lunedì 8 novembre 2010

La legge del più forte


Jorge Lorenzo da Maiorca nel 2010 è stato il pilota più forte di tutti. Punto! Nessuno come lui anche nel computo dei punti totali, 383 in una sola stagione. I gufatori, detrattori, tifosi di altri, pseudo-giornalisti, ex piloti hanno voglia a pontificare da pulpiti con folle oceaniche di "milioni" di spettatori (Cereghini docet). Dopo la gara dell'Estoril era quasi imbarazzante per un appassionato di moto ascoltare il dopo gara quando, confrontando le vittorie di Lorenzo (8) e quelle di Rossi (2) si diceva che i "due sono forti uguali". In un bellissima riflessione (qui) Misterhelmet Ragno dice tutto ciò di logico e di corretto che si poteva dire dopo la gara ma oggi, alla chiusura dei giochi, di fronte alla scritta GAME OVER su questa stagione, è giusto che anche il popolo dei motociclisti, quelli veri, quelli che non esultano se un pilota non italiano cade a terra, abbia la sua voce nei confronti di telecronache e trasmissione bulgare. Mi meraviglio che, sia Cereghini che Lucchinelli, si prestino a questo giogo mediatico a discapito del vincitore solo perchè non è Rossi. Mi meraviglio che Lucchinelli dica che "a Stoner l'anno scorso gli è venuto il mal di testa". Di certo a lui non viene, tanti sono gli analgesici che ha preso. Mi meraviglio che Cereghini arringhi la folla becera dell'EICMA per strappare un facile applauso per aver esaltato le gesta di Simoncelli, eroe di aver rintuzzato il sorpasso a Lorenzo. Non so poi cosa è stato detto perchè ho spento la tv, tanta l'amerezza di questa scarsa e faziosa informazione. Mi sono goduto una bella gara, con un campione vero che le ha suonate a tutti, anche a chi l'anno scorso aveva "il mal di testa", che forse gli è venuto a guidare la moto in quella maniera spettacolare ed avere un team che ha pensato più ai risvolti commerciali che "coccolare" (Capirossi docet) il suo fantastico alfiere. Bravo il Sic che ha dimostrato carattere, ma se li deve ricordare i segni sulla tuta perchè le gare hanno un inizio e una fine, e non sono solo dei sorpassi garibaldini a metà gara che portano punteggio. Bene anche Spies e il Dovi, stoico Pedrosa fino ad arrivare allo scarso resto del gruppo. Ciao Melandri, non mi hai mai entusiasmato più di tanto, ma ti seguirò con piacere in Superbike e spero che tu segua un pò i consigli del campione del mondo, certo Max Biaggi, anche se non correrete per la solita marca. Da martedi si ricomincia l'orgasmo collettivo di chi punta sul rosso, come se gli altri fossero comparse. Si perchè è stato detto anche questo, che senza Rossi le gare sono una noia... Non mi sembra... Sicuramente Valentino farà subito bene in Ducati e noi tutti ce lo auguriamo, ma non perchè è Valentino, ma perchè è un pilota, come gli altri 17 o 16 quanti saranno, perchè se non avesse gli avversari non sarebbe un fenomeno, ma uno che gira da solo contro il cronometro. Se poi trova anche avversari tosti, allora si che si esalta la prestazione sportiva, omaggiando sempre sia i vincitori... ma anche i vinti. In piedi sul divano bisognerebbe starci per tutti perchè, chi cambia canale se Valentino non vince o non c'è, non è uno sportivo ma solo un becero e ignorante tifoso. Un super applauso anche a Marquez che a 17 anni, con la serietà di un vecchio saggio, è diventato campione del mondo della 125, e poco importa se la sua bandiera non ha tre colori ma solo due, perchè è il figlio che ogni appassionato di moto vorrebbe avere.
Adesso rintanatevi nel vostro silenzio invernale, nel vostro letargo facendo un pò di sano zen o autocritica o quello che vi pare, tanto so già che all'accendersi del primo semaforo verde sarete di nuovo li ad esultare o inventare nuove scuse oppure, in un ipotesi remota, molto remota, inizierete una nuova era che guarderà non ad un solo pilota, ma a tutti indistintamente, come insegna sempre il DottorCosta.
Bye Bye... boys...

domenica 17 ottobre 2010

CVD Come Volevasi Dimostrare

Spunti interessanti dopo il Gran Premio di Australia degni di qualche riflessione. In primis il primo e secondo posto di De Angelis e Redding in Moto2. Un risultato che va oltre il gesto sportivo, perchè entrambi i piloti sono reduci da quel brutto incidente che ha portato alla morte del povero Tomizawa, e questo podio li omaggia sia professionalmente che umanamente salendo insieme su quel gradino già occupato più volte dal povero Shoya. Detto questo, dalla lontana Australia vorrei anche parlare dell'atteggiamento di Valentino Rossi, non come pilota ma come sportivo, che per la seconda volta ha alzato la voce nei confronti della Dorna (Ezpeleta) rea di inginocchiarsi troppo ai voleri della Formula Uno. Il maltempo di questi giorni, miracolosamente evitato per la gara, dovrebbe far capire che il gran premio andrebbe corso in altro periodo, senza se e senza ma, perchè ragazzi che vanno oltre i 300 all'ora su due ruote, devono essere tutelati anche dalle condizioni atmosferiche, quando prevedibili. Se effettivamente Rossi è la bandiera di questo sport negli ultimi anni, fa bene ad esserlo anche come portavoce dei disagi causati dalla pseudo concomitanza con altre gare di un altro sport che in comune ha solo i pistoni.
Detto questo gara un pò noiosa sotto il profilo dei duelli ma interessante all'analisi. Stoner ha dimostrato di essere ancora il numero uno, o almeno quello più veloce di tutti, quello più cattivo quello con maggior talento. Il suo avversario più tosto è proprio se stesso che ogni tanto si dimentica chi è. Vederlo guidare è una gioia ma anche un costante patema d'animo perchè non sai mai se la fisica avrà il sopravvento oppure no. La curva prima del rettilineo fatta completamente di traverso non ha euguali e a me piace anche così e spero che Suppo sia in grado di "supportarlo" anche in Honda.
Il neo campione del mondo Lorenzo si è beccato 8 secondi dall'australiano, ma quel che più conta è che ha veramente dimostrato, che una volta in tasca il titolo, è ritornato ad essere veloce, senza paure, colpito anche lui dalla sindrome del Dovi, trovandodi volta in volta avversari in stato di grazia che portano il nome di Pedrosa e di Stoner. C'è chi dice che dovrebbe tornare a vincere per non fare un pò di ombra sul titolo mondiale, ed anche se posso essere in parte d'accordo, oggi però ha rifilato 10 secondi al suo compagno di squadra Rossi, ultimamente utilizzato come prova del 9 per verificare lo stato del maiorchino. Valentino terzo in bagarre con Hayden fino all'ultima curva, ha finito la gara con tempi sul giro mai in grado di impensierire i primi due, lottando con un coriaceo Simoncelli ed uno strano Spies, il quale poteva farci vedere qualcosa di più su una pista che già conosceva. La moto numero 46 non va da sola e bisognerà impegnarsi per non far rimpiangere il precedente pilota.
Elegante e signorile l'attegiamento di Guareschi sul retro del podio, in completo "flirt" con Rossi dimenticandosi che il suo vero, ed ancora pilota, è arrivato primo... Va beh... in un periodo di "outing" cdome questo non ci possiamo stupire più di tanto anche perchè i due si potranno abbracciare subito dopo Valencia avendo avuto il benestare dalla Yamaha...
Bella come sempre la cornice di Phillip Island e belle le persone del pubblico, ordinate, civili, sportive che hanno mandato un bel messaggio agli incivili del vecchio continente, Misano in testa... Le bandiere sotto il podio festeggiavano il motociclismo e i suoi campioni, tutti nessuno escluso, come dovrebbero fare anche le testate giornalistiche nostrane, le quali hanno dato peso più al primo posto di Rossi in Malesia che al nuovo Campione del Mondo. Ma si sa i fenomeni non sono solo in moto...

domenica 10 ottobre 2010

Game Over


Come nella riuscitissima gag di Lorenzo, il motomondiale scrive Game Over sullo schermo anticipatamente sia per la MotoGp che per la Moto2. Nel giorno del tricolore (Rolfo, Iannone, Rossi, Dovizioso) svetta però in alto la bandiera spagnola, con due piloti costanti, duri, teneri e nell'ultima gara anche ragionieri. Elias si è ripreso la rivincita su se stesso e, dopo aver navigato in alto mare in MotoGp, ha ritrovato il sorriso in quella stessa squadra già campione del mondo 7 anni fa con lo scoparso Kato e, ironia della sorte, nell'anno della scomparsa di un altro pilota giapponese che Daijiro ne sponsorizzò l'entrata nel paddok. La faccia di Gresini parlava da sola e forse lo abbiamo rivisto sorridere di nuovo da quel lontano 2003. Discorso diverso per Lorenzo già campione del mondo 2 volte della 250 che centra anche l'obiettivo più ambito dopo tre anni di permanenza nella classe regina. Lo ha fatto nella maniera meno arrembante rispetto al suo carattere ma si sa che i mondiali si vincono anche così. Le varie congetture, sulle quali se ci fossero stati costantemente gli avversari più tosti ad insidiarlo per il titolo, lasciano il tempo che trovano, perchè anche così si diventa campioni. L'unico neo è il post gara del Giappone quando poteva risparmiarsi di andare a lamentarsi per il comportamento del suo avversario e compagno di squadra. Un pò in parte lo ha chiarito in Malesia, dove ha candidamente affermato di avere paura di farsi male e, forse, di perdere il titolo nella maniera peggiore. Un traguardo così ambito merita tutti i calcoli del caso e adesso che è diventato finalmente campione tornerà sicuramente ad essere quel pilota che tutti conosciamo con la speranza che animi le ultime tre gare rimanenti insieme agli altri 4. E' brutto ridurre la MotoGp a soli 5 partecipanti, ma vuoi per scelte tecniche, vuoi per talento, in mancanza di Stoner e Pedrosa ieri la corsa l'hanno fatta in tre relegando il resto del gruppo a duelli, peraltro combattuti, nelle retrovie. Game Over su Valentino Rossi tornato finalmente alla vittoria chiudendo un lungo ciclo di assenza dal gradino più alto del podio. Non che dovesse dimostrare altro però, per il pubblico più attento, una vittoria nell'anno di addio alla Yamaha, dopo il suo infortunio, serviva per ristabilire un pò quei valori che hanno sempre contraddistinto il campionissimo di Tavullia. Game Over per Pedrosa e Stoner funambolici quanto fragili e, se il primo questa volta è incolpevole suo malgrado, il secondo non può buttare alle ortiche gare "già" vinte al primo giro. Stoner dei 5 è quello più veloce ma anche quello più fragile e se quest'anno la responsabilità va attribuita anche a delle scelte tecniche (commerciali) di Ducati, speriamo che il buon Livio Suppo con i colori ufficiali della casa madre, riesca a riportare Casey ai fasti del 2007. Game Over (speriamo per lui) sul povero Dovizioso che ogni qualvolta si trova qualcuno davanti sempre più veloce, impedendogli una vittoria netta e non ai punti come quella di Doningthon... Game Over su Ezpeleta genuflesso alla corte di Ecclestone, entrambi redarguiti da Rossi il quale ha fatto benissimo a muovere delle critiche nei confronti di questa sudditanza che il popolo delle moto non si merita. Chi guarda la F1 può guardare le corse in moto, ma non viceversa... Noi non guardiamo le partenze! Noi guardiamo gare intere, ricche di sorpassi in pista (non ai box). Se Ezpeleta non è in grado di affermare la sua indipendenza, anche negli orari di partenza, che cambi mestiere perchè la fuga dalla MotoGp non è solo una questione di costi. Invece di fare la guerra a Infront e alla Superbike, si coalizzi con i fratelli Flamini perchè in un momento di crisi generale come questo l'unione fa la forza. Pensi al modo di rinfoltire la griglia del suo gioiello perchè le prospettive per l'anno venturo non mi sembrano così rosee anzi... se si continua di questo passo ci sarà veramente un Game Over, ma su tutto il motomondiale...

