
Chi va in moto sa di dover mettere in conto la caduta, anche per gli utenti giornalieri, nessuno è immune da questa rottura dell'equilibrio che magicamente ci tiene in piedi. Per i piloti la caduta è come un bicchiere rotto per il barrista, una scheggia nel dito del falegname, una cosa quasi naturale. Vi dirò, per esperienza diretta, che cadere in pista ha anche il suo fascino, perchè tante sono le protezioni che hai addosso, che diventa quasi una scivolata da luna park. Anzi di solito siamo più preoccupati per i danni alla moto che a noi stessi, tanto caro ci è costato il nostro oggetto dei desideri. Nel mondo professionistico invece la caduta rappresenta quella linea sottile tra il ritornare ai box e ripartire, oppure farsi male ed avere l'incognita di saltare la gara.
Nella sua lunga carriera Valentino Rossi è caduto numerose volte, ma mai senza conseguenze disastrose come quella che sabato, alla vigilia del gran premio di casa, che lo ha visto volare in aria a 160 km/h e sfortunatamente ricadere sulla tibia e perone fratturandoseli. L'immagine del campione ferito, come quelle di qualsiasi altro pilota fa, fa capire che il motociclismo è anche questo e Valentino non è un eccezione. Lo è nel peso mediatico dato alla vicenda, perchè in questi ultimi 15 anni di storia motociclistica, Rossi ha impersonato e rappresentato il motociclismo nel mondo, riportandolo a nuovi livelli di interesse e di questo bisogna essergli grati. Indipendentemente dall'essere tifosi o meno, la sua mancanza si è già fatta sentire, in una categoria che conta solo 16 piloti e che stupidi regolamenti la stanno portando al collasso totale. Valentino per gli avversari rappresenta la lepre o comunque un punto di riferimento, ed anche se il sottoscritto lo avrebbe visto volentieri giù dal gradino più alto del podio, una vittoria contro di lui ha un sapore diverso, perchè sicuramente sudata e battagliata fino alla fine. La mancanza di Valentino dalle corse è un duro colpo alla MotoGp e lo sanno bene gli organizzatori che adesso dovranno inventarsi qualcosa di nuovo, ma lo sanno anche tutte le case motociclistiche, e lo sa perfino il suo rivale diretto, quel Jorge Lorenzo, che ha ammesso che una vittoria senza Valentino non è più una bella vittoria. Le facce dei piloti all'arrivo erano molto più eloquenti che le parole, tranne che quella del buon Dovi mai abituato al box dei primi tre. Pedrosa al Mugello ha vinto in solitario ma non contro Valentino. Lorenzo si è accontentato perchè comunque doveva inseguire un rivale che va a corrente alternata. L'unico che poteva fare qualcosa era Stoner che in parte lo ha fatto ma non per lottare per la prima posizione. Per gli altri si è trattato di un copione già scritto, con il fantasma di Troy Bayliss che girava in 1.51,9 con una moto "derivata" dalle serie.
Il fastidio da qui in avanti saranno i bollettini medici e i presunti miracoli che il Dottore riuscirà a fare anche in veste di paziente e non di pilota. Si perchè mentre dai comunicati ufficiali si parla di 5 mesi di stop, relativi anche ad un normale decorso della gamba di una persona normale, per i piloti il discorso è un pò diverso. Chi vive in quella condizione e in quel mondo sa che non ci sono miracoli come vorranno farci credere, ma solo trattamenti speciali e una diversa forza di volontà. Dalle dichiarazioni non dette posso scommettere che Rossi tornerà a BRNO se non a Laguna Seca, ma non mi stupirò per questo ne griderò al miracolo.
Mi piacerebbe anche suggerire a tutti i giornalisti di non ricamare troppo sul percorso di guarigione, perchè tantissime altre persone nel mondo soffrono, e sicuramente in maniera anche peggiore. Mi piacerebbe dire a Guido Meda che la telefonata di Biaggi al suo cellulare andava trasmessa e non cassata per motivi di tempi televisivi. Le parole del campione romano avrebbero fatto bene allo sport, perchè com'è vero che sono state riportate le scaramucce di qualche anno fa, era giusto far sentire la solidarietà di un altro campione verso un avversario in pista, ma collega e amico nel dolore. Questo si chiama e si chiamerebbe giornalismo. Ma si sa il condizionale è sempre più d'obbligo al giorno d'oggi, come d'obbligo sarà riavere un campione o diversi campioni in una categoria che sta implodendo su se stessa.
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