lunedì 9 agosto 2021

Il mio pensiero su Valentino Rossi

 


Che Valentino Rossi sia stato un icona del motociclismo moderno da oltre 25 anni a questa parte è un fatto indubbio. Grazie a lui si sono riempiti gli autodromi generando quel mare giallo che da sempre lo ha sostenuto. Chi all’epoca non si è mai appassionato delle sue gag, delle sue gare e duelli con i rivali storici specialmente con gli italici Capirossi e Biaggi, (con quest’ultimo si presero anche “a cazzotti” prima di un podio). Tutte cose indelebili per un appassionato come me che ho sempre tifato al motociclismo e ai suoi eroi (cit). Essendo stato a bordo pista per qualche anno (Mugello) ed avendo conosciuto numerose persone del paddok, potrei elencarvi una serie infinita di aneddoti sui piloti scoprendo a volte anche cose “spiacevoli” ma che non hanno mai intaccato il rispetto per quello che in realtà sono: piloti! Esultai per l’allora vittoria in Sudafrica contro Biaggi, ed ho anche quasi esultato per la “spallata” a Gibernau a Jerez allora definita un episodio di gara. Ma mentre il mito di Rossi cresceva, popolando sempre più tribune, cresceva anche un po' troppo “permessivismo” nei confronti del campione di Tavullia, nonchè una completa genuflessione della stampa di settore, facendolo diventare un Messia intoccabile, al quale venivano concesse un po' troppe libertà a fronte di un grosso ritorno economico (per Dorna). Il crack l’ho sentito nel 2008 a Laguna Seca in quel famoso sorpasso su Stoner al Cavatappi non sanzionato ma esaltato in oltre modo quando in realtà il regolamento recita diversamente. A quel punto una buona parte dell’opinione pubblica ha iniziato a tifare in stile calcistico, con applausi a piloti che cadevano, poster di finti animalisti a Misano, fino ad arrivare ai fantocci impiccati e relative tombe. Mi sarei aspettato una condanna da parte di Rossi, o almeno un distacco e perché no, a riportare la dialettica ai vecchi dibattiti da bar sport. Non lo ha mai fatto perché Rossi è stato campione mondiale in comunicazione e furbizia, peculiarità che lo ha portato ad avere sempre il massimo in fatto di tecnica (meccanici, sponsor, materiale, etc). Da li alla costruzione del fenomeno è stata breve. Ma come tutti gli pseudo fenomeni, e si badi ritengo Rossi un grande campione, arriva al punto che ti scontri con una realtà più grande della tua: Ducati. Li il fenomeno è sparito, volatilizzato, tanto è che neanche Burgess riusci a metterci una pezza. Ducati aveva già il suo fenomeno (vero) ma lo preferì al campione immagine a quello che gli avrebbe portato, quel valore aggiunto che solo Rossi “poteva” portare. La storia poi sappiamo tutti com’è andata e addirittura qualcuno arrivò a dire in diretta tv “moto di merda” (Cereghini in Australia) pur di giustificare un totale fallimento. Purtroppo la corsa di Rossi motociclista si affievolì in un tragico giorno di Ottobre, quando a Sepang fu coinvolto nell’incidente di Marco Simoncelli. Io mi sono sempre chiesto cosa ha pensato in quel momento e umanamente gli sono sempre stato vicino ma è indubbio che qualcosa in lui si ruppe. Paradossalmente ho apprezzato più il Rossi dal 2012 al 2015 perché il suo atteggiamento era cambiato, pur non vincendo, ma sempre cazzuto a combattere nonostante gli anni stessero passando, nonostante la presenza in pista di Marquez e Lorenzo. Ma è sempre in Malesia e sempre a Ottobre che si consuma un altro dramma, per fortuna non luttuoso, ma umano e sportivo. Il vecchio campione sentendosi forse non più vincente (grande errore di valutazione perché era in corsa per il titolo), con un tentativo maldestro e plateale, decide di dare l’ennesima “spallata” all’avversario non tenendo conto di avere di fronte una quasi copia di se stesso con ancora più talento. Quell’anno il mondiale lo vincerà Lorenzo ma ancora una volta il fenomeno della comunicazione attirerà a se i suoi tifosi (e la stampa) facendogli gridare allo scandalo ribattezzato biscotto. Quello è stato veramente il decimo titolo per Rossi, non in sella ad una moto ma sulle pagine dei giornali e della rete. L’ultima vittoria risale ad Assen 2017 (gara bagnata) fino “all’agonia” di questi ultimi anni, vegetando in posizioni poco consone ad un campione come lui, anche se il suo mantra è sempre stato: articolo quinto chi intasca più soldi ha vinto.

Mi dispiace che tu non ti sia ritirato da vincente e comunque ti ringrazio per il tuo contributo al nostro sport. Ringo DJ ha scritto su twitter che avresti potuto migrare in SBK alla ricerca del decimo titolo e sono perfettamente d’accordo con lui. Ma tu da vecchia volpe non sbagli di certo due volte: andare in SBK oggi significa combattere contro Rea, Ratzgatioglu (prima o poi lo scriverò bene) e gli altri. Meglio evitare figure barbine. 

Ciao Vale grazie di tutto, ma sopratutto ciao a voi popolo giallo che smetterete finalmente di essere beceri e ignoranti, che siete diventati intenditori di moto dall’oggi al domani guidando uno scooter con la borsa della spesa tra le gambe. Tornerete negli stadi dove i calciatori si accasciano a terra come nelle migliori sceneggiate e lascerete gli spalti agli appassionati di moto, che hanno amato e ultimamente anche criticato Valentino Rossi, perché comunque è un pilota, che fa parte di quel bellissimo mondo che è il motorsport.