lunedì 4 ottobre 2010

Noi uomini duri


Tre gare maschie hanno caratterizzato la domenica di ieri ed hanno riportato un pò più di attenzione sulla Valium-MotoGp, categoria che corre più sul "gossip" che in pista. L'uscita di scena di Pedrosa ci aveva un pò allarmati, in quanto ultimamente è stato l'unico pilota a movimentare un pò le acque della categoria e, di fatto, consegnando anticipatamente il mondiale nelle mani di Lorenzo che peraltro lo aveva già quasi in tasca. Gara dunque maschia ad iniziare dal suo vincitore Ba-Stoner tornato ai livelli di un tempo, con la moto che ha espressamente richiesto, e che solo ad Aragon gli è stata affidata. Fotocopia del mondiale passato quando, uscito dal tunnel della malattia, bastonò tutti nelle ultime 4 gare, Valencia a parte (le Bridgestone tradiscono prima o poi...). Un passo di gara impensabile forse anche per lui, ma che ci ha fatto ritrovare un bel campione alla sua 22 vittoria raggiungendo così King Kenny Roberts. Chi ci ha rimesso le penne più di tutti è stato Dovizioso, coriaceo secondo, che non ha mai mollato l'australiano se non alla fine, quando due o tre highside gli hanno consigliato che oggi non ce n'era per nessuno, meritandosi sportivamente anche i complimenti dell'avversario. Capitolo a parte lo meritano i due della Yamaha, Rossi e Lorenzo, ai quali sono rimaste le briciole dell'ultimo gradino del podio, ma con la valenza di come fosse il primo. Nonostante avessero annusato gli scarichi del Dovi e checchè ne dica Valentino ("potevo stare coi primi se non perdevo tempo dietro Lorenzo") i due si sono ritrovati negli ultimi due giri ad un bel confronto spalla a spalla per un bel pò di curve, con ripetuti sorpassi al limite, a mio avviso spettacolari, che ci hanno regalato un Valentino ritrovato e cazzuto, a dispetto delle premesse sul circuito-spalla e di un fresco campione del mondo che invece di accontentarsi ha tirato fuori una bella grinta da numero uno. Ovviamente non sono mancate le polemiche da parte di Lorenzo che ha chiesto una verifica in Yamaha del comportamento di Rossi, ma si sa le corse sono anche queste ed il numero 46 è molto bravo su questo piano, anche perchè in episodi più eclatanti non è mai stato sanzionato (Rossi vs Stoner Laguna Seca 2008) e come dice Massimo Falcioni su Motoblog.it: "Basta veleni e basta vedere commentare le corse dalla parte sbagliata del canocchiale".
E così mentre i commentatori del speriamo-che-Lorenzo-non-arrivi-prima-di-Vale rischiavano l'infarto, dall'altra parte del mondo, poche ore dopo, assistevamo a due manches spettacolari relegando il duello giapponese ad un semplice antipasto. Infatti a Magny Course si è svolto l'ultimo round del campionato del mondo Superbike, e con il titolo già assegnato, i piloti si sono trasformati in una sorta di mucchio selvaggio al grido di Highlander memoria "ne resterà soltanto uno!". Due manches spettacolari nel giorno della consacrazione del titolo costruttori ad Aprilia, nella conferma di un grande Biaggi e nell'addio al suo storico direttore di gara Alberto Fantini spentosi ieri per un male incurabile. Prima manche a Cal Crutchlow che ha domato gli inseguitori capitanati da un arrembante Haslam, un sempre più convincente Checa e un febbricitante Biaggi. Non paghi di tutto ciò Biaggi e Crutchlow si sono dati appuntamento alla seconda manche, ed anche se accompagnati da "nemici" diversi, Guintoli, Fabrizio, Haga (per poco), hanno continuato a darsele di santa ragione con il romano campione del mondo e l'inglese in partenza, che hanno proseguito le schermaglie anche sul podio (anche se nessuno sembra essersene accorto). Bello anche qui il duello per il terzo posto, fotocopia di quello avvenuto 8 ore prima in quel di Motegi.
La superbike ci lascia così, con una griglia sempre meno affollata, con un futuro incerto, e con gli occhi annacquati del fresco campione del mondo il quale, toltosi il quinto sassolino dalla scarpa, secondo il mio modesto parere sta meditando il ritiro dalle corse. Biaggi è un campione ritrovato, e se avete seguito lo speciale su La7, anche un uomo diretto, maturo, e riflessivo, che conserva le tute della sua carriera nell'armadio, anche quelle brutte (Honda e Ducati) senza mandarlo a dire troppo dietro con la consapevolezza di non avere avuto troppi torti in quelle diatribe. La storia la fanno i vincitori e chi verrà dopo di lui dovrà scrivere il suo nome solo dopo quello di Max Biaggi, moto italiana, pilota italiano, squadra italiana...
Ancora una volta, a tutti i piloti,.... grazie ragazzi!!!

lunedì 27 settembre 2010

Made in Italy!!!


Mi sono veramente goduto la gara di Superbike ad Imola!! In primis per il ritorno alla vittoria di un pilota molto discusso in passato (io ero tra i suoi detrattori), ma che, in fatto di guida, è sempre stato un esempio. Da quando è arrivato in Superbike, Biaggi ha dimostrato di essere cambiato, più uomo, più frizzante anche nelle battute, che celano sempre la verità, ma nel passato sempre dette a malo modo e con tempi sbagliati. Non fu forse vero quando disse che la Yamaha doveva investire e cambiare strategie? E così di Honda? Sbagliò perchè poi arricciò il naso come un bambino e non fece come Rossi che già aveva un altro carisma ed altri risultati da portare in dote. Il suo ritorno alle corse con le derivate di serie fece però capire l'importanza di Max Biaggi nel mondo delle due ruote, e subito ci fu una risposta mediatica da parte del pubblico che aumentò davanti al video e negli autodromi. Il resto è storia recente. Ducati gli chiuse la porta in malo modo, secondo me, poi il folle progetto di tornare a correre con la squadra 3 volte campione del mondo in 250. Una famiglia come la definisce lui, che lo ha portato sul tetto del mondo a 39 anni, e di smettere di correre non ne ha proprio voglia. Una vittoria veramente Made in Italy con un pilota che prende un quarto di ingaggio di un altro italiano che andrà su di una moto italiana (al 49%) e che se vorrà vincere questa volta sarà il secondo e non il primo a farlo. Moto italiana e sponsor italiano (Alitalia) che ha ricevuto una ventata di positività dopo tutte le vicissitudini societarie, e per questo un altro plauso in più a questa fantastica stagione. La maglietta riassume un pò tutto il Biaggi pensiero ma questa volta con tempi e modi giusti, strizzando l'occhio anche a Enzo Ferrari che affermava che un figlio paga un secondo al giro... Da Max a Max un bell'abbraccio virtuale e un...continua così!!!
Imola ha riservato anche altri spunti interessanti ad iniziare dal rivale di Biaggi, quel Leon Haslam, leone veramente di nome e di fatto, che ha fatto un prima manche come andava fatta, in attacco, sgomitando, spalancando il gas più degli altri, fino al sorpasso impossibile a Carlos Checa alla Rivazza. Un guerriero mai domo ed anche un signore nei modi nonostante la giovane età. Forse è anche per il suo avversario che Max nella seconda manche ha fatto il diavolo a quattro e non gli ha lasciato niente, fin quando il motore della sua Suzuki è esploso alla Villeneuve consegnado di fatto il titolo nella mani del romano. L'anno prossimo sarà in BMW e se tanto mi da tanto... Lascierà una squadra di un vero signore del paddock, quel Francesco Batta che è corso subito a congratularsi con Aprilia dopo l'uscita di scena del suo pilota e il motociclismo ha bisogno di queste figure.
Ho goduto per aver rivisto davanti il mio marchio preferito, la Kawasaki, guidata da un coriaceo Skyes (i suoi traversi alla Piratella erano pari a quelli di Cluthclow a Silverstone), impossibile da sorpassare anche per un fulmine come l'Aprilia a dimostrazione che la verdona è sempre la più "moto" di tutte.
Ho goduto perchè nonostante la Ducati si lamenti del regolamento, nella prima manche tre rosse sono salite sul podio, segno che tanto male non vanno e segno che l'operazione Rossi ha inciso nel budget molto di più di quello che ci vogliono far credere. Bravo quindi a Carlos Checa, anche lui non più giovanissimo, che ha guidato come un orologio svizzero aggiudicandosi entrambe le gare regolando un redivivo Lorenzo Lanzi e forse un risvegliato Haga in odore di passare anche lui con l'Aprilia.
Un ultima analisi sul pubblico di Imola. Contrariamente al berciume visto a Misano in occasione della MotoGp con i fischi a Lorenzo, nonostante l'euforia del titolo conquistato da Max Biaggi, mi è sembrato che il popolo della Superbike, peraltro molto numeroso (70.000 presnze circa), si sia rivelato più ricco di appassionati che di tifosi e questo dovrebbe consigliare gli organizzatori a non far morire questa classe ne accettare ricatti dalla Dorna, perchè un conto è parlare di prototipi un conto di derivate dalla serie (anche se ultimamente di derivato hanno ben poco).

