martedì 15 dicembre 2009

Lontani da tutti e da tutto


Che si fosse al capolinea questo si era già capito. Ma che adesso siamo entrati anche in stazione con la previsione di non ripartire più è veramente drammatico. Il fatto dell'aggressione a Berlusconi sancisce come in questo paese che i "proclamatori" della democrazia sono gli stessi che formerebbero le squadracce di lontana memoria. La violenza subita dal presidente del consiglio non è nulla rispetto a quello sparuto gruppo di persone che inneggia a Tartaglia come un eroe. Ma si sa, non è la prima volta che la piazza fascista inneggia ad un delinquente, Carlo Giuliani docet. Perchè che gli piaccia o no, gli agitatori delle bandiere rosse, del Che, delle bandiere arcobaleno (che in realtà sarebbero il simbolo dei gay), e che proclamano a gran voce la democrazia, sono gli stessi che appenderebbero Berlusconi per i piedi al distrubutore di Piazzale Loreto se ancora ci fosse. Come se non bastasse i tribuni di questa massa informe di popolo, inneggiano loro stessi alla violenza compresa quella donna più bella che intelligente della Bindi. Ex cattolici, trasformisti per l'occasione, diventati baluardi di questo popolino brutto, ignorante e grezzo, pronti a buttarsi in piazza al grido "via Berlusconi"!!! Vorrei ricordare ai lor signori, tutti, che la maggioranza del popolo, quella che forse urla meno ma lavora di più, democraticamente si è espressa a favore di Silvio Berlusconi, e non mi sembra che alle urne ci siano i militari, anzi... La maggior parte dei presidenti dei seggi sono dipendenti statali e non mi sembra che abbiano forti simpatie per la coalizione che è al governo. Personalmente non ho mai votato per Berlusconi, ne per il partito che rappresentava, ma democraticamente ho sempre accettato il volere del popolo sovrano, anche quando l'Italia era rappresentata dall'armata Brancaleone Prodi. Sarei più propenso per invocare lo spirito di Junio Valerio Borghese, se proprio vogliamo parlare di "rivolta" perchè prima di tirare in faccia una statuetta a Berlusconi ci sarebbero altre "purghe" da attuare, ad altri personaggi della quale moralità e coerenza ci sarebbe da discutere. Vedere altre facce sanguinanti potrebbe essere altrettanto piacevole, ma citando Oscar Wilde "Se ti servi della violenza sei sprovvisto d'intelligenza"... Per fortuna la maggioranza degli italiani ne sono provvisti ma direi che ci siamo un pò stufati di essere in balia di chi mena le mani o di chi urla incessantemente o di chi politicamente volta la gabbana. I politici tutti, vincitori e perdenti, Capo di Stato compreso, devono garantire la volontà del popolo, che ha eletto Silvio Berlusconi da Arcore il capo del Governo, e se l'opposizione insieme alle altre banderuole lo vogliono far abdicare, lo devono fare con gli strumenti democratici, battendolo sul suo stesso piano, non dando voce a zoccole o bugiardi falsi pentiti. Mio nonno diceva sempre che si stava meglio quando si stava peggio e studiando la storia inizio a credere che avesse veramente ragione...

giovedì 10 dicembre 2009

L'asilo delle omertà

Della vicenda dell'asilo nido di Pistoia ne è già stato scritto e parlato da tutti e da tutto, e non è in questo post che voglio addentrarmi sul cosa farei e come alle due "maestrine". Permettetemi però di disquisire sull'atteggiamento di certi pseudo conduttori televisivi, in particolare Massimo Giletti, che se non fosse per qualche santo in paradiso, forse farebbero meglio a fare gli uscieri (senza offesa per quest'ultimi). Domenica un po’ tutte le televisioni ed i loro show, hanno dedicato uno speciale su questa brutta vicenda, e nello studio di Giletti erano presenti anche due genitori, peraltro giovanissimi, di un bimbo maltrattato nell’asilo. La cosa che più mi ha colpito è stata l’espressione della madre, quasi incredula nonostante aver visionato ripetutamente le immagini della polizia, quei giovani occhi velati da un dolore che si è abbattuto sulle loro giovani vite. Di contraltare era invece l’espressione di Giletti, contrita seria, col sopracciglio delle peggio occasioni, come se l’essere “serio” enfatizzasse già il momento drammatico dei due genitori astanti. Non solo, l’incerato conduttore ad un certo punto se ne uscito con l’infelice battuta sulla differenza tra istituti privati e pubblici, sottolineando di come non sia vero che nel privato certe cose non succedono, anzi… nel pubblico vengono effettuati test e prove attitudinali per l’ammissione alla professione, cosa che evidentemente non avviene nel privato. Rimuginando per l’uscita poco felice la trasmissione va avanti con una mamma che racconta di un episodio subito dalla figlia nell’anno 2000, di una lussazione alla spalla, giustificata come normale incidente tra ragazzi. La bambina all’epoca aveva già avvisato la mamma che non era stato un incidente, e dopo varie richieste fatte alla maestra, la mamma in questione si è sentita minacciata se il fatto usciva dalle mura dell’asilo. Ironia della sorte, la stessa bambina, oggi, quando ha visto le foto delle due indagate ne ha riconosciuta una come la sua “feritrice” dell’epoca. Ma allora caro Giletti dove sta l’inghippo? Nel dire che nelle strutture private non fanno selezioni o che la gente comune vive in uno stato di omertà, tant’è che ha permesso il perpetrarsi delle cose fino al 2009? Se all’epoca fosse partita una denuncia e la successiva indagine, come è avvenuto oggi, tanti abusi si sarebbero risparmiati, tanto più che le persone sono le stesse!!!!!!!. Ma siccome evidentemente abbiamo paura anche della nostra ombra e poca fiducia nella giustizia, aggiungo io, tutti stiamo zitti, tanto più che poi sono venuti fuori altri casi anomali con il relativo silenzio da parte dei genitori. E allora mi domando caro Giletti: era così politicamente comodo sottolineare la differenza tra il privato e il pubblico, oppure era meglio porre l’accento sull’omertà delle persone? Con quella frase volevi avere la compiacenza di qualcuno? Ti ricordo che quasi tutti i politici e personaggi vip mandano i loro figli in strutture private (leggi qui). Dato che hai la fortuna di entrare nelle case delle persone, cerca di fare informazione, non di fare del bieco qualunquismo. Insegna, suggerisci alle persone di denunciare questo tipo di comportamenti, perché nessun test attitudinale, ne esame di stato, può far emergere comportamenti al limite della nevrosi. Ti ricordo che per molte persone quelle due maestre erano bravissime… Non siamo solidali al dolore solo con un espressione “seria”… Al dolore si può essere solidali anche facendo crollare i tabu che ancora regnano nella nostra società…. caro Giletti…

martedì 1 dicembre 2009

Non c'è più religione

Si potrebbe pensare di uscire un ora prima, ma purtroppo non è così. Leggo le dichiarazioni del nuovo segretario del Partito Democratico Gianfranco Fini, il quale dice che la Svizzera fa male a vietare la costruzione dei minareti. Il presidente della Camera è noto alla stampa per le sue ultime dichiarazioni non proprio di destra anzi, recenti standig ovation a palchi e pulpiti di sinistra gli hanno conferito la nomina a segretario del PD mettendo definitivamente in ombra un mai nato Bersani. Indipendentemente dai vari salti della quaglia che testimoniano veramente di quanto la politica sia ormai un teatrino di bassa lega (mi si perdoni l'accostamento), mi sembra che l'onorevole Fini sia giunto al suo capolinea umano, ed anche se troverà fortune in altri lidi, il buon vecchio Almirante da lassù lo ha già scomunicato. La Svizzera ancora una volta ha deciso di testa sua, sicuramente leggendo la Rabbia e l'Orgoglio, di un autrice italiana, che in patria è stata crocefissa solo per aver detto cose riguardanti l'Islam. Ma non è la religione della mezza luna che stiamo contestando anzi, ognuno è libero di esprimersi, ma nella terra che fu di Roma, ci pare un pò strana tutta questa benevolenza. La Svizzera ha deciso grazie ad un referendum, ed il suo popolo ha parlato chiaro. Se anche in Italia si facesse, sapremo se il popolo sovrano diventerà benevolo nei confronti dell'Islam o semplicemente chiarirà che in questo paese tutti sono liberi purchè si integrino con le nostre tradizioni. Ma per un fondamentalista che pianta le tende in Italia, il terreno risulta molto fertile, trovando una chiesa in totale decadenza ed una classe politica priva della spina dorsale. E se poi uno dei capi storici della destra parla in questi termini, il gioco è presto fatto. Non so cosa porterà tutto questo, ma sicuramente, un domani, dovremo fare i conti con la benevolenza di oggi, perchè anche la libera Olanda si sta ribellando, e loro non non sono come noi, il popolo tutto è capace di svolte. Ma noi siamo veramente un popolo? Siamo un gruppo di trasformisti pronti a dire di si dalla parte dove ci fà più comodo, senza sapere che le conseguenze, a volte, non ricadono nell'immediato, ma sopratutto un domani e a pagarne le conseguenze saranno i nostri figli...

domenica 8 novembre 2009

La caduta degli Dei


L'ultima gara del motomondiale a Valencia ci ha riservato parecchie sorprese e poche conferme. Iniziamo con la caduta nel giro di ricognizione di Stoner, strana o ingenua che dir si voglia, fatto sta che in una sinistra, peraltro effettuata a velocita veramente ridotta, l'australiano è stato disarcionato come uno alle prime armi della MotoGp, cadendo rovinosamente al suolo, vanificando tutto ciò di buono fatto nel weekend. Strana anche la succesiva non dichiarazione del pilota come quella dell'ingegnere Preziosi, che imputava a rivedere le procedure di partenza. Che significa questo? Che anche il giro di ricognizione l'elettronica è così fondamentale? Certo è che il re delle derapate è caduto in maniera strana e ancora, da parte di Ducati, non ci sono dichiarazioni ufficiali. Anche il secondo posto di Valentino è da considerarsi una caduta. Infatti dal rientro di Stoner e con il titolo già in tasca, il Dottor Rossi non ha più vinto una gara, e non è da lui essere così arrendevole, tantopiù che Pedrosa sembrava veramente alla sua portata. Altro caduto dal piedistallo il coriaceo Lorenzo, che alla vigilia aveva fatto proclami ben diversi, come per la mancata conquista della pole position e per la vittoria che si sentiva in tasca. Scendendo in classifica troviamo un Dovizioso veramente sottotono per tutta la stagione, Doningthon a parte, vittima forse della strana politica della Honda, ma comunque un pò pochino per la sua pseudo classe. Si salva Pedrosa che in casa ha svolto il suo compito ed ha portato alla Honda l'ultima vittoria del 2009 conquistando il terzo posto in classifica generale. Bene anche il debuttante Ben Spies che ha colto un ottimo settimo posto davanti a chi nel mondiale naviga da tempo. Cade anche Simoncelli nella ultima gara delle 250, che ha consacrato l'ottimo Aoyama l'ultimo campione del mondo giapponese, di una stagione che lo ha visto protagonista, come nella gara di Valencia, dove ha fatto saltare le coronarie al suo team manager Mularoni, quando in fondo al rettilineo ha preso la via della sabbia. Simoncelli aveva l'obbligo di vincere, ma non di cadere perchè pressato da Barbera, il quale l'anno prossimo andrà a fare la comparsa nella MotoGp. L'unico degno di nota è stato Simon che ha cercato la vittoria nell'ultima gara, stampando ancora meglio quel numero uno sulla carena, senza troppi calcoli, vincendo sull'eterno secondo Smith from Oxford e davanti ad un debuttante tedesco, certo Schrotter, che con una Honda vecchia di tre anni, ha messo in riga tutti arrivando quinto.

