.600 euro lordi al mese di pensione) e della Margherita Roberto Pinza (65 anni, 9.387 euro lordi al mese), dimessi da parlamentare per entrare nel secondo governo Prodi, che oltre all’assegno incassano lo stipendio da sottosegretario (192mila euro l’anno a testa), visto che la pensione si cumula con tutti i redditi e tutte le rendite.


Il sindaco ds di Roma Walter Veltroni, 51 anni, deputato dall’87, che con 23 anni di contributi versati, dal 2005 riscuote dalla Camera un vitalizio mensile di 9mila euro lordi (che si aggiunge allo stipendio del Campidoglio, di circa 5.500 euro netti). Somma che - ha fatto sapere il Comune - Veltroni ha provato inutilmente a rifiutare e che poi ha deciso di distribuire in beneficenza alle popolazioni africane. C’è anche Toni Negri, l’ex leader di Autonomia operaia che nel 1983 era detenuto per associazione sovversiva e insurrezione armata contro i poteri dello Stato; eletto con i radicali, si fece vivo alla Camera solo per sbrigare le pratiche e poi si diede alla latitanza in Francia. Nonostante ciò percepisce 3mila e 108 euro di pensione da parlamentare. «La sua personale vendetta contro lo Stato borghese», commenta l’Espresso.


E poi ancora: Nando Dalla Chiesa (Margherita), in pensione a 58 anni con quasi 6.600 euro lordi al mese, l’altro sottosegretario alla Giustizia Luigi Manconi (Ds), che a 59 anni si mette in tasca ogni mese un assegno da 4.725 euro lordi più i 192mila euro annui. A 60 anni ancora da compiere Mauro Paissan può già contare su un vitalizio mensile di circa 6.600 euro, ai quali vanno aggiunti i compensi che percepisce dal Garante della Privacy. E ancora Maura Cossutta, classe 1951, figlia del leader Pdci Armando, che porta a casa ogni mese 4.725 euro lordi.

mercoledì 18 maggio 2011

Sandokan detto Bello Gatto (1994 - Maggio 2011)


E così un altro pezzo di storia della mia vita se n'è andato. Troppa la solitudine di un mese e mezzo quando alla fine di Marzo se ne era andato suo fratello Willy dopo 16 anni vissuti insieme. Troppi 16 anni vissuti in continua simbiosi fuori e dentro casa. Troppi forse anche 17 anni di vita... Il mio gattone Sandokan ha sentito che la vita, quella terrena, iniziava a mancargli sotto le zampe, e ha deciso di percorrere quel sentiero che lo porterà accanto al suo amico Willy, in quella lontana prateria dove un giorno ci rincontreremo. Nessuno, se non vive accanto ad un felino può capire la loro filosofia di vita. I gatti sono indipendenti ma anche estremamente riconoscenti, e la loro riconoscenza nasce da quel legame che si stabilisce il giorno stesso che ci incontriamo. Loro mi hanno insegnato tutto, anche ad essere un buon padre, perchè avere un gatto in casa è come avere un figlio, con la sua personalità, il suo modo di vivere... Sandokan se ne andato nella maniera più dignitosa possibile. Non ha chiesto niente ne ha preteso funerali o casse sfarzose, donazioni, fiori, rinfreschi. Ha sentito che quella era la sua ora. Si nasce soli e si muore soli. I gatti sono così. Avete mai visto un gatto morto per strada? Alla loro ora si allontanano e non li ritrovi più... Sarò sempre grato ai miei "ragazzi" per essere stati con me nella parte più importante della mia vita, quella dove si cresce e si diventa uomini... ed è anche merito loro se oggi mi sento migliore... Adesso so che state correndo di nuovo insieme ma so anche che sarete sempre accanto a me...

