mercoledì 29 giugno 2016

Una questione di buon senso

Prima di discernere in questo mio breve post vorrei far presente che sono stato operatore di polizia stradale per 10 anni ed ho sempre portato in maniera fiera la divisa ed il compito che mi era stato affidato, ritenendo quel lavoro uno dei più belli al pari del vigile del fuoco, infermiere e tutti quelli che ogni giorno si alzano per servire la comunità. Senza voler entrare nel merito delle singole specializzazioni vorrei dare un piccolo suggerimento a chi ogni giorno sorveglia le nostre strade che siano comuni piccoli, città, strade provinciali e di grande viabilità. Premetto che sono anche un motociclista non di quelli del sabato-sempre-in-moto ma un fruitore del mezzo per il diporto quotidiano e per qualche girata con gli amici. Il motociclista per antonomasia è (meglio dire era) un pò selvaggio, scavezzacollo ma sicuramente un amante del suo mezzo e in rarissimi casi lo troviamo con motociclette messe male. Anzi spesso e volentieri la moto è il trionfo dell'accessorio per renderla originale e a parte casi estremi possiamo affermare che bisognerebbe che tanti automobilisti ci tenessero alle auto proprie come fa il motociclista. Perchè allora tanto accanimento nei confronti del motociclista (anche cittadino) che ha il pregio di liberare le strade dal traffico (giusto per dirne una)? Perchè vessarlo se la freccia o lo specchietto retrovisore non è conforme all'originale anche se perfettamente funzionante? Ok ci sono delle regole ma mi sembra che ultimamente sulle nostre strade ci siano una miriade di veicoli (autoveicoli) provenienti da paesi stranieri (per lo più Romania e Bulgaria, RO e BG) in dubbie condizioni di manutenzione (quindi revisione) e sicuramente "poco" assicurati. Ma anche senza scomodare questa fetta di utenti (sempre più in aumento), basterebbe guardare dentro gli abitacoli per vedere sempre più spesso che chi guida usa il cellulare per navigare o scrivere messaggi. Casi da controllare ce ne sarebbero a bizzeffe perchè allora accanirsi solo con il motociclista? Non vi è dubbio che in diversi hanno scambiato la strada per una pista, ma non è la fetta più grande. Come ho sempre affermato i furbi, quelli del tanto-non-mi-becca si ritroveranno sempre e prima o poi da qualche parte verranno colti in grave fallo, ma l'accanimento a prescindere lo trovo poco "educativo" e generante una scollatura con le istituzioni che in questo momento non ci dovrebbe essere. Cari ex colleghi, avete in mano uno strumento meraviglioso, una sorta di super potere che potete gestire voi stessi e non sotto l'influenza di input politici che vi impongono la riscossione. Quando vedo un posto di controllo mi sento al sicuro perchè so che gli agenti operanti stanno facendo un azione "di controllo" sul traffico e non di repressione-per-forza. E con la presente vi lascio al vostro lavoro quotidiano che non è facile ma fatto di tante sfaccettature che sono davvero di pubblica utilità più di quanto non pensiate. 

