martedì 16 aprile 2013

Gioventù bruciata

Che stia invecchiando è un dato certo. Due figli tendono a cambiare un pò il modo di vedere le cose. Pensandoci bene non è poi così vero perchè comunque rispetto a quando ero "giovane" sono sempre abbastanza uguale. E allora cosa mi turba? Quando accompagno i miei figli ai giardini mi piace sempre osservare tutte le persone che mi circondano per cercare di avere una lettura della società nella quale vivo. Giovani, anziani riuniti nel solito posto a formare una sorta di cerchio della vita. E mentre cerco di scorgere tre le rughe dei volti segnati dal tempo la chiave per capire cosa farò "da grande", l'occhio spesso mi cade sui più giovani, quelli che vanno dai 12 anni ai 16, mezzi uomini e mezze donne apparentemente formati  ma di fatto ancora imberbi. Denominatore comune il telefono cellulare e la testa china sopra anche quando parlano fra di se. Intercalare lessicale medio è il "cazzo" seguito dalla più classica bestemmia, per i maschi, "diohane". Le ragazze tendono a toccarsi i capelli una ventina di volte al minuto nel vano tentativo di essere sempre a punto, vestite griffate come la tendenza vuole. I maschietti proseguono ancora nell'indossare i pantaloni a vita bassa con la mutanda in bella mostra, dimenticandosi, o forse non sapendo, che quello è un segno distintivo nelle carceri su chi è disponibile a concedersi sessualmente. Come già detto il segno distintivo è il telefono utilizzato per giocare o peggio per comunicare inviandosi sms, mms, messaggi di vario tipo farciti di emoticon che hanno sostituito i nostri stati d'animo. Immancabile e sempre più frequente (lo è sempre stata) la sigaretta tra le dita, fumata spesso (e male) in maniera nervosa e accompagnata da un colpo di tosse e dall'immancabile esclamazione: "bisogna smetta di fumare..." (dovresti prima finire di nascere, demente!).
Appoggiato all'albero guardi il futuro dei tuoi figli con la ricorrente domanda se anche loro si comporteranno così oppure avranno altro tipo di interessi. Certo è che il quadro sopra descritto non fa onore alle future leve che guideranno il nostro paese anzi. Stereotipati in un contesto sociale predefinito e costruito ad hoc, saranno guidati dai futuri "lupi" che indirizzeranno il branco a loro piacimento illudendoli con gingilli e monili vari.
Forse così è sempre stato e noi non ce ne accorgevamo, o forse con il progresso gli strumenti per abbindolare sono sempre più sofisticati, ma resta il fatto che spero vivamente di avere dei figli un pò più lungimiranti sul proprio futuro, perchè trovarsi a quansi 50 anni appoggiato ad un albero e fare queste riflessione è veramente un attimo...

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