Parole soltanto parole

Ho aspettato due giorni prima di un commento a caldo sul Gran Premio di Francia a Le Mans, tante sarebbero state le cose da dire, forse anche sbagliate forse dettate da sentimenti contrastanti. Una cosa è certa, e mi rivolgo un po’ a tutti: per favore non rovinate il nostro sport!!! In primis ovviamente i responsabili, gli organizzatori, i direttori, i megapresidenti, che fanno solo chiacchere su tutto, senza minimamente esporsi, trincerandosi dietro i regolamenti, peraltro giusti, ma anche interpretativi, un po’ come sono le leggi quando contemplano aggravanti e attenuanti. Il nostro sport su due ruote si basa molto sull’equilibrio e oggi più di ieri questa variabile è stata portata all’esasperazione lasciando sempre più minori margini di errore. Nella dichiarazione di Paolo Ciabatti sul caso Biaggi si percepisce la pochezza dell’uomo che non ha saputo valutare oggettivamente il caso ed ha applicato delle regole scritte in realtà per altre casistiche, ovvero quei casi di estrema bagarre dove tutto è portato a centimetri e decimi tentando di preservare l’incolumità dei piloti. Ed è proprio in quei casi che gli uomini pensanti dovrebbero venire fuori, ponendo sul tavolo le loro decisioni e implementandole nelle regole scritte, stilando regolamenti sempre più precisi ed equi. Dall’altro fronte, quello dei piloti, non possiamo non citare Simoncelli, protagonista di siparietti e dichiarazioni pre gara anche condivisibili, cancellate in un sol colpo nella maniera peggiore di tutte al grido di predicare bene e razzolare male. Marco a Le Mans ha sbagliato e lo ha fatto nel peggiore dei modi perché il taglio su Pedrosa non lascia troppi spazi ad un interpretazione. E anche quell’episodio ha rimarcato la pochezza dei giudici che si sono limitati ad una sanzione tenera applicando, appunto, il regolamento. Simoncelli e Biaggi due fatti, due pesi, la stessa misura. Il nostro sport cari signori burocrati, è uno sport strano e atipico sotto ogni punto di vista, anche quello atletico, e non può essere relegato a determinate regole. Le regole vanno bene quando si parla di tecnica, ma sul comportamento dei piloti e della dinamica dei fatti, andrebbero prese decisioni che partono si da quella regola, valutando però il contesto, la causa e l’effetto. Capirossi su Harada, Rossi su Gibernau, Rossi su Lorenzo, Lorenzo su Dovizioso, tanto per citarne alcuni, tutti episodi maschi e al limite della correttezza, ma ci stanno perché inseriti in contesti precisi e riscontrabili. Non ci stanno episodi e relative decisioni come Rossi su Stoner a Laguna, Biaggi a Monza, o Stoner su De Puniet… dove sono state prese decisioni all’opposto valutando i personaggi da una parte e le regole scritte dall’altra. Non importa codificare tutto ma importa valutare al momento la causa e l’effetto perché è così che si corre in moto: una curva la fai bene mentre l’altra sei in terra perche quel decimo di centimetro di gomma ti ha lasciato… I piloti quando sono in gara vivono una dimensione che non è riportabile alla realtà quindi anche le regole dovrebbero essere scritte valutando sempre il momento preciso in cui quella norma viene infranta. Tutto il resto sono solo parole.

lunedì 9 maggio 2011

Molti nemici, molto onore

Non c’è che dire, se Monza o la si ama o la si odia (a me non piace), il week end monzese ci ha regalato comunque spunti interessanti sui quali riflettere. Primo di tutti il bellissimo tempo stabilito da Biaggi in prova quell’ 1,41”745 alla strepitosa media di 204,405 km/h. Non male per un “vecchietto” e tanto di cappello all’Aprilia, moto indiscutibilmente performante, tutt’al più tempo ottenuto quando aveva già la pole position in tasca. Biaggi ha voluto il record donandolo a tutti gli appassionati di motociclismo. Quindi via le polemiche, via gli “schiaffi”, via tutto, Max ha chiesto scusa nella maniera migliore possibile: aprendo il gas. Prima manche vinta da Laverty più lesto a separarsi dal gruppo rispetto a Biaggi che ha dovuto lottare con Haslam e Melandri rimanendo leggermente attardato rispetto al pilota Yamaha. Ovviamente questo non ha tagliato le gambe al Corsaro perché pur arrivando secondo con Checa nono, si è visto ridurre lo svantaggio in classifica generale fino a 30 punti. Ma è stata la seconda manche che ha fatto vedere un sempre più motivato Biaggi nel cercare la vittoria, davanti ad un pubblico festante e carico di passione (per dirla nel gergo televisivo). Dopo un primo avvio del Coccodrillo Corser Max decide di rompere gli indugi e stacca tutti fino a 5 secondi dopo pochi giri! Un abisso, un enormità considerando il tempo occorso, fino a quando (e qui la mia repulsione per Monza) all’entrata del posteggio del centro commerciale (in pratica la prima variante) il romano fa un lungo, quasi fisiologico oserei, dato che arrivando sempre a staccare intorno ai 330 km/h, capita a volte di fare un piccolo errore. Slalom tra i jersey e rientro quasi regolare perché… il pilota non si è attenuto alla regola di passare su di un percorso disegnato e discusso nel briefing pre gara (dove lui non si è presentato, Melandri docet). A seguito di tale comportamento la direzione gara lo ha penalizzato con un ride through che gli ha fatto perdere il primo posto e lo ha relegato all’ottava posizione a fine gara. Sdegno per gli appassionati accorsi (si sentiranno gli ululati a Paddok Show) e giustificazioni da parte del direttore Paolo Ciabatti nel post gara.

