martedì 14 aprile 2009

Piove sul bagnato e sul motomondiale


Chi ha detto che nel deserto non piove mai? Lo abbiamo visto a Losail in Qatar durante il primo fine settimana dell'inizio del motomondiale. Sposa bagnata sposa fortunata si grida ai matrimoni, un pò meno lo direi per quest'avvio di campionato del mio sport preferito che, colpa anche dell'acqua, si sta sgretolando come la sabbia del castello colpita dall'onda. E non è tanto per la corsa in mezzo al deserto resa più affascinante dal farla in notturna, quanto che il motomondiale si sta un pò "formulaunizzando" perdendo quanto di buono questo sport ci ha sempre dato e che nel 1988 fece nascere quel bellissimo campionato parallelo, la superbike, che oggi sta sempre più minando l'immagine del campionato prototipi. La pioggia del Qatar ha fatto emergere quanto la Dorna non sia preparata a imprevisti del genere e magicamente ha tirato fuori dal cilindro decisioni alquanto discutibili ad iniziare da ritener valida una gara dell 125 con soli 4 giri effettuati, riducendo la 250, il tutto per restare in linea con la programmazione della MotoGp che doveva correre all'ora prestabilita. Ma la Dorna non è Dio il quale ha bussato sulla capoccia degli organizzatori inducendoli a spostare la gara al giorno dopo facendoli capire che al mondo ci sono anche delle variabili che vanno affrontate, come l'anno scorso quando su Indianapolis si abbattè la coda dell'uragano che fece parecchi danni negli Stati Uniti. Il tutto per poi vedere una gara con 18 partenti che neanche le corse amatoriali ne vantano meno, contornata dai fiumi di parole che il buon Guido Meda la farcisce ogni qualvolta, cercando di suscitare interesse in duelli che non ci sono, ma che ipoteticamente avverrebbero se... Contrariamente a qualche tempo fa, la moto Gp oggi campa sui duelli a distanza, ed episodi come il sorpasso di De Angelis a Pedrosa sono scorretti, oppure ci dispiace se Rossi è partito male e Stoner prende subito il largo. Monogomma o no, Stoner e Valentino hanno ancora dimostrato una volta di andare più forte di tutti e che per il resto della compagnia c'è ancora molto da lavorare. Una volta tanto la strada da seguire ce la indica Melandri e il suo team, la Kawasaki/Hayate che, a detta loro, si sono presentati con pochi mezzi (soldi) solo per infoltire la scarsa griglia. A parte un dritto, la moto nera ha fatto una gara rispettabile per i soldi investiti, non lontana dalla zona dove sono gravitati team più ricchi, indicando una presumibile strada da seguire per infoltire la presenza di moto alla partenza.

Nella Superbike il discorso è all'opposto dove di moto ce ne sono che comunque garantiscono sorpassi e duelli sia per le prime posizioni sia per quelle di rincalzo. La cura Ducati ha fatto bene al veterano Haga che sta finalmente capitalizzando gli anni di permanenza nelle corse e che sembra avviato alla prima conquista del suo primo titolo mondiale. Non che il discorso sia già chiuso, però se il buondì si vede dal mattino... Vedremo i prossimi appuntamenti che strada ci indicheranno, aspettando anche le nuove regole ufficiali della Moto2 che sulla carta si preannunciano "strani"...

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