mercoledì 20 febbraio 2008

Che tristezza la mia vecchia Firenze


di Marcello Fusi

Alcuni giorni fa partecipai ad una riunione presso un circolo culturale in Firenze. L'argomento era "il futuro della città", presenti alcuni noti politici dell'area fiorentina, fra i quali anche un Europarlamentare. Quest'ultimo con dotta eloquenza, ci disse, senza tanti complimenti, che Firenze era ormai una città di vecchi poco propensi a pensare al futuro, troppo ancorati ad un passato che impedisce loro di rinnovarsi scrollandosi di dosso palazzo Pitti, L'Accademia, gli Uffizi, ecc. A Strasburgo, parole sue, la tranvia passa in pieno centro storico e nessuno ha da ridire. Egregio onorevole, non sono d'accordo: I vecchi fiorentini piagnoni, come Ella li definisce, sono solamente delusi per l'immagine della loro città, sporca, assediata da un turismo di massa usa e getta, piena di venditori abusivi che irrorano le belle strade del centro storico con i loro tappetini colmi di mercé più o meno contraffatta, piena di pizzerie e fast-food, di brutti ceffi e prostitute che girano di notte, e così via! Per questo rimpiangono la Firenze di un tempo e, anche se comprendono che il passato è passato e che occorre rinnovarsi, non piace loro il presente: pensano forse che, se questo è e sarà il "nuovo", non resta che rimpiangere il "vecchio".
lo sono uno di questi, nato a due passi da Piazza Della Signoria.
Ero là, stretto al collo di mio padre, quella notte maledetta che saltarono i ponti e Por Santa Maria e la vecchia casa ballava come una trottola; ero là quando, col cuore in tumulto, ascoltavo di notte il suono pesante e cadenzato degli stivali della ronda tedesca che passava sotto casa; ero là quando i carri degli "alleati" passarono da via Del Corso (che, per la verità, stava loro un po' stretta) per andare in Piazza Della Vittoria, oggi Piazza Della Repubblica.Poi, piano piano, la lenta rinascita di Firenze, colma di macerie e di dolore. Ricordo L'Arco di San Pierino, oggi teatro di ben più tristi personaggi, dove, a sera, suonava la "Pippolese", celebre complessino di amene e pittoresche figure di Borgo Allegri, Via de Macci e dintorni. Ricordo quel giorno quando si abbassarono le saracinesche del "48" oggi "COIN", durante il funerale di mio padre. Era un vecchio mondo "becero" ma vivo ed umano, dove ti sentivi bene e dormivi sonni tranquilli.
Poi i giorni dell' alluvione quando, con i vecchi di oggi, mi sono rimboccato le maniche per pulire il marasma lasciato dall'Arno impazzito. Già, ricordo un giorno, via Cavour piena di fango e nafta puzzolente, tanta gente con stivali di gomma, che spalava il fango imprecando. Davanti proprio alla prefettura si fermò una camionetta verde con sopra il Presidente Della Repubblica e relativo codazzo; un vero putiferio! Qualcuno alzò gli occhi e disse: "O sor Presidente, la torni a Roma che qui noi s'ha da fare!" Questi personaggi burberi ed arcigni sono i vecchi di oggi, quelli che non sopportano più l'assordante silenzio degli amministratori di Palazzo Vecchio che, con i loro grossolani errori, tentennamenti e liti politiche senza fine, non sono riusciti a fare qualcosa di positivo per il bene e la crescita della città.
Che tristezza e che voglia della mia vecchia Firenze.

2 commenti:

  1. Scorrendo i miei "favoriti" rileggo questo struggente articolo che avevo salvato perchè da me condiviso in ogni suo punto. Non avrei saputo descrivere altrettanto bene l'accorato appello di un vero fiorentino a che la sua città, unica per bellezza, non venga contaminata dal degrado, dalla rozzezza, dalla impreparazione di chi può snaturarne lo splendore. Peccato che siamo rimasti in pochi a pensarla così!

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  2. Purtroppo caro anonimo, la situazione andrà peggiorando e la stò descrivendo nell'altro blog dove mi occupo di Firenze maxminiatisindacodifirenze.wordpress.com.
    Mi sembra di essere un demente, ma almeno le cose che stanno accadendo le descrivo e a volte le prevedo. E' il mio umile contributo alla città che mi ha dato i natali e per la quale piangevo quando tornavo da fuori.
    Oggi invece piango a vederla così, ma i fiorentini sono così e non cambieranno mai.

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