Che dire… personalmente mi è venuto a mente Barcellona 1998, la famosa black flag della quale ancora stiamo a discutere. Mi è anche tornato in mente il taglio di chicane di Valentino a Laguna Seca su Stoner. Sicuramente due pesi e due misure. All’epoca il giovaqne Biaggi non poteva vincere il mondiale contro Doohan, non era politicamente corretto, stonava un po’ che un rookie facesse le scarpe al plurititolato pilota della solita marca in un team privato. Cosa che invece è stata concessa al suo rivale Rossi a Laguna senza la benchè minima sanzione. Classi diverse, moto diverse? Non credo. Stiamo parlando di motociclismo puro, la massima espressione di due classi che se dovessero correre insieme ci sarebbe un arrivo molto variegato e non un predominio della MotoGp (guardate i tempi sul giro). A Doningthon Biaggi ha palesemente errato, muovendosi sulla griglia anche non ottenendo un vantaggio, ma come è già stato detto, c’è un regolamento, sbagliato o no va rispettato. Quella di ieri a Monza mi è sembrata proprio una vessazione nei confronti di un pilota (e per pilota intendo tutti) che errando una manovra di “salvataggio” non abbia rispettato una riga, una stupida riga voluta per imporre un sentiero per chi si trovava a tagliare la chicane. La regola del taglio della chicane è lapalissiana e giusta se tale manovra comporta un avanzamento in classifica a dispetto di un avversario. Infatti i piloti al rientro si posizionano sempre o lasciano strada agli avversari che hanno eventualmente superato. Ieri Biaggi non aveva nessuno da far passare, ha avuto solo un problema in frenata che per la sua sicurezza lo ha fatto andare lungo per poi rientrare in pista agevolmente. Ciabatti si giustificherà in conferenza stampa che quella manovra gli ha fatto guadagnare tre decimi... Mah… Quindi regolamento alla mano doveva essere sanzionato. Ri-mah… Bello davvero il nostro sport… Bello! Come esistono delle leggi caro Ciabatti, allora esistono anche le attenuanti del caso, come la legge ci insegna. Gli uomini non devono trincerarsi dietro un articolo, ma dovrebbero dimostrare che quell'articolo può presentare delle piccole lacune da colmare con l’intelligenza e la valutazione. Il ride through di ieri forse nasconde un significato che va oltre quello che è il regolamento. Non lo so. Avrei delle ipotesi, ma non è questa la sede per discuterne. Max Biaggi caro Ciabatti è un patrimonio per il motociclismo (Batta docet) e un patrimonio per il motociclismo italiano come lo è Valentino Rossi. Nessuno chiede di avere clemenza, tanto più per un connazionale, ma il giusto riconoscimento per un gesto sportivo quello si. Un gesto che non ha fatto ne guadagnare ne perdere nulla agli altri ne a se stesso… Nel mondo degli uomini esistono anche le valutazioni… Ma al giorno d’oggi parlare di uomini è diventato veramente difficile…

lunedì 2 maggio 2011

Spallate portoghesi


Gran premio un po’ noioso quello di ieri all’Estoril in Portogallo per la terza prova del Campionato del Mondo prototipi. Oddio, c’è ancora da capire cosa effettivamente sia la MotoGp oggi, definita tempo fa la Seria A del motociclismo ed oggi frequentata da soli tre piloti. In effetti a guardarla bene ieri di motociclismo hanno parlato solo in due più uno ovvero un indomito Lorenzo, un incredibile Pedrosa ed un “ragioniere” Stoner. Tutti gli altri relegati a ruoli da serie B, se non C per la mediocrità del loro atteggiamento la maggior parte in gara ed alcuni anche fuori dalla moto. L’Estoril ha visto protagonista assoluto un ritrovato Dani Pedrosa che nella terra di Lorenzo ha dimostrato un nuovo carattere, forse la prima volta da quando corre in MotoGp, studente fino a 4 giri dal termine cattivo e aggressivo come non mai gli ultimi due, quando superato il suo rivale e connazionale, ha stampato due giri veloci e se ne è andato. Non avrei mai scommesso su di lui ieri. Eppure ieri Pedrosa ci ha fatto rivivere un motociclismo coriaceo, bello, fisico e psicologico pressando il Re di Estoril, quel Lorenzo che ha vinto tre volte e conquistato 4 pole position, per poi passarlo e lasciarlo dietro, complice anche un calo del maiorchino che aveva tirato per tutta la gara. Il braccio steso tenuto durante l’ultima curva prima del rettilineo nel tentativo di “strecciarlo” dai dolori post operatori, hanno più di un significato che del semplice funambolo. Spalla o non spalla “oggi ero li e dovevo fare qualcosa alla fine” ha dichiarato Pedrosa, e lo ha fatto nel migliore dei modi. Bravo anche Lorenzo, forse un po’ “piccione” nel sobbarcarsi tutto il lavoro sporco, ma lodevole del fatto di volersi riconfermare a tutti costi, anche a discapito di una stanchezza eccessiva, non prevedendo che il suo avversario, peraltro convalescente, facesse più di tanto. Le chiacchere si fanno alla fine e non all’inizio o prima della gara e Lorenzo ne a fatte elogiando il suo avversario. Stoner che non era mai stato al top per tutto il week end, anche oggi ha trovato un italiano sulla sua strada che gli ha un po’ rotto la concentrazione sin dai primi metri per cercare di stare col duo di testa, quel Marco Simoncelli che gli è decollato davanti al naso alla quarta curva del primo giro. Un errore non proprio da serie A… ma si sa che a parlare tanto si finisce il fiato e la concentrazione… E il resto? Rimandati. Rossi che arriva quinto. Dovizioso che si è limitato a stare dietro Valentino per tutta la gara per poi passarlo gli ultimi metri, arrivando però a 16 secondi dal primo con la stessa moto. L’unico con un attenuante è Spies fermato da un banale errore tecnico (la serie A si vede anche dai meccanici). Tutti gli altri, 13 in tutto, a portare a spasso moto e sponsor e fare un po’ di rumore per il pubblico accorso. Come serie A direi che non c’è male…