lunedì 20 settembre 2010

Il ritorno del canguro


Ho sempre avuto una spiccata simpatia per Casey Stoner. Anche quando nessuno se lo filava a me piaceva vedere i suoi piazzamenti in gara, o almeno nelle gare che riusciva a finire, date le sue innumerevoli cadute dalle quali derivò il soprannome di Rolling Stoner. Nel 2007 sbaragliò tutti quando salì su quella moto che solo Capirossi riusciva in parte a domare, ma che il ragazzo di Kurri Kurri trovò adatta per il suo stile aggressivo e di guida "anteriore". Tutto il resto poi è storia recente fino alla sua malattia dell'anno passato che gli impedì di giocarsi di nuovo il titolo mondiale. Ieri Stoner ha rifatto lo Stoner del 2007, bello, quasi pulito, cattivo, mai sazio nel dare gas anche quando la moto inizia a muoversi come una serpe, con quell'espressione all'arrivo mai sazia della vittoria e pronto per la gara successiva. Pronti, attenti, via, un breve scaramuccia in due curve con un inizialmente coriaceo Lorenzo e poi... gasss!! anche più di quanto la moto possa averne, perchè dietro stava arrivando Pedrosa, il binomio moto-pilota più forte in questo momento, ma che nulla ha potuto contro la freccia rossa e il suo fantastico fantino. Bravo Casey, anche se l'anno prossimo sarai con un marchio che ho sempre digerito poco, spero tu raccolga ancora fama e gloria perchè te lo meriti veramente! Chi si meriterebbe invece un bella strigliata e pettinata (o meglio una rasata generale) è lo Ds di Ducati, Vittoriano Guareschi che, invece di pensare a pettinarsi col 220 V, pensasse più agli input che provengono dal suo pilota di punta, non sarebbe a piangere su una stagione a fasi alterne. Infatti a Fuori Giri ha dichiarato che le moto di Hayden e Stoner ieri erano diverse in lunghezza, esattamente di 15 millimetri circa, che hanno permesso sia al canguro sia all'americano di fare una gara all'attacco conclusa per Hayden con un sorpasso magistrale ai danni di Jorge Lorenzo. Non so per il prosieguo della stagione quali saranno i risultati della Ducati, ma se Stoner ricomincierà a bastonare tutti, non era meglio assecondarlo e dargli la moto che voleva, piuttosto che far andare anche Niki per cercare di vendere qualche pezzo in più negli USA? Mah....
Bene la conferma di Pedrosa al secondo posto, che ha reso la gara interessante, marcando stretto Stoner tra i sette decimi e il secondo e mezzo, fino poi a mollare (giustamente) nel finale, pensando anche alla classifica. Come già accennato, ottimo il terzo posto di Hayden, uccellando alla terz'ultima curva (una esse stretta) un arrendevole Lorenzo in sella ad una bollita Yamaha nella sua fase peggiore della stagione. Spero di sbagliarmi, ma la casa di Iwata mi sembra che abbia intrapreso una fase di declino precoce a meno che non siano state Honda e Ducati a fare un balzo in avanti e, se così fosse, dovranno darsi una svegliata perchè i fenomeni senza moto vanno da poche parti, ed anche se Spies ieri ha confermato la sua consistenza, anche lui avrà bisogno di più prestazioni se vorrà giocarsela col resto del gruppo. Del resto del gruppo di ieri ha fatto parte anche Valentino Rossi, settimo fino all'ultimo giro, sesto al traguardo causa di un botto di Dovizioso mentre si stava giocando il quinto posto con Spies. Che dire....? Nell'intervista di un sempre più innamorato Beltramo a Rossi, abbiamo capito che c'è qualcosa che non va, ed è inutile tirare in ballo la spalla da operare... Si, è vero, i tendini quando si infiammano danno fastidio (ne so qualcosa), il gruppo deltoide e spinoso sono importanti per la guida, ma qualcosa al Mugello, oltre alla tibia, si è rotto nel campionissimo di Tavullia, fortunatamente "giustificato" da un mezzo non completamente competitivo. Chissà, staremo a vedere. Per il motociclismo mi piacerebbe vedere un fine carriera vincente per Valentino, o almeno di quello che resta l'uomo da battere, perchè in questo ultimo decennio è sempre stato così, indipendentemente dal mezzo pilotato, altrimenti...
Un plauso a Livio Suppo (che ancora non ho inquadrato bene) quando finalmente ha detto di smetterla di fare "domande stupide" dallo studio ai piloti sulle questioni di marketing, alimentando sempre sterili polemiche su chi o su cosa... Parliamo di motociclismo ragazzi! Parliamo di piloti, parliamo di gare, fate parlare Iannone che ha vinto magistralmente la Moto 2, parliamo di Pirro che proviene dalle gare minori e che con un polso steccato è andato più forte dei vari Canepa e Rolfo, confermando la mia tesi che non sempre chi ha i soldi è in grado di andare forte!! Intervistiamo Redding, un ragazzo di 17 anni segnato per il resto della vita (e dalla stupida giustizia italiana) che ha corso lo stesso nonostante il ricordo dell'urto sui semimanubri del corpo di un suo collega che poi ha perso la vita. Crescete un pò cari giornalisti e opinionisti, siate portatori della notizia e non delle "vostre" notizie!!!
Bello, commovete e significativo l'addio al povero Tomizawa, con il paddock schierato alle spalle del team del giapponese, e la moto sulla pit lane priva del corpo del suo bravo pilota, ma ricordato nello spirito da tutti, chi con un adesivo, chi col casco come Lorenzo in ricordo del guerriero caduto ma mai dimenticato.

mercoledì 15 settembre 2010

Veni, vidi, vici!


E' quello che deve avere pensato Lorenzo Segoni all'ultima trasferta in quel di Vallelunga, appuntamento finale della Gladius Cup Suzuki e del Trofeo Hornet Honda, evocando le parole di un ben più noto romano alla conquista delle terre del mondo. Lorenzo Segoni classe 78, per chi non lo sapesse, era ed ancora è uno di quei tanti o pochi talenti in giro per lo stivale, in piste più o meno assurde, che con pochi mezzi economici e tanta passione, si è sempre distinto in lodevoli prestazioni tali da giustificare un suo passaggio in categorie superiori. Ma si sa che i "segoni" di solito non sono bravi piloti rei di farsi troppe "pippe" e allora meglio "altri" dal discusso talento ma veloci nel versamento dell'obolo per poter comprarsi una vera moto da corsa...
E così passando tra scooter, vari trofei, endurance, apparizioni mondiali e quant'altro, Lorenzo si è trovato a correre per piccoli team nei vari monomarca portando sempre con se quella voglia di macinare chilometri più in fretta di altri. Così è infatti stato per la Gladius Cup Suzuki che ha vinto per il secondo anno consecutivo, e per ultimo anche per la Hornet Cup Honda, dove la casa madre, per motivi commerciali, si è esposta in prima persona, reclutando tra le file anche altri nomi "illustri". Nonostante il "marcio" dei trofei, dove è possibile vedere motori supersport montati su moto di serie (squalifica di Misano a Zerbo docet) il piccolo "Davide" Segoni è riuscito ad aggiudicarsi il trofeo in maniera cristallina, senza bisogno di ricorrere alle alchimie della moto, ma solo con tanta dose di gas nel manico, e insegnando a "Golia" Honda che a volte bisognerebbe essere più leali verso tutti se vogliamo trovare un successore di Rossi, Dovizioso o Simoncelli. Lorenzo Segoni non sarebbe mai forse diventato tale, però a vedere Lamborghini 23esimo e Canepa 28esimo a Misano significa che qualcosa deve essere fatto nei "vivai" dei trofei altrimenti i piloti italiani a livello mondiale saranno tutti dei....segoni!!!

venerdì 10 settembre 2010

74...48


Un ambo? Una coincidenza che il secondo numero del primo sia uguale al primo del secondo? No, semplicemente i numeri di gara di due piloti che oggi non sfrecciano più sui circuiti di tutto il mondo. Una fine triste, cruenta per entrambi, in diretta per lo più, che ha risvegliato e risveglia un pò le coscienze di "noi" addetti al settore, piloti e non, e che ci riporta a quel percorso mortale che tutti gli umani seguono, nessuno escluso, anche se siamo capaci di far scatenare 240 cavalli a terra su 10 centimetri di gomma. Kato e Tomizawa nati nella terra del "corri ragazzo laggiù", fisionomicamente simili ma nello stesso tempo diversi, nati molti anni dopo quel grido Tora, tora, tora che ha profondamente segnato la terra dei loro avi, e che fino a poco tempo fa portavano in giro per il mondo quello strano sole rosso in campo bianco.
A parte la maggioranza che invece di vivere ed osservare vegeta, poche persone si sono accorte di tutto questo a seguito dell'ultimo incidente che ha visto coinvolto il povero Tomizawa, tutti impegnati a stilare numeri e cifre se fosse morto prima o dopo una certa ora, se fosse stato giusto fermare la corsa o meno, o semplicemente accennare che Redding è quello che gli ha dato il colpo di grazia (Nico Cereghini, Fuori Giri...), fino ad arrivare ad indagare su De Angelis (atto dovuto... ma per favore!!!!!!).
E' morto un pilota, un ragazzo di quasi 20 anni, e le parole più belle l'hanno dette due suoi coetanei (qui quelle di Bradley Smith), due uomini, due giovani saggi, che dopo aver corso la gara di Misano hanno semplicemente detto che i piloti corrono, vincono, perdono e muoiono perchè questa è la cosa più bella che possono fare nella vita. 20 anni sono uguali a 60 se vivi la vita per come vorresti che fosse vissuta, Pedrosa e Smith questo lo sanno benissimo perchè è da tanto che fanno questo mestiere, a dispetto dell'età, ed ogni volta che salgono in sella, girano sempre la manopola del gas ancora più forte e sono sempre più innamorati della loro professione. Solo chi ha vissuto al limite sa di cosa parlo, il resto del mondo chiuda per un attimo la bocca. Tutti in piedi (non sul divano) col capo chino in rispettoso silenzio per ricordare i nostri ragazzi che ci provocano forti emozioni nel farci vedere come si guida una moto, ma che ci fanno profondamente riflettere quando, per un fatale gioco del destino, li vediamo strisciare come stracci lungo il nastro di asfalto, colpiti incolpevolmente da altri ragazzi il cui unico sogno è di andare più forte degli altri... Tutto il resto è noia, retorica, frasi fatte, ignoranza, berciume, tifo, pochezza, povertà, un solo rumore assordante di parole al vento, una babele di cazzate che genera un brusio di sottofondo udibile soltanto da chi ha dei fischi nella testa...

