
E' quello che deve avere pensato Lorenzo Segoni all'ultima trasferta in quel di Vallelunga, appuntamento finale della Gladius Cup Suzuki e del Trofeo Hornet Honda, evocando le parole di un ben più noto romano alla conquista delle terre del mondo. Lorenzo Segoni classe 78, per chi non lo sapesse, era ed ancora è uno di quei tanti o pochi talenti in giro per lo stivale, in piste più o meno assurde, che con pochi mezzi economici e tanta passione, si è sempre distinto in lodevoli prestazioni tali da giustificare un suo passaggio in categorie superiori. Ma si sa che i "segoni" di solito non sono bravi piloti rei di farsi troppe "pippe" e allora meglio "altri" dal discusso talento ma veloci nel versamento dell'obolo per poter comprarsi una vera moto da corsa...
E così passando tra scooter, vari trofei, endurance, apparizioni mondiali e quant'altro, Lorenzo si è trovato a correre per piccoli team nei vari monomarca portando sempre con se quella voglia di macinare chilometri più in fretta di altri. Così è infatti stato per la Gladius Cup Suzuki che ha vinto per il secondo anno consecutivo, e per ultimo anche per la Hornet Cup Honda, dove la casa madre, per motivi commerciali, si è esposta in prima persona, reclutando tra le file anche altri nomi "illustri". Nonostante il "marcio" dei trofei, dove è possibile vedere motori supersport montati su moto di serie (squalifica di Misano a Zerbo docet) il piccolo "Davide" Segoni è riuscito ad aggiudicarsi il trofeo in maniera cristallina, senza bisogno di ricorrere alle alchimie della moto, ma solo con tanta dose di gas nel manico, e insegnando a "Golia" Honda che a volte bisognerebbe essere più leali verso tutti se vogliamo trovare un successore di Rossi, Dovizioso o Simoncelli. Lorenzo Segoni non sarebbe mai forse diventato tale, però a vedere Lamborghini 23esimo e Canepa 28esimo a Misano significa che qualcosa deve essere fatto nei "vivai" dei trofei altrimenti i piloti italiani a livello mondiale saranno tutti dei....segoni!!!
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