L’Estoril verrà ricordato dagli addetti al settore per una bellissima gara di un pilota poco amato ma cazzuto fino all’inverosimile. Verrà ricordato che, nonostante un infortunio possa segnare il fisico, lo spirito di un pilota non verrà mai domato ne protetto da scuse improbabili, perché è quello che ci hanno sempre insegnato i piloti. Verrà ricordato anche per un Fuori Giri nell’insegna dei vincitori lasciando fuori il numero 46 dalla discussione… Forse il vento sta cambiando, e mentre noi appassionati stiamo cercando di capire che fine farà il nostro sport, tutti gli altri torneranno a fare il tifo negli stadi lasciando spazio al rombo dei motori e alla bravura dei loro alfieri.

giovedì 21 aprile 2011

Pusillanimi


Non c’è uin aggettivo migliore per definire l’atteggiamento del Governo o dei Governi di fronte al problema nucleare di cui tanto si parla dopo i fatti avvenuti in Giappone. Forse non è ben chiaro, ma l’Europa è una fucina di centrali nucleari e alcune sono mooooolto più vetuste di quelle giapponesi. Forse non è ben chiaro ma un problema in Romania o in Rep.Ceca lo pagheremmo come avere una centrale in Maremma o in Emilia. Le centrali nucleari europee accendono tutti gli elettrodomestici di casa nostra. Ma mentre chi ce l’ha in casa non paga “niente” noi siamo costretti ad importare l’energia perché siamo convinti di essere più ecologici degli altri. Ma chi dice no al nucleare la conosce la cartina delle centrali europee? O parla per dare fiato alla bocca com’è uso fare in Italia? Perché i signori politici tutti mi sa che non hanno ben chiaro cosa sia la spesa energetica ed in euro di questo paese. Loro pensano alle cazzate e a tutto ciò che serve a distrarre l’opinione pubblica becera e ignorante invece che creare un popolo consapevole dei vantaggi e dei rischi. Cavalcano i congiuntivi di Di Pietro piuttosto che ascoltare i pareri di illustri personaggi in primis Margherita Hack o Veronesi che tanto piacciono alla sinistra. Non è con la negazione che si ottiene il progresso. Dire NO e non proporre alternative valide significa essere dei qualunquisti e fare solo demagogia. Il nostro mondo è seduto su di una pentola a pressione e non è che dicendo NO ci allontaniamo dai problemi. Tutto è basato sul compromesso, tutto… Se accettiamo il mondo che abbiamo sappiate che ogni cosa è fatta a discapito di un'altra. Ogni cosa è la conseguenza del suo opposto. Ti piace leggere una rivista scientifica? Bene sappi che lo stesso editore è anche proprietario di una casa che distribuisce riviste e film hard. Vai in auto? Sappi che una branca di quella casa automobilistica fornisce componenti per missili da guerra. Usi il navigatore? Sappi che lo stesso satellite osserva obbiettivi militari e può fornire coordinate per colpirli. La nota azienda di giocattoli, che piacciono tanto ai bambini, fornisce particolari in lega leggera per l’assemblaggio delle pistole. L’azienda che costruisce l’ecografo dove tu hai guardato tuo figlio crescene nella pancia della madre fornisce l’elettronica per le bombe intelligenti. Vogliamo andare avanti? A cosa serve negare il nucleare? A nulla!!!!! Serve solo a continuare a pagare gli altri per avere la stessa energia che potremmo costruirci da soli con i soliti rischi di chi ha le centrali. Mi piacerebbe che a tutti quelli che andranno a votare al referendum venisse tolta l’energia elettrica “prodotta” col nucleare facendogli usare solo quella proveniente dalle dighe, pale, pannelli e quant’altro. Piano piano si spengerebbero le loro abitazioni, i loro computer, i loro condizionatori come già succede quando la richiesta è alta nei mesi estivi. Questo è il dazio da pagare per il vostro e nostro benessere quotidiano ricordatevelo al pari degli esempi sopra citati. Il NO fa capire di quanto siete ottusi e lo stop da parte dei Governi di quanto siano pusillanimi.