lunedì 30 agosto 2010

Poco di nuovo sul fronte occidentale


In quel di dello stato dell'Indiana, in occidente appunto, si è consumato l'undicesimo Gran Premio di questo mondiale che sembra più di transizione verso quello del 2011 che altro. Rossi nel dire che le strategie per il futuro dovrebbero essere fatte a due, tre gare dal termine, dice il vero a mio parere, perchè il tutto può riflettersi sull'impegno del pilota alla guida di una moto che dovrà comunque lasciare con la logica conseguenza della perdita di stimoli. Casualmente la sua ad affermazione trova riscontro nella bellissima vittoria di Pedrosa (per cercare di stabilire la sua leadership con l'arrivo di Stoner) un secondo posto di Spies (confermato ufficiale Yamaha), Stoner "stranamente" caduto (testa già in Honda?) e un Rossi che cade (tre volte in prova) e arriva quarto. Bella dunque la vittoria di Pedrosa, l'unico a non accorgersi delle brutte condizioni di una pista assurda, con i tombini aperti in traiettoria ginocchio, buche ovunque, e un tracciato sporco che offre poco ai sorpassi. Impressionanti le condizioni dei piloti a fine gara, con Lorenzo semisvenuto sulla moto al parco chiuso e Pedrosa che, nell'intervista a Fuori Giri avvenuta una ventina di minuti dopo la fine, sembrava dovesse svenire da un momento all'altro, per finire con la dichiarazione di Rossi che verso la fine della gara ha dichiarato di aver visto San Pietro. L'unico meno provato era Spies che ha incorniciato questo fine settimana con la sua prima pole ed un bel secondo posto che lo proietta nella zona alta della classifica a lottare per un terzo posto che non è poi così tanto lontano. Forse l'unica notizia più eclatante (che già circolava con un comunicato ufficiale) è l'uscita di Ducati dalla Superbike come team ufficiale, lasciando ai team satelliti la gestione delle moto, un pò come avviene per tutte le giapponesi. Non so se è una casualità o meno l'ingaggio di Valentino, però stando alle dichiarazioni di Del Torchio, sembra che gli ingegneri "da corsa" lavoreranno per una supermoto che arriverà negli showroom e sui campi gara nel 2012. Staremo a vedere.
MotoGp comunque all'insegna della "pochezza" in campo se non per le trame ordite all'esterno, che non da spunti neanche al dopo gara, dove il trio Bobbiese-Cereghini-Lucchinelli scava nei pochi argomenti fino ad arrivare ad analizzare lo stile di guida di Spies a loro dire bruttino. Caduta di stile del buon Nico che non credeva nelle condizioni "stanche" di Lorenzo fino a che, sia Pedrosa, ma sopratutto lo stesso Rossi, hanno confermato la situazione "calda" della pista... Un pò come quando Stoner si lamenta dell'anteriore, ora che cade anche Valentino il problema esiste, prima no... Mah...
Bella come sempre la Moto2 che ha trovato in Elias il suo primo mattatore mondiale e, sfortuna a parte, uno Iannone che, pur partendo dalla 26ma posizione è riuscito ad arrivare quarto portandosi dietro anche un altalenante Corsi.
Purtoppo la domenica di gare è stata funestata dall'incidente mortale di Peter Lenz durante il trofeo Moriwaki. Il giovane pilota, tredici anni, è caduto nel giro di allineamento, sbattendo violentemente contro le protezioni del circuito. Trasportato d'urgenza all'Ospedale Metodista di Indianapolis è deceduto subito dopo. Le parole del padre su Facebook:
"Peter è morto questa mattina presto quando è stato apparentemente colpito da un altro pilota. È deceduto facendo quello che amava. Il mondo ha perso una delle sue più brillanti luci. Il numero 45 ora è su un'altra strada che noi possiamo solo sperare di raggiungere. Dio benedica Peter e l'altro pilota coinvolto".
Ciao Peter

sabato 28 agosto 2010

Rapporti, relazioni, matrimoni, scappatelle, amanti.

Scrive un amica di face (messaggio interno):

Caro Max, sto avendo una relazione esterna al matrimonio che mi ha preso come non mai. Mi sento più giovane, sessualmente attiva, penso a lui spesso e sono pervasa da sensazioni come quando avevo 16 anni. Lui, mio coetaneo, vive la solita mia condizione, e siamo molto felici di avere questo rapporto. C'è un problema però: mentre io sono immersa totalmente, vivendola a cavallo delle emozioni più forti, lui la vive a fasi alterne, a volte presente a volte no, e non riesco a capire se stia fingendo ed io relegata ad un mero sfogo sessuale, oppure siamo solamente diversi nel gestire la situazione. Dato che tu sei "uomo" e leggo con piacere i tuoi post, spesso diretti ma molto vicini alla realtà, cosa mi suggerisci per cercare di capire o di uscire dal mio dubbio?
Se non pubblichi il nome puoi farci anche un post sulla domanda. B.

Domanda difficile e con uno spettro di risposta a 360°. Dunque, io partirei dalla bellissima sensazione che stai vivendo, ovvero una riscoperta di noi stessi ad un età non propriamente giovanile. Dalle tue parole posso dedurre che tu sei un over 30 e, se sei sposata, hai sicuramente qualche hanno di matrimonio già vissuto. Mi sembra anche di capire che tu non sei un abituè delle scappatelle extra coniugali e questo ti colloca nella posizione di vivere questa storia con le emozioni forti, quelle appunto che si hanno in giovane età. Io credo di capire come tu ti possa sentire in questo momento, perchè le palpitazioni del cuore sono le più forti e le più sconvolgenti e sono anche quelle che in molti casi fanno prendere decisioni affrettate che sfociano in separazioni dolorosissime. Detto questo bisogna tenere sempre presente che ci troviamo di fronte a due elementi diversi l'uno dall'altro ovvero: l'uomo e la donna, quasi uguali morfologicamente, ma agli estremi in fatto di uso del cervello. Ovviamente non c'è una prevalenza tra i due, anche se ognuno tende a portare l'acqua al suo mulino. Per esperienza personale posso dirti che voi donne siete meravigliose (da qui la mia natura spiccatemente etero) e che da voi ho imparato tanto e capisco la tua condizione in questo momento. Ricorda però, hai a che fare con un uomo, che ha una visione diversa, un pò come guardare la solita immagine da un altro lato. Lui non la vive a fasi alterne, ne sicuramente ti usa per uno sfogo sessuale. Se così fosse non ci sarebbe una fase "positiva", ma solo la classica uscita per un colpo e via tipo la squallidissima moda del "trombamico/a" molto in voga tra i giovani. Noi uomini siamo come un rapporto sessuale: grande coinvolgimento fino all'orgasmo, dopodichè lasciateci quei 20, 30 minuti di stacco perchè dobbiamo un pò "riprenderci". Non so come tu faccia a dire che lui è a fasi alterne, certo non credo che siate tutti giorni sul "pezzo", quindi presumo che le tue sensazioni provengano dai contatti epistolari, tradotti ai nostri giorni, sms, email, facebook e quant'altro... Personalmente, pur essendo "figlio" della tecnologia, gli strumenti appena citati mi piace usarli per puro cazzeggio e non per cercare conferme o alla peggio per discutere. Oggi siamo tutti con la testa china sui nostri telefonini o appiccicati ai nostri monitor, e quando ci troviamo vis a vis che ci diciamo? Se lui ti usa per un mero sfogo sessuale te ne accorgeresti benissimo, i segnali spesso sono più che evidenti. Ma se il vostro rapporto va oltre questo, lascia anche al lui il tempo di palesarsi, nei tempi e nei modi che più gli confanno (si scrive così?), non giudicandolo per i messaggi che non ti manda, ma più semplicemente da quello che ti dimostra quando siete insieme. Quando non sei con una persona il tempo si congela, e ardi nell'attesa di rivederla... Se tu vanifichi questa magia, allora il rapporto lo riporti a quello che vivi giornalmente con tuo marito, un rapporto che il tempo ha modificato, lo ha reso abitudinario gioco forza, forse perchè si sono esaurite le cose da dirsi o da farsi... Non è una sconfitta se comunque c'è un rispetto reciproco, stai semplicemente vivendo l'impensabile, che fino a qualche anno fa lo giudicavi "disonesto" e moralmente ingiusto, perchè alla fine siamo un pò schiavi della società in cui viviamo. Ovviamente c'è anche chi li ha travisati questi concetti, sganzandosi a destra e a manca senza il minimo ritegno, ma queste, come ho già scritto in un post precedente, sono bestie che non cercano l'emozione ma solo uno sfogo... Sappi attendere le "mosse" dell'altro. Se ti va di fare un affermazione, non ti aspettare per forza la risposta. I sentimenti, i pensieri, una bella frase sono come doni: non vanno richiesti indietro... Vivilo se ne hai la possibilità, attendilo quando non ce n'è, solo così rinnoverai quella sensazione della prima volta...

sabato 21 agosto 2010

Le corna sono come il morbillo...

... chi l'ha avute, chi ce l'ha, e chi le deve avere...
La nostra atavica latinità, sopratutto di noi maschi, rifiuta il concetto di corna, pensando stupidamente di essere possessori di un pseudo "vantaggio" nei confronti della donna. In realtà l'infedeltà è un pò insita in tutti noi e colpisce anche negli angoli più remoti della terra (il film I ponti di Madison Country ne è un fulgido esempio). Detto questo non bisogna per forza essere delle casalinghe disperate o ragionieri di Pistoia per essere spinti da una forte pulsione a trasgredire il rapporto coniugale. Oggi assistiamo ad uno spostamento di orde barbariche in cerca di nuove emozioni perchè tutto è relegato ad una sorta di sfida fra sessi. Mi raccontava un mio amico che lui fa affari a noleggiare auto per 2, 3 ore, con il telefono che squilla in continuazione per cercare di aggiudicarsi la Ferrari o la Maserati per poter andare in discoteca ed apparire, per avere più chances "nell'imbrocco".
Ma il tradimento, la fuga, l'essere fedigrafi non pregiudica un atteggiamento poi troppo negativo o riprovevole. Giurare fedeltà al proprio uomo o alla propria donna non implica ammanettarsi per tutta la vita, o castrarsi nel non vedere o nel non fare... Tutto stà a capire cosa effettivamente vogliamo. Spesso e volentieri siamo portati al tradimento per cercare quello che più non abbiamo in casa, quello che non riusciamo ad ottenere dal nostro rapporto quotidiano, e tendiamo a ricercare nuovi sapori e nuove emozioni. In parte è vero perchè comunque il nostro partner, alla lunga, diventa "abitudine", ma non nel senso brutto della parola, ma perchè forse non siamo capaci di rinnovarci nei gesti, nei momenti intimi, negli argomenti. Ma questo se ci pensiamo bene non lo possiamo trovare neanche "col nuovo", perchè quanti di noi sono stati super la prima volta? Si è vero, il meccanismo è il solito do ut des, ma non è così vero come sembra. La prima volta da trasgressori diventa più uno sfogo che altro dove l'unica cosa di diverso è la novità della persona, ma per il resto tendi sempre un pò ad essere vittima dell'ansia da prestazione avendo sempre il pensiero fisso (mentre sei li) di dire: "e quando mi ricapita?". Però tutti siamo vittime dei tradimenti del partner, è scientifico e matematico, perchè tradimento è anche solo lo sguardo o quel pensiero "impuro" che ti passa per la testa, magistralmente descritto nella poesia del poeta Fusi "Ella Passa", del quale rimani prigioniero e ti provoca un forte turbamento. Il particolare della bocca, delle mani, degli occhi, di quella frase buttata li nel mezzo, da lui o da lei, apparso un giorno da quella porta, da quel suo profumo... Bello, romantico, questo approccio va oltre l'istinto sessuale, quello della serata in discoteca tipo "se non si tromba oggi..." indipendentemente da chi puoi trovare... Quello lo fanno le bestie per accoppiarsi e non le definirei corna, ma più abbrutimenti dell'individuo...
Ci vuole una certa classe anche nel "tradimento" che non definirei tale, perchè in fondo chi tradisci e cosa tradisci... Già sento i fischi dei puritani, quelli del matrimonio fino-a-che-morte-non-ci-separi per poi magari trovarli acidi a 50 anni, magari cattivi colleghi o repressi datori di lavoro. Nossignori... i complimenti, gli sguardi, le manifestazioni di "amore" fanno parte di noi, del nostro modo di vivere, perchè se le mogli o i mariti fossero auto, le cambieremo ciclicamente per provare quelle sensazioni e quel senso di ringiovanimento che ci pervade ogni qual volta si incontra un angelo (Rambaldo Melandri docet) ... Ecco perchè le corna sono come il morbillo, perchè nei rapporti (matrimoniali, convivenza) esisterà sempre quel momento di debolezza, quel sussurro interno che ti fa vacillare. La serietà consiste che quel momento non rovini la vita di coppia, sopratutto se in presenza di bambini che si trovano ad avere fratelli o sorelle di mamme e babbi che si sono lasciati per immettersi in situazioni perfettamente uguali, tranne che una separazione col coltello tra i denti. Caputo diceva: "...mettermi le corna terapeutiche...". Ma i frase non fu più vera. Come per il morbillo, le corna sono un "male" che prima o poi arriva, e spesso ti aiutano anche ad apprezzare quello che hai, perchè al ritorno a casa sei carico di nuova linfa vitale, e forse sei portato a ricercare, in lei o lui, quel sapore perduto ma ritrovato con quella figura apparsa un giorno, in un pomeriggio della tua vita...
E tu l'hai già preso il morbillo?

