martedì 29 aprile 2008

Insieme...

Più volte su questo blog ho affrontato il tema dell'amore e del suo significato. Più volte sono stato blasfemo quando mi sono addentrato nello specifico, parlando apertamente di sesso. Di fronte ad un articolo così, vorrei chiedere scusa, perchè è una storia che ci fa capire veramente il significato della parola amore. Non perchè non abbia, o non conosca l'amore, ma perchè vorrei almeno provare un millesimo di quella passione che ha spinto Ugo ad invocare il ricongiungimento con la sua amata. Grazie ad Ugo ed Annalisa oggi ho imparato qualcosa, e la loro storia può essere raccontata al pari dei grandi poemi, scaturiti dalla fantasia degli scrittori... Ma solo il più grande degli scrittori ha permesso che questa storia fosse vita...
di Cristiano Gatti
Chi ama davvero non vorrebbe vivere nemmeno un attimo più dell’amato. Per Ugo e Annalisa, che si sono amati davvero, soltanto una mezza giornata di distacco. Prima se n’è andato lui, intorno alle otto del mattino, quasi in avanscoperta, quasi a preparare il nuovo nido. La sera, quando già la solitudine sembrava diventarle insopportabile, lei l’ha seguito e l’ha raggiunto. Di nuovo insieme, come sempre. Stavolta davvero per sempre. Chi ama davvero vorrebbe vivere, gioire, soffrire e poi persino morire al fianco dell’amato. Che parole melense, che pensieri da Bacio Perugina: chi non ama davvero, certo ci sghignazzerà. Ecco, la storia di Ugo e Annalisa non è cosa per quest’ultimo genere di umanità, dato il misterioso e indecifrabile alone di travolgente poesia che l’accompagna dall’inizio alla fine.È già svelata, questa fine: un funerale senza troppi orpelli nella chiesa parrocchiale di Ponteranica, il loro paese, alle porte di Bergamo. Anche il funerale come tutto il resto, riassunto nella parola di sempre: insieme. Una bara vicina all’altra, molto vicina, davanti al prete, che li riconsegna nelle mani di Dio, perché li abbia in gloria. Nei primi banchi, sostenuti dal calore di una folla d’amici, tre figlie e un nipotino, ragioni stesse del loro matrimonio davvero unico e davvero indissolubile. Uniti finché morte non vi separi. Se l’erano giurato, sempre davanti a un prete, nel 1974. Aprile anche allora, il giorno venti. Già quella volta sembra a tutti che questo legame abbia qualcosa di particolare. Di segnato e di predestinato. I due sposi hanno la stessa età, classe 1947, ma anche natali praticamente comuni: lui il 23 luglio, lei il 25. Chi ama davvero, evidentemente, non vuole vivere un attimo più dell’amato neppure all’inizio. Anche se ancora non lo conosce. Tra Ugo e Annalisa, solo due giorni di solitudine. Il loro destino li osserva dall’alto, lasciando che crescano ciascuno nel proprio paese, a qualche chilometro di distanza. Ugo è di Ponteranica, Annalisa di Darfo Boario, in Valcamonica. L’incontro che svela i disegni superiori è programmato per quando sono nell’età degli amori. Ugo è un suonatore di basso, fa spettacolo nei locali del Bergamasco e del Bresciano. Un giorno sale con la sua band a Boario, proprio lì dove l’attende l’appuntamento della vita. Ad accoglierlo, tra il pubblico, la ragazza carina e romantica che sarà per sempre la sua.Da quel giorno, insieme. È la parola magica che li accompagnerà lungo i sentieri del domani. Qualche tempo dopo si presentano insieme all’altare. Quindi, insieme mettono in cantiere tutti i progetti che due metà della stessa anima possono immaginare. Ugo è spirito d’artista. Esprime la sua inguaribile creatività mandando avanti locali pubblici. Oltre alla musica, ama dipingere. I suoi quadri girano per mostre. Lei è di temperamento diverso, trova soddisfazione nelle cose di casa, ma soprattutto nelle cose di mamma. Tre figlie arrivano ad animare l’atmosfera lieta di una famiglia riuscita. Tutti i giorni, tra le soddisfazioni e le difficoltà, Ugo e Annalisa concretamente scoprono quanto giusto e vero sia il famoso giuramento: uniti nella buona e nella cattiva sorte, insieme, sempre insieme, finché morte non vi separi... Tre anni fa nasce Tommaso, il nipotino che sconvolge il torpore dell’età che avanza. Avviandosi al bel traguardo dei sessant’anni, Ugo e Annalisa hanno tutto quello che serve per sorridere. Con questo stato d’animo accolgono i primi tramonti di quel caldo autunno riservato ai nonni felici. Ma sta scritto nella loro storia incredibile che tutto debbano affrontare insieme, anche la cattiva sorte. La prima ad ammalarsi di quel male spietato è Annalisa. Ugo le sta vicino, se possibile la ama più di prima. Ma evidentemente deve sembrargli ancora niente. S’era detto insieme. Sempre, per qualunque cosa. Come fosse giusto e ineluttabile, anch’egli si ammala. Dello stesso male feroce. L’ultimo anno li vede affiancati nella stessa battaglia, contro lo stesso nemico cinico e impietoso. Come sempre, si aiutano nella sofferenza fisica e nel tormento dell’anima. Tutti e due religiosi, pregano lo stesso Dio, perché almeno conceda consolazione. Nel segreto dei propri pensieri, certamente coltivano il grande sogno di tutti gli amori sinceri e generosi: chi ama davvero non vorrebbe vivere nemmeno un attimo più dell’amato. Nessuno sente la loro voce, ma certamente nel Cielo risuona lieve la tenerezza della loro supplica: Signore, ti prego, prendimi nella stessa ora. Non lasciarmi qui un minuto di più. Insieme, ancora insieme, fino all’ultimo respiro. Sessant’anni dopo averli avviati insieme alla vita, trentaquattro anni dopo averli messi insieme nella stessa casa, il Creatore ascolta la preghiera e insieme li richiama. Lui si avvia qualche ora prima, di mattina presto, quasi a cercare l’angolo giusto di Paradiso, dove accoglierla di nuovo come una regina. Lei lo raggiunge quand’è sera, evitando di affrontare da sola il buio della notte. Adesso stanno di nuovo insieme, in una luce bellissima. Dove non c’è morte che li separi.