martedì 28 giugno 2016

Tutti giù per terra (o quasi), #assen2016

Fine settimana da dimenticare o forse no, dipende da quale visiera lo si guardi. La bella notizia per i nostalgici e appassionati è che abbiamo riascoltato l'inno australiano sul più alto gradino del podio e questa volta non grazie a Casey Stoner ma ad un intrepido Jack Miller, quel rookie tanto discusso che è riuscito a portare davanti a tutti la sua Honda semi ufficiale. Va beh direte, pioveva, freddo, asciutto, confluenze astrali però la sua mano tremolante di emozione sul podio ci ha fatto ritornare ad un motociclismo romantico e questa non fa altro che bene. Anche da altre visiere abbiamo intravisto il sereno oltre le nubi e la prima è quella di Marc Marquez, l'unico dei big, quelli che sono sempre la davanti, ad essere rimasto in piedi e a portare a casa un secondo posto che vale oro e allungando decisamente in campionato. Bene anche Scott Redding ieri terzo al suo primo podio in MotoGp. Anche Iannone, senza far danni, è riuscito a raddrizzare un fine settimana che era partito dall'ultima posizione risalendo fino alla quinta. Più sfortunato Petrucci che dopo una prima frazione in rimonta si è visto abbandonare dalla sua Ducati alla ripartenza. E gli altri? Bella domanda! Il primo che non ha mai brillato sin dal Venerdi è proprio Lorenzo mai in vera partita col resto del gruppo tanto che nella prima "manche" era scivolato al 20 posto! Alla ripartenza e viste anche le numerose cadute, alla fine ha racimolato un decimo posto che gli è valso qualche puntarello mondiale ma avrà da riflettere parecchio sulle gare future. Rossi che sembrava a far sua la gara prima dell'interruzione al secondo via ha cercato di scappare in fuga nonostante una pista molto bagnata, rimanendo però vittima di una caduta di anteriore che sinceramente, vista la sua esperienza, poteva benissimo evitare in quel momento. Stessa sorte per il buon Dovizioso che nel tentativo di resistere alla fuga dell'italiano (lui come sappiamo è svizzero) ha sbattuto la sua Ducati in terra e con lei sono volate sia le ali sia i sogni di gloria. Alla fine vincitori e vinti se ne tornano a casa con ghiaia, graffi e nel caso di Marquez un bel bottino in più.
La Moto2 ci ha regalato la prima vittoria di Nakagami che ha saputo tirarsi fuori dalla bagarre e creare quel margine per arrivare in solitaria al traguardo vista anche la imperiosa rimonta di Zarko (ora leader della classifica) e il nostro Morbidelli che ha saputo reggere agli attacchi dei vari piloti che gli si sono portati in scia.
Ma è la Moto3 che ci ha regalato le più belle soddisfazioni con ben 5 italiani davanti a tutti e con la prima vittoria di Bagnaia e della sua Mahindra davanti al sempre più convincente Di Giannantonio e Migno. Fuiori dal podio per un non nulla Fenati e Antonelli. Peccato per Bastianini caduto a pochi giri daslla fine. Bella anche la gara di Binder mai sazio di vittorie dimostrando cuore, talento e passione anche se alla fine ha raccolto un dodicesimo posto causa un lungo.
Nota a margine sulla sempre più pietosa telecronaca e siparietti vari in studio che di fatto dimostrano che il motociclismo è in mano a marchettari e prezzolati e non a sportivi veri.
Mi raccomando luci accese anche di giorno, casco taroccato sempre allacciato e prudenza....sempre!

domenica 19 giugno 2016

Il mondiale che non c'è. Misano SBK 2016 #ciaopiro

Fine settimana di SBK, STK e SSP in ricordo di una grande protagonista di queste serie, quel Fabrizio Pirovano che ci ha lasciato per un male incurabile, forse la sua gara più brutta e più dura dove, purtroppo, nulla ha potuto. E nel suo ricordo il circuito di Misano non ha offerto grandi gare in SBK nè tantomeno ha richiamato quel popolo che da sempre ha contraddistinto il campionato delle derivate di serie. Nella SBK Re Rea ha ripreso il suo trono e il suo scettro con due manches magistrali dove nulla ha potuto un ottimo Sykes autore della pole position ma meno efficiente in ottica gara. Rea è stato semplicemente perfetto e insaziabile di fatto ipotecando il suo secondo titolo mondiale. Chi doveva rallentarlo o è arrivato secondo, Sykes, o ha raccolto un quarto posto e una caduta (Davies) nella foga di recuperare delle prove non brillanti. Ci ha pensato Giugliano a tenere alta la bandiera della Ducati con un buon terso posto in gara 2 ma mai con i primi. Sinceramente la Kawasaki ha un pacchetto pilota moto che gli permette di rischiare meno al contrario di Chaz, sempre spettacolare ma perennemente al limite. In gara uno si rivede anche Van DerMark, terzo, ultimamente un pò in ombra rispetto al suo compagno Hayden, caduto e poi sesto. Bene Savadori quinto in gara 2 in crescita gara dopo gara. Alla fine un mondiale ucciso da Rea e dalla Kawasaki complice anche quel guizzo che Ezpeleta (oggi presente) non riesce (o non vuole) dare a questa categoria che tanto invece avrebbe ancora da offrire.
In Supersport un altro cannibale non si accontenta di posizioni di rincalzo, quel Kenan Soufoglu che mette una seria ipoteca sull'ennesimo mondiale di categoria, regolando un ottimo Caricasulo, autore della pole e di una bella e matura gara e PJ Jackobsen che si deve accontentare del terzo posto con una moto non perfettamente a punto. Chi saluta i sogni iridati è Cluzel anche oggi caduto e definitivamente lontano dai giochi visto anche lo scarso feeling con la sua MV.