lunedì 16 agosto 2010

Sindrome 99


Da dove iniziare? Contrariamente all'orgasmo collettivo del passaggio di Rossi alla Ducati, inizierei dal mancato record di Lorenzo per la conquista delle pole position in una stagione, a danno di Max Biaggi sempre ottenuta con i colori della casa di Iwata. Per il resto ennesima impeccabile gara dello spagnolo sempre più dominatore di questo mondiale, con una costanza degna dello Stoner 2007 e di un Rossi prima maniera. Ieri il buon Jorge ha centrato la sua settima vittoria stagionale in una gara viziata dalle non perfette condizioni del circuito, bagnato dalla pioggia la sera prima e afflitto da un vento "radente" che impediva alla ruota anteriore di fare il suo lavoro. Comunque, cambiando l'ordine dei fattori (meteo), in campo il risultato è rimasto invariato con Lorenzo lepre, Pedrosa a inseguire senza fare errori, e un pò più dietro un non ancora lucido Stoner, con la nuova new entry tra i primi di un ottimo Spies giunto quarto. Variata invece la condizione di Rossi, a mio avviso un pò troppo "precaria" come già avevo scritto in un post precedente. E' vero che comunque la notizia del giorno è il suo passaggio in Ducati, atteso come l'annuncio del Messia, ma ciò non deve distogliere da una sua prestazione non all'altezza, ancora celata dietro non perfette condizioni fisiche, e che denota che qualcosa sembra sia cambiato. Quinto alle spalle di Spies con dichiarazioni a fine gara poco chiare o forse anche troppo, ci danno l'immagine di un campionissimo in una fase di disorientamento come non l'avevamo mai visto prima, per dirla con le parole dei suoi tifosi, quasi colpito dalla sindrome del numero 99. Nel siparietto post gara a Fuori Giri, Florenzano ha fatto una battuta più o meno condivisibile, ma qualcosa di esatto c'era nel dire che "bisognerà che Valentino lasci la Yamaha con una vittoria battendo Lorenzo", perchè è vero che un nove volte campione del mondo non ha niente da dimostrare, ma è altresì vero che ogni volta che qualcuno si è affacciato ai piani alti a parità di mezzo tecnico, dapprima le ha prese o poi le ha ridate, vedi il duello perso con Stoner nel 2007 e vinto l'anno successivo. Certo è che questo mondiale è sempre Valentino dipendente, in un modo o nell'altro, e ancora una volta la gara ha dimostrato che, se non cambia qualcosa, il buon Ezpeleta, invece di accapigliarsi con Infront, dovrà inventarsi qualcosa di nuovo per il futuro, perchè Rossi ha firmato per due anni con Ducati e due anni non sono poi così tanti...
Qualcosa di più si è visto nella Moto2 sempre avvincente e ricca di sorpassi. Certo la categoria è viziata da un monomarca in fatto di motori, da delle prestazioni "equivalenti", però decisamente spettacolare e con divari di 15 secondi tra i primi 15 piloti che rendono un pò più vari i nomi dei protagonisti, anche se in testa c'è sempre il miglior pilota che l'ha saputa interpretare sin da inizio anno ad oggi, quel Tony Elias in odore di ritorno in MotoGp. Benino anche Iannone con una moto non proprio messa a punto per l'occasione ma ultimamente sempre nei primi posti. Si è rivisto Roby Rolfo con una moto più competitiva fino a che a retto il motore per poi fermarsi quando era in lotta per la prima posizione. Gli altri italiani persi un pò nelle retrovie ad iniziare da Corsi ottavo per finire a Canepa, a dimostrazione che guidare una moto da corsa non è come far attraccare una nave nel porto di Genova, e che se non cambia qualcosa nella gestione dei campionati minori, avremo sempre più "figli, nipoti e parenti di" a correre, e meno campioni da poter controbattere alla nuova dominazione spagnola.

martedì 10 agosto 2010

Piloti ed eroi

Lo so, post così fanno un pò rabbia. Diciamo che fanno arricciare il naso ai puristi, a quelli politically correct, a quelli che non-si-parla-male-degli-altri oppure a quelli che bisogna essere sportivi. Ma d'altronde internet non è la televisione, è un territorio libero dove poter esprimere il proprio pensiero (sempre conservando un minimo di classe, decenza e verità). Della vicenda della caduta di Rossi ne hanno già abbondantemente parlato un pò tutti. Trattandosi poi della caduta di un campione, e visti gli esiti della sua mancanza dal motomondiale, la cosa ha fatto ancora più notizia. Ovviamente i soliti soloni (per gli amanti delle locuzioni latine vedasi Solone il Greco) ci hanno ricamato sin dall'inizio, da quando i primi bollettini parlavano di 4, 5 mesi per il recupero totale della forma. Sempre i soliti poi, durante le telecronache, ma anche dalle pagine dei giornali, si chiedevano com'era possibile "tale miracolo", rivedendo in sella il loro (ma anche nostro) beniamino, claudicante, munito di stampella, ma con il polso destro sempre in ottima forma. Non essendo Rossi un dipendente statale, (che a seguito di una rottura così grave ci marcia per un anno), la scelta di rientrare a correre ha trovato piacevolmente sorpresi un pò tutti noi, perchè comunque siamo tutti un pò figli delle dichiarazioni del buon Costa e siamo portati ad immaginare i piloti come gente di un altra dimensione, che altro non ha per la testa se non la velocità. Il primo campanello di allarme sul Rossi-ci-marcia è arrivato da Stoner quando, dapprima ha messo dietro il Dottore e, a seguito di una battuta infelice dello stesso, ha dichiarato che "tanti piloti corrono con i chiodi e comunque a fine gara non si sta in piedi sulle pedane se poi a terra si usano le stampelle" (più che traduzione è un pò il succo del discorso).
Oggi un altra tegola si abbatte sul detentore del record a-chi-ritorna-prima, perchè Randy De Puniet a 22 giorni di distanza da un infortunio simile se non uguale a quello di Valentino, è tornato in sella e, udite udite, senza usare le stampelle (video). Certo il buon Randy ha usato un Honda normale, non è andato più forte di Johnny Rea, ne ha fatto qualche record, però se tanto mi da tanto allora tutti in piedi sul divano ad applaudire lo stoico francese. Ma sicuramente la rottura non sarà mai uguale a quella di Rossi, perchè De Puniet non farà i risultati di The Doctor, quindi sentiremo dire che tutti sarebbero buoni ad andare così... Io credo invece che questi ragazzi meritino un bell'applauso per l'amore che hanno verso questo sport, verso la passione che gli spinge sempre ad andare più forte, per onorare i loro colori, le loro bandiere, a differenza di 11 uomini dietro una palla, con poco spirito di sacrificio, pronti a espressioni di dolore estremo causate da presunti rudi contrasti.
Grazie ragazzi...

domenica 1 agosto 2010

Essere o non essere....


Nella patria del grande scrittore inglese Max Biaggi ha deciso di correre due manches di conserva, accontentandosi di piazzamenti che alla fine lo mandano in ferie con 60 punti di distacco sul secondo e che non sono pochi. Un grande plauso va a tutta la pattuglia inglese che si è aggiudicata buona parte delle posizioni di testa con l'unica intrusione dei due italiani Biaggi appunto e Fabrizio ritiratosi nella seconda manches per un guasto tecnico. La vittoria è andata entrambe le volte ad uno strepitoso Cal Crutchlow in sella a quella moto che ha visto trionfare l'anno scorso Spies e che da un po' di tempo mancava sul gradino più alto del podio. Johnny Rea secondo in entrambe le gare nulla ha potuto contro la furia del fantino della Yamaha autore di giri veloci e di derapate da urlo, esaltate anche dalla telecronaca incisiva del buon Sanchini che le ha definite erotiche, trovando pienamente d'accordo lo scrivente. Un mese di ferie e poi si torna in Germania in quel di del Nurburgring circuito nuovo tutto da scoprire, dove affronteremo l'ultima parte del campionato per un totale di 150 punti da spartire tra Biaggi, Haslam ed un più lontano, ma sempre in corsa, Rea. La gara di Silverstone è stata anticipata anche da una signorile dichiarazione del patron della Dorna, Carmelo Ezpeleta, che ha appellato la Superbike come una categoria minore, riferendosi in particolar modo al numero degli spettatori stabiliti ad ogni gara, non considerando il fatto che mediamente le gare della categoria delle derivate dalla serie hanno molti più partenti e molti più duelli rispetto a quella chelui definisce classe regina. Vorrei ricordare al signor Ezpeleta che il travaso annuo di piloti che passa tra le categorie è sempre molto marcato e che quindi tanto categoria minore non la considererei. Gli consiglierei invece di portare più rispetto anche al lavoro dei fratelli Flamini che portano avanti da anni un campionato bello e spettacolare non minore rispetto alla MotoGp ma diverso, con la formula delle due manches che ci permette di godere di due gare ad altissimo livello. Per me anche la domenica del moto mondiale è bella perché inizio dalla 125 per arrivare alla MotoGp, ma ultimamente mi sta molto deludendo perché i nomi dei vincitori si contano sempre con 4 dita.