Per l'anno prossimo l'unica novità è rappresentata dal debutto della Moto2 al posto della 250 con una griglia di partenza di 37 piloti contro i 18 della MotoGp, tra debutti e defezioni varie, nella speranza di trovare uno o due piloti ad unirsi ai soliti ignoti, per rendere le gare un pò meno noiose.

giovedì 5 novembre 2009

Il Dio delle regole


Bisogna riconoscere che ultimamente si vive in un clima di grande incertezza, sotto tutti gli aspetti, dalla politica alla religione, sino ad arrivare alla sfera personale. Se si dovesse fare un sunto di tutto, possiamo dire che gli ideali sono morti, e le persone che prima ne perseguivano uno, oggi sono come un gregge senza guida. La politica ne è un esempio lampante dove comunisti, democristiani, missini, socialisti, radicali, si sono riciclati nelle forme più strane pur di stare aggrappati allo scranno del Palazzo. Ma anche la religione ha subìto questa tendenza. Una volta la chiesa rappresentava qualcosa di rigoroso e morale, dove la bestemmia o il comportamento blasfemo, venivano bollati con il classico "schiaffo" del prete, che ammoniva il fedele, o nel più classico dei casi, il ragazzo, a comportamenti più consoni al credo cattolico. "Masturbarsi è un atto impuro!" e in più fa male alle ginocchia!, tuonavano dai pulpiti. Ora, sarà che le ho rotte tutte e due, però certe frasi ancora fanno parte della mia tradizione culturale e, in un certo senso, anche educative.

Eppure oggi in chiesa ci vanno i comunisti bestemmiatori, una volta banditi dagli abiti talari, Camillo e Don Peppone docet, ma oggi, nuovi fedeli di questa moda che non corrisponde esattamente ai dogmi imposti dalla chiesa. Ma la legge dell'uomo si è spinta oltre. Il crocefisso è oggetto di turbativa religiosa, a fronte di chi non crede al cristianesimo. Ma anche Don Santoro (sarà il cognome che turba? Mah!) ci ha messo del suo sposando davanti a Dio due uomini, pratica bandita anche dalla Bibbia e dal mio amico Dante. Le leggi sono leggi, e gli ideali sono gli ideali. Non puoi per comodo tuo fare ciò che è bandito dalla tua religione o fede politica. Non puoi confessarti la domenica e sedere insieme a chi pratica l'amore saffico, cara Bindi o Binetti. Ma anche tu Peppone non puoi andare in chiesa e poi bestemmiare quello stesso Dio nelle case del popolo. Non puoi dichiarare guerra alla pedofilia e andare spesso a Cuba o in Thailandia. Oppure te politico che proponi nei tuoi proclami una lotta alla droga e poi ti rifiuti il test in parlamento. Oppure te, Marrazzuccio mio. Che male c'è dichiarare una propensione per i transessuali? Che male c'è dire mi piacciono gli uomini? Non è mica una malattia, ne un aggravante, sono solo gusti personali che non intaccheranno mai la tua professionalità nel far le cose. Gli stilisti sono quasi tutti gay, eppure non finiscono banditi sui giornali. Il direttore del quotidiano della chiesa è gay? Poco male, basta sapere che posizione assume la chiesa di fronte a questa pratica sessuale (e non parlo di quella a 90°). Quello che a me da veramente fastidio è l'ipocrisia delle persone, in primis quelli che si mostrano con una faccia in pubblico e poi in privato fanno l'opposto. Il crocifisso nelle scuole non è un simbolo della chiesa. E' un simbolo delle nostre tradizioni, di chi siamo stati, e di chi siamo oggi. La mezza luna o la croce di David sono simboli di altri paesi. E' un pò come le targhe delle auto. Allora su questo concetto accanto alle nostre bellissime cattedrali dovremmo mettere una torre con un muezzin che ci fracassa la nostra granitica resistenza testicolare, con berci e quant'altro. Da noi suonano le campane, perchè hanno sempre suonato, e coincidono con la domenica o con una ricorrenza festiva che fa parte delle nostre tradizioni. Caro italiano politico, religioso o persona qualunque, hai veramente perso il senso di cosa realmente è la patria dove vivi e il suolo che calpesti. Nella dichiarazione del ministro australiano c'è tutto il riassunto di quello che NOI italiani dovremmo essere, non di quello che ci vogliono e vogliamo diventare. Noi siamo tolleranti solo sulla carta, ma guai a oltrepassare quella linea o a fregare quel posto della sosta dell'auto. In italia (minuscola voluta) siamo tutti finocchi col sedere degli altri, ed è questo che è sbagliato. Per tutto il resto non c'è Mastercard, e prima o poi ne pagheremo le conseguenze, e peggio ci rimarrà a chi credeva di vivere in un mondo di frutta candita, fratellanza, tolleranza... Amen

martedì 3 novembre 2009

In silenzio sugli attenti!!!


Entra nel porto dell'Hudson River, la U.S.S New York, la nave da guerra americana costruita simbolicamente con i resti dell'acciaio ricavato dalla macerie del World Trade Centre, e che oggi fa parte dell'imbarcazione che può trasportare 720 uomini oltre a elicotteri e altri mezzi aerei. Nello scudetto della nave sono raffigurati le Twin Towers e i colori dei dipartimenti di polizia e vigili del fuoco che per primi risposero alle chiamate di soccorso. Dopo il varo sarà impiegata per il dispiegamento rapido di marines. E' arrivata in città dove sarà inaugurata sabato prossimo.
Sotto il ponte di Verrazzano A salutare il varo della nave c’erano anche membri del corpo di polizia di New York e dei vigili del fuoco. La U.S.S. New York è passata sotto il ponte di Verrazzano solcando le acque del porto della città dove è stata accolta da una flotta di imbarcazioni della guardia costiera e dello Stato di New York, gli stessi che accorsero a sud di Manhattan l’11 settembre del 2001.

Tutti in piedi sugli attenti quindi, cattocomunisti e pacifisti, buonisti e tolleranti. Tutti in piedi a salutare l'orgoglio di un popolo che ha costruito con le macerie della sconfitta, uno strumento per la pace, a dispetto di tutto e di tutti. Tutti in piedi politici italiani, presi con le vostre italiche bischerate, mettetevi sugli attenti, con la schiena dritta, guardate fendere il mare dalla prua di un acciaio che 8 anni fa veniva fatto crollare, e che ora si mostra di nuovo al mondo.

In piedi ipocriti pantofolari fancazzari, anche in America ci sono i trans, gay, veline, e si narra di una forte omosessualità latente anche nell'esercito. Eppure sono sempre in prima linea, a testa alta, tutti, quando si parla della difesa del loro territorio.
Good Luck U.S.S. New York!!!!!!

lunedì 26 ottobre 2009

Le tigri della Malesia e del Portogallo


Non so se in Portogallo ci sono le tigri, ma ieri a Portimao, se ne è vista una blu col numero 19 sulla carena, che in silenzio ha vinto il campionato del mondo Superbike al suo esordio. Il suo nome è Ben Spies nato di fronte alla pista portoghese, 6000 km circa più a ovest, ed ha stroncato tutti i pronostici battendo il favorito, il vecchio Haga sulla regina delle due ruote, la Ducati. Prima manches entusiasmante con il texano che ha voluto vincere a dispetto di avversari come Rea e il mai domo Biaggi, che lo hanno seguito ma mai raggiunto. Nella seconda manche il buon Ben si è accontentato di una calcolatrice per non buttare il mondiale alle ortiche, e si è limitiato a controllare la posizione di Haga per avere la vittoria in tasca. Ci dispiace molto per il giapponese, ma per essere campioni occorre ben (scusate il gioco di parole) altro che gettare il cuore oltre l'ostacolo, e si sa che il generoso Haga l'ha sempre fatto. Adesso attendiamo Valencia per il ri-debutto di Spies sulla Yamaha, ricordando che se il talento c'è, qualche anno fa un signore di professione carrozziere, certo Troy Bayliss, prese il Desmosedici e strapazzò tutta la combriccola dei fenomeni, essendo fenomeno anche lui...

Dall'altra parte del mondo, per chi non se ne fosse accorto, le tigri (sempre poche) hanno ruggito veramente, ed hanno i nomi di Stonerkan e Rossikan, che hanno sancito, se mai ce ne fosse stato bisogno, che in motogp per vincere bisogna fare meglio di loro, Lorenzo e Pedrosa compresi. L'australiano molto sportivamente ha riconosciuto la sconfitta nel campionato senza troppi se e ma, un vero campione anche di sportività, oltre che di talento, pensando al fatto che ha rifilato 15 secondi al secondo. 70 punti in tre gare fanno di lui il vero avversario di sempre di Valentino, che senza quello stop forzato forse dovevamo attendere l'ultima gara... Ma va bene così, perchè ieri la Malesia ci ha regalato il nono titolo del Dott.Rossi, 31 enne e sempre assetato di vittorie, relegandolo, forse, nell'olimpo dei più grandi se non il più grande. Personalmente evito queste disquisizioni, perchè ogni epoca ha i suoi campioni e tutti sono degni di nota, però, tra i grandi, forse lui è davvero il più grande...

Una piccola finestra sulla 250 la merita Aoyama, erede del grande Kato, che sulla stessa moto, un pò più aggiornata, ha fatto un garone e ha ipoteticamente messo il sigillo su un campionato molto combattuto, dove chi ha vinto, o vincerà, ha fatto pochissimi errori. Al suo numero manca il 7 per essere come il compianto Daijiro, ma sono contento lo stesso perchè sulla sua spalla sx e nel suo cuore c'è sempre il pensiero al compianto campione giapponese.

Arrivederci a Valencia!

sabato 24 ottobre 2009

Ci toccherà emigrare in Australia


Leggete, diffondete, fate quello che vi pare. Peter Costello, di chiare origini italiane, dice quello che tutti i ministri, presidenti, reali, tribuni, dovrebbero dire parlando della propria nazione e della propria terra. Tutto il resto è GAME OVER!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!


DICHIARAZIONI DEL MINISTRO AUSTRALIANO PETER COSTELLO

« Non sono contrario all´immigrazione e non ho niente contro coloro che cercano una vita migliore venendo in Australia. Tuttavia ci sono questioni che coloro che recentemente sono arrivati nel nostro paese e, a quanto sembra, anche qualcuno dei nostri concittadini nati qui, devono capire. L´idea che l´Australia deve essere una comunità multiculturale è servita soltanto a dissolvere la nostra sovranità ed il sentimento di identità nazionale. Come australiani, abbiamo la nostra cultura, la nostra società, la nostra lingua ed il nostro modo di vivere.
Questa cultura è nata e cresciuta durante più di due secoli di lotte, processi e vittorie da parte dei milioni di uomini e donne che hanno cercato la libertà di questo paese.
Noi parliamo l´inglese, non il libanese, l´arabo, il cinese, il giapponese, il russo o qualsiasi altra lingua. Perciò, se desiderate far parte della nostra società, imparate la lingua!
La maggioranza degli australiani crede in Dio. Non si tratta soltanto di un affare privato di qualche cristiano fondamentalista di destra, ma vi è un dato di fatto certo ed incontrovertibile: uomini e donne cristiani hanno fondato questa nazione su principi cristiani, ed è chiaramente documentato nella nostra storia e dovrebbe essere scritto sui muri delle nostre scuole.
Se il nostro Dio vi offende, allora vi consiglio di prendere in considerazione la decisione di scegliere un'altra parte del mondo per mettere su casa, perché Dio è parte della nostra cultura.