Chi invece dovrebbe restar a casa per un turno senza passare dal via è De Rosa che dopo una gara intelligente e accorta decide di gettare al vento la sua gara e quella di Mercado che lo aveva infilato nel corso dell’ultimo giro. Il napoletano, invece di "accontentarsi", vista anche la difficoltà di sorpasso a Misano ha pensato bene di entrare sul pilota Ducati, alla fine del curvone veloce, prima del Carro, ignorando del tutto il pilota della Ducati, falciando il povero argentino che si è trovato senza la ruota anteriore attaccata al terreno. In pratica una iannonata bella e buona senza neanche un mea culpa al parco chiuso. Per fortuna nessuno si è fatto male ma mi aspetto dalla direzione di gara una punizione esemplare visto anche il punto veloce del tracciato. Vince il simpatico Mahias alla sua prima a Misano seguito da un buon Calia e dall'autore della pole Faccani.

domenica 5 giugno 2016

Nel segno di Salom #motogpbarcellona2016

Oramai del luttuoso fine settimana spagnolo ne abbiamo abbondantemente parlato e in questo post limitiamoci commentare chi ha omaggiato la memoria dello sfortunato pilota spagnolo. In effetti in nessuna delle 3 classi ci sono stati piloti che si sono risparmiati anzi ,tutti hanno dato il meglio di se per contribuire ad un fine settimana di motociclismo come piace a noi. Bello e corretto il duello tra Rossi e Marquez con l'italiano primo sotto la bandiera a scacchi dopo una gara intelligente e forse carica di quel rancore che il Mugello gli aveva lasciato dentro. Non ha fatto sconti Rossi ad un rivale coriaceo e sempre più maturo che non gli ha concesso un metro se non solo sul finale quando Marquez ha deciso che oggi contro il 46 non c'era nulla da fare. Un bel duello che riporta alla memoria la gara di Sepang e l'occasione persa, chissà... Bravo dunque Rossi che dovrà gestire il campionato in questo modo se non vorrà far scappare i due avversari più giovani, quel maturo Marquez e Lorenzo oggi in ombra ma anche estremamente sfortunato, falciato da quel pilota inutile che corrisponde al nome di Iannone. Da queste pagine non avete mai letto una posizione così radicale nei confronti di un pilota, ma ritengo Iannone all'altezza del suo soprannome, un maniaco che gira per la pista come una mina vagante, falciando tutto e tutti rimanendo impunito. Suzuki e bene che faccia una bella scorta di ricambi per l'anno prossimo. 12  o 11 punti persi da Lorenzo non fanno la differenza, ma la differenza la fa quando degli ottimi piloti Rossi, Marquez, Lorenzo e Pedrosa, oggi terzo, battagliano per un mondiale che andrebbe vinto sul campo, con i sorpassi e non perche in pista ci sono degli esagitati che non riescono neanche a calcolare la distanza altrui. Il resto del gruppo come sempre alla spicciolata con un deludente Vinales quarto che ha condotto una gara "agitata". 
In Moto2 ritorna alla vittoria (la seconda consecutiva) un ottimo Zarko che ha regolato un Rins attento e un ritrovato Nakagami. Lowes in ombra, oggi sesto, è costretto a cedere la sua leadership per una campionato al momento a 3 piloti racchiusi in 10 lunghezze. Brutto il pasticcio tra Baldassarri e Corsi vittime di una foga eccessiva che porta solo zero punti.
Chi invece pare proiettato verso una vittoria di forza e classe è Brad Binder oggi secondo solo a Navarro alla sua prima vittoria mondiale. Il sudafricano non si è mai accontentato neanche quando è stato buttato fuori da un Rodrigo oggi in grande spolvero. Bene il ritorno di Bastianini sul podio con Fenati e Bulega nelle prime otto posizioni. 
Sicuramente lasciamo Barcellona con quel senso di vuoto dentro che ogni perdita di una giovane vita ci lascia sempre ma come ha scritto un bravo giornalista sportivo, Massimo Falcioni, o si smette di piangere o si smette di correre. Ci vediamo in Olanda nella ex università della moto ora diventata un liceo (triennale).