lunedì 18 aprile 2011

Laurea breve


Ha ragione Sanchini quando dice che Assen da Università della moto si è trasformata in una laurea breve. Anzi, per chi scrive è forse un più un diplona superiore, tanto bruttine sono state le modifiche fatte per renderlo più sicuro. E se laurea breve deve essere, ieri il circuito olandese ci ha regalato tre laureati che hanno mostrato tutto il loro sapere in fatto di moto e altro. Il primo senza dubbio è Carlos Checa quel ragazzotto ritrovato in sella alla Ducati, senza ombra di dubbio ufficiale e gestita egregiamente dal Team Althea. Non è che rimarcando la parola “ufficiale” si sminuisca il pilota iberico, però ci fa un immenso piacere ritrovare la ex rossa ancora al vertice con un pilota che almeno fin qui sta dimostrando tutto il suo valore guidando saldamente la classifica con 43 punti di scarto sul secondo, ovvero il campione del mondo Max Biaggi. Checa ha fatto due manches quasi uguali. Ma mentre nella prima non è riuscito a saltare il gruppetto che inseguiva Biaggi e Rea in fuga a quasi due secondi, nella seconda ha guidato la gara magistralmente senza il minimo errore, con attaccata fissa agli scarichi, l’Aprilia numero uno. Biaggi ha provato a rompere gli indugi a tre giri dal termine, ma il Checa di ieri ha fatto vedere che quest’anno bisognerà sudare parecchio per batterlo. Max si è presentato ad Assen con un adesivo raffigurante un pollo, a sottolineare il week-end negativo di Doningthon, e solo Checa e Rea sono riusciti a negargli la vittoria, a dimostrazione di un gran cuore e di una gran classe. Finalmente si è rivisto Rea nella gara di casa (il suo team ha la sede a 30 km) che ha totalizzato i soliti punti di Checa arrivando primo in Gara 1 e terzo in Gara 2. Speriamo che anche lui sia della partita per un mondiale recitato da più attori. Primo stop per l’esordiente Melandri, dopo un discreto 4 posto in Gara 1 ha assaggiato l’asfalto in Gara 2 quando era all’inseguimento con Rea del duo Biaggi-Checa che avevano preso un ritmo superiore rispetto alla mattina. Buona anche la prova di Fabrizio sempre nei primi otto con una Suzuki che c’è e non c’è. Il team BMW invece ha visto cadere sia Corser che Haslam alle prese con una moto non sempre ottimale e un po’ troppo “laboriosa” nella gestione del pacchetto telaio gomme.

Peccato infine per la supersport che era in chiaro per tutti, massacrata da due cadute con relative Red Flag e ripartenze che hanno messo in confusione il nostro Scassa che alla terza ripartenza, fatta non tanto bene, nel tentativo di ricongiungersi con il suo compagno di squadra Davies, ha tamponato il francese della Honda Marino finendo la gara nei sassi. Vince Davies davanti a Foret e Parkes con la classifica che si accorcia. Nota di colore per la telecronaca dell’amico Luca Sordi al quale va il mio personalissimo messaggio: “Caro Luca, non importa fare per forza il Giò di Pillo per essere ascoltati. Vai bene lo stesso anche con la tua voce e flemma che ti hanno sempre contraddistinto ;-)”. Adesso il circus si sposta a Monza in una pista a mio avviso “stupida” e vecchia dove a regnare non sarà la guida pura, ma solo una prova di gas, freno, coraggio ma soprattutto fortuna se si esce indenni dalla prima chicane. Mah….

giovedì 7 aprile 2011

Lei non sa chi sono io!

Frase tipica dell’italiano medio. Tutti in Italia sono qualcuno. Perfino il cugino della sorella della mamma dell’amico del nonno dello zio che fa il portiere ad Arcore. Per i personaggi pubblici il discorso è un po’ diverso. Prendiamo ad esempio Valentino Rossi. Il campione di Tavullia ha storto il naso sia quando ha preso un 4 in pagella dal giornalista, sia quando (cosa ben più grave) Stoner lo ha meleggiato negli stessi modi che lui ha adottato in questi lunghi anni di carriera vittoriosa. Il problema è che sia Stoner che io, noi tutti appassionati di moto sappiamo chi sei.

Sei quello che agli inizi carriera correva già super sponsorizzato Dainese al campionato italiano ed europeo (moto gialla Belzebù).

Sei quello che è approdato al mondiale portando una ventata di gag, tra le quali la Schiffer al Mugello.

Sei quello che ha vinto il mondiale 125.

