martedì 31 marzo 2020

Un nuovo mondo (forse)

di Massimiliano Miniati

Ogni epoca ha avuto i suoi grandi sconvolgimenti che hanno segnato profondamente la vita del pianeta e dei suoi abitanti. La Pandemia che ci ha colpito in questi ultimi 4 mesi non è certo la più grave registrata, ma il nostro tempo ci aveva dato la convinzione di essere immortali, intoccabili, vicini alla perfezione. Con la nostra tecnologia a "portata di mano" credevamo che sapere tutto fosse oramai scontato e l'incipit "l'ho letto su internet" fosse la panacea di tutti i mali e problemi.
Ma ancora una volta l'uomo, mentre si bea delle sue opere più grandi, viene sconfitto da qualcosa di minuscolo, di invisibile, dapprima trattandolo con superficialità poi, resosi conto che la risposta non era più in rete, con la consapevolezza che ancora una volta abbiamo ancora tanta strada da fare. Quindi il mondo si è fermato lentamente come una pellicola di un film che smette di girare fino a fermarsi ad un preciso fotogramma, a frizzare nel tempo l'immagine dello stop, dove ognuno ritorna alle proprie origini e paure. Non più la vita frenetica fatta di aperitivi, serate mondane, viaggi, concerti e grandi momenti di aggregazione, ma solo noi stessi, chiusi nelle nostre dimore, a riscoprire la vita che solo pochi anni fa i nostri genitori facevano quotidianamente, senza computer, telefoni o i mille canali televisivi. Il rumore della città si è assopito, nei cieli nessun sibilo, nei mari nessuna scia d'acqua, nessun viavai frenetico ma solo quello il necessario. Un prezzo che in molti stanno pagando con la vita, in molti con perdite economiche, impotenti di fronte a un destino che deve ancora essere svelato. E' finito il consumismo globale a tutti costi, non usciamo più di casa per comprare l'ultimo modello di telefonino, o l'ultimo grido di scarpe alla moda. Usciamo solo per la spesa ed in molti hanno anche riscoperto la bottega sotto casa, che tante volte abbiamo "offeso" tornando dal supermarket carichi di roba. Un carciofo, una lampadina, un roast beef già pronto lo possiamo comprare anche nel negozio accanto... anche dopo... A tutti i sognatori di una grande globalizzazione la Pandemia ci ha mostrato di nuovo i nostri confini geografici, ci ha mostrato di nuovo che ogni stato ha i suoi interessi e le sue priorità, giuste o sbagliate che siano. Possiamo stringerci la mano da uomini ma non possiamo rinunciare alle nostre culture e tradizioni. La Pandemia ci ha mostrato quello che siamo iniziando dall'interno delle nostre case e delle nostre famiglie. Un nuovo mondo forse è dietro l'angolo, che poi tanto nuovo non è perchè i nostri genitori l'hanno già vissuto e in molti ancora oggi avrebbero voluto ritornare "come allora". Forse ne avremo la possibilità o forse, una volta passato il tutto, torneremo ad essere boriosi ed arroganti fino al prossimo virus o altro evento naturale.
Il mio pensiero va a tutti quelli che sono impegnati in prima linea, sprezzanti del pericolo, gettando le loro vite in mano al fato senza sapere se sarà benevolo o meno, ringraziandoli del loro lavoro. A tutti voi dico di rimanere a casa e di ascoltare voi stessi per una volta tanto, senza l'approvazione di un mondo virtuale, ma soltanto di un'approvazione che viene da dentro.
P.S. Post scritto dal mio divano che non credevo fosse così comodo con lo sguardo rivolto al di fuori della finestra aspettando che il sole sorga ancora...