Accetteremo le vostre opinioni religiose, e non vi faremo domande, però daremo per scontato che anche voi accettiate le nostre e
cercherete di vivere in pace ed armonia con noi.

Se la Croce vi offende, o vi molesta, o non vi piace, allora dovrete pensare seriamente di andarvene da qualche altra parte. Siamo orgogliosi della nostra cultura e non pensiamo minimamente di cambiarla, ed i problemi del vostro paese di origine non devono essere trasferiti sul nostro.

Cercate di capire che potete praticare la vostra cultura, ma non dovete assolutamente obbligare gli altri a farlo Questo è il nostro paese, la nostra terra, il nostro modo di vivere vi offriamo la possibilità di viverci al meglio.

Ma se voi cominciate a lamentarvi, a piagnucolare, e non accettate la nostra bandiera, il nostro giuramento, i nostri impegni , le nostre credenze cristiane, o il nostro modo di vivere, vi dico con la massima franchezza che potete far uso di questa nostra grande libertà di cui godiamo in Australia: il diritto di andarvene.

Se non siete felici qui, allora andatevene. Nessuno vi ha obbligato a venire nel nostro paese. Voi avete chiesto di vivere qui: ed allora accettate il paese che avete scelto. Se non lo fate, andatevene! Vi abbiamo accolto aprendo le porte del nostro paese; se non volete essere cittadini come tutti in questo paese, allora tornate al paese da cui siete partiti!»

lunedì 19 ottobre 2009

Il canguro e il campione


"Due ragazzi nel mondo cresciuti troppo in fretta, un unica passione per la motocilcletta..." Ve la ricordate la canzone di De Gregori? Indipendentemente da tutti i bla, bla, bla mediatici che i vari "tifosi" e non sportivi hanno detto sulla malattia di Stoner, tra cui il virus 46, ieri in Australia abbiamo assistito ad una noiosissima gara della MotoGp (con l'ottimo Canepa che non si è neanche qualificato) vissuta però sul ritorno del pilota australiano alla vittoria, regolando un ottimo Rossi, senza quel fastidio chiamato Lorenzo, caduto ancora una volta in maniera ingenua. Stoner, per chi non l'avesse capito o non se lo ricordasse, è quello che ha bastonato Valentino nel 2007, le a prese a sua volta nel 2008, e causa lo stop forzato per quel male che evidentemente aveva, poteva giocarsela anche quest'anno. Nelle due gare del rientro è l'unico che ha messo il Dottore sistematicamente dietro, e non mi venite a parlare che Valentino pensa al titolo, perchè non è da lui, perchè Valentino è Valentino grazie al suo talento di combattente. Nella sua fantastica carriera, gestita egregiamente sotto tutti i punti vista, Stoner è stato l'unico dal quale si è dovuto guardare le spalle, e con il quale ha sempre duellato. Per fare quello che fanno loro, (andrebbero zavorrati troppa è la differenza), bisogna essere al top della forma, e ieri Stoner è apparso anche ingrassato, sinonimo che la cura ha funzionato. Comunque bravi tutti e due, il Dottore per essere sempre li, e Casey per averci detto veramente la verità sulla sua malattia (io un pochino avevo dubitato) per poi ritornare veramente campione, anche di traversi a 220 km/h!!!!

Insisto che la Dorna debba prendere provvedimenti, altrimenti la MotoGp si trasformerà (già lo è in parte) nella sua cugina a 4 ruote, perchè le gare non possono basarsi sul talento di 3+1 piloti (Pedrosa va a corrente alternata).

lunedì 5 ottobre 2009

Il canguro e l'astronauta


Bentornato Casey!!! Contrariamente a tutto e a tutti Stoner è tornato in ottima forma, con un bel tempo sul giro e una bella gara. Ai maligni e ai fans che non vedono altro che Valentino Rossi, il ragazzo che viene dalla terra australe si è presentato bello carico e ha fatto un ottima gara, nonostante in testa ci fosse veramente un astronauta, certo Jorge Lorernzo da Maiorca. Rossi rimane Rossi e ci dispiace che venga difeso con scuse banali, tipo "non aveva grip...". Valentino è un ragazzo, forse il più forte di tutti, e come tale gli può capitare in giornate no, e sarebbe bello una volta tanto, ammettere la superiorità degli avversari. Stando a quello detto in questi ultimi due mesi, che Stoner avesse il virus 46, possiamo allora dire che Vale ieri avesse il virus 27? Non mi sembra. Sembra invece che Lorenzo abbia preso in mano il suo talento, e l'ha sciolinato per i 28 giri dell'Estoril, guidando benissimo e con stile. Bravo anche Pedrosa il quale, una volta tanto, non ha avuto paura dell'ombra del Dottore. Per lo spettacolo gara da dimenticare, con battaglie nelle retrovie tra piloti che corrono un campionato differente rispetto ai fantastici 4.

Con la notizia del passaggio in MotoGp di Ben Spies, a Magny Course abbiamo assistito ad una gara un pò diversa, ma sempre entusiasmante, con il virus della MotoGp che aleggiava, in quanto anche li, solo 4 piloti hanno fatto la differenza. Contrariamente al suo solito, Haga a fatto due ottime manches, marcando stretto Spies nella prima, e vincendo la seconda con una gara millimetrica, regolando un neo-babbo Biaggi superlativo, e un Rea in continua crescita. Ora il mondiale si gioca sul filo dei 10 punti che separano il giapponese dall'americano, e speriamo che la Yamaha non butti via l'ennesimo titolo per scelte sbagliate come quelle della seconda manches.

Non so quanto convenga a Spies andare in MotoGp, sicuramente per il vil denaro si, ma se Dorna non fa qualcosa per la griglia, è inutile avere 36 partenti nella Moto2 e 18 nella Gp.

martedì 8 settembre 2009

Asini che volano.


Lo so il titolo è abusatissimo l'indomani della gara di Misano, però non me ne veniva un altro. Come già abbondantemente sottolineato dallo scrivente, Valentino Rossi si appresta a sigillare il suo nono titolo in carriera proiettandolo nell'olimpo dei più grandi di sempre se non il più grande. Nel Gran Premio di San Marino il dottore, per l'occasione autoribattezzatosi Asino, ha fatto quello che sa fare meglio e lo ha fatto bene, senza sbavature, in un momento di forma strepitosa. Se mai ce ne fosse bisogno ha sottolineato anche la classe del giovane spagnolo, caparbio e coriaceo ma non abbastanza per prendere Ciuchino che inanellava giri veloci a iosa. Tanto di cappello a questo pilota al quale consiglierei di provare a cambiare marca ogni due anni e di provare a vincere con tutte le moto. Terzo il solito Pedrosa a corrente alternata senza infamia e senza lode. Per il resto gara noiosa come sempre con un De Angelis che ha sottolineato come i soldi non possono fare un buon pilota, tirando giù 4 piloti alla prima curva, praticamente decimando la gara. Alla fine polemica in studio tra Bobbiese, Suppo, Lucchinelli, Cereghini, Melandri sulla frase "fanno un altro mestiere": in effetti è forse troppo spocchiosa e presuntuosa, ma mi devono spiegare come catalogare quei 4, in attesa del ritorno di Stoner, sistematicamente danno mezzo giro di pista a tutti. Il buon Melandri al quale va tutta la mia stima per l'ottimo lavoro con la Kawasaki l'anno prossimo dovrà dimostrare il contrario, altrimenti verba volant... Pollo Simoncelli in 250 a cadere a bischero a neanche metà gara con i suoi avversari che "rampavano" da dietro, quando anche un piazzamento non avrebbe compromesso quasi definitivamente la corsa verso il titolo. Uno zero in condotta ad Andrea Iannone per aver reagito male e parlato peggio nei confronti di un Espargarò che ha tirato in terra all'ultima curva. Come ha detto Capirossi nelle corse ci sta tutto, ma ci sta anche chiedere scusa ed evitare dichiarazioni inutili quando si è dalla parte del torto, in occasione anche dell'omaggio che la Dorna ha fatto per la sua terra: l'Abruzzo.

Nella terra tedesca invece, nel mondiale a due ruote quello più bello ed avvincente, abbiamo assistito al sorpasso di Spies nei confronti di Haga nel mondiale in due manches belle e tirate, dove la prima ha visto il duello tra i due con l'americano vincitore, e nella seconda l'errore provocato di Haga che ha resistito ad un arrembante Rea, che lo ha fatto cadere alla prima curva per fortuna senza danni fisici. Ad Haga va data prova di grande sportività in quanto ha giudicato l'episodio un normale incidente di gara. Certo è che Ben Spies è veramente un signor pilota, completo, freddo e veloce, e fa bene a rimanere in Superbike. Bravo ancora una volta Max Biaggi con un quinto e un quarto posto lottati e sudati, che ci fanno vedere ancora una volta che nel polso destro c'è sempre classe e grinta da vendere.