Sei quello che ha vinto il mondiale 250

Sei quello che è passato alla 500 chiedendo alla Honda il miglior tecnico in circolazione Jeremy Burgess.

Sei quello che ha vinto l’ultimo mondiale delle 500 Gp.

Sei quello che ha vinto il primo mondiale della Moto Gp

Sei quello che levava gas sul rettilineo del Mugello (ed in altri circuiti) perché la superiorità della Honda 4tempi rispetto alle due tempi era imbarazzante, e a metà gara te ne andavi sempre.

Sei quello che “ha fatto a botte” con Biaggi prima di un podio

Sei quello che alla prima Honda 4 tempi data ad un pilota coriaceo (Barros Team Honda Pons) ha dovuto combattere seriamente (Motegi 2002 se ben ricordo)

Sei quello che ha fatto capire alla Honda che senza un bravo pilota e un bravo tecnico non vanno da nessuna parte.

Sei quello che ha preso un camion di motocicletta (la Yamaha) e la resa una moto vincente sin da subito (Biaggi diceva le stesse cose ma non aveva la furbizia di farsi ascoltare)

Sei quello che ha perso il mondiale per sfortuna e per la costanza del vincitore (Hayden) nel 2006

Sei quello che le ha prese da Stoner nel 2007 al suo debutto con la Ducati

Sei quello che nel 2008 ha tagliato il cavatappi a Laguna Seca e non è stato sanzionato ed hai vinto il titolo per due anni consecutivi.

Sei quello che ha fatto un bel sorpasso a Barcellona nel 2009 ai danni di Lorenzo

Sei quello che l’anno dopo sei caduto un po’ a “bischero” alle Biondetti per cercare di infastidire il tuo compagno di squadra che poi ha vinto il titolo.

Sei quello che è montato su una moto vincente (Ducati) e ancora devi capire come si guida.

Sei quello che ha portato il nostro sport ad un livello più “popolare” coinvolgendo non solo gli appassionati ma purtroppo anche i “tifosi” che sono usciti dagli stadi ed hanno fischiato Lorenzo al podio di Misano.

Come vedi c’è chi sa chi sei… e lo sa anche Stoner e non importa che tu lo dica… Forse è proprio perché lui sa chi sei veramente che ti ha detto che sei più ambizioso che talentuoso… Ma questo non è un difetto…

mercoledì 6 aprile 2011

Chi è Mauro Pelella

Vi spiego chi è Mauro Pelella. Prima di oggi nessuno conosceva questo nome, se non gli amici e i familiari di questo ragazzo che si guadagna da vivere onestamente facendo un non bel lavoro, ovvero la guardia giurata su di un furgone portavalori. Ma Mauro Pelella è molto di più oggi. Pelella è quella persona che ha sparato contro tre rapinatori che un bel giorno si sono presi la briga di entrare in una banca e svaligiarla. Oggi Pelella è stato arrestato (neanche fermato) e accusato di omicidio volontario. Siamo al paradosso. Pelella cari i miei signori ben pensanti sono tutte quelle persone che al rientro in casa hanno trovato la porta aperta scassata o la finestra rotta, cassetti aperti, disordine sparso e nella più comune delle ipotesi atti vandalici di ogni tipo. Pelella siamo tutti noi quando indignati dell’omicidio di Avetrana o di Bergamo abbiamo detto in coro all’unanimità “se l’avessi per le mani l’ammazzerei!!”. Pelella è quella donnina strascicata per un bel po’ di metri sul selciato nel tentativo di salvare la borsa con la pensione dentro. Pelella sono i genitori di quella ragazza recentemente uccisa dal “marocchino” nel posteggio di un supermercato. Pelella sono i genitori di quelle ragazze brutalmente stuprate, picchiate da individui che poi dopo poco ricircolano impuniti per le nostre strade. Pelella siamo tutti noi quando cerchiamo e invochiamo giustizia e non ci viene riconosciuta per una totale negligenza da parte degli organi preposti. E non stò parlando degli agenti. Sapete cosa succede dopo un arresto per furto? Una montagna di scartoffie, 6 ore in una cella di transizione e dopo di nuovo in strada per delinquere. Fatevi raccontare quante paginate di nomi falsi hanno i delinquenti abituali soprattutto quelli stranieri.

Chi si riconosce in queste figure? Spero in pochi perché se vi dovesse capitare un fatto appena narrato diventereste tutti Pelella. Interi paesi devastati dai furti, ville, appartamenti nessuno escluso. Cassetti rimossi, ricordi rubati come la catenina di tuo figlio il giorno che è nato. Vi dicono niente queste cose? Spero vivamente di no! Ma esistono e stanno aumentando in maniera esponenziale. E allora di fronte ad una totale latitanza dello stato monti la rabbia e gridi vendetta. E alla prima occasione, tu che lavori su un furgone portavalori, e che leggi notizie di assalti e quant’altro, ti trovi davanti al fatto che non ti aspetti… E te li ritrovi li davanti, sulla macchina nel tentativo di scappare, tu contro di loro. Anni di denunce, di storie tristi raccontate, di furti subiti, ti passano davanti in un secondo e decidi che è il momento di erigerti a paladino della giustizia, quella giustizia che tu sai latitante. In quei colpi sparati uccidi tutti i tuoi peggiori incubi, tutti le tue paure, e speri che quel giubbotto che porti tutti i giorni non debba più servire.

