domenica 26 agosto 2012

Alla fiera dell'Est

Mondiali entrambi disputati in quelle che una volta erano le terre dell'est. Non che l'est geografico si sia spostato, però i vari cambiamenti socio politici sono arrivati ad esportare le moto anche in quel di della terra russa nel nuovo impianto denomitato Moscow Raceway. Nel contempo si correva anche il mondiale GP in uno dei più belli, se non il più bello, circuiti mondiali, BRNO. Telecomando in mano per lo zapping tra i due circuiti iniziando da Mosca dove in una pista umida parte gara 1. Ovviamente date le precarie condizioni della pista la gara inizia un pò con le molle per tutti ma non per Sykes che si invola subito in prima posizione per non lasciarla più fino alla fine. Alle sue spalle però succede di tutto ad iniziare dalla cadute di Checa, Rea, Giugliano, Haslam, Davies che vedono in Melandri, Laverty e Biaggi i sopravvissuti a questa falcidia. Solamente all'ultimo giro Laverty cede (?) la posizione al suo compagno di squadra e leader del mondiale scatenando nel paddok le ire dei perbenisti, tranne quella di Dosoli (Yamaha) che sportivamente ammette che i risultati si vedono sul campo. A BRNO parte la Moto3 anche li in condizione umida favorendo l'affacciarsi di volti nuovi e vecchi alla testa della corsa. Ci pensa però il buon Folger a fare il vuoto portando si dietro un ottimo Salom ed un sempre più solo in campionato Cortese che chiude il gradino più basso del podio. Moto2 asciutta e grande partenza dei leader in campionato che vede Luthi in ottima forma gestire un ingombrante Marquez alle prese con Iannone e Espargarò. Negli ultimi giri però lo spagnolo decide di scrollarsi di dosso la compagnia dello svizzero (senza riuscirci) duellando fine alla fine con Espargarò e Iannone intenti a giocarsi il terzo gradino del podio vinto poi a favore dello spagnolo.
Ore 13.30 (ora italiana) partenza della SBK "boicottata" da La7 per la concomitanza con la MotoGp ci induce a switchciare su Eurosport per vedere di nuovo un Sykes deciso partire a razzo ma seguito da Laverty, Melandri, Haslam e Biaggi, più convinto che in gara uno e tallonato da Giugliano. Poi quando ancora a BRNO erano sulla griglia di partenza, a Mosca Biaggi nel tentivo di superare Rea si tocca e finisce contro il posteriore della ruota di Haslam finendo a terra e salutando definitivamente la leadership del campionato. E così mentre la MotoGp parte con Lorenzo subito in testa, a Mosca Melandri passa in testa e non molla più la posizione lasciando a Sykes e Davies le briciole del podio. Ripassando di nuovo a BRNO si nota come il "traffico" del Moscow Raceway venga sostituito dal bellissimo deserto alberato della pista ceca con Lorenzo e Pedrosa a fare un altro mestiere, seguiti da un ritrovato Cruchtlow terzo e da un poco convinto Dovizioso quarto lasciando agli ultimi tre (in ordine) Bradl, Rossi e Bautista le ultime posizioni. Si perchè se qualcuno non se ne fosse accorto il campionato MotoGp a BRNO si componeva di soli 8 partenti causa defezioni illustri ad iniziare da Stoner, e questo la dice lunga sullo stato di salute del mondiale prototipi. Rimarchevoli i sorpassi tra Pedrosa e Lorenzo decisamente da antologia quello ai danni di Dany, più arrembante quello subìto da Jorge che poi è anche quello che gli è costato la vittoria. Un pò pochino però per gli "affamati" delle corse vere. 
La gara ha dimostrato infatti, se mai ce ne fosse bisogno, che il prossimo mondiale, a parte qualche rivelazione, si giocherà tra due piloti soltanto con il resto del gruppo ad alimentare una già scarna griglia di partenza.
Dovizioso e Crutclow hanno fatto bene a rimanere? A livello economico sicuramente si con l'italo-svizzero che si è assicurato una pensione di 2 milioni e mezzo l'anno per due anni. Peggio di Rossi e compagnia il buon Dovi non potrà fare in Ducati, ma se non altro, in questi periodi di crisi, si è assicurato un bel futuro. Per l'inglese, che aveva offerte anche dalla SBK vale il solito discorso vedendosi aumentare l'ingaggio dopo aver anche parlato con il grande burattinaio Ezpeleta che dopo aver veicolato e pagato il passaggio di Rossi in Yamaha ha pensato bene di tenersi anche l'inglese. Decisamente un bel futuro per il mondiale MotoGp il quale si trova costretto ad usare i piloti come pedine per poi dare in pasto al pubblico che per fortuna in Repubblica Ceca è accorso come sempre numeroso visti anche i prezzi modesti (molto più lungimiranti degli organizzatori del Mugello).
Mosca risponde invece, nonostante la nuvoletta di Fantozzi, che comunque le gare sono composte da più piloti al vertice e che quest'anno è decisamente l'anno di Melandri sempre più padrone di questo mondiale che lo vede per la prima volta in testa a 18.5 punti di vantaggio di Biaggi. In palio ancora 150 punti e adesso il ravennate dovrà gestire il suo vantaggio e dimostrare di essere un vero vincente. Vedremo.
Molto sterile la ricerca della polemica sul gioco di squadra di Aprilia che sembrerebbe aver dato ordini a Laverty in prima manche. La riprova di queste interviste e commenti ha scatenato sui social network reazioni poco consone per gli appassionati delle moto, utilizzando linguaggi da stadio che francamente lasciano il tempo che trovano. Che si stia avvicinando Mediaset? 