Il commento Cervelli in fuga? Peggio quelli inutili che restano


Fuga di cervelli? Lodevole è il tentativo di riportarli nella madre patria. Ma se saranno le università a decidere chi deve rientrare in Italia, è meglio che i cervelli fuggiti restino dove sono per il bene della ricerca scientifica.
Il vero problema non è oggi il ricercatore in fuga, ma il ricercatore che resta. Le analisi e le statistiche sulla qualità dei ricercatori universitari italiani appaiono desolanti, ma la responsabilità del disastro è di chi era ed è chiamato a decidere chi può diventare ricercatore, cioè i professori dell’università. Loro sono le colpe che dividono con il massimo livello di gestione dell’università: senato accademico e rettori in testa.
Cosa accade in un concorso per ricercatori? Vi spiego quello che chiunque insegna come professore ordinario dell’università sa perfettamente, e sa perfettamente di essere complice di una truffa.
Dunque, supponiamo che arrivino all’ateneo i tanto agognati finanziamenti per reclutare venti ricercatori da inquadrare tra il personale di ruolo dell’università. Il senato accademico stabilisce, secondo propri criteri, che, di questi venti posti, cinque vengano assegnati alla Facoltà di Lettere e filosofia, la quale, a sua volta, decide che uno vada al Dipartimento di filosofia.
Fin qua, niente di male: si potrà discutere perché cinque e non tre e non sette di quei posti siano assegnati alla Facoltà di Lettere e Filosofia e perché proprio uno al Dipartimento di filosofia, ma con un po’ di buona volontà si possono anche trovare le ragioni della suddivisone. Il bello incomincia adesso.
Una persona normale penserà che a questo punto si indice il concorso, e vincerà il migliore. Neanche per sogno: incominciano invece le riunioni nel Dipartimento di Filosofia per stabilire in quale specifico raggruppamento concorsuale dovrà andare quel posto. Sarà per quello di Storia della filosofia, di Morale, di Filosofia della scienza, di Estetica? I docenti titolari di queste e delle altre discipline incominciano a discutere, a litigare: «L’altra volta il posto lo hai avuto tu, ora tocca a me. Ma tu non hai candidati. I miei sono bravissimi, non dire sciocchezze...» e avanti così, e peggio di così, finché, per esempio, il professore di morale la spunta, essendo riuscito a costruirsi attraverso una serie di compromessi una maggioranza all’interno del Dipartimento: maggioranza che ovviamente si spartirà i prossimi posti di ricercatore. Ma il peggio arriva adesso.
Il concorso è nazionale, ma tutte le precedenti discussioni fanno immediatamente capire che c’è un candidato nel cuore del docente di Morale. È bravo? È un suo amico? È qualcuno sentimentalmente vicino? Mah! Decide il prof. di Morale: fatti suoi, perché i prossimi sono fatti miei, cioè deciderò io chi far diventare ricercatore, per esempio, di Filosofia della scienza. Insomma, deve vincere, alla faccia del confronto con tutti gli altri candidati nazionali che si presenteranno.
Come si procede, allora, per blindare il pupillo del professore di Morale? Il pupillo ha solo tre pubblicazioni? Eh, sì, è un po’ deboluccio, ma non c’è problema. Il bando di concorso, che verrà firmato dal rettore, prevede che i concorrenti debbano presentare un numero massimo di tre pubblicazioni. Il pupillo, però, è ancora a rischio: essendo modesto, un altro concorrente lo potrebbe superare con tre suoi ottimi saggi. Cosa si inventa, adesso, quest’università autoreferenziale e truffaldina? Indica sul bando di concorso che, per lo sviluppo della ricerca scientifica del Dipartimento di filosofia c’è la necessità di reclutare uno studioso di filosofia morale specificamente esperto del periodo che va dal 1630 al 1650 in Olanda: esattamente gli argomenti delle tre pubblicazioni dell’amato pupillo. La truffa è consumata.
Qualunque studioso eccellente di filosofia morale viene emarginato. E se non bastassero quelle clausole concorsuali, sottoscritte, lo ripeto, dal rettore, in sede di valutazione degli aspiranti ricercatori si potranno taroccare le carte, perché il padrino del pupillo entra di diritto nella commissione giudicatrice. Ma questa, spesso, diventa materia per i tribunali.
Ora vorrei sapere perché si debba dare del denaro pubblico per finanziare questo scandalo. Il problema dell’università non sono i tagli alla ricerca, sono i professori, le modalità in cui essi vengono reclutati e i modi in cui essi stessi perpetreranno il reclutamento fasullo. Sono loro che dovrebbero fare un passo indietro, e il ministro Gelmini dovrebbe avere il coraggio di varare nuove norme per concorsi accademici seri. Poi si potranno richiamare i cervelli fuggiti, perché altrimenti cosa tornano a fare in quest’università?

mercoledì 2 settembre 2009

Preti, cardinali, gay, giornali, giornalai, direttori....

Faccio subito una premessa, prima che mi si adduca appellativi non veri: non sono omofobico, ne tantomeno bacia pile, ne tanto meno moralista... Anzi... Però due parole le voglio spendere in riflessione alla questione Boffo-Feltri. Dunque da dove partire? Inizierei con le moralizzazioni del giornale Avvenire, del quale Boffo è direttore, sulle frequentazioni "sessuali" del Presidente del Consiglio, a dir loro, oscene e prive di moralità. Personalmente non ce lo vedo un uomo di 74 anni avere una potenza sessuale così intensa... Se l'avesse buon per lui, e comunque sotto le lenzuola ognuno fa quello che gli pare. Ovviamente le indiscrezioni non si basano su prove VERE, ma su dichiarazioni di escort, hostess, veline, che avrebbero ambito parecchio ad essere "possedute" dallo stallone di Arcore. Che poi l'opinione pubblica si indigni o meno, questo è affar suo, ricordando però sempre l'antico adagio: guardati sempre prima in casa tua. Evidentemente non è così per il direttore dell'Avvenire il quale, appoggiato in toto dal clero, che vive un vita casta e pura, ha pensato bene di usare l'ariete per sfondare il muro di non morale appartenuta a Berlusconi. Ma la vendetta si sà è un piatto che va consumato freddo, e per dirla alla Confucio, prima o poi il cadavere del nemico passerà galleggiando davanti a te. Così infatti è stato, e il moralizzatore Boffo si scopre molestatore di donna, ma non allo scopo etero, ma per mirar a minare il rapporto con il suo marito che poi era anche l'amante del direttore. Tutto questo ovviamente certificato da una sentenza del 2002 che lo stesso direttore ha patteggiato. Questi in analisi un pò i fatti stenografati, ma abbondantemente descritti da Vittorio Feltri sul "il Giornale". Ma cosa ne è scaturito da tutto questo putiferio? In primis non c'è stata condanna formale da parte del clero, tutto, agli atteggiamenti di Boffo, i quali vengono condannati dalla stessa religione, relegando l'omosessualità ad un peccato vero e proprio, con tanto di scomunica etc etc... E qui casca l'asino. Se la chiesa non condanna l'omosessualita del direttore del suo giornale, vuol dire che c'è redenzione per i gay e comprensione per i prelati presunti tali? A catechismo avremo una redenzione di Sodoma e Gomorra? Oppure dal pulpito domenicale si predica bene e si razzola male? E tutto questo non centra niente con l'essere gay, centra che la chiesa deve fare la chiesa, non la politica. La chiesa dovrebbe preservare quel patrimonio culturale che ha generato nei secoli opere magnifiche, ispirato i grandi artisti, che hanno affrescato, costruito opere bellissime invidiate in tutto il mondo. E invece no. Perfino la sinistra, quella dei laici e bestemmiatori si è schierata con la chiesa pur di cavalcare l'onda antiberlusconiana, facendo nascere un ideologia ibrida, che non è ne carne e ne pesce, ma solo un accozzaglia di elementi che al posto dell'amen ci infilano una bestemmia, oppure alla fine di un comizio ti prendi un sano "andate in pace"... Io sono cresciuto, e me ne vanto, nelle scuole gestite dalle suore, dove la mattina si recitava il Padre Nostro, e dove gli episodi "strani" venivano subito segnalati e corretti. Da grande non sono diventato un frequentatore della messa domenicale, ne ho volutamente battezzato ancora i miei figli. Il mio rapporto con Nostro Signore non passa attraverso il prete, ma viene vissuto con l'essere cristiano, senza troppi fronzoli o penitenze varie. Ma lo rimpiango il prete che durante la settimana ti tirava una pacca in testa se la sera prima avevi fatto pensieri o atti impuri. Si continuava lo stesso, però c'era un pò più di rigore morale. Se oggi nella chiesa si "tollera" un direttore del giornale clericale omosessuale, dovete riscrivere le regole signori miei, dovete dire da che parte state, dovete "legalizzare" questi atteggiamenti, li dovete spiegare ai bambini ai quali insegnate cose opposte. Essere gay ci mette ancora sulla barca di "caron dimonio dagli occhi di bragia"? Oppure, com'è giusto che sia, la diversità fa parte di una conclamazione della società moderna? So per certo che continuerete nei vostri atteggiamenti superficiali, senza prendere posizione alcuna, in fondo chi non ha peccato scagli la prima pietra, e tre Ave Marie e due Pater Noster lavano tutto.

lunedì 31 agosto 2009

American Way


Non cambia la sostanza del precedente post. Credo che Valentino Rossi sarà il futuro campione del mondo 2009, perchè comunque è ancora il numero uno e l'uomo da battere. Certo di errori in questo campionato se ne sono visti, e se si pensa che ancora al terzo posto c'è Stoner, nonostante manchi da tre gare, la dice lunga su quanto imprevedibile possa essere il risultato finale. Rossi ieri è caduto perchè ha fatto un errore, e hanno voglia a parlare Reggiani, Meda, e tutti gli altri di caduta strana. Valentino ieri è caduto perchè ha commesso un errore al pari del suo socio a BRNO. E Lorenzo, analizzando la dinamica, farebbe meglio a mangiarsi le mani, perchè in Repubblica Ceca poteva succedere esattamente lo stesso, perchè anche li poteva gestire 2 o 3 decimi di vantaggio. Ma si sà, col senno di poi sono tutti buoni a parlare. Comunque, dopo l'ennesima pedrosata e sparito Rossi, la gara è stata veramente una noia mortale. 16 piloti su 19 che hanno tagliato il traguardo la dicono lunga sulla MotoGp sempre più cara e sempre meno spettacolare, e sempre più dipendente dai fenomeni che fanno un altro mestiere. Ancora una volta ci è mancato Stoner, le cui notizie ce lo danno per certo a Estoril. Io non ne sono così tanto sicuro, comunque una considerazione va fatta. In Ducati hanno gestito male il pilota. Lo dimostra il fatto che se avesse continuato a correre sarebbe a meno di 25 punti dalla vetta, anche arrivando sempre terzo... Purtroppo di fronte alla salute di un ragazzo, non possiamo pontificare più di tanto, ma oggi in Ducati si sono resi conto che, forse, la questione andava gestita un pò meglio, forse già da prima... Adesso tutti sono in fibrillazione per Misano, fortuna-sfortuna una pista che non farà troppa selezione, però ci darà qualche segnale sulle condizioni dei due piloti Yamaha che a questo punto faranno il bello o il cattivo tempo senza troppi outsider.

Bene SuperSic in 250 che ha regolato un coriaceo e sempre più convincente Aoyama, con una moto vecchia di tre anni, ma con grinta e classe da vendere. Ottimo anche il quinto posto per il Loca nazionale, che da due gran premi sta ritornando ad ottimi livelli, nonostante non abbia ancora una sella per la neonata Moto2. Già, la Moto2... Bimota ha confermato la sua presenza con 2 moto... io avrei già anche il pilota, si chiama anche lui Lorenzo, ma di cognome fa Segoni e suo padre era un telaista, non costa molto e va forte... Chissà...

lunedì 17 agosto 2009

Il nono sigillo


Come cambiano le cose nell'arco di una gara. Dopo Donington la classifica si era un pò smossa, ma senza troppi scossoni. Valentino in fuga con 25 punti di vantaggio (che non sono pochi) e gli altri un pò persi, Stoner in primis. Poi, prima di BRNO, il ritiro dalle competizioni dell'unico pilota che ha bastonato Rossi nel 2007 (Stoner), quindi, già fuori Pedrosa dalla lotta, la speranza per il motociclismo era riposta nell'astro nascente Jorge Lorenzo. Speranza non perchè lui sia il migliore, ma la speranza che almeno lui potesse tener testa al Dottore, mantenendo vivo un campionato scarno e privo di contenuti. Ieri a BRNO si è consumato l'ennesimo atto della pesca alla trota salmonata, dove un ottimo pescatore di nome Valentino, ha fatto abboccare un ingenuo pesce di nome Lorenzo, nella più classica delle trappole. Dopo averlo seguito per diversi giri, lo spagnolo a superato Valentino in una staccata da vero campione, una staccata spalla a spalla, con la moto di traverso, degna di un fuoriclasse. Come nel copione già scritto a Laguna Seca l'anno scorso contro Stoner, il Dottore non gli ha però lasciato neanche un metro, e lo ha braccato, nonostante la moto di Jorge sembrasse più performante. Esattamente un giro dopo, nel solito punto, utilizzando una traiettoria più interna, Rossi ha messo la ruota anteriore negli orecchi del suo compagno di marca e questi, invece di rimanere concentrato per la curva successiva, ha pensato bene di lasciare i freni ed entrare a velocità fotonica nella esse, dove, ancora una volta, le leggi della fisica, Newton in primis, non hanno dato scampo al pilota, facendolo crollare a terra (per fortuna senza conseguenze) relegandolo nella via di fuga che poi è anche diventata anche dal mondiale. Al giovane spagnolo non è restato che guardare la sua Yamaha avvolta nella sabbia estiva del ferragosto, consolarsi della sua tuta "airbag" che lo ha gonfiato a dovere, e tornare ai box con le pive nel sacco, e con meno spocchia sulle pretese per il rinnovo del contratto. La Yamaha ha già il suo campione, e non mi sembra che ancora lo spagnolo sia in grado di dettare la sua legge. A 6 gare dalla fine e 50 punti di vantaggio in condizioni normali si potrebbe parlare ancora di mondiale aperto. Ma quando in testa c'è lui, in questa forma, non resta che tirarsi giù il cappello e salutare facendo reverenza... 9 volte...