Oggi sono stato anche al Mugello in una domenica dedicata a svariati trofei mono marca e per l'occasione mi sono rivisto con tanti amici e piloti, diversi dei quali ho tenuto anche a battesimo. Paddock un po' vuoto e poco pubblico hanno fatto da contorno ad uno sport che ha livello nazionale non trova più eredi di Biaggi e di Rossi, viziato anche da trofei mal gestiti dove invece di far regnare l'incertezza del risultato finale, si tende sempre ad avvantaggiare questo o quel pilota a discapito della crescita di altri. Così è stato anche per la Hornet Cup dove il vincitore, quello Zerbo già squalificato per irregolarità tecniche nella gara di Misano, si è ripresentato sulla griglia di partenza con una moto che poteva benissimo vantare un motore da super sport, tanto è che alla fine del primo giro, una volta preso il comando, in mezzo giro ha rifilato oltre un secondo alla pattuglia degli inseguitori girando nei tempi della pole position. A questo punto mi verrebbe da chiedere a Carlo Florenzano che tanto pontifica ai microfoni di Fuori Giri, dove sta veramente il confine tra marketing puro o l'intento di allevare nuove leve per poi farle debuttare in campionati maggiori, perché non vedo all'orizzonte un impegno concreto come lo è invece per i piloti spagnoli gestiti diversamente da una federazione che vede più lontano. Affrontare una stagione anche da mono marca è molto dispendioso, e vedersi beffare da favoritismi e regolamenti non rispettati è ancora più frustrante. Potete scommettere che il prossimo asso del motociclismo italiano sarà un ancora sconosciuto Marini e sicuramente non solo per meriti sportivi. In attesa di BRNO e del fatidico passaggio di Rossi sulla Ducati, non mi resta che augurarvi un buon inizio di Agosto a tutti voi, appassionati di motociclismo e di sane derapate (in pista!) come quello che oggi ci ha regalato Cal Crutchlow.

lunedì 26 luglio 2010

Houston... non abbiamo un problema!


Contrariamente al famoso messaggio degli occupanti dell'Apollo 13, l'astronauta Lorenzo e il suo razzo stanno andando a gonfie vele, pardon, a razzi tutto boost, verso la conquista del suo primo titolo mondiale. Nel tracciato di Laguna Seca il buon Jorge ha messo tutti in riga con una gara magistrale e un pò noiosa. Del suo ce l'aveva messo Pedrosa, scattato come sempre come un razzo, ma già dalle prime fasi si vedeva che la sua moto era un pò troppo ballerina per poter girare in 1.21.5, cosicchè all'entrata di una curva quasi veloce (la quinta) ha perduto l'anteriore nella maniera più classica ed ha offerto al rivale spagnolo la vittoria su un piatto d'argento, anche perchè l'astronauta Stoner, autore del giro veloce, non è stato in grado di insidiarlo più di tanto sempre alle prese con un mezzo nervoso e poco fedele alla sua guida aggressiva. Il resto dei "normali", rimasti in 12, hanno preso distacchi che vanno da 13 secondi della pattuglia capitanata da Rossi, Dovizioso, Hayden e Spies, fino al minuto e 14 di un inutile De Angelis a dimostrazione che le selle ci sono solo per chi se le compra e non per talento. Come ho detto gara incolore dopo l'uscita di Pedrosa, in quanto i primi tre dopo poco avevano già 3 secondi su Dovizioso che viaggiava con due secondi su Rossi, alle prese con gli arrembanti Hayden e Spies, ma poco incisivi per passare l'italiano. Orgasmo collettivo alla fine per il terzo posto di Rossi, anche se 13 secondi non sono pochi, però significativi se leggiamo la sua gara rispetto a quello che sapeva fare prima dell'infortunio. Io credo, e spero di sbagliarmi, che ci sia qualcosa nella testa di Valentino che si è rotto, non solo la tibia, perchè l'infortunio lo giustifichi se parti forte e stai coi primi per poi cedere dalla metà in poi. Invece il Dottore, come ha fatto anche in Germania, solo da metà gara in poi ha iniziato a girare forte con tempi interessanti, che gli hanno anche permesso di recuperare su Dovizioso. Brno sarà un gran premio interessante per la conferma dello stato di salute di Rossi, perchè come ha ammesso lui stesso, con la Superbike si è molto divertito registrando tempi da pole position e da primo della classe, ottenuti a ridosso dell'infortunio. Ancora una volta, se mai ce ne fosse bisogno, la telecronaca si è svolta nel fazionismo più assoluto con un apice a fine gara, quando Lorenzo si è travestito da astronauta (casco bellissimo) e il buon Meda ha pensato bene di dire che tutto ciò era troppo hollywoodiano e precostituito, come se tutti i siparietti di Rossi fossero "spontanei" (i sette nani, il cesso, il notaio, etc...). Tra le tante Lorenzo è stato anche protagonista (e l'unico) di un episodio di fair play nei confronti dello sfortunato De Punet, mostrando il numero di gara sulla griglia di partenza del francese. I prossimi appuntamenti saranno costellati dall'eterno dubbio di inizio secolo, ovvero la firma di Valentino per la Ducati, notizia tra le tante poco digerita dai veri tifosi della rossa che vedono un pò sminuire il valore della moto a discapito di un campione, il quale fidandosi poco, si porterà con se tutto il suo staff (mica scemo!) onde evitare di fare la fine di Stoner.
Buone ferie ragazzi e non rilassatevi troppo! C'è un nuovo fenomeno da fermare!!!

sabato 24 luglio 2010

Max and the City (puntata n°...boh)


Per la rubrica Dillo a Max, siamo di nuovo a parlare di rapporti personali interni, esterni ed oltre. Si perchè l'evoluzione sociale della specie, quella descritta magistralmente da Billy Wilder in "Quando la moglie è in vacanza", sopratutto con l'avvento dell'estate, porta sempre l'uomo e la donna, ad inevitabili incontri serali pre o post cena, nel vano tentativo di fare nuove conoscenze fino alla più remota ipotesi di "farci qualcosa". L'atavica reticenza a socializzare della donna fiorentina in città non coincide con l'immagine tanto descritta da amici di fuori città per non parlare dell'estero, come un animale da sesso puro, dove per un strano ma plausibile motivo, si trasforma da schiva a bongustaia della fauna maschile locale. Questo ha portato al fenomeno delle donne dell'est o cubane, le quali, spinte più da una fame economica che sessuale, si sono sorbite tutti i ragionieri e commercialisti ed anche qualche avvocato, rifiutati in maniera brutale dalla donna locale, troppo presa alla conservazione della propria immagine di donna ferma con i propri principi. E così mi tornano in mente le parole della canzone "tutti quanti col bicchiere in mano" la sera, nei locali all'aperto, dove alle tempeste tropicali si contrappongono le tempeste ormonali di tutti, seduti o in piedi, alla ricerca di una remota chance per portare a casa il risultato. L'altro giorno chiesi ad un amico, la cui moglie è al mare con i figli, com'era andata la notte brava in un noto locale fiorentino molto in voga ultimamente. La risposta è stata deprimente ma molto descrittiva su quanto detto fin'ora: "mah... ti dirò... fauna ce n'era, ma non c'è stato verso neanche di scambiare una battuta... Così ho annusato due ascelle, toccato una schiena, dato una strusciatina e sono venuto via...". Mah...
Incuriosito ho spostato le mie indagini sull'altro fronte, e sono direttamente andato nella tana del lupo, sono entrato sotto la sottana della donna fiorentina ed ho scoperto che... sotto il vestito gente!!! Si perchè fondamentalmente non siamo troppo diversi, diciamo che il maschio tira più alla conclusione, non è che si perda più di tanto nello studiare un approccio che non vada oltre il "t'ho già visto da queste parti..." La donna con la minigonna e il tacco fetish ha bisogno di qualcosa di più che gli smuova la serratura. La donna con le amiche sullo sgabello di un pianobar in estate, non ha bisogno dell'approccio adolescenziale o scontato. Consiglierei al maschio col muschio da astinenza un qualcosa che vada più direttamente al sodo, a minare quel tabu che aleggia intorno alla preda... Se la donna si è agghingata un messaggio lo vorrà dare (e non solo quello) o è solo chiacchere e distintivo? E allora esaltiamo un pò di quelle forme che per una sera hanno visto la luce e che non aspettano altro che un vivido complimento! Non avviciniamoci con la scritta in fronte www.vorreitrombare.org... Non è carino... Lo so che cinci ritto non vuole consigli, ma per una volta, facciamo emergere un pò di orgoglio maschio, teniamoci il merlo nelle mutande e facciamoci desiderare un pò... Cavolo! Voi pensate che la donna non abbia le nostre stesse pulsioni? Sbagliate! E' che solo gli piacerebbe cacciare un pò, non averlo scodellato li sul momento. E' anche vero che il tempo è tiranno, e che le ferie non durano in eterno, però tutto deve avere una giusta collocazione, evitando di girare come rabdomanti col bastone che vibra quando si trova l'acqua. Se provaste ad osservare, almeno per una volta, il rituale di accoppiamento (nel senso di conoscenza) di un uomo e una donna, vi accorgereste degli enormi sbagli effettuati da ambo le parti, la pochezza della conversazione, per non parlare degli atteggiamenti. Di solito il maschio sorvola le prede che stanno in gruppo e cerca un approccio con frasi da vocabolario adolescenziale. La preda allora guarda le sue amiche col classico sguardo: "eccone un altro..." e cala il gelo. A quel punto il maschio, lasciato a casa l'orgoglio, favorito dallo stordimento provocato da 3 Mohiti, seguita in monologhi che sortiscono l'effetto di una zanzara ronzante agli orecchi delle povere astanti, le quali, magari, si sarebbero fatte anche più curiose con argomenti più interessanti. E così mentre i giorni si ripetono la nostra reputazione va a farsi fottere minando anche quella di chi, come lo scrivente, tenta delle timide uscite serali giusto per fare nuove conoscenze e per essere cronista "distaccheto" delle notti estive. Uomini di tutta italia e della città di Fiorenza, vogliamo riprenderci lo scettro della sovranità assoluta o essere ancora schiavi del "tira più in pelo di..."?

venerdì 23 luglio 2010

Nel 2004 c'era già chi vedeva lontano

di Oriana Fallaci
«Signor Vicepresidente del Consiglio, Lei mi ricorda Palmiro Togliatti. Il comunista più odioso che abbia mai conosciuto, l’uomo che alla Costituente fece votare l’articolo 7 ossia quello che ribadiva il Concordato con la Chiesa Cattolica. E che pur di consegnare l’Italia all’Unione Sovietica era pronto a farci tenere i Savoia, insomma la monarchia. Non a caso quelli della Sinistra La trattano con tanto rispetto anzi con tanta deferenza, su di Lei non rovesciano mai il velenoso livore che rovesciano sul Cavaliere, contro di Lei non pronunciano mai una parola sgarbata, a Lei non rivolgono mai la benché minima accusa. Come Togliatti è capace di tutto. Come Togliatti è un gelido calcolatore e non fa mai nulla, non dice mai nulla, che non abbia ben soppesato ponderato vagliato per Sua convenienza. (E meno male se, nonostante tanto riflettere, non ne imbrocca mai una). Come Togliatti sembra un uomo tutto d’un pezzo, un tipo coerente, ligio alle sue idee, e invece è un furbone. Un maestro nel tenere il piede in due staffe. Dirige un partito che si definisce di Destra e gioca a tennis con la Sinistra. Fa il vice di Berlusconi e non sogna altro che detronizzarlo, mandarlo in pensione. Va a Gerusalemme, con la kippah in testa, piange lacrime di coccodrillo allo Yad Vashem, e poi fornica nel modo più sgomentevole coi figli di Allah. Vuole dargli il voto, dichiara che “lo meritano perché pagano le tasse e vogliono integrarsi anzi si stanno integrando”.

