giovedì 17 agosto 2017

Se tutti facessero (o non facessero)?

post pescato in rete che condivido, Max

La sopportazione dell’uomo medio, ovvero “se tutti facessero come me
L’uomo medio sopporta molte cose, ma se c’è una cosa che proprio non sopporta, è sapere che qualcuno ha smesso di sopportarle.
Negli ultimi anni ho maturato una posizione sempre più aspra contro l’attuale sistema del lavoro. La mia reazione è stata “mollare tutto e partire”, nel contesto più ampio di una personale ricerca della Felicità.
Quando racconto la mia storia però, c’è sempre qualcuno che mi risponde: “eh, bravo, però se tutti facessero come te, chi fa il pane, dopo? La società crollerebbe”.
Oggi rispondo a questo:

Io non sono semplicemente uno che “ha mollato tutto ed è partito”, questo è l’aspetto più superficiale. Nella sostanza, io sono uno che negli ultimi cinque anni si è dedicato più alla ricerca della propria serenità che alla carriera o al denaro.
Se tutti facessero come me la società crollerebbe? 

No, cambierebbe, ed è un’ottima ragione per insistere.
La società non è un ente astratto e immutabile, una scatola che ci contiene e determina i nostri confini. Siamo noi la società, ognuno di noi lo è, e se ci muovessimo tutti nella stessa direzione, essa seguirebbe di conseguenza.

Se tutti facessero come me, o qualcosa di simile, la società farebbe altrettanto, anteponendo il benessere delle persone al puro materialismo. I sistemi economici, produttivi e di governo evolverebbero per interpretare i nuovi valori. Non servirebbe più “mollare tutto e partire” per cercare la felicità.
Utopia? Certo che lo è! Ma una persona molto migliore di me disse, tanti anni fa: “sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo”. Nel mio piccolo e con tutti i miei limiti ho fatto un passo in questa direzione.

Non predico l’anarchia o lo sfascio delle istituzioni.
Io credo nelle società degli uomini, nella legge, nella cooperazione e nell’amicizia tra i popoli, ma ciò che abbiamo creato con la civiltà occidentale è sbagliato. Si basa su valori fasulli che vanno contro la serenità dell’individuo. Il profitto è premiato più che il progresso reale; il consumismo vince sulla sostenibilità; la ricchezza di pochi è più importante del benessere di tutti.



Come può restare in piedi un sistema così sbagliato? 

Esso si basa su fondamenta stabili:
la capacità di sopportazione dell’uomo medio.
Perché l’uomo medio sopporta l’idea di scambiare la maggior parte dei suoi anni migliori in cambio di denaro, che nella migliore delle ipotesi non gli serve, e nella peggiore non gli basta.

L’uomo medio sopporta lo stress per undici mesi l’anno, poi spende i soldi guadagnati per riprendersi la salute che ha perso per guadagnarli.
L’uomo medio sopporta i lunedì mattina, anche se li odia. Poi aspetta tutta la settimana l’arrivo del weekend, e lo passa annoiandosi.
L’uomo medio sopporta di dare le chiavi della propria vita a una banca, e di lavorare trent’anni per comprare una casa in cui passa meno tempo che in ufficio.
L’uomo medio sopporta gli aumenti del costo dell’energia, le nuove tasse, i tagli all’istruzione e alla sanità, le sistematiche prese per il culo dei politici, i reality in televisione, l’informazione deviata, le notizie sui vip in vacanza e gli allarmi sulla pandemia annuale.
L’uomo medio sopporta anche l’inquinamento, le guerre pilotate, la deforestazione, i massacri, i fondamentalismi religiosi e l’odio razziale.
Ma se c’è una cosa che l’uomo medio proprio non sopporta, però, è sapere che qualcun altro ha smesso di sopportare tutta questa merda.
Perché ogni persona che dice “basta” è uno schiaffo alla normalità e alla routine. È una sveglia, che ci strappa all’improvviso dal sonno profondo e ci costringe ad osservare la realtà. E la realtà è che tutti gli anni passati a sopportare questa o quell’altra cosa non torneranno mai più indietro. Troppo occupati a fare i bovini da soma per qualcun altro, il tempo è scivolato via dalle nostre dita addormentate, i nostri figli sono cresciuti e se ne sono andati via di casa, e i nostri sogni sono sbiaditi, dimenticati in qualche cassetto.
La realtà fa paura, e la paura è insopportabile.
Meglio rimediare subito allo strappo, mettere una pezza all’abitudine, e trovare una scusa qualsiasi per tornare a dormire, come se nulla fosse.
Una scusa come: “eh, se tutti facessero come te…