Povero Roberto! Non ci resta che piangere!

Non posso esimermi dalla tristezza nel commentare lo scandaloso comportamento di Roberto Benigni in visita in Abruzzo. Di tutto gli abruzzesi hanno bisogno tranne di un menagramo, fazioso, che invece di portare un pò di sollievo con la cosa che sa fare meglio, il comico, spara a zero sull'operato di un governo che invece sta andando a ritmi elevati, come confermato anche dai cittadini stessi. Non solo. Sui forum vari, quelli liberi, si leggono testimonianze di come si sentono grati per la ricostruzione che sta avvenendo in maniera rapida, e tutto sembra predisposto per il rientro nelle case nuove entro la metà di settembre. Da grande estimatore che ero del comico e dell'attore, provo grande pena per il mio "compaesano" di umili origini, persona dall'indiscussa arguzia, ma ultimamente caduto nel qualunquismo più bietto. Non si va nei luoghi di una tragedia e si getta fango sull'operato di chi si sta impegnando per la ricostruzione. Tuttal'più andrebbero incentivate le indagini per individuare chi ha costruito le case con la sabbia, andrebbero individuati i responsabili, non solo abruzzesi, delle speculazioni sull'adozione di materiali scadenti per la costruzione di palazzi in zona sismica. Invece ti sei scagliato contro, ancora una volta, a chi anni fa ha anche investito su di te per farti fare mirabolanti film, dove si c'è stato un guadagno a doppio senso, ma è lo stesso imprenditore che oggi con la stessa lungimiranza, si è impegnato a ricostruire un luogo che gli elementi della terra ha voluto distruggere. Se ci fosse Dante, che tanto ti vanti di recitare bene, ma perfino l'amico Carlo Monni recita meglio di te, ti relegherebbe nel girone dell'Inferno, forse nella sesta bolgia tra gli Ipocriti accanto a Federico II, ma anche nella decima non staresti male, tra i Falsari, non del vil conio, ma falsari di parole...
Chissà cosa penserebbe il tuo amico Massimo Troisi di questo tuo comportamento che poco a che fare con Mario e Saverio... Ma d'altronde un avvisaglia ce l'avevi già data già nel lontano 1985. Avevi proprio ragione... Non ci resta che piangere!!!

martedì 11 agosto 2009

Casey Stoner, addio o arrivederci?


Vado in moto da diversi anni, sopratutto in pista, e posso dire di aver girato in vari autodromi europei. La moto da corsa da sensazioni bellissime, anche per gli amatori che hanno la possibilità di apprezzare appieno le doti della loro motocicletta. Anche il fattore rischio in pista viene abbattuto drasticamente, e per lo più, i danni si riscontrano sui mezzi e poco sulle persone. Ogni volta che chiudo la visiera, si rinnova il piacere di guidare, e non importa se non faccio il record di qualcosa, sto semplicemente guidando e appagandomi del mio hobby. Per i piloti non è così. Io ne ho conosciuti diversi, e vi garantisco che loro vivono in un mondo tutto suo. Per loro la moto è tutto, i decimi di secondo sono fondamentali più per se stessi che per la classifica. La vittoria non è solo supremazia, ma è la consapevolezza di essere andato più forte degli altri, di aver fatto danzare il destriero nelle curve, di avere osato e vinto ancora una volta. Poi ci sono i fenomeni, i campionissimi, quelli che corrono solo per vincere, per placare le loro sete di vittoria, forse non su gli altri, ma su se stessi, marcando l'anno agonistico come un opera d'arte. Quest'anno la MotoGp era partita molto bene, con tre pretendenti al titolo, e con Valentino super concentrato come non mai, per arginare l'enfasi dei ragazzi terribili come Stoner, Lorenzo e Pedrosa. Gli anni passati il discorso lo chiuse subito all'inizio, quando tra una sportellata e sorpassi al limite, stroncò di netto gli avversari che si chiamavano Biaggi, Gibernau. Nel 2009 la musica è un pò cambiata (per fortuna) e ha visto Rossi molto più attento e ragioniere che lo sta portando alla conquista del nono titolo iridato. Essendo pochi i pretendenti al titolo, già l'infortunio di Pedrosa ha decimato lo sparuto gruppetto di piloti in grado di fare un altro mestiere, ed anche se lo spagnolo non ha la grinta degli altri due, a Laguna Seca ha dimostrato di saper guidare veramente forte. Adesso questa tegola sulla MotoGp. Stoner lascia per almeno tre gare, ma forse chiuderà la stagione, lasciando al duo Yamaha la questione del titolo iridato. Terzo nel mondiale, non lontano dalla vetta, l'australiano ha contratto il virus più brutto, quello la cui cura è soltanto dentro di lui: la paura di non andare più forte. Ma non più forte degli altri, ma più forte di se stesso e della sua voglia di essere sempre il primo, come ha dimostrato nel 2007 vincendo il mondiale a mani basse. Anche Hayden lo ha vinto, ma lui ha giocato di rimessa, senza rubare niente a nessuno, anzi, combattendo persino in casa Honda che voleva Pedrosa campione. Casey ha perso quel metro, quella frazione di secondo, quell'attimo che lo ha sempre portato li davanti a combattere ad armi pari con il più grande pilota dell'era moderna: Valentino Rossi. Persa questa possibilità, il terzo posto diventa effimero, non per sconfitta in volata, ma perchè gli altri sono parecchio più avanti. Dargli torto, ragione? Io spero che ritorni, perchè le corse hanno bisogno di campioni come lui, e gli auguro di ritrovare se stesso, perchè per i motociclisti e gli appassionati veri, Stoner rappresenta il top del nostro sport. Ritiri clamorosi e misteriosi sono già successi in passato a Fast Freddie Spencer e recentemente a Manuel Poggiali. Speriamo che questo di Casey sia un arrivederci, perchè, almeno a me, già mi manca, sopratutto a BRNO, pista da piloti di classe...

lunedì 10 agosto 2009

Dov'è la crisi...

La pseudo opposizione parla di crisi, il premier, quindi il governo, no. Chi ha ragione? Dicesi crisi quando uno stato, una nazione, sono affetti da un male economico poco curabile, che trattiene sudditi e sovrani ai loro lavori per cercar di far quadrare il cerchio. Non mi sembra che per le strade delle nostre città ci sia tutta questa gente rimasta. Vedo piuttosto spiagge piene, montagne e colline piene di villeggianti, macchine colme in autostrada. Se ci fosse la crisi, non troverei tutto chiuso nei magazzini edili dove mi rivolgo per comprare cose che mi servono per ristrutturare casa. Non troverei difficoltà a trovare manovalanza. E allora dov'è la crisi? Certo gli operatori turistici italiani trovano un calo rispetto agli anni scorsi. Ma questo è dovuto ad una numerosa emigrazione di massa verso altri stati piuttosto che verso le località nostrane. In effetti quella è una grossa emorragia di capitali che partono verso l'esterno. E' li dove il governo dovrebbe lavorare sodo, far riamare l'Italia agli italiani che preferiscono fare qualche km in più pur di avere prezzi concorrenziali e servizi. Per fare un esempio banale, ma calzante: a me piacciono gli sport aquatici. Moto d'acqua, parasail, snorking. In Italia è vietato l'uso delle moto almeno di non avere la patente. Sconfini e la puoi guidare. A me piacciono i quad. Trovatemi un posto dove è possibile noleggiarli senza tutti i vincoli che ci sono qui. Sono esempi che possono sembrare stupidi, ma se devo scegliere un posto, anche più lontano, ma che mi garantisce un pò più di "ludicità", non esito ad andarci. Quest'anno la Croazia ha inglobato molti più turisti italiani rispetto agli altri anni, per una serie di vantaggi che noi non possiamo più offrire, complici anche delle belle strutture e ottimo mare. Quindi, cara opposizione, invece di battere dove il dente non duole, cercate di affrontare il governo nei punti dove è più debole, snocciolate un pò più di dati interessanti, rendete il popolo partecipe di questo, o vi interessa soltanto mettere in bella evidenza le prestazioni sessuali del nostro premier Silvio Siffredi?

lunedì 27 luglio 2009

Fatalità

Recentemente mi sono visto su YouTube, un filmato che parlava di incedenti stradali, ripresi da varie telecamere di servizio o quant'altro. Impressionante nella dimanica di un sinistro è la contemporaneità di trovarsi nello stesso punto nello stesso istante. Pensateci un pò... una frazione di secondo prima o dopo potrebbe comportare il nulla, solo quell'istante provoca una tragedia. Perdonate il tono un pò funesto, ma queste sensazioni sono state risvegliate ultimamente da due incidenti sportivi che di per se fanno parte del rischio, ma se analizzati bene mettono un pò i brividi. Spesso negli sport motoristici si vedono carambole o incidenti singoli che fanno gridare al "ve lo siete cercato", ma prendiamo ad esempio l'incidente di Massa o quello più tragico occorso al figlio di Surtees. Massa è stato centrato in pieno da un detrito (molla) di una macchina che lo precedeva. 20 cm più in dentro o in fuori e l'esito sarebbe stato completamente diverso, indipendentemente dal guidare un auto di formula uno. Peggio ancora se vedete l'incidente al giovane Henry Surtees occorso in una gara di F2 a Brands Hatch (cercatelo su You Tube). Il giovane figlio del grande pilota degli anni 60/70 è stato letteralmente "sfiorato" dalla ruota di un auto che lo precedeva, che si era staccata dopo l'impatto con le barriere di protezione. E' impressionante, sempre guardando il filmato, di come la ruota, dopo l'urto con il casco del pilota, non devii la sua traiettoria, ma si ha la sensazione che l'abbia appena sfiorato. Una frazione di secondo prima o dopo avrebbe fatto soltanto danni all'auto senza colpire il pilota. Eppure il momento, il luogo erano quelli, neanche considerati nella logica delle corse, perchè è nell'immaginario collettivo che sia la velocità a fare danni.
Tutto questo per dire che a volte siamo legati al destino indipendentemente da cosa facciamo, perchè quando da lassu fanno partire la cartolina è difficile che non ci trovino.