sabato 4 giugno 2016

Il senso di chiudere la stalla... #motogpcatalogna2016

...dopo che sono scappati i buoi. Che il nostro sport sia pericoloso non v'è dubbio. Però anche andare sulle strade è pericoloso. Kato a Suzuka, Tomizawa a Misano, Simoncelli a Sepang e via discorrendo. Morti che si potevano evitare? Non si corre più a Suzuka per la MotoGp ma si corre la 8 ore. Quindi Suzuka è pericoloso o no? Ieri a Barcellona si è consumato l'ennesimo lutto del nostro meraviglioso sport. Un ragazzo di 24 anni, Luis Salom, è deceduto per le ferite riportate a seguito dell'impatto contro gli air fance e la sua moto. Poche ore dopo la Safety Commission decideva di utilizzare il tracciato della F1 utilizzando due modifiche che rallenterebbero la velocità. Ma allora perchè si è corso con l'altro "disegno"? Era realmente pericoloso? Se non ci scappava il morto nessuno avrebbe detto nulla. Allora perchè questa modifica? E se non ci fossero state alternative? Come sempre l'uomo è alla ricerca di un paracadute ma trattandosi di sport estremi l'imponderabile è sempre dietro l'angolo. Il povero Simoncelli se non fosse stato (incolpevolmente) travolto da Rossi e da Edwars avrebbe tirato due Madonne e non si sarebbe neanche fatto un graffio, come fu anche per Tomizawa: Doriano Romboni è morto in una pista di supermotard in una gara spettacolo, quindi di cosa stiamo parlando? Modificare il layout di un tracciato all'ultimo minuto significa non accettare il fato del nostro sport e questo nessuno lo potrà mai controllare. Andando indietro nel tempo Angelo Bergamonti è morto in una giornata super piovosa in un circuito cittadino per una capocciata sullo spigolo di un marciapiede. 10 centimetri più a lato e avrebbe mangiato una balla di fieno e sarebbe qui a raccontarci storie di moto. I guardrail di Monza che ci hanno portato via Saarinen e Pasolini non ci sono più, così come sono state aggiunte delle chicane ma ciò non vuol dire che a Monza non si muoia più. Modificare la pista a seguito di una morte improvvisa significa non aver capito la filosofia e lo spirito di questo sport. Capirossi una volta disse: "ad ogni curva sappiamo che rischiamo la vita, ma ad ogni giro quella stessa curva cerchiamo di farla sempre più forte", oppure Simoncelli che il giorno prima del fatale incidente dichiarò "che nella vita avrei fatto solo questo lavoro, il lavoro più bello del mondo". E' giusto rendere le piste più sicure come è stato fatto ma è ingiusto e infantile non calcolare che queste sono le corse fatte di bellezza e a volte, oggi raramente, di qualche tragedia. Ciao ragazzi, vegliate sempre su di noi.

mercoledì 1 giugno 2016

Fermiamoci un attimo

...e osserviamo. Sinceramente mi sembra che la nostra società stia prendendo una direzione molto strana. I luttuosi fatti degli ultimi giorni delle due ragazze uccise brutalmente fanno emergere un quadro inquietante che si cela dietro parvenze di rapporti "normali". Ma cosa è che fa scatenare la follia umana tanto da uccidere barbaramente o dare fuoco alla donna (uomo) tanto amata? "Eppure era tanto un bravo ragazzo, normale..." difficile crederlo ma sono le parole che spesso si sentono dire da chi li conosceva. C'è qualcosa quindi che non va nella comprensione degli individui che frequentano le nostre case. Cos'è che non vediamo o non comprendiamo? Difficile chiudere la stalla dopo che sono scappati i buoi ma ora più che mai, in questo mondo che vive sui social, che comunica per brevi post, che "twitta e selfia", spesso la chiave è proprio li, nei messaggi, nelle urla nel silenzio che spesso passano inosservate. Happy Hour, ora felice, ma il resto delle 23 ore chi sono i nostri ragazzi? Non che gli "adulti" siano da meno ma sicuramente (passatemi il paragone) è più plausibile un raptus da adulto che da adolescente, vista anche la vicinanza della famiglia. Ma è proprio nella vicinanza o pseudo tale che vanno trovate le ragioni di questi folli gesti. Pensiamo davvero di essere vicini ai nostri figli? Quante volte gli abbiamo chiesto se a scuola, o sul lavoro va tutto bene oppure gli abbiamo chiesto di parlarci delle loro compagnie? Il telefono fisso in mano non risolve i loro problemi anche se internet sembra che fornisca tutte le risposte. Ma noi adulti siamo in grado di fornirgli le risposte? Solo quando pensiamo ad una ragazza di 24 anni data alle fiamme ci svegliamo dal torpore ma poi cosa facciamo? L'amico che ci scrive "l'ammazzo" va preso un pò più in considerazione o va ignorato perchè è soltanto uno sfogo momentaneo? Fermiamoci un attimo dunque e alziamo la testa degli schermi e guardiamoci intorno. Forse qualcuno ha bisogno di noi, forse anche noi stessi...