mercoledì 5 novembre 2008

Lo zio Sam Obama Hussein


Ebbene si. Anche quest'ultimo pezzo di storia si è consumato sotto i nostri occhi. Inutile far finta di non essere stati coinvolti neanche un minuto per la corsa alla Casa Bianca. In fondo che male c'è, almeno per il sottoscritto, l'America rappresenta da sempre una meta, non tanto per motivi turistici, ma per tutto un insieme di cose riassunte nell'American Way, il sogno americano. E oggi, l'America, ci ha dato un ulteriore lezione di democrazia vera, con la D maiuscola, quella democrazia di cui noi non conosciamo neanche il significato. Per la prima volta nella storia si insedia alla Casa Bianca un presidente nero, un afro americano, impensabile ad appena 40 anni dalla morte di Martin Luther King. Barak Obama Hussein è il 44 o presidente degli Stati Uniti d'America, l'uomo considerato il più potente del mondo, l'uomo che guiderà il mondo per i prossimi 4 anni. In un certo senso a ragione Jovanotti a dire che il presidente americano andrebbe votato da tutti, ma queste sono utopie, perchè gli americani si sono sempre fatti gli affari loro, e non hanno bisogno del sostegno di altri. Il momento non è facile per nessuno. Il crack della Lheman & Brother ha dimostrato il lungo cordone che lega tutti, nessuno escluso, alle vicende di un paese nato nel 1783, e che da allora ha fatto anche cambiare il volto alla nostra cara e vecchia europa. Il volto del cambiamento è nero, come noi siamo bianchi, ma la grande novità è nel nome. Non John Wayne, Peter Parker o Louis Amstrong, ma un nome arabo, maledettamente arabo, che ci riporta all'11 settembre, alle barbarie di tutti i giorni, che niente hanno a che fare con la libertà. In fondo l'America è sempre stata una colonia, ed è impensabile non trovare nomi che non avessero a che fare con il resto del mondo. Eppure gli americani hanno scelto, e scelto bene, convinti da quel "we can", da quell'uomo che in un certo senso, spazzerà via le ombre dell'america razzista e intollerante. Kunta Kinte ha avuto la sua vittoria, e le catene si sono definitivamente spezzate. Forse dal 20 gennaio, qualcosa realmente cambierà, che cosa però non ci è dato saperlo. La White House al 1600 di Washington D.C. la faranno grigia? Chissà. I repubblicani hanno pagato lo scotto della politica di George W. Bush, il primo presidente del nuovo millennio, per molti un cattivo presidente, per altri un presidente giusto al momento giusto. McCain, il reduce, sapeva troppo di stantio e vecchio, anche se la sua telefonata a Obama, dopo il risultato elettorale, ha dimostrato la classe dei politici d'oltre oceano, subito pronti a collaborare, a guardare avanti per il bene del paese, non come i nostri alla stregua di checche isteriche e bambini viziati. L'America sicuramente ripartirà, e con lei il carrozzone europa. La forza dell'uragano Obama però deve essere ancora quantificata, perchè il mondo ha le sue leggi, spietate leggi.
Anche gli antiamericani d'Italia hanno seguito l'election day. Se gli domandi perchè, nessuno di loro ti risponde, ma tutti (di loro) sono anti americani, fino a che non gli vedi le Nike addosso, o partire per un fine settimana a New York. E come beoti diranno che ha vinto un presidente di sinistra. In america non c'è destra o sinistra, ci sono conservatori e repubblicani è diverso, il colore democratico è il blu, quello repubblicano il rosso. Il presidente del consiglio ha detto che gli americani sapranno scegliere il loro candidato migliore, e questa era l'unica cosa sensata da dire. Patteggiare per l'uno e per l'altro era da idioti. Farsi fotografare a 100 metri dal palco di Obama e dire "lo conosco" è da idioti. E vorrei anche ricordare che nel suo tour europeo, il nuovo presidente non ha neanche messo piede in Italia, quindi non vedo il perchè tutta questa euforia e prostrazione... Se avessi dovuto scegliere sarebbe stato difficile. McCain non mi convinceva per l'età, l'errore non considerato dai repubblicani nella scelta del canditato. Del nuovo presidente non sopporto il nome, mi irrita parecchio, e l'appoggio di quasi tutto lo star system americano. Però sembra che anche il popolo si sia espresso a suo favore e questo gli da parecchie chances per stare li dov'è. Nel settembre del 2001 il mondo cambiò per sempre, e da allora sono passati 7 anni e forse il mondo potrà cambiare ancora... Forse...

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