Buona la prima!


Finalmente l'Aprila ha trovato la strada del successo anche in superbike, e lo fa al debutto nella categoria con un sempre verde Max Biaggi. Nella pista che più gli si addice, Max ha ritrovato la grinta dei tempi migliori ed ha vinto la prima manche e fatto il secondo posto nella seconda. Nell'ultimo anno della 250, con la casa di Noale protagonista, sostituita dal quel "mostro" della Moto 2, l'Aprilia trova una nuova strada per tornare a vincere e lo fa nel campionato più spettacolare delle due ruote, visto anche lo scarso numero di partecipanti in Moto Gp. Dunque Max vincitore di gara 1 a Brno, influenzata anche dal madornale errore di un Michel Fabrizio che ha letteralmente falciato l'incolpevole Spies due curve prima di immettersi sul rettilineo. Che dire al giovane pilota romano? Dopo 4 giri cosa pensavi di fare? Hai una benchè minima visione della gara o pensi di giocare alla Playstation? In gara due invece Spies ha dettato subito un ritmo forsennato, scattando in testa dall'inizio fino alla fine, nonostante un Biaggi che agli ultimi 6 giri abbia fatto di tutto per passarlo. Incredibile è come il texano abbia conosciuto la pista solo Venerdi, e vi garantisco che Brno non è facile... 7 adesso sono i punti che lo separano da Haga, ma un abisso in fatto di motivazioni, e la faccia rilassata alla fine di Spies la dice tutta sul talento di questo ragazzo...

Bene anche la prima vittoria di Dovizioso in MotoGp, massacrata dalle condizioni del tempo inglese, che ci ha regalato una strana gara, con i soliti protagonisti in secondo piano, falciati da cadute e scelte sbagliate. Dovi è subito partito forte duellando con chi gli sbarrava la strada, fino a che non è scappato con Rossi. Successivamente, complice un tempo bizzoso, sia Lorenzo che Valentino hanno assaggiato l'asfalto con l'esito più sfortunato ai danni dello spagnolo che si è dovuto ritirare, mentre Rossi si è rialzato e ha fatto quinto. Rimonta furibonda anche per Edwars e De Punet, che sono arrivati fino agli scarichi della Honda del forlivese che ha trovato negli ultimi due giri il guizzo per non farsi riprendere. Bravo Dovì!!!

Nota negativa, come sottolineato anche da Reggiani in telecronaca, arriva dallo scarso vivaio dei ragazzi italiani, aggrappati al treno di Simoncelli e Dovizioso, senza una concreta possibilità di ricambio generazionale. Staremo a vedere...

sabato 25 luglio 2009

Relazioni esclusive e triangoli


Riprendiamo dopo un pò di tempo a parlare del rapporto uomo donna, in questa società apparentemente aperta ma che ogni tanto decade nel grottesco. In effetti dietro una facciata di libertinismo completo, si nascondono sempre le ataviche paure dei tradimenti, delle scappatelle o di quant'altro possa minare il rapporto a due. Vorrei partire da un vecchio adagio che recita così: "le corna sono come il morbillo. chi l'ha avute, chi ce l'ha e chi le deve avere". Già leggo i vostri mormorii di scontento tacciandomi per foimentatore di tempeste ormonali, ma pensateci bene: nell'arco della vostra vita non siete mai stati un pò fedigrafi? Il problema di questo fenomeno, che appartiene ad una sfera più matura dei soggetti, si è spostato anche verso i più giovani, i quali, invece di vivere la vita un pò più spensierata, si arroccano su posizioni mature come se quel rapporto dovesse durare per sempre. Recentemente, per motivi di lavoro, frequento persone molto più giovani di me, e non posso non notare di quante è bella giovinezza, perchè quando siamo giovani in effetti ci sentiamo immortali. Eppure un velo di tristezza accompagna i loro sguardi quando si arriva a toccare la sfera del cuore. Invece di godere della gioventù e dei lati belli che essa presenta, si "atteggiano" da coppie consumate con paturnie e modi di fare non tipici per la loro età. L'interscambio tra sessi c'è sempre stato e sempre ci sarà, ma in età più verde deve essere vissuto come esperienza di vita e accrescimento, altrimenti non saprai mai quale scarpa possa andare giusta per il tuo piede. Ieri ho sentito una conversazione alla radio dove una ragazza si lamentava perchè il suo lui (da due mesi) interagiva ancora con l'altra con la quale aveva vissuto per due anni. Età? 26 anni!!! Ma stiamo scherzando? Due mesi e pretendi di avere già l'esclusiva a 26 anni? A 40 cosa farai?

Ai giovani consiglio vivamente di non arroccarsi su posizioni rigide, al contratrio, essere grati alla vita se ti permette di avere esperienze da portare in dote quando siamo più maturi. Sono infatti quelli più grandi che non hanno vissuto la loro sessualità da giovani che poi combinano più casini!!! Ogni età ha i suoi segreti, e come tali vanno saputi gestire, perchè è con loro che riusciamo ad essere migliori, anche di fronte a situazioni difficili... Ma davvero pensiamo che avere l'esclusiva di una persona possa significare di averla? Oppure è possibile avere l'esclusiva sulle persone?

martedì 30 giugno 2009

100 di questi giorni (ma non per tutti)


Penso che la 100 vittoria di Valentino Rossi meriti un post. Lo penso davvero, perchè tutto si può dire, ma non del fatto che sia entrato ormai nella leggenda. 100 vittorie non sono poche come le 122 di Agostini. Si dirà che Ago non avesse più di tanti rivali, ma la bravura di un pilota è anche scegliere il mezzo con il quale correre. Ammiro Valentino per il campione e per quello che ha fatto per il nostro sport, che lo ha portato a dei vertici di visione mai avuti prima. Romanticamente per me il più grande resta Mile Hailwood (The Bike) anche se ha vinto meno, però giù il cappello per il Dottore o The Doctor... Ad Assen ha voluto fortissimamente vincere, e lo ha fatto da campione con giri fotocopia che hanno stroncato la resistenza di un Lorenzo sempre più in crescita e sempre più avversario. Questo è un bene, perchè Rossi ha ritrovato la vera voglia di impegnarsi, rendendo le gare meno noiose. Vediamo se la malattia di Stoner sia vera o causata dalla bile nel veder scappare il campione, perchè se così fosse, lo relegherebbe ad una fragilità poco tipica per chi proviene dalla terra d'Australia. Credo che Casey debba ritrovare la serenità di guidare la "bestia" e suggerirei a Suppo di assecondarlo nelle sue richieste, perchè se gli altri la guidano peggio, non è un problema suo. A Laguna Seca mi piacerebbe vedere un bel duello e rivedere Stoner sul gradino più alto del podio, non perchè tifoso, ma perchè i motociclisti sono tutti fantastici.

Come lo è il nuovo astro nascente Ben Spies, impeccabile, grintoso, veloce, che ha messo il sigillo su due manches a Donintong da antologia. Nella prima addirittura pressato da un grande Max Biaggi, che ha guidato alla Max e al max, con una moto in crescita, ma ancora un pò "camion" sui cambi di direzione. Nota negativa per la caduta di Haga, con un problema grave emerso in seguito che forse pone la fine a un campionato che poteva solo perdere. Peccato, grande stima per il pilota e per le emozioni che ci ha sempre regalato, ma per vincere un campionato del mondo occorrono anche altre caratteristiche che lui non ha mai avuto. Comunque un grande augurio di pronta guarigione a Nitro Nory!!!

martedì 16 giugno 2009

Italia - Spagna


Ero indeciso sul titolo per fare un riassunto sulle due ultime prove del motomondiale. In un certo senso a predominare sono proprio gli italiani e gli spagnoli che ho accumunato con la grafica di una partita di calcio. A vittorie siamo un pò meglio messi noi con un ultimo giro al Mugello tra Simoncelli e Pasini da antologia. La Dorna in compenso ha fatto la solita "partigiana" nei confronti di SuperSic reo di aver buttato fuori Bautista all'entrata della Savelli. Indipendentemente dalla classe dello spagnolo, peraltro autore di una vittoria autoritaria a Barcellona, credo che la direzione gara stia un pò esagerando nei confronti degli italiani, perchè un attacco come quello alla Savelli, in condizioni estreme in quella maniera, sia poco controllabile e giudicabile. Comunque... Vittoria di Stoner al Mugello e vittoria anche al Montmelo, almeno sotto il profilo umano, dove all'arrivo il pover Casey si è accasciato su se stesso perchè colpito da forti dolori la sera prima. Vittoria pura e netta invece per Valentino Rossi che al Montmelò ha ritrovato il gusto di guidare e di divertirsi, grazie anche alla complicità dei suoi due nuovi avversari che lo stanno facendo veramente sudare. Al contrario di Laguna Seca, dove a mio avviso Vale doveva far passare Stoner per il taglio della chicane, a Barcellona, all'ultima curva dell'ultimo giro, il Doc Rossi ha pescato il jolly entrando a velocità fotonica dentro Lorenzo, pregando che lo scodamento della sua Yamaha finisse al più presto. Come nel più classico dei detti che la fortuna aiuta gli audaci, Rossi ha fatto un sorpasso da antologia che lo relega, se mai ce ne fosse bisogno, nell'olimpo del motociclismo. Va però ricordato che solo negli ultimi tre anni Valentino ha avuto avversari degni di nota, e si sa, senza un avversario degno, anche la vittoria diventa più brutta. Bravo quindi Jorge che ha risvegliato il miglior Rossi di sempre, e se la trama deve essere questa, dato anche che i tre sono a pari punti, il motomondiale diventa un pochino più interessante... Infine voglio ringraziare gli spagnoli, che hanno dato prova di vera sportività nei confronti di Simoncelli, il quale, reo di essersi steso prematuramente, ha ricevuto un boato degno di un gol da finale di calcio. Certo pensando che per vedere quattro ragazze gli spagnoli sbirciano nella villa di Berlusconi... Comunque vediamo se il motomondiale riesce a decollare verso gare entusiasmanti, alla stregua della Superbike dove, a dispetto della classifica, regna un nuovo eroe dal nome Spies...

giovedì 4 giugno 2009

The truth is out there

Oramai con il villaggio globale non ci si stupisce più di nulla. Il crollo del World Trade Center ha un pò aperto la strada a qualcosa di umanamente incomprensibile, anche se per molti complottisti la soluzione è ovvia, contenti loro... Il caso dell'Airbus 330 dell'Air France rientra un pò in questi nuovi misteri vissuti in questa nostra era dove, tramite internet, le notizie volano di bit in bit. Abbiamo assististo a diversi incidenti aerei in questi ultimi anni, raccontati anche da telecamere sparse in tutto il mondo, a volte clamorosi come il Concorde esploso in fase di decollo, o l'errore umano in fase di atterraggio, o di quell'aereo spezzato in due perchè di una linea sconosciuta dove la manutenzione è approssimativa. Tutti incidenti attribuibili a cause "quasi" certe. Già avevo storto il naso del piccolo aereo sparito nel tragitto Caracas - Los Roches, ma adesso la faccenda dell'Airbus 330 di una delle compagnie meglio gestiste, mi lascia veramente perplesso. La verità è sicuramente la fuori, come recitava il poster di Molder in X-Files, però rimango stupito che nell'era della comunicazione globale, uno dei più moderni aerei gestito da computer, non riesca a comunicare le cause della sua fine. Abbiamo satelliti pronti a leggere un giornale se occorre, milioni di telecamere in ogni parte del globo, e ancora siamo qui a chiederci il perchè... Eppure 230 persone non faranno più ritorno a casa, perite in un disastro aereo dalle cause ignote... Mah!
The truth is outthere but I don't understand... where!!!!