martedì 21 agosto 2012

Una lenta agonia


Difficile non dare un titolo meno funesto al post di oggi. Agonia si usa per indicare una condizione prossima alla fine qual è oggi il motociclismo moderno in particolare il Campionato del Mondo prototipi. Ad Indianapolis è andato in scena un bruttissimo atto sportivo che ha un po’ fatto toccare il fondo sia dal punto di vista umano che di risultati. Senza voler togliere nulla a Pedrosa e alla sua vittoria imperiosa su un certo Lorenzo (10 secondi rifilati) la gara è stata una noia mortale se non per un duelletto consumato tra un ottimo Dovizioso ed un guerriero mai domo Stoner che si è fatto issare sulla moto quasi col paranco. Se poi pensate che il settimo arrivato si è preso 57 secondi dal primo questo da un po’ la misura di quello che sono le corse oggi. Fa ancora più specie se poi il settimo è Valentino Rossi, non per il pilota o per l’uomo, ma perché è l’unica pedina in mano ad Ezpeleta che ancora è in grado (secondo lui) di muovere il mondiale. E’ indubbio che già i “tifosi” da stadio attendano un suo ritorno in Yamaha per vedere quanto vale ancora, ma per fare ciò sono stati sacrificati personaggi come Dovizioso, Cructhlow, forse Spies, per non parlare dell’indifferenza totale all’addio di Stoner. Fossi loro sarei già migrato nel mondiale SBK più degno per un pilota che essere preso per il naso da un burattinaio che vede solo in Rossi l’uomo del giorno. E tutto questo senza avere niente contro Rossi, anzi… La sua stella ha ancora più valore perché riesce a brillare di luce riflessa, ma questo, per noi appassionati conta poco. Il tutto condito da una trasferta che poco ha del motociclismo con una pista orribile che ha poi fatto parecchie vittime sul campo. Sei bandiere spagnole sventolate su nove posti disponibili la dice lunga sull’internazionalità di questo campionato in forte peggioramento quando l’anno prossimo Marquez prenderà il posto di Stoner. Dovizioso andrà in Ducati? A mio avviso scelta pessima, priva di senso se non per essere considerato “ufficiale” in una squadra dove hanno campato per tre anni buoni sulle spalle di un pilota vincente per poi ritrovarsi due anni a brancolare nel buio. Io lo spero per il Dovi, se lo merita anche se è “svizzero”. Una brutta picchiata la sta subendo anche la rete del Biscione, nata sotto aspetti ben diversi rispetto al bieco faziosismo dimostrato in questi ultimi tempi. Adesso ci attenderanno 8 gare alla fine del mondiale dove l’unica incognita sarà se Pedrosa riuscirà a agguantare un furbo Lorenzo, con il buon Casey a fare da giudice e il Dovi ha metterci qualche pezza dove può. Per tutti gli altri, attori poco protagonisti non resterà che trovare un po’ di notorietà in qualche guizzo sporadico.
Buffoni, buffoni e buffoni!

