Ha ragione Sanchini quando dice che Assen da Università della moto si è trasformata in una laurea breve. Anzi, per chi scrive è forse un più un diplona superiore, tanto bruttine sono state le modifiche fatte per renderlo più sicuro. E se laurea breve deve essere, ieri il circuito olandese ci ha regalato tre laureati che hanno mostrato tutto il loro sapere in fatto di moto e altro. Il primo senza dubbio è Carlos Checa quel ragazzotto ritrovato in sella alla Ducati, senza ombra di dubbio ufficiale e gestita egregiamente dal Team Althea. Non è che rimarcando la parola “ufficiale” si sminuisca il pilota iberico, però ci fa un immenso piacere ritrovare la ex rossa ancora al vertice con un pilota che almeno fin qui sta dimostrando tutto il suo valore guidando saldamente la classifica con 43 punti di scarto sul secondo, ovvero il campione del mondo Max Biaggi. Checa ha fatto due manches quasi uguali. Ma mentre nella prima non è riuscito a saltare il gruppetto che inseguiva Biaggi e Rea in fuga a quasi due secondi, nella seconda ha guidato la gara magistralmente senza il minimo errore, con attaccata fissa agli scarichi, l’Aprilia numero uno. Biaggi ha provato a rompere gli indugi a tre giri dal termine, ma il Checa di ieri ha fatto vedere che quest’anno bisognerà sudare parecchio per batterlo. Max si è presentato ad Assen con un adesivo raffigurante un pollo, a sottolineare il week-end negativo di Doningthon, e solo Checa e Rea sono riusciti a negargli la vittoria, a dimostrazione di un gran cuore e di una gran classe. Finalmente si è rivisto Rea nella gara di casa (il suo team ha la sede a
Peccato infine per la supersport che era in chiaro per tutti, massacrata da due cadute con relative Red Flag e ripartenze che hanno messo in confusione il nostro Scassa che alla terza ripartenza, fatta non tanto bene, nel tentativo di ricongiungersi con il suo compagno di squadra Davies, ha tamponato il francese della Honda Marino finendo la gara nei sassi. Vince Davies davanti a Foret e Parkes con la classifica che si accorcia. Nota di colore per la telecronaca dell’amico Luca Sordi al quale va il mio personalissimo messaggio: “Caro Luca, non importa fare per forza il Giò di Pillo per essere ascoltati. Vai bene lo stesso anche con la tua voce e flemma che ti hanno sempre contraddistinto ;-)”. Adesso il circus si sposta a Monza in una pista a mio avviso “stupida” e vecchia dove a regnare non sarà la guida pura, ma solo una prova di gas, freno, coraggio ma soprattutto fortuna se si esce indenni dalla prima chicane. Mah….
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