Quando ci sbalordì con quel colpo di scena ne cercai le ragioni. E la prima cosa che mi dissi fu: buon sangue non mente. Pensai cioè a Mussolini che nel 1937 (l’anno in cui Hitler incominciò a farsela col Gran Muftì zio di Arafat) si scopre «protettore dell’Islam» e va in Libia dove, dinanzi a una moltitudine di burnus, il kadì d’Apollonia lo riceve tuonando: “O Duce! La tua fama ha raggiunto tutto e tutti! Le tue virtù vengono cantate da vicini e lontani!”. Poi gli consegna la famosa spada dell’Islam. Una spada d’oro massiccio, con l’elsa tempestata di pietre preziose. Lui la sguaina, la punta verso il sole, e con voce reboante declama: “L’Italia fascista intende assicurare alle popolazioni musulmane la pace, la giustizia, il benessere, il rispetto alle leggi del Profeta, vuole dimostrare al mondo la sua simpatia per l’Islam e per i musulmani!”. Quindi salta su un bianco destriero e seguito da ben duemilaseicento cavalieri arabi si lancia al galoppo nel deserto del futuro Gheddafi. Ma erravo. Quel colpo di scena non era una reminiscenza sentimentale, un caso di mussolinismo. Era un caso di togliattismo cioè di cinismo, di opportunismo, di gelido calcolo per procurarsi l’elettorato di cui ha bisogno per competere con la Sinistra e guidare in prima persona l’equivoco oggi chiamato Destra.

Signor Vicepresidente del Consiglio, nonostante la Sua aria quieta ed equilibrata Lei è un uomo molto pericoloso. Perché ancor più degli ex democristiani (che poi sono i soliti democristiani con un nome diverso) può usare a malo scopo il risentimento che gli italiani come me esprimono nei riguardi dell’equivoco oggi chiamato Sinistra. E perché, come quelli della Sinistra, mente sapendo di mentire. Pagano-le-tasse, i Suoi protetti islamici?!? Quanti di loro pagano le tasse?!? Clandestini a parte, spacciatori di droga a parte, prostitute e lenoni a parte, appena un terzo un po’ di tasse! Non le capiscono nemmeno, le tasse. Se gli spiega che servono ad esempio per costruire le strade e gli ospedali e le scuole che anch’essi usano o per fornirgli i sussidi che ricevono dal momento in cui entrano nel nostro paese, ti rispondono che no: si tratta di roba per truffare loro, derubare loro. Quanto al Suo vogliono-integrarsi, si-stanno-integrando, chi crede di prendere in giro?!?

Uno dei difetti che caratterizzano voi politici è la presunzione di poter prendere in giro la gente, trattarla come se fosse cieca o imbecille, darle a bere fandonie, negare o ignorare le realtà più evidenti. Più visibili, più tangibili, più evidenti. Ma stavolta no, signor mio. Stavolta Lei non può negare ciò che vedono anche i bambini. Non può ignorare ciò che ogni giorno, ogni momento, avviene in ogni città e in ogni villaggio d’Europa. In Italia, in Francia, in Inghilterra, in Spagna, in Germania, in Olanda, in Danimarca, ovunque si siano stabiliti. Rilegga quel che ho scritto su Marsiglia, su Granada, su Londra, su Colonia. Guardi il modo in cui si comportano a Torino, a Milano, a Bologna, a Firenze, a Roma.

Perbacco, su questo pianeta nessuno difende la propria identità e rifiuta d’integrarsi come i musulmani. Nessuno. Perché Maometto la proibisce, l’integrazione. La punisce. Se non lo sa, dia uno sguardo al Corano. Si trascriva le sure che la proibiscono, che la puniscono. Intanto gliene riporto un paio. Questa, ad esempio: “Allah non permette ai suoi fedeli di fare amicizia con gli infedeli. L’amicizia produce affetto, attrazione spirituale. Inclina verso la morale e il modo di vivere degli infedeli, e le idee degli infedeli sono contrarie alla Sharia. Conducono alla perdita dell’indipendenza, dell’egemonia, mirano a sormontarci. E l’Islam sormonta. Non si fa sormontare”. Oppure questa: “Non siate deboli con il nemico. Non invitatelo alla pace. Specialmente mentre avete il sopravvento. Uccidete gli infedeli ovunque si trovino. Assediateli, combatteteli con qualsiasi sorta di tranelli”.

In parole diverse, secondo il Corano dovremmo essere noi ad integrarci. Noi ad accettare le loro leggi, le loro usanze, la loro dannata Sharia. Signor Fini, ma perché come capolista dell’Ulivo non si presenta Lei?».
New York, gennaio 2004


lunedì 19 luglio 2010

Caro Valentino ti scrivo...


...tanto so che non leggerai mai questo post, ma se lo facessi... Ho appena letto le tue dichiarazioni sul "La Stampa" (e forse su altri giornali), e rimango abbasito dopo che nel mio articolo precedente, neanche 12 ore fa, avevo elogiato le tue gesta sia come sportivo che come uomo. La tua dichiarazione che riporto in parte è questa:

"Alla fine volevo piangiucchiare come ha fatto lui (Stoner) due anni fa a Laguna Seca, ma ho preferito dirgli bravo. Non è vero che odio i miei avversari. Più che altro amo sfidarli, mi piace la bagarre in gara. Forse è quello che li irrita"

Stoner, caro Valentino, non ha piangiucchiato due anni fa, dopo che ti aveva bastonato l'anno prima. Stoner è stato molto più signore di te perchè la tua manovra da "eroe" al cavatappi andava sanzionata come un taglio di chicane dato che quando sei rientrato hai urtato Stoner senza lasciargli la posizione. Stoner è stato talmente signore che non ti ha accusato di aver frenato un millesimo prima del solito, quando lui è caduto prima di entrare sul rettilineo. Ricordi vero? Le malizie e le astuzie noi del "giro" le conosciamo e non ti abbiamo accusato per questo anzi... Come il sorpasso su Gibernau a Jerez, maschio ma regolare. Ma per favore evita termini del tipo "piangiucchiare" perchè al primo anno di MotoGp io ero driver BMW in pista e mi ricordo che levavi gas sul rettilineo del Mugello tanti erano i cavalli in più delle vostre Honda rispetto agli avversari. Certo tu sei forte, il più forte di questi ultimi anni, e negarlo sarebbe stupido, come sarebbe stupido gioire del tuo infortunio se non si è tuoi tifosi. Però durante il tuo regno Hayden e Stoner ti hanno messo dietro e forse quest'anno un altro pilota lo farà. Se gli altri piangiucchiano allora tu non nasconderti dietro una falsa convalescenza ipotizzando il tuo ritorno al 100% a Misano, perchè non si gira in 1.22.00 al Saschsering da "malati". Allora anche Stoner non si è svegliato quando sei arrivato te, ma ti ha semplicemente fatto capire che era inutile che ti affannassi per il terzo posto. Io ho semplicemente visto un bel duello tra due piloti veri... ma se la metti sul piano dell'ironia non piangiucchiare se quest'anno non vinci il mondiale...
Ma non è bello scrivere così, non è bello neanche leggerli commenti di questa fattura, quindi un consiglio da chi ti apprezza: puoi schernirli gli avversari, puoi anche fare della guerra psicologica, ma ricorda di portargli sempre rispetto, come loro lo portano a te. Lorenzo al Mugello non è stato ipocrita perchè ha riconosciuto il tuo valore nel motociclismo, ed ha ricordato al pubblico festante italiano, l'importanza di un campione come te. Se tu lo consideri un gesto ipocrita allora devo riconsiderare il tuo lato di campione di classe e gioire nel vederti nella polvere... Ma questo non lo farò mai perchè signori si nasce, non si diventa...

domenica 18 luglio 2010

Campioni, giornalisti, giornalai ruffiani e affini

Come volevasi dimostrare la valanga mediatica si è abbattuta sul moto mondiale al seguito dell'eroico ritorno di Rossi. Claudio Costa fu sibillino i giorni dopo l'incidente indicando in “forse” tre settimane per il rientro del pilota di Tavullia. E così è stato perché mai come oggi la Moto Gp ha bisogno di lui per uscire da un impasse che conta solo 17 piloti alla partenza dei quali solo 6 (per essere generoso) in grado di dare un minimo di spettacolo. La cosa più insopportabile di un gesto atletico di alta caratura sono i giornalisti e i cronisti, Meda in primis, che al cospetto del campione sembrano ipnotizzati e si prostrano come se avesse il potere di un santone. Ecco questo disturba un po' tutti noi appassionati di moto, abituati a recuperi record, Locatelli tanto per citarne uno recente, o tanti altri che sono rientrati senza tanto clamore. Ma lui è Valentino, talento indiscusso di questi ultimi 15 anni di corse, che non ha bisogno di essere santificato e coccolato come se fosse il fidanzato di tutti, sconfinando quasi verso un amore omosessuale. A me Rossi è piaciuto perché è andato forte, perché è tornato a fare quello per cui è nato, perché Stoner lo ha battuto sul campo, perché non si è nascosto dietro l'infortunio. E così dovrebbero fare i giornalisti, i commentatori, dovrebbero riportare la cronaca di una giornata di corse perché anche altri ragazzi hanno corso e hanno vinto. Gli eroi sono altri, loro sono solo guerrieri che combattono facendo uno sport per il quale sono disposti a sacrificare la vita figuriamoci una rottura di un osso. Bayliss si fece tagliare la falange del dito mignolo per poter rientrare a correre. Questo è il mondo dei piloti non solo di Valentino e i giornalisti lo sanno bene, ma si sa, i profani che seguono le corse sono in maggioranza rispetto a chi come me non vede solo un pilota in pista, non vede solo una classe, la MotoGp, ma le vede tutte tifando anche per altri piloti, non necessariamente italiani. Oggi il popolo ha bisogno di un suo idolo perché gli idoli fanno marketing e Valentino questo lo sa bene e si è cucito il suo posto nella storia. Ci fosse la possibilità di escludere il commento lo farei volentieri perché l'unica cosa udibile è il ruggito delle moto e ogni tanto qualche gaffe di Reggiani che almeno ci fa un po' ridere, ma subito anche lui ritorna nella più bieca normalità. Ora che la MotoGp ha ritrovato il suo re siamo tutti più contenti, e non è detto che faccia anche un apparizione in Superbike, così come nei rally e nelle esibizioni, perché oramai lo sport italiano porta solo il numero 46 e il 3 di Biaggi... Ma si sa, le gesta del romano valgono commercialmente meno per essere anche almeno una volta menzionate da giornalai ruffiani e compiacenti...

domenica 27 giugno 2010

Meno male che Max c'è!