Ecco chi è Pelella signori miei. Siamo tutti noi, gli stessi che giurano vendetta nelle auto per una banale lite al codice. Tutti siamo Pelella quando ci toccano in prima persona. Tutti. Nessuno escluso. Gli esclusi sono quelli che vivono sotto due metri di terra o passano le loro giornate dagli psicologi per colpa delle persone che non sono state consegnate alla giustizia. Questo è Mauro Pelella da Bergamo

lunedì 4 aprile 2011

Stelle Cadenti


Se avessi scritto questo post all’ottavo giro avrebbe avuto un tono un po’ diverso. Comunque, anche cambiando l’ordine degli addendi il risultato non cambia una domenica bella e brutta per il motociclismo italiano. Bella per la vittoria ed il terzo posto per Iannone e Corsi nella Moto2, categoria nonostante tutto affollata, brutta per una 125 oramai priva di italiani, e per una MotoGp con soli 12 piloti all’arrivo dei quali dal quinto in poi ad oltre un minuto dal vincitore. Questa è la serie A delle moto per la quale si sprecano fiumi di parole senza neanche arrivare alla fine di un discorso concreto o ad una presa di posizione definitiva nei confronti dell’uno o dell’altro, tanto da mettere off l’audio del televisore e guardare le corse senza il commento.

Di rilievo poi cosa c’è stato…. Vediamo un po’… Ah!!! Che bischero, il consiglio preso alla lettera da parte di tutti di abbattere Stoner invece di batterlo sul campo… un po’ come successe a Laguna Seca 3 anni fa… Dopo aver fatto un warm up da pilota supersensibile alla guida e quindi sul bagnato livellando le prestazioni delle moto, il nove volte campione del mondo, il fenomeno alla frutta con la moto che Stoner riusciva a guidare, il salumiere di Tavullia quello che oramai ci propina la spalla tutti i giorni, spinto dai suoi tifosi di tutto il mondo ed anche dai commissari, si è scordato che sul bagnato le moto hanno grossi problemi di aderenza, ed anche se il pilota che lo precede di una decina di metri lascia due metri di spazio tra lui e il cordolo, non è per far passare qualcuno, ma bensì per cercare di fare una traiettoria migliore in condizioni precarie come ieri… Evidentemente il fenomeno Rossi a corto di idee sull’asciutto ha pensato bene di riavvivare un po’ il suo campionato con gesti che in passato gli hanno valso il suo soprannome ma che da due anni a questa parte stenta ad affermare. Così è scivolato davanti a Stoner tirandolo giù anche lui in un innocua (per fortuna) caduta a due. Ma la bravura di Valentino è anche questa, perché una volta caduto, è riuscito a ripartire grazie anche ai 7 marshall che lo hanno aiutato lasciandone soltanto uno al povero Stoner che non è più ripartito. E così è stato anche per Simoncelli e De Punet, ma non per Abraham… (certo loro non sono famosi ne hanno il padre con l’autodromo)… Ma i commissari non dovrebbero essere li per tutelare tutti? Mah!

Poi c’è la gara vinta dal solito coriaceo Lorenzo, attendista e cattivo quanto basta per regolare un secondo-non-male Pedrosa che oggi si opererà anche lui alla spalla (ma si mormora che il danno sia meno grave di quello di Valentino). Terzo Hayden che comunque era li, senza troppi errori, puntuale come lo fu nel 2005 quando poi vinse il mondiale che-nessuno-ricorda. Per il resto tante cadute sia a terra sia di categoria anche da parte di chi considera la Superbike una categoria di serie B (Capirossi docet). Alla fine siparietto di scuse con il buon Rossi che va nel box Honda da Stoner senza neanche spogliarsi, ne levandosi il casco, ma portandosi il “seguito” di telecamere e adulatori per far vedere che anche lui tende la mano e scende tra di noi. Peccato che Stoner non sia un ragazzo sprovveduto anzi, lo ha ripagato con la solita moneta che usa Valentino nei confronti dei suoi avversari e questo a me è piaciuto molto, anche perché quest’anno Valentino arriverà spesso quando Stoner si è già cambiato…

La prossima si disputerà in Portogallo e c’è già chi sta facendo la danza della pioggia svegliando l’anticiclone delle Azzorre sperando in una gara bagnata…

mercoledì 30 marzo 2011

Willy Signore e vengo da un motore (1995 – 29 Marzo 2011)