Sarebbe davvero così brutto?

mercoledì 16 agosto 2017

Un mondo da rifare

Morire pestati a sangue in discoteca? Nel 2017 succede anche questo. Ma non ai confini del mondo ma in Spagna, in un luogo affollato con gente intenta a divertirsi e a ballare. Morire venendo preso a calci come uno straccio, come un pallone il tutto sotto gli occhi indifferenti di altri giovani che nulla hanno fatto per impedire la morte di un loro coetaneo. Succede nel 2017 nell'era dei social, dei movimenti pacifisti, della comunicazione globale, nell'era dei selfie e del riprendiamo-tutto per poi renderlo di pubblico dominio. Invece di difendere si preferisce riprendere magari sperando di vedere cosa succede dopo che un povero ragazzo ha esalato l'ultimo respiro per colpa di due vigliacchi-stronzi-pezzi-di-merda. Tutto è virtuale ma la vita che non c'è più è reale. Non siamo dentro Call of Duty ne tanto meno a GTA. Li sono tutti bravi ma è nella vita reale che bisogna agire e non rimanere indifferenti. E non siamo in un vicolo di New York (ma anche di Milano e Roma) dove si è consumata l'ennesima faida tra bande. Siamo in discoteca un luogo dove si ascolta la musica e si balla. Possibile che nessuno dei presenti abbia avuto l'istinto di fermare tutto ciò? Sono queste le conquiste del cosiddetto mondo moderno e migliore? Sono questi i futuri abitanti del mondo? Evidentemente un elitè globale la pensa così perchè sempre di più i valori degli uomini vengono portati ai minimi termini affinchè si possa rimanere inermi di fronte ad episodi come questo. Il mio pensiero oggi va a quel padre in lacrime che in un attimo ha perso tutto senza sapere neanche il perchè. Un perchè ci sarebbe e forse la risposta la troviamo nella Genesi e nella narrazione dei fatti che portarono al Diluvio Universale. Questa umanità, questi uomini, questo tempo va spazzato via, va cancellato perchè non siamo degni di essere chiamati tali.

Battaglie in Carinzia, #AustrianGp 2017

E' stata una guerra quella che si è vista nella giornata di gare a Zeltweg dove in ogni classe il vincitore ha dovuto sudare le proverbiali 7 camicie per portarsi a casa l'ambito trofeo. Iniziamo dalla MotoGp dove due stratosferici guerrieri hanno dato vita ad un epica battaglia che rimarrà negli annali tra Marc Marquez, che non ha bisogno certo di presentazioni, e quel Dovizioso alla sua terza vittoria stagionale. Fiumi di bit sono già stati spesi e scritti, e non sarò certo io a dire qualcosa in più, ma da sportivo posso affermare che nei gesti di entrambi c'è stato del sano sport e del sano rispetto sia sotto i riflettori ma anche fuori e questo ci restituisce una dimensione più vera del motosport dove l'effetto cinema e mediatico è stato messo da parte da due "bad boys". Riguardatevi la gara dal momento che Marc e Dovi salutano la compagnia... tutto il resto è noia. Alla fine un astuto Dovizioso prevale su di un Marquez mai domo che ci ha provato fino alla fine nella maniera più spettacolare che solo lui ci sta regalando da diversi anni a questa parte. Bene Pedrosa ieri terzo che come James Bond ha atteso che gli avversari si cuocinassero a vicenda godendosi uno spettacolo da prima fila. Si rivede Lorenzo nelle prime posizioni seguito da un attento Zarko capace di mettere in riga le Yamaha ufficiali ieri in ombra sia con Vinales che con Rossi. Sul carro dei vincitori menzione d'onore a Mika Kallio ieri decimo con la KTM di gran lunga il meglio della squadra austriaca che dovrà frugarsi per cercare un top rider. Classifica allungata con il solo Dovizioso a tenere botta (come recita il suo "polsino" sul serbatoio del freno davanti) su Marquez staccato a 16 lunghezze. Mondiale non certo finito ma con un Marquez così e con una Honda ritrovata la vedo dura per tutti.
In Moto2 Morbidelli suona la carica con una gara tiratissima quasi sempre in testa mentre alle sue spalle un sempre più convincente Marquez teneva a bada un ottimo Luthi. Prestazione di forza dell'italiano che riallunga sullo svizzero sempre molto efficace e pericoloso. Bene ancora una volta Bagnaia quarto seguito dall'autore della pole position Pasini che si è un pò perso da metà gara in poi.
La Moto3 ci consegna (forse) un nuovo fenomeno del motociclismo quel Joan Mir alla sua settima vittoria conquistata con intelligenza e astuzia tattica che lo ha portato ad un vantaggio di 4 secondi sul gruppo sempre agguerrito che ha visto alla fine Oettl giocarsela con un dolorante (e commovente) rientrato Martin. Male, malissimo gli italiani, sopratutto Fenati ieri tredicesimo e oramai lontano dal leader Mir.
Permettetemi una riflessione da sotto ombrellone: nell'aspettare le interviste ai protagonisti mi sono visto per la prima volta il dopo gara condotto da Camiciottoli e dagli altri Agostini-Canzano-Reggiani e Lucchinelli. Incredibile ma vero ieri hanno parlato da sportivi e non da tifosi-prezzolati com'è uso fare a SKY (TV8). Hanno esaltato Dovisiozo (che ieri con l'occasione è diventato italiano) la tenacia di Marquez, perfino Lorenzo hanno apprezzato. Canzano ha perfino auspicato un ritorno degli appassionati negli autodromi. Ora che il libro giallo comincia a sbiadirsi si ritorna a parlare di sport?  