venerdì 10 agosto 2012

Il cielo sopra Ducati

Post dai toni duri, non nel mio stile, ma come recita Confucio bisogna sempre attendere che il cadavere del nemico passi galleggiando sul fiume. E se di cadaveri si parla, di certo non stiamo parlando dei protagonisti della vicenda ma bensì di tutto lo stuolo di tifosi, giornalai, lecchini, imbonitori ed ex piloti ufficiali che hanno detto e scritto fiumi di parole su questa vicenda. Si sono detti addio Rossi e la Ducati dopo due anni di gare e zero vittorie. Sembravano destinati ad una pagina epica del motociclismo, una pagina già scritta prima che iniziasse, una storia d'amore di shakesperiana memoria finita invece nel più totale oblio. Lui, Valentino, il taumaturgo delle due ruote, il Dottore, il Fenomeno, quello che ogni cosa che tocca diventa un razzo (Yamaha Superbike docet), quello che aggiusta tutto, quello che non da le spallate ma solo carezze, è naufragato al cospetto della moto più vincente dell'era 800, quella Ducati che "faceva" vincere un fermo come Stoner, come ebbero a dire nel 2007. Guareschi-Basettoni durante i test di Valencia  di Ottobre 2010 disse (testuali parole): "abbiamo acquisito più dati in due ore che in tre anni di sviluppo". Eccoli i tuoi dati caro Vittoriano! Avete acquisito più figuracce in due anni che in tutta la vostra carriera in MotoGp. E alla guida non c'erano, Melandri, Gibernau all'epoca dei fermi, ma c'era sua Maestà Valentino, quello con mezzo secondo al polso. E mi ricordo ancora quel triste flirt di Philipp Island 2010 quando sul gradino più alto c'era il tuo pilota mentre tu già facevi gli occhi dolci a Rossi. Due anni con Ducati ci hanno fatto vedere il fenomeno di Rossi: non un talento ma un grande personaggio capace di guadagnare 30 milioni d'euro l'anno per arrivare sesto. Questa è la grandezza di Valentino che va oltre tutto. A noi appassionati piace anche questo lato, ma non ci piace quel lato becero che lui rappresenta, quei cronisti da bar dello sport che ai sopracitati test di Valencia ci hanno fatto abbassare il volume dei televisori tanto spocchiosa e prosaica fosse quella telecronaca imperniata addirittura sui colori delle carene e tute, quando davanti il loro ex pilota già gli dava un secondo e mezzo. Il fallimento Ducati-Rossi è un pò il riscatto di tutti i mediocri che si sono avvicendati sulla sella della rossa e che oggi stanno lottando per vincere un mondiale (Melandri docet). E' la cartina tornasole che Rossi senza una moto giusta è solo un pilota come tanti, ne più ne meno. Ma la grandezza di Valentino sta anche in questo: in un mondiale brutto, a parte i primi tre, lui riesce a tenere banco, ritornando in casa Yamaha e alimentando curiosità anche per l'anno prossimo dove il tema dominante sarà la sfida con Lorenzo. Finiti i prossimi due anni in MotoGp perchè no, Superbike per altri due. Quindi, vincendo o no, i prossimi 4 anni saranno comunque vissuti da protagonista. A noi appassionati ci piacerà vederlo lottare la davanti, e se non lo farà lo valuteremo alla stregua di quelli che arrivano dietro, senza troppe scuse, senza troppe giustificazioni. Questi sono gli appassionati di motociclismo, non i tifosi da stadio che non conoscono Hailwood, Saarinen, Sheene, Shwantz, Raney, Fogarty, tanto per citarne alcuni.
Spero che Ducati prenda Redding l'unico simil Stoner sulla piazza, come spero che Audi strapaghi Stoner per tornare sulla rossa... Ma questo fa parte di un fanta campionato che viviamo soltanto noi appassionati delle derapate e della guida al limite.... 