Non so quanti di voi abbiano avuto la fortuna di avere in casa un amico a 4 zampe. Era una sera del 1995 della quale non ricordo il mese ma solo il giorno della settimana, sabato, quando ad un tratto, nella via Trento, udii un miagolio che proveniva da dentro il cofano di un auto. Tentai di chinarmi per vedere sotto il motore, ma il curioso gatto, poco più che cucciolo, si era incastrato sotto il cofano e non ne voleva sapere di scendere. Casualmente l’auto era aperta e così alzai il cofano per liberare questo piccolo felino cittadino. Piccolo, brutto, puzzolente e sporco, come se avesse fatto lui il cambio d’olio all’auto e anche denutrito, decisi di portarlo in casa per poi consegnarlo al gattile il lunedì mattina, anche perché nella mia piccola casa c’era già un gatto che reclamava la mia attenzione. Da quella sera quel brutto gattino è sempre rimasto con me, diventando Willy, un bellissimo gatto che poi ha accompagnato la mia vita per 16 lunghi anni. Si perché contrariamente alle persone, gli “animali” (odio questa parola) vivono sempre con te e soprattutto non chiedono nulla in cambio, solo quel sano affetto che dovrebbe caratterizzare anche noi “umani”… 16 anni con un altro essere vivente sono veramente tanti ed io li ho vissuti in pieno, e la mia tristezza di questi giorni è per la perdita di un amico al quale ho sempre raccontato tutto ed il quale mi ha insegnato tante cose della vita, anche come si affronta la morte, in maniera dignitosa, senza troppi lamenti, ma solamente perché è un passaggio, l’ultimo della vita terrena.

Willy, il gatto con una persona dentro, era questo e molto altro, e solo chi conosce l’immensa filosofia felina può capirlo… Grazie amico mio per tutti questi anni insieme, grazie per avermi accettato nel tuo mondo e grazie per aver accettato il mio…

A tutti voi lascio questa antica leggenda pellirosse del Ponte dell’Arcobaleno affinchè rechi sollievo alle persone che hanno perso il proprio amico… come me

http://www.micimiao.it/Arcobaleno.htm

lunedì 28 marzo 2011

Giletti come Gilette

Ebbene si, per la seconda volta il modesto Massimo Giletti ha posto in trasmissione fatti e argomentazioni degni di una persona libera nel dire le cose giuste al momento giusto. Lo aveva fatto una prima volta, bacchettando Luca & Paolo per quella uscita infelice la prima sera del festival Sanremese e lo ha rifatto ieri, in un dibattito un pò più serio del festival della canzone italiana ovvero mentre si parlava di clandestini. Il buon Giletti ieri si è riscattato di anni di torpore televisivo, con quella perenne faccia da 6+, quella dose eccessiva di fondo tinta e quelle espressioni che hanno sempre saputo di poco. Ieri Giletti ha fatto il Ministro degli Esteri bacchettando senza troppi giri di parole un diplomatico di Malta, il quale non ha voluto dare troppe spiegazioni sul perchè a Malta non sbarcano i clandestini. E sull'incalzare dell'inciso di Giletti che insisteva che a Malta sparano, il diplomatico si è inceppato più volte fino a che il presentatore non lo ha tagliato definitivamente fuori. Non solo. Ha preso l'esponente del PD che come sempre vigliaccamente si sciacquava la bocca con gli extracomunitari e gli ha messo sotto il naso che Zapatero (di "sinistra") agisce nello stesso modo senza troppi giri di parole. In Italia siamo arrivati a questo? Siamo "ostaggi" di persone non politicanti che praticano meglio la politica dei politici? L'atteggiamento di Giletti è stato l'atteggiamento che gli italiani si aspettano dai politici eletti, ora come non mai, sopratutto in merito alla questione degli sbarchi. E' andato oltre la Lega, oltre Frattini, oltre il PD e i suoi esponenti, oltre l'azione del soporifero governo. Nell'unita di Italia ha fatto l'italiano che si è rotto di fare da zerbino al resto dell'europa. Il nostro caro governo del "ce l'ho duro" o del "mi consenta" è l'ora che si svegli perchè mi sembra che anche a Lampedusa siano italiani. E' l'ora che chi sbava dietro le veline (tutti!!!!) si dia un pò da fare perchè non c'è solo la Libia in rivolta e le cose non possono altro che peggiorare. Se poi ci sono persone volenterose che vogliono accogliere i profughi, PD, umanisti, vescovi, è l'ora di aprire le vostre ville e le vostre chiese, i vostri chiostri e siate accoglienti.... se vi riesce....
Per tutto il resto noi siamo come loro... Siamo su un barcone in mezzo al mare e non abbiamo neanche degli scafisti che ci conducono alla meta... perchè per il momento la meta non esiste. Per adesso siamo la metà degli altri, ma quanto potrà durare ancora?