martedì 8 agosto 2017

Tempo variabile ma non per Marquez! #CzechGP 2017

Un mese di pausa non è bastato per "tranquillizzare" Marquez che in Repubblica Ceca ha dato l'ennesima dimostrazione di forza e intelligenza. Una vittoria ottenuta quasi banalmente vista la sua bravura ma anche l'incapacità degli altri di reagire. Gara dichiarata WET quando in realtà le traiettorie erano già quasi tutte asciutte e non ci volevano grandi calcoli per intuire come potesse essere il prosieguo. La possibilità di un rovescio ci poteva anche stare ma era una condizione uguale per tutti. Marquez è partito con le rain-soft per poi accorgersi che a quel punto le slick avrebbero funzionato in egual misura se non meglio e così è stato. Forse chi aveva più di tutti da perdere era proprio lui ma se si vogliono vincere i titoli mondiali bisogna azzardare. Gli altri si sono persi in due giri, addirittura c'è chi è caduto nella pit-lane (Iannone) chi non aveva la moto pronta (Lorenzo) banalissimi errori non degni di una squadra mondiale, tranne Honda che ha piazzato anche Pedrosa in seconda posizione. Si rivede Vinales sul terzo gradino del podio autore di una gara più furba rispetto al suo compagno di squadra Rossi, ieri quarto, un'altra volta spaesato nel flag-to-flag come lo è stato anche per Dovizioso. Marquez adesso ha allungato in classifica ed ha anche un pò allungato la classifica che vede Vinales ora secondo a 14 lunghezze di ritardo mentre gli altri sono già ad oltre 20 punti. Per carità mondiale ancora apertissimo ma li davanti non c'è uno qualsiasi.
Le due gare della Moto2 invece hanno un pò messo in discussione la classifica. Se nella prima frazione sull'asciutto l'esito non era del tutto scontato, con un Pasini ancora una volta in grande spolvero, un Morbidelli accorto e un Luthi nelle retrovie, nella ripartenza bagnata non ci sono state storie perchè lo svizzero è partito subito in testa lasciando Pasini nella ghiaia e Morbidelli arrancare nelle retrovie. Classifica quindi di nuovo accorciata con una piccola ripresa di Luthi e Marquez proprio sul nostro Morbido.
In Moto3 stiamo assistendo invece ad un bel duello (ancora un pò a distanza) tra un bel pilota qual'è Mir e il nostro Fenati che sono emersi dall'umido della pista ceca fino a contendersi il gradino più alto proprio agli ultimi due giri anche se il nostro portacolori non ha potuto far altro contro un Mir veramente bravo, intelligente e astuto che al momento ci ricorda un pò Marquez prima maniera.
Prossimo round Zeltweg dove capiremo chi sarà risorto dopo BRNO o chi invece sarà ancora li a leccarsi le ferite chiedendosi il perchè.

lunedì 7 agosto 2017

Fiat 124 Spider Abarth, una bella scoperta!