lunedì 6 agosto 2012

Rain-Stone

Più che Silverstone il tracciato inglese dovrebbero chiamarlo Rainstone non solo per il meteo bizzoso della verde Inghilterra, ma anche per aver fatto piovere su una Superbike un pò troppo selvaggia da appartenere forse più al Far West che ai salotti londinesi. Week-end brutto non solo per la pioggia ma anche per delle interpretazioni regolamentari che hanno fatto saltare un pò gli schemi di questo campionato che tanto ancora ha da offrire. In primis la sospensione di gara 2. A tal proposito è bene ricordare il punto 1.26.1 del regolamento che testualmente recita:


Se (in una ipotetica gara di 30 giri) una bandiera rossa è sventolata quando il leader è nel suo 10° giro dopo aver completato il suo 9° giro e gli altri piloti non hanno ancora completato il 9° giro, allora il risultato della gara sarà sugli 8 giri completati e la seconda parte consisterà in 22 giri.  Se la bandiera rossa è mostrata quando il leader della corsa e tutti gli altri piloti nello stesso giro del leader sono nel 10° giro dopo aver completato tutti il 9° giro, allora il risultato della corsa sarà considerato sui 9 giri e la seconda parte consisterà di 21 giri.


Quindi sembrerebbe che le rimostranze Aprilia fossero mal riposte non avendo tutti i piloti completato il 9° giro. Aprilia protesta formalmente anche sull'attardarsi dei meccanici BMW sulla moto di Melandri oltre il tempo consentito in Gara 1, ed anche qui il regolamento parla  di una partenza dai box com'è stato per Sykes (fermatosi per regolazioni) in gara 2. Certo è vero che in due round Biaggi ha perso 38 punti sul diretto inseguitore, Melandri, e anche se ad oggi sono soltanto 10 i punti che li separano con ancora 200 punti in palio, sarebbe auspicabile da parte di Infront atteggiamenti più risoluti senza macchiare un bellissimo campionato. 
Detto questo entrambe le manches non mi hanno fatto impazzire, troppi i sorpassi garibaldini da parte di piloti che gettano il cuore oltre l'ostacolo in situazioni limite, mettendo in serio pericolo chi invece è sempre in vetta a lottare, escludendo un già visto a BRNO, Loris Baz che ha portato finalmente la Kawasaki sul gradino più alto del podio in un ultimo giro di gara uno dove è veramente successo di tutto anche la caduta dopo la bandiera a scacchi di Badovini e Rea. Bravo Baz! A "me mi piace" parecchio anche perchè ha dimostrato una certa maturità in gara, grintoso ma mai oltre il limite come altri piloti. Adesso non resta che attenderlo in una gara "vera" di quelle che si vincono di talento e classe. Sul podio anche Fabrizio (bentornato!) e Badovini, anteprima di un team che l'anno prossimo vedrà sicuramente più podi. Riscossa anche per Giuntolì in gara 2 con il suo nuovo team che lo ha visto navigare per 8 giri sempre in testa regalando al team Pata la prima vittoria e un pò di serenità. Per tutto il resto mondiale compresso in soli 10 punti con i protagonisti in ombra, molto guardinghi sul da farsi, considerando che ancora è tutto da giocarsi con la speranza che vinca il migliore sempre e comunque.