mercoledì 18 maggio 2011

Parole soltanto parole

Ho aspettato due giorni prima di un commento a caldo sul Gran Premio di Francia a Le Mans, tante sarebbero state le cose da dire, forse anche sbagliate forse dettate da sentimenti contrastanti. Una cosa è certa, e mi rivolgo un po’ a tutti: per favore non rovinate il nostro sport!!! In primis ovviamente i responsabili, gli organizzatori, i direttori, i megapresidenti, che fanno solo chiacchere su tutto, senza minimamente esporsi, trincerandosi dietro i regolamenti, peraltro giusti, ma anche interpretativi, un po’ come sono le leggi quando contemplano aggravanti e attenuanti. Il nostro sport su due ruote si basa molto sull’equilibrio e oggi più di ieri questa variabile è stata portata all’esasperazione lasciando sempre più minori margini di errore. Nella dichiarazione di Paolo Ciabatti sul caso Biaggi si percepisce la pochezza dell’uomo che non ha saputo valutare oggettivamente il caso ed ha applicato delle regole scritte in realtà per altre casistiche, ovvero quei casi di estrema bagarre dove tutto è portato a centimetri e decimi tentando di preservare l’incolumità dei piloti. Ed è proprio in quei casi che gli uomini pensanti dovrebbero venire fuori, ponendo sul tavolo le loro decisioni e implementandole nelle regole scritte, stilando regolamenti sempre più precisi ed equi. Dall’altro fronte, quello dei piloti, non possiamo non citare Simoncelli, protagonista di siparietti e dichiarazioni pre gara anche condivisibili, cancellate in un sol colpo nella maniera peggiore di tutte al grido di predicare bene e razzolare male. Marco a Le Mans ha sbagliato e lo ha fatto nel peggiore dei modi perché il taglio su Pedrosa non lascia troppi spazi ad un interpretazione. E anche quell’episodio ha rimarcato la pochezza dei giudici che si sono limitati ad una sanzione tenera applicando, appunto, il regolamento. Simoncelli e Biaggi due fatti, due pesi, la stessa misura. Il nostro sport cari signori burocrati, è uno sport strano e atipico sotto ogni punto di vista, anche quello atletico, e non può essere relegato a determinate regole. Le regole vanno bene quando si parla di tecnica, ma sul comportamento dei piloti e della dinamica dei fatti, andrebbero prese decisioni che partono si da quella regola, valutando però il contesto, la causa e l’effetto. Capirossi su Harada, Rossi su Gibernau, Rossi su Lorenzo, Lorenzo su Dovizioso, tanto per citarne alcuni, tutti episodi maschi e al limite della correttezza, ma ci stanno perché inseriti in contesti precisi e riscontrabili. Non ci stanno episodi e relative decisioni come Rossi su Stoner a Laguna, Biaggi a Monza, o Stoner su De Puniet… dove sono state prese decisioni all’opposto valutando i personaggi da una parte e le regole scritte dall’altra. Non importa codificare tutto ma importa valutare al momento la causa e l’effetto perché è così che si corre in moto: una curva la fai bene mentre l’altra sei in terra perche quel decimo di centimetro di gomma ti ha lasciato… I piloti quando sono in gara vivono una dimensione che non è riportabile alla realtà quindi anche le regole dovrebbero essere scritte valutando sempre il momento preciso in cui quella norma viene infranta. Tutto il resto sono solo parole.

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