Come volevasi dimostrare il tricolore sventola grazie ai nostri centauri italiani, in particolar modo con Iannone sabato e il veterano Biaggi domenica. Ancora una volta, senza nulla togliere al bravo e giovane pilota abruzzese, Max Biaggi ha messo il sigillo a due gare condotte da corsaro, quello stesso pilota che negli anni 90 ha vinto 4 titoli mondiali, e che oggi, a 39 anni, si permette di mettere dietro una compagine ben più giovane di lui, Checa e Corser a parte. Non mi voglio soffermare sulla supremazia dimostrata dal pilota romano, ma vorrei porre l'accento sulle tante voci che si sentono in giro in questi giorni, se Rossi va alla Ducati, un pilota italiano su una moto italiana, perchè questo ce l'abbiamo già. Biaggi è romano, l'Aprilia è veneta, il main sponsor è Alitalia quindi che volere di più? Esaltiamo quello che abbiamo già, evitando voli pindarici su quello che potrà essere. Max Biaggi non costa quanto Rossi, ne corre un campionato minore, anzi... La Superbike è altamente più massacrante di una scarna MotoGp, dove non si arriva ai 16 partenti, eppure tutti si aspetta un vagito di un pilota che ha fatto tanto per il motociclismo e che da il motociclismo ha preso tanto. Adesso bisogna elogiare chi da due anni vince con prodotti nostrali, con gente nostrale, ed è in lizza per portare a casa un bellissimo campionato del mondo e comunque vada, una grande prestazione degna di esaltarsi, tutti in piedi sul divano parafrasando un commentatore televisivo. Anche le recenti vicissitudini di Alitalia dovrebbero farci sentire un po' più orgogliosi nel vedere quel marchio svettare di nuovo in alto. Questo Max lo sa bene e puntualmente ringrazia sempre il presidente Colaninno. La Ducati signori miei è al 51% americana quindi non proprio un brand puramente italiano, come non lo sarà lo sponsor Marlboro che dovrà sborsare diversi milioni d'euro per portare sulla rossa il Dott.Rossi. Oggi Biaggi, Aprilia e Alitalia rappresentano veramente un tricolore non solo nei colori ma anche nell'orgoglio di stare sempre sul podio e, ultimamente sul gradino più alto.

Giù il cappello quindi davanti a loro, mano sul cuore e grazie ragazzi per tutto questo, grazie per l'anima che ci date, per l'entusiasmo e per la grinta. Gli altri se arriveranno, lo faranno dopo di voi!

sabato 26 giugno 2010

L'Italia s'è desta


Bossi nelle sue esternazioni esagera sempre. Eppure come non leggere nelle sue folli elucubrazioni un fondo di verità. La Padania tanto sognata e tanto agognata dal senatur può andare bene per un concorso di bellezza, ma non per creare una nazionale di calcio. La nazionale rappresenta una nazione e come gli Stati Uniti ci insegnano, anche se frammentati in 56 stati, la squadra di calcio che li rappresenta è solo una, come una è la bandiera dei loro atleti. Il Bossi però ha ragione quando non si sente rappresentato dai nostri “atleti”. La figuraccia rimediata ai mondiali è solo la punta dell'iceberg del brutto momento che il nostro sport sta passando e tutti, a tutti i livelli, ne sono colpevoli. Prendiamo l'Inter, il cui vero nome è Internazionale: mai aggettivo fu più azzeccato per indicare una squadra dove militano atleti di tutto il mondo e solo due o tre italiani. Ma anche altri club si avvalgono di questa sorta di internazionalità, molto meno marcata, però sempre alla caccia del nome straniero. Il “clientelismo” e gli interessi stanno minando le basi del nostro sport in tutte le discipline e moltissimi ragazzi vengono tenuti in disparte a favore di altri più “ammanicati” o convenienti. Guardiamo le corse in moto, terreno a me caro e conosciuto. Nella 125 il migliore italiano è relegato alla 14\15 posizione, quando in un passato non molto lontano eravamo i protagonisti assoluti. Oggi se un giovane si vuole avvicinare alle due ruote deve portare con se prima una buona dote di danaro, poi la capacità di saper guidare. Volete degli esempi? Rolfo, Canepa, De Angelis (per fortuna sanmarinese) buoni piloti ma molto più scarsi di tanti altri che militano in campionati minori. Oggi per fare un trofeo Yamaha R1 occorrono minimo 40.000 euro e non è detto di arrivare nelle prime posizioni, perchè i piloti “ufficiali” dispongono di materiale migliore, che a parità di moto “di serie”, fa tanta differenza (vedi la squalifica di Zerbo nella Hornet Cup) impedendo ai giovani di emergere. Negli sci se non sei del nord non arrivi sui campi gara, eppure un certo Tomba Alberto di Bologna ha dimostrato il contrario. Nel tennis i ricordi sono fermi a Panatta, Schiavone a parte... Nel nuoto Rosolino ha preferito l'Australia per allenarsi, anche se poi ha nuotato per il tricolore. Oggi lo sport è una sorta di vetrina per potersi poi sganzare con le veline, letterine, zoccoline, per poi essere con la lingua di fuori dopo 15 minuti di partita. I ragazzini sognano questo, sognano il tutto e subito lasciando gli sport di sacrificio, ciclismo in primis, ad altri, perchè comunque non utili per essere sempre in primo piano e sulle pagine dei giornali. E paraddossalmente nello sport che è sulla bocca di tutti, il calcio, non siamo in grado di creare un vivaio in grado di rinfoltire le fila di una nazionale che dovrebbe rappresentare tutta l'Italia e che forse la rappresenta proprio per quello che è... Un paese di guelfi e ghibellini dove tutto vale il contrario di tutto, dove io sono meglio di te a prescindere da quello che faccio, dove pur di non dare soddisfazione all'avversario preferisco affondare la barca. “Siam pronti alla morte” recitano le brutte parole di un inno stantio e privo di senso, ma la morte di che? Non certo del conto in banca, perchè quello è sempre superforaggiato dai club compiacenti. E allora largo ai giovani che hanno fame e sete di vittoria, purchè non si scontrino con i figli degli allenatori in discoteca (Lippi junior docet)... Il mea culpa di Lippi e sopratutto le parole di Abete me le metto sul gozzo, come le parole patetiche di Buffon... Tutti sono colpevoli e parafrasando le parole di Gattuso i “vecchi” lo sono ancora di più...
Povera italia sportiva (e non solo) in continuo declino sopratutto identitario poco desto, senza l'elmo di Scipio se non il casco di Biaggi o Rossi, e la vittoria sempre più lontana e l'unica chioma rimasta è quella di Simoncelli per fortuna non schiavo di Roma...

lunedì 7 giugno 2010

Il re è morto, viva il re!


Chi va in moto sa di dover mettere in conto la caduta, anche per gli utenti giornalieri, nessuno è immune da questa rottura dell'equilibrio che magicamente ci tiene in piedi. Per i piloti la caduta è come un bicchiere rotto per il barrista, una scheggia nel dito del falegname, una cosa quasi naturale. Vi dirò, per esperienza diretta, che cadere in pista ha anche il suo fascino, perchè tante sono le protezioni che hai addosso, che diventa quasi una scivolata da luna park. Anzi di solito siamo più preoccupati per i danni alla moto che a noi stessi, tanto caro ci è costato il nostro oggetto dei desideri. Nel mondo professionistico invece la caduta rappresenta quella linea sottile tra il ritornare ai box e ripartire, oppure farsi male ed avere l'incognita di saltare la gara.
Nella sua lunga carriera Valentino Rossi è caduto numerose volte, ma mai senza conseguenze disastrose come quella che sabato, alla vigilia del gran premio di casa, che lo ha visto volare in aria a 160 km/h e sfortunatamente ricadere sulla tibia e perone fratturandoseli. L'immagine del campione ferito, come quelle di qualsiasi altro pilota fa, fa capire che il motociclismo è anche questo e Valentino non è un eccezione. Lo è nel peso mediatico dato alla vicenda, perchè in questi ultimi 15 anni di storia motociclistica, Rossi ha impersonato e rappresentato il motociclismo nel mondo, riportandolo a nuovi livelli di interesse e di questo bisogna essergli grati. Indipendentemente dall'essere tifosi o meno, la sua mancanza si è già fatta sentire, in una categoria che conta solo 16 piloti e che stupidi regolamenti la stanno portando al collasso totale. Valentino per gli avversari rappresenta la lepre o comunque un punto di riferimento, ed anche se il sottoscritto lo avrebbe visto volentieri giù dal gradino più alto del podio, una vittoria contro di lui ha un sapore diverso, perchè sicuramente sudata e battagliata fino alla fine. La mancanza di Valentino dalle corse è un duro colpo alla MotoGp e lo sanno bene gli organizzatori che adesso dovranno inventarsi qualcosa di nuovo, ma lo sanno anche tutte le case motociclistiche, e lo sa perfino il suo rivale diretto, quel Jorge Lorenzo, che ha ammesso che una vittoria senza Valentino non è più una bella vittoria. Le facce dei piloti all'arrivo erano molto più eloquenti che le parole, tranne che quella del buon Dovi mai abituato al box dei primi tre. Pedrosa al Mugello ha vinto in solitario ma non contro Valentino. Lorenzo si è accontentato perchè comunque doveva inseguire un rivale che va a corrente alternata. L'unico che poteva fare qualcosa era Stoner che in parte lo ha fatto ma non per lottare per la prima posizione. Per gli altri si è trattato di un copione già scritto, con il fantasma di Troy Bayliss che girava in 1.51,9 con una moto "derivata" dalle serie.
Il fastidio da qui in avanti saranno i bollettini medici e i presunti miracoli che il Dottore riuscirà a fare anche in veste di paziente e non di pilota. Si perchè mentre dai comunicati ufficiali si parla di 5 mesi di stop, relativi anche ad un normale decorso della gamba di una persona normale, per i piloti il discorso è un pò diverso. Chi vive in quella condizione e in quel mondo sa che non ci sono miracoli come vorranno farci credere, ma solo trattamenti speciali e una diversa forza di volontà. Dalle dichiarazioni non dette posso scommettere che Rossi tornerà a BRNO se non a Laguna Seca, ma non mi stupirò per questo ne griderò al miracolo.
Mi piacerebbe anche suggerire a tutti i giornalisti di non ricamare troppo sul percorso di guarigione, perchè tantissime altre persone nel mondo soffrono, e sicuramente in maniera anche peggiore. Mi piacerebbe dire a Guido Meda che la telefonata di Biaggi al suo cellulare andava trasmessa e non cassata per motivi di tempi televisivi. Le parole del campione romano avrebbero fatto bene allo sport, perchè com'è vero che sono state riportate le scaramucce di qualche anno fa, era giusto far sentire la solidarietà di un altro campione verso un avversario in pista, ma collega e amico nel dolore. Questo si chiama e si chiamerebbe giornalismo. Ma si sa il condizionale è sempre più d'obbligo al giorno d'oggi, come d'obbligo sarà riavere un campione o diversi campioni in una categoria che sta implodendo su se stessa.