9 commenti:

  1. Non ho mai creduto possibile che le due metà della mela potessero incontrarsi, troppo difficile. In questa settimana è la seconda volta che ascolto un racconto simile a questo.... mi devo ricredere? Che combinazione è?Sinceramente ho pianto leggendo l'articolo (di gioia e felicità) smielevole vero? Probabilmente perchè ancora non'ho incontrato neanche l'Amore "normale" e per un'aquila che vuol volare alto manca quel non so che...ma come si dice la speranza è l'ultima a morire!!! Aquila

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  2. Ciao Aquila,
    anche io ho pianto e non in senso smielevole! Io ho una teoria. Per i gesti come questo occorre trovare veramente la scarpa del proprio piede, però come ben sai di scarpe ce ne mettiamo parecchie. Un amore simile lo sto provando per la mia piccola figlia, che ancora sembra un angelo caduto dal cielo. Poi chissà... Magari la gioventù svanisce e subentra la saggezza... Magari l'hai vissuto quell'amore e poi è volato via... Ma il suo ricordo è sempre li, come fosse ieri... Max

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  3. Eppure Cenerentola era ben felice quando si accorse che quella scarpetta le apparteneva e il Principe ancor di più! Ma chissà perchè la Cenerentola di oggi tende a scappare, si impaurisce, rimane incredula e si fa tante domande, il tempo passa, le risposte non ci sono tutte, i dubbi si moltiplicano e il Principe non si sa più dov'è, magari è a far provare o a mettere a forza quella scarpetta a un'altra dama che porta il 40!
    Così è anche per il Principe del 2000, scappa impaurito ,forse aspetta qualche segnale dall'alto, forse ha qualche scalza che lo aspetta, chissà!
    "E col dubbio rimarremo fino all'eternità"!
    Siamo troppo complicati che non riusciamo a volte a scorgere le cose semplici o quelle che più chiare non si può, mentre la semplicità di una volta almeno per queste cose ha giocato a loro favore sempre ovviamente Uno su Mille!

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  4. Uno su mille non'è poi tanto male, pensavo peggio!!! A.

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  5. Uno su mille... Analisi non male... E' quello che ho sempre sostenuto, anche in post precedenti, dover per forza far indossare un 40 ad un 38 o viceversa. Tendiamo a scartare a priori ciò che non ci sembra esteticamente gradevole, o ciò che non capiamo, quando invece basterebbe fare un analisi alle sensazioni e rischiare un pò di più. Cenerentola non è solo una bella casalinga, ma spesso non ce ne accorgiamo se non è firmata dalla testa ai piedi, oppure brilla di luce propria. La luce è anche dentro ed è molto più splendente di quella esteriore.

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  6. Rischiare, luce, mmm,non'è semplice, anzi è complicato. Fino a che punto possiamo azzardare!!!
    Farci avanti (noi donne) senza "il rischio" di passare per una poco di buono. Sarà un gioco di parole ma questo "rischio" mi disturba non poco!!! Fino al messaggio sottinteso ci arrivo, ma poi....?
    Aquila

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  7. Cara Aquila, hai paura del giudizio degli altri? Lo sai tu quello che sei! Certo devi avere una valutazione analitica dell'altro. Ci sono uomini che vorrebbero la moglie zoccola e casta... A me la donna piace spontanea... e l'avences da ambo le parti rendono il gioco più divertente. Viva le donne spontanee!!! Max

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  8. Siete usciti un pò dal seminato, si è commentato un post particolare dove c'era una relazione conclamata! Il rischio da affrontare non è quello di buttarsi su una persona e aver paura di passare da poca di buona, bensì è il rischio di continuare un rapporto serio, sentito, consolidato magari clandestino ma non per questo meno importante per mille paure... di crescere, di affrontare situazioni pesanti,comunque diverse da quelle a cui siamo stati abituati fino a quel momento. Essere sicuri di amare veramente quella persona, MA INSICURI DI QUANTO TUTTO QUESTO POTRà DURARE! Fatica fisica,fatica mentale,paura di volare,paura di atterrare,di sbagliare,di azzardare troppo,paura che quel boumerang ti ritorni con la stessa forza con cui l'avevi lanciato e con una precisione da pendolo di Focault, sì proprio lì,in mezzo a codesta fronte che aveva sognato, aveva rischiato!

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  9. Probabilmente, è troppo tempo che sono sola e pur di non restarci dell'altro, non penso all'insicurezza della durata del tempo, ma alle sensazioni che provo nel momento. Non la pensavo così tempo addietro, ma preferisco assaporare qualche istante felice che non abbia continuità, piuttosto di non avere neanche quel momento!!! Diciamo che la solitudine è uno status che ci convivi bene se non sei "SOLO"! Aquila

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