lunedì 28 febbraio 2011

Vittoria acCHECAnte!


Inizio col botto Ducati, questa volta in senso positivo (pensando a Salt Lake City), per il mondiale superbike nella terra australe, dove ha visto solo un unico protagonista dominare la scena: Carlos Checa, un non più giovane pilota che ha stracciato la concorrenza con due manches da incorniciare regalando la prima vittoria alla non “ufficiale” Ducati. Le promesse fatte dal DS Ducati, in merito al solo ritiro della squadra ma non all’impegno nella superbike, sembrano rispettate, infatti Checa oltre ad un ottima guida disponeva di un mezzo veramente performante in grado di danzare agevolmente sul tracciato australiano, anche se Bevilacqua (proprietario del team) dice di avere solo le sospensioni differenti dagli altri Ducati. Vedremo… Bene anche il fresco campione del mondo Biaggi, in un circuito storicamente ostico all’Aprilia, che ha portato a casa due preziosi secondi posti, con una cavalcata solitaria in gara uno, e con un bel duello tutto italiano in gara 2 con il “rookie” Melandri ancora alle prese con la spalla dolorante…Il ravennate infatti ha dimostrato di saper condurre la sua R1 fino alla fine dall’alto della sua esperienza, e se nella prima frazione ha perso il podio per pochi decimi, nella seconda ha gestito il bene il duello con Max, seguendolo, punzecchiandolo e sicuramente “imparando” la gestione della moto per portarla fino a fine gara. Ottimo anche Haslam, pilota coriaceo e grintoso, che ha portato sul terzo gradino del podio una BMW ancora da assettare ma con grandi potenzialità. Bene Fabrizio sempre nella top ten, quasi bene un altalenante Rea fino al resto del gruppo con piacevoli new entry (Laverty) e spiacevoli conferme (Toseland).

Di superbike in questi giorni ha parlato molto Batta, il team manager della Suzuki, uno che la sa lunga sulle corse, e che a mio modesto parere, ha fatto un quadro della situazione lucido, sia nell’intervista a GPOne (qui) sia ai microfoni di La7, sottolineando il momento difficile del nostro sport sempre più privo di un identità precisa com’era nel passato, ma soprattutto sempre più privo di denari per il sostegno alle squadre, in cerca perennemente di sponsor (Althea ha dichiarato una spesa di 2 milioni d’euro a stagione). L’ho già detto in passato e lo ribadisco oggi: la stupida “guerra” tra Infront e Dorna non porterà a nulla di buono al motociclismo. E’ vero c’è il mercato asiatico in espansione e alla fine conteranno le vendite di tutto l’indotto che circola intorno alle due ruote, ma c’è da capire realmente quale sarà il confine tra sport vero, per come siamo abituati noi motociclisti a conoscerlo, oppure puro marketing, creando ibridi come lo è già la Moto2, la Superbike stessa, e la futura MotoGp.

Di rilievo la vittoria di Scassa in Supersport, in volata con altri tre piloti, dopo una bella battaglia che ha riportato anche la Kawasaki ai vertici della categoria.

giovedì 17 febbraio 2011

Figli di un Dio minore


Leggo piacevolmente sul sito mio sito preferito “spacciatore” di notizie motociclistiche GPOne, che il fratellino di Valentino Rossi, Luca Marini, si appresta ad iniziare una fulgida carriera dopo aver frequentato le elementari del motociclismo nei vari campionati per ragazzi. Fino a qui nulla di strano essendo comunque parente dell’illustre fratello e quindi degno di una menzione giornalistica. Leggo sempre sullo stesso articolo che il piccolo Luca non è arrivato primo nella sua categoria, ma “solamente” sesto su 38 partecipanti, il che mi sembra comunque un risultato sportivamente rilevabile. Ma se lui è arrivato sesto, chi sono gli altri 5 che sono arrivati prima di lui? Quali sono i loro nomi, i loro cognomi, la loro storia? Quello che è arrivato primo sarà stato più meritevole di una menzione, oppure non ci interessa perché suo babbo è ragioniere di Pistoia? Domande alle quali mi piacerebbe avere una risposta proprio da chi in telecronaca o da articoli di giornale, pontifica sullo scarso vivaio di giovani futuri piloti italiani. Signori miei, incentivare uno sport “delicato” come il motociclismo significa anche menzionare quello stuolo di ragazzi figli di persone “normali” che cercano e investono con sacrifici a fine mese per vedere il loro figlio arrivare prima degli altri o semplicemente emulare le gesta dei propri beniamini. Non tutti hanno la fortuna di chiamarsi De Angelis, Rolfo, Lamborghini, Canepa… Eppure al fratello di Rossi è già stato assegnato un posto come prima guida nel Team RMU nella 80cc in attesa di completare il progetto Moto3 che gli sarà sicuramente affidata alla prima occasione. Lo so che sto parlando di aria fritta e cose iper-ovvie, ma essendo un appassionato di moto e vedendo la perdita della nostra leadership a livello umano, mi piacerebbe che i signori del microfono, della penna e del video, capissero che Valentino non è eterno e che anche lui un bel giorno (spero lontano) smetterà di correre o nella peggiore delle ipotesi di vincere, e che solo allora, come oggi scorrendo la classifica della 125, si accorgeranno che forse era meglio parlare anche del vincitore di un campionato giovanile la cui unica colpa era di aver avuto il babbo muratore, elettricista e non pilota o figlio di….