Non avevo mai recensito un auto prima d'ora, ma il Fiat 124 meritava questa mia recensione unofficial (non chiesta da nessuno). Avendo guidato sempre moto iper-sportive non avrei mai sospettato che un auto mi incuriosisse così tanto, eppure il feeling tra me e la nuova nata in casa Fiat è sbocciato quasi all'istante. Infatti, grazie alla CAR di Firenze e all'amico Andrea Giannini sono venuto in possesso della nuova 124 ma non quella "normale" ma quella con i cofani neri, la mitica 124 Spider Abarth. Già guardandolo dall'alto l'abitacolo è degno del nome che porta, ben rifinito in ogni sua parte con i sedili in pelle griffati, le casse Bose inserite nel poggiatesta più vari inserti in velluto tra cui quello sopra il contagiri. Proprio quest'ultimo volutamente rosso opaco a rimarcare, se mai ce ne fosse bisogno, lo spirito racing del 124. Per me che sono di statura medio alta (e anche un pò robusto) la posizione alla guida mi è subito tornata comoda senza quella sensazione da go-kart che ci si può aspettare. La magia inizia alla pressione del pulsante START dove il motore viene descritto dal suono dello scarico Record Monza veramente accattivante, con quel tipico gorgoglio delle auto sportive. Breve occhiata ai comandi e ai vari pulsanti e via verso le prime curve. Ovviamente, anche se la calura di questi giorni lo sconsigliava, ho optato per la capote aperta condizione essenziale per provare uno spider come questo. Uscendo dalla città abbiamo anche potuto constatare che la rapportatura del cambio non sia fastidiosa, ma permette un utilizzo quasi da utilitaria e sicuramente le 6 marce (manuali) sono state studiate proprio per questo.
La Faentina vecchia è stato il teatro della nostra prova e devo dire che sin dalle prime curve la macchina ci ha trasmesso quella giusta confidenza di guida e di confort anche sullo sconnesso. Volendo il 1400 Multiair spinge già dai 2000 giri se nella marcia giusta, emettendo quel "rantolo" allo scarico che per gli appassionati risulta un suono molto gradevole. La situazione si fa interessante sui 3600 giri quando la turbina Garret inizia a fare il suo lavoro. Da li l'auto risulta veramente appagante con il sound che diventa sinfonico ed il poderoso tiro che ti spinge fino ai 6000 giri regime in cui, nelle prime 4 marce, conviene cambiare. Non ho mai disabilitato il traction control in quanto l'auto risulta molto impegnativa sul misto e non sarebbe una cattiva idea abbinarci anche un corso di guida tra i vari optional. Si perchè alla fine il 124 ha un doppia faccia: docile sotto i 3500 giri, cattivo nella guida sportiva e vi garantisco che in qualche passaggio sul misto non mi sono risparmiato. Bella anche la frenata garantita da un impianto frenante Brembo molto modulare alla pressione della leva garantendoci delle staccate coerenti prima di entrare in curva. Ed è proprio in curva che l'auto ci ha fatto capire la sua doppia personalità. Entrando ancora con i freni pinzati la macchina si inserisce subito in maniera coerente fino a metà curva quando riprendi a dare gas. Se si è sotto la fatidica soglia la lasci correre, ma se a centro curva oltrepassi il limite dei 3500 allora diventa impegnativa con un marcato sovrasterzo facilmente prevedibile dopo averci preso un pò la mano. Certo è che con tutto quel sound più scoppiettamenti vari non puoi non essere rapito da una guida "svelta" anche se, e lo ripeto, come tutte le auto e moto sportive, bisogna sempre dare del LEI perchè i limiti si oltrepassano in fretta. Per trasmettere tutto questo ben di Dio a terra Fiat e Abarth hanno pensato di utilizzare dei pneumatici 205/45-17 forse sulla carta non troppo generosi in larghezza ma utili per rendere l'auto più maneggevole e meno "pesa" sullo sterzo il quale risulta sempre gradevole anche in fase di manovra. Azzeccata secondo me la scelta della capote manuale visto che si apre e si chiude comodamente da seduti. Ottimo il funzionamento dell'impianto di climatizzazione che non grava troppo sulla gestione del motore, così come la poca rumorosità a capote chiusa. 
A me questa versione è piaciuta tantissimo e sarei curioso di confrontarla con la versione base per capire quanta differenza ci può essere sopratutto in termini di prestazioni e di gestione dell'auto visto che, nonostante i 170 cv, non abbiamo consumato poi così tanto. Il prezzo è in linea con altre roadster ed interessante è l'offerta proposta a 249€ mensili. Mi piacerebbe vedere in listino anche una versione "di mezzo" anche per i più giovani, magari con un look più accattivante (rispetto alla versione normale) e con un motore a gasolio visto che Fiat ha un ottimo 1300. Sicuramente farebbe breccia anche per i più giovani e per un mercato femminile. 
Riportarla in concessionaria non è stato facile per il sottoscritto perchè il 124 ha rapito il cuore di un motociclista abituato alle prestazioni delle moto lasciandomi fantasticare su come potrebbe andare in pista... 
Ma in fondo ogni favola è un gioco che si fa con il tempo ed è vera solo a metà...