sabato 16 maggio 2009

Franceschini e il biglietto della metrò

Esilarante articolo dell'ottimo Novella, grazie anche alla complicità del segretario, ci regala un momento di ottimo spasso.
di Federico Novella
L’altro giorno quegli eroici assistenti di Dario Franceschini, che dopo la genialata finiranno a distribuire volantini elettorali sul Gran Sasso, sono stati avvistati in missione speciale in un oscuro cunicolo sotterraneo, popolato da strani macchinari metallici semoventi: la linea A della metropolitana di Roma. I portaborse del segretario, affascinati da questa misteriosa civiltà di cui Veltroni ogni tanto gli aveva parlato, si sono avventurati in una cripta inesplorata sormontata da un interessante geroglifico luminoso: «Direzione Anagnina». E atterriti da un’invisibile presenza demoniaca che gli intimava di non oltrepassare la linea gialla, hanno chiesto lumi agli aborigeni: «Scusi, dove si comprano i biglietti della metropolitana? Dal tabaccaio o in edicola?». La cronaca di Italia Oggi racconta le gesta della truppa di franceschiniani estasiati da questa nuova invenzione, la metropolitana, che ai loro occhi è come il cavallo dei Conquistadores per gli indigeni americani: mai visto. «Scusi, ma i biglietti si acquistano nelle macchinette? O c’è un controllore o un bigliettaio sul convoglio?». Figuratevi la faccia dell’impiegato dell’Atac: «Ma da dove venite, dalla Val Brembana?». No, dall’ufficio di Franceschini. Gli 007 del Pd erano in avanscoperta: preparavano «un blitz» del segretario sui vagoni, per parlare con i passeggeri della provocazione leghista sugli stranieri nei mezzi pubblici. Idea accattivante fallita dinanzi al dilemma ascetico: dove lo compro il biglietto per salire? Dal tabaccaio o dal salumiere? Ecco: questo per dire che fine ha fatto il vecchio partito degli operai, quelli che il metrò lo prendevano tutti i santi giorni per andare a Sesto San Giovanni a lavorare sull’altoforno. Il glorioso partito che lottava per la scala mobile, oggi arranca sulla scala mobile della fermata Ponte Mammolo. Il bello è che solo una settimana fa Franceschini faceva il bullo: «Invito il premier ad andare tra la gente comune, in autobus o in metropolitana». Forse cercava solo un accompagnatore: del resto al Pd non sanno neanche acquistare il biglietto, figuriamoci se possono orientarsi. E non è una bella immagine, quella del segretario e i suoi, che vagano senza meta a tarda notte alla fermata Baldo degli Ubaldi. Che poi, intendiamoci: anche Silvio, figurati, saranno anni che non prende la metrò, anzi forse non l’ha mai presa. Però stavolta è leggenDario che fa la morale: quando il premier visita una via del centro di Roma, lui alza il ditino: «Berlusconi dice di stare tra la gente comune, e poi va in via dei Coronari tra orafi e antiquari». Con ciò suscitando le proteste dei commercianti della via medesima: «Caro segretario, guardi che qui ci sono anche commessi, ristoratori, tappezzieri e spazzini, uno spaccato di gente comune». A questo punto Franceschini, specie sui temi caldi, dovrebbe chiarire dov’è che si trova questa benedetta «gente comune»: di sicuro non la raggiunge in metropolitana, perché c’è sempre quel problemino del biglietto. Chissà, forse la gente comune si nasconde nella cintura milanese, come ricorda il presidente della Provincia Penati: «Dobbiamo discutere di temi importanti come il respingimento degli immigrati, ma nel partito qual è la priorità?». O forse la gente comune si cela in quel di Torino, dove il sindaco Chiamparino batte i pugni sul tavolo: «Occorre combattere gli sbarchi per togliere l’immigrazione dalle mani della mafia». L’hanno accusato di «slealtà» verso i compagni. Solo per aver fatto capire che, se vai nei quartieri, dove una manciata di «gente comune» magari la trovi, il pensiero dominante non è quello dell’Onu o del Vaticano. O di Franceschini. Che a questo punto deve dirci qual è la gente comune che più gli aggrada, in ossequio all’antico adagio di Corrado Guzzanti: «I partiti non rappresentano più gli elettori? E allora cambiamoli, questi benedetti elettori». Potremmo dire che con questa storia al Pd sono arrivati al capolinea, ma per arrivare al capolinea bisogna prima salire in carrozza: e comprare il biglietto, a volte, è davvero un’impresa.

lunedì 11 maggio 2009

Superbike Monza 2009

Ero partito con il commento della gara di Jerez del motomondiale. Poi mi sono perso e sono arrivato alla tappa di Monza del Superbike. Vorrei scrivere la bellezza di questo sport, ma mi riesce difficile. Mi riesce difficile credere che si possa correre su piste come Monza, dove in un parco come quello non si partoriscano idee che se non varianti assassine e idiote. Monza, il tempio della velocità, tutto ciò che è stato oggi fa schifo, e non lo dico da spettatore, ma da pilota, anche se mediocre, perchè oggi la velocità non è uguale a quella di 30 anni fa. Pasolini, Saarinen e gli altri morirono nel 1972, e da allora non mi sembra che sia stato fatto molto. La caduta di Haga ha evidenziato come le moto vanno forte sul quel curvone e basterebbe una chiusura un pò più stretta della curva per rallentare le moto. Invece si fanno delle chicane da posteggio dell'Esselunga per poi ripartire a gas spalancato. Che senso ha un curvone a 200 orari se non è supportato dalle vie di fuga? Perchè non cancellate Monza e tornate al Mugello? Fatelo sapere che la Dorna non vuole, perchè sarebbe una gara troppo esaltante. Cari fratelli Flamini, io che vi stimo per l'ardore con il quale portate avanti il progetto, iniziate a cancellare i circuiti pericolosi dall'agenda. Che si tengano la loro F1, quella noia mortale, ma portate Spies & Co, nei circuiti veri e sicuri per i nostri piloti, che ci fanno tanto divertire. Chi corre non si accontenterà mai di andare piano, è nell'animo delle corse, sono piloti, gente di un altro pianeta, ma voi potreste chiedere circuiti più sicuri, senza le chicane come quella di Magny Course messa li per la Formula Uno. Brno, Mugello, Barcellona, Jerez, Qatar, quelle si che sono piste da guidare, da scorrere. Le moto non vanno frenate, casomai vanno rallentate è diverso!
Grazie a tutti i piloti di tutte le taglie che onorano questo sport, alla prossima.

domenica 26 aprile 2009

Motegi Vs Assen

Ancora una domenica di corse in contemporanea tra Motomondiale e Superbike ed ancora una volta vince ai punti il mondiale delle derivate di serie.
Due gare veramente entusiasmanti si sono svolte in quella che una volta veniva definita l'università delle moto, e che ora è stata "rovinata" nel nome della sicurezza. Sicurezza che è venuta meno quando, nella seconda manche, la moto di Spies è andata a finire contro le reti. Comunque gara 1 veramente da cardiopalma, con un Ben Spies che ha rifatto il diavolo a 4 nonostante fosse la sua prima volta ad Assen. Partiti subito forte, Spies ha preso la testa su Haga, Neukirkner, Haslam, mentre dietro il gruppo lottava con un Biaggi in bella rimonta. Perso il tedesco con una caduta nella esse prima del rettilineo (la moto ha veramente sfiorato gli avversari!!!) la gara si è incentrata sul corpo a corpo tra la Ducati la Yamaha e la Honda che, a parte quest'ultima, hanno guidato la gara alternandosi. Poi a due giri dalla fine Spies, che era rimasto in ombra per 6 giri circa, ha fatto un sorpasso da antologia sul povero Haslam, che si è visto infilare in maniera magistrale dalla nuova stella del motociclismo made in USA, in un sorpasso durato tre curve!. Non contento Spies è rivenuto in maniera furibonda anche sul giapponese, che tutto si aspettava tranne che un sorpasso all'interno a tre curve dalla fine, che lo ha letteralmente lasciato senza parole anche alla fine nelle interviste. Peccato per Max che ancora una volta è stato "attardato" da Fabrizio, che col missile che si ritrova, potrebbe fare molto meglio invece di reggere metà gara e sparire nel finale.
Gara 2 è stata più monotona dopo l'uscita di scena al secondo giro di Spies, intento a contenere gli attacchi da Haga, che sicuramente ha subito l'americano nella prima manche. Ottima la riconferma in seconda posizione di Haslam, e lo splendiso risultato di SMRZ con una Ducati di un team privato che ha messo in ginocchio ancora una volta Fabrizio, quarto alla fine. Assen ci ha regalato una nuova stella, che non ha bisogno di conferme, ma che ci ha fatto stare incollati al divano con dei sorpassi da mani sudate, e che alla fine si è dimostrato anche un ragazzo modesto, testa bassa e lavoro duro.
Da segnalare una nota molto positiva per Mauro Sanchini, il nuovo telecronista della Superbike che ha sempre fatto interventi da ex pilota, rimarcando con lucidità ogni episodio in gara, dando allo spettatore più inesperto nuove chiavi di lettura. Bravo!!!
Contrariamente alla solita "noia" anche il motomondiale ha offerto una gara interessante perchè tutti i piloti sono partiti con l'incognita set-up, in quanto fino a poco prima della partenza della gara, la pista era ancora umidiccia. Infatti la 125 ha avuto il compito di "asciugare" la pista con mezzi piloti che hanno scelto di partire con le rain ed il resto slik e intagliate. Ha avuto ragione ancora una volta l'ottimo Iannone che ha fatto valere un inteligenza tattica notevole, raggiungendo la testa della corsa a 5 giri dalla fine e vincendo sull'ottimo Simon. Da considerare anche l'aspetto "romantico" della vicenda perchè ricordiamo che Andrea è abruzzese, quindi un pizzico di morale a tutto l'abruzzo e i suoi coriacei abitanti.
La 250 è partita asciutta, anche se un rigagnolo d'acqua all'entrata del sottopasso rompeva parecchio ed ha fatto diverse vittime. Era la prima gara per il nostro Supersic che ha subito preso la testa con un buon margine su di un gruppetto che si alternava per la seconda posizione, capitanata dall'ottimo Aoyama. Tutti preoccupati per la tenuta del polso operato, la sorpresa è venuta fuori dalla rottura del cerchio anteriore dell'Aprilia, che ha messo fuori gioco la gara solitaria di Simoncelli, anche se Bautista stava rinvenedo a gran carriera. Infatti alla fine il pilota iberico ha avuto la meglio sul giapponese e sull'ottimo Pasini, che una volta scrollati di dosso gli avversari, ha pensato bene di mantenere la terza posizione iniziando a capitalizzare punti preziosi.
Come ho già detto, la MotoGp è partita con l'incognita set-up il che ha dato una chiave di lettura che potrebbe essere sfruttata per il futuro, perchè, anche se non ci sono stati duelli, la gara è stata vissuta su di una serie di schermaglie cronometriche niente male. Rossi è partito subito forte, lasciando forse prevedere una rivincita su Stoner rispetto alla gara del Qatar. E così mentre l'australiano si trovava a combattere nei pressi della 6 e 7 posizione, davanti Lorenzo e Pedrosa hanno inanellato giri su giri e sono andati a riprendere il dottore, che non sembrava così irresistibile. Infatti dopo una serie di schermaglie Jorge ha preso la testa della corsa e non l'ha più mollata lasciando a Pedrosa e Rossi di giocarsi il secondo gradino del podio. Della partita sembrava essere anche Dovizioso che ha retto fino a 5 giri dalla fine, quando è stato raggiunto da un furibondo Stoner che se non avesse perso quei primi 8 giri, sarebbe stato sicuramente della partita. Quindi nell'ordine Lorenzo (che guida anche il mondiale), Rossi , Pedrosa e Stoner e da segnalare per la seconda volta consecutiva (l'avevo già detto in Qatar) l'ottimo 6 posto di Melandri con una moto non stellare ma veramente efficace.

