martedì 1 dicembre 2009

Non c'è più religione

Si potrebbe pensare di uscire un ora prima, ma purtroppo non è così. Leggo le dichiarazioni del nuovo segretario del Partito Democratico Gianfranco Fini, il quale dice che la Svizzera fa male a vietare la costruzione dei minareti. Il presidente della Camera è noto alla stampa per le sue ultime dichiarazioni non proprio di destra anzi, recenti standig ovation a palchi e pulpiti di sinistra gli hanno conferito la nomina a segretario del PD mettendo definitivamente in ombra un mai nato Bersani. Indipendentemente dai vari salti della quaglia che testimoniano veramente di quanto la politica sia ormai un teatrino di bassa lega (mi si perdoni l'accostamento), mi sembra che l'onorevole Fini sia giunto al suo capolinea umano, ed anche se troverà fortune in altri lidi, il buon vecchio Almirante da lassù lo ha già scomunicato. La Svizzera ancora una volta ha deciso di testa sua, sicuramente leggendo la Rabbia e l'Orgoglio, di un autrice italiana, che in patria è stata crocefissa solo per aver detto cose riguardanti l'Islam. Ma non è la religione della mezza luna che stiamo contestando anzi, ognuno è libero di esprimersi, ma nella terra che fu di Roma, ci pare un pò strana tutta questa benevolenza. La Svizzera ha deciso grazie ad un referendum, ed il suo popolo ha parlato chiaro. Se anche in Italia si facesse, sapremo se il popolo sovrano diventerà benevolo nei confronti dell'Islam o semplicemente chiarirà che in questo paese tutti sono liberi purchè si integrino con le nostre tradizioni. Ma per un fondamentalista che pianta le tende in Italia, il terreno risulta molto fertile, trovando una chiesa in totale decadenza ed una classe politica priva della spina dorsale. E se poi uno dei capi storici della destra parla in questi termini, il gioco è presto fatto. Non so cosa porterà tutto questo, ma sicuramente, un domani, dovremo fare i conti con la benevolenza di oggi, perchè anche la libera Olanda si sta ribellando, e loro non non sono come noi, il popolo tutto è capace di svolte. Ma noi siamo veramente un popolo? Siamo un gruppo di trasformisti pronti a dire di si dalla parte dove ci fà più comodo, senza sapere che le conseguenze, a volte, non ricadono nell'immediato, ma sopratutto un domani e a pagarne le conseguenze saranno i nostri figli...

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