venerdì 17 aprile 2009

"Gli italiani pro Fidel? Vengano a vivere qui"

di Giordano Lupi
Yoani Sànchez, la più famosa blogger cubana anti-regime: "Internet è stato come una crepa nel muro della censura. Di riforme vere non si parla e la gente ha ancora paura". Intanto a Miami gli esuli anti castristi sono pronti alla guerra contro Obama.
Yoani Sánchez rischia di far tremare il trono dei fratelli Castro: a 33 anni ed esclusivamente grazie a Internet è diventata uno dei simboli della lotta al regime. È tra le animatrici del portale Desde Cuba (http://www.desdecuba.com/), rivista indipendente ostacolata dal governo e il suo blog (http://www.desdecuba.com/generaciony/), dal quale lancia critiche pungenti al potere, è ormai diventato un caso a livello internazionale.
Yoani nasce a Cuba nel 1975. Si specializza in letteratura spagnola e latinoamericana contemporanea, nel 1995, nonostante un figlio nato nello stesso anno. Dimostra un caratterino niente male discutendo una tesi incendiaria dal titolo Parole sotto pressione, uno studio sulla letteratura della dittatura in America latina. Nel 2000 si impiega presso la Editorial Gente Nueva e si convince - come la maggior parte dei cubani - che con il salario di Stato non può mantenere una famiglia. Decide di continuare il lavoro statale ma comincia a dare lezioni (illegali) di spagnolo ai turisti tedeschi che visitano L'Avana.
Nel 2002 emigra in Svizzera, ma nel 2004 torna in patria, forse per la nostalgia della sua terra, anche se amici e familiari sconsigliano il rientro. Scopre la professione di informatica. Nell'aprile del 2007 comincia l'avventura del Blog Generacion Y, definito come «un esercizio di codardia», perché è uno spazio telematico dove può dire quello che è vietato sostenere nella vita di tutti i giorni. Vive all'Avana insieme al giornalista Reinaldo Escobar. Oggi esce in Italia (pubblicato da Rizzoli) il suo libro, Cuba Libre, vivere e scrivere all'Avana.
Sappiamo che il tuo blog vive solo all'estero. Da Cuba non puoi leggerlo ma continui ad aggiornarlo. Come fai?
«Dal marzo del 2008 il governo impedisce l'accesso a tutto il portale Desdecuba - dove è inserito il mio blog - dai cyber caffè, dagli hotel, dai centri di studio e dalla maggior parte delle aziende cubane. Quando è accaduto questo ho pensato che sarebbe stata la fine del mio sito. Tuttavia, attorno al blog era nata una vera comunità virtuale ed è proprio da quella che è nata l'idea di aiutarmi a pubblicare ogni nuovo testo. Grazie alla solidarietà di persone che vivono in diversi paesi, posso inviare i miei post per e-mail e loro si occupano di pubblicarli nella pagina web. Al tempo stesso ho molti amici virtuali che traducono in 14 lingue ciò che scrivo; altri mi inviano, tramite posta elettronica, i commenti dei lettori».
Ma anche a Cuba Internet riesce a essere uno strumento per la libertà di pensiero?
«Per molti anni a Cuba l'informazione è stata monopolio esclusivo dello Stato, ma Internet ha prodotto una crepa nel muro della censura che sembra molto difficile da chiudere. Anche se il Paese ha uno degli indici di connessione più bassi del pianeta, le persone cercano il modo di accedere alle notizie che compaiono in rete. Come abbiamo un mercato nero per gli alimenti, così esiste un rifornimento illegale e alternativo di informazione. Abbiamo imparato a distribuire le pagine web su memory flash e in dischi a migliaia di persone che non sono mai potute entrare su Internet. Con questo identico sistema circolano il mio blog e altri siti realizzati sull'isola».
Raúl Castro e Obama sono i leader del presente. Con loro la storia può cambiare?
«Sono convinta che Obama sia un leader del presente, ma Raúl Castro per me rappresenta il passato. È un uomo che ha ereditato il potere per diritto di sangue e sta tentando di mantenerlo senza compiere cambiamenti significativi. Mi rattrista che i cubani abbiano riposto le loro speranze in ciò che può fare il presidente nordamericano, nella influenza che potrà avere su Cuba. Questo significa che la gente qui si rende conto che dall'interno non è possibile arrivare a delle riforme. E purtroppo la società civile cubana è troppo frammentata e censurata per aver la forza di abbattere il muro».
Da qualche tempo il tuo blog è tradotto anche in italiano e ha sempre più lettori. Allo stesso tempo qui non mancano ammiratori del regime castrista. Che cosa ne pensi?
«So che da voi molte persone applaudono ogni azione del governo cubano. Per loro questo è un paradiso dove regnano l'eguaglianza e la speranza. Mi spiace deluderli, ma non è così. Credo che persino molti di coloro che pensano che noi cubani abitiamo nel miglior sistema possibile, non sopporterebbero due settimane di code, mercato razionato e proibizioni. Il grande problema è che molti di coloro che sostengono l'attuale situazione cubana, vengono qui solo come turisti e da un hotel sembra tutto molto gradevole. Raccomando loro di fermarsi a vivere come cubani».
A Cuba esiste un movimento di opinione che si batte per il cambiamento?
«Mi piacerebbe pensare di sì, ma ancora la gente sta molto attenta a dire in pubblico ciò che pensa realmente. Solo nelle case e tra amici si ascolta la verità. Negli ultimi due anni però la situazione è cambiata più che nei decenni passati. L'assenza di Fidel Castro ha significato la fine di un'ipnosi collettiva prodotta dalla sua figura. Dal giorno in cui il grande ipnotizzatore non ha più potuto prendere il microfono e fare un discorso di tre ore, la gente ha cominciato lentamente a risvegliarsi e a parlare».
Cosa credi che succederà il giorno della morte di Fidel?
«Se mi avessero fatto questa domanda tre anni fa, avrei detto che sarebbe cambiato tutto. Nel tempo trascorso da quel 31 luglio 2006 - quando è stata annunciata la sua malattia - fino a oggi, il governo si è dato da fare per preparare i cittadini alla notizia della sua morte. Abbiamo visto spegnersi la figura dell'"invincibile" Comandante, come in uno di quei film dove il protagonista si allontana fino a perdersi dalla vista. E ora sono in molti a pensare che sia già morto e che abbia perso molta importanza nella vita politica del paese.
Nonostante tutto, alla scomparsa del simbolo, molti cubani penseranno che è terminata un'epoca. Alcuni si sentiranno sollevati e forse le vendite di rum andranno alle stelle , mentre altri piangeranno davanti alle telecamere. Entrerà nel nostro passato e un giorno quando i miei nipoti mi sentiranno parlare di Fidel Castro, non sapranno se si trattava di un politico, di una stella della musica tradizionale o di un giocatore di baseball. Quel giorno, sentirò che finalmente avremo superato il suo enorme peso verde olivo sulle nostre vite».
(ha collaborato Fabio Izzo)

martedì 14 aprile 2009

Piove sul bagnato e sul motomondiale


Chi ha detto che nel deserto non piove mai? Lo abbiamo visto a Losail in Qatar durante il primo fine settimana dell'inizio del motomondiale. Sposa bagnata sposa fortunata si grida ai matrimoni, un pò meno lo direi per quest'avvio di campionato del mio sport preferito che, colpa anche dell'acqua, si sta sgretolando come la sabbia del castello colpita dall'onda. E non è tanto per la corsa in mezzo al deserto resa più affascinante dal farla in notturna, quanto che il motomondiale si sta un pò "formulaunizzando" perdendo quanto di buono questo sport ci ha sempre dato e che nel 1988 fece nascere quel bellissimo campionato parallelo, la superbike, che oggi sta sempre più minando l'immagine del campionato prototipi. La pioggia del Qatar ha fatto emergere quanto la Dorna non sia preparata a imprevisti del genere e magicamente ha tirato fuori dal cilindro decisioni alquanto discutibili ad iniziare da ritener valida una gara dell 125 con soli 4 giri effettuati, riducendo la 250, il tutto per restare in linea con la programmazione della MotoGp che doveva correre all'ora prestabilita. Ma la Dorna non è Dio il quale ha bussato sulla capoccia degli organizzatori inducendoli a spostare la gara al giorno dopo facendoli capire che al mondo ci sono anche delle variabili che vanno affrontate, come l'anno scorso quando su Indianapolis si abbattè la coda dell'uragano che fece parecchi danni negli Stati Uniti. Il tutto per poi vedere una gara con 18 partenti che neanche le corse amatoriali ne vantano meno, contornata dai fiumi di parole che il buon Guido Meda la farcisce ogni qualvolta, cercando di suscitare interesse in duelli che non ci sono, ma che ipoteticamente avverrebbero se... Contrariamente a qualche tempo fa, la moto Gp oggi campa sui duelli a distanza, ed episodi come il sorpasso di De Angelis a Pedrosa sono scorretti, oppure ci dispiace se Rossi è partito male e Stoner prende subito il largo. Monogomma o no, Stoner e Valentino hanno ancora dimostrato una volta di andare più forte di tutti e che per il resto della compagnia c'è ancora molto da lavorare. Una volta tanto la strada da seguire ce la indica Melandri e il suo team, la Kawasaki/Hayate che, a detta loro, si sono presentati con pochi mezzi (soldi) solo per infoltire la scarsa griglia. A parte un dritto, la moto nera ha fatto una gara rispettabile per i soldi investiti, non lontana dalla zona dove sono gravitati team più ricchi, indicando una presumibile strada da seguire per infoltire la presenza di moto alla partenza.

Nella Superbike il discorso è all'opposto dove di moto ce ne sono che comunque garantiscono sorpassi e duelli sia per le prime posizioni sia per quelle di rincalzo. La cura Ducati ha fatto bene al veterano Haga che sta finalmente capitalizzando gli anni di permanenza nelle corse e che sembra avviato alla prima conquista del suo primo titolo mondiale. Non che il discorso sia già chiuso, però se il buondì si vede dal mattino... Vedremo i prossimi appuntamenti che strada ci indicheranno, aspettando anche le nuove regole ufficiali della Moto2 che sulla carta si preannunciano "strani"...